Titolo:
"Spleen" è una parola inglese che inizialmente significava "milza", quindi "bile";
successivamente il termine assunse il significato di "malinconia", "disgusto", "tedio
esistenziale", sulla base delle antiche teorie mediche che situavano proprio nella milza la
causa della sindrome depressiva. Già dal semplice titolo si intuisce qual è il tema principale
della poesia, espressione, appunto, di un malessere esistenziale, di una incapacità di
reagire alla noia paralizzante.
Struttura:
La poesia è composta da 5 strofe di quattro versi ciascuna (quartine).
Tutta la poesia si articola in due sole proposizioni (o "frasi"). La prima frase si sviluppa lungo
le prime quattro strofe, ed è composta da tre proposizioni subordinate (strofe 1, 2 e 3) più
una proposizione principale. Le subordinate sono molto simili tra loro: tutte cominciano con
lo stesso avverbio di tempo (Quando...) e si sviluppano attraverso vivide metafore (il
coperchio, il pipistrello, la prigione). Questa somiglianza, la ripetitività di una stessa struttura,
insieme al fatto che le subordinate sono poste tutte e tre prima della proposizione principale
(strofa 4), crea un clima di attesa, una certa suspense per quanto riguarda il seguito del
discorso. Questa "attesa" ha un nome ben preciso nel gergo letterario : si tratta di un climax,
per cui la disposizione in modo ascendente di certi elementi sintattici crea un "clima" di
tensione, di aspettativa. La tensione accumulata lungo le tre prime strofe, volutamente
pesanti in struttura e contenuti, esplode nella quarta strofa, nella proposizione principale.
L'ultima strofa, che è anche l'ultima frase della poesia, nonostante abbia una propria
indipendenza sintattica (ed anche visiva: c'è uno spazio bianco tra le varie strofe), è legata
alle altre dall'uso del segno tipografico " - " e dalla congiunzione con la quale comincia ( -
E... ). Essa rappresenta una conseguenza delle strofe precedenti, una specie di
"rilassamento" finale dopo l'esplosione del climax.
Antitesi: