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LE FIGURE RETORICHE FONETICHE

Allitterazione - L'allitterazione è la ripetizione di suoni o sillabe simili all'inizio o all'interno della parola:

Fresche le mie parole ne la sera


ti sien come il fruscìo che fan le foglie
del gelso ne la man di chi le coglie
silenzioso.
(Gabriele D'Annunzio)

In questi versi i suoni "f " ed "s", ripetendosi costantemente, comunicano un senso di musicalità che riproduce
acusticamente il tenue fruscio delle foglie e anche una sensazione di freschezza e di dolcezza. Il poeta, dunque,
ricorre all'allitterazione quando, con un sottile gioco di richiami sonori, vuole legare alcune parole anche sul piano del
senso.

Assonanza L'assonanza è la somiglianza di suono tra le ultime sillabe di due parole, in cui sono
uguali le vocali, ma diverse le consonanti:

Il vento soffia e nevica la frasca,


e tu non tomi ancora al tuo paese!
Quando partisti, come son rimasta!

Nei versi pascoliani "frasca" e "rimasta" sono in assonanza, in quanto presentano uguaglianza di vocali e diversità di
consonanti.

Consonanza - La consonanza si ha quando le parole, a partire dalla vocale accentata, hanno le consonanti finali
uguali, ma diverse le vocali:

Com'è tutta la vita e il suo travaglio


in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
(Eugenio Montale)

In questi versi le parole "travaglio", "muraglia", "bottiglia" sono in consonanza perché presentano uguaglianza di
consonanti ("gl"), ma dissonanza di vocali.

Onomatopea L'onomatopea consiste nell'utilizzare le parole in modo tale da ricreare l'imitazione


di un suono o di un rumore naturale:

C'è un breve gre gre di ranelle.


(Giovanni Pascoli)

Paronornasia La paronomàsia è l'accostamento di due o più parole di suono uguale o assai simile,
ma di significato diverso, come nel verso seguente, in cui la paronomàsia è ottenuta con un
mutamento vocalico:

. sedendo e mirando. (Giacomo Leopardi)


LE FIGURE RETORICHE DI POSIZIONE
Anastrofe
Si ha quando due o più parole sono disposte in modo il soggetto può trovarsi dopo il predicato, oppure il
invertito rispetto all'ordine comune; complemento oggetto prima del predicato, e così via.
Ad esempio: "inatteso è giunto l'amore e se n'è andato".

Iperbato
È l’inserimento di una o più parole nella frase in modo Ad esempio: “vidi il volto della fanciulla stupito”.
da dividere due elementi che dovrebbero rimanere uniti.
Ne risulta una frase in disordine, ovvero con un ordine
inconsueto.

Anafora
Si ha quando uno più parole sono ripetute all’inizio di
versi successivi (o di frasi successive). Ad esempio: apri Ad esempio: “respira lentamente/sorridi lentamente”.
virgolette tua amica/tu compagna”.
Se le parole ripetute si trovano a fine verso si parla di
epifora.

Anadiplosi
Consiste nella ripresa all’inizio di un verso della stessa Ad esempio “Invece camminiamo, camminiamo io e te
parola (o gruppo di parole) che si trova alla fine del come sonnambuli”
verso precedente.

Iterazione
È la ripetizione di una o più parole all’interno del testo Ad esempio: “lontano come lo sguardo: si assottiglia, e
senza una disposizione precisa. lontano si perde”.

Parallelismo
Consiste nel disporre le parole nella frase in modo che Ad esempio: “questi corrono, quelli s’ attardano, quegli
si stabiliscono nei rapporti di simmetria. altri parlano animatamente con tutti”.

Chiasmo
È una disposizione incrociata di parole o di Ad esempio: “il vento soffia e nevica la frasca/e tu non
espressioni, secondo lo schema A, B-B, A. torni ancora al tuo paese”
(soggetto, verbo - verbo, soggetto).
Accumulazione
È l'accostamento intenso e sovrabbondante di termini, Ad esempio: “tiro fuori dalla borsa rossetto cellulare
disposti in ordine o in modo caotico e disordinato, spesso fotocopie portafoglio spazzolino macchina fotografica
senza segni di punteggiatura. ombrello pieghevole”.

Climax
È una particolare forma di accumulazione in cui
termini sono disposti in ordine di intensità crescente Ad esempio: “proverai all’improvviso un brivido, un
(Climax) o decrescente (anticlimax). La Climax è di timore, un terrore”.
solito formata da almeno tre parole in successione, come
i gradini di una scala.

Hysteron proteron
È un’inversione delle parole rispetto al loro ordine Ad esempio: “si stancò, corse a perdifiato”.
temporale: si trova prima ciò che logicamente
cronologicamente verrebbe dopo.

LE FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO


Similitudine

La similitudine consiste nel confrontare due elementi ed è una tra le più diffuse figure di significato, si incontra sia in testi
moderni, sia in componimenti molto antichi.
Mentre la similitudine classica è generalmente introdotta dai nessi "come ... così", "come ... tal", "quale ... tale", la poesia
moderna tende a eliminare una di queste congiunzioni, o addirittura entrambe, creando solo richiami allusivi che
evidenziano il significato simbolico del paragone.

Si sta come
d'autunno
su li alberi
le foglie (Giuseppe Ungaretti)

il paragone tra la caducità delle foglie e la precarietà della vita umana è ottenuto con l'abolizione del nesso introduttivo
"cosi".

Metafora

La metafora si può definire una "similitudine abbreviata", in quanto si fonda su un rapporto di somiglianza tra due
realtà diverse, ma accomunate da qualche elemento. Viene espresso con un nesso logico esplicito (il come)

“lucia è bella come un fiore”

si realizza una similitudine tra Lucia e fiore, due realtà diverse ma con la caratteristica comune della bellezza. ci si spinge
oltre il paragone, istituendo addirittura una identificazione di termini.
Si ottiene così una metafora, cioè un "trasferimento di significato" dal concetto di una bella ragazza a quello della bellezza
e delicatezza di un fiore.

L'uso della metafora è frequente anche nella lingua comune, in espressioni quali "quell'uomo è un leone" (che equivale al
paragone "quell'uomo è forte come un leone). Questi modi di dire sono però ormai sentiti come "figure d'uso" frequenti
nel parlare quotidiano e hanno perso la loro carica suggestiva.

L'analogia

si fonda sullo stesso processo della similitudine e della metafora, ma non si può considerare una vera e propria figura
retorica. È piuttosto un procedimento, usato dai poeti moderni, in cui l'immagine è evocata in modo tanto singolare da
esigere una particolare concentrazione del lettore.
L'analogia potrebbe essere definita, forse un po' semplicemente, come un paragone cui sia stato tolto il "come": in questo
modo il rapporto di comparazione si trasforma in un rapporto di identità, dove due termini lontani sono messi in
relazione eliminando ogni tipo di passaggio logico.

Nell'espressione "amo i tuoi occhi azzurri come il cielo", si paragonano gli occhi e il cielo, accomunati dal colore azzurro.
Con la metafora "amo il cielo azzurro dei tuoi occhi" si pongono invece direttamente in contatto i due elementi del
paragone. Ma dicendo "amo il tuo cielo azzurro" ci si spinge ancora al di là, eliminando un termine di paragone e
lasciando al lettore il compito di dedurlo dal contesto.
L'analogia consente di istituire nessi intuitivi, folgoranti ed essenziali: il rapporto di identità, che sostituisce quello di
comparazione, risulta più incisivo perché in una sola immagine concentra più significati:

La sinestesia

è una particolare forma di metafora con cui vengono accostati termini che appartengono a sfere sensoriali diverse
(olfattiva, visiva, auditiva e tattile). La sinestesia, parola che deriva dai termini greci "sun" (con) e "aísthesis»
(percezione), consente al poeta di dar vita a immagini inconsuete e suggestive:

“l’erba ha un profumo fresco” sono coinvolti olfatto e tatto

La metonimia
letteralmente è la sostituzione di un nome con un altro e consiste nel nominare un oggetto con un altro termine che sia però
legato al primo da un rapporto logico che può essere:

 l'astratto per il concreto (e viceversa): “hai l’occhio per le misure”


 la causa per l'effetto (e viceversa) “Vivere del proprio lavoro”
 il contenente per il contenuto: “Bere una bottiglia” (= il vino contenuto nella bottiglia).
 la materia per l’oggettio “i guerrieri impugnano i ferri”
 l'opera per l’autore “ho visto un Picasso”.

La metonimia è una figura retorica che consente non solo di abbellire il discorso, ma anche di mettere in rilievo un aspetto
piuttosto che un altro di ciò di cui si intende parlare.
Se indicando la nave come “legno" si sottolinea la materia con cui è costruita, designandola come "vela" si otterrebbe uno
scopo diverso, accentuando la parte della nave che viene vista a distanza durante la navigazione, ed evidenziando il suo
aspetto, per così dire, dinamico.
Così, mentre con l'espressione "bere una bottiglia" si mette in rilievo la quantità del vino bevuto e non la qualità.

La sineddoche

É la sostituzione di una parola con un altra ma si basa su un rapporto di quantità. Il rapporto quantitativo può essere
rappresentato da:

a) la parte per il tutto (e viceversa): “arrivo con una quattroruote”

b) il singolare per il plurale (e viceversa): “la massaia italiana spende molto in alimenti”
c) il genere per la specie: “il felino assalì la zebra”

L'ossimoro

È l’accostamento di parole di senso opposto, che sembrano tra loro incompatibili:

“nel silezio assordante”,

L'iperbole

consiste nell'accentuazione di un concetto mediante termini volutamente esagerati. Si usa spesso anche nel linguaggio
quotidiano, in espressioni quali "te l’ho detto cento volte”,"è un secolo che non ti vedo"; in poesia contribuisce ad
amplificare un'immagine, sottolineandola notevolmente. Un'iperbole tratta da un registro
colloquiale e quotidiano è questa di Eugenio Montale:

“Ho sceso, dandoti il braccio, un milione di scale”. (Eugenio Montale)


Il lungo periodo di convivenza con la moglie, ormai morta, è paragonato iperbolicamente a "un milione di scale", scese
insieme nel percorso della vita.

La litote

È il contrario dell'iperbole: per attenuare un'immagine troppo forte viene sostituito a un vocabolo il suo opposto, preceduto
dalla negazione.

“questo è un libro non interessante”, dicendo cosi si vuole allegerire il peso che la frase avrebbe avuto se fosse stata
“questo libro è noioso”

Famosa è l'espressione con cui il Manzoni, presentando don Abbondio nel I capitolo de I Promessi Sposi, dice che "non
era nato con un cuor di leone». La litote contribuisce ad alleggerire il senso troppo negativo che avrebbe l'espressione più
realistica: "don Abbondio era un vile".

L'eufemismo
è affine alla litote e consiste nel rendere meno aspro un pensiero sgradevole, con il ricorso a una espressione più
dolce.

Esempi di eufemismo si incontrano anche nel parlare quotidiano, in espressioni come "dipartita" o "passaggio a miglior
vita" per non dire "morte” o "poco intelligente" per "stupido".

La preterizione

Consiste nel dichiarare di non voler dire qualcosa che subito dopo si dice.
In un'espressione del tipo: "non sai che fatica che ho fatto”. La funzione della preterizione è di mettere in risalto
un'affermazione simulando di tacerla, o di smussare la durezza di un'espressione che risulterebbe troppo cruda se
esplicitata.

L'ellissi

consiste nell'omissione di una o più parole, che vengono lasciate sottintese.

Un esempio è il verso di Dante Alighieri (1265-132 1): “Quel giorno più non vi leggemmo avante.”

in cui la vicenda di amore e morte di Paolo e Francesca non viene narrata nei particolari: l'ellissi consente al poeta di
ottenere maggiore drammaticità che non presentando il resoconto dell'intera storia.

LE FIGURE RETORICHE DI ORDINE


Senza essere sottoposta alle rigide norme sintattiche della prosa, la disposizione delle parole nel testo poetico gode di
una grande libertà espressiva. Le figure retoriche di ordine riguardano appunto le diverse possibilità di collocazione
delle parole nel verso.

L'inversione

consiste nell'alterazione dell'ordine sintattico normale della frase, per dare maggiore importanza a un termine piuttosto
che a un altro o per conferire musicalità al verso.
Si possono avere due tipi di inversione:

a) l'anastrofe, che consiste nello scambiare l'ordine normale delle parole, come nel 1 verso:

“Sempre caro mi fu quest'ermo colle.”


(Giacomo Leopardi)

b) l'iperbato, che prevede che il soggetto su cui poggia tutta la tensione dell'immagine sia enunciato per ultimo

"quieta sovra i tetti e in mezzo agli orti posa la luna"

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