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1. Adynaton deriva dal greco antico e significa “cosa impossibile”. È una figura
retorica che consiste nel subordinare l’avversarsi di un determinato evento a
una condizione impossibile affermando, di conseguenza, l’irrealizzabilità di
tale evento, per esempio:
“Quel birbone che, se non fosse stato lui, Lucia sarebbe mia da venti mesi”.
… x / x…
Di seguito un esempio tratto da Non sa più nulla, è alto sulle ali di Vittorio
Sereni.
8. Antifrasi Figura retorica per cui una parola o una combinazione di due o più
elementi linguistici oppure un’intera frase assumono un significato opposto a
quello che avrebbero normalmente; è una delle figure retoriche più comuni nel
linguaggio parlato. Per approfondimenti ed esempi si veda la scheda Antifrasi.
9. Antitesi Anche l’antitesi è una delle figure retoriche più utilizzate; consiste
nell’accostare termini o frasi dall’opposto significato. Il seguente esempio è
tratto dal Canzoniere di Petrarca:
12.Asindeto È una figura retorica che consiste nell’assenza della congiunzione fra
due o più termini che sono fra loro strettamente coordinati:
*(lat. «venni, vidi, vinsi»). – Parole con le quali, secondo quanto riferiscono Plutarco
(Caes. 50, 6) e altri scrittori, Giulio Cesare avrebbe annunciato la fulminea vittoria
riportata su Farnace il 2 agosto del 47 a. C. presso Zela nel Ponto. La frase, molto
nota, e spesso variamente parafrasata, si cita soprattutto per indicare o annunciare
rapida e felice riuscita di qualche impresa (dall’Enciclopedia Treccani online).
17.Eufemismo È una delle figure retoriche più comunemente usate, sia nel
linguaggio scritto che in quello parlato; consiste nella sostituzione di parole o
di espressioni con altre che hanno un tono più attenuato; per esempio, si
utilizza un eufemismo quando diciamo “Passare a miglior vita” in sostituzione
del termine “Morire”; altro esempio è la frase “Ho visto di meglio” in
riferimento a un film che abbiamo trovato veramente brutto; “Donna di facili
costumi” è un eufemismo utilizzato in sostituzione di termini più volgari. Per
approfondimenti ed esempi si veda la scheda Eufemismo.
20.Iperbole Fra le figure retoriche è sicuramente una delle più utilizzate nel
linguaggio comune, ma è ricorrente anche nella letteratura, sia antica che
moderna; si tratta, in sostanza, di un’esagerazione (in eccesso o in difetto) del
significato di un’espressione; lo scopo è quello di aumentarne, per contrasto, la
sua credibilità. Alcuni esempi: “Te l’ho detto un milione di volte!”; “Arrivo in
un paio di secondi!”. Fra gli esempi letterari celebri possiamo citare il Petrarca
con l’incipit del sonetto Erano i capei d’oro a l’aura sparsi […] che ‘n mille
dolci nodi gli avolgea… Per approfondimenti ed esempi si veda la scheda
Iperbole.
21.Metafora una delle figure retoriche più ricorrenti sia nel linguaggio parlato che
in quello scritto; è pressoché paragonabile alla similitudine, dalla quale
differisce per l’assenza di avverbi di paragone o di locuzioni avverbiali; in
pratica, quando si usa una metafora si opera sostituendo una terminologia
propria con una terminologia figurata, in seguito a una simbolica trasposizione
di immagini. Ne troviamo un esempio in X agosto (Pascoli):
L’onomatopea è usata non soltanto con parole esistenti, ma anche con quelle
create dall’autore. Per approfondimenti ed esempi si veda la scheda
Onomatopea.
23.Perifrasi Giro di parole o circonlocuzione usata per indicare una cosa, una
persona, o un concetto; alcuni famosi esempi:
“Colui che tutto move” e “L’amor che move il sole e l’altre stelle” (Dante, per
indicare Dio);