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LE FIGURE

 RETORICHE
Arricchiscono il parlato;
 Catturano l’attenzione del lettore;
 Si usano sia nella poesia che nella prosa;

La parola retorica indica l’arte del “ben parlare”. La retorica insegnava le tecniche utili a esporre i pensieri e a
trasformare le parole in immagini capaci di colpire l’attenzione degli ascoltatori.

Nel loro complesso esse sono numerosissime e si suddividono in 3 gruppi in base alla loro funzione e alle loro
caratteristiche d’uso:

1. Figure DI SUONO, che giocano sui suoni delle parole;


2. Figure DI ORDINE, che operano sulla disposizione delle parole;
3. Figure DI SIGNIFICATO, che agiscono sul senso logico delle parole e lo alterano, lo arricchiscono, lo
caricano di nuovi valori grazie ad accostamenti inconsueti tra loro parole concetti.

LE FIGURE RETORICHE DI SUONO


Le più semplici figure retoriche di suono sono le rime e le rime imperfette (assonanza e consonanza). Altre molto
usate sono:

1. ALLITTERAZIONE: è la ripetizione dello stesso suono all’inizio o all’interno di parole vicine (es. Pascoli,
Dante canto 9).

Oppresso d’amore, di piacere, … (G. D’Annunzio)

2. PARONOMASIA: è basata sull’accostamento di parole simili per quanto riguarda il suono, ma diverse per il
significato.

avara-amara (E. Montale);


culla-colla;
ghiaccio-giaccio;
unge-punge;

3. ONOMATOPEA: è un'espressione che riproduce o sostituisce un suono naturale. Le onomatopee possono


essere:
 proprie, se sono costituiti da parole prive di un significato autonomo, inventate semplicemente per
imitare un suono, un rumore.

Le campane di Pascoli = don don.

 improprie (parole onomatopeiche), se sono costituite da parole dotate di un loro significato ma


capaci di evocare suoni e rumori connessi con tale significato.

rimbombò; rotolò, rimbalzò… (G. Pascoli).


LE FIGURE RETORICHE D’ORDINE O SINTATTICHE
Esse agiscono sul piano sintattico, cioè sull’ordine delle parole. Il loro scopo è quello di evidenziare i singoli termini.

1. INVERSIONE: si basa sulla disposizione delle parole in ordine diverso rispetto al normale. Ce ne sono di 2
tipi:
 anastrofe si ha quando l’ordine è capovolto rispetto all’uso normale.

Dolce e chiara è la notte (G. Leopardi);


Sempre caro mi fu quest’ermo colle (Dante).

 iperbato si ha quando due termini che dovrebbero trovarsi vicini si trovano invece distanti tra loro
per l'inserimento di altri elementi della frase.

Una torta preparo squisita.

2. CHIASMO: prevede in un verso la disposizione di due parole due gruppi di parole secondo lo schema
incrociato ABBA.
Può essere per quanto riguarda il significato o per quanto riguarda l’analisi grammatica.

Le donne, i cavalier, l’arme, gli amori;


Una mela mangio e bevo un’aranciata.

3. ANAFORA: e la ripetizione di una o più parole all'inizio di versi di strofe o di frasi.

Per me si va …
Per me si va …
Per me si va … (D. Alighieri)

4. ANADIPLOSI: e la ripetizione di una parola all'inizio e alla fine di un solo verso.

Ben son, ben son … (D. Alighieri)

5. CLIMAX O GRADIAZIONE: elenco i cui termini sono disposti in ordine di intensità di significato, che può
essere crescente (clima ascendente) o decrescente (climax discendente).

 climax ascendente = aumenta l’intensità

Mangio, mi abbuffo, divoro.

 climax discendente = diminuisce l’intensità

Romba, ride, canta.


LE FIGURE RETORICHE DI SIGNIFICATO
Esse sono tra le più ricorrenti in poesia e si basano sullo spostamento di significato delle parole.

1. SIMILITUDINE: consiste nello stabilire un paragone esplicito tra due elementi del discorso cioè chiarisce
ciò che è difficile spiegare; è un paragone istituito tra cose ritenute simili.

Ezio guida come un pazzo.


Marta salta come un canguro.

2. METAFORA: consiste nel sostituire una parola con un'altra legata alla prima per un rapporto di
somiglianza.

Il tempo vola.
Le stelle sono bottoni di madre perla.

3. ALLEGORIA: metafora continua, simile alla metafora, in cui si parla di qualcosa per esprimere un’altra
cosa e consiste nell’assegnare un significato nascosto da quello letterale. Senso letterale accettato, mentre
nella metafora no.
Pascoli:
Dante: Stelle cadenti;
Divina Commedia inizio; 1867 -> padre ucciso
Lupa = avidità Rondine = padre
Lanza = lussuria Verme = bambole
Leone = superbia

4. SINESTESIA: si associano nomi ed aggettivi appartenenti a sfere sensoriali diverse.

buio amaro;
fredde luci;
colore caldo;
voce chiara;
dolci acque (Petrarca).

5. METONIMIA: consiste nell’usare una parola in senso figurato in sostituzione di un'altra, con la quale ha un
rapporto di indipendenza di vario tipo (9).

 CAUSA PER EFFETTO -> Vivere del proprio lavoro.


 EFFETTO PER CAUSA -> Le carte sudate.
 MATERIA PER OGGETTO -> Grazie al bronzo non si ferì (bronzo per scudo).
 CONTENENTE PER CONTENUTO -> Bere un bicchiere.
 ASTRATTO PER CONCRETO -> Sfuggire all’inseguimento.
 CONCRETO PER ASTRATTO -> Mario ha cervello e fegato.
 AUTORE PER OPERA -> Ho letto Dante.
 DIVINITA’ PROTETTRICE PER COSA CHE E’ PROTETTA -> Io odio Marte (divinità guerra).
 LUOGO GEOGRAFICO PER ABITANTI -> L’Italia soffre.
6. SINEDDOCHE: consiste nell’utilizzare una parola in senso figurato in sostituzione di un'altra con la quale
ha un rapporto di quantità. ce ne sono di 2 tipi:

 PARTE PER TUTTO -> Vela per barca.


 SIGNIFICATO AMPIO (IPERLAMO) PER SIGNIFICATO RISTRETTO -> Felino per leone.

7. OSSIMORO: consiste nell'unione di termini antitesi che creano un cortocircuito di significato.

Difettoso male;
Silenzio assordante;
Sole nero;
Eternità distanti;
Bosio di silenzio.

8. IPERBOLE O ESAGERAZIONE: consiste nell’esprimere un concetto con i termini esagerati ed eccessivi.

Grazie mille!

9. ANTONOMASIA: si usa il nome proprio al posto di quello comune e viceversa.

Si utilizza il nome del padre al posto di quello del figlio (Perifrasi).


Maestro -> Gesù.

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