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Di Dante Ali8hieri negli Cbcar
De vulgari eloquentia DanteAlighieri
li2 Divina Commedia. Inftrno
lii Divi:na Commedia. Purgatorio
li2 Divina Commedia. Paradiso
11 Fiore - Detto d'A:more
VitaNoma
DE VULGARI
ELOQUENTIA
Acura di Mirko Tavoni
 Indice

v lntrodurione
uN Notaaltesto

Bibliog;r¢fia
Lmli Sigle e abbreviazioni
LXV OperediDante
LXVIII Studi e opere citati nel commento
Xciii Ediziori di riferimento

DE VULGARI ELOQUENTIA
2 Liberprimus
3 Libroprimo
240 Liber secundus
241 Librosecondo
Dichiariamo anzitutto che è giusto usare
il volgare illustre italiano sia in prosa che
in versi.

{tse non avesse scritto la Commedi.o, con

ogni probabilità Dante sarebbe passato
alla storia come grande lirico e come
grande linguista. Le ricerche sul campo e le
teorizzazioni intorno alla lingua, incentrate
sull'idea esclusivamente sua della storicità
e, quindi, della continua mutevolezza delle
lingue parlate, sono di una modernità che
suscita ammirazione. E ammirazione suscita
anche la preveggenza quasi profetica con
la quale Dante scommette che una lingua
frammentata in una miriade di dialetti e
utilizzata tutt'al più per un uso letterario
specialistico possa diventare la comune
lingua di cultura.»
Marco Santaga{a
Dante Firenze l265 -Ravenna l321. lmpegnato
Alighieri nella vita politica fi.orentina, nel l300
fu priore della città e successivamente
esiliato fi.no alla morte. Considerato
il padre della lingua italiana, è
universalmente noto per la D/.v/.nci
Commed/.o. Tra le altre sue opere:
Rime, Vita Nova, Convivio, De vulgari
eloquentia e Monarchia.

¬ 11.00