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FEDERICO TOZZI

Coetaneo di Saba e Gozzano. Nato nel 1883. Suo padre si chiamava anche
Federico, severo e autoritario, era un trattore, la madre annunziata. Trattoria il
Sasso e proprietario terriero a Castelvieto. Fanciullezza segnata dalla presenza
severa e ossessiva del padre e problemi a scuola. Viene ritirato e frequenta corsi
privati fino alla morte della madre. Frequenta scuola d’arte. Sviluppa interesse
per la letteratura a Siena e frequenta biblioteca comunale degli intronati
(frastornati dai rumori del mondo, frastornati dai cambiamenti del mondo, si
rifugiavano in biblioteca). Primi anni del 900 sviluppa interesse per il partito
socialista, nascono i primi amori: con la giovane Isola, seguita da una relazione
seria con Annalena (Emma Paragi). Famiglie non sono d’accorda con la relazione
tra emma e federico. Fa concorso per le ferrovie dello stato e va via da siena per
andare a pisa. 1908 la sua vita ha una svolta, il padre si ammala e muore nel
1915. Dopo la morte del padre, in soli 15 giorni, rivoluziona la sua vita: lascia
impiego pubblico, prende possesso dei terreni e si sposa con Emma. Inizia la sua
attività letteraria. Dal 1908 al 1914 (Sessennio di Tozzi), i due vivono in
campagna a Castel Nieto, produzione letteraria disordinata. Sistema
corrispondenza amorosa con la moglie (1925 Novale). Scrive prose brevi,
recensioni, tra cui Bestie e nel 1913 inizia a scrivere Con gli occhi chiusi. Ma la
svolta definitiva è nel secondo sessennio. Va a Roma, conosce Borgesi e
Pirandello che gli daranno consigli riguardo lo scostamento dal naturalismo e
verismo, espandendo l’analisi interiore. Affina la sua tecnica narrativa e nel 1917
pubblica Bestie (libro di raccontini). 1919 esce “con gli occhi chiusi” e lavora ad
altri due romanzi come Il podere, L’eredità etc…
PERCHE’ STUDIAMO TOZZI?
Perché tra i romanzi naturalistici di fine 800 e la modernità di inizio 900 con un
linguaggio rivoluzionario, Tozzi crea un equilibrio mai visto primo. Unisce un
impianto naturalistico con uno scavo psicologico. Tenta di scavare nell’interiorità
dei personaggi per comprendere la sensazione di disagio che lui provava e le
azioni irrazionali dei personaggi cui finora mai nessuno aveva dato peso. Tutti i
nuclei tematici delle opere di Tozzi sono di origine autobiografica (archetipo).
Mette in evidenza l’archetipo del padre autoritario ad esempio. I personaggi
creati da Tozzi sono come nemici, non capendo che sono il riflesso del suo
inconscio. Il problema principale è il rapporto col padre autoritario che mette in
atto azioni di castrazione nei confronti del figlio e di tutti i suoi sottomessi perché
li vede come avversari. Non cerca di cambiare il figlio per renderlo più simile a
lui ma piuttosto lo limita, lo vincola, per paura che si ribelli. La stessa cosa fa
Tozzi con i suoi figli nel romanzo. Il figlio si ribella ma allo stesso tempo ha il
desiderio di riconciliazione col padre che però non glielo permette. L’unica
ribellione possibile quindi è quella astratta, espressa in gesti di cattiveria gratuita.
Nonostante la morte del padre, quella sensazione di disagio persiste ancora e si
manifesta tramite i fallimenti in ambito imprenditoriale di Tozzi. Tali disagi, sono
visti come la malattia della gioventù, immaturità, che colpisce, come si vede i
figli nel romanzo ma anche lo stesso autore e che avrà dei segni irreversibili.
Filosofi che hanno ispirato Tozzi: filosofo dell’adolescenza (che parla delle
sensazioni adolescenziali, conflittuali dei giovani, letture di riverson (filosofia
dell’intuizione)- afferma che possiamo avere momenti in cui la nostra coscienza
capisce tutto, il senso delle cose, bergson (filosofo del tempo), filosofo degli
“ideali della vita”, influenza di pirandello e la teoria della perdita di identità che
ha come risultato l’animalizzazione dell’umano, con comportamenti aggressivi.
Altro elemento narrativo che deriva dalla disarticolazione dell’identità è la
disarticolazione del corpo: tecniche narrative di zoom sui particolari del corpo
(come le mani o gli occhi), vi è anche umanizzazione della natura. Tutti questi
elementi simboleggiano la perdita di consapevolezza dell’ordine della realtà, si
mischiano i piani dell’umano, animale e inanimato.
Secondo Sessenio 14-20 e poi muore.
La narrativa di tozzi è diversa da quella di fine 800. Borgese pubblica un
intervento critico intitolato “tempo di edificare” in cui specifica che era finita la
stagione del frammento, del vocianesimo, ed era arrivato il momento di creare un
romanzo come quello dell’800, forte, efficace e proponendo degli esempi
inserisce proprio Tozzi. Non bisognava ritornare al passato ma il nuovo romanzo
deve avere delle tematiche realiste, analizzate in chiave moderna, più analitica. A
chiarire ulteriormente questo concetto vi sarà De Benedetti che afferma che è
come se fossimo passati dall’epica della realtà (romanzo dell’800), dove è
sempre possibile creare un accordo tra il personaggio e la realtà che lo circonda e
se non è possibile il personaggio soccombe se non è d’accordo col sistema,
all’epica di Tozzi, cioè l’epica dell’esistenza. Mentre il naturalismo descrive
tutto, Tozzi e il suo nuovo stile non descrivono nulla, ma lasciano intendere il
desiderio di esistere e di essere compresi tramite le accensioni e comportamenti
dei personaggi.
Tozzi usa: cambi di prospettiva, cambi di comportamenti, violenza,
focalizzazioni su elementi, nessuna descrizione, generale senso di inquietudine,
quasi onirico.

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