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SILLABE
- Le vocali che non costituiscono dittongo formano ognuna una sillaba → I- ta- li- a; vi-de-o.
- I dittonghi formano una sola sillaba → proe-li-um.
- Quando si susseguono due o più consonanti: la prima forma una sillaba con la vocale che la precede, la seconda con quella che segue
→ an-nus; mag-nus; as-trum ► muta cum liquida
- Il gruppo occlusiva+ liquida rientra sempre nella stessa sillaba: P,B,C,G,T,D + L,R
- Le parole composte si dividono in sillabe secondo gli elementi che le costituiscono →ab- a- vus; sub-i-go .
- Le sillabe si differenziano anche per la quantità : breve / lunga e si distinguono in aperte (terminano con vocale) e chiuse (terminano
con consonante).
ACCENTO
- L’accento non cade mai sull’ultima sillaba (tranne in poche eccezioni) ►legge della baritonesi
- L’accento non risale mai oltre la terzultima sillaba.
- La caduta dell’accento dipende dalla quantità della penultima sillaba: se è lunga→ cade l’accento su essa
li-bér-tas; se è breve →l’accento cade sulla terzultima e non può andare oltre té- ne- bra ►legge della penultima
ALFABETO
Solo le vocali hanno lunghezza: essa non ha solo valore fonetico ma anche di significato. La lunghezza vocalica si è persa dal IV secolo, con il
passaggio al latino ecclesiastico.
PRIMA DECLINAZIONE
DECLINAZIONE DESINENZA GEN SING NOM SING GEN SING
prima -ae casa casae
seconda -i dominus domini
terza -is rex regis
quarta -us currus currus
quinta -ei spes spei
▲ricorda! nomi con suffisso -ia (amicitia) hanno dativo e ablativo plurale in doppia -i: amicitiis
LE PARTICOLARITÀ DELLA PRIMA DECLINAZIONE
► GENITIVO SINGOLARE in -as (al posto di -ae) per familia quando si trova nell’espressione pater/mater/filius… →pater familias
► DATIVO E ABLATIVO PLURALI in -abus (al posto di -is)per nomi come filia, dea, serva, liberta, asina … quando è necessario distinguerli
dalla forma maschile, appartenente alla seconda declinazione →servabus, filis et filiabus (ai figli e alle figlie)
► Particolarità del numero: i PLURALIA TANTUM esistono nomi che hanno solo forma al plurale; essi sono tutti nomi femminili e alcuni
nomi propri di città.
Athenae, -arum Atene
divitiae,-arum piacere/i
Syracusae, -arum Siracusa
epulae,-arum banchetto
► In altri casi invece, nomi hanno al plurale un significato diverso rispetto al singolare.
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SINGOLARE PLURALE
acqua,-ae= acqua acquae,-arum = acque termali
fortuna,-ae= sorte fortunae,-arum= ricchezze
littera,-ae= lettera (alfabeto) litterae,-arum= letteratura
opera,-ae= opera, lavoro operae,-arum= operai
VERBI
In latino troviamo quattro coniugazioni per i verbi, anch’esse distinte dalle terminazioni (dell’infinito presente). Ognuna si distingue per la
vocale tematica, cioè l’elemento che congiunge il tema verbale con la desinenza.
I modi dei verbi latini sono otto: indicativo; congiuntivo; imperativo // infinito; participio; gerundio; gerundivo; supino.
CONIUGAZIONE INFINITO ESEMPIO
prima -are laudare
seconda -ē habere, monere
terza -ĕ dicere, legere
quarta -ire audire
LESSICO DI BASE
Nomi 1 declinazione femminili Nomi 1 declinazione femminili / maschili
Avaritia, -ae = avidità advena, -ae m. = straniero
Copia, -ae= abbondanza ara, -ae f. = altare
Cura,-ae= preoccupazione, affanno casa,-ae f. = capanna
Fortuna,-ae= sorte conviva, -ae m. = convitato
Gratia, -ae= favore, ringraziamento forma, -ae f. = forma, bellezza
Iniuria, -ae= ingiustizia, offesa industria, -ae f. = operosità
Pecunia,-ae= denaro nauta, -ae m. = marinaio
Poena,-ae= punizione, pena persona, -ae f. = maschera
Villa, -ae f. = fattoria procella, -ae f. = tempesta
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Ago – ĕre = fare, spingere
Credo,- ĕre= credere, giudicare
Dico, - ĕre= dire, parlare
Habeo, -ēre= avere, ritenere
Iubeo, -ēre= ordinare, dare ordini
Mitto, - ĕre= mandare
Voco, -are= chiamare
► MOTO A LUOGO: in (indica ingresso) / ad (indica avvicinamento) + accusativo → Sulla in Africam venit (Silla si reca in Africa) / Piratae ad
oras perveniunt (I pirati giungono sulle coste).
► *particolarità= per i nomi propri di paese, città o piccola isola della prima declinazione il moto a luogo si indica con l’accusativo semplice
→ Venio Romam, Athenas (Vengo a Roma, ad Atene).
►MOTO PER LUOGO: per+ accusativo →Copiae per Galliam in Italiam perveniunt (Le truppe giungono in Italia attraverso la Gallia).
*particolarità del complemento di moto da luogo: Con nomi propri di città e piccola isola il complemento di moto da luogo è espresso sempre
con l’ablativo semplice. → Venio Roma, Athenis, Syracusis (Vengo da Roma, Atene, Siracusa).
►MEZZO: ablativo semplice per le cose; per + accusativo per le persone → Domina asina silvam peragrat ( La padrona attraversa il bosco con
un’asina); Liviae per servam epistulam mitto (Mando una lettera a Livia per mezzo di una serva).
►CAUSA EFFICIENTE: ablativo semplice → Dei providentia terra administratur (La terra è governata dalla provvidenza).
AGGETTIVI
AGGETTIVI FEMMINILI DELLA PRIMA CLASSE
Gli aggettivi latini si dividono in due classi: •prima classe: i femminili seguono la prima declinazione, i maschili e neutri seguono la seconda
declinazione; •seconda classe: femminili, maschili, neutri seguono la terza declinazione.
Esempio della declinazione di un aggettivo femminile della prima classe concordato con un nome della prima declinazione:
singolare plurale
nominativo longa via longae viae
genitivo longae viae longarum viarum
dativo longae viae longis viis
accusativo longam viam longas vias
vocativo longa via longae viae
ablativo longa via longis viis
Sul vocabolario gli aggettivi della prima classe si presentano al maschile (che esce in -us/ -er): esempio per trovare alta devi cercare altus, per
trovare misera devi cercare miser.
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CONGIUNZIONI COORDINANTI
COPULATIVE AVVERSATIVE CONCLUSIVE
et, atque,ac, -que e sed, autem ma itaque pertanto
(enclitica)
etiam anche at invece igitur quindi
quoque perfino tamen tuttavia ergo dunque
neque, nec e non, né
COMPLEMENTO DI DENOMINAZIONE
In italiano è un nome, generalmente proprio, che specifica un nome generico per lo più un luogo geografico: esempio la città di Genova, il mese
di marzo…
In latino il complementi di denominazione dipende generalmente da nomi comuni, come “città”, “paese”, “isola”, “fiume”… per riconoscerlo,
possiamo fare la prova e sostituire “di” con “detto/chiamato”. È quindi un’apposizione che specifica il nome generico per caratterizzarlo meglio,
infatti si trova allo stesso caso del nome a cui si riferisce. NB: non ha preposizione.
Insulam Melitam visitabimus= visiteremo l’isola di Malta; Provincia Africa opulenta erat= La provincia d’Africa era ricca.
VERBI
INDICATIVO IMPERFETTO ATTIVO E PASSIVO (-BA)
L’indicativo imperfetto si forma con Tema del presente (T.P)+ suffisso modale temporale -ba + desinenze personali attive o passive (le stesse del
presente).
Il suffisso -ba ricorre nell’imperfetto di tutte e 4 le coniugazioni, quindi per distinguere la coniugazione bisogna osservare la vocale che precede
il suffisso -a- indica che il verbo è della 1°coniugazione, -e- è della 2° o 3°, mentre -ie- è della 4° coniugazione.
INDICATIVO IMPERFETTO DELLA 1° CONIUGAZIONE - laudare
attivo passivo
laudabam io lodavo laudabar io ero lodato
laudabas tu lodavi laudabaris tu eri lodato
laudabat egli lodava laudabatur egli era lodato
laudabamus noi lodavamo laudabamur noi eravamo lodati
laudabatis voi lodavate laudabamini voi eravate lodati
laudabant essi lodavano laudabantur essi erano lodati
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INDICATIVO FUTURO SEMPLICE ATTIVO E PASSIVO (-BI)
L’indicativo futuro semplice si forma con il Tema del presente + suffisso modale temporale -bi- (per verbi della 1° e 2° coniugazione) / -e- (per
verbi della 3° e 4°) + desinenze personali attive e passive.
1° CON> TP+ voc tem -a- + bo/bi/bu + desinenze. 2° CON> TP+ voc tem -e- + bo/bi/bu + desinenze. 3° CON> TP+ NO voc tem+ a/e + desinenze.
4° CON> TP+ voc tem -i-+ a/e + desinenze
COMPLEMENTO DI CAUSA
si può esprimere in vari modi:
ablativo semplice> causa interna al soggetto, cioè relativa a condizioni fisiche/psicologiche: romanae pugna fessae= le romane stanche per
la guerra.
ob/ propter + accusativo> causa esterna al soggetto: magistra discipulas ob digilentiam laudat= la maestra loda le alunne per la diligenza.
prae+ ablativo> causa impedisce che si realizzi quanto affermato: prae curis ad villam non venio= a causa di preoccupazioni non vengo alla
villa.
ex/de/ab+ ablativo> causa come origine di qualcosa: ex invidia Tullia laborat= Tullia soffre per l’invidia.
COMPLEMENTO DI FINE
dativo semplice > Statue dearum aris finguntur= vengono scolpite statue per gli altari delle dee.
ad/ in + accusativo> Copiae ad patriae custodiam pugnant= le truppe combattono per la difesa della patria.
genitivo+ causa/gratia> Copiae patriae custodiae causa pugnant= le truppe combattono per la difesa della patria.
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SECONDA DECLINAZIONE
- NOMI MASCHILI E FEMMINILI IN -us : ann-us, i , M. = anno
CASO SINGOLARE PLURALE
nominativo ann-us ann-i
genitivo ann-i ann-orum
dativo ann-o ann-is
accusativo ann-um ann-os
vocativo ann-e ann-i
ablativo ann-o ann-is
NB: i nomi in -ius presentano doppia i al genitivo singolare, dativo plurale e ablativo plurale: filius ha genitivo singolare filii, dativo e ablativo
plurali filiis.
►magister,magistr-i, M= maestro
CASO SINGOLARE PLURALE
nominativo magister magistr-i
genitivo magistr-i magistr-orum
dativo magistr-o magistr-is
accusativo magistr-um magistr-os
vocativo magister magistr-i
ablativo magistr-o magistr-is
-NOMI MASCHILI IN -ir ►vir, vir-i, M= uomo : è l’unico nome in -ir che presenta questa declinazione:
CASO SINGOLARE PLURALE
nominativo vir vir-i
genitivo vir-i vir-orum
dativo vir-o vir-is
accusativo vir-um vir-os
vocativo vir vir-i
ablativo vir-o vir-is
LESSICO DI BASE
Nomi della 2 declinazione in -us maschili e femminili
animus,-i m.= animo, spirito legatus, -i m.= ambasciatore pŏpulus, -i m.= popolo
dominus, -i m.= signore, padrone, sovrano locus, -i m. = luogo, paese, brano pōpulus, -i f. = pioppo
dolus,-i m.= inganno fagus, -i f. = faggio
equus, -i m.= cavallo oculus, -i m.= occhio, vista
hortus,-i m.= giardino socius, - ii m. = alleato, amico, socio
Nomi della 2 declinazione in -er maschili
ager,agri m.= campo liber, libri m.= libro socer, soceri m.= scuocero
aper, apri m.= cinghiale faber,fabri m.= fabbro
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PARTICOLARITÀ DELLA 2°DECLINAZIONE
- il sostantivo deus presenta più terminazioni al plurale:
SINGOLARE PLURALE
nominativo deus di, dii, dei
genitivo dei deorum, deum (=genitivo arcaico)
dativo deo dis, diis, deis
accusativo deum deos
vocativo - di, dii, dei
ablativo deo dis, diis, deis
- tre nomi neutri hanno le uscite del nominativo, accusativo e vocativo singolari in -us: pelagus,-i / virus,-i / vulgus, -i. Questi nomi non
hanno il plurale, per il quale si usano altri termini: maria / venea.
- I due nomi filius e genius e i nomi propri in -ius hanno il vocativo singolare in -i al posto che -ie→ fili “o figlio”, geni “o genio”.
- PLURALIA TANTUM> anche nella seconda declinazione li troviamo, i principali sono:
spolia, -orum n. = spoglie, preda di guerra
Argi,-orum m.= Argo
Delphi, -orum m. = Delfi
cibaria, -orum n.= cibo, viveri
hiberna,-orum n.= accampamento invernale
- Nomi con significato diverso dal singolare al plurale:
SINGOLARE PLURALE
auxilium, -ii n.= aiuto auxilia,- orum= truppe ausiliarie
bonum, -i n.= bene bona, -orum = beni, ricchezze
castrum, -i n.= castello castra, -orum = accampamento
hortus, -i m.= orto horti, -orum= giardini
impedimentum, -i n.= ostacolo impedimenta, -orim= bagagli, salmerie
ludus,- i m.= gioco, scuola ludi, -orum= spettacoli, gare
COMPLEMENTI DI LUOGO con nomi propri di città /paese / piccola isola della 2° declinazione
►COMPLEMENTO STATO IN LUOGO: il complemento si esprime con la terminazione in -i, che formalmente indica il genitivo ma è propria
dell’antico caso locativo→ Sum Mediolani, Brindisii; I pluralia tantum si esprimono invece con l’ablativo semplice →Vivo Delphis, Pompeis.
►COMPLEMENTO MOTO A LUOGO: i nomi di città, plurali e singolari, si esprimono con l’accusativo semplice (come per la 1°
declinazione)→Contendo Mediolanum, Delphos.
►COMPLEMENTO MOTO DA LUOGO: si esprime con l’ablativo semplice→ Venio Mediolano (vengo da Milano)
►COMPLEMENTO MOTO PER LUOGO: per+ accusativo→ Vehor per Mediolanum (percorro Milano)
Per i nomi di città delle altre declinazioni non c’è distinzione tra singolare e plurale e i complementi di luogo si esprimono così:
STATO IN LUOGO MOTO A LUOGO MOTO DA LUOGO MOTO PER LUOGO
ablativo semplice accusativo semplice ablativo semplice per+ accusativo
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AGGETTIVI IN -er, -era, -erum ►miser, misera, miserum
singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nominativo miser miser-a miser-um miser-i miser-ae miser-a
genitivo miser-i miser-ae miser-i miser-orum miser-arum miser-orum
dativo miser-o miser-ae miser-o miser-is miser-is miser-is
accusativo miser-um miser-am miser-um miser-os miser-as miser-a
vocativo miser miser-a miser-um miser-i miser-ae miser-a
ablativo miser-o miser-a miser-o miser-is miser-is miser-is
LA CONCORDANZA DELL’AGGETTIVO
In latino l’aggettivo concorda sempre in genere, numero e caso con il nome a cui è riferito: quindi per capire l’aggettivo legato bisogna cercare
un nome o un pronome che si trovino nello stesso caso, genere e numero amicus carus, amicis caris …
Bisogna però fare attenzione perché la concordanza nome-aggettivo non comporta sempre identità di uscite, infatti gli aggettivi possono
presentare terminazioni diverse Agricola sedulus humum aridam patienter colit.
POSSESSIVI DI 1° E 2° PERSONA
Si usano indifferentemente con valore riflessivo (riferiti al soggetto della frase) o non riflessivo (riferiti a un elemento diverso dal soggetto).
POSSESSIVO DI 3° PERSONA
Ha solo valore riflessivo quindi si riferisce solo al soggetto della frase di cui fa parte matrona ornamenta sua ostendebat (la matrona mostrava
i suoi [nel senso di propri] ornamenti).
AGGETTIVI PRONOMINALI
In latino esistono gli aggettivi pronominali, che pur avendo le stesse uscite degli aggettivi della prima classe presentano le desinenze tipiche dei
pronomi nel genitivo (-ius) e nel dativo (-i); i più frequenti sono
alius, alia, aliud “un altro, far i molti” nullus, -a, -um “nessuno”
alter, altera, alterum “l’altro, fra i due” solus, -a, -um “solo”
neuter, neutra, neutrum “nessuno dei due” totus, -a, -um “tutto nel suo insieme”
ullus, ulla, -um “alcuno” unus, -a, -um “unico, uno solo”
AGGETTIVO SOSTANTIVATO
Come in italiano, anche in latino gli aggettivi possono essere sostantivati, quindi assumere funzione di sostantivi ed essere usati da soli, senza
nome. Il loro uso ricorre soprattutto in 3 casi:
1. con aggettivi neutri
bonum il bene // iustum il giusto // malum il male // bona le cose buone, i beni // iusta le cose giuste // mala le cose cattive, i mali
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VERBI IN -ĭo
I verbi in -ĭo, o a coniugazione mista, hanno caratteristiche sia della 3° che della 4° coniugazione; il tema del presente è in ĭ breve (non lunga
come nella 4°) e la coniugazione di indicativo presente, imperfetto e futuro semplice è uguale a quella dei verbi della 4° coniugazione MA la 2°
persona singolare del presente passivo ha come desinenza -ĕris (non -iris)
VERBI: accipio (ricevere) , adicio (aggiungere), capio (prendere), conficio (portare a termine)
INDICATIVO PRESENTE dei verbi in -ĭo
attivo passivo
cap-i-o io prendo cap-i-or Io sono preso
cap-i-s cap-i-eris
cap-i-t cap-i-tur
cap-i-mus cap-i-mur
cap-i-tis cap-i-mini
cap-i-unt cap-i-untur
COMPLEMENTI
COMPLEMENTI PREDICATIVI
-DEL SOGGETTO
►in italiano: è un nome/aggettivo che si riferisce al soggetto, indicandone una qualità o condizione, che completa il significato del predicato
verbale. È retto dai verbi appellativi (chiamare, dire..) / elettivi (scegliere, nominare…) / estimativi (ritenere, giudicare …) / effettivi (rendere,
fare…) / copulativi (nascere, vivere…).
►in latino: si esprime in caso NOMINATIVO. È retto dagli stessi verbi da cui è retto in italiano→ Lydia amica nostra putatur (Lidia è ritenuta
nostra amica).
-DELL’OGGETTO
►in italiano: è un nome/aggettivo che riferisce al complemento oggetto, indicandone una qualità o condizione che completa il significato del
predicato verbale. È retto sempre dagli stessi verbi.
►in latino: si esprime in caso ACCUSATIVO → Cicero Antonium inimicum ducit (Cicerone giudica Antonio un rivale).
COMPLEMENTO DI ARGOMENTO
Quando è introdotto dalla preposizione ‘di’ può essere confuso con il complemento di specificazione, per distinguerli basta ricordarsi che il
complemento di argomento è introdotto da verbi come parlare, dire, raccontare, trattare … e si può sostituire il ‘di’ con ‘che parla di/ a proposito
di’. In latino viene reso con de + ablativo; se indica il titolo di un’opera o di un libro si può trovare il nominativo semplice. →multi philosophi de
sapientia scribebant (molti filosofi scrivevano della saggezza)/ Liber De Amicitia scribitur a Cicerone (il libro Sull’Amicizia è scritto da Cicerone).
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ablativo semplice per qualità fisiche > Caesar fuit excelsa statura= Cesare fu di alta statura
genitivo/ ablativo per qualità morali
genitivo se indica peso, numero, misura > Signum magni ponderis erat= La statua era di gran peso.
COMPLEMENTO DI LIMITAZIONE
In italiano indica in quale ambito ed entro quali limiti è valido quello che si afferma, in latino si esprime co l’ablativo semplice e si trova vicino a
verbi/ aggettivi che indicano superiorità o eccellenza > Valentinianus vir sententia mea eruditus fuit= Valentiniano a mio parere fu un uomo
erudito.
COMPLEMENTI DI TEMPO
►DETERMINATO (quando? Tra quanto? Entro quando?): ablativo semplice proximo anno Livia remeabit (il prossimo anno Livia tornerà)
►CONTINUATO (per quanto? Da quanto? Da quando?): per (anche omesso) + accusativo volsci per multos annos bellum gerunt
Imperativo attivo
1 CONIUGAZIONE- laudare (a) 2 CONIUGAZIONE- monere (e)
presente presente
2 sing laud-a loda! 2 sing mon-e esorta!
2 plu laud-ate lodate! 2 plu mon-ete esortate!
futuro futuro
2 sing laud-ato loderai! 2 sing mon-eto esorterai!
3 sing laud-ato loderà! 3 sing mon-eto esorterà!
2 plu laud-atote loderete! 2 plu mon-etote esorterete!
3 plu laud-anto loderanno! 3 plu mon-ento esorteranno!
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3 CONIUGAZIONE- legere (e/i/u) 4 CONIUGAZIONE- audire (i)
presente presente
2 sing leg-e leggi! 2 sing aud-i odi!
2 plu leg-ite leggete! 2 plu aud-ite udite!
futuro futuro
2 sing leg-ito leggerai! 2 sing aud-ito udirai!
3 sing leg-ito leggerà! 3 sing aud-ito udirà!
2 plu leg-itote leggerete! 2 plu aud-itote udirete!
3 plu leg-unto leggeranno! 3 plu aud-iunto udiranno!
IMPERATIVO sum
presente futuro
es sii esto sarai
esto sarà
este siate estote sarete
sunto saranno
Dal tema del perfetto non si può risalire automaticamente al tema del presente, quindi alla 1 persona del presente indicativo con cui il verbo
appare sul dizionario; un aiuto per trovare il verbo sul dizionario può essere quello di conoscere le uscite del perfetto più frequenti:
-avi per la 1° coniugazione laudavi►laudo
-ui per la 2° coniugazione timui►timeo
-si/-xi per la 3° coniugazione scripsi►scribo : perfetto sintagmatico, l’aggiunta di -s alla radice del verbo determina alcuni mutamenti fonetici→
p, b + s= ps scribo>scripsi // c, g + s = x dico> dixi // t, d + s= ss o s ludo>lusi // n+s = ns maneo>mansi.
-ivi per la 4° coniugazione finivi►finio.
-identici al presente defendo,is►defendi, ere
-con apofonia (=alternanza vocalica della vocale radicale; cambiano la vocale e la quantità vocalica) spesso con la 3° coniugazione vīdeo► vĭdi
ăgo►ēgi
-con raddoppiamento si ripete la consonante iniziale della radice, a cui si aggiunge ĕ oppure la vocale della radice mordeo►momordi
curro►cucurri
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PARTICIPIO PERFETTO
Il participio in italiano è un modo indefinito che presenta due tempi, presente e passato. In latino ha tre tempi, presente, perfetto e futuro; esso
si forma togliendo dal tema del supino (4° voce del paradigma) la desinenza -um e aggiungendo -us, -a, -um :
Si usa come in italiano come aggettivo, come nome o come complemento predicativo.
DATIVO DI POSSESSO
Per esprimere il possesso o l’appartenenza in latino si usa spesso sum+dativo, usato soprattutto per esprimere il possesso di cose astratte. Per
quelle concrete si usa di più habeo/possiedeo.
Iuliae filius est letteralmente ‘A Giulia è un figlio’ ; = Giulia ha un figlio
dativo (Iuliae) > diventa soggetto ;
nominativo (filius)> diventa complemento oggetto
verbo sum (est) > diventa verbo avere.
TERZA DECLINAZIONE
La maggior parte dei nomi latini appartiene alla 3° declinazione; solitamente si dividono i nomi in 3 gruppi :
- 1 GRUPPO: Maschili/ femminili / neutri imparisillabi con una sola consonante prima dell’uscita -is del genitivo singolare.
- 2 GRUPPO: Maschili / femminili / neutri parisillabi e imparisillabi con due consonanti prima dell’uscita -is del genitivo singolare.
- 3 GRUPPO: Neutri parisillabi e imparisillabi in -e, -al, -ar.
Per stabilire a quale gruppo appartengono i nomi li dividiamo in due grandi categorie: •parisillabi= stesso numero di sillabe al nominativo e
genitivo singolare > ci-vis (nom), ci-vis (gen) •imparisillabi= genitivo singolare ha una sillaba in più rispetto al nominativo singolare > lex (nom),
le-gis (gen).
Per declinare un nome della 3° declinazione bisogna ricavarne il tema, cioè la parte della parola che non cambia nel corso della flessione (a parte
nel nominativo singolare) togliendo dal genitivo singolare la desinenza -is.
orator-is (gen sing) > orator è il tema.
NB: i nomi che hanno il tema in consonante (come laus, laudis) hanno il genitivo plurale in -um; i nomi che hanno il tema in vocale hanno il
genitivo plurale in -ium.
singolare plurale
masch. e femm. neutro masch. e femm. neutro
nominativo s /tema tema es a/ia
genitivo is is um/ium um/ium
dativo i i ibus ibus
accusativo em =nominativo es =nominativo
vocativo =nominativo =nominativo =nominativo =nominativo
dativo e/i e/i ibus ibus
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TERZA DECLINAZIONE – 2° gruppo
Nomi parisillabi maschili e femminili + imparisillabi maschili, femminili, neutri con due consonanti prima dell’uscita -is del genitivo singolare. Le
caratteristiche di questo gruppo sono:
Ablativo singolare in -e
Genitivo plurale in -ium
Nominativo, accusativo, vocativo plurale neutro in -a
Vi appartengono anche sostantivi imparisillabi con una sola consonante prima di -is, quasi tutti col nominativo monosillabico (e tema in vocale):
2° GRUPPO gens, gentis, f. popolo
LESSICO DI BASE:
CASO SINGOLARE PLURALE
ars,artis f.= arte, tecnica, professione
nominativo gens gent-es civis, civis f/m.= cittadino/a
genitivo gent-is gent-ium gens,gentis f.= popolo
dativo gent-i gent-ibus urbs, Urbis f. =città
accusativo gent-em gent-es
vocativo gens gent-es NB!: i nomi neutri sono pochi:
lac,lactis = latte
ablativo gent-e gent-ibus mel,mellis= miele
femur, femoris si delina regolarmente ma al genitivo singolare preferisca la forma feminis a quella regolare femoris; al plurale presenta anche
forme antiche come femina (nom), feminum (genitivo), feminibus (dativo).
iecur, iecoris (fegato) presenta forme alternative da altri due termini, iecinor-, iociner-
suus, suis (porco) ha al dativo e ablativo plurali le forme subus/ suibus.
vis, roboris (vigore) non ha una sua forma per il genitivo e dativo singolari, quindi prende in prestito quello del sostantivo robur (forza fisica),
declinato rispettivamente roboris (gen), robori (dat).
Particolarità del numero: PLURALIA TANTUM (solo plurale)> Alpes, ium f. = Alpi / moenia, ium n.= cinta muraria; SINGOLARIA TANTUM (solo
singolare)> suppellex, suppellectilis f. = suppellettili / vesper, vesperis m.= sera
Nomi con significati diversi tra singolare e plurale:
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SINGOLARE PLURALE
aedis, is f. = tempio aedes, ium = casa
Finis, is m.= confine Fines, ium= territorio
Pars, partis f. = parte Parte, ium= partiti, fazioni
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PARTICIPIO PRESENTE
Si forma aggiungendo al tema del presente il suffisso -nt- e le desinenze degli aggettivi della seconda classe.
1° coniugazione> laud- ans, antis // 2° coniugazione> mon-ens, entis // 3° coniugazione> leg-ens, entis //4° coniugazione > aud-iens, ientis //
coniugazione mista > cap-iens, ientis.
PARTICIPIO PRESENTE 1° coniugazione
singolare plurale
maschile e femminile neutro maschile e femminile neutro
laud-ans lodante, che loda laud-ans laud-antes laud-antia
laud-antis laud-antis laud-antium laud-antium
laud-anti laud-anti laud-antibus laud-antibus
laud-antem laud-ans laud-antes laud-antia
laud-ans laud-ans laud-antes laud-antia
laud-anti/e laud-anti/e laud-antes laud-antibus
PROPOSIZIONE TEMPORALE
In latino la proposizione temporale può avere il verbo all’indicativo o al congiuntivo; queste sono quelle con l’indicativo e sono le più frequenti.
cum/ ut / ubi= quando; cum primum/ ut primum/ ubi primum/ simul ac/ statim ut= non appena, appena (che);
antequam/priusquam= prima che (di); postquam= dopo che; quamdiu/donec/ quoad/ dum= finché; * dum= mentre;
Dum cives moenia defendunt, hostes arcem expugnabant= mentre i cittadini difendevano le mura, i nemici espugnavano la rocca.
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*uso di dum: quando accompagna l’indicativo presente va tradotto con “mentre”> dum proelium conseritur… “mentre la guerra divampava…”
Quando invece accompagna un altro tempo si traduce con “finchè”> dum Romae permansi… “finchè rimasi a Roma…
QUARTA DECLINAZIONE
La quarta declinazione si caratterizza per ►nominativo singolare in -us (masc/femm) e -u (neutri); ►genitivo singolare in -us.
MASCHILI e FEMMINILI -fructus,fructus, m. frutto
CASO SINGOLARE PLURALE
nominativo fruct-us fruct-us
genitivo fruct-us fruct-uum
dativo fruct-ui fruct-ibus
accusativo fruct-um fruct-us
vocativo fruct-us fruct-us
ablativo fruct-u fruct-ibus
2. Alcuni nomi hanno mantenuto per il dativo e ablativo plurale la forma -ubus anzi che -ibus; sostantivi che terminano in -cus come
arcus, lacus, specus…
3. Alcuni nomi sono usati solo all’ablativo singolare in -u, in alcune espressioni come: issu consulis “per ordine del console”; hortatu ducis
“per esortazione del comandante”; minor natu “minore d’età”.
QUINTA DECLINAZIONE
La quinta declinazione si caratterizza per ►nominativo singolare in -es ►genitivo singolare in -ei. Gli unici nomi della quinta che hanno
declinazione completa al singolare e plurale sono dies (f., indica un giorno fissato, un lasso di tempo, una data) e * res; gli altri nomi vengono
usati solo al singolare.
res,rei, f. cosa
CASO SINGOLARE PLURALE *res, combinato con alcuni aggettivi, ha significati
nominativo r-es r-es particolari: res frumentaria= approvigionamento; res
genitivo r-ei r-erum futurae= futuro; res gestae= le gesta; res militaris=
dativo r-ei r-ebus l’arte della guerra; res novae= mutamenti politici,
accusativo r-em r-es rivoluzione; res divina= sacrificio.
vocativo r-es r-es
ablativo r-e r-ebus
IL DOPPIO DATIVO
il doppio dativo è l’uso combinato di due dativi, uno di fine e l’altro di vantaggio, retti dallo stesso verbo> Pausanias venit Atticis auxilio “Pausania
venne in aiuto /dat. di fine) agli Attici (dat. di vantaggio).
IL PARTICIPIO FUTURO
In italiano non esiste, in latino si forma togliendo al tema del supino (4° voce del paradigma) la desinenza -um e aggiungendo il suffisso -urus, -
ura, -urum. Esso ha sempre valore attivo e lo possiedono tutti i verbi che hanno il supino. Insieme al nome a cui è abbinato rende l’idea di
qualcosa sul punto di essere fatta, di avere intenzione o essere destinato a fare qualcosa.
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PARTICIPIO FURUTO – LA FUNZIONE NOMINALE
come i participi presente e passato, anche quello futuro può essere usato come nome, aggettivo, complemento predicativo dell’oggetto o
predicato nominale.
Se ha funzione di aggettivo (funzione attributiva) : si traduce con una proposizione relativa
Puer lecturus= il ragazzo che leggerà/ che sta per leggere/ che ha intenzione di leggere/ che è destinato a leggere.
Se ha funzione di sostantivo (funzione sostantiva): si traduce con un pronome dimostrativo usando “colui/colei che”
Futura ignoramus = ignoriamo le cose future.
*nostrum/ vestrum: si usano per indicare il tutto di una parte (genitivo partitivo), multi vestrum “molti di voi”.
nostri/ vestri: in tutte le altre specificazioni, memoriam vestri servabimus “conserveremo la memoria di voi”.
▲espressioni del possesso con eius, eorum, earum: il genitivo di is, ea ,id, cioè eius, si usa per esprimere possesso riferito a un possessore di 3°
persona che NON è il soggetto della frase di cui fa parte. > Hercules Diomedem et equos eius interfecit = Ercole uccise Diomede e i suoi [di D., che non
è il soggetto della frase] cavalli.
Se invece il possesso è riferito al soggetto della frase, si usa il possessivo suus, sua, suum, che solo valore riflessivo. > Lebienus oppidum Cingulum
sua pecunia aedificavit = Labieno aveva fatto edificare la città di Cingoli con il suo [di L., che è soggetto] denaro.
▲differenza tra ipse e idem: IPSE dà enfasi, sottolinea con forza un termine e significa “egli stesso”, “proprio lui”> Imperator ipse cum suis militibus
pugnat ( il comandante in persona combatte con i suoi soldati). IDEM indica identità rispetto un altro termine già citato in precedenza > Idem
consul cum suo exercitu pugnat (il medesimo console [di cui si è parlato prima] combatte con il suo esercito).
Tutti quanti presentano il genitivo singolare di tutti e tre i generi in -ius; dativo singolare in -i; e possono essere sia aggettivi che pronomi.
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ipse, ipsa, ipsum – stesso, proprio lui
singolare plurale
maschile femminile neutro maschile femminile neutro
nominativo ipse ipsa ipsum ipsi ipsae ipsa
genitivo ipsius ipsius ipsius ipsoum ipsarum ipsoum
dativo ipsi ipsi ipsi ipsis ipsis ipsis
accusativo ipsum ipsam ipsum ipsos ipsas ipsa
ablativo ipso ipsa ipso ipsis ipsis ipsis
IL PRONOME RELATIVO
Il pronome relativo in latino è qui, quae, quod e segue questo schema:
IL NESSO RELATIVO
certe volte il pronome relativo è all’inizio della frase ma non introduce una subordinata relativa, bensì crea un legame più stretto con quello che
si è detto in precedenza. Esso viene chiamato nesso relativo e si rende in italiano con una congiunzione tipo “e”, “ma”, “dunque”.
Caesar naves solvit; quae in crastinum ad Galliam pervenerunt= Cesare sciolse le navi, queste il giorno dopo giunsero in Gallia.
Qui? Quae? Quod? È l’aggettivo interrogativo corrispondente e si declina come il pronome relativo [qui, quae, quod].
In quo anno C.T. Harsa tribunus fuit? In quale anno fu tribuno C.T. Arsa?
Uter? Utra? Utrum? È sia pronome che aggettivo e viene usato in latino perché esistevano tre forme: singolare, plurale, e duale (=due,
una coppia); esso viene infatti usato per indicare una cosa o una persona tra due. Si declina come un aggettivo della seconda classe.
Uter consul venit? Quale dei due consoli verrà?
AVVERBI:
Cur? Quare? = perché? Cur si usa solo nella domanda, mentre nella risposta si usa quod, quia, quoniam.
Quando? = quando? Usato solo nella domanda
Ubi? = dove, può avere sia valore relativo che valore interrogativo, come in italiano.
Ubi vivis? Dove vivi?
VERBI DEPONENTI
I verbi deponenti sono quei verbi, sia transitivi che intransitivi, che hanno forma passiva e significato attivo.
1° coniugazione: -ari > hortari= esortare
2° coniugazone: -eri> veneri =temere
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3° coniugazione: -i> proficisci = partire
4° coniugazione: -iri> largiri= elargire
VERBI SEMIDEPONENTI
I verbi semideponenti sono così chiamati perché presentano forma attiva e significato attivo, nei tempi derivati dal presente, e forma passiva
con significato attivo, nei tempi derivati dal perfetto. Essi sono:
audeo"osare" confido ”confidare”
gaudeo "gioire" diffido “diffidare”
fio, “essere fatto”, “divenire” fido “fidarsi”
soleo„essere solito”
L’INFINITO
L’infinito è un modo che in latino esprime l’idea verbale in sé e non indica né persona né numero; a differenza dell’italiano ha tre tempi: il
presente (vedi sopra), il perfetto e il futuro.
INFINITO PERFETTO INFINITO FUTURO
ATTIVO laudav-isse
ATTIVO laudaturum/ -am/ -um
tema perfetto+ suffisso -isse avere lodato part. futuro all’accusativo + laudaturos/-as/ -a
PASSIVO laudatum/-am/-um esse stare per lodare
part. perfetto all’accusativo + laudatos/-as/ -a
esse (infinito di sum) PASSIVO laudatum iri
esse supino in -um + iri stare per essere lodato
essere stato lodato
LA PROPOSIZIONE INFINITIVA
→In italiano esistono 3 tipi di proposizione infinitiva:
►soggettive> hanno funzione di soggetto nel periodo (è probabile che piova) e sono introdotte da verbi impersonali;
►oggettive> hanno funzione di complemento oggetto del verbo della reggente (vedo che vi siete impegnati);
►dichiarative> spiegano un elemento della reggente, solitamente sono introdotte da un pronome dimostrativo o un nome tipo ‘opinione’,
‘pensiero’ (ti dico questo: che sono stanco).
→In latino tutti questi tipi si esprimono nello stesso modo, che prendono nome di infinitive [soggettive o oggettive]:
l’infinitiva soggettiva è introdotta da:
verbi impersonali> constat (è noto), oportet (è opportuno), licet (è lecito)…
espressioni impersonali > pulchrum est, iustum est, mos est (è costume)…
l’infinitiva oggettiva è retta da:
verbi di dire> dico, adfirmo, nego … • verbi di sentimento> doleo, spero…
verbi di volontà> iubeo, permitto… • verbi di opinione> credo, puto, iudico…
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CONGIUNTIVO
PRESENTE
Il congiuntivo presente si forma dal tema del presente, più l’aggiunta del suffisso -a- (-e- nella 1° coniugazione) e le desinenze attive e passive:
CONGIUNTIVO PRESENTE ATTIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE
laud-e-m (che) io lodi mon- ea-m leg-a-m aud-ia-m
laud-e-s mon- ea-s leg-a-s aud-ia-s
laud-e-t mon- ea-t leg-a-t aud-ia-t
laud-e-mus mon- ea-mus leg-a-mus aud-ia-mus
laud-e-tis mon- ea-tis leg-a-tis aud-ia-tis
laud-e-nt mon- ea-nt leg-a-nt aud-ia-nt
IMPERFETTO
Il congiuntivo imperfetto si forma aggiungendo al tema del presente il suffisso -re- e le desinenze attive e passive; in pratica per ottenere il
congiuntivo imperfetto basta aggiungere le desinenze attive o passive all’ infinito del verbo → dicere + desinenza attiva= dicerem/ dicere +
desinenza passiva= dicerer.
Il congiuntivo imperfetto si rende in italiano con il congiuntivo imperfetto o con il condizionale presente.
CONGIUNTIVO IMPERFETTO ATTIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE
laud-a-re-m (che) io mon-e-re-m leg-e-re-m aud-i-re-m
lodassi/ loderei
laud-a-re-s mon-e-re-s leg-e-re-s aud-i-re-s
laud-a-re-t mon-e-re-t leg-e-re-t aud-i-re-t
laud-a-re-mus mon-e-re-mus leg-e-re-mus aud-i-re-mus
laud-a-re-tis mon-e-re-tis leg-e-re-tis aud-i-re-tis
laud-a-re-nt mon-e-re-nt leg-e-re-nt aud-i-re-nt
Congiuntivo esortativo
Talvolta il congiuntivo in latino può essere usato in una proposizione principale per esprimere una preghiera, un’esortazione, un consiglio… e si
rende con il corrispettivo congiuntivo italiano; per riconoscere e sottolineare il suo valore esortativo si usa il punto esclamativo. La negazione
del congiuntivo esortativo si esprime con ne e si traduce con “non”+ infinito.
Amemus patriam! Amiamo la patria! // Ne difficilia optes! Non desiderare cose ardue!
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PERFETTO
Il congiuntivo perfetto corrisponde al congiuntivo passato italiano e alla forma attiva si forma con tema del perfetto [3° voce]+ suffisso -eri- +
desinenze.
CONGIUNTIVO PERFETTO ATTIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE
laudav-eri-m (che) io monu-eri-m leg-eri-m audiv-eri-m
abbia lodato
laudav-eri-s monu-eri-s leg-eri-s audiv-eri-s
laudav-eri-t monu-eri-t leg-eri-t audiv-eri-t
laudav-eri-mus monu-eri-mus leg-eri-mus audiv-eri-mus
laudav-eri-tis monu-eri-tis leg-eri-tis audiv-eri-tis
laudav-eri-nt monu-eri-nt leg-eri-nt audiv-eri-nt
La forma passiva è perifrastica e si forma aggiungendo al participio perfetto del verbo concordato il congiuntivo presente di sum:
CONGIUNTIVO PERFETTO PASSIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE cong. pres. Sum
laudatus,-a, -um (che) io monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um sim
sia stato lodato
laudatus,-a, -um monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um sis
laudatus,-a, -um monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um sit
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a simus
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a sitis
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a sint
PIUCCHEPERFETTO
Il congiuntivo piuccheperfetto attivo si forma dal tema del perfetto [3° voce]+ suffisso -isse- + desinenze personali. Si traduce con il congiuntivo
trapassato o condizionale passato italiani. Nisi erravisses, te non reprehendissem= se tu non avessi sbagliato, io no ti avrei rimproverato.
CONGIUNTIVO PIUCCHEPERFETTO ATTIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE
laudav-isse-m (che) io monu-isse-m leg-isse-m audiv-isse-m
avessi/avrei lodato
laudav-isse-s monu-isse-s leg-isse-s audiv-isse-s
laudav-isse-t monu-isse-t leg-isse-t audiv-isse-t
laudav-isse-mus monu-isse-mus leg-isse-mus audiv-isse-mus
laudav-isse-tis monu-isse-tis leg-isse-tis audiv-isse-tis
laudav-isse-nt monu-isse-nt leg-isse-nt audiv-isse-nt
La forma passiva è perifrastica e si forma aggiungendo al participio perfetto del verbo concordato il congiuntivo imperfetto di sum:
CONGIUNTIVO PIUCCHEPERFETTO PASSIVO
1° CONIUGAZIONE 2° CONIUGAZIONE 3° CONIUGAZIONE 4° CONIUGAZIONE cong. imperfetto Sum
laudatus,-a, -um monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um essem
(che) io fossi stato/sarei
stato lodato
laudatus,-a, -um monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um esses
laudatus,-a, -um monitus,-a,-um lectus, a, -um auditus, -ae, -um esset
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a essemus
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a essetis
laudati,-ae, -a moniti, -ae, -a lecti, -ae, -a auditi, -ae, -a essent
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LA PROPOSIZIONE FINALE
Come in italiano la proposizione finale in latino esprime il fine o intenzione della proposizione principale; la si può rendere sia in maniera esplicita
con “affinché” / “perché” + congiuntivo, sia in maniera implicita con “per”/ “a”/ “con lo scopo di”+ infinito.
►può essere affermativa o negativa e quindi essere introdotta da particelle diverse:
affermativa→ ut/ uti e si traduce con “affinché+ congiuntivo”/ “per+ infinito”; Dux vigilat ut ad hostem mature perveniat = Il
comandante vigila per giungere / affinché giunga dal nemico al tempo opportuno.
negativa→ ne e si traduce con “affinché non + congiuntivo”/ “per non + infinito”; Haec dico ne error oriatur= Dico queste cose, affinchè
non nasca l’errore.
Per coordinare due finale di cui la seconda è negativa si usano le congiunzioni:
neque o nec se la finale è positiva; Pompeius suos disposuit ut impetum exciperent neque se loco moverent= Pompeo dispose i suoi
affinchè sostenessero l’attacco (…) e non si allontanassero (…).
neve o neu se è negativa;
►oppure può avere il congiuntivo presente o imperfetto. I casi si possono riconoscere così:
congiuntivo presente→ se il tempo della reggente è un presente o un futuro;
congiuntivo imperfetto → se il tempo della reggente è un tempo passato.
CUM NARRATIVO
Il costrutto cum+congiuntivo è molto frequente nei testi latini; questo tipo di struttura instaura con la reggente una relazione temporale che si
basa su un rapporto di anteriorità o contemporaneità, regolato dalla consecutio temporum. Il Cum narrativo può avere diversi valori a seconda
del contesto:
1.temporale> Agesilaus, cum ex Aegyoto reverteret, decessit= Agesilao, tornando / mentre tornava dall’ Egitto, morì.
2.causale> cum sis mortalis… = Essendo/ poiché sei mortale…
3.concessivo> Regulus, cum ab amicis retineretur… = Regolo, pur essendo/ sebbene fosse/ anche se era trattenuto…
4.avversativo.
In italiano si può quindi rendere in modo esplicito o implicito [--> con il gerundio/ participio o infinito passato preceduto da per o dopo].
LA PROPOSIZIONE CONSECUTIVA
La consecutiva è una subordinata che indica la conseguenza di quello che viene affermato nella reggente; essa è introdotta da ut (“che”, “da”) e
ut non (“che non”, “da non”) e ha il verbo al congiuntivo •presente→ se la conseguenza sussiste nel presente •imperfetto o perfetto→ se la
conseguenza è riferita al passato.
Spesso la consecutiva è anticipata da elementi come gli avverbi ita (così), sic, tam (tanto), adeo, eo (a tal punto); un pronome-aggettivo
correlativo is, ea, id che si trducono con “tale”, talis (tale), tantus (tanto grande), tot (tanto).
Ita paravit copias, ut facile vinceret= Preparò le trupe in modo da vincere facilmente.
La consecutiva è l’unica proposizione di quelle che abbiamo visto finora che non è sottoposta alla consecutio temporum e quindi i suoi verbi
esprimono un valore assoluto, quindi collocano l’azione nel presente o nel passato senza stabilire una relazione temporale.
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LA PROPOSIZIONE COMPLETIVA DICHIARATIVA INTRODOTTA DA ut E ut non
In italiano si presentano con la forma ‘Accade che /di …’ ; in latino la completiva dichiarativa introdotta da ut e ut non completa il senso della
reggente dichiarando un avvenimento/ un fatto e ha il modo congiuntivo. Si traduce quindi in italiano □in forma esplicita: ‘che’ + indicativo/
congiuntivo □in forma implicita: ‘di’ + infinito.
In genere dipende da queste categorie di verbi:
verbi che indicano un fatto > fit ut, accidit ut… (accadde che)
verbi che indicano un risultato > sequitur ut, accedit ut… (da ciò consegue che)
espressioni formate da nome/aggettivo/avverbio + sum > mos est ut (è usanza), satis est ut (è sufficiente che)
►Accidit ut Verres veniret Lampsacum (accadde che Verre giungesse a Lampsaco).
□interrogative indirette retoriche: introdotte da nonne (se non) per formulare una domanda la cui risposta è affermativa (+); introdotte da num
(se forse) se la risposta è negativa (-).
Quaero, nonne id effecerit = domando se egli non ha forse fatto ciò.
In latino quando il participio fa parte di un costrutto autonomo (e non è quindi presente in una subordinata causale / temporale/ ipotetica/
concessiva/ finale) si trova espresso in ablativo + combinato con un nome/pronome in ablativo, costituendo un participio assoluto, che si chiama
ablativo assoluto.
L’ablativo assoluto equivale a una proposizione che ha valori diversi (temporale/ causale/ ipotetico…);
○l’ablativo assoluto con il participio presente esprime contemporaneità e ha valore attivo e in italiano si rende con il gerundio presente o con la
subordinata equivalente.
►Tarquinio regnante…= mentre regnava Taqruinio/ regnando Tarquinio…
○l’ablativo assoluto con il participio perfetto esprime anteriorità e in italiano è reso con il gerundio passato, il participio passato o con la
subordinata.
►rex, portis clausis, exclusus est= il re, poichè le porte erano state chiuse/ essendo state chiuse le porte/ chiuse le porte, rimase fuori.
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