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TEMA
In ebraico, non essendoci grafemi vocalici la questione è un po’ più complessa (ma solo un pochino,
non temere [just a little, do not be afraid]!!!). Applichiamo questo schema ai participi in ebraico. Si
prenda la forma:
כּ ֵֹתב
La RADICE di questa forma verbale è triconsonantica ed è:
כתב
Il tema è dato dalla radice con le vocali. Quindi diremo che il TEMA del participio è:
TEMA
- כּ ֵֹתב VOCALI TEMATICHE
Dove ō ed ē sono le vocali tematiche. A partire da questo tema ricaviamo le altre forme del participio,
aggiungendo le desinenze proprie del numero e del genere (singolare/plurale; maschile/femminile).
Come abbiamo visto i participi hanno tutti le stesse vocali tematiche con piccoli cambiamenti causati
dalla presenza delle laringali:
שׁ ֵֹמַע (dove il tema è sempre vocalizzato in ō/ē con il patach furtivum della laringale)
In ebraico abbiamo solo due flessioni verbali finite: perfetto (qatal) ed imperfetto (yiqtol).
Il perfetto indica un’azione compiuta (passato), mentre l’imperfetto indica la modalità di un’azione
(futuro, congiuntivo, condizionale, etc…).
Il tema del perfetto è detto anche coniugazione afformativa, perché si forma aggiungendo degli
afformanti (suffissi) al tema verbale. L’imperfetto è invece detto coniugazione preformativa, perché
si forma aggiungendo dei preformanti al tema verbale.
ָכַּ֫תְבָתּ
ֶאְכתּ ֹב
Nel primo caso alla radice è aggiunto un afformante (suffisso; qualcosa dopo la radice) e questo è un
perfetto. Nel secondo caso, invece, è stato aggiunto un preformante (prefisso; qualcosa prima) ed è
un imperfetto.
Distingui tra le seguenti forme il perfetto e l’imperfetto, cerchiando preformanti ed afformanti:
אכתב
כתבתי
אכלתם
תאכל
ירדתן
Il perfetto (coniugazione afformativa)
Il perfetto si forma aggiungendo qualcosa dopo la radice (afformanti). Prima di aggiungere gli
afformanti, però, è necessario stabilire il tema del verbo.
Se il tema del participio è vocalizzato in ō/ē, il tema del perfetto ha vocalizzazione ā/a.
« שׁמרcustodire»
- שַׁמר ָ
Gli afformanti (non ci crederete!) non sono altro che la seconda parte del pronome personale
indipendente:
שַׁמְרָתּ
ָ «tu hai custodito»