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Accumulazione 

è una figura retorica che consiste nell'elencazione in modo ordinato e


coerente oppure in modo caotico e casuale di più parole, immagini o aggettivi non ripetuti
in modo da trasmettere un'idea o immagine complessiva. Le accumulazioni possono avere
funzioni diverse: accumulando dei verbi, per esempio, si può esprimere un movimento;
accumulando dei colori, delle forme, dei dati visivi si può fare una descrizione.
ESEMPIO: Domani uscirà Primavera, guernita di gemme e di gale, di lucido sole, di fresche viole,
di primule rosse, di battiti d'ale, di nidi, di gridi, di rondini, ed anche di stelle di mandorlo
bianche.

Allegoria è una figura retorica il cui nome deriva dal greco allegorein, che vuol dire
"parlare d’altro". Consiste nell'associare al significato letterale di un testo uno o più livelli
ulteriori di senso (morale, politico ecc.). Per esempio la Divina Commedia può essere vista
nel suo assieme come un allegoria.
ESEMPIO: il viaggio nell'aldilà = è allegoria del passaggio del peccato alla purificazione

Allitterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di lettere, sillabe o
suoni uguali o affini all'inizio di parole vicine o anche al loro interno, al fine di ottenere
particolare effetti espressivi.
ESEMPIO: RaDe la RonDine (Pascoli) 

Anacoluto è un costrutto sintattico irregolare, in cui l'elemento iniziale di una frase


rimane sospeso, senza appoggio sintattico negli elementi successivi. Può essere usato da un
autore per particolare scopi espressivi.
ESEMPIO: noi altre monarche, ci piace di sentir le storie per minuto (Manzoni)

Anadiplosi è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultimo elemento di una
proposizione all'inizio della seguente, al fine di rimarcare il legame tra le due.
ESEMPIO: ma la gloria non vedo
non vedo il lauro e 'l ferro ond'eran carchi

Anafora è una ripetizione di una o più parole all'inizio della frase o del verso successivi.
ESEMPIO: Per me si va nella città dolente,
per me si va ne l'etterno dolore,
per me si va tra la perduta gente. (Dante)

Analogia è una relazione di somiglianza, creata dalla fantasia tra due oggetti o situazioni
che in sé non hanno rapporto, senza l'utilizzo del "come”.
ESEMPIO: Le mani del pastore erano un vetro levigato.
Anastrofe è una figura retorica consistente nell'inversione dell'ordine abituale di un
gruppo di termini successivi.

ESEMPIO: Allor che all'opre femminili intenta


sedevi, assai contenta

Antifrasi (o ironia) è l'utilizzo di un termine o di una locuzione a cui si dà senso opposto


rispetto a quello comune.
ESEMPIO: Che bellezza! (= per alludere a qualcosa di spiacevole);
Alleluja! (= finalmente).

Antitesi (o dicotomia) è l'accostamento di immagini contrapposte.


ESEMPIO: Non fronda verde, ma di color fosco;
non rami schietti, ma nodosi e ’nvolti;
non pomi v’eran, ma stecchi con tòsco.

Antonomasia è una figura retorica che fa uso di un nome comune al posto di un nome
proprio, oppure di un nome proprio al posto di un nome comune.
ESEMPIO: l’eroe dei due mondi (perifrasi, invece di dire Garibaldi)
il Filosofo (appellativo, invece di dire Aristotele).
Tuo figlio è un Einstein
Sei un vero Attila!

Apocope è la caduta di una vocale finale o di una sillaba al termine di una parola.
ESEMPIO: MaN mano la spiegazione andava avanti;
Era nel fioR fiore degli anni

Aposiopesi (o reticenza o sospensione): è una figura retorica che consiste nella


sospensione ad arte del discorso in modo da accennare in modo non esplicito a ciò che si
tace.
ESEMPIO: E questo padre Cristoforo, so da certi ragguagli che è un uomo che non ha tutta quella
prudenza, tutti quei riguardi... (Manzoni, I promessi sposi)

Apostrofe è una figura retorica che consiste nel rivolgersi direttamente e con enfasi a un
interlocutore reale o fittizio, producendo un brusco cambiamento di tono.
ESEMPIO: Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta, non donna
di provincie, ma bordello!
Asindeto consiste in un'elencazione di termini senza l'uso di congiunzioni, con l'aggiunta
di punteggiatura debole come la virgola:
ESEMPIO:
Veni, vidi, vici.
Il buono, il brutto, il cattivo.

Cesura dal latino taglio indica la pausa metrica all'interno di un verso, pausa che
suddivide il verso in due emistichi (mezzi versi) differenti.
ESEMPIO: Tanto gentile | e tanto onesta pare

Chiasmo è una disposizione incrociata di elementi coordinati della frase, con schema
ABBA.
ESEMPIO: «Le donne, i cavallier,
l'arme, gli amori,...»

Climax dal greco "scala", è la disposizione dei termini di un elenco secondo


una progressione emotiva o logica, in senso crescente.
ESEMPIO: brutto, molto brutto, bruttissimo = climax ascendente
bruttissimo, molto brutto, brutto = climax discendente

Dittologia, che letteralmente significa doppia parola, consiste nella ripetizione espressiva
della stessa parola o accostamento di due parole per rafforzarne il concetto, e solitamente
sono collegate da una congiunzione.
ESEMPIO: Tardi et lenti. Piegato e curvo.

Domanda retorica (o interrogativa retorica) è una domanda fittizia la cui risposta è già
implicita nella domanda stessa; si pone per coinvolgere o sollecitare emotivamente
l’interlocutore.
ESEMPIO: Non è forse vero che bere troppo fa male?
Sono forse tuo nemico?
Il leone non è forse il re della della savana?

Ellissi è una soppressione di elementi della frase, ricavabili comunque dal contegno logico
o sintattico; è di uso frequente, come quando alla domanda "come Stai?" si risponde
"bene!" (evitando la ripetizione del predicato verbale "sto").
ESEMPIO:
A nemico che fugge, ponti d'oro.
Sul tavolo una proposta di pace.

Enallage si ha quando si usa una parte del discorso invece di un’altra (sostituzione di
avverbio con aggettivo, di un nome con un verbo).
ESEMPIO: e cominciommi a dir soave e piana (invece di soavemente).
Endiadi è una figura retorica che usa due o più termini coordinati che si completano l'una
con l'altra per esprimere un unico concetto.
ESEMPIO: nella strada e nella polvere (= strada polverosa);
Far fuoco e fiamme (= distruzione).

Enfasi è una figura retorica che serve ad accentuare e a mettere in risalto una parola o una
frase.
ESEMPIO: Lui sì che è un amico

Enumerazione è l’elencazione di parole unite per asindeto (senza congiunzioni: e, ma, o,


ecc.), o per polisindeto (con due o più congiunzioni che si ripetono).
ESEMPIO:
E mangia e beve e dorme e veste panni

Epanadiplosi si ha quando si inizia e termina una frase o un verso con la stessa parola.
ESEMPIO:
piace alla gente che piace;
vola colomba bianca vola

Epanalessi è il raddoppio di un'espressione all'inizio, nel mezzo o alla fine di un


segmento testuale.
ESEMPIO: ma passavam la selva tuttavia, la selva, dico, di spiriti spessi.

Epifonema (o aforisma) è la massima sentenza che esprime in forma estremamente


sintetica un idea, un concetto, una riflessione.
ESEMPIO:
Noi andavam con li dieci demoni.
Ahi fiera compagnia! Ma nella chiesa
coi Santi, e in taverna co' ghiottoni.

Epifora (o epistrofe) ha una funzione opposta all'anafora e consiste nella ripetizione di


una o più parole alla fine di versi successivi.
ESEMPIO:
Più sordo e più fioco
s’allenta e si spegne
Solo una nota
ancor trema, si spegne
risorge, trema, si spegne

Esclamazione consiste nell'esprimere con enfasi uno stato d'animo in forma esclamativa,


con il segno del punto esclamativo.
ESEMPIO: Ahi figlio mio!

Eufemismo è un'attenuazione di un'espressione, sentita come troppo dura o cruda, con


un'altra più attenuata.
ESEMPIO: "male incurabile" per non dire "cancro"; "passare a miglior vita" per non dire
"morire"

Figura etimologica è l'accostamento di parole con la stessa radice, usata per evidenziare
il concetto espresso.
ESEMPIO: questa selva selvaggia

Histeron proteron è una figura retorica che che consiste nel dire per prima la cosa
avvenuta per ultima.
ESEMPIO: usciamo, muoviti!

Ipallage si ha quando l'aggettivo è concordato con un sostantivo diverso da quello a cui


semanticamente si riferisce.
ESEMPIO:
il divino del pian silenzio verde (l'aggettivo verde è accostato a silenzio anziché a piano);
le mani avide del vecchio (invece che le mani dell'avido vecchio).

Iperbato è una figura retorica che prevede un allontanamento di una parola da un'altra
alla quale dovrebbe essere vicina.
ESEMPIO: O belle agli occhi miei tende latine.

Iperbole è un esagerazione a fini espressivi ed è molto usata nel linguaggio quotidiano.


ESEMPIO:
Occhi soavi e più chiari che 'l sole;
Ho una fame da lupo.

Iterazione è una figura retorica che consiste nella ripetizione di parole, espressioni o
intere frasi con l'intento di rafforzare un concetto.
ESEMPIO: È tempo di rimboccarci le maniche e lavorare sodo, è tempo di ritrovare la forza di
volontà, è tempo di raggiungere con tenacia i risultati prefissi.

Litote è una figura retorica che consiste in un'affermazione attenuata, ottenuta negando
il contrario di ciò che si vuole affermare.
ESEMPIO:
Don Abbondio non era nato con un cuore di leone (Cioè, il don Don Abbondio di Manzoni era un
fifone).

Metafora è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato tra due
termini legati comunque da un rapporto di affinità o somiglianza. Si distingue dalla
similitudine per l'assenza di avverbi di paragone o locuzioni avverbiali ("come").
ESEMPIO: Sei un leone!

Metonimia è una figura retorica che consiste in un trasferimento di significato tra due
termini che a differenza della metafora appartengono comunque allo stesso campo
semantico.
- l'autore per l'opera: "mi piace leggere Dante" / le opere di Dante;
-la causa per l'effetto: "ha una buona penna" / egli sa scrivere bene;
-l'effetto per la causa: "è sbiancato in volto" / "si è spaventato";
-il contenente per il contenuto: "bere un bicchiere" / il vino del bicchiere;
-l'astratto per il concreto: "confidare nell'amicizia" / negli amici;
-il concreto per l'astratto: "ascoltare il proprio cuore" / i propri sentimenti;
-la materia per l'oggetto: "ammiro i marmi del Partenone" / ammiro le statue del Partenone;
-la sede o l'odonimo per l'istituzione: "notizie da Montecitorio" / notizie provenienti dalla Camera
dei deputati"

Omoteleuto è la ripetizione di sillabe uguali o molto simili alla fine di più parole della
stessa frase (= rima).
ESEMPIO: andarono, a stento arrivarono, ma non ritornarono.

Onomatopea è una figura retorica che consiste nell'impiego di parole il cui suono imita,
riproduce o suggerisce un oggetto o un'azione. Tipiche parole onomatopeiche della lingua
italiana sono il verso degli animali.
ESEMPIO: chicchiricchì, bau bau

Ossimoro è un accostamento paradossale di termini di senso opposto. La coesistenza dei


contrari giunge inaspettata e produce perciò stupore in chi legge.
ESEMPIO: dolce amarezza, vita mortale

Parallelismo è una disposizione simmetrica di parti del discorso.


ESEMPIO: Il mare è tutto azzurro | Il mare è tutto calmo.

Paronomasia è l'accostamento di due parole simili nel suono, ma non nel significato.
ESEMPIO: compagna, accompagna; traduttore, traditore.

Perifrasi consiste nell'indicare una cosa o una persona ricorrendo a un giro di


parole anziché al nome proprio di essa.
ESEMPIO:
"è mancato all'affetto dei suoi cari" per dire "è morto".
"re de l'universo" per indicare "Dio".

Personificazione è una figura retorica che consiste nella personificazione di concetti o


entità astratte come la pace, la giustizia, la vendetta, ecc.
ESEMPIO:
"la Natura" nel Dialogo della Natura e di un Islandese di Leopardi,
le nuvolette stanche (Saba, Favolette),
la nebbia arriva su zampine di gatto.

Pleonasmo è un elemento linguistico sintatticamente superfluo, il cui valore è pertanto


puramente espressivo.
ESEMPIO: e a me che me ne importa.
Poliptoto è la ripetizione variata di una stessa parola.
ESEMPIO: amore, amare 

Polisindeto è quando si usa ripetutamente le congiunzioni per creare ritmo.


ESEMPIO:
io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei.

Preterizione (paralessi, paralissi o paralipsi) è quando si finge di tacere un argomento di


cui invece si tratta diffusamente.
ESEMPIO: Non ti dico cosa mi è successo... (e invece lo dico lo stesso).

Prolessi è un'anticipazione di un elemento del discorso, successivamente ripreso.


ESEMPIO: «Quello che volevo dire è questo, che..»

Prosopopea è una figura retorica che attribuisce ad oggetti inanimati, entità astratte
(come la Patra o la Gloria), animali (come nelle favole) e persone defunte la capacità di
parlare.
ESEMPIO: La sapienza fa il proprio elogio, in mezzo al suo popolo proclama la sua gloria.

Similitudine è una figura retorica che consiste nell'istituire un paragone esplicito fra due
realtà legate fra loro da rapporti di affinità, somiglianza ecc. nelle sue forme più semplici è
largamente usata anche nel linguaggio comune.
ESEMPIO:
lungo come la fame,
brutto come la morte,
chiaro come il sole.

Sineddoche è una figura retorica affine alla metonimia, ma implicante principalmente


rapporti quantitativi di affinità
ESEMPIO:
- la parte per il tutto: il "timone" per la "nave"
- il tutto per la parte: "America" (continente) anziché gli "Stati Uniti" (nazione)
- il singolare per il plurale: "l'italiano" all'estero per "gli italiani" all'estero
- il genere per la specie: "anfibio" anziché "rana"

Sinestesia è una figura retorica che consiste nell'associare in un'unica espressione parole


o immagini riferite a sfere sensoriali differenti.
ESEMPIO: i dorati silenzi.

Zeugma: quando due o più complementi o parti della frase dipendono da un solo verbo ad
un verbo, che dovrebbe riferirsi solo ad uno di essi.
ESEMPIO:
parlar e lagrimar vedrai insieme

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