Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
ZARATHUSTRA
Egli annuncia il superuomo, scritto tra l'83 e l’85. È il libro più complesso di Nietzsche
perché scritto in poesia, camuffato in forma di vangelo, ha quattro parti, Zarathustra è
un profeta del passato, inventore della morale. A 33 anni abbandona la sua città natale e
si mette a predicare, la sua predicazione avviene in luoghi naturali, come la montagna.
Pag. 413
Il proemio di Così parlò Zarathustra si apre con una specie di preghiera riportata nella
lettura 1 pag. 431.
Si dice che Zarathustra è colui che insegna il superuomo. L’uomo deve essere superato.
Il superuomo è il senso della terra. “Dispregiatori della vita essi sono, quelli che
predicano di sovra terrene speranze. Un tempo il sacrilegio contro Dio era il massimo
sacrilegio, ma Dio è morto e così sono morti tutti i sacrileghi. Il sacrilegio contro la terra
è il massimo sacrilegio possibile.”
Il primo capitolo dello Zarathustra parla delle tre metamorfosi, ossia tre fasi in cui deve
oltrepassare l’uomo.
1. L’uomo cammello, schiacciato dal peso della morale (animale da soma);
2. L’uomo leone, che si ribella contro la vecchia morale e i vecchi dogmi ma
è spinto da risentimento; l’uomo leone è un nichilista;
3. Il fanciullo, che rappresenta l’oltreuomo. L’oltreuomo deve essere
paragonato a un fanciullo che gioca perché non ha risentimento, costruisce e distrugge
senza risentimento, con innocenza ludica, e che è capace di una risata dissacrante. Il
senso del divino di Nietzsche va ricercato nel dionisiaco.
L’oltreuomo è capace di una volontà di potenza, ossia di imporre una tavola di valori
(non in modo definitivo perché è previsto il divenire continuo).
“Imprimere all’essere il carattere del divenire, questa è la suprema volontà di potenza”
vuol dire sostituire alla stabilità e alla fissità parmenidea dell’essere il conflitto, il
polemos, il divenire continuo dei valori e delle verità riconosciute. Questo è come
Cattaneo intende l’eterno ritorno dell’identico. C’è un identico che continuamente
ritorna, ossia il conflitto di visioni del mondo, il conflitto di valori che viviamo anche
oggi.
Alla luce di questo possiamo comprendere l’ultimo paragrafo utile del libro, il
prospettivismo. Il prospettivismo è il fatto che il mondo cessa di essere un universo per
diventare un pluriverso. C’è un frammento dove dice: “"Tutto è soggettivo", dite voi,
ma già questa è un'interpretazione, il "soggetto" non è niente di dato, è solo qualcosa di
aggiunto con l'immaginazione, qualcosa di appiccicato dopo. - E infine necessario
mettere ancora l'interprete dietro l'interpretazione? Già questa è invenzione, ipotesi.”
Il mondo è caos e l’interpretazione è solo ciò che dà forma umana al caos. Alla base di
ogni interpretazione stanno bisogni, interessi collegati alla volontà di potenza che è
volontà di conservazione. Sono i nostri bisogni che interpretano il mondo, non il
soggetto. La stessa idea di io o di soggetto come sostanza unitaria permanente
soggetto di volontà è una finzione. C’è il richiamo a Hume, che mette in dubbio
l’esistenza dell’io. Qua possiamo riagganciarci alla psicanalisi freudiana, non esiste un io
consapevole unitario. L’io è un conflitto tra regole imposte dalla società e pulsioni di cui
non siamo consapevoli. Dopo Nietzsche si parla di morte (fine) della metafisica e di
morte (fine) della filosofia del soggetto, che ha come grandi esponenti tutti gli idealisti
(Platone, Cartesio che pone come sostanza l’io penso, Kant, Hegel). Questa non è
l’interpretazione di Heidegger, che sostiene che per esserci volontà deve esserci un
soggetto volente. Non c’è volontà senza un io che vuole, altrimenti la volontà diventa
una sostanza metafisica e l’altra alternativa è rimanere nella metafisica del soggetto.
Per Heidegger Nietzsche sarebbe non colui che oltrepassa la metafisica, ma l’ultimo
metafisico rappresentante della filosofia del soggetto.
IL NICHILISMO
Cos’è il nichilismo? Va distinto il nichilismo passivo da uno attivo e qualcuno distingue
anche un nichilismo estremo.
Il nichilismo passivo corrisponde agli effetti dell’annuncio della morte di Dio, ossia il
sentirsi spaesati e senza più punti di riferimento. Il nichilismo letteralmente è il fatto
che nulla ha più valore assoluto, è la perdita dei valori assoluti. Il nichilismo attivo si
esercita come forza di distruzione (nello Zarathustra è la metamorfosi del leone). Il
nichilismo estremo è arrivare alla convinzione che non esistono verità eterne, che tutto
tramonta, che la stessa verità è una menzogna di sopravvivenza. Il nichilismo estremo si
concretizza con la volontà di potenza che è la volontà di dare un senso all’esistenza
(anche se non è un senso assoluto perché tutto tramonta e diviene).
L’ESISTENZIALISMO
L’esistenzialismo è una moda culturale che non investe solo la filosofia ma anche l’arte e
la letteratura. Il clima dell’esistenzialismo si ritrova nella letteratura europea e italiana
(Montale, Quasimodo, tutti quelli che parlano di male di vivere). L’esistenzialismo è una
filosofia dell’esistenza che pone l’esistenza come problema, come tema filosofico. C’è
addirittura una moda esistenzialista.