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Italo Svevo

D’Annunzio e Svevo sono coetanei ma estremamente diversi dal modo di vedere la letteratura

• D’Annunzio include l’arte nella vita creando una letteratura esibizionista per recuperare il privilegio
sociale degli artisti; mentre Svevo la letteratura non ha uno scopo esibizionistico ma privato e anche
terapeutico
• D’Annunzio tende al sublime mentre Svevo all’umoristico; il primo usa un registro alto mentre il
secondo uno basso e lievemente comico

Con Svevo nasce una nuova forma di romanzo-> il romanzo d’avanguardia-> sostituendo il monologo
interiore, il tempo non è più oggettivo ma in base alla coscienza, la narrazione non riguarda più la vicenda
ma i singoli temi (matrimonio,fumo) e i personaggi non saranno più statici come quelli ottocenteschi -> ma
problematici.

Italo Svevo nasce a Trieste nel 1861, il suo è uno pseudonimo perché il suo vero nome è Ettore Schmitz

Per la sua vita si possono distinguere 3 fasi

• La giovinezza, la formazione letteraria con i primi due romanzi e nel 1899 con la decisione di
chiudere con la letteratura
• Il silenzio letterario
• Ritorno alla letteratura con la stesura del romanzo d’avanguardia “La Coscienza di Zeno” e le sue
ultime produzioni

1. Nasce da una famiglia agiata ebrea, svolge gli studi commerciali nella sua città e poi in un collegio
della Baveria dove impara il tedesco. Tornato a Trieste inizia a interessarsi della letteratura.

In seguito a dei dissesti finanziari del padre, Svevo è costretto a lavorare in una banca di Trieste dove inizia a
leggere i romanzi francesi (Zola) e i classici italiani (Boccaccio) e studia Schopenhauer. Legge anche Darwin
e aderisce al naturalismo e al positivismo, avvicinandosi anche al socialismo.

In questo periodo scrive il suo primo romanzo ->Una Vita

Nel 1892 gli muore il padre e incontra la cugina Livia Veneziani che sposerà 4 anni dopo ->figlia di un grande
industriale cattolico e appartiene a una borghesia ricca e molto solida -> Svevo da una parte sarà attratto da
questa solidità ma dall’altra avverte la propria distanza culturale e una problematicità ignota alla moglie

2. 2.Pubblica il suo secondo romanzo->Senilità (allontamento al naturalismo) -> nello stesso periodo il
matrimonio sembra averlo portato ad abbandonare la letteratura ed entra a far parte dell’industria
del suocero portandolo a lavorare anche all’estero dove conoscerà Joyce con la quale stringerà una
profonda amicizia ed ella stessa gli fa leggere le sue opere “Gente di Dublino” e gli affida parte dei
suoi manoscritti

Poco dopo inizia ad appassionarsi al pensiero di Freud

3. Si ha un ritorno alla letteratura e scrive la coscienza di Zeno -> mandato a Joice (che viveva a Parigi)
e si adoperò per farlo conoscere in Francia e riuscì ad avere un numero speciale in una rivista
francese. In Italia poteva contare sull’amicizia con Montale e muore nel 1938 in seguito a un
incidente d’auto
La cultura di Svevo è contradditoria

Darwin Respinge l’ottimismo e la fiducia nel progresso ma


ne accoglie l’analisi dell’evoluzione dell’umanità per
vedere i limiti della condizione umana e la
possibilità stessa della distruzione umana
Schopenhauer Respinge la resistenza volontaria agli impulsi
(desideri) per raggiungere la saggezza ma la
riprende per la capacità di cogliere gli autoinganni
Nietzsche riprende la pluralità dell’io e la critica ai valori
borghesi
Freud Respinge la psicanalisi come cura medica ma
l’accetta come tecnica di conoscenza

Svevo rifiuta la psicanalisi in difesa degli “ammalati” rispetto ai “sani” -> poiché la nevrosi può essere un
segnale positivo di non rassegnazione e di adattamento-> l’ammalato non vuole rinunciare al desiderio e
difende “l’inettitudine” (incapacità di adattamento) come meccanismo di difesa all’alienazione circostante.

I “sani” sarebbero i borghesi.

La letteratura viene concepita da Svevo come un recupero della vita che fa rivivere nelle parole le
esperienze del passato, i desideri che nella realtà sono spesso repressi e soffocati.

Nei romanzi di Svevo c’è l’investigazione agli autoinganni, cioè, si svela la razionalizzazione che nasconde la
spinta dell’inconscio.

Nel romanzo “Una Vita” -> un impiegato Alfonso Nitti si sente diverso e vorrebbe apparire superiore rispetto
alla società meschina che lo circonda-> la sua frustrazione lo induce a tentare il salto di classe seducendo la
figlia del padrone della banca -> ma inaspettatamente il meccanismo di affermazione sociale si inceppa-> il
protagonista rinuncia alla lotta e si suicida.

Nel romanzo “Senilità” -> un impiegato Emilio Brentani vive con la sorella Amalia una vita piatta, però
sognava un’avventura “facile e breve” -> quando incontra Angioina crede che la vita gli abbia dato questa
possibilità però alla fine rimarrà da solo e il tentativo di uscire dalla senilità in cui ha sempre vissuto fallisce.

Senilità-> Svevo intende l’inettitudine del protagonista ad affrontare la vita poiché chiuso nella sua
interiorità. La sua vecchiaia morale annulla qualsiasi forma di entusiasmo, rendendo sbagliati tutti i gesti e i
modi di fare.

la coscienza di Zeno -> i temi principali sono: il fumo, il matrimonio, l’associazione commerciale, la
psicoanalisi, il rapporto con il padre, la relazione con l’amante e l’inettitudine.

Il titolo riflette il carattere sperimentale e di avanguardia dell’autore-> sfrutta l’ambiguità semantica-> la


coscienza può essere morale o consapevolezza. Inoltre, la coscienza può essere positiva o negativa-> l’opera
potrebbe chiamarsi anche l’incoscienza di Zeno.

È un’opera aperta visto che le esposizioni di Zeno e del Dottor S. sono ritenute inattendibili, l’autore non
interviene in prima persona a dare una visione dei fatti, sta al lettore avanzare delle ipotesi.

L’opera parla di Zeno Cosini che si era rivolti dal Dottr S. per curare la sua nevrosi, ma il Dottor S. per
vendetta pubblica le memorie di Zeno perché si era sottratto alla sua cura -> il protagonista si sente un
inetto e malato in continua ricerca della sua guarigione attraverso molteplici tentativi che risulteranno
fallimentari e apparentemente riuscirà a superare la sua malattia. Gli altri protagonisti non volevano fare
cenni di miglioramento rimanendo “cristalizzati” nel loro stato.
Zeno è “io narrante” e “io narrato” che coincidono solo alla fine del racconto.

Zeno aveva scritto i suoi racconti quando aveva 57 anni, vengono raccontati non in base a un ordine
temporale ma in base all’ordine dei ricordi ->narra ma è allo stesso tempo oggetto della narrazione.

Zeno scrive e giudica il presente e il passato (il suo vissuto) e si proietta anche sul futuro.

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