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Nella storia della civiltà europea il Settecento rappresenta una tappa fondamentale, un’età di
profondo e generale rinnovamento in tutti i campi: politico, sociale e culturale. Non può essere
considerato nel suo insieme, ma va distinto in almeno due periodi, contraddistinti il primo da una
serie di guerre, il secondo dalla nascita e diffusione dell’Illuminismo.
Le idee illuministe hanno una straordinaria diffusione grazie all’attività di molti intellettuali e
all’utilizzo di nuovi strumenti di divulgazione. Tra questi, due sono stati particolarmente importanti:
i giornali moderni come i quotidiani, nati e diffusi in Europa per la prima volta in questo secolo, che
permettono di informare rapidamente molte persone, e l’Enciclopedia, una grandiosa opera in cui,
grazie alla collaborazione dei più importanti intellettuali e scienziati dell’epoca, viene “condensato”
tutto il sapere universale.
Il Settecento: scenario letterario
Nel primo Settecento alcuni artisti italiani cominciano a manifestare una certa insofferenza per gli
aspetti più stravaganti del gusto barocco. Nasce così a Roma l’Arcadia, un’accademia di poeti che
propongono il ritorno a un gusto più misurato e sobrio, ispirato ai classici greci e latini.
L’Illuminismo si diffonde anche in Italia. I maggiori centri italiani del fervore illuministico sono
Milano e Napoli, dove fiorisce una vasta produzione letteraria volta a migliorare la vita sociale e
politica del Paese.
Grande diffusione hanno i trattati di argomento politico e sociale, come, ad esempio, Dei delitti e
delle pene dell’economista e intellettuale milanese, Cesare Beccaria, il capolavoro della nostra
letteratura illuministica, in cui per la prima volta si sostiene la necessità di abolire la pena di morte e
la tortura e si assegna alla pena una finalità non solo punitiva, ma di recupero del reo.
Inoltre, anche generi tradizionali, come la poesia e il teatro, diventano strumento di promozione
sociale, civile e morale. Gli autori italiani che nel Settecento interpretano le nuove idee
dell’Illuminismo sono Giuseppe Parini, Vittorio Alfieri e il commediografo Carlo Goldoni, cui si
deve la riforma del teatro italiano.
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Il Classicismo
Il termine viene usato per indicare quei movimenti artistici che riconosco il valore dei modelli greci
e romani. L’apprezzamento per le opere antiche non venne mai meno nel Medioevo, ma nel
Rinascimento e fino all’800 il confronto col mondo antico fu fondamentale per l’arte europea.
Classico nell’arte è sinonimo di grazia, magnificenza, decoro, equilibrio e senso della proporzione.
Questo stile si manifestò anche nella musica dando vita ad una omogeneità del gusto non pensabile
in precedenza.
Il periodo classico coincise con il graduale passaggio da governi aristocratici assolutisti a governi
ispirati dalla borghesia liberale. Assieme all’interesse per il teatro, in particolare quello italiano,
crebbe anche quello per la musica strumentale, non più bene esclusivo di privati, nobili e facoltosi,
ma accessibile al grande pubblico.
Col completamento dell’ Enciclopedia (1751-1777) la cultura musicale era accessibile a tutti, grazie
alle numerose voci che si riferivano alla materia musicale. Inoltre fu pubblicata a Londra la Storia
generale della musica dai Greci al 1789 di Burnay e le prime monografie su Bach e Palestrina.
Anche l’editoria musicale si sviluppò, con l’utilizzo del nuovo metodo della litografia accanto a
quello tradizionale su lastre incise.
I luoghi e le occasioni
Le corti rimangono il centro della vita musicale, anche se aumenta il numero dei teatri a pagamento.
In questo periodo inoltre nascono le sale da concerto dove si eseguiva musica strumentale e, oltre ai
musicisti che dipendono da nobili ed istituzioni ecclesiastiche, si afferma la libera professione.
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Nasce la sinfonia moderna, caratterizzata dall'ampliamento degli organi dell'orchestra e dal dialogo
equilibrato tra le sezioni strumentali.
Oltre alla sinfonia si afferma il quartetto d'archi (2 violini, 1 violoncello, 1 viola) caratterizzato da
omogeneità timbrica e armonia formale. Dal 1760 subentra allo stile galante lo stile classico.
Il Classicismo si caratterizza per uno stile sereno e controllato, nel quale tutti gli elementi della
musica erano equilibrati, la melodia era semplice e scorrevole non per forza legata a un raffinato
sviluppo armonico.
I musicisti più rappresentativi di questo stile sono Franz Joseph Haydn e Wolfgang Amadeus
Mozart; Beethoven rappresenta il punto d'unione tra Classicismo e Romanticismo.
Nel Settecento i compositori e i cantanti italiani creano uno stile musicale caratterizzato da grande
virtuosismo, il bel canto, nel quale gli spettatori mostrano interesse e apprezzamento solo durante le
arie; nella seconda metà del Settecento, cercano di riformare questo sistema il compositore
tedesco Christock Willibald Gluck ed il librettista Ranieri De' Calzabigi.
Nei primi del Settecento nasce l'opera buffa, le cui trame illustrano episodi di vita quotidiana, gesta
spesse tipiche del popolo, con personaggi misericordiosi.
Fra i compositori più celebri della seconda metà del Settecento ricordiamo Niccolò Jommelli,
Giovanni Paisiello, Domenico Cimarosa, Antonio Salieri, Gluck, Haydn, Mozart.
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