Nella flessione interna dei verbi in tedesco possiamo verificare due procedimenti: l’apofonia
(Ablaut) e la metafonia (Umlaut).
L’APOFONIA (Ablaut) è la variazione sistematica della vocale all’interno di uno stesso
paradigma: sprechen → sprach → gesprochen. Esistono alcuni schemi fissi per verificare
questo fenomeno, chiamati schemi di apofonia.
L’apofonia divide i verbi tedeschi in due classi: debole (regolare) o forte (irregolare). Esistono
anche i verbi misti (che prendono caratteristiche sia dei verbi deboli che dei verbi forti).
preterito participio passato
coniugazione debole morfema -t: circonfisso: ge…-t:
mach-t-e ge-mach-t
coniugazione forte modificazione della vocale modificazione della vocale
radicale: radicale + circonfisso ge…-
singen → sang en:
ge-sung-en
La modificazione della vocale radicale avviene in alcuni casi anche nel presente (2° e 3°
persona singolare): sehe → siehst → sieht
Nel tedesco esistono circa 4000 verbi di cui il 95,3% regolari e il 4,7% irregolare (type). Ma
la loro frequenza d’uso (token) è completamente ribaltata: infatti secondo le statistiche, in
un testo comune tedesco o nel parlato frequente, vediamo un utilizzo dei verbi regolari pari
al 41%, mentre l’utilizzo dei verbi irregolari è pari al 59%. Da ciò possiamo dedurre che,
nonostante la categoria dei verbi irregolari sia minore dal punto di vista numerico, è quella
usata più frequentemente e quindi bisogna conoscere bene i paradigmi di questi verbi.
L’Ablaut è un procedimento che nel tedesco contemporaneo non è più produttivo, vale a
dire che non viene più applicato ai verbi che costituiscono dei neologismi. Infatti, moti verbi
che derivano dall’inglese seguono in tedesco un paradigma debole: surfen → surf-te → ge-
surf-t; jobben → jobb-te → ge-jobb-t ecc.
La METAFONIA (Umlaut) è un processo che storicamente forma un’armonia vocalica. Una
vocale centrale [a] o una posteriore [o] [u], per influsso di una [i] nella sillaba successiva,
avanza e diventa [ɛ], [ʏ] o [ø] (graficamente rese con ä, ü, ö).
tedesco italiano
Plurale di certi sostantivi:
Bruder → Brüder
Vogel → Vögel
Mann → Männer
Konjunktiv II di alcuni verbi forti:
sie nahmen / nähmen
sie bogen / bögen
Derivazionale con alcuni verbi causativi, Derivazionale con alcuni verbi causativi:
che esprimono un’azione non compiuta dal dormire → addormentare (far dormire)
soggetto ma fatta compiere da altri:
fallen (cadere) → fällen (far cadere)
Nel presente di alcuni verbi forti:
ich fahre, du fährst…
ich stoße, du stößt…
Nella comparazione degli aggettivi:
groß, größer, größte
Nella derivazione:
Buch → Büchlein
LA FORMAZIONE DELLE PAROLE (WORTBILDUNG)
Il tedesco è famoso per la sua capacità di creare parole composte anche molto lunghe.
Il processo di derivazione consiste nel creare nuove parole partendo da parole esistenti
tramite il suffisso “-ung”.
es: meinen → Meinung; zahlen → Zahlung
Ma non è un processo sempre univoco, perché esistono verbi che diventano nomi ma non
ricorrono al processo di formazione: fahren → Fahrt (e non “Fahrung”)
Esistono tre tipi principali di formazione delle parole:
• Composizione = creare nuove parole unendone altre già esistenti
• Derivazione = creare nuove parole unendo una parola ed un affisso
• Conversione = creare nuove parole attuando una ricategorizzazione della base
La COMPOSIZIONE è il processo per il quale da due o più unità lessicali si crea un’unità più
complessa con determinate caratteristiche e significato.
Composti endocentrici → il nucleo semantico coincide con uno dei due elementi del
composto (“capostazione” è un tipo di capo)
• Il linguaggio dei giovani (Jugendsprache) è uno dei più propensi alla formazione di
nuove parole tramite il processo di composizione.
Es: Affe (scimmia) + Geil (lascivo) = Affengeil (fighissimo) → composto aggettivale
con traslazione semantica (non è possibile capire il significato della parola composta
tramite le parole che lo compongono perché non vi è alcuna relazione semantica).
• I composti occasionali sono parole create per una specifica occasione comunicativa
(pubblicità ecc.) che non sono pensati per rimanere nell’uso quotidiano o per entrare
a far parte del lessico vero e proprio della lingua.
Es: Schmusewolle = lana coccolosa
• I composti usuali sono parole entrate a far parte del lessico della lingua.
Es: Großvater = nonno “schwieger”, “him” e “brom”
Schwiegervater = suocero sono fossilizzati, perché non
Himbeere = lampone siamo più in grado di definire
Brombeere = mora il loro significato a sé stante.
Opaco ↔ Trasparente
• Nei composti copulativi c’è una relazione di uguaglianza tra gli elementi, e l’ordine
dei costituenti non è fisso. Il più delle volte però, uno dei due ordini è diventato
convenzionale e risulta l’unico usato nella lingua.
Es: süßbitter ↔ bittersüß
Composti esocentrici → punto di riferimento esterno che non coincide con quello dei due
componenti (un “pellerossa” non è né un tipo di pelle è un tipo di colore, ma una persona
con la pelle rossa). Essi sono detti anche costruzioni “pars pro toto” in cui una parte
caratteristica sta per il nome nella sua interezza. In tedesco, il secondo componente del
composto è sempre un sostantivo, il primo può essere un aggettivo o un sostantivo.
Es: Starr (rigido) + kopf = testa dura
Dick (grosso) + kopf = testone
I composti possono essere suddivisi secondo la rispettiva classe di parole. Essi possono avere
come testa un sostantivo/nome (N), un verbo (V), un aggettivo (Agg), un avverbio (Avv); e
come modificatore N, Agg, V, P (preposizione)
N.B. Quando il modificato finisce in “-ung” ci vuole sempre la “-s” come morfema di raccordo
La DERIVAZIONE è il processo di formazione delle parole per il quale, data una base di
qualunque classe di appartenenza, riusciamo (tramite l'aggiunta di prefissi, suffissi ed
eventualmente circonfissi) ad ottenere nuove formazioni morfologiche di cui cambia la
classe di appartenenza.
I suffissi determinano la classe della parola derivata: partendo da un aggettivo o un verbo,
posso modificarne la classe di appartenenza attraverso un suffisso.
Es: dall’aggettivo “rein” + il suffisso “-igen”, riesco a creare “reinigen”.
Questo processo prende il nome di suffissazione, e in tedesco sono produttivi i seguenti
suffissi:
La derivazione nominale tramite suffissazione
Questi prefissi pur non avendo effettivamente un significato, veicolano comunque un’idea,
che sia essa di tipo sintattico o comunque legata ad un certo significato.
Es: l'aggiunta del prefisso be-, rende transitivo il verbo, seppur era inizialmente intransitivo:
quindi questo prefisso a livello sintattico diventa una costruzione transitiva.
Con ent-, il verbo che ne risulta ha un’idea di approvazione
Con er-, si ha un'idea risultativa.
Questi verbi con prefisso hanno l'accento sulla base verbale e il prefisso risulta non
accentato, mentre per i verbi con particelle l'accento va sulla particella, nella quale si può
riscontrare una possibile semantica o una possibile idea che viene veicolata.
Il prefisso con la base verbale crea un verbo inscindibile: non si può staccare nessuna parte
dalla parte verbale, ad eccezione per i verbi con particelle, che sono questi sottostanti:
Un’altra riflessione per i verbi con particella e prefissi è che alcuni sono omografi e non
omofoni:
Si tratta di verbi che si scrivono allo stesso modo, ma si leggono in maniera diversa e per
capire quando trovo l’uno o l’altro è semplice perché ognuno si comporta in maniera diversa.
La CONVERSIONE procede tramite la ricategorizzazione di una parola, e si cambia la classe
di appartenenza della parola stessa. I tipi di conversione più frequenti sono: N → V; V → N e
A → V.
Es: fallen → Fall (caduta). Qui da una base verbale, senza l’aggiunta di un suffisso
(derivazione mediante suffisso Ø), otteniamo un nome.
Nel procedimento inverso: Kleid → kleiden (vestire) l’intera base nominale diventa base per
la derivazione verbale.
Abbiamo poi altri due processi di formazione delle parole meno importanti:
Per quanto riguarda i prestiti, ci si riferisce a parole straniere entrate nella lingua.
Es: hard disk, monitor etc
Esiste infine anche il calco: cioè la ripresa e la traduzione di parole straniere, inserite nella
propria lingua.
Es: memory → Speicher
Keyboard → Tastatur