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E ANTONELLA GALLI
La tradizione ermetica
ha ancora qualcosa da insegnarci?
LA LEPRE
EDIZIONI
Giovanni Tritemio
Il libro
delle meraviglie
a cura di
Alessandro Boella e Antonella Galli
© Copyright 2012 by La Lepre Edizioni
Via delle Fornaci, 425-00165 Roma
info@lalepreedizioni.com
www.lalepreedizioni.com
Progetto grafico/Francesca Schiavoni
Coordinamento editoriale/Plan.ed
www.plan-ed.it
In copertina:
Ritratto diJohannes Trithemius
Maestro H.B., XV-XVI sec.
Chantilly, Museo Condé
In quarta di copertina:
La sfera della creazione
ISBN 978-88-96052-75-4
Indice
Premessa 19
Il "maestro perfettissimo di magia naturale" 31
Pythagoricus esto. La fùiazione iniziatica 43
di Giovanni Tritemio
La steganografia 69
Un estratto dal Libro delle meraviglie: LA Magia divina.
Heinrich Kunrath e l'elettro 92
Trattato a/chimico dell'illustre Giovanni Tritemio
Abate di Sponheim Principe indiscusso
dei filosofi del nostro secolo 105
CAPITOLO PRIMO
Della Magia Divina, e di come deve essere l'uomo per conoscerla, 147
CAPITOLO SECOND O
Chi vuole imparare la magia divina deve conoscere lefigure celesti, 1 52
CAPITOLO TERZO
Che cos'è la magia naturale, I 53
CAPITOLO QUARTO
Del corso del firmamento dalla mattina alla sera, e quando il Sole
entra e transita nei dodici segni zodiacali, 1 56
CAPITOLO QUINTO
Della tabella delle ore planetarie, sia del giorno che della notte, e come
di usarle con profitto, I 57
CAPITOLO SESTO
Della segnatura delle erbe, degli animali e degli uomini, 159
CAPITOLO SETTIMO
Della segnatura dei metalli e dei minerali, I 82
CAPITOLO OTTAVO
Dello Spirito Universale, Spirito o Anima del Mondo, e di come usarlo, I85
CAPITOLO NONO
Per trovare lo Spirito Universale anche in alcuni minerali, I95
CAPITOLO DECIMO
CAPITOLO D OD ICESIMO
Per preparare uno spirito magico dallo stagno e dal mercurio, 206
CAPITOLO SEDICESIMO
Per elaborare l'Universalissimo da tutti i regni della natura, cosa ine
rente alla magia, 2 I2
Per preparare la pietra vegetale, 2 I 5
Per preparare la pietra minerale, 2 I6
CAPITOLO D ICIOTTESIMO
Per preparare una lampada vitale artifìdale, che permette di sapere di un
amico assente se egli sia vivo o morto, malato, e che cosa gli accada, 22 I
CAPITOLO D IC IANNOVESIMO
Per dare origine a uno spirito dalla rugiada di maggio, nel quale pos
sano essere raffigurati tutti e sei i giorni della Creazione, con annessa
segreta figura, 224
CAPITOLO VENTESIMO
Per preparare un liquido nel quale si possano rappresentare le stelle
scintillanti in cielo, lo sviluppo delle creature e la resurrezione dei
corpi purificati, 227
CAPITOLO VENTUNESIMO
Per preparare un liquido che cresce e cala come la Luna, 231
CAPITOLO VENTITREESIMO
Per creare il vero fuoco magico che bruda tutto, 23 5
CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO
Per preparare uno spirito o un liquido in forma secca, che quando
prende aria comincia prodigiosamente ad ardere, 237
CAPITOLO VENTICINQUESIMO
Per preparare un liquido perfarvi crescere ogni cosa, 238
CAPITOLO VENTISEIESIMO
Per coagulare l'acqua in una pietra, 2 50
CAPITOLO VENTISETTESIMO
Tratta dell'elettro magico preparato secondo la costellazione e di come
usarlo, 2 51
CAPITOLO VENTOTTESIMO
Per preparare uno strumento magico, 2 54
CAPITOLO VENTINOVESIMO
Uno strumento artifìdale contr�ssegnato dai suoi caratteri segreti efuso
secondo l'influsso, che svela tutti i segreti celati nella terra, 2 57
CAPITOLO TRENTESIMO
Uno speahio artificiale, fuso nell'elettro e incorniciato in oro, con i suoi
caratteri segreti fusi secondo l'influsso segreto, mostra tutto ciò che
aaade a Oriente a mille miglia, 260
CAPITOLO TRENTUNESIMO
Uno speahio fuso nell'elettro e incorniciato in oro con i suoi caratteri
segreti, che mostra tutto verso Occidente a molte miglia di distanza, 263
CAPITOLO TRENTADUESIMO
Uno speahio realizzato con l'elettro, anch'esso incornicia�o in oro, con
i suoi caratteri segreti, che mostra sempre tutto ciò che accade verso
Mezzogiorno a mille miglia di distanza, 26 5
CAPITOLO TRENTAQUATTRESIMO
CAPITOLO TRENTASEIESIMO
Un orologio magico realizzato con l'elettro, 277
CAPITOLO TRENTASETTESIMO
CAPITOLO TRENTANOVESIMO
Perfondere una sfera che si regola sul tempo atmosferico, dalla quale si
possa vedere quando piove, tuona, nevica, fafreddo e c'è il Sole, 28 5
CAPITOLO QUARANTESIMO
CAPITOLO QUARANTUNESIMO
Perfondere in elettro magico una campanella per gli spiriti che abita
no sulla Te"a, nonché per i sette Arconti del tempo; essa è anche
identica a quella tratta dal quinto libro dei segreti di Salomone, 287
L'uso di questa campanella, 288
Come si deve realizzare la campana per i santi angeli, 292
CAPITOLO QUARANTADUESIMO
Perfondere una campanella per gli spiriti che abitano sotto tma, fra i
monti e nelle acque, 293
CAPITOLO QUARANTATREESIMO
(Libro) di Reguel]ethro, sacerdote dei Madianiti, dei sette dei o sovra
ni, quale sia il loro impiego, quali siano i loro caratteri e le lorofigure,
tradotto dal Caldeo al Tedesco, 294
Come realizzare in elettro il Sovrano della Luna, 297
Seguono i sette principi del sovrano di Mercurio, 302
Quali principi abbia invece sotto di sé l'arcangelo del terzo sovrano,
il sovrano di Venere, 302
Il quarto sovrano: il sovrano del Sole, 303
Questi sono gli angeli del quinto sovrano: il sovrano di Marte, 304
I principi del sesto sovrano: il sovrano di Giove, 305
Il settimo sovrano: il sovrano di Saturno, 305
CAPITOLO QUARANTAQUATTRESIMO
Perfondere con l'elettro un anello magico occulto, 307
CAPITOLO QUARANTACINQUESIMO
Perfoggiare una bacchetta magica in elettro, e cercare con questa diverse
cose, 308
CAPITOLO QUARANTASEIESIMO
Uno specchio magico terrestre impregnato di spirito dell'uomo, 309
CAPITOLO QUARANTASETTESIMO
Del suggello magico e delle segnature dei sette pianeti, e del loro uso, 3 I I
CAPITOLO QUARANTOTTESIMO
Un dipinto simpatico che si dirige secondo le circostanze, che muta di
colore in caso di malattia, impallidisce nelle '!fflizioni, è bello quando
c'è la salute, e si cancella completamente in caso di morte, 3 I4
CAPITOLO QUARANTANOVESIMO
Una polvere simpatica per unire uomini e donne, ma anche perfarli
diventare reciprocamente nemici, 3 I 5
CAPITOLO CINQUANTESIMO
Perpreparare una tintura con il Solvente Universale, con verderame, zolfo,
calamina e oro che, se moltiplicata sette volte, fa parte della magia, 3 I7
CAPITOLO C INQUANTUNESIMO
Per preparare una tintura magica dall'uomo, 32I
CAPITOLO C INQUANTADUESIMO
Per preparare una pietra magnetica che estrae un chiodo da un muro, 324
CAPITOLO CINQUANTATREESIMO
Per preparare un liquido nel qualefar crescere tutti i metalli in altezza
come alberelli efarli ingrandire, 3 2 5
CAPITOLO CINQUANTAQUATTRESIMO
Per preparare uno spirito di sale nel quale si possa dissolvere il piombo,
che proietta una bella stella sopra di sé, che nessun pittore, nemmeno
il miglior artista, può copiare o tracdare con un compasso; e che, se si
evapora di nuovo e la si riduce, dà oro e argento, 327
CAPITOLO CINQUANTACINQUESIMO
Uno Xenexton o protettivo in forma di polvere da portare su di sé in
tutte le malattie epidemiche, che attrae a sé tutti i veleni, 329
CAPITOLO CINQUANTASEIESIMO
Perfare perle a richiesta, nonché l'olio di ringiovanimento, 330
CAPITOLO CINQUANTASETTESIMO
Come si devono elaborare le pietre preziose, 332
CAPITOLO CINQUANTOTTESIMO
Perfare crescere i diamanti, 333
CAPITOLO CINQUANTANOVESIMO
Perfare il vetro malleabile, 334
CAPITOLO SESSANTESIMO
Perfare il più forte corrosivo dolce come lo zucchero, 33 5
CAPITOLO SESSANTUNESIMO
Per trasformare istantaneamente lo spirito di acquavite in un sale
mirabile, 336
CAPITOLO SESSANTADUESIMO
Perfare la più bella ambra con gli escrementi di mucca, 33 8
CAPITOLO SESSANTATREESIMO
Per dissolvere il vetriolo in modo che se ne separi l'olio o anima,
per trasmutare argento in oro, 33 9
CAPITOLO SESSANTAQUATTRESIMO
Per preparare una tintura con l'argento comune, per trasmutare argento
in oro, 340
CAPITOLO SESSANTACINQUESIMO
Per fare un'acqua con la quale l'argento si trasmuta in poco tempo
nell'oro migliore, 34I
CAPITOLO SESSANTASEIESIMO
Per costituire una miniera d'oro e d'argento da tenere nella propria
camera, in modo da poterne sempre prendere, e che tuttavia costan
temente si sviluppa, 342
CAPITOLO SESSANTASETTESIMO
Per preparare la Pietra di Fuoco, e perché la Pietra di Fuoco divori
l'antimonio, poiché mezza oncia divora dieci libbre di antimonio e
lo trasmuta in oro, 344
CAPITOLO SESSANTOTTESIMO
Per preparare un'acqua in cui il mercurio comune si trasmuta in breve
tempo nell'argento migliore, 345
CAPITOLO SESSANTANOVESIMO
Grappoli d'uva dagli acini d'oro, 346
CAPITOLO SETTANTESIMO
Perfare l'Urim, come hanno fatto i figli di Israele, che erano privi di
sacerdoti, e in primo luogo, il piedistallo fuso in elettro magico, come
mostra lafigura Y, 347
Il libro delle meraviglie
attribuito a
Giovanni Tritemio
Abate di Sponheim
19
della successiva tradizione rosacruciana nelle sue diverse fasi di
sviluppo; conoscenze, queste, provenienti da un grande numero
di testi manoscritti, coevi o precedenti5• È fuor di dubbio che si
tratti di una rielaborazione, termine preferibile a quello ridut
tivo e dispregiativo di "interpolazione".
Non dimentichiamo che nel passato questi testi rientravano in
un preciso, complesso e graduale corpus di insegnamenti teorici
e pratici, da considerarsi alla stessa stregua di quelli universitari6•
Il nostro modo di procedere ha diversi punti in comune con
quello universitario, ma se ne discosta per molti altri, altrettanto
essenziali. Il lettore avrà modo di constatarlo.
In questo genere di ricerche ci troviamo ancora in una fase
descrittiva, in cui è necessario fornire il maggior numero pos
sibile di informazioni utili, testi originali e in traduzione, con
umiltà e discrezione, cercando il meno possibile di trarre con
clusioni affrettate o di elaborare inutili quanto fumose teorie,
tenendo presente che in ogni ricerca i nuovi elementi risolvo
no certi enigmi ma ne pongono altri.
Abbiamo cercato di "lasciar parlare i documenti", poiché
crediamo, con il latinista Pierre Boyancé, che ((una critica sana
debba considerare non solo la datazione, ma anche - e soprat
tutto, aggiungiamo - la natura di una testimonianza)).
Sebbene il nostro lavoro riguardi un periodo storico che
dista da noi solo qualche secolo, troviamo perfettamente con-
mania, e per la maggior parte già segnalati dal benemerito Oskar Kristeller,
ma generalmente "snobbati" dagli specialisti (vedi la nostra bibliografia dei
manoscritti) vediamo come una lunga tradizione proveniente dal mondo
arabo-iberico si fonda con il capitale apporto di Paracelso, per sfociare in
seguito nella Rosacroce. Anche l'opera qui presentata, ritenuta apocrifa, se
valutata all'interno della "famiglia" di manoscritti cui appartiene, potrebbe
portare a risultati sorprendenti.
6 Ne abbiamo uno splendido esempio nel testo di Theophrast von Hohe
neim detto Paracelso (1 493-1541) LA grande astronomia o filosofia dei veri saggi,
Phi/osophia sagax, tradotta coraggiosamente in Francese dal germanista Pierre
Deghaye: LA grande Astronomie ou la philosophie des vrais sages, Paris, Dervy,
2000.
20
sone le parole dello storico e fùosofo della sc1enza Giorgio
de Santillana quando spiega che le difficoltà incontrate dal
lettore in questo genere di richerche sono quelle «inerenti
a una scienza che fu fondamentalmente tenuta segreta, e in
modi tali che noi non riusciamo bene a immaginare. Ma la
difficoltà maggiore deriva dal fatto che non abbiamo potuto
far uso della nostra tradizionale logica catenaria, così semplice
e onesta, in cui prima si pongono i principi e poi segue la de
duzione. Non così facevano i pensatori arcaici; essi pensavano
invece in un modo paragonabile forse alla fuga musicale, dove
tutte le note non possono esser costrette entro un'unica scala
melodica, dove si viene tuffati in media res e si deve seguire
l'ordine temporale creato dai loro pensieri. È nella natura del
la musica, dopotutto, che le note non possano essere suonate
tutte assieme. L'ordine e la sequenza, il significato stesso della
composizione, si riveleranno - con la pazienza - a tempo de
bito. Il lettore, suggerirei, dovrà porsi nell'antico "Ordine del
Tempo"))7•
Infatti, pur essendo relativamente più vicini a noi nel tem
po, autori come Triternio continuano a essere testimoni di
quell'arcaica mentalità.
D'altro canto, ci rendiamo perfettamente conto di quanto
risulti difficile a una mente moderna comprendere che le mo
dalità di trasmissione della conoscenza iniziatica non rispondo
no necessariamente a quelle del metodo scientifico moderno,
come è stato magistralmente esposto da René Guénon in Con
siderazioni sulla vita iniziatica8•
Infatti, né la "definizione" fornita dalla "chiarezza della ra
gione", né la cosiddetta "obiettività scientifica" autorizzano
l'assenza di esperienza, e ciò più che mai nell'ambito delle
scienze tradizionali. «Si può definire chiaramente solo quel che
sul mito e sulla struttura del tempo, Milano, Adelphi, 1983, pp. 20-21 .
8 Roma, Edizioni del Graal, 1982.
21
già si sa, oppure un principio intellegibile, partendo dalle pre
messe in vigore. Se si tratta di comprendere ciò che è essenzial
mente nuovo, occorre semplicemente abbandonarsi all'espe
rienza, sino a che non si formino i nuovi organi· necessari alla
comprensione»9•
Abbiamo già avuto modo di rilevare come sinora prevalesse
la tendenza alla distinzione tra un ermetismo filosofico dotto,
che si limita alla pura speculazione intellettuale, e un ermeti
smo "pratico" volgare, del quale farebbero parte scienze come
l'alchimia, la magia e l'astrologia. Inutile dire che tale distinzio
ne era semplicemente frutto della "mente dualizzante".
Ma ultimamente, alcuni studiosi, come Jean-Pierre Mahé,
bontà loro, hanno ammesso che non vi sono motivi di attri
buire a un inesistente ermetismo "volgare" le ricette alchimi
che e magiche, e che <<queste sono invece di competenza di
ciò che allora era considerata la scienza, alla stessa stregua della
filosofia»10• Insomma, dottrina e prassi.
Di fatto, la letteratura alchimico-magica, che conta decine
di migliaia di opere fra il XIII e il XVIII secolo e che solo in
questi ultimi decenni ha attirato l'attenzione dei ricercatori,
universitari e non, ha esercitato un'influenza incontestabile sul
le menti e sulle opere della civiltà occidentale, e fino a quan
do essa non sarà oggetto di lunghe e approfondite ricerche,
permarranno gravi lacune nella nostra concezione attuale di
cultura e di evoluzione delle idee.
Il nostro è un lavoro "pioneristico" compiuto essenzialmen
te sulle fonti manoscritte che, come il lettore avrà modo di ve
dere, non sono poche. Il nostro inventario di opere ermetiche
attribuite a Tritemio è il primo di una certa ampiezza, anche
se !ungi dall'essere completo, poiché lo spoglio e lo studio dei
testi sono attualmente in corso.
22
Riteniamo che, allo stato attuale delle ricerche, oltre a clas
sificare e catalogare, sia soprattutto necessario tradurre, come si
fa in altri paesi con testi analoghi di altre tradizioni. Troviamo
infatti scorretto che si elaborino tesi e teorie senza che il letto
re abbia a sua disposizione i testi per verificarle.
Per troppo tempo opere che possiedono un valore con
tenutistico elevato sono state disinvoltamente messe da parte
per discutibili questioni di "attribuzione" o datazione. Inoltre,
per un increscioso e annoso problema di competenze, non
scevro da condizionanti influenze ideologiche e/ o religiose,
lo studio di queste materie in Italia è alquanto problematico
e inconcludente: dovrebbero piuttosto occuparsene gli stori
ci della scienza o delle religioni, senza dimenticare che <{ . . ]
per quanto considerevole sia quel progresso che consisterebbe
nel carpire a un occultismo indigente lo studio del simbo
lismo per restituirlo al dominio della cultura universale, tale
progresso sarebbe pagato troppo caro, se il simbolismo, diven
tato materia di tesi e pretesto per dissertazioni accademiche,
perdesse nel contempo ogni contatto vivente con le proprie
radici profonde, con il proprio ruolo di strumento reale di un
autentico atto spirituale. È mille volte meglio l'insufficienza cul
turale dell'anemia spirituale. È necessario ricordare che il va
lore intellettuale non comporta obbligatoriamente la qualifica
iniziatica?••11•
Gli elementi costitutivi del Libro delle meraviglie1 2 sono attinti
a fonti remote: egizie, neoplatoniche, ebraiche, sabee.
l procedimenti contenuti in questo testo derivano, alme
no in parte, da una tradizione di origine sacra e sacerdotale,
a differenza della maggior parte dei processi alchimici che si
incontrano negli antichi ricettari, provenienti piuttosto da una
11
René Alleau, Aspetti dell'alchimia tradizionale, Roma, Atanor, 1989, cap.
Il: "Delle regole e dei metodi".
12
Nonché del testo intitolato Magia divina che ne è un estratto o una
versione abbreviata, come vedremo più oltre.
_
23
tradizione che lo storico dell'alchimia René Alleau definisce
"chimica e metallurgica"13•
Il contenuto di questa raccolta, espressione di una straordi
naria "tecnologia sacra" realizzata grazie a una stretta intercon
nessione fra alchimia, magia e astrologia 1 \ è del resto piena
mente giustificato da ciò che lo stesso Tritemio intendeva per
magia, e che scrisse in una celebre lettera del 24 agosto 1 505
a Germain de Ganay: (([ ] In realtà per Magia non vogliamo
. . .
13 R. Alleau, ibidem.
" A questo riguardo cf. Divo Sole. LA teurgia solare dell'alchimia, a cura di
A. BoeUa e A. Galli, Roma, Edizioni Mediterranee, 201 1 , capitolo "Le tre
ancelle del Sole", pp. 1 53-166.
1 5 Iohannis Trithemii Spanhemensis. . . Accedunl Epistolae eiusdem Familiares. . . ,
24
tura" era stata l'esperienza fondamentale del Rinascimento. La
Riforma non seppe mai trovare mezzi sufficienti a chiudere il
libro in questione. Come mai? Perché per essa, lungi dall'essere
un fattore di avvicinamento, la natura era la prindpale responsabile
dell'allontanamento tra Dio e uomo1 7.A furia di cercare, finalmen
te la Riforma trovò il grande colpevole di tutti i mali dell'esi
stenza individuale e sociale: la natura peccatrice18>>.
Infatti «la civiltà occidentale moderna rappresenta, nel suo
complesso, il prodotto della Riforma, di una Riforma che,
svuotata del suo contenuto religioso, ne conservò nondimeno
le forme. Sul piano teorico, la grande censura dell'immagina
rio sfociò nella comparsa della scienza esatta e della tecnologia
moderna. Sul piano pratico, il suo risultato è la comparsa di
varie istituzioni moderne. Sul piano psicosociale, è la compar
sa di tutte le nostre nevrosi croniche, dovute all'orientamento
troppo unilaterale della civiltà riformata, al suo rifiuto di prin
cipio dell'immaginario. Oggi ancora noi viviamo, per così dire,
in un'appendice secolarizzata della Riforma e, a osservarla da
vicino, molti fenomeni della nostra epoca, dei quali non ab
biamo mai cercato una spiegazione storica, risalgono ai grandi
conflitti spirituali e politici del XVI e del XVII secolo>>19•
Queste fatali e illuminanti conclusioni di Couliano sono
contrastate da dichiarazioni come quella del filologo e storico
François Masai che, in quanto studioso del fùosofo bizantino Ge-
17
Il mistico e fùosofo er metico Jakob Bohme (1575-1 624) tenter à una
conciliazione mediante la nozione della "Natura eter na", fonte creatr ice del
la natura del mondo e nel contempo base orgarrica dell'essere spir ituale di
Dio. Per un approfondimento cf. Alexandre Koyré, LA Philosophie de ]acob
Boehme, Par is,Vr in, 1971 .
18
Ioan P. Couliano, Eros e magia nel Rinasdmento, Milano, Il Saggiatore,
1995, p. 303. E pensare che alla stessa epoca, un ar tista iniziato come Albrecht
Diirer consigliava: •Osserva attentamente la natura, senza mai allontanar tene
nella speranza vana di trovare di meglio. I nvero l'arte è nascosta nella natura:
chi può estrarla la possiede• [ Vier Bucher von menschlicher Proportion (1 528),
Berlin, Akademie-Verlag, 201 1].
19
lvi, p. 324.
25
misto Pletone (1355-1452), avrebbe potuto avere una visione più
obiettiva: ((A dispetto di ogni continuità dottrinale, questo Rina
scimento costituiva certamente una rivoluzione, quella stessa che
continua a esercitare i suoi effetti, a sconvolgere la nostra civiltà
occidentale, separandola dalle sue origini medievali e cristiane»20•
Ci auguriamo invece di tutto cuore che il prossimo futuro
realizzi pienamente le segrete tendenze che il Rinascimento
non riuscì a portare a compimento.
Il contenuto del Libro delle meraviglie è di ben altro spessore
rispetto a quello dei tipici grimoires. Da questo testo traspare
chiaramente la totale impossibilità di compiere opere di magia
naturale o di teurgia senza aver risolto l'enigma posto dall'al
chimia, e questo è di capitale importanza.
Scrive infatti Cornelio Agrippa nella Filosofia occulta: (N'ha
una cosa creata da Dio che è il soggetto d'ogni ammirazione,
che si trova nella Terra e nei cieli, che è animale vegetale e mi
nerale a un tempo, che si trova ovunque, che non è conosciuta,
che nessuno chiama col suo nome ma che è nascosta sotto nu
meri figure ed enigmi, senza la quale né l'alchimia né la magia
naturale possono avere i loro successi»21•
26
Questo principio è perfettamente sintetizzato da Jean
François Xavier Fabre du Bosquet22 quando dichiara che <de
intelligenze, i geni buoni e gli spiriti degli uomini giusti non
comunicano mai con i mortali senza una speciale grazia della
divinità: quella di possedere la Pietra dei filoso}ù>23•
In pieno accordo è l'alchimista e storico Elias Ashmole
(1617 -1 692) che, riprendendo una distinzione fra i quattro tipi
di Pietra fùosofica24 fatta da san Dunstano, abate benedettino
del X secolo, specifica che la quarta Pietra, detta Angelica, oltre
a elargire numerosi altri doni, «favorisce l'apparizione degli an
geli e dà la facoltà di conversare con essi in sogno o per rivela
zione. È una quintessenza, in cui non vi sono cose corruttibili;
e laddove gli elementi non sono corrotti, nessun diavolo può
stare o dimorare. [ ... ) Poiché vi è un Dono di Profezia celato
nellà Pietra Rossa>>25•
Similmente, persino uno scienziato quale Robert Boyle
(1627-1691), nel Dialogo sulla conversazione con gli angelifavorita
dalla Pietra dei Filosofi (Dialogue on the Converse with Angels ai
ded by the Philosophers' Stone), parla di una polverina rossa che
richiama gli angeli e procura familiarità con essi: una polvere
palpabile, in grado di attrarre esseri intelligenti e immateriali26 •
26 Cf. Lawrence Principe, The Aspiring Adept. Robert Boy/e and his Alchemi
ca/ Quest, Princeton University Press, Princeton, 1998, p. 31 0.
27
non certo quelli che impiegano materie provenienti- dai regni
minerale e vegetale, ma quelli che fanno uso di materie prove
nienti dal regno animale. Prima che questo accada, gli ripetere
mo le parole di Charles Le Brun, moderno traduttore francese
degli Archidoxa di Paracelso: <<Noi non consigliamo a nessuno
di tentare praticamente gli esperimenti alchimici descritti negli
Archidoxa: Tenuto conto delle attività alle quali ci dedichiamo
abitualmente e del mondo che ce le propone, è quasi impossi
bile penetrare veramente in quest'opera, e ancor più nel modo
giusto»27 •
Di fatto, in molti testi di questo genere, compresi quelli di
Paracelso, incontriamo sovente processi in cui è comune l'uso
delle materie provenienti dal regno animale.
E a questo proposito, l'illustre paracelsiano Johannes Stari
cius28, nella prefazione al trattato Philosophia de limbo, aeterno
perpetuoque homine novo di Teofrasto Paracelso, da lui edito29 de
finisce in modo magistrale e chiarissimo il valore progressivo
e crescente delle Pietre, a seconda del regno di appartenenza
della materia con la quale si preparano.
A proposito della Pietra dei Saggi (di cui ai suoi tempi si fa
molto parlare, e che alcuni chiamano LApis Philosophorum, altri
Tintura, altri Pietra universale) , Staricius precisa che i Filosofi
hanno distinto tre pietre universali e una Universalissima, e che
solo quest'ultima è la vera e benedetta Pietra dei Filosofi.
La prima pietra generale o subalterna è la vegetale, da cercar
si materialmente nel regno vegetale, che essendo inferiore alle
altre due non può in alcun modo perfezionarle o moltiplicarle.
La seconda è la minerale, che necessita di un solvente minerale
28
e, poiché è superiore alla vegetale, può essere utile per perfezio
narla.
La terza è la pietra animale o microcosmica, alla preparazio
ne e al perfezionamento della quale non possono concorrere in
alcun modo elementi vegetali o minerali.
Di queste tre pietre, l'ultima ha potere sulle altre due e può
coadiuvare nella loro preparazione.
Per quanto riguarda la Grande Pietra dei Filosofi (LApis uni
versalis generalissimus), questa è il vero lApis macrocosmicus, per
la cui preparazione è necessario procedere dall'inizio alla fine
macrocosmicamente, ossia in modo universale. Questa pietra
permette alle altre tre, universali e sue subalterne, di esaltare e
aumentare la loro perfezione.
La materia di questa Pietra è comune e la si può trovare in
ogni luogo e in tutto ciò che ha vita. La sua opera si compie
in un vaso, con un fuoco terrestre, e nel contempo con nessun
fuoco, il suo lavoro consiste in una semplicissima solutio seguita
da una semplicissima coagulatio.
Tutto ciò che è stato scritto riguarda le altre tre pietre, poi
ché svelare quest'altra non è in potere dell'uomo, bensì di Dio,
che nella sua misericordia può rivelarla a chi vuole. Chi vuole
prosperare in questa via deve essere ben unito a Dio e ben
orientato cabalisticamente e magicamente nel proprio oratorio
grazie a una vita moralmente ordinata, ben regolata e retta dal
timor di Dio.
Nella letteratura ermetica si trovano innumerevoli esempi di
processi ove si fa uso di materie provenienti dal regno animale,
come nella raccolta lApis animalis di Georg Andreas Dolhopf,
che ne elenca parecchi, tratti da autori classici quali Ripley,
Norton, Pierre Jean Fabre, Basilio Valentino, Arnaldo da Vil
lanova, Paracelso, ecc30• Sui principi che governano l'impiego
suprema dal microcosmo del corpo umano. Con un piccolo trattato sull'urina umana
(LApis animalis microcosmicus oder die hi:ichste Artzney aus der kleinen l#lt des
29
delle materie animali in alchimia è fondamentale anche l'opera
di William Maxwell De Mediana Magnetica libri trei3 1 •
Anche Ludwig Conrad Orvius tratta di processi alchimici
con l'urina,32 che vi sono divulgati però solo parzialmente, ma
saranno totalmente svelati nel Crelum reseratum chymicum di Jo
hann Toeltius pubblicato nello stesso anno, il 1737.
Tutti questi autori, d'altronde, non fanno che continuare la
tradizione alchimica araba di Jabir e Ibn Wahs'iyya, che sostiene
la teoria della "pietra animale" quale "grande radice" dell'O
pera, e considera l'elisir minerale "exoterico" (barriin� e quello
animale "esoterico" (gawwiin�33•
Nel Libro della putrefazione o Libro dei segreti del sole e del
la luna, Ibn Wahs'iyya tratta della generazione artificiale delle
piante e degli animali, attribuendo tale dottrina ai saggi babilo
nesi Asqulabita, Ankabuta e altri34•
, Tale tradizione sarà poi continuata nei testi prodotti dai Ro
sacroce d'Oro quali l'Aurea Catena Homeri, il Crelum reseratum
chymicum, la Schlussel der wahren Weisheit.
menschlichen Leibs. Sampt einem Traktiitlein vom Urin oder Harn des Menschen,
Strassburg, 1 68 1 . Cf. Alexandre de Danann, Un Rose-Croix méconnu entre le
XVIf et le XVIIf siècle. . , Milano, Archè, 2006, capp.VI e VII.
.
31 Francofurti, 1 679.
32 Occulta philosophia oder Cadum sapientia> et vexatio stultornm, (Erfurt),
1 737, cap. X, pp. 71-77. '
33 Nell'opera intitolata Kitab Usiil al-hikma, cioè Le Radid della Saggez
30
Il ((maestro peifettissimo di magia naturale"35
31
Suo primo insegnante fu johann Dalberg (1445-1503), can
celliere dell'Elettore Palatino del Reno, un grande erudito in
lettere classiche che, valutate le sue qualità, gli facilitò l'ingresso
all'università esonerandolo dal pagamento della retta.
Proveniente da un'antica e nobile famiglia che godeva di
speciali privilegi, Johann Dalberg studiò teologia a Erfurt, poi
lettere classiche a Vienna e a Heidelberg; in seguito si recò in
Italia, prima a Pavia e poi a Padova e a Ferrara, ove si laureò
in diritto e instaurò relazioni con eruditi greci in esilio a causa
delle loro idee, di cui il primo propagatore era stato il filosofo
neoplatonico bizantino Gemisto Pletone (1360-1452), ispira
tore dell'Accademia neoplatonica di Firenze.
Ritornato in Germania, Dalberg concepì la creazione di
una simile accademia umanistica, e ne fece partecipi l'erudito
olandese Rudolph Huesmann o Hausmann, più noto con il
nome latino di Agricola, conosciuto in Italia, e il giovane Jo
hann Heidenberg38• Insieme al poeta laureato Konrad Celtis39,
che prese il nome di Celtes Protucius, diede nascita alla Sodalitas
litteraria rhenana, una straordinaria associazione che coltivava le
lingue antiche, la matematica, l'astronomia e la filosofia, ma
anche l'astrologia, la mistica dei numeri e la filosofia pitagorica.
Burkard Keilmann, Der l%nnser BischofJohann von Dalberg (1 482- 1503) und
seine Zeit, Mainz, Gesellschaft fiir mittelrheinische Kirchengeschichte, 2005.
39 Konrad Celtis (1459-1508) è l'elemento d'unione fra la tradizione er
metico-magica di origine arabo-iberica proveniente da Tritemio e il corpus
di conoscenze umanistiche provenienti dall'Italia tramite uno dei membri
dell'Accademia Romana di Pomponio Leto, l'umanista italiano Filippo Buo
naccorsi alias Callimachus Experiens (1 437-1 496) rifugiatosi in Polonia nel
1470, dopo essere stato accusato di aver congiurato contro papa Paolo Il.
Studente all'università di Cracovia all 'epoca in cui conobbe Buonaccorsi, nel
1 489-90, Celtis fondò numerose accademie letterarie, tra cui la Sodalitas lit
teraria rhenana. Gli umanisti di Heidelberg erano sotto l'influenza degli scritti
ermetici neoplatonici di Marsilio Ficino e Pico della Mirandola e i loro
interessi erano orientati verso l'ermetismo, la magia naturale, la kabbala, la
numerologia (cf. Benedek Lang, Unlocked Books. Manuscripts of Learned Magie
in the Medieval Libran'es of Centra/ Europe, Pennsylvania State University Press,
2008 p. 259).
32
Dalberg vi assunse il nome di Camerarius Oa chiave di volta),
Huesmann quello di Agricola (il coltivatore degli intelletti) e
Johann Heidenberg quello di Trithemius (il terzo legame), che
da quel momento conservò.
In onore del suo fondatore Konrad Celtis, l'accademia as
sunse anche il nome di Sodalitas celtica, e ad essa aderirono
anche il kabbalista cristiano Paolo Ricci, allievo di Pico della
Mirandola,Johann Reuchlin, Willibald Pirckheimer, ed altri.
Verso la fine del 1 481, Tritemio desiderò rivedere la madre e
il fratello e si mise in viaggio per Trittenheirn con un compagno,
ma si smarrì e si ritrovò nei dintorni del monastero benedettino
1995, pp. 241-245, che trae le sue notizie soprattutto da Klaus Arnold e da
Will-Erich Peuckert.
33
si recò a Sponheim in visita alla biblioteca: Johannes Dalberg,
Francesco da Bologna, segretario dell'imperatrice4 1 , poeta e
oratore versatissimo nelle lettere greche e latine; Heinrich de
Bunaw, ministro del duca di Sassonia; Giovanni Virgilio di Bo
logna, giurista e segretario del conte palatino del Reno, e che
divenne più tardi, con il nome di Polydoce, uno storico assai
stimato42• Il poeta Konrad Celtis, che veniva sovente a trovare
Tritemio, gli dedicò una quartina in stile oraziano:
34
L'arcivescovo di Colonia, il duca di Sassonia, il margravio di
Baden, � vescovo di Worms, il vescovo di Lubecca, per citare
solo le maggiori celebrità tedesche della sua epoca, provavano
per lui una particolare ammirazione e ci tenevano a dimostrar
glielo per iscritto. Il legato papale lo aveva invitato a Roma, ma
Tritenùo aveva gentilmente rifiutato, poiché gli onori ecclesia
stici non lo attiravano.
La biblioteca di Sponheim conteneva opere in molte lingue:
in una lettera del 20 agosto 1 507 indirizzata a Johannes Da
nùus, uno degli anùci che venivano spesso a fargli visita, l'abate
scrive: «Raccogliemmo molti volunù rari e preziosi, in ogni
disciplina, non solo a stampa, ma anche manoscritti su per
gamena, cosicché, confidenzialmente, oserei dire che in tutta
la Germania non esistesse una sinùle biblioteca, nella quale si
trovassero tanti libri rari e antichissinù, in ogni tipo di scrittura,
sia sacra che profana, e in lingue diverse, in ebraico, greco, lati
no, caldeo, arabo, zend (indiano) ruteno e cinese (tartarico)1145•
Comprendeva ad esempio, oltre naturalmente agli scritti dei
Padri della Chiesa, opere di Teocrito, Isocrate, Teofrasto, Ari
stippo, le Vite di Filostrato, i Versi aurei di Pitagora, le poesie di
Esiodo, l'Iliade e l' Odissea, le opere di Porfirio, la grammatica
del bizantino Moschopulus, la sintesi astrononùca di Teodoro,
le tavole astronomiche del persiano Ulugh-Beg, ecc.
Riteniamo possibile che le copie manoscritte del XVIII se
colo che oggi conosciamo di testi considerati "apocrifi" di Tri
tenùo contengano materiale proveniente da quegli antichi ma
noscritti raccolti dall'abate. Possiamo precisare meglio la nostra
ipotesi nel ritenere che quel materiale provenisse dalla tradizione
magica arabo-iberica, presente in città quali Salamanca, Toledo46
Accedunt Epistolae eiusdem Familiares. . . , Francofurti, 1 601, vol. Il, n° 47, p. 559.
Ricordiamo che l'antica India e la Tartaria non avevano limitazioni geogra
fiche ben precise.
'" Cf. ad esempio Sylvie Roblin-Dubin, "L'école de magie de Tolède:
35
e Siviglia; in numerosi manoscritti si dichiara infatti che questi
sono stati tradotti dall'arabo allo spagnolo e dallo spagnolo all'al
to tedesco, secondo una filiazione di cui abbiamo un esempio
illuminante nel titolo di un testo manoscritto del XVIII secolo,
ma fondato su materiale più antico, appartenente all'Aurea Ro
sacroce: n secondo silenzio di Dio (Das zweyte Silentium Det):
«<l secondo Silenzio di Dio nel Giardino paradisiaco di De
lizie di Re Salomone il Saggio, per l'apertura del quale è stata
tradotta, in epoca attuale, anche la seconda parte della Chiave
del Cielo di Teofrasto Paracelso, dall'arabo allo spagnolo, dal
Patriarca san Vincenzo, e poi dallo spagnolo all'alto tedesco dal
discepolo di BasilioValentino, l'illuminato e pio Macario; celata
sotto la scrittura segreta dei Rosacroce, è stata tuttavia rivelata
in modo chiaro e evidente, e descritta senza inganni, secondo
l'insegnamento del grande Haklir47 e del grande Mago Divi
no Tritemio; ma è stata palesata soltanto nell'anno del Signore
1599, grazie a Johann Arndt, illuminato uomo di Dio, quale
membro della Confraternita della Rosacroce d'Oro [ ... ]••48•
ritroverà più volte alcuni dei nomi presenti in questa genealogia nelle pagine
dedicate alla bibliografia dei manoscritti di Triternio.
36
dioso di kabbala e restauratore della filosofia pitagorica, che
simpatiz�ò subito con l'abate.
Nel 1 496 si situa l'episodio della lettera ad Arnold Bostius
contenente l'annuncio della sua opera allora in corso: la Stega
nografia, che sarà così carica di conseguenze per Tritemio.
Il 1 5 agosto 1 505 un inviato di Germain de Ganay, "ma
gister Narciscus", aveva invitato Tritemio a Parigi a spese del
canonico, presentandogli una sua lettera elogiativa in cui egli
dichiarava aver compiuto questo passo a causa di un'epistola
steganografica indirizzata da Tritemio a Johann Steinenmoel,
un prete di Mecheln, che de Ganay aveva visto e sulla quale
avrebbe voluto avere delucidazioni49• Tritemio non potè re
carsi a Parigi, ma gli inviò una chiave di lettura nella lettera
del 24 agosto, che possiamo considerare una summa di magia
naturale50 •
Tritemio così vi critica i falsi alchimisti: «Gli alchimisti cer
to giurano nelle loro composizioni chimiche, ma errano, sono
ingannati essi stessi e illudono tutti coloro dai quali sono stati
ascoltati volentieri.Vogliono imitare la natura e suddividere ciò
che è unico nell'universo, mentre non comprendono i principi
delle forze agenti nella natura. Non dare fiducia agli stoltissimi
alchimisti, perché sono buffoni e discepoli di scimmie, nemici
della natura e individui che disprezzano le cose celesti, senza la
conoscenza delle quali l'alchimia è inesistente»5 1 •
37
Per Tritemio infatti questo genere di alchimia è "arte senza
arte, il cui principio è la concupiscenza, il cui mezzo è la men
zogna, e il cui fine è il mendicare o il finire sul patibolo" .
Scrive infatti negli Annali Hirsaugienses: <<E ancora, l'alchimia
(per parlare secondo il costume degli uomini) è una casta me
retrice, che ha numerosi amanti, ma tutti delusi poiché nessuno
ottiene mai l'amplesso. Da sciocchi li rende pazzi, da ricchi li fa
poveri, da filosofi li rende vacui, da ingannati li fa verbosissimi
ingannatori, che pur non sapendo nulla dichiarano di sapere
tutto, e pur essendo poveri, promettono di offrire ai loro se
guaci le ricchezze di Creso, e il loro scopo è molto confuso»52•
Negli stessi Annali l'abate redasse un elenco di importanti
religiosi che si occupavano di alchimia o la facevano pratica
re, e ne furono rovinati: gli arcivescovi di Treviri Werner von
Falkenstein e Johannes, già margravio di Baden, gli abati Bern
hard di Nordheim e Andreas di Bamberg, un priore certosino
di Norimberga, il vescovo di Bressanone Melchior de Moka53 •
Nella lettera a de Ganay Tritemio espone inoltre il suo punto
di vista riguardo alla scienza degli astri: «Gli astri non sono dotati
né di intelligenza né di sentimenti; inoltre non possono procurare
saggezza al nostro intelletto e non hanno alcun dominio su di noi,
che camminiamo nello spirito e riconosciamo che nostro Signore
Gesù Cristo ha ogni cosa in suo potere, e a somiglianza del quale
dobbiamo accordarci con tutte le nostre forze. Infatti Egli è la sag
gezza di Dio Padre, Egli è la fonte e l'origine della scienza, Egli è
il centro dello spirito dal quale tutto è stato fatto. Indietro, uomini
temerari, uomini vani e astrologi mentitori che ingarmate gli inge
gni e cianciate di frivolezze. Poiché la disposizione delle stelle non
ha alcun effetto sull'anima · immortale, né sulla scienza naturale;
non ha nulla a che vedere con la saggezza sovraceleste, perché il
1690, pp. 286-288; H. Kopp, op. dt., l, 1 4 1 ; K. Kiesewetter, Geschichte des Oc
cultismus, II Theil, Die Geheimwissenschciften, Leipzig, 1 895, p. 79.
38
corpo non può avere potere che sul corpo. L'intelletto è libero è
non è sottomesso alle stelle, non assorbe i loro influssi e non segue
i loro movimenti, ma è in comunicazione soltanto con il principio
sovraceleste dal quale è stato fatto e dal quale è reso fecondo))54•
Quanto alla vera alchimia, invece, Tritemio non la riteneva
una semplice trasmutazione metallica, ma ben di più: un'arte
della trasformazione che conduce, attraverso la luce della natura,
alla conoscenza delle misteriose trasformazioni alle quali par
tecipa l'intero cosmo.
Durante un'assenza dell'abate da Sponheim per cause di forza
maggiore, all 'abbazia si costituì una sorta di complotto contro
di lui, e al suo ritorno i monaci si erano separati in due fazioni.
Ciononostante Tritemio riuscì a ricomporre la questione. A pro
vocare questa ribellione furono forse le eccessive spese sostenute
dal monastero e l'incessante attività dei monaci adibiti alla copia
e alla legatura dei volumi.
Nel 1 505, al raggiungimento del suo quarantaquattresimo
anno, la sua salute diventò un po' cagionevole. Aveva contratto
quella che allora si chiamava "la febbre terzana", dovuta indub
biamente alla fatica che il suo incessante lavoro gli costava, come
fa osservare il suo biografo Ernst Heidel.
Quando dovette allontanarsi nuovamente, su richiesta dell'E
lettore del Palatinato in merito ad una sua consulenza circa la
ricostruzione di un monastero, giunto a Heidelberg si ammalò
gravemente, così da non poter tornare rapidamente a Sponheim,
ove scoppiarono gravi disordini. Durante il viaggio ebbe però
l'occasione di incontrare per la prima volta l'imperatore Massi
miliano I a Colonia.
Prese la decisione di non ritornare più a Sponheim. In seguito sa
rebbe riuscito a rivedere solo due volte, nel 1 508 e nel 1 5 1 5, la "sua"
biblioteca, che sarebbe stata preservata fmo alla sua morte, nel 1 5 16.
39
Invitato da diversi principi, rifiutò, facendo sapere loro che era
intenzionato a continuare a osservare strettamente la regola mo
nastica; ottenne allora, grazie all'abate di un monastero, la carica
di priore del piccolo monastero di San Giacomo a Wiirzburg,
fondato nel 1 1 39 da benedettini scozzesi, ove trascorse l'ulti
mo decennio della sua vita. Qui non volle più ricostruire una
grande biblioteca, anche a causa delle sue precarie condizioni
di . salute. Putrtoppo il catalogo della biblioteca di Sponheim,
redatto nel 1 502, andò smarrito già quando Tritemio era an
cora in vita, e nessuno sa precisamente che cosa contenesse55•
Ma in un'epistola del 16 agosto 1 507 a Jacobus Kymolanus
Tritemio scrive: «Ho lasciato a Sponheim un'intera e preziosa
biblioteca di duemila volumi, che tu hai visto una volta, perché
era stata acquisita con il denaro del monastero; poiché nulla mi
appartiene in proprio, a me che ho fatto professione di essere
monaco, conformemente alla regola del nostro santissimo pa
trono san Benedetto; ma alcuni libretti segreti che trattavano dei
misteri della natura, che non appartenevano a Sponheim, e la
cui lettura non poteva giovare a tutti, li ho portati con me a
Wiirzburg»56 •
Inoltre, quando Tritemio, nel capitolo terzo del libro I
dell'Antipalus mal�orum (L'avversario dei maltifia), indirizzato
al principe Joachim di Brandeburgo, volle redigere una lista di
libri magici o sospettati di esserlo, ne elencò 1 03, di cui ben 68,
cioè i due terzi, sono costituiti da manoscritti che aveva avuto
in mano, e un terzo è tratto dalle referenze bibliografiche del
trattato di magia araba tradotto in latino sotto l'egida di Al-
55 Tritemio lo diede al cavalier Heinrich von Biinau, che non glielo re
stituì. Il catalogo comprendeva allora 1 646 volumi. Cf. Isidor Silbernagel,
]ohannes Trithemius. Eine Monographie, Landshut, 1 868, nota 5 p. 14.
56 Iohannis Trithemii Spanhemensis. . . secundae partis Chronica insignia duo. . .
Accedunt Epistolae eiusdem Familiares. . . , Francofurti, 1601, vol. I l , n° 44, p . 556.
Ecco un altro riferimento ai testi manoscritti di soggetto ermetico raccolti da
Tritemio, il cui contenuto può essere sopravvissuto nei manoscritti più tardi
considerati "apocrifi", di cui forniamo un primo inventario in bibliografia.
40
fonso X con il titolo di Picatrix e dello Speculum astronomit?7,
composto verso la metà del XIII secolo. Dei 1 03 testi, più di un
quarto, cioè 26, sono andati perduti58•
La data in cui terminò l'Antipalus (10 ottobre 1 508) coinci
de inoltre con una delle visite fatte alla biblioteca di Sponheim.
Fra i testi citati da Tritemio troviamo libri di magia, divinazio
ne, necromanzia, ma nella maggior parte dei casi, opere che
trattano dei sette spiriti planetari, dei loro nomi, caratteri e
fattezze, e di come si devono invocare; di catoptromanzia, cioè
di divinazione per mezzo di uno specchio personale; di come
procurarsi uno spirito familiare59, di come conoscere il futuro
grazie ai demoni, ecc.
A Wiirzburg, Tritemio riprese a lavorare a due grandi crona
che, quella della comunità di Hirsau60 e quella della sua abbazia
di Sponheim, per la quale aveva riunito materiale per ventidue
anni; entrambe le opere furono terminate nel 1 508.
41
Portò a termine anche la Polygraphia e il Nepiachus, il cui in
teresse risiede particolarmente nell'elenco completo delle sue
opere, di cui la maggior parte purtroppo non sono giunte fino
a not.
Si spense nel monastero di Wiirzburg il 13 dicembre 1516,
e fu sepolto nell'abbazia di San Giacomo di Wiirzburg, che è
anche chiamata «monastero degli Scozzesi)).
Cinquant'anni dopo, il vicario del vescovo di Wiirzburg,
l'abate Georg Flach, fece erigere un monumento alla sua me
moria. Le sue fattezze furono oggetto di una scultura, sotto la
quale si scrisse un epitaffio in versi latini che si premurava di
purificarlo da ogni accusa di magia.
42
Pythagoricus esto61
61
«Sii pitagorico» (conclusione della lettera di Libanio Gallo a Giovanni
Tritemio del 6 giugno 1 505, in Ioannis Trithemii Abbatis Spanhemensis Episto
larum familiarum libri duo ad diversos Germaniae Prindpes, Episcopos, ac erudizione
praestantes viros, quorum Catalogus subiectus est, Haganoae, 1 536, p. 99).
62
De la Pensée aux sources de la vie, Paris 1950, cap. VI, "Lo spirito sostan
ziale", p. 226.
63
]ohannis Trithemii Primo Spanheimensis deinde Divi ]acobi Peapolitani Abba
tis Steganographia, ed. Wolfgang Ernst Heidel, Moguntiae, 1 676, p. 250, 258,
265, 272, 277, ecc. Cf. François Secret, "Qui était Libanius Gallus, le maitre de
Jean Trithème?", in Estudios lullianos, 6, 1962, pp. 127-137; "Libanius Gallus,
l'abbéTrithème,Agrippa et Gianfrancesco Pico della Mirandola", in Herméti
sme et kabbale, Napoli, Istituto Italiano per gli Studi Filosofici, 1992, p. 93.
"" Che Tritemio, in età avanzata, aveva finito per confondere con l'u
manista neoplatonico spagnolo Fernando di Cordoba (ca. 1 425-1485). Cf.
Ioanni Trithemii Spanheimensis Tomus II Annalium Hirsaugiensium, 1 690, pp.
585-586;Jean Dupèbe, "Curiosité et magie chez Johannes Trithemius", in LA
Curiosité à la Renaissance, Paris, SEDES, 1986, p. 82 e "L'ermi te Pelagius et les
Rose-Croix", in Rosenkreuz als europiiisches Phiinomen in 1 7.]ahrhundert, Am
sterdam, In de Pelikaan, 2002, nota 22 p. 1 42. Dupèbe sottolinea che Pelagio
non ha nulla in comune con i seguaci di Raimondo Lullo, e inoltre che è
fondamentalmente ostile ai teologi, come vedremo.
43
Di umili ongmt, nato nel territorio di Genova (e dunque
italiano) , Pelagio aveva acquisito le sue vaste conoscenze gra
zie al suo genio e al sostegno di ricchi personaggi: una volta
imparati latino e greco, si immerse nell'astrologia e nella magia
naturale, due scienze che considerava inseparabili. Dopo esse
re stato, verso il 1 430, in Franconia, Pelagio partì per l'Africa,
presumibilmente del Nord, ove restò sette anni, per approda
re infine a Majorca ove visse in eremitaggio per quasi cio
quant' anni65•
Redasse una ventina di opere: su ogni genere di magia, na
turale, divina, angelica, ill usoria ("prestigiosa"), superstiziosa e
diabolica, nonché sulle loro operazioni e i loro principi; sulla
65 Cf. la lettera di Libanio a Tritemio del 6 giugno 1 496, BNF ms. lat.
7869, Jf. 81r-81v, e trascritta daJ. Dupèbe, "Curiosité et magie...", art. cit., pp.
91-93. La stessa lettera, con il titolo Epistola Libanii Galli ad discipulum suum
Trithemium de operibus Pelagii eremitae magorum principis, è presente nel Ms.
Thott 626 4° della Biblioteca Nazionale di Copenhagen (Catalogus Biblio
thecae Thottianae, 7, 1795, p. 413, miscellanea dei secc. XVII-XVIII), e alla Bi
blioteca universitaria Karl-Marx di Lipsia nel ms. C. M. 25, del XVIII secolo.
La lettera di Libanio fu citata dal Danese Peter Friedrich Arpe (1 682-
1 740) in Feriae aestivales, sive scriptorum suorum· historia: liber singularis, Ham
burgi, 1726, p. 1 1 5- 1 1 8 . La notizia comprende la data della morte di Pelagio,
che sarebbe avvenuta il 26 agosto 1480, e una lista di opere di Pelagio: sui
principi della magia naturale; sulla magia omnimoda; sulla natura celeste della
vita dei beati dopo questa vita, del purgatorio, dell'inferno, dello stato delle
anime separate dal corpo; sulla tavola della verità che dicono anche cerchio;
del proprio angelo custode. Arpe dichiara di possedere: Pro anacriseos operatio
ne cum sancto nomine proprio libri Il; De praenotationibus et anacrisibus hypnoticis
libri III, in manoscritto.
Fabricius aggiunge che, oltre alla lettera di Libanio già citata, ce n'è un'al
tra di Libanio, indirizzata al filosofo Melanio Triandrico, scritta da Parigi il
0 1 .05. 1 509, e che esiste una lettera di Melanio a Libanio [del 06. 10. 1 507]
sull'interpretazione di Pelagio, e la prefazione di Melanio al libro Sanctorum
somnialium. In questa è nominato un Megalopio re degli Artici che Tritemio
chiama Iaymiel, "uomo saggissimo", nella Polygraphia, libro VI, p. 603 (Cf.
Johannes Albertus Fabricius, Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis,V, Ham
burgi, 1736, p. 655-657). In realtà, Melanio Triandrico è Tritemio, e Iaymiel
Megalopius è Joachim di Brandeburgo. Cf. Klaus Arno!d,]ohannes Trithemius
(1 462- 1 5 1 6), Wiirzburg, 1 99 1 , p. 199. Ricordiamo che I'Ars cruci.fixi è detta
"del monaco Melanio", che J. Dupèbe identifica in un discepolo di Tritemio
("L'errnite Pelagius et !es Rose-Croix", art. cit., p. 144 nota 34).
44
natura dei demoni, sia benefici che malefici, i loro nomi, gradi
e compiti, le loro particolarità e differenze; due libri sugli spiriti
familiari, che ne precisano le caratteristiche e le modalità per
procurarseli, e di cui uno inizia con le precise parole: «Avere
uno spirito familiare è una cosa che accade a pochi, perché
tutti sono troppo attratti dal commercio carnale e trascurano
l'armonia delle anime».
Scrisse inoltre una Tavola della verità grazie alla quale si può
giungere alla verità più certa in ogni questione e dubbio66, dedicata
al suo discepolo Libanio; un opuscolo sul proprio angelo, su
come gli apparisse in sonno, gli annunciasse il futuro e lo met
tesse in guardia dai pericoli, e su come si possa avere l'angelo
custode ai propri servizi67•
Conoscitore del greco, ma anche delle tradizioni del mondo
arabo, in cui la teurgia era più liberamente praticata, imbevuto di
dottrine neoplatoniche, conoscitore dei segreti naturali e dei nomi
occulti, Pelagio intratteneva relazioni familiari con gli spiriti cele
sti, che facevano di lui un visionario, un profeta e un taumaturgo68•
E il terzo libro della Steganografia di Triternio apparirà pro
prio come un trattato di magia spirituale, pienamente in linea
con l'insegnamento teurgico di Pelagio e Libanio.
Infatti, quando il filosofo Charles de Bovelles69 lo accuserà di
praticare arti demoniache, non esprimerà altro che i pregiudizi
tipici dei teologi verso questo genere di scienze70•
Gallum, giuntaci in manoscritti come il BNF rns. 7869, dell'inizio del XVI
secolo, ff. 75r-80v, e il C.M.25 della Biblioteca universitaria Karl-Marx di
Lipsia, del XVIII secolo (segnalato da Carlos Gilly). Un'altra copia dal titolo
Circulus seu Tabula veritatis proscribente eam disdpulo suo Magistro Libano Gallo è
alla Stadtsbibliothek di Lipsia, rns. 730, del XVIII secolo.
67 De proprio angelo, BNF ms. lat. 7869, ff. 8 1 r-81 v, e J. Dupèbe, "Curiosité
et magie...", art. dt., pp. 91-92.
68 Cf.Jean Dupèbe, "Curiosité et magie . . .", art. cii., p. 83.
45
Tritemio diverrà altresì acernmo nenuco della mag1a de
moniaca e della stregoneria, ed esprimerà appieno la sua riso
luta opposizione nell'Antipalus mal�iornm . . . quatuor libris com
prehensus del 1 508 (ma stampato solo nel 1 605 a Magonza), de
dicato al principe Joachim di Brandeburgo. Contro i malefici
delle streghe prescrive anzitutto un "bagno purificatorio", per
la realizzazione del quale sono necessari una fede ben solida e
l'aiuto di un sacerdote casto ed esperto, e che è interamente
tratto dalle sedute teurgiche di Pelagio71• Fa parte della lunga
cerimonia l'applicazione di una speciale "cera benedetta per
fetta", a base di cenere, acqua benedetta, cera, polveri tratte da
sostanze sacre, che ha il compito di preservare uomini e animali
dai malefici, se portata appesa al collo o al letto, al tavolo e alle
porte di casa, sotto forma di piccole croci72• Chi ha subito il
maleficio deve inoltre assumere per nove giorni, mattino e sera,
la "polvere dell'eremita Pelagio", la cui ricetta è estratta dal suo
Liber experimentornm naturalium, e sulla cui efficacia Tritemio
insiste particolarmente73•
Anche su Libanio, discepolo di Pelagio e maestro di Trite
mio, e anello di congiunzione fra i due, vi sono pochissime
notizie e poche lettere, delle quali una delle più note è quel
la del 6 giugno 1505, indirizzata a Tritemio, ove lo prega di
riconoscere di essere «tre volte grande, cristiano che imita il
Cristo, monaco che disprezza il mondo, filosofo che rifiuta la
confusione», e in particolare gli raccomanda di nascondere i
suoi libri degli arcani poiché Saturno è in aspetto sfavorevole,
di custodire in silenzio l'Anacrisi e di non inviare la colomba
prima del tempo74•
7 1 BNF ms. lat . . 7869, fol. 75 sqq.: Compositio tabulae veritatis e fol. 82 sqq.:
De proprio angelo in somnis apparente. Cit . da J. Dupèbe, "Curiosité et magie. . ", .
46
Si tratta di un'opera di Pelagio, trasmessa a Libanio e da que
sti affidata a Tritemio: Lettera del maestro Pelagio santissimo eremita
a Libanio, suo discepolo in filosofia naturale, sull'opera Dell'anacrisi75
in sonno76•
L'opera si divide in tre parti, di cui la prima esamina la qua
lità delle persone e le condizioni in cui esse sono ammesse
all'anacrisi, nel santuario segreto della visione, detto Agiasteron77
o Ergasterium, un'officina in cui si fa qualcosa; vi si analizzano
i principali tipi di anacrisi: visione immaginaria, intellettuale,
in sonno. La seconda parte insegna il modo di pregare pita
gorico mediante un'orazione che si ritroverà nelle Opera pia
e spiritualia di Tritemio78 • Nella terza parte vi è la descrizione
particolareggiata delle operazioni necessarie all' ottenimento
dell'anacrisi, che è una scienza lecita: avere un buon synedron
(assessore) , avere a disposizione ima stanza, provvista di un al
tare consacrato, in cui si prega interiormente o verbalmente.
A questo proposito, Pelagio sottolinea di avere stilato solo ciò
che poteva essere scritto, e che, poiché la parte teorica, cioè la
contemplazione, lo oltrepassa in eccellenza, gliela comunicherà
oralmente. Aggiunge poi che questa scienza include molti arca
ni impossibili da comprendere se non si impara in precedenza
a elevare la mens e ad adorare Dio interiormente, cosa che Li
banio ha fatto.
Raccomanda, infatti, Pelagio nell'Anacrisi: <<Disponi il tuo
intelletto per ridurre il ternario all'unità per mezzo del binario
sacro».
47
Questo testo, dato a pochi eletti, arrivò anche ad Agrippa,
che scriveva in una lettera del 1 520 indirizzata a un amico: «[...]
Pertanto voglio che tu sappia che tutti quelli che praticano l'arte
magica lavorano invano, tranne coloro che, dopo aver superato
il binario, avranno saputo, per mezzo dello stesso, ricondurre alla
monade il ternario con il quaternario, se mai l'unità sia apparsa
una volta nel binario; e se questa unità è stata tratta fùtrandola
da ciò che resta nella retta linea del suo ordine, essa attraversa il
quaternario nella purissima unione con la sua monade))79•
In De arte cabalistica, Johannes Reuchlin riporta una dichia
razione di Porfirio che esprime lo stesso concetto pitagorico:
«Se vogliamo ritornare alle realtà che ci sono proprie, è ne
cessario spogliarci di tutto ciò che abbiamo preso dalla natura
mortale, poiché le nostre inclinazioni per questa sono quelle
che ci hanno fatto decadere. Dobbiamo ricordarci dell'essenza
beata ed eterna, sforzarci di salire verso ciò che è incorporeo e
inalterabile, facendo queste due meditazioni: l'una con la quale
rifiutiamo tutto ciò che è materiale e mortale, e l'altra che ci
riporta e ci fa risalire a quelle realtà per una via diversa da quel
la per la quale eravamo discesi))80 •
Tale radice pitagorica è riconosciuta anche da Jacques
Gohory (1 520-1 576) , il traduttore francese dell'Hypnerotoma
chia Poliphili, che ammette come l'anima, che è una, sia dotata
di tre facoltà: l'intelletto, la memoria e la volontà, e che questa
realtà sia confermata dalle figure e dai numeri pitagorici, che la
esprimono con un triangolo in cima al quale è la monade da
cui derivano i tre numeri. Aggiunge che anche Filolao, dopo
aver nominato la monade, chiamò diade la materia dalla quale
48
avviene la prima divisione delle forme e dei numeri, e che tutti
i "magi fisici" hanno estratto lo stesso concetto di triade dalle
fonti platoniche, compreso Augurello81 •
Queste espressioni di binario, ternario, quaternario, ricorro
no anche in Tritemio, che le ha attinte all 'Anacrisi di Pelagio;
ecco che cosa dice in una lettera scritta da Wiirzburg il 5 ot
tobre 1 507 al suo maestro Libanio: <Nivo qui tanto più libe
ro, quanto più mi sono spogliato delle cose di questo mondo,
riconducendo, per quanto le mie forze me lo permettano, il
ternario all' unità, affinché l'intelletto più puro raggiunga gli
scopi proposti dalla giustizia originaria))82•
In De miraculis beatissimae Mariae Tritemio ripeterà que
ste espressioni, «affinché colui che prega sappia, tramite il sacro
Binario, ricondurre alla semplice unità il ternario delle azioni
intellettuali)): e questo sarà proprio il Leitmotiv, come sottolinea
François Secret, delle sue lunghe lettere a Germain de Ganay
(?-1 520), Joachim di Brandeburgo (1484-1535) e Johannes von
WestenburgB3•
L'opera di Pelagio è citata anche da un amico di Agrippa
che gliela invia, in una lettera del 22 giugno 1533: «Ti invio
il presente libretto di Pelagio, l'eremita di Majorca, dedicato a
Libanio Gallo, il fùosofo, per l'operazione dell'Anacrisi, da pre
sentare al tuo arcivescovo a nome mio, ma a questa condizione:
che una volta letto e riletto, mi ritorni indietroll84•
Ne troviamo un'eco anche in un'opera dell'umanista croato
Paolo Scaligero85: Miscellaneorum de rerum causis et successibus et de
secretiore quadam methodo, Coloniae, 1 570, i cui primi capitoli si
intitolano De oratione anacritica e De anacrisi, quid et quam late pa-
81
Jacques Gohory, De usu et mysteriis notarum liber, quo vetusta literarum et
numerorum ac divinorum ex Sibylla nominum ratio explicatur, Parisiis, 1 550.
"2 De septem secundeis, id est intelligentiis sive spiritibus orbes post Deum moven-
tibus , Coloniae, 1 567, p. 1 70.
. . .
49
teat. Qui l' anacrisi è definita equivalente alla scienza dei numeri
e alla Tetractys pitagorica, alla kabbala ebraica, alla speculazione
dei gimnosofisti86 per gli Indiani. Vi è una anacrisi apparente,
innata in tutti gli uomini, che partecipa dell'intelletto superiore
o luce della natura, consistente in una triade composta dall 'intel
letto che ricerca il bene, dalla volontà per trovarlo, e dalla me
moria. Alla base vi è un quaternario dal quale noi emaniamo e
che ritorna nella triade come un punto in un cerchio.
Paolo Scaligero dichiara altresì, un po' vagamente, che l'a
nacrisi è una certa abitudine acquisita, una volta che si sono
superati i piaceri carnali, grazie a preghiere e digiuni frequenti,
che ci rendono in un certo qual modo immortali con la purez
za, la castità e la pietà87•
Se Pelagio condanna tutte quelle forme di mantica e di di
vinazione vietate dalla Chiesa, di cui redige una lunghissima
lista, consiglia invece quelle scienze tollerate dai teologi, quali
l'astrologia, la chiromanzia, la geomanzia, la fisiognomica, che
possono servire a distogliere l'intelletto dal mondo sensibile
per elevarlo verso il regno celeste. L'unica forma di preveggen
za o divinazione il cui fondamento sia evangelico è però l'a
nacrisi, ossia l'arte di preparare l'intelletto ad avere una visione
divina o angelica, tramite una disciplina teurgica coadiuvata da
nomi, caratteri e invocazioni: un'arte sana e per nulla diabolica.
Il candidato a tale esperienza deve possedere requisiti ben
precisi in termini di fede, costanza, temperamento, volontà, pu
rezza di vita e di intenti, e un fervido amore di Dio. Dopo un
periodo di studio delle scienze raccomandate, astronomia in
testa, può esercitarsi con esperimenti minori, di cui la Tavola
della verità è un esempio. Si tratta di una piccola tavola su cui si
pongono un pezzo di pane, un ago e un filo, movendo il quale
un angelo manifesta la sua presenza.
50
I discepoli più avanzati invece possono valersi dell' anacrisi
hypnotica, cioè alla visione di un angelo durante il sonno, di
cui trattano il De proprio angelo e il Peri anacriseon ton hypno
ticon, e che non è tuttavia priva di pericoli, a causa della dif
ficoltà di discernere quali visioni siano inviate da Dio, quali
siano illusioni diaboliche o quali siano il risultato di passioni
umane; e soltanto con una fede ben salda e una vita basata
sui precetti già ricordati il discepolo può aspirare alle visioni
divine.
La forma più elevata, più nobile, più chiara e più certa di
queste è la visione che illumina l'intelletto e lo apre alla cono
scenza divina e profetica, ma è data a pochissimi.
88
Cf. Jean Dupèbe, "Curiosité et magie chez Johannes Trithemius", in
La Curiosité à la Renaissance, Paris, 1986, p. 72. Il contributo di Dupèbe com
prende le pp. 7 1 -97.
89
Jean Gerson, CEuvres comp/ètes, Tournai, 1962, III, n° 99, pp. 224-249 ; cit.
daJ. Dupèbe, "Curiosité et magie .", art. cit., p. 74.
..
51
genera tre infelici figlie: curiositas, singularitas e invidia; mentre
chi ricerca la sapienza deve bandire in lui questi vizi per col
tivare la carità, fondata sulla semplicità, l'umiltà e la penitenza.
Questo rifiuto dell'intellettualismo si manifesta, in Tritemio,
in una critica alla teologia scolastica e alla corruzione intellet
tuale presente perfino nei monasteri, la cui responsabile è l'u
niversità. Ostile anche al movimento umanista, che considera
alla stessa stregua, Tritemio oppone alla curiosità intellettuale il
mentis intuitus che eleva alla vera conoscenza di Dio.
Questo atteggiamento mistico, come osserva Jean Dupèbe, si
apparenta con quella pratica della magia "spirituale" o teurgia
neoplatonica sviluppata nelle scuole di Giamblico e di Proclo,
che praticava l'evocazione di angeli e demoni planetari di cui
sollecitavano le rivelazioni90•
In questo senso il mago è l'opposto del teologo, ed essi cor
rispondono sia a due concetti opposti di conoscenza che a due
tipi di potere e di comunità: da un lato, piccoli circoli o con
fraternite, perlopiù ai margini della società, nei quali fiorisce
un tipo di conoscenza trasformante e illuminante, grazie a un
contatto ineffabile con la divinità, che richiede però una sot
tomissione totale dei fratelli alla grazia e alla volontà di Dio;
e dall'altro lato, un sapere "razionale" fondato su discussioni,
dibattiti e un'organizzazione saldamente gerarchica di poteri
e cariche. <<È indubbiamente grazie a tale nozione di strut
tura gerarchica - sottolinea Dupèbe - che si distinguono più
nettamente la gnosi e il sapere razionale»91, ove la prima esige
un'iniziazione, sì, ma è libera e aperta a chiunque, e ove, una
volta che il postulante è stato accettato e iniziato, egli può ac
cedere direttamente alla presenza della divinità e alla propria
perfezione, senza passare obbligatoriamente da una gerarchia di
dignitari che si è accaparrata il diritto all'amministrazione del
90 lvi, p. 81.
52
sacro. Allo stesso modo, in seno a una confraternita, il cui ideale
è unitario ed egalitario, nessuna élite monopolizza il potere e
il sapere, mentre l'istituzione accademica mantiene il proprio
dominio favorendo privilegi ed esclusioni.
La teurgia è dunque espressione di libero accesso al sacro e
alla conoscenza, e «si capisce - conclude Dupèbe - come un
nemico della scolastica quale Cornelio Agrippa abbia composto
il De occulta philosophia, una compilazione così importante per
gli umanisti: questo trattato non è, in fondo, che una lunga giu
stificazione della mistica e dell'occultismo ellenistici che, espo
nendo con compiacimento e legittimando la divinazione e la
teurgia, intendeva scalzare l'edificio della teologia scolastica e la
razionalità universitaria che la Chiesa pretendeva di istituire»92•
E infatti il "divino" Giamblico, nel trattato Sui misteri degli
Egizi, scriveva riguardo all'azione teurgica:
«Non è il pensiero che congiunge i teurghi agli dei: ché, se fosse
il pensiero, cosa impedirebbe a coloro che filosofano di arrivare
fmo all'unione teurgica con gli dei? Ora, invece, la verità non sta
in questo modo, ma l'esecuzione delle azioni inesprirnibili e com
piute in modo conveniente al dio e al di sopra di ogni pensiero
umano, e il potere dei simboli muti, comprensibili solamente dagli
dei, producono l'unione teurgica. Ecco perché non è il nostro
pensiero a compiere quelle opere: in tal caso la loro efficacia sareb
be di ordine intellettuale e partirebbe da noi: ma nessuna di queste
due cose è vera. Infatti, senza che noi vi pensiamo, i segni stessi,
per conto loro, compiono la propria opera, e l'ineffabile potenza
degli dei, alla quale questi segni si riferiscono, vi riconosce per
conto proprio le sue immagini, e non perché è destata dal nostro
pensiero»93•
Questi nomi e questi caratteri sacri infatti paiono inintel
ligibili e privi di senso solo all'intelligenza analitica, che pre-
53
tende di esprimere e rappresentare sempre il senso delle cose;
mentre la teurgia fa uso di questi proprio per il loro carattere
di immediatezza.
In questo senso la vera teologia è un'esperienza mistica del
divino, e non una mera conoscenza teorica: poiché il "divor
zio" fra teologia e mistica si è già compiuto nel XII secolo,
proprio grazie alla Scolastica.
Tritemio spiega le differenze fra le due, contrapponendo, sul
le orme di Dionigi l'Areopagita, i due tipi di teologia: «La prima
è segreta e mistica, simbolica, fonte di vera perfezione e, grazie
all'amore, di purificazione; agisce dolcemente al di sopra dello
spirito e dell'intelletto; è accessibile solo a pochi, e favorevole a
pochissimi: solo a coloro che, tormentando la loro carne con i
loro vizi e le loro desideri · e calpestando per amore di Dio tutto
lo schiamazzo di un secolo in tumulto, praticano la teologia
stessa non con le parole ma con le azioni. La seconda è più nota,
si manifesta e si trasmette agli uomini con la scrittura e gli scritti
degli uomini, è filosofica e la vediamo oggi godere di mol
ta considerazione agli occhi di molti, benché sia meno capace
della prima nello spronare l'anima all'amore divino. Dobbiamo
lavorare ogni giorno per passare dalla seconda alla prima1>94•
Esistono due lettere di Pelagio del 1 504, indirizzate a un
"prete Marcello", che trattano di un esperimento teurgico "di
rivelazione angelica nel sonno" realizzato tramite certi caratteri
sacri inscritti su pergamena95 • Chi ha una qualche familiari
tà con le raccolte manoscritte magiche e astrologiche greche
e dal rru. 673 della Biblioteca del Capitolo metropolitano di Praga, dell'inizio
del XVI secolo; la seconda dal BNE7869, ff. 88r-88v. Sono entrambe ripor
tate da Jean Dupèbe, "L' écriture chez l'ermi te Pelagius. Un cas de théurgie
chrétienne au XV siècle", in Le texte et son inscription, Paris, Éditions du
CNRS, 1989, pp. 1 24-147. Il contributo occupa le pp. 1 1 3-1 53.
54
ritroverà cose note, poiché proprio in tale dominio bizantino,
come rileva Jean Dupèbe96, si rilevano le analogie più evidenti
con l'operare di Pelagio, che vanno dalla cerimonia teurgica al
culto degli angeli e a quello dei geni planetari, di origine ne
oplatonica ma non privi di connotazioni cristiane, allo scopo
finale di comunicare direttamente con la divinità o con i suoi
intermediari: ove quindi la teurgia è inseparabile dall'angelolo
gia e dalla demonologia97•
L'esperimento di Pelagio mira a provocare l'apparizione
dell'angelo custode in sonno, affinché possa rispondere alle
questioni di chi lo evoca, aprendogli un campo vastissimo di
conoscenze in tutti i domini, e ove l'angelo è dispensatore di
conoscenza e guida spirituale.
Naturalmente il segreto98, il silenzio e l'isolamento sono i
requisiti essenziali per questo tipo di operazione, che il maestro
esige strettamente dal discepolo: questi deve suggellare un patto
con un giuramento, per regola deve rimanere il più possibile
separato da altri individui, e l'operazione deve avvenire in un
luogo, anch'esso isolato, cui possono eventualmente accedere
solo persone di provata fiducia.
Ma si esigono dall'operante, anche e soprattutto, un profondo
raccoglimento interiore e un distacco da tutto ciò che è esterio
re, indispensabili all'accoglimento della visione e della rivelazio
ne; nel Pen' anacriseon Pelagio raccomanderà la preghiera mentale
55
e silenziosa e dispregerà quella verbale, poiché solo spogliandosi
della parola, strumento esteriorizzatore, l'operante può raggiun
gere una forma di comunione immediata con la divinità e quin
di di illuminazione, in seno e grazie al proprio nous o mens, cioè
l'intelletto superiore99• Quanto all'angelo che comunicherà con
lui, lo farà non tramite strumenti profani o esteriori, perciò <mon
con lettere o scritti pubblici, ma con termini occulti e mistici11 1 00•
Ultimo requisito, più che fondamentale, è la qualità dell'o
perante, che influisce in modo essenziale sull'efficacia dei riti e
delle preghiere; l'operante deve cioè possedere quel che Pela
gio chiama una "dignità", ossia una natura favorevole, costituita
di qualità fisiche, psichiche, morali, intellettuali, che lo renda
degno di accedere a tali misteri 1 0 1 •
Se il postulante è giudicato degno dal maestro, deve sotto
porsi per un mese a un severo regime ascetico, che ne metterà
alla prova la costanza e la fede: questo è fisico, giacché com
prende castità, sobrietà, digiuno, abluzioni, aspersioni di acqua
benedetta e fumigazioni di aloe, muschio, incenso, ambra; ma
è anche spirituale, poiché esige quotidianamente confessione,
partecipazione alla messa, comunione, lettura di testi liturgici,
salmi e antifone, devozioni alla Trinità, alla Vergine, alle gerar
chie angeliche e naturalmente al proprio angelo custode, tutte
queste riportate da Pelagio 1 02•
Questo processo in cui il puro è separato dall'impuro è fon
damentale. Nella Tavola della verità Pelagio raccomanda a Libanio
di pronunciare le parole «con animo pitagorico, ricondotto dal
99 Peri anacriseon, BNF rns. lat. . 7456, f. 32v sq. e 37v.; cit. da J. Dupèbe,
56
quaternario al ternario verso l'unità»103, e nell'Anacrisi scriverà:
«La maniera di compiere un'operazione geomantica non procede
altrimenti che dall'animo dell'operatore che, moltiplicato in bi
nario, riconduce il binario alla monade e compie cose mirabili» 104•
E nella preghiera, ridurre la molteplicità delle parole al si
lenzio, cioè pregare interiormente, come Pelagio raccomanda a
Libanio: <<Disponi il tuo intelletto in modo tale che il ternario
sia ridotto, mediante il binario sacro, all'unità>> 105 •
Nel frammento dell'Anacrisi conservato a Parigi alla Biblio
teca dell'Arsénal si trova una Breve spiegazione dei termini del libro
primo di Pelagio, trasmessa da Libanio a Tritemio, ove è detto: «Si af
ferma frequentemente che l'Unità e la Monade siano la Mente
divina e il principio di tutto [ . . .] si afferma talora che il Binario
sia l'intelletto angelico, talora che sia anche la Mente umana,
soprattutto quando esso non è seguito dal Ternario [ . ] Il Ter . .
103 BNF ms. lat. 7869, f. 78v; cf.J. Dupèbe, 'Termite Pelagius et !es Rose-
Croi.x", art. dt., p. 1 49, nota 63.
1 04 Anacrisi, BNF ms. lat. 7456, f. 1 8v. Cf. ivi, p. 1 50 nota 65.
105 Anacrisi, ivi, f. 53r.
1 06 Paris, Arsénal, Ms. 2902, ff. 269r-277 (cit., 271 r-272r), Brevis Termino-
57
Nella lettera inviata a Germain de Ganay il 24 agosto 1 505,
Tritemio farà uso degli stessi termini per chiarire il significato
della vera magia: «È assolutamente necessario ridurre il ternario
all'unità, se l'intelletto vuole ottenere una perfetta intelligenza
delle cose. Infatti l'unità non è un numero, ma da essa deriva ogni
numero. Che il binario sia respinto, il ternario può convertirsi al
lora in unità [...] Questa unità e questo ternario non ammettono
il binario, ma, avendo denudato ogni molteplicità con la sì sem
plice purezza che è loro innata, essi si mantengono nell'Uno»107•
Dopo questo periodo di purificazione, l'operante deve com
piere, di notte nella propria stanza, pulitissima e purificata da fumi
gazioni, l"'atto solenne" finale che gli consentirà la visione ange
lica. Ha a disposizione tre candele benedette il giorno della Can
delora108, altri ceri, sale e acqua benedetti, e acqua fresca di fiume
per il lavaggio delle mani e qualsiasi altra cosa sia necessario lavare.
Traccia allora intorno al letto due cerchi concentrici, e di
spone intorno ad essi pergamene su cui sono tracciati, a gran
di caratteri e con inchiostro rosso109, i caratteri ebraici del Te
tragrammaton, formule e inni a gloria di Dio e del Cristo; su
un'altra pergamena si tracciano il nome segreto e i caratteri
dell'angelo custode, e sul retro, con inchiostro nero, il testo del
la domanda da porgli, e si mette sotto il cuscino; su una terza
pergamena, infine, posta an eh' essa sotto il cuscino, si inserivano
i caratteri dei dodici angeli della notte, protettori del sonno 1 1 0•
rum explicatio libri primi Pelagii, a Libanio tradita Trithemio; Carlos Gilly, "Tra
Paracelso, Pelagio e Ganello: l'ermetismo in John Dee", in Magia alchimia e
scienza . . . , op. cit., l, nota 1 9 p. 278. Gilly vi cita inoltre il lungo capitolo del
Peri Anacriseos Ypnotikon, libro l, che descrive come essere in comunicazione
familiare con il proprio angelo custode.
107 Ioannis Trithemii Abbatis Spanhemensis Epistolarum Jamiliarum libri duo. . . ,
58
A titolo di esempio, Pelagio cita i nomi del proprio angelo
custode (Sempiel) e quelli degli angeli che presiedettero alla
propria concezione (Aiziel), all'ora della propria nascita (Val
bis) e alla propria morte (Volsenni), facendoli seguire dalle re
lative preghiere1 1 1 •
Nella seconda lettera, invece, Pelagio rivela i nomi e i caratteri
dell'angelo custode di Marcello (Samiel) e degli angeli che pre
siedettero alla sua concezione (Omiel), all'ora della sua nascita,
il 1 ° febbraio 146 1 , alle ore 2 e 28 minuti, di domerùca (Amiel)
e alla sua morte (Pomiel) ; nonché il nome del suo demone
(Runchiel), <<che i teologi chiamano angelo cattivo�� . ma anche i
profani; i sigilli degli angeli che presiedono gli altri giorni della
settimana, e infine due sigilli: il primo del segno ascendente al
momento della nascita, e il secondo del pianeta dominante 112 •
Nella prima lettera, Pelagio precisa anche:
«Grande è l'efficacia di questo esperimento di visione an
gelica in sonno, e la sua virtù da me sovente provata, per cui,
se avrai osservato scrupolosamente la maniera di operare che
ti abbiamo insegnato, potrai conoscere la verità in tutti i tuoi
dubbi e le tue domande, sia per te che per chiunque altro, e
grazie a questo potrai conoscere le intenzioni e i segreti dei so
vrani, la natura degli spiriti, lo stato delle anime dopo la morte,
i pensieri nascosti degli uomini e le loro azioni, [ . ] arti come
. .
tanto più puro e integro sarai nella tua condotta di fronte a Dio,
tanto più facilmente otterrai il risultato di questo esperimento:
infatti gli spiriti buoni fuggono e odiano ogni impurità, sia
111
lvi, pp. 138-142.
112
lvi, pp. 1 45-147.
59
dello spirito che del corpo. [ ] E se avrai compiuto nel giusto
...
60
essa sia, e nella realizzazione di questa, incontri una qualche dif
ficoltà, grande o piccola, non esitare, ma credi, vivi e prega, e
l'anacrisi ti darà una vera conoscenza di tutte le cose••115•
L'eremita raccomanda anche di compiere l'operazione solo
in un momento astrologico favorevole, poiché i geni e gli an
geli sono legati ai pianeti: «Se avrai posto una domanda in vece
di chiunque altro, tramite i dodici angeli e con l'assistenza del
tuo angelo custode, a imitazione degli Antichi, saprai di pos
sedere molti elementi per non essere giudicato dagli altri un
vano o un falso maestro»116•
Gli scritti di Pelagio si ritroveranno sovente nelle bibliote
che di personaggi noti per essere ispiratori o promotori della
Confraternita della Rosacroce: è già del 1 579, ad esempio, un
commento all'Anacrisi, intitolato Giudizio sull'Anaaisi di Pelagio
l'eremita, attribuito a Valentin Weigel, ma il cui autore pare essere
il suo successore, il diacono Benedikt Biedermann1 17, che inizia
il suo elogio dicendo: «L'Anacrisi è un buon libro e mi piace
molto••118•
Collezionisti come Karl Widemann119, David Ehinger12o o Jo
hann Andreae121 menzionano, nei cataloghi delle loro biblioteche,
m BNF rns. lat. 7456, f. 13v. Cf.J. Dupèbe, "L'erm.ite Pelagius et !es Rose
61
diversi trattati di Pelagio, primo fra tutti ovviamente l'Anacrisi, non
ché l'Arte di Gesù Cristo crodfisso del monacoforestiero Melanio, grazie
alla quale si fanno molti miracolt122, la Prassi peifetta di questa sdenza di
vina in due libretti123, l'Opuscolo sull'angelo custode12\ e altre due opere
intitolate Traditione cabalistica e Cose cabalistiche e magiche125•
Anche nell'autorevole Catalogus manuscriptorum chemico
alchemico-magico-gabalistico-medico-physico-curiosorum, edito nel
1788 dal libraio Graffer di Vienna126, sono nominati due testi
62
manoscritti di Pelagio, dichiarati appartenenti alla collezione
di Mattia Corvino re d'Ungheria, di cui il già citato Arte di
Gesù Cristo crocifisso, e uno intitolato Tre libri del maestro Pelagio
eremita, uomo santissimo, sulle rivelazioni notturne grazie alle quali
sono rivelati tutta la saggezza proveniente da Dio e tutti i misteri del
mondo. I principi sono: chiedete, cercate, bussate1 27, che conteneva
quasi certamente l' Anacrisi, poiché tale opera si conclude so
vente con le parole "chiedere, cercare, bussare", i tre principi
cabalistici paracelsiani di cui Pelagio era considerato la fonte.
Altri trattati di Pelagio giuntici in forma manoscritta sono: Pe
lagii Philosophi de eadem magna arte128 e De hac arte divina et sacra1 29•
Inoltre, verso la fine del XVII secolo, il mistico di Ratisbona
Johann Georg Gichtel (1638- 1 7 1 0) , discepolo di Jakob Bohme
(1575-1624), fece una copia degli scritti di Pelagio a proprio
uso personale130•
Anche Johann Scheible, l'editore del qui presente Libro delle
meraviglie, nel XIX secolo, si era occupato di testi manoscritti
attribuiti a Tritemio, Libanio e Pelagio131 •
63
Quanto a Tritemio, fu iniziato alla teurgia da Libanio, defi
nito dall'abate, in una delle sue lettere, "filosofo, matematico e
teologo", che incontrò la prima volta all'abbazia di Sponheim
nel 1 495. Lo narra egli stesso: «All'epoca in cui Massirniliano
del Sacro Romano Impero convocò a Worms la grande e lun
ga dieta dei suoi principi, venne da me a Sponheim un uomo
dalla Franconia, attratto dalla mia fama, detto Libanio Gallo,
un uomo rinomato per la sua conoscenza in ogni disciplina, e
non meno famoso per la sua fede cristiana e per la sua santità
che per la sua erudizione))132• Da quel momento, sino al ritiro
finale di Libanio a Majorca, nel 1 507, intrattenne una relazione
intensa e continua d'amore e di venerazione, com'è propria
mente quella fra maestro e discepolo133•
Di origine normanna134, Libanio, trent'anni dopo aver ap-
Hermétisme et kabbale, op. cit., p. 93, N. L. Brann, Trithemius and magica/ Theology,
Albany, NY, 1 999, p. 109;). Dupèbe, ''L'ermite Pelagius et les Rose-Croix",
art. cit., nota 1 2, pp. 139-140.
1 33 Con queste parole, ad esempio, Libanio si rivolge a Tritemio nella lettera
del 6 giugno 1 505: •Una volta che ho incontrato te, un discepolo così meri
tevole, ho condiviso volentieri con te tutto ciò che è mio» (Cf. loannis Trithe
mii Abbatis Spanhemensis Epistolarum familiarum libri duo ad diversos Germaniae
Principes, Episcopos, ac erudizione praestantes viros, quorum Catalogus subiectus est,
Haganoae, 1536, p. 99), mentreTritemio gli si rivolge, nella lettera del 20 agosto
1 505, chiamandolo: "mio unico maestro" e "ottimo fra i maestri" (ibidem), "il
più fidato di tutti i maestri dopo Dio" (ivi, p. 100), "maestro amorosissimo" (ivi,
p. 101); e in un'epistola del 5 ottobre 1 507:"metà della mia anima" (ivi, p. 340).
13'
Lo si deduce dalla frase conclusiva del BNF ms. lat. . 7869, f. 80v: •Ex
plicit opus tabulae veritatis Pelagii heremitae in lnsula Majoricae ad Liba
nium francisci Gallum natione Normannum discipulum omnium suo tem
pore doctissimum», laddove Jean Dupèbe suggerisce che Francisci indichi il
cognome di Libanius, e lo traduce come François o Lefrançois (''L'ermite
Pelagius et les Rose-Croix", in Rosenkreuz als europiiisches Phiinomen im 1 7.
]ahrhundert,Amsterdam, In de Pelikaan, 2002, p. 1 39, nota 1 1) .
64
preso i principi delle arti liberali135, si mise in viaggio alla ri
cerca di un maestro di magia naturale e spirituale, dilapidando
tutto il suo patrimonio; percorse quasi tutta l'Europa, andò
in Africa e nelle isole, presso le "nazioni barbare"; al ritorno
dal suo viaggio giunse infine all'isola di Majorca, attirato dalla
fama di un vecchio eremita taumaturgo chiamato Pelagio che
ci abitava da quasi cinquant'anni, vivendo di soli vegetali, pane,
sale e acqua. L'incontro fatale avvenne presumibilmente nel
1480136• Constatandone la "dignità", Pelagio accettò Libanio
come discepolo e gli trasmise le sue conoscenze per sedici mesi
ininterrotti137, durante i quali Libanio vide "grandi miracoli" e
subito dopo i quali Pelagio mori, !asciandogli in eredità le sue
opere, la sua biblioteca e i suoi segreti.
È necessario sottolineare qui che Pelagio non fa mai riferi
menti chiari a testi magici di altri autori, ma tutt'al più ad altri
propri138•
Nelle sue opere i Rosacroce trovarono «un cristianesi
mo esoterico, che si apparenta per molti aspetti ai Misteri
antichi))139• Pelagio, infatti, «incarna l'ideale del "sant'uo-
"Curiosité et magie . . ", art. dt., pp. 95-97. Nella stessa lettera Libanio parla
.
a Triternio dell'esperimento del Cerchio o della Tavola della verità che gli era
stato mostrato da Pelagio, e che egli aveva spiegato a Triternio di persona, e
gli invia un libretto scritto dallo stesso Pelagio che lo contiene.
137 Questa affermazione sembra tuttavia smentita da ciò che Pelagio scrive
65
mo" proprio del cnst1anesimo orientale, così come quel
lo dell'"uomo divino" tipico delle dottrine ellenistiche e
neoplatoniche••140, secondo le quali gli eletti possono, in virtù
dello studio, della contemplazione, della pietà, essere riscattati
dalla loro condizione di peccatori e anzi, unendosi a Dio,
essere deificati. «Troviamo quindi in Pelagio un maestro di re
ligione esoterica, anzi, di una vera e propria teurgia cristiana,
coltivata in certi ambienti monastiCÌI>141 e simile ad altri tipi
di arte magica originati dal neoplatonismo bizantino o arabo,
come l' ars notoria, l' ars paulina, l' ars Almandel o i Flores aurei di
Apollonia di Tiana142•
Inoltre, lo stesso Tritemio scrive che il suo maestro Libanio,
chiamato in un frammento di lettera platonicus vir43, dopo la
morte di Pelagio, imparò la magia da Pico della Mirandola e da
molti altri144: questo indica una chiara continuità spirituale fra
.
i neoplatonici fiorentini, Pelagio, Libanio e il nostro Tritemio,
formato da Johann Dalberg, vescovo di Worms, Konrad Celtis
e Johannes Reuchlin, ammiratore di Pico.
66
letto con attenzione, quando scrive: <<«Mentre discorre l'Abba
te Tritemio del misterioso magico Ternario, cioè del triplice, &
unico principio della Magia naturale, apertamente afferma, che
senza quello non può in verun modo l'Astronomo dar opra alle
Imagini, né 'l Mago naturale a i magici Suggelli, senza evidentis
simo delitto, & errore espresso. Da che cavasi chiarissima conclu
sione, che a dette Imagini, e Suggelli, Annelli, Caratteri, e simili,
i quali non hanno per loro fondamento il sudetto natural prin
cipio, in qualunque altro modo siano fabricati, sono superstitiosi,
& inventati da falsi Demoni in detrimento de gli huomini.
Sono magicamente, & in genere la Magia naturale, e l'Astro
nomia, una medesima cosa, intendendosi l'Astronomia inferio
re, ch'altro in somma non è, che perfetta cognizione dell'astrali
operazioni, influenze, & impressioni del Firmamento [ . . . ] nel
quale, se non attualmente, almeno virtualmente, & in poten
za tutti gli Astri si ritrovano, cioè li Pianeti, le Stelle fisse, e li
67
Riporta anche che «L' Abbate Tritemio nell'Epistola a Ger
mano di Ganai definisce la Magia naturale, dicendo eh' ella è
Sapienza delle fisiche, & intelligenza delle metafisiche cose: la
quale consta della scienza delle virtù delle medesime, tanto di-
.
VIne, quanto humane [ ] » 148 .
. . .
68
La steganogra.fia
69
due avrebbero trattato appunto di steganografia151, e di scritture
all'encausto, il terzo, di un metodo per imparare rapidamente
una lingua straniera, e il quarto di procedimenti criptosemanti
ci e di argomenti occulti e riservati152• Una rivelazione nottur
na gli aveva permesso di accedere a tale arte.
Il primo libro insegna diversi metodi di decodificazione
di messaggi a prima vista incomprensibili, formati da parole
bizzarre e incongrue (quelli che apparivano come evocazioni
demoniache!), ove il nome del demone in testa al messaggio,
nome fittizio e arbitrario, determina il codice in base al quale
decifrare lo stesso, selezionando soltanto le lettere significative,
ed eliminando quelle prive di senso.
Il secondo libro contiene invece 24 serie di permutazioni di
lettere, ordinate secondo i geni che governano le 1 2 ore del gior
no e le 1 2 della notte; a questo proposito Tritemio fa notare che
le parole sotto il velo dei nomi degli "spiriti" esigono un lettore
istruito, perché egli fa uso del ministero degli spiriti per velare
un segreto che sarebbe dannoso se fosse noto a persone perverse.
Il terzo libro restò incompleto153• I principi sui quali è stato scrit
to sono gli stessi che hanno dato origine a un'altra opera di Trite
mio: Delle sette cause seconde, ossia delle intelligenze o spiriti del mondo
dopo Dio, o Cronologia mistica, che raahiude meravigliosi segreti degni di
interesse154• Sulle orme di Ficino, Triternio spiega che Dio governa
70
il cosmo mediante sette "intelligenze o spiriti", ossia gli spiriti pla
netari: l'angelo di Saturno Orifiel, quello di Venere Anael, quello
di Mercurio Raphael, quello di Giove Zachariel, quello di Marte
Samael, quello della Luna Gabriel, e quello del Sole Michael.
Nel terzo libro della Steganogrqfia, questi angeli planetari si in
vocano raffigurandoli su un pezzo di carta nuova o in una statuet
ta di cera, badando a farne una figura umana ben riconoscibile,
e pronunciando determinate formule; è necessario altresì cono
scere le figure e i nomi dei geni zodiacali e i complessi calcoli
astrologici relativi all'operante e al momento in cui egli compie
l'invocazione. L'immagine deve essere avvolta in m1 foglio di car
ta, insieme a un ritratto del destinatario, e sepolta sotto la soglia di
casa, ed entro ventiquattr'ore il messaggio sarà trasmesso.
Il terzo libro si conclude con l'affermazione che grazie a
quest'arte è possibile acquisire una sapienza universale, ovvero
conoscere, osservando gli influssi delle costellazioni, tutto ciò
che avviene nel mondo.
Ecco in quali termini l'apprezzava Cornelio Agrippa, preziosi
perché ci confermano l'autenticità del metodo di Tritemio: «<n
fatti le forme delle cose, trasmesse, grazie alla loro specifica na
tura, ai sensi degli uomini e degli animali, possono, mentre sono
nell'aria, ricevere una certa impressione dai cieli; grazie a questa
e alla disposizione del destinatario, esse possono dirigersi verso i
sensi di un determinato individuo. È quindi possibile in maniera
naturale, lungi da ogni superstizione e senza l'intercessione di al
cuno spirito, che un uomo trasmetta il disegno dei suoi pensieri
a un altro uomo, a qualsiasi distanza e ove egli si trovi, in brevissi
mo tempo. Non si può misurare con precisione tale tempo, ma è
certo che tutto questo avviene nello spazio di ventiquattr'ore. Io
stesso lo so fare, e l'ho fatto sovente. Lo sapeva fare anche l'abate
Tritemio, e un tempo lo faceva»155•
71
Chacornac a questo proposito pensa tuttavia che il metodo
crittografico servisse da "copertura" o da "supporto" a qualche
altra cosa, agente in tutt'altro dominio, che favoriva o provo
cava la comunicazione a distanza, e riporta la testimonianza,
sebbene indiretta, del padre oratoriano Pierre Le Brun:
«Ho sentito dire più volte che alcune persone si erano co
municate dei segreti a più di cinquanta leghe di distanza per
mezzo di aghi magnetici. Due amici prendevano ciascuno una
bussola, intorno alla quale erano incise le lettere dell'alfabeto, e
si pretendeva che se uno dei due avvicinava l'ago a una lettera,
l'altro ago, benché si trovasse a diverse miglia di distanza, si gi
rasse subito verso la stessa lettera))156•
Un metodo similare fu descritto da un personaggio altolo
cato che si dedicava all'alchimia e ad altre scienze occulte: il
principe Federico III, duca dello Schleswig-Holstein (1 597-
1 659), chiamato da Marcus Meibomius "il più erudito dei
principi, e principe dei letterati"157• Comunicò una Strana lettera
riguardo a un Adepto, le sue curiose dottrine e i suoi immensi tesori1 58,
nella quale narrava la storia di un adepto <<che non solo posse-
72
deva una grande ricchezza, ma che a quanto pare conosceva il
segreto di una lampada perpetua e un metodo per comunicare
a distanza con i suoi amici mediante un ago magnetico e un
alfabeto, un'anticipazione del telegrafo senza fili. Queste idee
furono adottate - aggiunge Ferguson, che cita l'opera - ben
ché in una luce sinistra, da Lord Lytton, nel suo racconto The
haunted and the haunters»159•
Quanto all'adepto, che l'autore della lettera chiama «il mio
maestro B.J.))160, era un Ebreo di religione cristiana, conoscitore
di latino, francese, italiano e ebraico, molto abile nella scienza
medica e guaritore di casi disperati. A ottantotto anni, sentendo
avvicinarsi la morte, chiamò a sé il suo discepolo e gli affidò
delle chiavi e una fiala contenente il sigillo d'oro alchimico
con il quale aveva suggellato i suoi tesori, raccomandandogli
di darli solo ai suoi nipoti Jesse, Abraham e Solomon Joelha. Il
giorno dopo, il discepolo ricevette una lettera del nipote Jesse,
che gli domandava se il suo maestro era ancora vivo. Quando i
tre nipoti arrivarono, aprirono le porte del gabinetto segreto in
cui l'adepto aveva rinchiuso i suoi tesori. Fra questi c'era una
specie di lampada dal piedestallo d'oro, la cui parte centrale, in
cristallo, racchiudeva un fuoco perpetuo incombustibile161; e
anche uno strumento che somigliava a un orologio, ma che al
1 59 J. Ferguson, op. dt., I, p. 290. Si tratta del suggestivo racconto The Haunt
ed and the Haunters, or the House and the Brain di Sir Edward Bulwer Lytton
(1 803-1 873), pubblicato per la prima volta nella rivista Blackwood's Edinburgh
Magazine, vol. LXXXVI, n° DXXVI, August 1 859, pp. 224-245, e riprodotto
nella raccolta Tales from Blackwood, I serie, vol. X, Edinburgh-London 1 86 1 .
Un'edizione francese parziale, con il titolo La Maison hantée, s. i., s . d . (1 894),
era stata curata da René Philipon. Edizione italiana integrale: La Casa e il
cenJello, a cura di Malcolm Skey, Roma-Napoli, Theoria, 1985.
1 60 Che sarebbe stato identificato con Benjamin Joehla o Benjamin Mu
saphia (1606-1 675), forse di origine spagnola, alchimista e kabbalista, poi
sabbatiano, morto ad Amsterdam.
1 61 Questa lampada è del tutto simile a quella di cui si tratta nel capitolo
XVIII del Ubro delle meraviglie qui presentato, e ricorda anche quella descritta
dal principe Raimondo di Sangro di Sansevero nella sua Dissertation sur une
lampe antique trouvée à Munich en l'année 1 753, Naples, 1 756.
73
posto dei numeri aveva le lettere dell'alfabeto, con una mano
puntata su di queste, e grazie al quale l'adepto aveva potuto
comunicare a distanza per simpatia con suo nipote ]esse.
Un simile "telegrafo" è descritto altrove come "Segreto mera
viglioso per fare un orologio o bussola simpatica, grazie al quale
si potrà scrivere a un amico lontano e fargli conoscere la nostra
intenzione in quel momento e subito dopo avergli scritto"162:
«Fate costruire due scatole di acciaio fine (simili alle comuni
custodie delle bussole marine), che siano di ugual peso, gran
dezza e disegno, provviste di un bordo abbastanza grande per
collocarvi tutt'intorno le lettere dell'alfabeto; e che sul fondo
vi sia un perno per fissarci una lancetta, come in un comune
orologio. Badate che le vostre custodie siano ben pulite e luci
de, poi cercate, fra delle magnetiti fini e di buona qualità, una
che abbia, dalla parte rivolta a mezzogiorno, delle vene bian
che, e scegliete quella più lunga e più diritta; fatela segare in
due parti, il più possibile uguali, per farne due lancette per le
vostre scatole; è inoltre necessario che siano dello stesso spesso
re e dello stesso peso, e che siano provviste di un forellino per
posarle in equilibrio sul perno.
Preparato tutto ciò, darete all'amico con il quale volete cor
rispondere una delle due scatole, nella quale avrete segnato
un'ora per alcuni giorni della settimana, o anche un'ora per
ogni giorno, se vorrete, o più, anche se potrebbe essere un po'
fastidioso, perché quando si vuole comunicare con l'altro, è ne
cessario essere nel proprio studio un quarto d'ora, mezz'ora, o
anche un'ora prima di quella concordata con l'amico, porre su
bito la lancetta sul perno della scatola, e continuare a osservarla.
Bisogna anche fare un segno, una croce o altro, all'inizio
dell'alfabeto, per poter vedere, quando la lancetta si troverà su
questo segno, che avete l'intenzione di cÒmunicare fra voi, per-
162
Secrets merveilleux de la magie nature/le et cabalistique du peti t Albert . . , Lyon,
.
74
ché è necessario che giri da sola dopo che l'amico lontano,
sempre prima di cominciare a comunicare, l'avrà indirizzata su
tale segno; così l'amico, per far conoscere la propria intenzione
all'altro, indirizzerà la lancetta su una lettera, e nel contempo, la
lancetta dell'altro amico si girerà da sola sulla lettera corrispon
dente, a causa del rapporto esistente fra loro.
Quando risponderete, dovrete fare la s.tessa cosa, e quando
avrete finito, rimetterete la lancetta sullo stesso segno. Notate
che dopo aver parlato bisogna badare ad avvolgere la scatola e
la lancetta separatemente nel cotone, in una scatola di legno, e
a preservarle soprattutto dalla ruggine».
Ritroviamo un altro procedimento di preparazione di que
sti strumenti, del tutto inaspettatamente, in una voluminosa
raccolta di ricette del medico e alchimista itinerante italiano
Buonafede Vitali, vissuto a cavallo tra il XVII e il XVIII se
colo163:
<<Essendo la Luna in buon aspetto con Mercurio che sia in
Sagittario con lancetta nuova si cavi sangue dalla mano sinistra,
e si raccolga il sangue in un bicchiero nuovo; dopo cavate 6
o 7 once si vada ispergendo acqua, così il sangue pian piano
si sciolga, si fùtri, lavando e rilavando con altra acqua ciò che
resti sul fùtro sino che non restino che li soli sfùacci bianchi.
Questi bene asciutti all'aria si ripongano in una scattoletta di
legno fatta al torno, e ben chiusa si conservi, e la scattola sia di
frassino in un'altra pur di simil legno si conservi la lanzetta, che
cavò il sangue senza lavarla. Così facciano due persone nello
stesso punto uno vicino all'altro, e si cambino poi le scattole
e le lanzette, e potranno darsi conto di se in lontananza, pun
gendo le dette fibbre con detta lanzetta, e corrispondendo, o in
famiglia bussetana, che percorse tutta l'Europa, cf.: Giovanni Battistini, "Buo
nafede Vitali: l'Anonimo", La Nazionale, Parma, (1970) e in Archivio storico
per le province parmensi, IV serie, 2 1 , 1 970; e Michelangelo Ferraro, I segreti di
Buonafede Vitali e la mediana del primo Settecento, Bologna, 2002.
75
numeri o in lettere, e così si parla in eccessiva lontananza ciò
che si vuole»1 64•
Di comunicazione a distanza mediante il sangue e di tran
splantazione delle malattie trattano diversi scritti, come la Dis
sertazione epistolare sulla transplantazione delle malattie del medico
e matematico danese Thomas Bartholin165•
Ma torniamo ad Agrippa, del quale un carteggio con un te
ologo, il padre agostiniano Aurelio di Acquapendente, residente
ad Anversa, ci fornirà degli interessanti elementi. Era stato il
padre Aurelio a iniziare la corrispondenza, con una lettera del
2 settembre 1 527 in cui esprimeva ammirazione per Agrippa,
e alla quale quest'ultimo rispondeva il 23 dello stesso mese,
instaurando subito un rapporto di amicizia e dichiarando al
suo corrispondente: <<Bada a non farti ingannare da coloro che
furono alla loro volta ingannati. Qui infatti non potrebbe ser
virti una pur grande lettura di libri, i quali non danno altro
suono che quello di puri enigmi. [ . . .] Poiché con l'ingegno
non scortato dagli auspici, allontanatisi dal vero intelletto per
cadere nelle false immaginazioni, irretiti negli inganni e negli
artifici degli spiriti esteriori, essi sono divenuti i pericolosi ser
vitori di quelli da cui è dato l'essere dominati, ed, ignorando
se stessi, se ne vanno via dietro le vestigia dei loro greggi, cer
cando fuori di sé quello che posseggono entro. E questo è ciò
che ora voglio che tu sappia, perché in noi stessi è l'operatore
di tutti i resultati e fenomeni meravigliosi, il quale operatore
sa discernere e compiere qualunque cosa i portentosi mate-
164 Archivio privato della famiglia Vitali Verga, B. Vitali, Ms.7, Raccolta di
-
76
matici, i prodigiosi maghi, gli alchimisti perseguitori invidiosi
della natura, i malefici negromanti peggiori dei demoni osano
promettere; e questo senza alcun delitto, senza offesa di Dio, ed
ingiuria della religione. Questo operatore delle cose mirabili,
dico, è in noi. [ . . ] È quello di cui sarebbe il caso di trattare lun
.
77
opere, e tanto più grande la facilità e l'efficacia con cm le
operiamo[ ]11168•
. . .
78
ne dell'antica magia, da sì gran tempo abbandonata e persino
condannata e bandita, alla quale l'avevano spronato i consigli
illuminati di Tritemio, e gli domandava di giudicarla e di cor
reggerne gli eventuali errori171 •
Nella sua risposta dell'8 aprile 1 5 1 0,Tritemio gli era prodigo
di lodi per il suo lavoro e per la sua erudizione, non comune
a quell'età, ma lo ammoniva anche ad «osservare il precetto di
comunicare le cose volgari al volgo, ma le cose più alte e più
arcane soltanto agli amici più segreti e più elevati. "Dà il fieno
al bove e lo zucchero solamente al pappagallo; fa attenzione a
non esporti, come ad altri è accaduto, ai calci dei buoi"»172•
Consigli che Agrippa seguì solo in parte, e più precisamente,
si attenne più al primo che al secondo, se nel 1 523 inviava a
un suo corrispondente l'indice della Filosofia occulta scrivendo
gli: «La chiave di tutta la faccenda la riservo a me e agli amici
e, non dubitare, tu sei uno di questi. Sarebbe un delitto e un
sacrilegio rendere pubblica questa cosa alla coscienza di tutti.
Poiché essa non si trasmette con gli scritti, ma si infonde nello
spirito grazie allo spirito»173•
In questi importanti stralci di lettere possiamo notare l'af
finità con i principi pelagiani della trasmissione da spirito a
spirito, senza l'intermediazione di parole o scritti.
In un'altra epistola del 1520, indirizzata a Giovanni Rug
gero Brennonio, Agrippa dichiara che il suo copista Teodorico
si affatica giorno e notte a copiare i manoscritti !asciatigli da
Tritemio, e aggiunge che ha già in mano la Steganogra.fia, di cui
gli farà prossimamente una copia174•
171
Epistolae, l, 23; e in Joseph Orsier, Henri Cornélis Agrippa. Sa vie et son
a!uvre d'après sa correspondance (1 486- 1535), Paris, 1 9 1 1 , pp. 57-58.
172
Epistolae, l, 24, ci t. da Arturo Reghini nel saggio introduttivo a Enrico
Cornelio Agrippa, LA filosofia occulta o la magia, Milano, 1926, p. 75; ristampa
Roma, Edizioni Mediterranee, 1983; e da J. Orsier, Henri Cornélis Agrippa ,
79
Sappiamo che il ftlosofo d'origine piccarda Charles de Bovel
les (1479 - dopo il 1 566), che Triternio aveva ospitato verso la
fine del 1 504 con grande generosità, ebbe occasione di sfogliare
per qualche ora il manoscritto ancora incompleto della Stega
nogr'!fia, e la giudicò una sconcertante opera di magia diabolica,
tanto da denunciarla in una lettera a Germain de Ganay, preci
sando che Triternio non era soltanto un mago, ma anche qualcu
no che non capiva nulla di fùosofia175.Triternio si difese con uno
scritto in cui negava con ricchezza di argomentazioni che l' ope
ra avesse a che fare con la magia demoniaca, affermando che le
invocazioni erano uno stratagemma per tenere lontano il volgo
da segreti importanti176, e comunque non fece mai stampare la
Steganografia: infatti, anche se conobbe una grande diffusione sot
to forma manoscritta, fu pubblicata solo nel 1 606177, postuma.
Joan Couliano nota giustamente che, per riuscire a com
prendere il contenuto della Steganografia bisogna disporre di
tempo e di pespicacia, e che in poco tempo (un paio d'ore,
scrive lo stesso Bovelles, dopo le quali aveva respinto lo scrit
to come diabolico) non era certo possibile farsene un'idea178;
175 Carolus Bovillus, Liber de intellectu, cc. 172r-173r: lettera datata 8 mar
zo 1509, ma che più probabilmente è del 1506. Johannes Wierus la pubblicò
in Histoires, disputes et discours des illusions et impostures des diables, des magiciens
injames, sorcières et empoisonneurs ... , Paris, 1579; cit. da P. Chacornac (op. cit., nota
1 p. 49) nell'ed. di Paris,1885, l, pp. 192-194. Quanto a de Ganay, che aveva già
avuto occasione di notare l'invidia di Bovelles nei confronti di Tritemio, e ne
aveva fatto parte a quest'ultimo, continuò le sue relazioni con l'abate, che gli
inviò nel 1 5 1 5 un manoscritto della Polygraphia con una lettera dedicatoria. Cf.
Sebastiano Gentile, "Giano Lascaris, Germain de Ganay e la prisca theologia in
Francia", in Rinascimento, II serie, XXVI, Firenze, Olschki, 1986, p. 73, nota 90.
176
Questa ultima affermazione è riportata da: Cf. ]oannis Trithemi. . . Ste
ganographia . . . , Vindicata reserata et illustrata . . . Norimbergae, 1721, pp. 72-78.
Cit. da Daniel Pickering Walker, Magia spirituale e magia demoniaca da Ficino a
Campanella, Torino, Aragno, 2000, p. 1 19 e nota 1 1 .
177 Steganographia, hoc est Ars per occultam scripturam animi sui voluntatem
absentibus aperiendi certa, authore... Joanne Trithemio, Francofurti, 1 606. Seguì
l'edizione accresciuta di Darmstadt, 1 608.
1 78 Ioan P. Couliano, Eros e magia nel Rinascimento, Milano, Il Saggiatore,
1 995, pp. 247-248.
80
ma Tritemio è ancora più netto quando scrive: «Quando gli
mostrai la mia opera sulla Steganogra.fia, che non era ancora del
tutto terminata, egli la ammirò, e anzi, la lodò, benché non la
comprendesse completamente, perché non ne aveva né l'in
gegno né la chiave, e non meritava di udire né di ricevere il
nostro insegnamento))179•
Couliano aggiunge che la perspicacia fece sicuramente difetto
a un altro, il medico Johannes Wier, discepolo di Agrippa, il quale
attaccò violentemente Tritemio nel suo De prestigiis daemonum180•
Invece Jacques Gohory (1 520-1 576), il traduttore francese
dell'Hypnerotomachia Poliphili, che aveva preso le difese dell'a
bate, pubblicò nel 1 572 un'opera dal titolo: Libro della fontana
perigliosa con la Carta d'amore, altrimenti detto il Sogno delfrutteto,
opera eccellentissima di poesia antica contenente la steganogra.fia dei
misteri segreti della scienza minerale181; e nel commento al Libro
della fontana perigliosa scrisse: <<Questo nome di Steganogra.fia è
stato imposto al titolo dal dotto Giovanni Tritemio, tedesco, di
cui possiedo solo tre parti in diversi esemplari manoscritti, a
causa del fatto che ha voluto sopprimerle, per il cattivo reso
conto che ne fece Charles de Bovelles al quale le aveva fatte
leggere. Siamo perciò privati del frutto dei bei segreti che egli
prometteva [ ... ] e tutto con mezzi naturali e leciti))182; egli aveva
ritrovato infatti la Steganogra.fia in Paracelso, pubblicando nel
1567 a Parigi un Theophrasti Paracelsi philosophiae et medicinae
utriusque universae compendium . . . auctore Leone Suavio J G. P
81
Ci permettiamo qùi una breve digressione per sottolinea
re come Paracelso, ossia Theophrast Bombast von Hohenheim
(1493-1541), il padre dell'aldùmia occidentale postrinascimen
tale, pare avesse ricevuto un deposito di conoscenze ermetiche
da dei religiosi, conoscenze che egli attualizzò in modo mira
bile. La sua educazione, infatti, non seguì linee esclusivamente
naturalistiche, ma piuttosto eclettiche o "pansofiche", e fu gra
zie a questa che acquisì una profonda conoscenza della religio
ne e della filosofia, come sottolinea Walter Pagel, che precisa
che Paracelso stesso nomina fra i suoi primi maestri quattro
vescovi e un abate, che sarebbe proprio Johannes Trithemius di
Sponheim, chiamato "Pansophi::e splendor magnus" 1 83•
lnvero su questo argomento Paracelso si esprime così ne LA
Grande Chirurgia : «Fin dalla giovinezza, desiderando molto im
parare, ho studiato diligentemente con degli eccellenti maestri,
assai versati nella filosofia più segreta e profonda, che chiama
no Philosophia adepta. I miei maestri sono stati in primo luogo
Wilhelm von Hohenheim, mio padre, che non mi ha mai ab
bandonato, e con lui molti altri, che non si possono elencare
tutti. Inoltre numerosi scritti di antichi e nuovi autori versati
nell'Arte, come Scheit [o Scheyt] , vescovo di Sergach, il vesco
vo Erhardt e i suoi predecessori di Lavanthal, Nicolas, vescovo
82
di Ippona [o Hyppona] , il vescovo Mathieu Schacht, suffragan
te di Freysing, e molti altri vescovi, come quello di Sponheim,
e molti altri ancora. Diverse esperienze che ho imparato da
alchimisti versati in queste arti mi hanno molto arricchito, in
particolare dal nobile Sigmund Fueger di Schwaz e i numerosi
assistenti che aveva al suo servizio))184•
Un altro paracelsiano, Gerard Dorn, traduttore di diverse opere
del "divino Teofrasto", dedicò a François de Valois un'opera ispi
rata a Tritemio e basata sui principi paracelsiani: Monarchia Triadis
in unitate soli Deo sacra, tradotta come lA monarchia del Temario in
unione contro la monarchia del Binario in confusione185, ave è spiegato
in versi e illustrato da figure geometriche che la santa Unità, per
mezzo del Ternario, ci rimette in libertà, dopo la monarchia del
Binario. Nel Dizionario paracelsiano di Dorn, la voce "Unità di
Tritemio" dice infatti: (cÈ l'esaltazione del Ternario nell'Unità per
ridimensionamento del Binario, ed è operazione supernaturale e
spagirica, fondamento della ricerca delle cose astruse)).
Nel libro I della Clavis philosophiae chemisticae Dorn spiega
così il Ternario: ((L'intero universo, in ordine, numero e misura,
fu plasmato da e con il sacro Ternario, mediante l'Unità. Non
è numero l'Unità, ma è patto di concordia. Fonte invece e ori
gine di discordia, il Binario, questo primo dei numeri, rimase
scisso dall'Uno per assunzione di materia; né lo si può ricom
porre a Unità, se non con un vincolo talmente indissolubile,
quale è l'Uno soltanto [ ... ] Con questo, come dice Tritemio
nell'Epistola a Germain de Ganay, si riespelle il Binario; e il
83
ternario sarà riportabile alla semplicità dell'Uno [ ... ] ; ascenso
ben noto soltanto a quelli nella cui mente vi sia il Ternario: i
quali, rigettato il Binario per assunzione di Ternario, vengono
elevati a semplicità d'Unità» 1 86•
A questo proposito, Dorn scrive anche: <c[. .. ] la magia trae
certamente origine dal Ternario divino e dalla trinità divina.
Così Dio, nella sua onnipotenza, ha segnato con questo Tema
rio tutte le creature e vi ha inciso con il suo dito questo carat
tere sacro ternario, tanto che nelle cose naturali di questo mon
do è impossibile trovare qualcosa che sia privo di tale mistero
del divino Ternario, e che non si possa rendere visibile. [ . . . ]
L'alleanza del ternario divino, diffusa da tutta quanta la sostanza
delle cose, è indissolubile: da questa attingiamo a partire dai
quattro elementi il mistero di tutta la natura. Infatti il Ternario
dà luogo, con il Quaternario magico, al Settenario perfetto, che
racchiude molti misteri, ed è dimostrato da fatti noti. E quando
il Quaternario rimane in seno al Ternario, la luce si leva sull'o
rizzonte dell'eternità, e ci mostra il grande legame che ci uni
sce a Dio. [ ... ] Dal momento in cui il Quaternario e il Temario
si elevano infine nel Denario 1 87, si ha il ritorno all'unità»188• Qui
Dorn alluderebbe a una dichiarazione enigmatica di John Dee:
"il Quaternario rimanente nel Ternario" ispirata dali'affermazio
ne di Tritemio sull'anima che ascende "dal ternario attraverso il
binario fino all'unità" e discende "dall'unità al quaternario re-
186
Theatrum chemicum Argentorati, 1 659, I, pp. 200-201 .
,
187
Qui per denario non si intende evidentemente la moneta romana,
bensì il numero dieci.
188
In Theophrasti Paracelsi Auroram Philosophorum, Thesaurum & mineralem
oeconomiam . . . , Commentaria cum quibusdam argumentis per Gerardum Domeum,
Francoforti 1583 e 1 584, cap. IV, pp. 24-25. L'edizione latina attribuisce
l'opera a Teofrasto Paracelso. Nell'edizione tedesca (Chirurgische Biicher und
Schrifften .. . durch Johannem Huserum... , Strassburg 1 605, Appendix, pp.
78-92) è detto invece che il testo è di Dorn, e che è dedicato a Paracelso.
Cf. Karl Sudhoff, Bibliographia paracelsica. Besprechung der unter Theophrast von
Hohenheim's Namen 1527- 1 893 erschienenen Druckschriften, Berlin, 1 894, pp.
342-344, 350, 455, 463; e Bernard Gorceix, Alchimie. Traités a/lemands du XVf
siècle traduits et présentés par B. G., Paris, Fayard, 1980.
84
stante nel ternario". In altre parole, il binario, diviso in discordia
fra corpo e anima, e il ternario (corpo, anima e spirito) sono
ridotti, attraverso il quaternario (terra, acqua, fuoco e aria) alla
semplicità della monade o unione con Dio1 89 •
Nella Monade infatti, nel teorema 20, Dee dice: "Questa è la
maniera in cui la nostra Monade, procedendo verso il Ternario
tramite il Binario, una volta purificato il Quaternario, si reinte
gra nell'Uno per la legge dell'eguaglianza"190•
I tre principi in quanto chiave della magia saranno svilup
pati, sulle orme di Tritemio e di Agrippa, dal fùosofo ermetico
inglese Eugenio Filalete alias ThomasVaughan (162 1 - 1 666)191 :
«Vi ricordate in quali termini, nel mio precedente discorso
sulla natura dell'uomo, ho menzionato una certa triplicità degli
elementi secondo le loro differenti complessioni nelle diverse
regioni del mondo. Parlerò ora di un'altra triplicità - molto più
oscura e mistica - senza la quale non potrete mai accedere alla
precedente, giacché questi tre principi sono la chiave di ogni
magia, senza la cui perfetta conoscenza non potrete mai com
prendere veramente i più piccoli idiomi della natura. Il primo
principio è uno in uno, e uno originato da uno. È una vergine
pura e bianca, prossima a ciò che è purissimo e semplice. È la
prima unità creata. Tramite essa furono fatte tutte le cose - non
realmente ma mediamente - e senza di essa non può essere
fatto nulla, né di artificiale né di naturale. È la "sposa di Dio e
85
delle Stelle". Grazie alla sua mediazione l'uno discende verso il
quattro, e il tre sale attraverso il quattro verso la Monade invi
sibile e sovrannaturale. Colui che lo ignora non potrà mai ac
cedere all'Arte, perché non sa quel che deve cercare. Il secondo
principio non differisce dal primo per sostanza o dignità, ma
per temperamento e per ordine. Il secondo era il primo ed es
senzialmente lo è ancora, ma aderendo alla materia ha assorbito
un'impurità, e così è caduto dalla sua prima unità: ecco perché
i magi lo chiamano Binario. Separa dunque diametralmente
la circonferenza dal centro con una linea, e �edrete apJ?arire
il Ternario dei Filosofi, che è il terzo principio. Questo non
è esattamente un principio, ma un prodotto dell'Arte. È una
natura variata, composta in un senso e decomposta in un al
tro, consistente in potenze inferiori e superiori. è il fuoco dei
magi, è il Mercurio dei Filosofi, è quel celebre Microcosmo, è
Adamo. È il labirinto, è il dedalo della magia, in cui un mon
do di studiosi si è perso; una cosa trattata in modo sì oscuro e
confuso da quelli che l'hanno conosciuta, che è assolutamente
impossibile trovarla nei loro scritti.
Non c'è scrittore recente in grado di comprendere la pienez
za, la vastità e l'universalità di questo principio, né il suo vero
impiego metafisica. Si muove quaggiù avvolta in ombre e teofa
nie, lassù in vesti eteree; e non vi è nulla in natura che sia espo
sto a tale pubblica prostituzione quanto essa, per questo motivo
passa per tutte le mani ma nessuna creatura può farne uso.
Questo Ternario, una volta ridotto tramite il Quaternario,
ascende alla Decade magica, che è la singola Monade unitis
sima, nel quale stato può fare tutto quello che vuole, poiché
è unito faccia a faccia all'Unità prima, eterna e spirituale. Ma
riguardo a questi tre principi, ascoltate l'oracolo della magia, il
grande e solenne Agrippa:
"Per operare qualcosa di efficace in Magia, occorre dunque
possedere la conoscenza perfetta dei quattro elementi indicati.
Ciascuno di tali elementi possiede tre diverse qualità; cosicché
86
il quaternario si completa nel duodenario e, progredendo at
traverso il settenario e il denario192, giunge a quella suprema
Unità da cui dervano tutte le virtù e tutte le meraviglie.
Gli elementi del primo ordine sono quelli puri, non com
posti, non trasmutabili, non suscettibili di mescolanze e incor
ruttibili; e non da essi, ma per essi, le virtù delle cose naturali
rivelano i loro effetti, perché possono tutto in tutto; e colui che
le ignora non potrà operare nulla di meraviglioso.
Gli elementi del secondo ordine sono composti diversi e
impuri. Si può pertanto ridurli con l'arte alla semplicità e alla
purezza e quando siano restituiti alla loro semplicità, la loro
virtù è sopra ogni cosa e dà il complemento di tutte le ope
razioni occulte e della natura delle operazioni. E questi sono i
fondamenti di tutta la Magia naturale.
Gli elementi del terzo ordine non sono elementi nella loro
essenza e per se stessi, ma sono decomposti, dissimili, provvisti
di più sorte di qualità, e possono cambiarsi reciprocamente l'u
no nell'altro. Sono un mezzo infallibile, e perciò si chiamano
la natura di mezzo, o l'anima della natura mediana. Pochi ne
intendono i profondi misteri; da essi dipende, per certi nume
ri, ordini e gradi, la perfezione d'ogni effetto; grazie ad essi si
possono compiere meraviglie in tutte le cose naturali, celesti e
supercelesti, nonché nella Magia, tanto naturale quanto divina.
Perché grazie ad essi si compiono i legami, le dissoluzioni e le
trasmutazioni di tutte le cose, si perviene a conoscere e a pre
dire l'avvenire, e da essi deriva lo sterminio dei cattivi demoni
e la conciliazione dei buoni spiriti.
Nessuno si illuda dunque di poter operare qualcosa nelle
scienze segrete magiche e naturali senza queste tre specie di
elementi e senza ben conoscerli. Ma colui che saprà ridurli e
trasformarli l'uno nell'altro, gli impuri in puri, i composti in
192
Qui per denario non si intende evidentemente la moneta romana,
bensì il numero dieci.
87
semplici, e discernere la natura intima e la virtù e possanza in
numero, grado e ordine, perverrà agevohnente alla perfetta co
noscenza delle cose naturali e dei segreti celesti" 1 93•
[ ... ] E ora, a vostra ulteriore istruzione, ascoltate dunque l'o
scuro discepolo194 del più oscuro Libanio Gallo:
"Il Primo principio consiste nell'uno, non dal quale ma
attraverso il quale tutta la virtù delle meraviglie della natura
produce un effetto; abbiamo detto attraverso il quale perché il
puro che procede dall'uno non è un composto e non subisce
mutamenti. Partendo dal ternario e dal quaternario, inoltre, vi
è una progressione che va fino alla monade, affinché si �ompia
il denario, perciò vi è un regresso del numero fino all'unità,
come una discesa nella tetrade e un'ascesa nella monade. È
impossibile compiere il binario se non tramite esso: la monade
si trasforma con gioia nella triade. Tutti coloro che ignorano
questo principio, che viene dopo il principio della monade,
non possono conseguire nulla nel ternario, né raggiungere il
sacro quaternario. Anche se possiedono tutti i libri dei Filosofi,
anche se conoscono alla perfezione il corso delle stelle, le loro
virtù, i loro poteri, le loro operazioni e le loro proprietà, e
comprendono appieno le loro immagini, gli anelli, i sigilli e le
cose più segrete, non potranno tuttavia proseguire le loro ope
razioni senza la conoscenza di questo principio proveniente da
un principio e che va verso un principio. Perciò tutti quanti
ho visto operare in filosofia naturale o non sono approdati a
nulla o, dopo lunghe e inutili operazioni, sono caduti dalla di
sperazione in imprese vane, misere e superstiziose. Il secondo
principio, che è separato dal primo per ordine ma non per
dignità, e che solo esistendo produce il ternario, è quello che
mediante il binario opera meraviglie. Infatti nell'uno c'è l'uno
e non c'è l'uno; è semplice ed è composto nel quaternario:
88
essendo purificato dal fuoco, esce in sola acqua pura, e ridotto
alla propria semplicità, rivelerà all'operante il compimento dei
misteri. Qui vi è il centro della conoscenza della natura, la cui
circonferenza, unita a sé, rappresenta un cerchio: un ordine im
menso nell'infinito: la sua virtù è purificata su tutte le cose ed
è semplice, la più piccola di tutte le cose, essendo composta sul
grado del quaternario.
Ma il numero quaternario pitagorico, sostenuto dal ternario,
il puro e il purificato in uno, che procede verso il binario nel
ternario, se osserva l'ordine e il grado, può compiere meraviglie
e misteri naturali. Questo è il quaternario nella misura del qua
le il ternario, unito al binario, fa di tutte le cosa una, in modo
meraviglioso. Il numero ternario, ridotto all'unità, contiene in
se faccia a faccia tutte le cose, e può fare ciò che vuole. Il terzo
principio non è un principio di per sé, ma tra sé e il binario
è il fine di ogni scienza ed arte mistica, e il centro infallibi
le del principio mediano: non è più facile errare in uno che
nell'altro, poiché pochissimi di quelli che vivono sulla terra ne
comprendono la profondità. È di natura incostante, composto,
nasce otto volte moltiplicato tramite il settenario nel ternario e
rimanendovi fisso. In esso vi è il compimento del numero, dei
gradi e dell'ordine, con il quale tutti i Filosofi e autentici ricer
catori dei misteri della natura hanno ottenuto risultati mirabili;
con il quale, ridotto nel ternario ad un elemento semplice,
hanno rapidamente compiuto, in modo naturale, cure miraco
lose di malattie e di ogni tipo di infermità; e hanno conseguito
risultati nella conoscenza naturale e sovrannaturale con questo
modo di lavorare. Cacciano i demoni secondo la disposizio
ne del quaternario. Con questo si verifica la predizione degli
avvenimenti futuri e non altrimenti si impara dalla natura la
penetrazione dei misteri. Con questo unico mezzo il segreto
della natura si svela agli alchimisti, senza il quale non si possono
ottenere né l'intelligenza dell'Arte né il risultato dell' operazio
ne. Credimi, sono nell'errore tutti coloro che sperano di poter
89
realizzare qualcosa nelle scienze segrete della natura senza que
sti tre principi [ . . . ]" 1 95•
Fin qui Tritemio, in cui, per tua maggior comprensione,
devo avvertirti che c'è un duplice binario, uno di luce e uno di
confusione. Ma leggi attentamente e seriamente Agrippa in De
scalis numerorum, e potrai capire tutto, perché il nostro abate ha
preso in prestito da lui questo linguaggio, esaminando attenta
mente i suoi libri196, che possedeva ancor prima di pubblicare
qualcosa di proprio su questi argomenti >>197•
90
sebbene si ritrovino sovente presso un certo numero di altri autori, sono
tuttavia lungi dall'essere disprezzabili199• Sotto lo pseudonimo si
cela l'eruditissimo principe Augusto II detto il Giovane, duca
di Braunschweig-Liineburg (1 579-1666), creatore della biblio
teca di Wolfenbiittel, all'epoca la più grande d'Europa; il prin
cipe, che si interessava all'alchimia e alle scienze occulte, era
in corrispondenza con personaggi come Athanasius Kircher e
Johann Valentin Andreae.
Dopo aver esposto diverse scritture segrete, Selenus fornisce
una spiegazione dettagliata delle prime due parti della Stegano
gra.fia di Tritemio, nonché 12 nuove combinazioni crittografi
che e un alfabeto geroglifico.
91
Un estratto dal Libro delle meraviglie: La magia divina.
Heinrich Kunrath e l'elettro
200
Magia Divina, oder grnnd- und deutlicher Unterricht von denen fuhr
nehmsten Cabbalistischen Kunststucken derer alten Israeliten, Weltweisen und
Ersten, auch noch einigen heutigen wahren Christen vorstellende, wie se/be von
Jenen zubereitet und gebraucht worden, und anjetzo noch von einigen, allein sehr
wenigen Menschen in der Stille und Furcht des Herrn verfertiget und gebrauchet
werden. Zum Druck befordert und mit Figuren gezieret, der Welt mitgetheilet
von L. v. H. , der geheimen Gottlichen Weisheit Liebhabern. A nno 1 7 45. Cf.
anche K. Kiesewetter, Faust in der Geschichte und Tradition, Leipzig, 1 893,
p. 284.
201
Verzeichniss. Einige geheimen Handschri.fften der Go/d- und Rosenkreutzer
Gesellschtifft, Staats- und Universitatsbibliothek Hamburg, ms . 1 93, (1737); e
nel MS. 4808 della Wellcome Library.
92
degli stessi: ilCielo chimico svelato del celeberrimo Filosofo J G.
Toeltius Qohann Tholde)202•
Il Cielo chimico svelato insegna la preparazione della Pietra
partendo da materie facenti parte dei quattro regni: minerale,
vegetale, animale e astrale. Probabilmente queste preparazioni,
in seno all'Ordine della Rosacroce d'Oro, erano realizzate dai
fratelli novizi, mentre solo l' Imperator aveva l'appannaggio della
preparazione di una quinta Pietra, detta "Fuoco del Signore",
per la realizzazione di un particolare oggetto magico, l"'Urim
et Thummim" di cui si tratta sia nella Magia divina che nel Libro
delle meraviglie, come vedremo.
La Magia divina si ritrova infine nella stessa raccolta Das Klo
ster edita dallo stesso Johann Scheible203 che editò il presente
Libro delle meraviglie.
Gli elementi costitutivi della Magia divina, come quelli del
Libro delle Meraviglie, sono attinti a fonti remote: egizie, neoplato
niche e sabee204 (ad esempio nella preparazione di statue plane
tarie) , mentre, come precisa lo stesso testo, le fonti ebraiche assu
mono un ruolo intermedio di vettori di conoscenze più antiche.
La parte più caratteristica di questo testo è la realizzazione
di oggetti realizzati in un materiale detto elettro magico (electrum
magicum) . È necessario precisare qui che electrum fu dapprima
il nome greco dell'ambra, e in seguito quello di un metallo
Crelum reseratum chymicum oder Philosophischer Tradat worinne nicht allein die Ma
terien und Handgriffi, woraus und wie der Lapis Philosophorum in der Vtlr- und
Nach-Arbeit zu bereiten, sondern auch, wie aus allen vier Reichen der Natur, als
Astrai- Animai- Vegetabil- und Mineralischen Reiche, Vtlrtre.ffliche und unschiitzbare
Tinduren und Medicamenta, sowohl zur Erhaltung der Gesundheit und des Lebens,
als auch Verbesser und Transmutirung der unvolkommenen Metallen zu veifertigen, of
fenherzig gezeiget wird, mit Figuren denen Liebhabern der wahren Hermetischen Phi
losophie zu Liebe ausgefertiget von einen Kenner derselben, Frankfurt-Leipzig, 1737.
203 Das Kloster, 1 845-49, III Band, 10 Zelle, pp. 524-563.
2<>1 È purtroppo ancora in preparazione il volume Textus magid della col
lana Hermes latinus, i cui titoli ci fanno supporre una stretta parentela fra i
procedimenti descritti in questi testi magici e quelli della Magia divina e del
Libro delle meraviglie.
93
artificiale, di colore simile a quello dell'ambra, composto di oro
con una quinta parte d'argento205•
L'elettro magico, invece, di cui si tratta negli Archidoxa ma
gica di Paracelso206 e anche nel suo De speculi constellationel07,
è una lega di sette metalli, fusi prima separatamente, secondo
l'ordine corretto, e secondo il giorno, l'ora e il pianeta, relativi
a ciascuno di essi, e poi insieme, per farne un unico metallo,
comprendente, per usare le parole di Paracelso, non solo tutte
le virtù naturali dei sette metalli di partenza, ma anche quelle
sovrannaturali, così da farne qualcosa di assolutamente incom
parabile con alcunché di esistente in natura.
La continuità fra dottrina e pratica di Triternio e Paracelso
qui è evidente, anche se non supportata da prove assolute.
Similmente composta era la campanella magica che, secon
do la leggenda,Virgilio, in visita da re Artù in Inghilterra, ave
va posto su una torre sul Tamigi, e che aveva fatto precipitare
nel fiume tutti i suoi cortigiani adulteri. Paracelso riporta di
aver visto uno Spagnolo che possedeva una campanella simile,
sulla quale c'erano incisi diversi caratteri, e che al suono di
205
Cf. Plinio, Storia naturale, 33, IV, 80; Virgilio, Eneide, 8, 402; e Ed
mund O. von Lippmann, Entstehung und Ausbreitung der Alchemie. Mit einem
Anhange: Zur iilteren Geschichte der Meta/le, Berlin, 1919, pp. 530-537, che,
riguardo all'elettro magico, fa riferimento al Libro delle meraviglie di Trite
mio (p. 534).
Joseph-Charles Mardrus (1868-1 949, medico, ermetista, poeta, orienta
lista, squisito traduttore in lingua francese delle Mille e una notte), scrive che
i taumaturgi egizi sapevano che certi metalli, dei quali uno era chiamato
vero elettro, emettevano onde intelligenti, produttrici non solo di calore e
movimento, ma anche di pensiero ( Toute-puissance de l'adepte. Transcription des
hauts textes initiatiques de l' Égypte. Le Livre de la Vérité de Parole, Paris, Henri
Durville, 1 932).
206
Fu in realtà oggetto di una pubblicazione a parte: Zwey tractatus des
Hocherfamen und bewiirtisten Teutschen Philosophi und beyder Artzzney Doctoris
Philippi Theophrasti Paracelsi: 1: De viribus membrorum spiritualium; Il: De Electro,
Strassburg, 1 572. Cf. Karl Sudhoff, Bibliographia paracelsica, Berlin, 1894, n°
141, pp. 237-239.
207 Cf. Will-Erich Peuckert, Gabalia. Ein Versuch zur Geschichte der magia
naturalis im 1 6. bis 1 8.Jahrhundert, Berlin, 1967, p. 216.
94
questa campanella lo Spagnolo faceva apparire e scompari
re a volontà spettri e altri prodigi. Questi voleva convincere
Paracelso del fatto che il potere della campanella fosse nei
caratteri e nei termini incisi, piuttosto che nel suono o nella
composizione della lega metallica, ma Paracelso non la pen
sava così2°8•
La preparazione di oggetti come le campanelle magiche209
si ritrova in quelle opere di Paracelso ritenute apocrife210 , ma si
tratta di una tradizione che risale molto più indietro nel tem-
95
po, e in particolare al Medio Evo, all'epoca della tradizione del
Mago Virgilio211 •
Ritroviamo l'elettro magico nell'opera di Heinrich Khunrath
(c. 1 560-1 605) Consiglio sulla fabbricazione · magica delle armi di
Achille, il piùforte di tutti i Gred, incapace di cedere2 1 2, ove la lega, co
stituita dai sette metalli e preparata secondo un metodo ben pre
ciso, con cui furono fatte le armi di Achille, è data da Khunrath
nelle seguenti proporzioni:
- oro l O parti
- argento l O parti
211
Vincent de Beauvais riporta di Virgilio delle cose da lui definite mira
bili, mirabiliter acta. Ci fa sapere, ad esempio, come Virgilio avesse realizzato
a Roma quelle statue di bronzo che si chiamavano Salvatio Roma?, e che
rappresentavano gli dei delle province conquistate dai Romani. Ognuna di
queste aveva in mano una campana magica, e quando una di queste pro
vince meditava una rivolta, il suo idolo ne dava l'avviso facendo suonare la
campanella (Speculum Historiae, lib. IV, cap. 61). Questa storia si ritrova nel
romanzo anonimo del XIII secolo Mirabilia Romae, stampato in Bernard de
Montfaucon, Diarium italicum sive Monumentorum veterum, bibliothecarum, mu
saeorum. . . , Parisiis, 1702, cap. XX, p. 288. Cf. anche Armand Delatte, "Une
clochette magique antique", Bulletin de la classe des lettres de l'Académie Royale
de Belgique, Bruxelles, 1954, XL, pp. 254-276.
212 Consilium de vulcani magica f abrefactione armorum Achillis Graecorum om
nium fortissimi et cedere nesdi, Stockholm, Kungliga Biblioteket, MS R:U 4,
1 597 (pp. 43). Fu stampato come primo capitolo del testo di Johannes Sta
ricius Heldenschatz, das ist naturkundliches Bedencken uber und bey Vulcanischer
auch naturlicher magischer Fabrejaction und Zubereitung der Waffen dess Helden
Achillis in Griechenlandt. Darauss neben vielen Secretis zu vernehmen was zu Mar
tialischer Aussriistung eines Kriegshelden vornemlich gehiirig, Frankfurt, Steinius,
1618. Seguirono innumerevoli edizioni, sino a quella del 1750 (che ebbe un
titolo diverso: Geheimnissvoller Heldenschatz, oder der vollstiindige egyptische ma
gische Schild, voli wunderwiirdiger Verbogenheiten und reicher Schiitze: genau aus der
Pergamenthandschrift einer alten Klosterbibliothek von ]ohannes Staricius), poi tre
ristampe di quest'ultima. Il Consilium fu oggetto di una traduzione francese
sotto il nome d'autore di Eusèbe Barrida: L'Électre magique: de lafabrication et
préparation vulcanique et magique des armes d'Achille, d'après le Grimoire ou Magie
Nature/le de Benoit XI V, Paris, Chamuel, 1 897. Ne esiste infine una traduzione
italiana on-line, a cura di Vittorio Fincati: L'elettro magico. Dal Grimorio o Ma
gia naturale di Benedetto XIV. Le fonti di questo testo sono il De compositione
metallorum e il De speculi constellatione di Paracelso: in particolare, Khunrath
nomina un trattato di Paracelso intitolato De electro, più noto come VI libro
degli Archidoxis magica o De compositione metallorum.
96
- mercurio 5 parti
- rame 5 parti
- stagno 2 parti
- piombo 2 parti
- ferro 1 parte.
Prima di costituire la lega, i metalli devono essere purificati
nel modo seguente: L'oro deve essere colato 3 volte attraverso
l'antimonio e 1 volta attraverso il piombo, poi deve essere bat
tuto sottilmente e posto in acqua salata per 24 ore. L'argento
va battuto sottilmente e posto per 1 5 minuti in una soluzione
di sale e tartaro polverizzato. Il rame necessita da 6 a 8 ore di
immersione in aceto e "acqua di vetriolo". Il ferro deve essere
semplicemente limato, e la polvere va lavata. Il piombo e lo
"stagno fine inglese" devono essere sciolti in un ramaiolo di
ferro, con in cima un pezzo di cera grande della dimensione
di un fagiolo, finché questo non si consuma; poi deve essere
versato in acqua pura. Il mercurio deve essere pressato con del
cuoio in una coppa di legno.
Khunrath precisa che la purificazione di ogni metallo comin
cia nell'ora del pianeta al quale corrisponde, e che bisogna tener
conto anche dell'aspetto planetario favorevole o contrario213•
213
Queste arcaiche tradizioni giungeranno fino a noi attraverso tortuosi
percorsi. Un esempio autorevole lo dà il conte Gastone Ventura (1 906-198 1 ,
viceammiraglio della Marina) nel romanzo ermetico La terra delle quattro
giustizie (Roma, 197 1 , p. 1 17), ove descrive uno specchio circolare per la
cui preparazione «necessitavano metalli purissimi: oro, argento, rame, stagno,
piombo, antimonio e mercurio, in parti prestabilite. Una volta preparati i
metalli, essi dovevano essere purgati nell'ora dei pianeti corrispondenti, te
nendo conto degli aspetti buoni e cattivi delle costellazioni, sulla base delle
precisa entrata del Sole nel segno dell'Ariete. Poi si poteva passare alla loro
fusione. Ma ciò non garantiva la funzione dello specchio poiché esso poteva
servire a quella sola persona [...] che fosse nata nel giorno e nell'ora precisa
in cui il Sole entra nel segno dell'Ariete, o della congiunzione del Sole con
la costellazione del tempo della nascita. Per ogni persona, cioè, era necessa
rio costruire uno specchio iniziandone la fusione nell'anniversario solare ed
astrale della sua nascita•. Il conte Ventura era depositario di un certo numero
di antichi manoscritti provenienti da una corrente dell'Aurea Rosacroce.
97
La fusione del mercurio dovrebbe compiersi durante la con
giunzione di Mercurio e Saturno; l'amalgama risultante dovreb
be essere unita con lo stagno durante la congiunzione di Giove
con Mercurio o Saturno, e così via, fino a che i singoli metalli
non siano tutti fusi in un'unica sostanza che incorpora le virtù di
tutti i pianeti corrispondenti.
La foggia dell'armatura in elettro magico comprende la prepa
razione di quello che Khunrath chiama un gamodreos e Paracelso
un gamaheos o gamaheu, per conferire determinati poteri alla stessa.
Certi caratteri sono impressi sull'armatura di elettro, forse su gemme
o cammei. Si tratta del quarto tipo di magia naturalis, com'è distinta
da Paracelso nella Philosophia Sagax, che divide le arti magiche in:
1) magia insignis o interpretazione delle stelle sovrannaturali
2) magia tran.ifìgurativa o trasformazione di un corpo vivente
in un altro
3) magia characterialis o preparazione di caratteri e simili be
nedizioni
4) altera in alteram o preparazione di immagini con il potere
di azzoppare, accecare o rendere impotente214: gamaheas
5) ars cabalistica o arte che permette al mago di intendere una
voce al di là dell'oceano, o di conversare con qualcuno all'altro capo
del mondo, o di accelerare la velocità di esseri umani e animali.
214
Che Dorn definisce come immagini create e impresse per virtù su
perceleste.
98
più volte deve essere irata, crudele, bellicosa, e l'espressione fu
riosa, barbara, collerica:
Ora soffia sull'opera ancora tre volte, durante lafoggia, come prima, dicendo:
99
Ricordiamo infine che in uno scrigno trovato nella tom
ba di Christian Rosenkreutz vi erano specchi dalle molteplici
proprietà, lampade accese, raccolte di canti meravigliosi e cam
panellé16.
Gli oggetti in elettro possiedono proprietà curative e allon
tanano malattie e spiriti malvagi, poiché l'elettro possiede una
grande simpatia che agisce sugli esseri umani per azione celeste
e gFazie all'influsso dei sette pianeti, e Paracelso precisa che
grazie a tali oggetti i magi persiani e caldei hanno compiuto
molte meraviglie217• Dichiara però che non ritiene convenien
te esporre tutte le proprietà e gli effetti dell'elettro, perché il
sofista lo diffamerebbe, colui che non capisce si arrabbierebbe,
l'idiota lo canzonerebbe, il malvagio senza timor di Dio ne
abuserebbe, perciò ritiene sia meglio tacerne218•
Nella Magia divina e nel Libro delle meraviglie, appaiono inol
tre, durante la realizzazione della campanella magica, i sette
nomi dei geni olimpici dell'Arbatel, così come la fabbricazione
degli Homunculi Philosophia"2 1 9, il procedimento per conoscere il
proprio angelo custode, e la preparazione di sette figure (statue)
planetarie fuse nell' electrum, che gli Israeliti avevano appreso
dagli Egizi220.
I due testi contengono le istruzioni per realizzare tutta una
serie di oggetti in elettro: campanelle, anello, bracciali, specchi,
bacchette, spade, immagini221 , e soprattutto quello speciale
manufatto chiamato Urim e Thummim. Questo è una specie di
ostensorio il cui piedistallo è in elettro magico, e che sorregge
1 00
cinque pietre: quattro preparate partendo da materie dei quat
tro regni della natura: minerale, vegetale, animale e astrale, più
una quinta, detta Fuoco del Signore, tutte racchiuse in cinque
piccoli cristalli posti intorno a un grande cristallo centrale, che
custodisce una pietra composta dalle prime quattro fuse in
sieme, e nella quale gli iniziati possono vedere cose e persone.
Posto su di un tavolo destinato esclusivamente a quest'uso, in
una stanza apposita, è l'oggetto di uno speéiale rito222• Queste
stesse istruzioni le ritroviamo nel Libro delle meraviglie.
222
Nella Magia divina i membri della confraternita che vi assistono devono
restare coricati, con il volto a terra. I sette fratelli più anziani, seduti intorno
al tavolo, debbono immaginare ciò che desiderano vedere nell' Urim; dopo
una fumigazione e una preghiera, vi appare ciò che essi hanno immaginato,
e che essi vedono in silenzio. In questo modo riusciranno a conoscere se vi
sono pericoli per la confraternita, come vivono i fratelli, e che cosa deside
rano. L' Urim e Thummim è custodito dal capo della confraternita. I fratelli
devono riunirsi almeno una volta ogni sei anni per conoscere la situazione
della confraternita. Nel Libro delle Meraviglie le istruzioni sono invece date a
singoli individui.
Pur non affrontando qui la questione di ciò che un tale oggetto poteva
essere all'origine, vorrenuno sottolineare l'importanza della tradizione antica
e persistente degli specchi magici, nei quali si può vedere ciò che avviene
nel mondo. Nel Titurel uno specchio simile è attribuito al Prete Gianni, e
secondo una versione medievale della leggenda di Troia, il celebre palladium
era costituito da uno specchio di questo genere (Domenico Comparetti, Vir
gilio nel Medio Evo, Firenze, 1 94 1 , vol. II, cap. 6). E ancora di specchio si tratta
nel caso dell'ingegnoso apparecchio descritto da Francesco da Barberino nei
suoi Documenti d'amore e fabbricato da Garagratfolo Gribolo allo scopo di
leggere nei destini e nei pensieri umani, costituito da due preziose tavole e
appunto da uno specchio mobile.
101
ria fcmper A1IICA. •
22l Tractatus chemicus nobilis Joannis Trithemi Abba ti Spanheimensis seculo nostro
1 07
Alla Luna manca il peso che ti darà in dovizia Saturno, il
cui peso si avvicina a quello del Sole. Ecco perché i Filosofi lo
chiamano generalmente oro lebbroso. I Filosofi e gli astronomi
attribuiscono a Saturno la lebbra di questo mondo. Invero, che
cosa c'è di più greve e pesante della terra? Per questo motivo,
fra i corpi celesti, a causa della sua lentezza e del suo peso, Sa
turno impiega trent'anni a percorrere il suo regno.
Infatti alla Luna manca il potere di fissazione, ovvero una
cottura più completa, che Marte, il pianeta ardente, può procu
rarti in abbondanza, perché il suo calore si avvicina maggior
mente al Sole, mentre il nostro fuoco comune ha meno potere
di distruzione.
D'altronde, il colore è facilmente aumentato daVenere, com
pagna inseparabile del Sole, che gli adepti della magia naturale
sostengono sia la dea che possiede il colore più bello, ma dal
punto di vista filosofico, daremo la preferenza a Marte quanto a
colore e a peso, ai quali puoi unire il potere di fissazione.
Per quel che riguarda la proporzione e la commistione ri
chieste reciprocamente da questi tre corpi, li comprenderai
studiando attentamente le proprietà astronomiche e le qualità
naturali di questi corpi.
E astronomicamente parlando, dalla cognizione di quanto
questi astri si avvicinino o si allontanino dalla Luna: Saturno è il
sesto, Marte è il quarto, mentre Venere occupa il secondo posto.
Se consideri d'altro canto, dal punto di vista na�urale, la loro
natura e le loro proprietà, secondo le tre qualità che mancano
alla Luna, vedrai quale di questi corpi sia il più grande, e che
cosa bisogna dare dapprima alla Luna, e che cosa conviene dar
le in seguito. Infatti non è trascurabile l'esaminare precisamente
quanto sia superiore Saturno dal punto di vista del peso, e per
questo considera attentamente e acutamente l'illustrazione224
224
Cf. la tavola di p. 103. Le didascalie dicono: non vi è corpo più prezio
so del Sole, e non vi è acqua più nobile del vino; bisogna calcinare Saturno,
Marte e Venere; l' ottonario, numero della pienezza, spinge la Luna nella mo-
1 08
che precede questo testo, e vedrai che di tale argomento ho
scritto in modo fùosofico.
Colui che desidera portare a termine una cosa tratta dalle
profondità della scienza alchimica è dapprima necessario che
osservi bene i corpi celesti, e che poi ne studi con cura la qua
lità, la natura e la posizione, facendo la qual cosa otterrà, per
grazia divina, una conoscenza sconfinata in queste materie. Per
questo ho preso la decisione di divulgare queste cose solo ai
figli della Saggezza. Una volta presi in considerazione questi
diversi punti, essi indagheranno da soli molti altri soggetti an
cora più elevati di questi.
Il Sole sta come un imperatore in mezzo ai pianeti, gover
nando con un potere assoluto gli altri pianeti e tutto il mondo.
Tre pianeti sono disposti al di là di esso, e tre al di qua. Marte
è al di sopra del Sole ed è il più vicino a lui, Venere è la più
vicina, ma è posta al di sotto. Di conseguenza, se desideri in
tensificare l'azione della Luna finché essa non pervenga alla
natura del Sole, è necessario estrarre da Marte e da Venere
gli spiriti sottilissimi e tingenti. Questi spiriti, tuttavia, poiché
sono volatili, non possono tingere la Luna, se tu prima non
li trattieni e se non li congeli con il fermento del Sole, che è
il più potente di tutti, quantunque alcuni Filosofi saccenti si
sforzino ancora di coagulare quegli spiriti fugaci in un corpo
vegetabile.
Altra cosa: se la Luna deve diventare Sole, bisogna dapprima
separare e isolare dalla Luna e dal Sole i due pianeti intermedi
(per nerezza di Venere intendi in realtà la Luna, e per Mercu
rio intendi l'umidità che evapora) . Alcuni saccenti rimuovono
questi due ostacoli, ai quali hanno dato denominazioni insulse
e insensate, come rugiada e glutine.
nade donde nasce l'enneade, dalla quale deriva il numero universale, il dieci.
Le due illustrazioni (di p. 1 1 1 e 1 1 2) a V!Jn der undern Astronomey, das ist von
der Alchimey, in B. Figulus, Rosarium novum olympicum et benedictum , Base!,
. . .
1 09
Giove sta al di sopra del Sole fra due pianeti, e lo stesso fa
Mercurio nella parte inferiore, fra altri due, e da quei due fa
uscire Venere e la Luna.
Nota bene. Tutta quanta l'alchimia è compresa in questi
corpi metallici; cionostante, necessitiamo talvolta di alcune so
stanze, come sali, acque forti e acqua vegetale, grazie alle quali
i corpi sono adeguatamente purificati e se ne estraggono le
nature spirituali e sottili. Colui che avrà approfondito coscien
ziosamente tutte queste cose giungerà senza alcun dubbio ai
misteri più grandi della Filosofia naturale.
110
V<m der ut�dern Astrot�omey, das ist von derAlchimey,
in B. Figulus, Rosarium t�ovum olympicum et bmedictum. . . , Basel, 1608, l .
Von der undern Astronomey, das ist von der Alchimey,
in B. Figulus, Rosarium novum olympicum et benedictum , Base!, 1 608, l .
. . .
L'elogiatissima polvere medicinale di Tritemio225
225
Pulvis medidnalis va/de celebratus eiusdem Trithemii, in Johannis Trithe
mii... primae partis Opera historica . . . , Marquardi Freheri . . . , Francofurti, 1 601,
pp. nn. (prima dell'elogio di Tritemio fatto da André Thevet) . È presente in
Trithemius sui ipsius vindex sive steganographiae. . . Apologetica defensio . . . autore ...
Sigismundo celebris in Bavaria Monasterij Seon, Ord. S. Benedicti Abbate
(Sigismund Dullinger), Ingolstadii, 1616, p. 1 25-127 e, con alcune varianti,
in diverse farmacopee del XVII e del XVIII secolo, come quella di Johann
Schroeder, Pharmacopoeia medico chymica sive thesaurus pharmacologicus, editio
sexta, Francofurti 1 669, p. 272-273. La cita Wilhelm Schneegans, Abt]ohannes
Trithemius und Kloster Sponheim, Kreuznach, 1882, nota 1 p. 187.
226
Detto anche ameos o cumino etiopico.
m Le dosi in grammi sono date in Jacques-Paul Migne, Patrologiae cursus
113
zenzero bianco, iva artetica, foglie di senna, tartaro calcinato,
di ciascuno 5 dramme (1 9,331 g) .
macis, cubebe silvestre, di ciascuno 2 dramme (7,813 g) .
garofani, dramme 7 (27 ,344 g) .
Fanne una polvere sottilissima.
Naturalmente dopo una purga appropriata228• Dose: mezza
dramma da assumersi, per il primo mese, mattina e sera, in bro
do o vino; solo al mattino per il secondo mese, e tre volte alla
settimana per il terzo mese; e si mantenga questa dose per la
vita229• Si evitino però le gozzoviglie e l'ebbrezza.
Perciò è una polvere eccellente ed efficace contro tutte le
malattie. Rinvigorisce lo stomaco, monda il cervello, calma gli
occhi e il viso, acuisce la memoria, elimina gli umori cattivi e
superflui in tutto in corpo, senza pericolo, lo allevia e lo agevo
la, sopprime la compressione al petto e la nausea, tiene lontana
l'eccessiva pinguedine, preserva dall'apoplessia e dall'epilessia,
dissolve la materia dei calcoli in modo indolore, e non permet
te che si indurisca in pietra, né che la chiragra, la podagra e la
sciatica finiscano con l'imporsi.
Quando Paolo Scaligero volle prescrivere tale polvere al re
di Prussia (del quale a quel tempo era consigliere), i medici del
principe la vietarono, dal che nacque fra loro una disputa per
questa polvere, nella quale, da una parte e dall'altra, si combatté
a colpi di scritti, la quale disputa esiste nelle satire fùosofiche
dello stesso Scaligero.
228
Questa precisazione esiste solo in alcune versioni.
229
In altre versioni è detto: Per il quarto mese, due volte alla settimana, e
in seguito una sola volta al mese, in luna crescente.
1 14
Estratto da un'opera ermetica di Tritemio230
230
Pur non avendo ancora identificato il testo da cui proviene questo
notevolissimo brano, lo pubblichiamo per il suo elevato valore oggettivo. È
possibile che esso provenga da un'opera manoscritta ponderosissima quale la
Licht der NCltur (Luce della natura), il cui studio è in corso (cf. bibliografia) . Ne
ritroviamo dei passi nel capitolo ottavo del Libro delle meraviglie qui pubblica
to, nonché nel capitolo IX di J#isse und schwarze Magie di Fram Hartmann
(Magia bianca e nera, Roma, Edizioni Mediterranee, 2000), citato in modo
approssimativo come proveniente da "Triternio, Miraculosa, capitolo XIV".
Per una piena comprensione del testo qui di seguito, cf. Divo Sole. La
teurgia solare dell'alchimia, a cura di A. Boella e A. Galli, Roma, Edizioni Me
diterranee, 201 1 .
23 1 Che secondo P. Chacornac (op. cit., nota 1 p. 22 e nota 2 p. 175) è Jean
Tabris alias René Philipon (1870-1936), direttore della collana editoriale La
Bibliothèque rosicrudenne che pubblicherà 12 titoli fra il 1 897 e il 1901, e di cui
questo è il primo, sotto l'egida dell'Ordine massonico di Misraim (e in parti
colare delle rnitica loggia madre parigina dell'Arc-en-ciel), di cui era un alto
dignitario, e della quale faceva parte un altro grande ermetista, Érnile-Jules
Grillo t de Givry (1874-1929). Data questa sua posizione, Philipon poté acce
dere a una gran parte di documenti del XVIII e del XIX secolo, provenienti
da biblioteche e archivi segreti di logge massoniche poi estinte.
232
Jean Trithème, Traité des causes secondes, Paris, 1 897, pp. 23-24.
115
Dio è unfuoco essenziale e nascosto, che risiede in tutte le cose
e specialmente nell'uomo. Questo fuoco genera tutte le cose. Egli
le genera e le genererà in futuro; e ciò che è generato è la vera
luce divina che esiste per l'eternità.
Dio è un fuoco; ma nessun fuoco può bruciare, nessuna luce
può manifestarsi in natura senza l'aggiunta d'Aria che deter
mina la combustione; e allo stesso modo lo Spirito Santo deve
agire in noi come un'Aria o un Soffio divino, facendo sgorgare
dal fuoco divino un soffio sul fuoco interiore dell'anima, in
modo che la luce appaia, poiché la luce deve essere alimentata
dal fuoco, e questa luce è Amore, Felicità e Gioia nella divinità
eterna.
Questa Luce è Gesù, che è emanato per l'eternità da Geova.
Colui che non possiede questa Luce dentro di sé è immerso
in un fuoco senza luminosità; ma se questa luce è in lui, allora
Cristo è in lui, s'incarna in lui, ed egli conoscerà questa Luce
quale esiste in Natura.
Tutte le cose, quali le vediamo, sono interiormente Fuoco e
Luce, ove si nasconde l'essenza dello spirito. Tutte le cose sono
una Trinità di Fuoco, Luce e Aria. In altre parole, lo Spirito, il
Padm, è una Luce superessenziale; il Figlio è la Luce manifestata;
lo Spirito Santo è un aria mobile, divina e superessenziale
Questo fuoco risiede nel Cuore e invia i suoi raggi in tutto
il corpo dell'uomo, e determina la vita. Ma nessuna luce nasce
dal fuoco senza la presenza dello spirito di santità. . .
Tutte l e cose sono state fatte dalla potenza del verbo divino,
che è lo Spirito o Soffio divino emanato dal principio della
sorgente divina. Questo soffio è lo Spirito o Anima del Mondo
ed è chiamato Spiritus Mundi.
Inizialmente era simile all'Aria, poi si è contratto in una
nebbia o sostanza nebulosa e, infine, si è trasmutato in Acqua.
Quest'Acqua era all'inizio Spirito e Vita, poiché essa era impre
gnata e vivificata dallo spirito.
L'oscurità colmava l'abisso; ma con il proferire del verbo, la
1 16
Luce vi fu generata, le tenebre illuminate dalla Luce, e l'Anima
del Mondo nacque.
Questa Luce spirituale, che noi chiamiamo Natura, o anima
del mondo è un corpo spirituale che, per mezzo dell'Alchimia,
può essere reso tangibile e visibile; ma giacché esiste allo stato
invisibile, è chiamato Spirito.
Si tratta di un Fluido universale e vivo, diffuso ovunque in
Natura, e che pervade tutti gli esseri.
È la più sottile di tutte le sostanze, la più potente a causa del
le sue qualità intrinseche; essa penetra tutti i corpi, e determina
le forme in cui opera la sua azione.
Con la sua opera, essa libera le forme da ogni tipo di imper
fezione; rende puro l'impuro, perfetto l'imperfetto, e immorta
le ciò che è mortale, fissandovisi.
Questa Essenza o Spirito fu emanata dal Centro fin dall'i
nizio, e s'incorporò nella sostanza di cui è formato l'universo.
Questo è il Sale della Terra, e senza la sua presenza, l'erba non
crescerà, ne i prati inverdiranno; e più questa essenza è conden
sata, concentrata e coagulata nelle forme, e più esse sono stabili.
Questa sostanza è la più sottile di tutte le cose, incorruttibile
e immutabile nella sua essenza, essa riempie lo spazio infinito.
Il Sole e i Pianeti non sono che dei coaguli di questo prin
cipio universale, dal loro cuore palpitante distribuiscono l'ab
bondanza della loro Vita, e la inviano alle forme dei mondi
inferiori e a tutti gli �sseri, tramite il loro proprio centro, e
elevando le forme sulla via della peifezione.
Le forme in cui si fissa questo principio vivente, diventano
perfette e durature, di modo che esse non siano alterate, né
siano deteriorate, né mutino più al contatto con l'aria; l'acqua
non può più dissolverle, né il fuoco distruggerle, né gli elemen
ti terrestri divorarle.
Questo spirito si ottiene allo stesso modo in cui è comu
nicato alla Terra dagli Astri; ciò è fatto per mezzo dell'Acqua,
che gli serve da veicolo. Questa non è la Pietra dei Filosofi, ma
1 17
quest'ultima può essere preparata da quell'acqua, fissandone la
parte volatile.
Vi consiglio di prestare molta attenzione all'atto di far bolli
re l'Acqua; non lasciate che il vostro spirito sia turbato da cose
di poca importanza.
Fatela bollire lentamente, poi !asciatela putrefare fino al pun
to in cui avrà raggiunto il colore conveniente, poiché l'onda
di vita contiene il germe della saggezza. Attraverso la bollitura,
l'Acqua si trasformerà in Terra.
Questa Terra si trasformerà in un puro fluido cristallino che
produrrà un eccellente Fuoco Rosso; ma quest'Acqua e questo
Fuoco, ridotti in una sola essenza, producono la grande Pana
cea, composta da dolcezza e da forza: l'Agnello e il Leone sono
uniti.
118
Per una bibliografia dei manoscritti attribuiti a Tritemio233
scha ein Sohn Cyri imJar der Welt MLXXX. Welcher peschriepen die Geheimnis der
alten des Medianischen Pristers Iethoroe seine zwei Picher und der gleichen geheime
Schriften mehr aus den Arapischen, Asirischen, Ewreschnen von ihm in das deitsche
ipersetzet Johann Macari monachi penedictiene Ortinis Anno MDLXXXXV, è a
Ùberlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, MS. 197.
235 Riguardo a Johann Macarius, il professore di matematica e fisica di
possesso, della seconda metà del XVIII secolo, non si trova questo passo, ma
che nella copia della stessa epoca di un Diarium attribuito a Macario si legge:
«Nell'anno 1484, il 1 8 ottobre, tra le 9 e le 10, l'anima del santo Padre Basilio
Valentino tornò nel grembo di Abramo, il che provocò una grande afflizione
in tutto il monastero. Egli raggiunse l'età di 1 36 anni. Il Signore ci unisca tutti
a lui in Cristo nostro Signore•.
Lo storico dell'alchimia Karl Christoph Schmieder cita la notizia di Crei
ling e afferma: «Tra gli alchimisti spirituali di quest'epoca [il XV secolo). ce
n'è uno chiamato Frater Macarius, del quale si sa poco. Visse a Erfurt verso il
1440 e fu discepolo di Basilio Valentino, quindi probabilmente benedettino.
1 19
Tritemio è detto aver tradotto dallo spagnolo al latino scrit
ti alchimici come il Mysterium magnum del famoso patriarca
Vincenzo236. Macarius sottolinea però che Tritemio, non co
noscendo sufficientemente bene lo spagnolo, ha preso molte
cose in senso completamente diverso, rendendo oscuri i passi
più chiari. Macario ammette tuttavia di non aver mai trovato
un suo pari nella conoscenza delle cose naturali.
Anche il titolo dell'opera Il secondo silenzio di Dio nel Giar
dino paradisiaco di Delizie del Re Salomone il Saggio (Das zweyte
Silentium Dei in des Konigs Salomonis des �isen paradiessischen
Lustgarten) , come abbiamo visto, cita Tritemio e i suoi inse
gnamenti237, in una precisa genealogia ricorrente in una serie
di testi manoscritti che sono dichiarati tradotti dall'arabo allo
spagnolo, dal Patriarca san Vincenzo, e poi dallo spagnolo all'al
to tedesco da Tritemio o da Giovanni Macario. Vi sono anche
numerosi manoscritti attribuiti a Basilio Valentino.
La mole di questi documenti e la loro complessità fa ritenere
che non siano mere invenzioni del XVIII secolo, ma che abbia
no una storia ben più articolata, sviluppatasi in un lasso di tem-
Scrisse un trattato alchinùco dal titolo Descriptio Lapidis lgnis, che è ma
noscritto e non è stato ancora stampato. "Pietra di fuoco" è un ternùne di
Basilio. Comprende una tintura preparata con l'antimonio, che può trasmu
tare solo l'argento, e di questo solo cinque parti in oro• (K. Chr. Schnùeder,
Geschichte derAlchemie, Halle 1832, pp. 200 e 208) . Fra i trattati in cui figura
il nome di Macario, citiamo ancora una volta dal Catalogus manuscriptornm
chemico-alchemico-magico-gabalistico-medico-physico-curiosornm, pubblicato nel
1788 a Vienna: codices alchenùci, n° 80, pp. 77-78: «Die goldene Weisheit der
sibilinischen Ga?tter, von Pythagora in griechischer Sprache beschrieben, von Thomas
Aquinas in 'rias Lateinische uibersetzt, 1 667, und von Johanne Macario Monacho in
das deutsche uibersetzt Anno Domini 1580. 1 7 Bogen. 8 fl.»; e codi ces alchenùci,
n° 54, pp. 49-55: «Das Buch Macarius des Einsiedlers, in tedesco• (raccolta di
numerosi trattati). Diversi titoli sinùlari attribuiti allo stesso autore sono alla
Leopold-Sophien Bibliothek di Ù berlingen.
2"" J. Scheible ("Leben des Abt Tritheim", cit., p. 1062, nota) dice che una
delle opere più importanti di san Vincenzo è il suo nùsterioso Cabalistisch
emblematisches Cabinet che espone l' alchinùa in chiare figure.
237 Beinecke University Library, Ms. Mellon 1 36 del 1798, pp. 1 -2.
1 20
po assai considerevole238.Va aggiunto che sono per la maggior
parte trascrizioni eseguite da copisti ignoranti, che presentano
una quantità e una varietà incredibili di errori, sgrammatica
ture, ecc, come il lettore potrà constatare. Contengono molte
illustrazioni curiose e bizzarre, che ritroveremo parzialmente
nel nostro Wunder-Buch.
121
Manoscritti di testi attribuiti a Tritemio
122
Explicatio super Sator Arepo etc. (Wien, Òsterreichische Natio
nalbibliothek, Cod. 1 1320n° 9, ff. 153r-160v).
Der General-Schlussel zu Allen Wissenschqften und Geheimnissen
Trithemii des Apts zu Spanheim. (Leipzig, Universitatsbiblio
thek, Cod. Mag. 1 1 8, ff.7, 1 750 ca.245) .
]oh. Trithemii Geheimer Unterricht vom Vitriol artefacto Philosophornm
und der. . . Tinctur und LApide Philosophornm . . . , 1492 (Hamburg
SUB, Cod. alch. 761).
Geheimes Cabinet der Natur und Kunst. . . von ]oh. Trithemio
1 490. . . durch Basil. Ullent. 1 496. Una nota manoscritta dice:
«Pare un libro falsamente attribuito» (Hamburg SUB, Cod.
alch. 625).
Grnnd und Ausslegung aller wahren Philosophiae [estratto] . (Lon
don, Wellcome Library, MS. 4889, del 1 760, n° 9, pp. 303-
306).
Himmlisches und Obernaturliches Geheimnis des Geistes und der Se
ele der Welt und von der Naturlichen magia von Ioanne Trithemio
Abbate Sponheimiensz-246• (Amsterdam, Bibliotheca Philoso
phica H ermetica, M217, metà del XVIII secolo247) .
1 23
Altri esemplari:
248 Mistero celeste segreto e sovrannaturale dello Spirito e dell'Anima del Mondo
della Magia naturale, composto dal venerabilissimo e illustrissimo Giovanni Tritemio,
abate di Sponheim e maestro perfettissimo di magia naturale, nell'anno 1 506.
249 Anche Karl Kiesewetter possedeva quest'opera manoscritta, come di
chiara in Faust in der Geschichte und Tradition, op. dt., p. 284.
250 Il Ms. 231 consta di 106 capitoli e ne include 12 specialmente dedi
cati ai segni zodiacali, i loro astri e il loro influsso, e 7 ai pianeti e alla loro
azione. Rispetto al Ms. 234 presenta inoltre sovente una diversa successione
dei capitoli.
1 24
sti; il terzo tratta di che cosa sia la magia naturale25 1 ; dal quarto
al quindicesimo si tratta dei 1 2 segni celesti, il diciassettesimo
di Giove, il diciottesimo di Marte, il diciannovesimo del Sole.
Il titolo tedesco completo della pubblicazione di Scheible è:
Johannes Tritheim�, Abt zu Spanheim, Wunder-Buch von der gottli
chen Magie; dem Planeten- und Geburtsstunden-Eitifluss; der Signa
tur der Kriiuter, Mineralien, Thiere und Menschen; dem Universal
Spiritus; den magischen Tinkturen und Arzneien; Krystallspiegeln;
hermetischen Geheimnissen; der kunstlichen Lebenslampe; dem Of
fenbarungs-Spiritus aus Maithau; dem magischen Feuer und Liquor;
dem 0./Jenbarungs-Spiegel; dem Spiegel Salomonis, in welchem alle
Signaturen der J#lt und alle Geister zu erkennen; den magischen
Kugeln zur Erforschung des unter der Erde Verborgenen; den magi
schen Geisterglocklein, Ringen und Ruthen, Siegeln und Signaturen;
den heimlichen Bergwerken in Zimmern; der Bereitung des Urims der
Israeliten; den hochsten Secreten der Magie und Kabbala; den Gehim
nissen des Geistes und der Seele der J#lt, Passau,Anno MDVI.
Questa edizione comprende un'altra operetta "apocrifa" di
Triternio: il Guldenes Kleinod oder Schatzkiistlein252, che era
già stato impresso nel 1 782 a Stoccarda. Una parte del ca
pitolo 25 del Wunder-Buch von der gottlichen Magie è molto
simile al libro VII di Cabala et Philosophia Naturce et Artis at
tribuito a Federico Gualdi253•
Liber experimentorum ]ohannis Trithemii. (Oxford, Bodleian Library,
rns. Ashmole 1460, ff. 1-137; London, British Library, Sloane
252 Edizione italiana: Gioiello aureo ovvero Piccola cassetta del tesoro, tradotto in
Tedesco da/ LAtino per il suo valore inestimabile dafrate Basilio Vtllentino dell'Ordine
di san Benedetto nel monastero di S. Pietro nell'anno di Cristo 1 482. . .. , Torino,
Mirdad, (2003?).
253 Cf. A. de Danann, Un Rose-Croix méconnu . . . , op. dt., cap. V; Federico
Gualdi, Philosophia Hermetica, op. dt., p. 133-142.
1 25
di Tritemio, nonostante l'opinione contraria di Klaus Arnold e
Noel Brann, autori di recenti biografie sull'abate di Sponheirn.
Lo dimostra Carlos Gilly, sostenendo che dei 269 esperimenti
magici descritti, alcuni potevano essere noti soltanto a Tritemio,
come quello di Pelagio l'eremita o quello di Libanio Gallo.
Alcuni di questi sono nel quinto libro in calce ai mano
scritti dell'Antipalus Mal4ldorum (Ithaca, N.Y., Cornell UL
cod. M 6 1 e Copenhagen KB,Thott 629 4°) . L'autenticità di
queste ricette sembra indubitabile anche a Paola Zambelli.
Gilly aggiunge che Tritemio aveva iniziato una raccolta di
ricette magiche almeno del 1499, poiché in una delle lettere
indirizzate ad Arnold Bostius non cifrate nella Steganogra
fia, Tritemio sollecitava l'amico olandese a restituirgli i suoi
Esperimenti magici: «Meum de magicis experimentis codicem
quem habes mihi oro quantocyus curato remittere))254•
Magia naturalis Johannis Trithemii abbatis Spanheimensis . . 255 • .
256
Wilhelrn Schneegans, Abt Johannes Trithemius und Kloster Sponheim,
Kieuznach, 1 882, p. 291
257 H. Kopp, op. cit. l, p. 227, nota, cita un manoscritto con questo titolo nel
Catalogus manuscriptorum chemico-akhemico-magico-gabalistico-medico-physico-curiosorum
Wien, 1786, p. 30, n° 168. Una copia è alla Biblioteca nazionale di Vienna: Iilien
und Rosen, wekhe]oh. Trithemius seinem Kloster zumAndecken hinterlassen: ONB Wien,
MS. 1 1307, del XVIII secolo, lf. 317-348v, e un'altra, del XVIII secolo, alla Biblio
theca Philosophica Hermetica di Amsterdam: Iillien und Rosen wekhe abzubrechen. . .
johan Trithemius hinterlassen .. (M201). M . Ziegelbauer, Historia rei literariae Ordinis S.
.
Benedicti , ... op. cit., p. 306, indica un manoscritto così intitolato, visto a Briinn, il 9
settembre 1749; comprendeva 6 capitoli di cui il primo trattava della tintura degli
alchimisti. Anche K. Kiesewetter (Geheimwissenscha.ften, II, Geschichte des Oa:u/tismus,
op. dt., p. 78) ne indica un manoscritto molto probabilmente in suo posses.so Ne
esiste una versione francese: Lys & roses que. . .] Trithemius... à laisséprivative à son Cou-
1 26
Physicam chimica, in Tedesco, in un catalogo della biblioteca di
Leida258•
ResponsaJoannis Trithemii Abbatis, primo spanheimensis, postea D.]acobi
herbipolensis, quae dedit Caesari Maximiliano primo, cum Sua Caesarea
Majestas, Conradum Celtem, poetam laureatum, ad ipsum ablegasset,
percontandi causa: quidnam in Magia naturali sdret, vel Caesarem do
cere posset, Anno Domini 1502 in Vigilia D. Michaeli?9, dichiarato
proveniente dalla collezione di Mattia Corvino re d'Ungheria.
Trithemii Schlussel von allen Geheimnissen, fra i codici manoscritti
in un catalogo di Erlangen edito nel 1 746260•
Von des sieben Geistern. (Liibeck, Ms. Math.9, del 1 590, n° 7, ff.
1 35r-138v) .
Ternarius Sanctus in ternario sancto et Ternarium sanctum . . . Trithe
mio von Sponheim . . . . . MIVXXX.X (Ùberlingen, Leopold-So
phien-Bibliothek, ms. 233, XVIII secolo) . In due parti. Porta
la data 1440. Secondo Karl Kiesewetter non esiste a stampa261•
Tractatus de angelis septem planetarum. (Oxford, Bodleian Library,
ms. Ashmole 434, ff. 1-24) .
Trithemius redivivus. (London, British Library, Sloane 3824, ff. 121-140).
vtmt pour /es cueillir en memoire de luy (Manchester,John Rylands library, ms. Christie).
258 Notizia annessa a un catalogo manoscritto di opere di Tritemio del
monastero di san Giacomo di Ratisbona. Cf. M. Ziegelbauer, Historia rei
literariae Ordinis S. Benedicti , ... op. cit., p. 306.
259 Risposte dell'abate Giovanni Tritemio. . . date all'Imperatore Massimiliano I,
quando la Sua Maestà Imperiale gli mandò il poeta laureato Konrad Celtis allo
scopo di investigare come mai avesse conoscenze di magia naturale o potesse insegnare
all'Imperatore, nell'anno del Signore 1 502, alla vigilia del giorno di san Michele
(Catalogus manuscriptorum. . . , cit., codices magici, n° 301, p. 45).
260
Cf. M. Ziegelbauer, Historia rei literariae Ordinis S. Benedicti , ... op. cit., p.
306;Will-Erich Peuckert, Pansophie: Ein Versuch zur Geschichte der weissen und
schwarzen Magie, Stuttgart, 1936, p. 89; Isidor Silbernagei,johannes Trithemius.
Bine Monographie, Landshut, 1 868, p. 245;W Schneegans, op. cit., p. 293.
261 L'editore J. Scheible ("Leben des AbtTritheim", op. cit, p. 1061-1063) cita
un T ernarius sanctus in Ternario sancto et Ternarium sanctum diviso in 21 libri, in
parte alchimici in parte magici, che si accordano generalmente con i principi
di Tritemio, e tuttavia dubita deUa sua autenticità. In una nota a p. 1063, precisa
che questi testi portavano il nome di autori famosi perché a una certa epoca le
opere autentiche di tali autori erano assai ricercate e ben pagate. Ciononostante
è lui ad aver pubblicato sotto il nome di Tritemio il Libro delle Meraviglie.
1 27
Manoscritti il cui titolo dichiara Tritemio
come traduttore del testo o altro
1 28
Iamblichi des grossen Magi undAegyptischen Priesters Tabula Schmaragdi
na vom ]ahr der Welt 2249 vor Christi Geburth 1714 (1 71 1) aus
dem Arabischen Assyrischen und anderen Sprachen ins Teutsche uber
setzet von Trithemio von Trittenheim Abbate Ordinis Benedictini zu
Wurzburg Anno Domini 151 O (Hamburg SUB, Cod. alch. 622).
]amplichi Rappi Tie Geheimnus der Eugiptischen Koenige in Arapi
schen Sprache von Tomas Aquinas in das LAdeinische uepersetzt
von Trithemio in das Teidsche uepersetzet. (Ùberlingen, Leo
pold-Sophien-Bibliothek. MS. 189, XVIII secolo) .
Ismael Ozanes ein Aegyptischer Priester vom Hermetischen Stein
in Aegyptischer und Arabischer Sprache auff zarten Rinden eines
Palm baums geschrieben Anno Mundi 2344 vor Christi geburth
1 619 (1 6 1 6) ins Teutsche ubersetzet und erkliihret von Trithemio
von Trittenheim Abbate Ordinis Benedictini zu Wurtzburg Anno
Xsti 1509 (Hamburg SUB, Cod. alch. 620).
Das Licht der Natur und tas grose Geheimnus des Geistes und der
Sellen als ware Summum Ponum Augus(t)ini Anno Domini 420
von mir in das Deitsche ubesetzet Trithemius von Sponheim Apas
zu Creizpurg (sic}, Ann Domini 1 450262 (Ùberlingen, Leo
pold-Sophien-Bibliothek, MS. 226, XVIII secolo) . La sola
prima parte, senza indice.
Das Licht der Natur m id allen verporgenen Gehimnusen der alde Wei
sen als das hochste secretum der Kinder der Weisheid und Wahrheid
endecket und erkleret und zur Lere von geschripen Augustinus
anno Domini IVXXX von mir in das Deitsche iper setzet Trite
mio von Sponheim Apas zu Chreitzpurg anno Domini DIVL.
(Ùberlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, MS. 227, XVIII
secolo) . Parte prima. Un'annotazione sul ms. 227 porta la
data del 22 ottobre 1 740. Degli estratti da questo testo at-
262
L'editore Johann Scheible ("Leben des Abt Tritheim", op. cit, p. 1 062)
conosceva un testo manoscritto dal titolo Licht der Natur als das Mysterium
magnum von J Trithemio, che a suo parere avrebbe potuto essere opera auten
tica di Triternio, consistente in sette libri, ognuno illustrato da una figura, di
contenuto puramente alchirnico.
1 29
tribuito a Tritemio sono proposti ai Fratelli della Rosacroce
in un'opera tedesca pubblicata nel 1 6 1 8 e intitolata Breve e
fondata relazione sulla Luna compatta o fissa: di come possa essere
facilmente preparata in modo .filoso.fico263, e una raccolta tardi
va di processi alchimici intitolata Segreti di alcuni Filosofi ed
Adepti, apparsa nel 1 780, descrive un procedimento tratto
dalla stessa opera264•
Das Licht der Natur zweider Thel. Bine Wieder holunge des erschten
Teils mit .filen esentzialischen Geheimnusen aus der ehwigen wie
auch aus der eisern Natur. Vor gestelt und erklehrt Augusti nus anno
Domini IVXXX iiper setzvt von Trithemio von Sponheim Apas
zu Creitzpurch anno Domini DIVL. (Ùberlingen, Leopold
Sophien-Bibliothek, MS. 228, XVIII secolo) . Parte seconda.
Mysterium magnum Deifratris Vincentii O. P. uebersetzt von Trithemio,
1 470. (Ùberlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek. Ms. 2 1 7) .
Osias Asnath Heyligen Priesters und grossen Magi zu On in Aegyp
ten Natur Licht auff einer Pyramide oder Flammen Seule mit
Figuren und Aegyptischer und Arabischer Sprache der Nachwelt
hinterlassen Anno Mundi 2243 vor Xsti Geburth 1 71 8 ins La
teinisch ubersetzet und erkliihret von Trithemio von Trittenheim ab
bate Ordinis Benedectini zu Wiirtzburg Ao. Christi 1512 (Ham
burg SUB, Cod. alch. 629).
Altro esemplare: Osias Asnath heiligen Priesters und grossen Magi
zu On in Egypten Natur-Licht. . . ins lateinische iibersetzet und
erkliihret von Trithemio von Trittenheim Abbate ordins Benedictini
263 Samuel Friedrich Fischer Kurtzer und Gegriindeter Bericht, von der Luna
compacta oder Fixa : wie so/che nach Philosophischer Art, gantz leichtlich kiinne
prtPparirt werden. Aus dem Liecht der Natur, Abbate Trithemio. Auch andern authen
tischen Philosophis genommen, und in i!ffentlichen Druck veifertiget. Den Fratribus
Crucis Rosata! zur A nreitzung, allen Betriegern und Lauchrimisten aber zur !Mir
nung. . . , s. I. 1 6 1 8). Cf. Carlos Gilly (éd.), Cimelia Rhodostaurotica, Amsterdam
1995, fiche n° 1 68a.
264 G
eheimnisse einiger Philosophen und Adepten, Leipzig 1780, pp. 96-100,
che descrive un processo di preparazione di un solvente universale con la
rugiada e l'acqua piovana, tratto dal capitolo III del primo libro della Licht
der Natur.
1 30
zu Wiirzbu�Anno Christi 1 512, verteutschet vonJ A. R. (Aka
demii Umiejetnosci w Krakowie - Accademia delle arti e
delle scienza di Cracovia - rns. 605 r:w'J, XIX secolo)265•
Pitagoras Helschinentes Licht der 7 Natur Geister aus dem LAtei
nischen in das Teidsche iiper setzet von Triethemio von Sponheim
Appas zu Creitzpu� anno Domini 1 4 1 4. (Ùberlingen, Leo
pold-Sophien-Bibliothek, Ms. 229, XVIII secolo) . Diviso in
1 1 capitoli266•
Rabbi Micerini Geheime Unterrichtung von der Grossen Magie der
Aegyptier auff einer Drachen Haut der Nachwelt in orientalischer
Sprache und wenigen Sinnbildern hinterlassen Anno Mundi 2249
vor Christi Geburth 1 71 4 (1 71 1) in die LAteinische Sprache
von Trithemio von Trittenheim Abbate Ordinis Benedictini Anno
Domini 151 1 . nachgehends einem guten Freund zum besten ins
Teutsche vertiret von I. A. R. (Hamburg SUB, Cod. alch. 628).
Altro esemplare:
Rabbi Micerini Geheime Unterrichtung von der grossen Magie der
Egyptier, auf e. Drachenhaut der Nachwelt in Orientai. Sprache u.
wenigen Sinnbildern hinterlassen Anno mundi 2249 vor Christi
Geb. 1 71 4 l: 1 7 1 1 : l in d. lat. Sprache iibersetztet von Trithemio
von Trittenheim . . 151 1 . Nachgehends e. guten Freund zum besten
.
265
Jan Czubek, Katalog rekopisow Akademii Umiejetnosci w Krakowvie, Kra
kowie 1906, p. 96.
266
Karl Kiesewetter, Die Geheimwissenschaften, Il, Geschichte des Occultismus,
op. cit., p. 35, lo cita come «tradotto in tedesco da Tritemio di Sponheim
nell'anno 1 41 4, cioè 48 anni prima della sua nascita!•.
131
Das verporgene Licht in der Natur, by Frater Vincentius O. P., aus
dem Spanischen uebersetzt von Trithemio von Sponheim, 1 430.
(Ùberlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, MS. 215, XVIII
secolo) .
S. Vincentius Ordinis praedicatorum, Handelt von denen ipernatirli
chen Wundern in der Nadur, Geschripen anno 1 4 12, uepersetzt
aus dem Spanischen in das Deitsche, by Trithemius von Sponheim,
MIVL. (Ùberlingen, Leopold-Sophien-Bibliothek, Ms. 216,
XVIII secolo) .
1 32
Opere a stampa di argomento alchimico-magico
attribuite a Tritemio
1 33
zig) 1 61 1 . Infine, Vossius ne possedeva un manoscritto in
lingua tedesca267•
De tribus primordiis Artis physicae, in edizione tedesca: von den
dreyen Arifangen aller naturlichen Kunst der Philosophiae, epistola
di 12 pagine indirizzata a Johann von Westenburg, in Johann
Schaubert, Katopthosophia, id est Consummata sapientia seu phi
losophia sacra, Magdeburg, 1602; Frankfurt a. M., 1681 268•
Si trova anche in Neue Sammlung von einigen alten und sehr rar
gewordenen Philosophisch und Alchemistischen Schriften (conti
nuazione del Theatrum chemicum) , Frankfurt-Leipzig, 1770,
Il, pp. 429-444. In latino fu pubblicata già nell'edizione di
Colonia del 1567 del Trattato delle cause seconde269, che com
prende anche una serie di 1 2 lettere di o a Tritemio. Il testo
presenta molte somiglianze con quello del De spagirico artiji
cio, e pare un commento.
von der undern Astronomey, das ist von der Alchimey, contenuta
nella raccolta curata dal paracelsiano Benedictus Figulus270
267 Leiden MS.Vossianus Chym. Q. 46, seconda metà del XVI secolo, n° 5,
ff. 176-217v: Tractatus chemicus, tradotto in tedesco. Cf. Traité des causes secondes,
Bibliographie, pp. 65-66. Cf. Magnoald Ziegelbauer, op. cit., p. 305-306, che
cita Johannes Albertus Fabricius, Bibliotheca latina mediae et infimae aetatis, IX,
p. 466. Scheible dichiara questo trattato apocrifo ("Leben des Abt Tritheim",
cit., p. 1061).
268
Le pagine non sono numerate. Il titolo suona: Dei tre principi di tutta
l'arte della filosofia naturale, senza i quali nessuno può ottenere qualcosa o fare al
cunché di utile. Il primo principio è nell'unità, grazie alla quale il potere e le
virtù delle meraviglie della natura si compiono nel risultato finale; il secondo
principio deriva dal primo, ed è il ternario che dà luogo alla meraviglia na
turale mediante il binario; il terzo principio non è un principio di per sé, ma
nel rapporto fra esso stesso e il binario, ed è il fine di tutta la conoscenza. Cf.
K. Schrnieder, op. cit., pp. 237-238; Karl Kiesewetter (Die Geheimwissenschaften,
II, Geschichte des Occultismus, op. cit., p. 78) afferma che è un testo manipolato,
forse da Tholde.
269 Ioannis Trithemii Abbatis. . . De septem secundeis. . . adiectae sunt aliquot epi
stolae ex opere epistolarum Io. Trithemii utilissimae, Coloniae, 1567, pp. 81-100.
270 Riguardo a Benedikt Topfer, più noto con il nome latinizzato di Be
nedictus Figulus (nato nel 1 567 e morto fra il 1617 e il 1630), nativo di
Huttenhofen in Franconia, un personaggio di particolare importanza nel
la storia delle origini deU 'Aurea Rosacroce, cf. Karl Schrnieder, Geschichte
der Alchemie, op. cit., pp. 349-350; John Ferguson, Bibliotheca chemica, London,
134
Rosarium novum olympicum et benedictum, das ist ein newer Ge
benedeyter Philosophicher Rosenkranz, l, Basel, 1608, pp. 1 6-22.
Il titolo del trattato in lingua tedesca, L'astronomia inferio
re ossia l'alchimia, sottolinea la corrispondenza ermetica fra
macrocosmo e microcosmo, ovvero tra astronomia celeste e
astronomia terrestre. Alcuni passi e alcune illustrazioni sono
in comune con il Tractatus chemicus nobilis]oannis Trithemi Ab
bati Spanheimensis, in latino. Esiste anche in manoscritti.
Veterum sophorum sigilla et imagines magicae sive sculpturae lapi
dum et gemmarum secundum Nomen Dei Tetragrammaton, cum
signatura planetarum & iuxta certos coeli tractus e constellationes,
ad stupendos et mirandos e.ffectus producendos. . . , Ex loa. Trithemi
manuscripto eruta, s. l., 1612. Il contenuto si ritrova pressapoco
nello Speculum lapidum di Camillo Leonardi, Augusta Vinde
licorum, 1 533271 •
Appare anche nel Catalogus Librorum & Manuscriptorum magi
co-cabalystico chymicorum di Friedrich Roth-Scholtz, Herren
stadii, 1 732, ave porta la falsa data di _Pesaro, 1 502, ma non è
dichiarato di Tritemio272•
1 35
Testi più tardi sicuramente rielaborati:
Abbot in Spanheim, the which D. Paraalsus hath rereaved, and this is written out of his
owne hand's writing (Oxford, Bodleian Library, Ms.Ashmole 1408, pp. 220-224).
274 K. Sudhoff, Bibliographia paracelsica, Berlin, 1 894, n° 244, p. 426.
275 K. Schmieder, op. dt., p. 238. Egli aggiunge che l'opera è scritta da
un ignoto compilatore e appare come un lavoro postumo, maldestramente
interpolato. K. Kiesewetter ( Geheimwissenschaften, II, Geschichte des occultismus,
1 36
Zwey ewige unausloschliche brennende zeytliche Liechter, vom Her
ren Trithemio Abt zu Sponheim, welche auss Bartholomei Korn
dorffers Handschrifft abgeschriben worden, in Aureum vellus oder
Guldin-Schatz und Kumt-Kammer. . von . . . Salomone Trismo
.
1 37
Sovente attribuito a Triternio è il Calendarium naturale magi
cum perpetuum prcifondissimarum rerum secretissimarum contem
plationem totiusque philosophiae cognitionem complecten?78, il cui
autore è invece Johannes Grosschedel ab Aicha279. Anche
Karl Anton Nowotny280, che vide il manoscritto conservato
alla Biblioteca Nazionale Austriaca, lo attribuì a Triternio;
in quell'esemplare il Calendarium è accompagnato da una
lettera, sempre attribuita a Triternio, intitolata Dei requisiti e
dell'effetto della vera magia, segreto comunicato al principe ]oachim
von Brandenburj81 , ma che già lo storico di Triternio Klaus
Arnold282 aveva dimostrato essere un falso del XVIII seco
lo283. Una buona parte della lettera è infatti copiata da quella
del 24 agosto 1505, indirizzata a Germain de Ganay. La ri
troviamo, insieme ad altre epistole, autentiche e non, nell'e
dizione di Colonia del 1 567 del trattato Delle cause seconde284•
278
Calendario naturale magico perpetuo comprendente la contemplazione delle
cose oaulte più pr.fonde e la conoscenza di tutta la filosofia. Altri lo attribuiscono
a Tycho Brahe.
279
Lo dimostra definitivamente Carlos Gilly, in "Il ritrovamento dell'ori
ginale del Calendarnm naturale magieum perpet�um di Grosschedel", in C. Gilly,
a cura di, Magia, alchimia, scienza dal '400 al '700, Firenze, Centro Di, 2002,
l, pp. 295-309.
2"'' H. C. Agrippa ab Nettesheim, De oaulta philosophia, Graz, 1967, pp.
61 5-629, Appendix V, ff. 32v-38r (riproduzione del Cod. 1 1313 della Òster
reichische Nationalbibliothek di Vienna) .
2" 1 De requisitis et effectu verae magiae secretum principijoachimo a Brandenburgo
traditum. Cf. Tabulae codicum manuscriptornm praeter graecos et orienta/es in Bi
bliotheca Palatina Vindobonensi asservatornm,Wien, 1864-1899, Band VI, p. 306.
Cogliamo qui l'occasione per segnalare che la Biblioteca Nazionale di Vien
na contiene molti e preziosi documenti riguardanti la tradizione ermetica
italiana.
2"2
Klaus Arno!d,johannes Trithemius (1 462- 1 5 1 6), Wurzburg, 1971, p. 252.
283
Cf. Fr. Secret, "Libanius Gallus ...", art. cit., p. 1 03; e Kabbale et philosophie
hermétique, op. cit., p. 87.
284 Ioannis Trithemii Abbatis. . . De septem secundeis. . . adiectae sunt aliquot epi
stolae ex opere epistolarnm Io. Trithemii utilissimae1 Coloniae, 1567, pp. 1 00-1 1 6.
138
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1 43
Ringraziamenti
1 44
Il libro delle meraviglie
CAPITOLO PRIMO
147
perdono il retto canunino. Ma per coloro che cercano la sag
gezza con anima desiderosa è tutta un'altra cosa, essi temono il
Signore con tutto il cuore, il che è il vero inizio della saggezza,
lo cercano con spirito fervente e lo chiamano, poiché egli è
vicino e lo si può trovare.
Il loro animo è sempre diretto verso Dio, essi amano Dio
con tutto il cuore, si sacrificano per lui nella sua misericordia,
nella quale poi cominciano a conoscersi nella luce, a conoscere
che cosa sia l'uomo in quanto spirito, anima e corpo; saranno
rivelate in lui tutte le cose suggellate dallo spirito, poi questo le
rivelerà; bisogna che tu comprenda poi, in terzo luogo, che cosa
sia la semplice luce della magia, della cabbala e della fùosofia.
L'Altissimo ha impresso il suo mistero su tutti gli idiomi e i ca
ratteri, che noi conosciamo secondo la loro segnatura, perciò tu
devi riconoscerli secondo la tua propria complessione, la forma
del corpo e la fisiognomia.
Come debba essere fatto un uomo, e se egli sia adatto alla
magia, egli deve sondarlo dalla segnatura, esteriore e interiore.
Interiormente l'uomo fu creato assolutamente perfetto quanto
ad anima e spirito, in giustizia e santità, mentre esteriormente si
presentò come Maestà di Dio come immagine e mistero della
Divinità, in cui Dio abita, e anzi, fu sulla terra quel medesimo
essere che Dio è in ogni cosa dall'Eternità.
L'anima è sostanzialmente un fuoco magico proveniente da
Dio, nel quale fuoco deve essere rivelata la luce di Cristo Gesù,
il quale è il Centro della luce, dunque l'anima consiste in un
vorace fuoco magico. Giov. 1 2,46: Perciò la luce è venuta nel
mondo, per placare il nostro fuoco spirituale e lo spirito igneo;
l'anima si nutre di questo spirito luminoso, e questo spirito
deve essere cibo per l'anima; la luce originata dal fuoco agisce
perciò in modo magico nell'anima, e se l'anima non provenisse
da Dio, e il suo spirito non vi fosse racchiuso, essa non potrebbe
attrarre a sé tale luce. Quando la tua anima è nutrita da questa
luce, tutto il tuo corpo deve divenire luce in Cristo, Luc. 1 1 , 36,
1 48
Deut. 4, 24, il quale deve placare questo fuoco in te, affinché tu
ora non arda in esso; poiché bada, Dio è un fuoco ardente, uno
spirito che tutto penetra; se però la tua anima è stata tinta dal
sangue e dalla tintura di Cristo, il fuoco fisico aumenta grazie
alla luce che è nella tua anima, la luce del tuo Dio, che tu d'ora
innanzi puoi chiamare Padre, e in cui perciò vivi.
1 . Focoso collerico
1 49
L' aleph significa il Creatore e Padre di tutte le cose nel fuoco
divino essenziale, nel quale tu sei, secondo la tua complessio
ne, ma se non fai attenzione a te stesso, Satana può avvicinarti
facilmente. Solo se catturi il Cristo, la Luce, se ti allontani dal
mondo, se servi in silenzio il tuo Creatore, la tua anima· desi
derosa sarà di nuovo nella Luce; perciò un · uomo simile ha il
potere di penetrare nella natura e di dire alla montagna: «Alzati
e precipita nel mare••, perché il potere in lui è grande, e non è
l'uomo ad esercitarlo, ma lo spirito che vive in lui, quindi se tu
sei così e ti sei osservato in tal modo, combatti.
2. Aereo sanguigno
1 50
Inoltre, poiché i figli delle tenebre sono di complessione e
caratteristiche saturnine e possiedono un'influenza tenebrosa, e
lo spirito delle tenebre si introduce violentemente in loro, cioè
penetra in loro, per questa ragione essi amano la magia oscura,
alla quale poi giunge presto anche l'amico delle tenebre.
Ma questi non raggiunge i tipi di cui abbiamo parlato, anzi,
li evita, perché anche se questo spirito oscuro avesse campo
libero, in presenza della diversità, e se anche impiegasse tutte
le sue arti, egli non riuscirebbe a rimanere, e non risulterebbe
né visibile né invisibile, e questo perché? Perché un tale tipo
è così marcato dalla segnatura esteriore, che lo spirito oscuro
non potrebbe soffrirlo né sopportarlo, quello gli risulterebbe
assolutamente odioso, poiché sa che un tale uomo lo ricono
scerebbe subito, e perciò il nemico con la sua magia oscura non
può avv1cmarsi.
Se un siffatto uomo si sacrifica, come abbiamo detto, a Dio
l'Altissimo, e si sottomette allo Spirito eterno, cioè a Dio, è
capace di spezzare tutti i legami tenebrosi con la magia oscura,
e di scacciare i diavoli con tutte le loro illusioni.
Vi è quindi una grande differenza tra i veri e i falsi magi;
ciascuno può esaminarsi al santo cospetto di Dio, e se scopri
di non essere adatto, desisti per tempo dalla magia, perché non
tutti sono scelti per essere sacerdoti della natura; e se avessi a
che fare ugualmente con gli spiriti della natura, essi vorrebbero
però avere la tua complessione come magnete, perché gli spiriti
si uniscono volentieri al loro simile e lo seguono.
151
CAPITOLO SECONDO
1 52
CAPITOLO TERZO
1 53
deriva dal Padre ed è stato generato nell'eternità; colui che ha
questa luce non in sé, ma derivata dal Padre, è nel fuoco senza
luce, però la luce è in lui; così Cristo ha acquisito una forma,
e un siffatto essere può anche conoscere la luce esistente nella
natura.
Dio è un fuoco essenziale presente in tutte le cose, e so
prattutto nell'uomo; ma nessun fuoco, nessuna luce in natu
ra possono manifestarsi e ardere senza aria, dunque lo spirito
santo deve esistere anche in te, come etere, alito, soffio divino
proveniente dal fuoco divino, che lo soffia sempre nell'anima,
affinché si manifesti la luce, perché la luce deve nutrirsi di fuo
co, la luce è l'amore, la letizia e la gioia della divinità eterna.
Così è anche in natura: tutte le cose che vediamo con gli
occhi sono così intimamente contrassegnate con fuoco e luce,
ove è celata l'essenza dello spirito, secondo ogni segnatura, e
questi tre pongono il loro segno, come fuoco, luce e etere o
spirito, in tutte le cose, e così anche in te, poiché lo spirito li
porta nel fuoco, come noi possiamo percepire negli Apostoli
il giorno della Pentecoste, in cui in tutti e tre, fuoco, luce e
spirito, sono visti e riconosciuti come un fuoco negli Apostoli.
Questa è la verità, che il Padre è una luce divina superessen
ziale, lo spirito santo un etere divino superessenziale e un ener
gico movimento, e lo mostrano anche le prime lettere Bereshit,
poiché il Bet in magia significa Ben, cioè Figlio, l' Alif significa
Aoh, cioè Padre, e il Resh significa Ruach, cioè Spirito: ossia
Padre, Figlio e Spirito; che cosa siamo propriamente questi tre
è espresso dalla sillaba seguente: shit che ne indica la giusta na
scita, perché lo Shin è la lettera del fuoco, e sibila come il fuoco
quando la si pronuncia, lo !od è la lettera della luce, perché esce
gentilmente dal fuoco, come gentilmente è stato creato e quin
di pronunciato dal cuore, dall'anima, poiché, come abbiamo
detto, il fuoco abita nel cuore dell'uomo e invia i suoi raggi
luminosi in tutto il corpo, e lo mantiene così in vita; perciò
non di tutte le lettere si possono esprimere e comprendere la
1 54
potenza e la sostanza; il Bet è la lettera dello spirito e della po
tenza, che apre e chiude tutte le cose; infatti nel pronunciarla
all'inizio la bocca si apre e alla fine si chiude, e così lo spirito è
il principio di ogni movimento, anche in natura.
Poiché non vi è nulla di cui lo spirito non abbia indicato a
quale fine usarlo, affinché un mago comprenda come bisogna
impiegarlo, al servizio del prossimo. Poiché anche gli animali
sono segnati secondo la loro costellazione, come si vede dalla
diversità esistente fra loro. Gli antichi Filosofi hanno assegnato
nomi diversi alla natura, ma a che cosa servono molte parole?
Basta che io ti dimostri dai suoi principi che cosa sia la natura,
perché la natura deriva da Dio, e il Signore Dio l'ha creata, egli
che è il Creatore e il sovrano del Cielo e della Terra, e il re di
tutti i re.
1 55
CAPITOLO QUARTO
1 56
CAPITOLO QUINTO
Tabella A
Per trovare le ore planetarie del giorno e della notte,
e quale pianeta le governa, cosicché l'uomo possa regolarsi
nei temporali e all'inizio di ogni impresa
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CAPITOLO SESTO
1 59
Se invece irrompe il Sole con il suo influsso, il colore tende
sovente al giallo, proprio a causa del Sole. Se Marte non è più
presente e i pianeti suddetti comunicano la loro influenza a
Saturno, tutto è buono e splendido, sia gli uomini, che le erbe,
che gli alberi.
Questo devi imparare a conoscerlo e a comprenderlo, se
vuoi essere e diventare un mago, perché con una simile erba si
cura e si guarisce bene, senza aggiungervi l'arte, ma queste erbe
sono rare e si trovano sporadicamente, e sovente fra molte non
ve n'è una, perché sono di natura paradisiaca.
Se hai lo specchio di Salomone, ti sono subito indicate, per
ché fanno parte dei misteri; ma se cerchi la congiunzione pla
netaria, esse ti saranno manifeste, cosicché le troverai subito,
perciò nelle erbe è nascosto il massimo segreto. Questo fa parte
della magia.
Ma se è Marte, secondo la propria qualità, a essere più vicino
a Saturno, e l'azione di Mercurio è solo di riflesso, cosicché Ve
nere si trova ad essere sotto Marte, tutto sarà guastato e rovinato
da questa congiunzione: erbe, alberi e animali. Se un uomo
nasce sotto di essa, è esposto a tutte le disgrazie.
Se interviene anche la Luna con la sua influenza, da un simile
uomo risulterà senz'altro uno stregone. La segnatura dell'erba
che si trova sotto questo influsso determina un fiore un po' rossa
stra; se è bianco e rosso, è segnata anche daVenere; se però è rosso
sporco, con stelo, foglie e fiore grossolani, significa che è un'erba
tossica, e che vi influisce Mercurio in quanto potente veleno; se
però il veleno agisce sull'erba, se ne può preparare piuttosto un
Bezoar . Da tutto questo si può vedere che l'interferenza dei pia
neti non sempre è buona, cosa che i falsi magi ben sanno.
più raramente, nello stomaco, nella vescica, nei reni e, si credeva, anche nella
testa. Gli Antichi attribuivano al bezoar proprietà magiche e curative, soprat
tutto di antidoto contro i veleni. Esistevano anche bezoar fittizi o minerali,
preparati artificialmente, e bezoar fossili.
1 60
Questa caratteristica appare anche nelle creature viventi, sia
nella forma che nel volto; queste hanno una voce roca, e se a
influire è Marte, sono lusinghiere, false, bugiarde, generahnente
hanno puntini rossi negli occhi, oppure occhi strabici e storti.
Le erbe hanno un sapore disgustoso e per l'uomo sono un
veleno che ottenebra la vita, dunque non possono essere im
piegate per il corpo; perciò bisogna fare ben attenzione, e sape
re che il Signore ha impresso la segnatura di ciò a cui servono.
Sicché per la testa, gli occhi, il cuore, i polmoni, il fegato, lo
stomaco, mani e piedi, di tutte queste erbe non se ne può far
nulla; poiché le erbe sono assoggettate agli influssi e alle con
giunzioni dei pianeti.
Per far bene si usano le erbe che si conoscono dalla segna
tura; se un mago comprende la segnatura, egli deve però racco
glierle al momento giusto, perché proprio come ho insegnato
riguardo a Saturno, così è anche per le altre erbe, sulle quali i
pianeti esercitano la loro influenza, cosicché esse divengono
ora buone, ora cattive, grazie al molteplice incrocio delle con
giunzioni planetarie.
Se è Marte a essere più vicino a Saturno, se Mercurio re
trocede ed è debolissimo, e se Giove e Marte si trovano in
presenza del riflesso di Venere, si hanno erbe calde e salutari,
che si usano in tutte le malattie calde e morbi simili, come il
cardo benedetto o erba benedetta. Quest'erba è ruvida e un po'
spinosa, i rametti che portano le foglie sono sottili, di natura
venerea, ma la loro virtù è mista e quindi temperata da Marte
o Giove, e i fiori sono marroni; poiché nelle malattie calde non
bisogna mai usare le erbe unicamente ferrose ma quelle in cui
il ferro è mescolato a stagno e rame.
Saturno è l'inizio per tutte le cose, e particolarmente per le
erbe, gli alberi e gli arbusti, perché è nella terra, nella quale tutti
i pianeti si incontrano, e quando uno di essi resta sotto il suo
predominio, dà luogo a un'erba, perciò si può ben distinguere:
quest'erba è designata e impregnata dall'influsso di Saturno,
161
quest'altra da quello di Marte, quell'altra ancora da quello di
Venere o di Giove, un'altra ancora da quello del Sole o della
Luna, o di Mercurio, e tutte sono distintamente contrassegnate
dalla loro segnatura.
Si trovano anche quelle che, come hai sentito in precedenza,
risentono di influssi misti, come indica del resto la loro segna
tura, e a tale riguardo si potrebbero rivelare segrete meraviglie
della magia. Ma se preparerai diligentemente lo specchio di
tutti i segreti di Salomone, non ti sarà solo rivelato ciò che pos
so scriverti o insegnarti, ma ti sarà anche reso comprensibile, e
ti sarà indicato come riconoscere la segnatura delle erbe e degli
animali, e delle membra umane, da cui esse sono contrassegnate
dall'Altissimo, e anche a quale uso sono prescritte.
Segnatura della testa. De capite. Il papavero con la sua corolla
(per la parte della testa riservata alla memoria, che contiene il
cervello), da cui è preparata l'essenza, è buono per la testa.
La noce ha la seguente segnatura: il sale preparato dal guscio
esterno o dal mallo verde erba è buono per le ferite; la pellicola
interna un po' più dura, la pellicola cerebrale che circonda il
gheriglio, da essa cui espelle tutto il veleno, per la Dura mater
e la Pia mater; il gheriglio invece sembra in tutto e per tutto la
pellicola cerebrale; un'essenza fatta con questo e pestata con il
vino rinforza la testa e il cervello.
Segnatura dei capelli. Capillorum. La lanugine delle mele coto
gne raffigura i capelli, perciò anche il loro decotto è buono per
lavare la testa quando non vi sono più capelli.
Il capelvenere, il muschio (polytrichum commune) o il muschio
dorato sono buoni bolliti in acqua corrente, e la testa lavata con
questa acqua fa crescere i capelli belli, spessi e ricci.
Segnatura delle orecchie. Aurim. La radice del nocciolo possie
de la segnatura delle orecchie; l'essenza preparata con questa
è usata internamente e rinforza l'udito. Anche le viole gialle
hanno la segnatura delle orecchie; anche l'olio preparato con
queste è eccellente per l'udito.
1 62
Segnatura degli occhi. Oculorum. Il fiore dell'eufrasia ha la se
gnatura di tutti i difetti degli occhi, perciò la sua acqua, una
volta cotta, è eccellentissima per tali usi.
I fiori di camomilla hanno la giusta segnatura per gli occhi,
perciò la loro acqua, cotta, va bene per tutti i casi.
La valeriana con i suoi fiorellini è un eccellente specifico e
i fiori hanno la segnatura di tutti gli arrossamenti degli occhi.
La pratolina o margheritina ha la segnatura dell'occhio, per
ciò il suo decotto è da usarsi in tutti i mali degli occhi.
Segnatura del naso. Nasi. Si trova un'erba di nome mentastro
che ha la segnatura del naso. È quell'erba che ha poche foglie
ruvide, con fiori bianchi e blu violacei; la sua essenza è un ri
medio eccellente per migliorare l'odorato.
La polvere dei funghi, delle betulle e delle querce arresta
istantaneamente il sangue dal naso.
Segnatura delle gengive. Gingivorum. L'erba pignola ha la se
gnatura delle gengive, perciò la sua essenza o il suo estratto è
da raccomandarsi per lo scorbuto e le stomatiti, e anche il sale
preparatone è un grande rinvigorente per curare le gengive e
farle ricrescere.
Segnatura dei denti. Dentium. La segnatura del giusquiamo è
piuttosto nel baccello del seme, perciò se ne prepara un estrat
to; tenuto in bocca caldo, con incensaria e aceto di vino, calma
i dolori di denti. Le foglioline dell'abete rosso cotte nell'aceto,
assunte calde per bocca, fanno passare i dolori di denti.
Anche i semi dei melograni hanno la segnatura dei denti; il
decotto di acqua di piretro tenuto sovente in bocca cura tutti
i mali dei denti e delle gengive. La radice di latre:�: è indicata
dalla segnatura, è come una fila di denti, e con questa si fa un
eccellente decotto, da tenere caldo in bocca; oppure le radici
raccolte in luna calante, sotto il segno di Giove, sono buone
appese al collo, o per toccare solo il dente dolorante.
Segnatura della gola. Gutturis. L'erba mercorella o mercurialis
ha la segnatura della gola, perciò con la sua acqua, mista a succo
1 63
di viole e papavero rosso, si fanno gargarismi, che sono buonis
simi e curano la gola, come anche il pungitopo (ruscus hypoglos
sum L.), la campanula cervicaria e l'issopo.
Segnatura del fegato. lecoris. È buona l'agrimonia in tutte le
sue varietà, ma preferibilmente quella con i fiorellini rossi, per
ché ha la giusta segnatura; l'essenza preparata si usa in modo
eccellente in tutti i mali del fegato. I funghi della betulla e
della quercia possiedono anch'essi una speciale segnatura del
fegato, e la loro essenza è impiegata con eccellente risultato.
L'essenza deve essere preparata con l'acqua dell'agrimonia. È
buona anche l' agrimonia che cresce nei pascoli, e cioè l'essenza
o estratto preparata con la sua acqua. Tutti i tipi di pere hanno
questa segnatura, e servono a rinforzare il fegato, ma non biso
gna abusarne, perché sovente ostruiscono.
Segnatura del cuore. Cordis. L'essenza preparata con i limoni
rinforza potentemente il cuore, a causa della loro segnatura, sia
interiore che esteriore. La melissa ha una foglia che mostra la
segnatura del cuore, perciò l'essenza è impiegata con grande
giovamento nelle trepidazioni di cuore: è una delle miglio
ri. L'erba cardiaca possiede una foglia cuoriforme, l'acetosella
ha anch'essa foglie a cuore, perciò anche da quest'erba si può
preparare un'essenza cordiale con la quale si possono fare me
raviglie.
Segnatura del polmone. Pulmonis. Esiste un'erba screziata che è
detta polmonaria e che ha fiori blu e rossastri, mentre la foglia
presenta chiazze bianche; l'estratto o essenza è buono per i
polmoni.
Segnatura delle mammelle. Mamillarium. Gli occhi delle penne
dei pavoni sembrano mammelle, perciò il sale che se ne prepara
è buono per le mammelle, usato sia internamente che esterna
mente.
Segnatura della bile. Fellis. Il mallo verde esterno delle noci
porta la segnatura esteriore, perciò la loro essenza fa uscire tutta
la bile, mentre il sale preparato con esse la consuma.
1 64
Segnatura della milza. Lienis. I lupini mostrano la segnatura
della milza, perciò si può preparare, con l'acqua dell'erba milza
e della lingua cervina, che entrambe possiedono questo segno,
un'essenza buona per tutte le malattie della milza, nonché un
sale che si può usare a tale scopo.
Segnatura dello stomaco. Ventriculi. Sia la radice galgant che lo
zenzero possiedono la segnatura dello stomaco, perciò la loro
essenza si usa utilmente in tutte le malattie gastriche.
Segnatura dell'ombelico. Umbilici. La foglia del pan di cuculo o
giglio caprino raffigura la rotondità dell'ombelico, ed è anche
troppo spesso e carnoso, perciò il succo può essere usato nelle
malattie dell'ombelico.
Segnatura dell'intestino. Intestinorum. La canna del costo2 e il
calamo aromatico posseggono la segnatura dell'intestino, per
ciò un'essenza preparata con questi, radice galgant e zenzero,
rinforza lo stomaco e l'intestino e scaccia flatulenze e impurità.
Segnatura della vescica. Vesica. l'uciuva, che serpeggia sul ter
reno e possiede un balsamo naturale, mostra la segnatura della
vescica. Ha una piccola bacca rossa (arancio) al suo interno, che
si trova inoltre nelle solanacee, che sono tutte eccellenti; l'es
senza o il sale preparato con queste si usa nelle ulcere e nelle
ostruzioni della vescica.
Segnatura del membro virile. Pudendi. Le seguenti piante hanno
la segnatura dei genitali: il gigaro scuro, che sembra un mem
bro maschile di grandezza esagerata; il pan di cuculo, che ha la
segnatura del membro virile e perciò, se è colto in luna calante,
l'essenza che se ne prepara agisce potentemente in tutte le ma
lattie dei genitali, e così anche il sale. I fagioli, i ceci, le ghiande,
i borsoli o falsi pistacchi, la cui essenza, preparata in luna ca
lante, è ottima per combattere la libidine, mentre, se preparata
prima della luna piena, la aumenta.
Segnatura della lussuria. Testiam o Genitalium. L'elleborina ros-
1 65
sa, colta in plenilunio a metà maggio, risveglia istantaneamente
la libidine in chi la tiene in mano; se invece è colta all'ultimo
quarto di luna, la impedisce e la combatte; e così la sua essenza,
se correttamente preparata, ha lo stesso effetto. Anche la rosea
bistorta e l'erba cipollina hanno la stessa segnatura, e la loro es
senza è ugualmente valida per accrescere la lussuria, ma anche
per impedirla, dopo che queste erbe sono colte e recise.
Segnatura dell'utero. Si tratta del leontice, la cui radice mostra
la segnatura dell'utero di una ragazza da marito, perciò esso è
colto in giugno in plenilunio, e se ne prepara un'essenza, che
viene usata, se la fanno le donne, per accrescere fortemente
la libidine; invece, se l'erba e i fiori sono colti in luna calante,
e se ne fa un'essenza, questa · combatte ogni libidine. Anche
l'aristolochia pistolochia o astrologia possiede la segnatura del
concavo utero; l'erba detta sigillo di Salomone ha la segnatura
delle vene dell'utero, perciò elimina ogni impurità e la scaccia
dallo stesso, come l'astrologia. Il fiore del sigillo di Salomone è
anch'esso utile allo scopo, qualora se ne usi l'essenza o il sale, e
cura tutte le malattie dell'utero.
Segnatura delle reni. Renum. Le radici, quelle piccole radici di
prugnolo che si trovano sul carrunino, a causa del loro colore
rosso, possiedono la segnatura, come la portulaca, perciò, quan
do la si trova stÙ cammino, preparatone l'essenza, questa aiuta
istantaneamente, allontanando tutti i mali e il muco dalle reni
e ne cura le ulcere.
Segnatura della placenta. Secundina. In natura non si trova nulla
tranne le ninfee, che conservano la segnatura: colte in giugno
in luna calante, e preparatane un'essenza, questa istantanea
mente stimola l' espulsione della placenta.
Segnatura della colonna vertebrale. Spina dorsi. La felce femmina
ha la segnatura della colonna vertebrale; quest'erba deve essere
raccolta in giugno in luna calante, e bollita in acqua; il punto
dolente della colonna vertebrale deve essere lavato più volte
con quest'acqua calda, poi versata in acqua corrente dopo l'uso.
1 66
Segnatura della caviglia. Il geranio ha la segnatura della cavi
glia, perciò può essere impiegato in tutte le fratture delle gam
be, sotto il cerotto; anch'esso deve essere raccolto in luna calan
te, in maggio o giugno: così espleta la sua azione.
Segnatura del sudore. L'iperico o erba di san Giovanni porta
la segnatura del sudore, perciò se è raccolto al plenilunio e se
ne prepara un'essenza, esso apre i pori della pelle e stimola il
sudore; ma se quest'erba è raccolta all'ultimo quarto di luna, la
sua essenza ottura i pori e blocca il sudore.
Segnatura delle mani. Le foglie di fico hanno la segnatura delle
mani, quindi se si spezzano in luna calante e si fanno bollire
nel vino, se gli arti e le mani sono lavati con questo liquido,
poi versato in acqua corrente dopo l'uso, questo giova in tutti
i loro mali.
Segnatura del colpo apoplettico. In caso di colpi apoplettici, fra
tutte le erbe indicanti questa segnatura, nessuna è migliore del
rosmarino e del mughetto; raccolti in luna calante nel mese di
maggio, l'essenza che se ne prepara giova sia internamente che
esternamente ed è un buon rimedio che il Signore ha posto
nella natura.
Segnatura del calcolo. Hanno questa segnatura: la rosa canina
con il suo nocciolo, le bacche di olivello spinoso e il prugnolo
selvatico; tutte queste, raccolte in luna calante, e presone un
cucchiaio colmo di polvere tutte le mattine, espellono calcoli,
mucosità e tutto quanto. È provato. Vanno bene anche i frutti
di arrestabue, i noccioli di ciliegie, di pesche e di nespole, tutti
questi ridotti a essenza o bolliti nel vino, o in polvere sciolta in
acqua di arrestabue.
Segnatura del cancro. L'erba lunaria ha la segnatura del cancro;
se è colta nell'ora del mezzogiorno, intorno alle 12, e posta sul
cancro, lo elimina in 24 ore; e una volta rimossa, la si getta in
acqua corrente.
Segnatura della colica. I convolvoli che crescono nei pascoli
possiedono la segnatura dell'intestino, perciò, se sono raccolti
1 67
in giugno al plenilunio, l'essenza che se ne prepara giova istan
taneamente.
Segnatura della dcatrice. Hanno questa segnatura tutte le pian
te resinose; raccolta la resina all'ultimo quarto di luna, applicata
alle cicatrici e alle macchie può eliminarle tutte; la si getta poi
in acqua corrente.
Segnatura della dissenteria. Hanno questa segnatura le bacche
di sambuco, se sono raccolte presto, in luna calante, e seccate; se
ne prende mezzo cucchiaio colmo per volta. Anche il calamo
aromatico giallo3, colto in maggio, in luna calante, se appeso
sullo stomaco, la arresta, e poi deve essere custodito in un reci
piente in cui l'aria non possa penetrare.
Segnatura dello spasmo. Erisipelatis4• Se si coglie la radice gialla
del calamo aromatico in maggio, in luna calante, segretamente,
chi ha preso questa malattia lo porti al collo, ed esso la farà pas
sare; e finché quello la porterà al collo, non prenderà la malat
tia. Anche i semi di barbabietola, finemente pestati e applicati,
sono di giovamento.
Segnatura dell'epilessia. Per l'epilessia non vi è nulla di meglio
del vischio di quercia, fatto cadere con una freccia, in luna
calante, sotto il segno del Sagittario, nell'ora del mezzogiorno,
ma si badi che non prenda aria; tutto questo deve avvenire se
gretamente. Cucito in un pezzo di stoffa rosso, il suo influsso e
la segnatura saranno forti. Se lo si appende al collo di qualcuno
attaccato da tale malattia, da quel momento guarisce, e se lo
porta sul petto, non la riprenderà più, fosse anche ereditaria.
Segnatura degli escrementi. Escrementia.Vi è un vegetale segnato
dalla natura che espelle tutti gli escrementi: l'amanita ovoidea
o fungo del larice. Questo deve essere raccolto in luna calante,
quando il sole sta per tramontare, deve essere ridotto in polvere,
1 68
e questa polvere deve essere mescolata con succo di agrimonia,
che deve essere colta anch'essa nello stesso momento; il miscu
glio deve essere applicato alla sera, per 24 ore, poi il paziente va
in segreto a una fonte di acqua corrente e ve lo getta dentro,
perché queste piante scorrano via, e nessuno sappia dove va
dano a finire; allo stesso modo, anche i funghi dei tigli, raccolti
freschi dall'albero in luna calante, quando il sole è tramontato,
e applicati per 24 ore, e poi segretamente gettati in acqua cor
rente, scorrono subito via, e il paziente avvertirà che il rimedio
agisce rapidamente.
Segnatura delle verruche genitali5• Per i casi di verruche genitali
esiste una pianta segnata dalla natura: il ranuncolo favagello, che
si raccoglie in luna calante, fra le 3 e le 4 del pomeriggio; se ne
fanno un'essenza e un sale che, bolliti nell'urina del paziente,
si spargono caldi sopra le verruche, si gettano infine in acqua
corrente dopo l'uso.
Segnatura delle fistole. Il raperonzolo o raponzolo, con i suoi
bei fiori, porta la segnatura delle fistole; raccoglilo in luna ca
lante, in una giornata limpida, mentre è in fiore, poi spremine
il succo nella piaga, oppure spargine il sale ottenuto: esso non
avrà equivalenti. Anche i giunchi d'acqua o canne hanno que
sta segnatura: estirpati in luna calante, verso sera, se ne fa un sale
che non ha pari.
Segnatura per il parto facile. I fiori di tiglio possiedono la
segnatura del parto facile. Raccolti insieme alle foglie che
si trovano sullo stelo, in luna calante, o nel giorno di san
Giovanni decollato6, nell'ora del mezzogiorno, in segreto, si
cuciono in un sacchettino e si conservano; hanno lo stesso
effetto se usati insieme all'aetite7• Una donna che deve par
torire li usa legandoli al braccio sinistro, dopo la grande vena
del polso, o meglio, alla gamba sinistra: così partorirà senza
1 69
dolore; somnùnistrale anche 4 grani8 degli stessi fiori, raccolti
in luna calante e ridotti in polvere; ma non appena sarà guari
ta, il sacchetto che li contiene deve essere portato via, perché
attira a sé ogni cosa.
Segnatura del sonno. Il riposo. Abbiamo il geranio di san Ro
berto che porta questa segnatura; se ne raccoglie qualcuno pri
ma dell'alba, quando è in fiore, e se ne fa un decotto in acqua;
ma lo si coglie segretamente; poi se ne lavano viso, mani e piedi
del paziente, e di notte lo si pone sotto il letto. Agitato in acqua
corrente prima dell'alba, è di giovamento istantaneo e l'uomo
trova immediatamente riposo.
Segnatura antiemorragica. La natura ha segnato a questo scopo
specifico due piante: il rosso geranio di san Roberto e la varietà
maschile del centonchio o mordigallina, con i suoi fiori color
del sangue; questo si raccoglie in novilunio, nell'ora del mezzo
giorno, segretamente, e non si deve prendere a mani nude; fallo
seccare all'ombra. Se non riesci a fermare il sangue, dai la pianta
in mano al paziente, e il sangue si arresterà istantaneamente;
oppure legaglielo a una gamba o a un braccio, dalla parte destra.
Non devi toccarlo con le mani, altrimenti gli impedisci di agi
re; prendigli, grazie agli spiriti vitali, la forza magnetica attraen
te; esso può essere usato solo una volta, ed è meraviglioso come,
legato a un braccio o a una gamba, arresti il sangue, anche se il
paziente fosse in pericolo di vita.
Segnatura della vena aurea. A questo scopo la natura non ha
segnato più di due piante: il verbasco con i suoi bei fiorellini
gialli gioviani, e il nocciolo; questi si raccolgono in novilunio,
e se ne preparano un'essenza o un sale, che sono di istanta
neo giovamento esternamente, bolliti nell'urina del paziente e
aperti caldi, poi gettati in acqua corrente dopo l'uso; la radice
di scrofularia nodosa, cavata in luna calante nel mese di maggio,
1 70
verso sera, bollita nell'urina del paziente e poi applicata, indi
gettata in acqua corrente.
Segnatura dell'idropisia. Il Signore ha distinto con questa se
gnatura la pesca, perciò i noccioli sono un vero rimedio per
questo male. L'essenza che se ne prepara sradica l'idropisia.
Hanno poi questa segnatura la barbabietola e la brionia o vite
bianca, che si raccolgono quando Marte è al suo sommo e la
luna comincia a calare, se è possibile prima o dopo il levar del
sole; l'essenza preparata espelle ogni umidità e preserva dall'i
dropisia. È anche un grande rimedio, interno ed esterno, per
l'artrite infiammatoria.
Segnatura dell'itterizia. Questa segnatura la possiedono piante
come la rossa radice della buglossa comune selvatica, colta in
luna calante, di cui si prepara e si usa l'essenza; o la chelidonia,
colta prima del plenilunio, della quale si fa e si usa l'essenza,
bollita nell'urina del paziente, legata alle piante dei piedi e la
sciata giorno e notte, poi agitata in acqua corrente.
Segnatura della lebbra. Troviamo una sola erba che mostra
questa segnatura: la fragola; colta in maggio in luna calante, se
ne fa un'essenza da usarsi sia internamente sia esteriormente,
che scaccia la lebbra.
Segnatura dei vermi. I salici hanno la segnatura dei vermi, per
ciò prendine in luna calante, distillane un'acqua, quindi prendi
dell'artemisia cina (o seme santo) che mostra la segnatura dell'a
scaride, e di questa somministra un grano alla volta nella suddetta
acqua, per 3 giorni: caccerà via tutti i vermi con gran meraviglia.
Segnatura del mestruo. Menstruum rubeum. Ne porta la segna
tura l'achillea millefoglie rosa, perciò, se la si raccoglie in luna
calante e se ne prepara un'essenza, questa arresta il flusso men
sile eccessivo. Per il flusso bianco, la natura ha indicato l'achillea
millefoglie a fiori gialli, raccolta in luna calante, da cui si fa
un'essenza che è sicuramente d'aiuto. Ma se l'achillea millefo
glie si raccoglie 6 giorni prima del plenilunio, e se ne prepara
un'essenza, questa sblocca l'occlusione del flusso mensile.
171
Segnatura delle pustole del vaiolo. Punctura lateris [sic] . Ha questa
segnatura il cosiddetto cardo mariano, perciò lo si deve rac
cogliere in luna calante; anche la centaurea benedetta o cardo
santo, raccolta allo stesso modo e ridotta in essenza, è senza pari
nella cura di questa malattia e stimola il sudore.
Segnatura dell'immaginazione. Dio onnipotente ha fregiato di
questa la radice di elleboro nero a fiori gialli o rosa; cavala in
luna calante e falla seccare all'ombra, poi il giorno di san Gio
vanni9, prima dell'alba, vai a raccogliere dell'iperico10, preparane
con la rugiada uno spirito, e con questo spirito fai l'essenza
della radice di elleboro nero, perché l'iperico è sotto l'influsso
del Sole e la radice di elleboro nero è sotto quello di Giove,
quindi questa essenza giova immediatamente e placa tutti gli
spiriti agitati.
Segnatura del patereccio. Panaritium. Ha questa segnatura l'or
tica dioica. Coglila nell'ultimo quarto di luna e applicane il
succo o il sale: eliminerà istantaneamente il patereccio.
Segnatura della peste. Pestis. Possiedono questa -segnatura la ga
lega e il farfaraccio, da raccogliere in maggio, in pieno giorno.
Hanno questa segnatura anche lo zafferano, la drosera, il mirto;
le essenze di questi sono tutte molto preziose nelle pestilenze.
Segnatura della gonorrea. Hanno questa segnatura: il dittamo, la
falsa ortica bianca, la radice di viola bianca, la radice del sigillo
di Salomone, il biancospino, tutte da cogliersi in luna calante
per farne un'essenza che non ha pari.
Segnatura della scabbia. Fra tutte le radici e le erbe, l'Onnipo
tente ha segnato un solo rimedio: la felce dolce o falsa liqui
rizia, che scaccia completamente il male; si raccoglie in luna
calante e se ne fa un'essenza.
Segnatura dell'eruzione. Per le eruzioni [si raccomanda] il sale
preparato dalla piantaggine lanceolata mescolato al succo.
9 Il 24 giugno.
10
Detto anche erba di san Giovanni.
1 72
Segnatura del gozzo. Ad scrophularium. Porta questa segnatura
la radice di iris blu che, raccolta due giorni prima del plenilu
nio, tra le 1 1 e le 1 2, in segreto, poi pestata e applicata sul gozzo,
lo toglie e lo rimuove così velocemente da destare meraviglia, e
l
se la si lascia per 24 ore, il paziente deve poi togliera e gettarla
in acqua corrente. NB vi sono altre piante che portano la stessa
segnatura, ma il modo di raccoglierle è troppo complicato.
Segnatura dell'urina. La segnatura della ritenzione di urina la
porta la fumaria officinale, che ne ha anche la fama; raccoglila
in luna calante, fanne un sale, e somministrane parecchia: è il
miglior rimedio per simili malattie.
Segnatura del veleno. In veneni. Ha questa segnatura il dragon
cello, raccolto con la radice in maggio, 1 O giorni prima del ple
nilunio, nell'ora del mezzogiorno: esso non ha pari nel cahnare
o eliminare l'effetto del veleno, esternamente e internamente;
l'essenza che se ne prepara ha un grande potere. Anche la radi
ce del dragoncello ha questa segnatura, ma deve essere cavata
in luna calante, possibilmente sotto l'influsso di Giove. Esso
contrasta estremamente ogni veleno, e l'essenza o il sale che se
ne preparano, bolliti nell'urina del paziente, poi applicati ester
namente e lasciati per 24 ore, sono anch'essi di grande aiuto. Si
gettano in acqua corrente dopo l'uso.
Segnatura delleferite. Vulnerarium. Porta questa segnatura il co
siddetto olmo campestre, del quale si prendono le foglie due
giorni prima del plenilunio, a mezzogiorno; poi se ne fa un
balsamo insieme a delle mandorle amare: si avrà un unguento
magico che cura tutte le ferite, di qualsiasi tipo esse siano. Bada
solo a gettare in acqua corrente ciò che togli dalla ferita.
E ancora, quando la Luna ha completato il suo corso, recati
segretamente, di buon'ora, prima dell'alba, ov'è questo albero,
portane via una scheggia e torna indietro, sempre segretamen
te. Se hai una ferita fresca, premi con questa scheggia sopra la
ferita, e questa guarirà senza fare pus e senza cerotto. Se non
si riesce a fermare il sangue, si prende la scheggia nella mano
1 73
sinistra, e non appena questa si riscalda, il sangue si fermerà; la
stessa segnatura è portata dal frassino, ed è altrettanto provata.
1 74
Capelli. Per far crescere i capelli. Prendi i capelli di un uomo
sano, tagliati all'inizio della luna, e distillane un'acqua, e nel
punto bagnato da questa, i capelli cresceranno lunghi e forti;
oppure prendi grasso di serpente estratto di recente e ungine
il punto in questione: essi cresceranno sì rapidamente, che ci si
meraviglierà.
Scorpione. In caso di morso di scorpione, uno scorpione pe
stato e posto immediatamente sopra il morso è di giovamento.
Follia. Nella follia, e quando si perde la memoria, fai atten
zione a quando il Sole entra in Giove e questi è al sommo, se si
tratta di una donna, si macella una scrofa e se ne prende il cer
vello; se invece si tratta di un uomo, si prende il cervello di un
verro, se ne fa un'essenza e lo si utilizza: si vedranno meraviglie.
Apoplessia. Vedi di avere un esemplare maschio e uno fem
mina di una gazza o di una arzavola quando il Sole entra in
Leone, prendi segretamente ad ognuna il cuore dal corpo, ma
non afferrarlo a mani nude, poi fallo seccare al calore e riducilo
in polvere, e somministra quello femminile alla donna e quello
maschile all'uomo, un grano per tre volte al giorno, quotidia
namente, e questo sarà subito di giovamento.
Coliche. Nelle coliche e nei dolori di ventre è di sicuro aiuto
il cordone ombelicale di un neonato, di un maschio per un
uomo, e di una femmina per una donna. Questo si usa però
non dal basso verso l'alto, ma dall'alto al basso, si fa seccare e si
segna con un filo; toltone un pezzo, e grattugiato con le noci
moscate, se ne usano 4 grani; la noce moscata aiuta istantanea
mente. Ricordare: quella maschile all'uomo, e quella femminile
alla donna.
Mancamento. Per i mancamenti si prepara un'essenza con
l'osso del cuore del cervo, e a ognuno il suo simile, perché se
vuoi usare quello maschile per una donna, non sarà di giova
mento.
Parto. In caso di insistenti dolori del parto, si è scoperto che
bisogna conservare una pelle di serpente, come quelle che si
1 75
trovano in maggio, che viene così usata come una cintura sul
corpo, ed è di meraviglioso aiuto nel parto.
Fegato. Nei dolori di fegato, prendi un fegato da una lupa per
una donna, e da un lupo per un uomo; seccato a tenue calore e
preparatane un'essenza, questa ha subito effetto.
�rmi. Per espellere i vermi umani raccogli quanti ne vuoi
di quei vermi che si trovano nella terra, in luna calante, bruciali
e riducili in polvere, e fanne un sale: esso scaccerà completa
mente tutti i vermi dallo stomaco e dalle viscere, e ciò è stato
sovente provato.
Lupus11 • Per scacciare il lupus da un uomo, prendi il grasso
di un lupo, quello che egli ha internamente nella parte finale
dell'intestino, e ungilo con questo.
Polmoni. Nelle malattie dei polmoni usa l'essenza preparata
dai polmoni di una volpe, femmina per una donna e maschio
per un uomo: essa avrà pari efficacia.
Attività venerea Per accrescere l'attività venerea, bada di avere
dei tendini di cervo, falli seccare e quando ne avrai preparata
un'essenza, fanne uso: essa accresce enormemente l'indole e la
natura maschile.
Assideramento. In caso di assideramento delle membra, è di
immediato giovamento la pelle delle zampe dell'oca applicata
al buio, quando non vi è Luna in cielo. Cattura un rospo, ap
pendilo a una corda di lino rossa, poi quando questa lo avrà
strangolato, togli la corda: legata intorno al collo di chi è assi
derato è di giovamento.
Calcoli. In caso di calcoli e sabbia pungente nella vescica, fai
un sale dall'urina di un giovane e, una volta ben purificato, fanne
uso: trascinerà via miracolosamente i calcoli insieme all'urina.
Vtliolo. Nel vaiolo dei bambini si impiegano con gran bene
ficio le colombe, perché esse prendono il vaiolo proprio come
gli esseri umani, perciò questo ne è scacciato in modo mirabile.
11
Lupus eritematoso cutaneo, malattia infiammatoria cronica autoimmune.
1 76
Presa una colomba femmina per una bambina, e un maschio
per un bambino, ciascuna colpita mentre è viva e posta sotto
le piante dei piedi, e lasciate 24 ore, attira a sé tutto il veleno, e
poi la si getta in acqua corrente; così i bambini sono liberati dal
vaiolo, e non lo riprendono più.
Vertigini. Per le vertigini, fatti dare da un cacciatore il grasso di
un camoscio, maschio e femmina, di quello che ha intorno agli
occhi, e usa per ciascuno il suo simile12, spalmandotene sovente
le tempie: esso conferisce un aspetto forte ed evita le vertigini.
Urina. Per far cessare il flusso di urina, cosicché questa non
fuoriesca continuamente, prendi la vescica di un caprone per
un uomo, e di una capra per una donna, bruciala e riducila in
polvere, fanne un sale e dallo al paziente: sarà di giovamento
immediato.
Vomito. Nel vomito gastrico prendi una membrana gastrica
di un gallo per un uomo, e di una gallina per una donna, falla
seccare all'ombra, e una volta polverizzata, somministrane un
grano.
Colica. Nelle coliche è di aiuto il grasso di zibetto13, spalmato
sull'ombelico; mettici sopra una pietra calda, e sarà di immie
dato giovamento.
Veleno. Nei disturbi provocati da veleni. Durante il plenilu
nio cattura un rospo, e quando lo avrai ucciso, aprigli la testa e
vi troverai una pietruzza: portala con te, perché è utile contro i
malesseri provocati dai veleni.
Ragni. Per le punture dei ragni prendine alcuni, tagliali uno
per uno e mettili sopra le punture: estrarranno il veleno e sa
ranno così di giovamento.
Bubboni velenosi. In questi casi prendi un rospo, nel mese di
marzo, e fallo seccare al Sole, poi polverizzalo e mettilo in un
12
Ossia del camoscio maschio per un uomo, e del camoscio femmina per
una donna.
13
Si tratta del grasso secreto dalle ghiandole dello zibetto, grosso mammi
fero di origine asiatica o africana.
177
pezzetto di stoffa rosso: attirerà a sé il veleno istantanearnente.Allo
stesso modo, se i rospi hanno colpito qualcuno con la loro urina,
tale polvere, messa sopra il punto colpito, attira a sé il veleno.
Api. Se un'ape ti punge, schiacciane una e applicala sopra la
puntura: subito estrarrà il veleno; oppure lava la puntura con
urina calda: anche questo è di grande aiuto.
Morso di cane rabbioso. In questo caso non vi è nulla di meglio
del fegato arrostito di un cane, applicato al morso per 24 ore e
poi gettato in acqua corrente; sarà di giovamento.
Morso di serpente. Per tali morsi si usa con grande beneficio il
grasso di serpente fresco, con il quale si ungono, ed è di aiuto.
Sole. Bisogna sapere che gli animali solari sono coraggiosi, sagaci,
generosi, nobili, prodi, fieri, aspirano al dominio e sono di aspet
to regale, come il leone, il cavallo, il cervo, l'aquila, la balena.
Giove. Quelli gioviani sono dignitosi e mansueti, privi di
rabbia, servono gli uomini in suprema semplicità, e si ricono
scono dunque dalla loro devozione: sono il capriòlo, la pecora,
il daino, la cicogna.
Mercurio. Quelli mercuriali sono vivaci, astuti, falsi, ciarlieri,
lusinghieri, e inoltre cercano di ingannare altri animali: sono il
serpente, il cane, la volpe, la rondine, il fanello, la formica.
Venere. Gli animali venerei sono gentili, sensuali, di natura
amorevole, di aspetto assai gradevole, ammaestrabili nel canto
e nel fischio, voluttuosi e libidinosi: sono il coniglio, il cigno, la
capra, il camoscio, la sirena, la colomba.
Marte. Gli animali marziali sono invece rozzi, bellicosi, fero
ci, sanguinari, e si riconoscono dai loro atti orribili e selvaggi.
Vivono rapinando altri animali, sono forniti di grandi artigli e
becchi ricurvi, sono veloci e combattivi. Fra questi vi sono il
toro, il gallo, l'istrice, l'orso, l'astore, l'avvoltoio, il luccio.
178
Luna. Gli animali lunari prediligono i luoghi umidi a causa del
la Luna, sono lascivi a causa dell'umidità rimanente, sono lenti e
generalmente goffi, prolifici e immondi, e hanno in sé un solvente
velenoso che proviene loro dalla Luna; sono sotto questo influsso:
il maiale domestico e selvatico, l'anatra, l'oca, il tuffetto, l'alzavola,
il cuculo, la biscia, l'anguilla, la carpa, il salmone, il ragno.
Saturno. Gli animali saturnini sono cupi, di natura pigra, ti
morosi, dai gesti sgradevoli, fuggono ogni compagnia, amano
l'oscurità delle cavità terrestri tenebrose: sono il lupo, l'asino,
l' onagro, il gatto, la lepre, il corvo, la talpa, lo scorpione.
1 79
3. Coloro che sono sotto l'influsso della Luna sono flem
matici.
4. Coloro che sono sotto l'influsso di Saturno sono melan-
cornei.
Il collerico è di natura focosa, perché è influenzato sia dal
Sole che da Marte.
Propria del sanguigno è la caratteristica gioviale, pacifica,
benevola, gioiosa.
Il flemmatico è di natura acquosa, la sua caratteristica è car
nale, rozza, femminea.
Il melanconico, uomo escluso dal mondo, e al quale Satana si
applica in special modo, è timoroso, mesto, nostalgico.
14 Urtica dioica.
1 80
Sotto la Luna è il sambuco, e per questo se ne devono usare
i fiori contro i capogiri; l'ontano, che cresce nell'acqua; il pa
pavero, che con i suoi fiori bianchi e i suoi semi fa dormire; la
lunaria, il cavolo, la zucca, il melone, la lattuga e la rapa.
Sotto Saturno sono: il tasso che, con il freddo velenoso della
sua ombra, nuoce a tutte le erbe, i frutti, gli animali e gli esseri
umani; la felce e il giusquiamo, il cipresso e tutti gli alberi mi
racolosi.
181
CAPITOLO SETTIMO
1 82
Mercurio. Percorre velocissimo il firmamento ed è il più vi
cino alla Luna; tale pianeta governa il metallo mercurio, con il
quale nell'Arte si possono preparare molte cose a causa del suo
spirito.
Sole. Sotto il Sole vi è il metallo chiamato oro, perché que
sta luce celeste del Sole ha natura ed essenza focosa, e così è
anche l'oro, tanto cotto dal Sole e trasformato in natura fissa e
invincibile, che nulla può nuocergli, perciò in esso si trovano i
maggiori rimedi: l'essenza cristallina e il fuoco vitale più po
tente, fortificante del cuore.
Luna. Sotto la Luna vi è il metallo detto argento, perciò lo
spirito dell'argento è di un color azzurro cielo, acquoso, e ha una
natura un po' fredda, non così ardente come quella del Sole, ma
ha un bel mercurio fisso. L'essenza che se ne prepara scaccia ogni
demenza e ogni follia, ma può essere usata per molti altri mali.
1 83
Il piombo, l'arsenico, il diamante, sono della stessa natura, e
per questa ragione si può facilmente scoprire come debbono
essere usati.
Il mercurio si ritrova stranamente in tutti i metalli e nelle
miniere; i giacinti 15 hanno in sé la sua stessa potenza, e in essi è
celato un grande rimedio, da impiegarsi nelle malattie indicate
dalla segnatura del mercurio.
Ti ho fatto dunque un abbozzo della costellazione di tutte le
cose, sia superiori sia inferiori, il che in magia è assolutamente
necessano.
15 Qui intesi nel senso di pietre preziose, da alcuni identificati negli zaffiri.
1 84
CAPITOLO OTTAVO
Tutte le cose sono state fatte tramite la Parola del Signore, tra
mite l'alito della sua bocca. Riguardo a questo alito, gli Antichi
hanno scritto parecchio, e i Padri hanno chiamato tale alito
Spiritus Mundi, e ciò non senza ragione, perché Egli origina dal
Creatore di tutte le cose, come un alito addensatosi dapprima
come una nebbia, ma che, ritornato poi in acqua, si è riunito
ad essa immergendosi.
Quest'acqua in principio era forte spirito e vita, perché
essa era animata e riscaldata da uno spirito che la abitava,
perciò le Scritture dicono: Ed era oscuro sull'abisso, il che era
segno che lo spirito, dopo che il Verbo si pronunciò, soffiava
sulla creatura, e appena la Luce fu destata dall'oscurità, grazie
allo spirito che vi era sospeso, subito tutto fu illuminato, e
l'Anima del Mondo o la Natura prese origine, perché si pro
dusse un movimento, e in questo una separazione, tramite il
Verbo Fiat, che era nascosto nella terra.
Questo spirito luminoso, che chiamiamo Natura o Ani
ma del Mondo, è infatti un corpo spirituale che può essere
reso afferrabile grazie all'Arte; tale Anima del Mondo infatti
è altrimenti invisibile ai nostri occhi, e perciò la chiamo
spirito.
Il Signore ha creato fisicamente la Natura, perché essa
necessita obbligatoriamente di un corpo, e deve produrre
tutti i corpi, ma quale corpo abbia la Natura o Anima del
Mondo, è difficile studiarlo, e chi non comprende l'alchimia
non può andare così lontano, poiché questo corpo di luce è
1 85
spiritualmente in tutti i corpi, ma invisibilmente, ed è stato
creato all'inizio da Dio partendo dallo Spirito che era so
speso nelle e sulle acque, perché nello stesso caos si trovano
tutte le cose, come un purissimo seme, portato alla realtà
dalla potenza, potentia, e condotto a termine da un movi
.
mento costante; questo spirito è l'inizio del movimento in
tutte le cose, e anche la quiete in tutte le cose, di per sé e
non per accidente.
Perciò i Padri di tutto il mondo hanno chiamato forza di
vina e Dio stesso lo spirito che penetra ogni cosa, e mediante
il calore naturale, calidum innatum, l'Anima del Mondo, la forza
ignea nascente dal cielo superiore, da cui è stato fatto il cielo
inferiore, insieme a tutte le forme luminose essenziali e alla
materia dell'intero cosmo.
Per non indugiare ulteriormente dirò che l'anima o il corpo
della Natura, un sale celeste spirituale che si trova nascosto al
centro di ogni cosa creata, può, con l'aiuto di Vulcano, essere
estratto alchimicamente da tutte le cose, in modo che se ne
possano facilmente vedere l'Anima e lo Spirito; esso si trova
maggiormente in una sola cosa piuttosto che nelle altre, ma
per lo più tale spirito luminoso bisogna trovarlo nelle acque
che cadono dall'alto e separarlo, perché esso è ancora in forma
liquida e spirituosa.
Occorre soprattutto trovare nella natura l'immagine di
Dio, perché in essa è nascosto lo spirito di Luce che costi
tuisce l'essenza della natura, nella quale Dio ha rappresentato
le proprie immagini e figure e ne ha fatta una copia; perciò
questo Spirito di Luce che noi chiamiamo Natura e Anima
del Mondo, Mosè, nelle Sacre Scritture, lo ha chiamato spiri
to del Signore, perché questi sussiste nella Verità del Signore
e Creatore. Egli è uno e trino; questa Trinità non corrompe
l'Unità, così come l'Unità non rimpicciolisce la Trinità. Egli è
uno perché è semplice, e trino per il fatto di essere distinto e
diviso in zolfo, mercurio e sale, perché questi tre sono distinti
1 86
in questo Spirito di Luce, tuttavia non diverso per indole ed
essenza; questa è la natura o Anima del Mondo, e nel contem
po Spirito e Luce.
Re Calid, che voleva conoscere la natura, ricevette in rispo
sta dal Filosofo Morieno che la natura non si può conoscere
senza la conoscenza di Dio, e che la natura è un dono di Dio.
Gli Antichi chiamavano questo spirito anche Prima Materia, da
cui preparavano il loro nuovo cielo e la loro nuova terra; esso
è però uno spirito composito, perché se tu separi l'acqua supe
riore e la raffini ancora con la distillazione, ottieni la cosa più
sottile fra tutte, che noi chiamiamo misticamente cielo, fuoco,
acqua, aria, terra, e che non si può esprimere altrimenti.
Possiamo quindi vedere che la luce abita nell'acqua, ed è
stata portata in tutte le cose come un seme, perché tutto ciò
che è stato creato dallo stesso spirito di luce e ne è derivato,
deve anche essere ottenuto per suo tramite, e così anche l'aria
è colma di questo spirito di luce, nel quale noi viviamo, e an
che tutta la Natura, e se tale spirito non fosse portato dall'aria,
tutto morirebbe e finirebbe. Ma finché esisterà il mondo, tale
spirito agente non cesserà, e come la luce rimarrà in tutte le
cose, poiché il vento lo porta costantemente in alto e in basso;
anche gli abissi sono adombrati dallo Spirito di Dio e com
penetrati da esso, e ne consegue che questo Spirito permane
agendo nell'acqua e nell'aria come un seme, creato dal Fiat, e
penetra in tutte le cose per portarle alla vita; esso è portato cer
tamente in tutte le cose, come dice Ermete: suo padre è il Sole,
e sua madre la Luna, l'aria lo porta come un ventre per darlo
alla luce, ma la terra lo attira a sé e in sé. Chi può negare che
l'Anima del Mondo prenda origine dal grande Artefice, e che
si sviluppi grazie allo stesso Verbo? Infatti questi deve portarci
la volontà del suo Creatore, perché tutto ciò che puoi vedere
con i tuoi occhi umani, ques�o spirito l'ha in sé, per suo trami
te tutto si ottiene, viene plasmato e nasce, e tutte le cose sono
sempre in comunicazione l'una con l'altra; gli astri superiori e
1 87
i pianeti, nonché il Sole e la Luna, penetrano, ciascuno secondo
il proprio influsso, le creature inferiori, come le superiori assor
bono l'energia psichica e spirituale dalle inferiori, e tutto ha la
propria segnatura e il proprio contrassegno a seconda di quella.
Noi non possiamo infatti cogliere, senza essere illuminati
dall'Altissimo, i grandi misteri nascosti in tutte le cose, e che
cosa essi sovente significhino; lo Spirito della natura ha na
scosto in sé il Fiat, ed è poi influenzato e mosso dalle stelle;
e affinché emergano le molte e diverse forme che abbiamo
davanti agli occhi, gli astri superiori e i pianeti contrassegnano
perfino alcune erbe, animali, uomini, metalli e minerali. Ne
deriva anche che molte cose si ordinano secondo la Creazione,
gli esseri inferiori secondo i superiori e i superiori secondo gli
inferiori, e tutti sono contraddistinti come sopra, secondo la
Natura, ovvero l'unico Spiritus Mundi dal quale tutto fu fatto,
perché esso è un fuoco perpetuo e una luce perpetua, il che si
può notare anche nell'Arte, ove si può vedere che l'Anima del
Mondo, che noi chiamiamo anche Prima Materia, è l'Anima
del Mondo in cui abita lo spirito, ed è già una materia corpo
rificata, perciò alcuni Filosofi l'hanno chiamata semplicemente
Natura. Ma io ti dico che la prima materia di tutte le cose è
un'essenza acquosa salina, astrale, e mista allo zolfo, nella quale
si realizzano e si cuociono tutti i metalli, i minerali, gli animali
e i vegetali, poiché questo Spirito ha in sé tutti i modelli, come
possiamo vedere.
Riguardo a che cosa sia precisamente l'Anima del Mondo,
e da che cosa la crei lo spirito della natura, ebbene, sappi che
essa cade dall'alto, soprattutto nella rugiada, nella pioggia, nella
brina, nella neve e nel vento, che sono tutti pieni del seme uni
versale del mondo e sono il caos delle anime o della natura, nel
quale essa tutto compie.
Dal caos provengono in primo luogo tutti gli elementi in
forma di vapore e di acqua, poiché lo Spirito della natura opera
senza sosta grazie ad esso, foggia animali, vegetali e minerali,
1 88
forma pietre ed erbe, e si rappresenta in essi tramite l'attrazione
degli astri superiori, e quel che vi è figurato è conservato ed
accresciuto anch'esso da tale spirito. Se invece questo Spirito è
cacciato via, tutto è morto e oscuro, perché la vita abita nella
sua luce, cosa che si vede in primavera, quando cade conti
nuamente la pioggia, nella quale abita lo spirito della luce, per
far crescere tutti i minerali, gli animali e i vegetali; poi tutto
deve deperire, perché lo Spirito Universale, prosciugandosi, è
attirato verso l'alto; poi il fuoco di natura ha il sopravvento,
e tutto deve seccare, ardere e corrompersi, perché allo spirito
manca l'acqua che lo vivifica; e qui ripeto ancora una volta
che nell'acqua è celato il seme universale, in quanto Spirito
e Anima del Mondo; e se vuoi studiare la magia, devi sapere
come esso opera.
Ti ho dimostrato a sufficienza in tutti i miei scritti che la ru
giada, la pioggia, la brina, la neve e il vento hanno preso origine
al principio del mondo, grazie all'alito e al Verbo del Signore,
con questo spirito; e si dice a ragione: Guarda, io faccio tutto
nuovo, e come ho già ripetuto più volte, da questo unico spiri
to tutto scende dall'alto, è nuovamente corrotto e nuovamente
rinasce, e lo spirito realizza e compie tutto in quest'acqua, e ciò
sino alla fine del mondo.
Ma che cos'è, in che cosa consiste questo spirito?
In rugiada, pioggia, brina, neve, vento. È un grasso spirituale
e un seme igneo, una forte luce, grazie alla quale tutto ciò che
respira prende vita, non solo gli animali ma anche i vegetali, i
minerali e i metalli; sì, proprio così, anche i metalli sono ge
nerati da questo, che è chiamato anche caos, nel quale tutte le
forme sono nascoste nelle profondità di quest'acqua, e che è
infatti il vero principio di tutte le cose.
1 89
Figura A . ll caos
16
Caos universale primateriale dell'origine.
17
Il Primo agente, Azoth o Azoq dei Filosofi, l'elemento Fuoco della
Natura, un agente universale onnipresente e invisibile, non manifestato, con
tenuto nell'aria che ci circonda, che si manifesta come calore e luce. Occorre
alimentarlo con un combustibile, altrimenti ritorna allo stato primitivo uni
versale. È l'Azoth spirituale di Sendivogio, che i moderni chiamano ossigeno.
1 90
Questo è il nostro Azoth celeste, la nostra acqua minerale
ignea, il nostro magico spirito, con il quale possiamo compiere
meraviglie sovrannaturali, come apprenderai, perché senza tale
spirito, che è celato sia in questo, che nel minerale, e anche
in te, devi e puoi compiere meraviglie; poiché questo spirito
si unisce e si congiunge all'influsso come un'acqua spirituosa,
come un magnete da attrarre a sé dall'alto, con il quale gli an
tichi magi operavano meraviglie, e come anche tu puoi fare,
come apprenderai di fatto.
Il nobilissimo spirito di cui necessitiamo nell'Arte è lo spi
rito del mercurio proveniente dalla rugiada, ma puoi estrarlo
anche dall'acqua piovana, dalla brina o dalla neve, da una terra
specifica, da un minerale conosciuto, e persino da me e da te.
Ma per tornare allo Spiritus Universalis o Spirito del Mon
do: raccogline dalla rugiada quanto più puoi, o prendilo dalla
pioggia, quando puoi averne, verso metà marzo, quando il Sole
entra in Ariete, e anche quando entra in Toro, e raccoglilo in
un barile pulito. Quando il Sole entra nei Gemelli (oppure in
marzo, quando la nebbia si adagia sugli alberi), raccogli la ru
giada, perché essa ha in sé moltissimo fuoco e moltissima Luce;
e queste sono le tre materie nelle quali lo Spirito Universale
discende.
Per questo motivo esso è detto un seme, che produce nuo
vamente tutto, perché bisogna sapere che tutto ciò che giace
come morto durante l'inverno è risvegliato e ricondotto alla
vita da questo spirito; raccogline dunque tutto quello che puoi,
perché, quando poi è concentrato per distillazione, ne rimane
poco, come del resto accade al suo olio astrale o Anima, in quan
to Anima del Mondo o fuoco di natura, come vuoi chiamarlo.
Riuniscili tutti, finché non putrefaranno, e poi mettili all'o
pera, separando lo spirito dall'acqua in questo modo: versane
un po' in una storta1 8 di rame e distillane una parte, in modo
191
che ne restino tre parti, quindi separa tutta la tua acqua pu
trefatta, conserva ciò che è restato, e distilla la parte volatile
allo stesso modo, per metà, ma ciò che rimane in questo caso
gettalo via, quindi distilla nuovamente lo spirito nella storta
fino ad attenerne la metà, e butta via ciò che resta; lo spirito sia
poi distillato nella storta per la quarta volta fino alla metà, e la
parte rimanente sia gettata via. Allora non potrai più distillar
lo ancora nella storta, perché lo spirito attacca la storta; allora
allo stesso modo rettifica il tuo spirito al bagno maria ancora
quattro volte, finché non sarà diventato purissimo, spirituoso e
così volatile, che inizierà a fumare quando verrà a contatto con
la luce. Avrai ora nelle tue mani lo Spirito Universale o della
Luce, dal quale sono stati fatti il cielo e tutti i pianeti: questo è
uno spirito magico astrale e perciò attrae a sé gli influssi astrali.
Ora devi separare anche l'Anima fuoco o Anima del Mondo,
perché hai separato la Luce; distilla dunque ancora la metà di
ciò che era rimasto dalla prima distillazione, e conserva il distil
lato fino alla purificazione del sale, ossia ciò che era rimasto in
una storta, e distillalo fino ad ottenere la consistenza del miele,
}ascialo raffreddare, versalo nuovamente in una storta e distil
lalo finché non otterrai una terra o un sale marrone, ma non
troppo forte; allora l'Anima passserà nella parte superiore; poi
separa l'olio dal distillato con un lungo fùtro di vetro, mettilo
in una stortina, ponila nella cenere, distillalo ancora una volta
e conservalo ben chiuso: avrai nelle tue mani l'olio astrale o
Anima del Mondo.
Ti ho detto che all'ultimo non devi forzarlo troppo, per non
spingere nell'acqua il sale celeste di questo spirito, altrimenti
non potresti distillarlo ulteriormente.
Poi prendi la parte restante ed estraila nella tua acqua distil
lata e nella forte soluzione, fai evaporare questa, precedente
mente filtrata, fino ad attenerne un olio, e }ascialo cristallizzare
in cantina: questo cristallizzerà come un sale metallico e sarà
giallo come l'oro; raccogli tutto questo oro ed estrailo nuova-
1 92
mente nella sua acqua distillata, affinché si eliminino tutte le
impurità, poi fallo evaporare e }ascialo di nuovo cristallizzare
(NB: è lo Spirito Santo) , e ripeti questo per la terza volta: avrai
così separato spirito, corpo e anima, spiritus, corpus et anima; avrai
qui l'aria e la terra spiritose, separate dalla Luce, chiamate da
gli Antichi spirito di mercurio, e avrai separato nel contempo
il fuoco o Anima, ossia l'Anima del Mondo, in forma di olio
astrale, che poi si chiamerà zolfo. In terzo luogo, avrai separato la
terra celeste cristallina, in quanto magnete e parte fissa che prese
origine dall'eternità, in cui tutte e tre, sono nascosti, in quanto
fuoco e luce, nella santa terra, che gli Antichi chiamarono sale; e
se li separi, avrai il fondamento e il principio della magia, potrai
unire lo spirito con il suo sale e quindi conservare a parte l'olio.
Prendi ora il tuo sale fisso, mettilo tutto insieme in un sag
giolo a collo lungo19 e versaci sopra tutto lo spirito di mercu
rio in quanto spirito astrale, chiudi il saggiolo e collocalo ben
chiuso, a tenue calore, nel bagno di sabbia. Il tutto si scioglierà e
si unirà a poco a poco; e quando sarà trascorso un mese, prendi
una nuova storta, perché sono necessari recipienti nuovi e ben
puliti, affinché non vi sia nulla di estraneo, altrimenti lo spirito
perde la sua forza magica, e poni la storta nel bagno di cenere.
Durante la distillazione non hai nulla da fare, come avrai già
appreso dai miei precedenti scritti, perché devi solo distillarne
la metà per due volte, e sempre lasciar ben raffreddare la storta;
poi travasa e metti la storta nel bagno di sabbia, e distillane an
cora la metà; poi quando tutto si è raffreddato, travasa di nuovo
e poni la storta nella limatura di ferro: fai uscire gradualmente
il tutto, che passerà nella parte superiore; travasa di nuovo il
distillato in una storta e mettila nella sabbia, e distilla anco
ra due volte per se; avrai preparato il vero solvente universale,
quell'acqua superceleste e spirito di vita con cui puoi operare
meraviglie in natura: conservalo come un grande tesoro.
1 93
Dopo aver fatto uscire l'olio attraverso la storta, hai lasciato
depositare nella parte iniziale superiore ciò che è rimasto, cioè
il sale, che hai poi ridotto in cristalli , e se hai fatto e preparato
tutto con cura, ti rimarrà un poco di terra, che devi poi con
servare ben chiusa in un recipiente, perché essa non è ancora
specificata dalla natura, ma è una forte e pura terra virginea,
inerente alla magia, poiché in essa e da essa puoi produrre,
grazie all'Arte, ciò che desideri. Avrai così compiuto il lavoro
iniziale, indispensabile alla magia.
1 94
CAPITOLO NONO
1 95
Il secondo spirito magico è preparato in questo modo. Recati
in una miniera d'argento, e troverai sotto il minerale d'argento
una terra minerale marrone, che in certi periodi si trasforma in
un solo giorno in una terra color giallo oro. Dunque al pleni
lunio di giugno, quando il Sole entra nel Cancro, non bisogna
lasciarsi disturbare dall'apparizione della Luna piena, la si attende
in montagna, e quando la terra cangia con un forte movimento
e diventa completamente gialla come l'oro, nella stessa ora lavo
rane quanta più puoi e mettila in un barilotto, fallo chiudere da
un bottaio, ed essa resterà dello stesso colore un anno buono, e
anche più a lungo, perché è migliore di quella terra marrone che
si prende solitamente, e che non è penetrata dall'influsso degli
astri; giacché questo spirito è assolutamente inerente alla magia,
e con esso si possono compiere meraviglie indescrivibili.
Poi si metta questa terra in una storta, piena solo a metà, e la si
ponga in un forno appositamente costruito, e vi si luti un grande
prolungamento, perché questo spirito deve avere lo spazio per
passare; esso passa per mille colori, con il muggire di un tremen
do vento; poi lo si sottoponga all'azione di un fuoco in aumento
per 48 ore, e si avrà la salita di uno spirito bianco e di molto oro
volatile, che però si scioglierà in spirito; si lasci poi spegnere il
fuoco e si versi lo spirito in un saggiolo a collo lungo, lo si ponga
nel bagno di cenere e si distilli lo spirito in un collettore pulito.
Se vorrai usare questo spirito per operazioni magiche, il tutto
deve essere portato a termine nel mese in cui hai raccolto la ter
ra; inoltre conserva lo spirito in un recipiente di vetro.
Questo spirito è davvero un solvente universale, perché in
esso tutti i metalli possono essere estratti, dissolti e trasformati
in una quintessenza; questo spirito è tutt'uno con i meravigliosi
misteri della magia.
Per ottenere invece un liquido dalle selci bisogna procedere
nel modo seguente. Raccoglile da una zolla di terra traspor
tabile, o meglio, da un corso d'acqua o da un fiume bianco
argento, dalla lucentezza trasparente; questi fiumi sovente tra-
1 96
scinano molto oro e argento e generano prodotti metallici, e
con questi l'Artista può compiere meraviglie sovrannaturali
nelle opere metalliche; perciò quando ne avrai raccolte da 12 a
24 libbre, !asciale al calore, senza la presenza di altri fuochi, in
un grande mortaio di ferro, dopo averle finemente pestate, poi
passate in un setaccio, mettine 12 libbre in un alambicco ben
lutato, ponilo in un forno da distillazione fatto in modo tale
che si possa buttare acqua sulle ultime fiamme, e sottoponilo a
un fuoco crescente per 48 ore: all'inizio dai fuoco debole, poi,
aumentando, dai fuoco di fiamma per 1 2 ore, e salirà un liquido
verde, crescente, insieme a un sublimato multicolore. NB: qui si
consigliano non più di 4 mezze once21 di spirito di rugiada di
maggio. Quando è passato tutto, prendi il sublimato e versalo
in una storta, e metti tutto insieme nel bagno di sabbia, rimar
ranno delle fecce, che metterai da parte; avrai così preparato
un'altra volta il magico liquido per farne poi uso.
21
Lot, unità di misura corrispondente a mezza oncia (g 15,295).
1 97
CAPITOLO DECIMO
198
tura si possono dunque operare le più grandi meraviglie, nelle
malattie comprese sotto questa segnatura, e anche in magia,
tanto che non ci si stupirà mai abbastanza. Se hai a disposizione
una sola cosa, cioè il solvente universale, il resto è un gioco da
ragazzi, benché, se si prepara la tintura magica da tutti e sette i
metalli, si abbia da fare per un anno intero, in cui si conseguirà
anche il sommo mistero nell'Arte.
Marte. Allo stesso modo devi elaborare anche la tintura di
ferro, sotto questo influsso, quando Marte si trova nel suo
splendore,al suo sommo; alla stessa ora comincia a lavorarci,
e realizzerai la somma essenza e tintura magica; sappi poi che
Marte è di indole caldissima e secca, perciò questa tintura può
essere impiegata prodigiosamente, e a piccole dosi, in tutte le
malattie comprese sotto tale segnatura. NB: proprio nell'ora e
nel momento dell'influsso nel quale il pianeta domina, vedrai
meraviglie, come del resto in altre operazioni magiche.
Sole. Se vuoi preparare la tintura dall'oro con il solvente uni
versale, cominciala nell'ora e nel momento del suo influsso,
quando il Sole è al suo sommo, e prepara la tua tintura partico
larmente quando entra nel Leone: otterrai nel contempo una
grande medicina, utile per tutte le malattie che si trovano sotto
questa segnatura, e una delle più potenti in magia.
NB. Saturno. Qui è necessario badare al fatto che, quando si
vuole preparare la tintura dal piombo, si può fare anche quando
il Sole, nello stesso periodo, si trova al suo sommo, mentre Sa
turno è in congiunzione con il Capricorno e il Cancro, onde
puoi dedurne gli effetti occulti.
NB. Giove. Per quanto riguarda Giove, di cui ho già dato
notizia, che l'operazione si faccia quando il Sole appare al suo
sommo, perché qui non ci si deve regolare sulla Luna, che si
trova anch'essa al suo sommo, poiché essa è vivace e attiva allo
stesso momento in cui lo è il Sole; infatti, come gioiscono tutte
le creature quaggiù sulla Terra, altrettanto gioiscono i pianeti
che si trovano intorno e accanto al Sole, ed estendono la loro
1 99
influenza più intensamente, perché vogliono emulare in tutto
il Sole.
Venere. Quando il Sole entra in Venere, e Venere si trova al
suo sommo, come si può osservare per tutto il mese, comincia
a elaborare nella stessa ora l'essenza o la tintura con il solvente
universale o Spirito Universale e con il rame, e otterrai una
tintura magica che cura tutte le malattie e le guarisce secondo
la loro segnatura; è la stessa anche in magia, quindi quando il
suo influsso è più forte si possono compiere meraviglie.
Mercurio. Se vuoi preparare la tintura con il solvente astrale
dal mercurio, devi farla quando Mercurio si trova al suo som
mo sotto il Sole, per iniziare assolutamente il tuo lavoro nella
stessa ora, nel momento in cui Mercurio esercita il suo influs
so, e otterrai una tintura che contiene veramente l'influsso di
Mercurio, per tutte le malattie nate sotto la sua segnatura, e da
usarsi anche in magia.
Luna. Così è anche con l'argento, perché, se vuoi farne una
tintura con lo Spirito Universale, comincia proprio nel mo
mento in cui la Luna è piena e quando anche il Sole si trova al
suo sommo; devi perciò capire che devi iniziare nella stessa ora
in cui questo pianeta ha il massimo influsso e il massimo effetto,
e che devi osservare solo le ore che iniziano dalla mezzanotte
e vanno sino a mezzogiorno, poiché in queste ore gli influssi
sono al massimo della loro forza e il Sole è al suo sommo, con
i pianeti in aumento; però, non appena è trascorsa l'ora del
mezzogiorno e ci si avvia verso la notte, l'influsso non è più
così potente: e ciò ti sia d'avviso.
Se avrai dunque preparato la tua tintura, avrai anche una
grande medicina, da usarsi a piccole dosi, in quelle malattie che
portano la segnatura della Luna. Allo stesso modo potrai usarla
anche in magia.
Saturno. Ricorda che, se vuoi preparare la tintura con il
piombo, guarda di prendere un po' di questo minerale, e che
sia ben puro, fallo battere in larninette, per poi poterlo fare a
200
pezzi, e quando si avvicinano il tempo e l'ora di Saturno, met
tine una libbra in un saggiolo a collo lungo e versaci 3 libbre di
solvente universale, preparato con la rugiada o l'acqua piovana,
chiudi la storta e fai digerire giorno e notte: esso vi si dissolverà
separandosi dalla terra; poi travasa tale soluzione in un reci
piente pulito, e bada: non dovrai usare alcun altro recipiente
che abbia contenuto qualcos'altro sino alla fine del lavoro. NB:
Devi assolutamente ricordare che devono essere recipienti pu
liti. Poi metti la storta nel bagno di cenere e distillane la metà;
quando tutto si sarà raffreddato, travasa nuovamente il distilla
to, e distillane ancora una volta la metà, e quando sarà fredda,
metti la storta nel bagno di sabbia e fallo coobare22 ancora due
volte, travasalo di nuovo e metti la storta nella limatura di ferro,
secondo la regola principale di tutti i veri Filosofi, poi travasa
nuovamente il superdistillato e spingi fuori la tua essenza con
il fuoco, all'ultimo con un fuoco fortissimo, poi travasa ancora
il superdistillato in una storta e ponila nel bagno di sabbia, e fai
passare l'essenza ancora due volte per se, affinché tutto diventi
ben volatile, poi versala nuovamente su di una libbra di piombo
in un saggiolo a collo lungo, e metti a digerire nel bagno di
cenere per 1 4 giorni e 1 4 notti. Tutto si dissolverà separandosi
dalla terra, poi, una volta travasata la limpida soluzione e posto
il saggiolo in cui la si sarà travasata nel bagno di cenere, e fanne
uscire la metà coobandola due volte; quando il tutto si sarà
raffreddato, si travaserà ancora, si porrà il saggiolo nel bagno di
sabbia e si distillerà ancora due volte coobando, poi, versato il
tutto in un matraccio posto nella limatura di ferro, si distillerà
insieme a gran fuoco, e all' ultimo a fuoco fortissimo: allora il
distillato passerà di nuovo.
Versa nuovamente questa essenza su di una libbra di piom
bo, e procedi in tutto come ti è stato insegnato; alla fine tutto
201
salirà in forma di un pesante olio: versalo ancora in una storta e
distillalo per se ancora due volte nel bagno di sabbia: avrai così
il piombo con lo Spirito Universale, reso volatile al massimo
grado e fatto passare nella parte superiore. Per questo ti ho rin
viato ai miei precedenti scritti. Se vuoi far passare per tutti i co
lori questo liquido per ottenere una grande e potente tintura,
durante il lungo lavoro ti si mostreranno non solo tutte le stelle
in una fiala, ma anche i più bei colori, che nessun pittore può
riprodurre. Per la magia invece, o per la medicina magica, la tua
essenza volatile sarà cotta in una tintura, nel modo seguente.
Dividila in tre parti: una parte mettila in un saggiolo a col
lo lungo, affinché durante la distillazione nulla possa salire, se
non la parte volatile, poni il saggiolo in bagnomaria e distillane
a fuoco debole la parte volatile, il che deve verificarsi tutti i
giorni, una volta al giorno, e quando tutto è freddo, poni il
saggiolo nel bagno di cenere e travasane il contenuto, e ripetilo
sette volte, cioè per sette giorni di seguito, e quando tutto sarà
raffreddato, metti il saggiolo nel bagno di cenere e distillane lo
spirito per altre sette volte: otterrai in una distillazione solo il
flemma; mettilo allora da parte. Quando tutto sarà freddo, si co
agulerà in un carbonchio rosso sangue e trasparente, e poiché
bisogna prendere un altro saggiolo, perché quello in cui vi è
la tintura non resiste più, mettilo in un altro saggiolo e versaci
sopra di nuovo una parte del liquido conservato, e procedi in
tutto come ti è stato insegnato qui: otterrai nuovamente un
carbonchio trasparente; procedi perciò per la terza volta con il
carbonchio e la terza parte del tuo liquido ancora restante, e
lavora come ti è stato insegnato fino al carbonchio, poi met
ti il saggiolo nella limatura di ferro per 4 giorni e 4 notti, a
gran fuoco, cosicché la parete fissa e quella ignea confluiscano
continuamente; quando tutto sarà freddo, estrailo, e avrai una
medicina che non solo cura tutte le malattie comprese sotto
la segnatura di Saturno, ma che può essere impiegata anche in
mag1a.
202
NB: Come hai preparato in questo modo, da questo metallo
e sotto l'influsso del pianeta corrispondente, la tintura astra
le, così la si potrà elaborare anche da altri metalli; e se l'avrai
elaborata sette volte secondo le costellazioni, potrai compiere
meraviglie, poiché, quando le avrai congiunte tutte e sette, con
lo stesso peso, avrai una tale medicina, che non ne troverai l'e
quivalente; gli Antichi avevano ben notato questo numero 7,
ma avevano taciuto il modo in cui bisogna intenderlo, giacché
tu hai congiunto le proprietà di tutti e 7 i pianeti, imperscru
tabili nei loro effetti, con lo Spirito Universale.
Inoltre la tintura è elogiata al massimo grado, perché se la
porti con te, tutti gli spiriti si ritireranno, di qualunque natura
siano, e tutti i luoghi nascosti ti saranno scoperti e svelati, vedrai
e troverai molte cose in natura, che prima ti erano celate e che
sono invisibili agli occhi umani; un uomo che la porta con sé
ha in sé tutta l'azione degli elementi e può preservarsi da tutte
le malattie, in quanto gli influssi non possono più danneggiare
un uomo simile, e quale potere possegga maggiormente tale
tintura, lo vedrai in magia, come ti insegnerò dai suoi principi;
così come ho cominciato, finirò, ed è ben possibile mettere
in opera e realizzare tutto in due anni, perché quando avrai
preparato il solvente universale, il resto è un gioco da ragazzi e
dipende dalla prudenza di cui farai uso.
203
CAPITOLO UNDICESIMO
Se vuoi estrarre una tintura magica dal tuo corpo, devi avere
già sufficientemente compreso, da quel che si è detto, sotto
quale segno sei nato, e quali segni e pianeti hanno presiedu
to a quel momento, altrimenti esaminati secondo gli effetti, la
segnatura, gli influssi richiesti, in cui, se non sei stupido, potrai
riconoscere facilmente la tua complessione.
Quando indagherai se tu sia nato sotto Giove, Marte o Ve
nere, e quale segno zodiacale influisca su di te, la prima cosa
devi saperla discernere dalle tue emozioni: se sei focoso, arido,
flemmatico, collerico, pacifico, melanconico o assoggettato a
Venere. Per quanto riguarda la seconda cosa, cioè se sei nato
sotto laVergine, il Leone, la Bilancia o altri segni zodiacali, puoi
riconoscerlo facilmente da ciò che si è detto; e quando avrai
saputo di essere nato sotto Venere o Giove o altri pianeti, pro
cedi nel modo seguente.
Fai ora attenzione alla tua ora di nascita, che ti mostrerà
anche la tua complessione, l'inizio e la fine (dell'opera), poi
prendi un po' dello Spirito Universale precedentemente de
scritto e, nell'ora del tuo pianeta, togliti lo stessa quantità di
sangue e mettili insieme in un saggiolo, chiudilo e sottoponilo
a un debole calore per 8 giorni e 8 notti, poi mettilo in ba
gnomaria, distillane lo spirito a fuoco tenuissimo, e chiudilo
bene; poi, quando tutto sarà freddo, poni il saggiolo nel bagno
di cenere e distillane tutto il flemma, che salirà; quando tutto si
sarà raffreddato, mettilo con lo spirito e rettifica da 3 a 4 volte
a bagnomaria, finché tutto non diventi flemma, poi versa lo
204
spirito in ciò che è rimasto nel saggiolo, chiudilo e sottoponilo
a un tenue calore: tutto si dissolverà nuovamente e sul fondo
rimarrà una terra; allora versa la limpida soluzione in un altro
saggiolo a collo lungo, che non sia stato ancora usato, mettilo
in bagnomaria e distilla a debole calore per sette volte; travasalo
nuovamente e distillalo nel bagno di cenere per sette volte, e
altre sette nel bagno di sabbia, e coobalo; e se non vorrai cre
dere che la tua tintura sia magica, versaci di nuovo del flemma
e sottoponi ancora una volta il saggiolo a un debole calore: vi
appariranno il tuo ritratto e la tua figura, con tutte le segnature
delle tue emozioni, e ciò durerà per tutto il tempo in cui sarà
mantenuto immobile.
Metti poi il saggiolo nel bagno di sabbia e coobane la parte
volatile ancora due volte: sarà così pronta la tua tintura medici
nale magico-astrale, preparata secondo gli influssi del tuo astro;
hai bisogno di assumerne solo un grano al mese, nell'ora e nel
segno del tuo pianeta, per preservarti da tutte le malattie e da
tutti gli influssi dannosi degli astri, ma non appena il tuo tempo
sarà finito, secondo la volontà di Dio, essa diventerà nera come
la pece e farà a pezzi il vaso che la contiene.
Se mescoli un po' di questa a un balsamo odoroso e ne ungi
la vena del polso, e ti rechi da grandi signori, non appena essi
sentiranno questo profumo, saranno costretti ad amarti, e lo
faranno persino gli animali privi di ragione, ma guardati dagli
abusi; questa tintura si usa anche in magia.
205
CAPITOLO DODICESIMO
206
e Mercurio; !ascialo nel collettore e conservalo in un luogo
fresco; puoi mettere un elmo cieco sul collettore, che chiuda
bene, perché tutto deve essere ben lutato affinché non svanisca
ed esali completamente.
207
CAPITOLO TREDICESIMO
208
costantemente su di un tenue calore, affinché rimanga sempre
tenera, e quando è pronta, in magia non se ne può fare a meno,
perché il suo uso ci è assolutamente necessario per le figure e
gli apparecchi.
209
CAPITOLO QUATTORDICESIMO
210
CAPITOLO QUINDICESIMO
Bisogna sapere che ciò che è stato dùuso e sigillato con la ma
teria cristallina deve essere riaperto con il mercurio aureo del
capitolo precedente, perché con il semplice spirito, sale, sì, ma
lentamente; e se, con il suddetto spirito di mercurio nel quale si
dissolve l'oro, si inumidisce solo un poco tale sigillo, si riesce a
ammorbidire questo sigillo più duro del diamante, tanto che lo
si può opportunamente asportare, per poi metterlo in un reci
piente di pietra; vi si versa sopra un poco di spirito e di stagno,
così lo si può nuovamente impiegare; il recipiente si chiude
saldamente e si conserva, perché è magico, e anch'esso deve
essere tenuto costantemente in un contenitore, e non lo si può
avvicinare con alcun'altra cosa, affinché non sia contaminato.
21 1
CAPITOLO SEDICESIMO
212
Quindi versa il tutto a poco a poco in un recipiente di
pietra, e lascia evaporare tranquillamente; quando avrà tenni
nato e sarà diventato come miele sciolto, devi costantemente
mescolarlo, affinché non si attacchi troppo saldamente sotto,
nel recipiente, poi, una volta freddo, estrailo e mettilo in un
recipiente di pietra, poi prendi il tuo sale volatile con lo spi
rito e incorporalo a poco a poco, mescolando costantemente;
in questo modo lo spirito rivivificherà questo residuo, poiché
salirà in alto, e se il collo del recipiente non sarà abbastanza
lungo, traboccherà; per questo motivo il recipiente deve es
sere grande: perché lo spirito abbia sufficiente spazio; quando
tutto il sale volatile e lo spirito saranno stati incorporati, e la
materia si sarà depositata, mettila subito, finché è ancora liqui
da, in una storta di pietra, perché, se aspetti troppo, diventerà
viscosa come la pece, in modo tale da non riuscire a trava
sarla bene in un altro recipiente; poi chiudi la storta e mettila
all'aria aperta, all'ombra, nella terra; e passato il periodo di
tempo in cui la materia starà nella storta, cioè 1 4 giorni e 1 4
notti, diventerà tutta nera come l'inchiostro; allora metti la
storta nel bagno di sabbia e lutale un collettore, distilla tutta
l'umidità al primo grado di fuoco, perché, se darai un fuoco
troppo forte, il tutto traboccherà, e quando tutta l'umidità
sarà stata distillata a calore debole, lascia spegnere il fuoco e
versa nuovamente il distill ato nella storta, poi lasciacelo una
notte, affinché tutto si unisca; devi ripetere questa distillazio
ne sette volte, sempre travasando nuovamente e distillando a
fuoco debole.
Alla settima distillazione, dapprima il tuo liquido volatile sa
lirà, in forma di puro sale cristallino, tra molti colori, che non
ce ne si potrà mai stupire abbastanza: mettilo da parte e, quando
tale sale risalirà ancora una volta, arriverà nei collettori tra figu
re di tutti i generi, tanto che si riuscirà a percepire chiaramente
che questo fa parte della magia, perché lo spirito di natura sa
questo grazie alle figure.
213
Quando sarà passato tutto, si colloca un altro collettore e si
aumenta il fuoco di un grado, tutta l'acqua passerà nella parte
superiore, cosicché non salirà più nulla anche con il fuoco più
forte, perché non appena il flemma è passato, bisogna spostare
il fuoco e lasciar raffreddare il tutto, che sarà poi travasato di
nuovo e coobato quattro volte; e quando il flemma sarà passato,
applica un altro collettore e aumenta il fuoco: l'olio e lo spirito
salino pesante cominceranno a salire; aumenta il fuoco, affinché
esca anche l'azoth, e la storta si arroventi fortemente; quando
non passerà più nulla, si lasci spegnere il fuoco e si separi il
distillato dall'olio animale, quindi lo si versi in una storta e lo si
rettifichi ancora sei volte, affinché ne esca tutto il flemma, poi
lo si metta da parte.
Allora estrai cautamente la tua storta e rompila: troverai sul
fondo un residuo duro come la pietra, in cui ci sarà il sale
che tu assapori nei cibi, ma non completamente volatile; in
alto troverai un sale in forma di sublimato, brillante, aumentato
e del tutto sciolto; separalo con una pala di legno, e guardati
dall'avvicinarlo con alcunché di metallico; sciogli questo sale
nel suo flemma e purificalo sette volte passandolo da un filtro,
!ascialo evaporare finché non sarà un sale, poi tienilo chiuso per
un mese nel bagno di sabbia a fuoco crescente: alla fine diverrà
rosso come il sangue, poi estrailo, e sappi che esso è fisso e si li
quefa al fuoco senza fumare, ed è in un certo modo una tintura.
Mettila in un matraccio e versaci la sua parte volatile e azoth,
chiudi il matraccio e ponilo per un mese nel bagno di sabbia,
a debole calore, tutto si dissolverà e nel contempo putrefarà;
poi metti il matraccio nel bagno di sabbia in un luogo fresco:
il tutto si cristallizzerà; prendi tutto assieme, e quel che non si
è cristallizzato, }ascialo al fresco, finché non avrai raggiunto lo
scopo, poi metti tutti i cristalli in una fiala, suggellali e !asciali
a fuoco crescente, finché tutta la parte fissa non si liquefaccia.
Oppure, per giungere a tal fine più velocemente, mettili in
un saggiolo a collo lungo e ponilo a bagnomaria, e lascia sa-
214
lire la parte volatile, che sarà certamente scarsa, poi, travasata
nuovamente la parte volatile e distillata ancora due volte coo
bandola nel bagno di cenere, poi altre due volte nel bagno di
sabbia, otterrai un poco di flemma e la tua tintura rosso sangue
confluirà: avrai così la tintura animale che è anch'essa magica
e ha effetti magici.
215
porare di nuovo nel bagno di sabbia fino ad ottenere un sale,
che scorrerà come un olio, poi !ascialo raffreddare. Mettilo in
un matraccio e versaci il suo azoth e il suo spirito, chiudi il
matraccio e ponilo in un bagno di cenere per 1 4 giorni e 1 4
notti, poi mettilo a bagnomaria e distillane l o spirito da tre a
quattro volte, poi, travasandolo ogni volta, distillalo nel bagno
di cenere tre volte coobando, e in quello di sabbia altre tre
volte: soltanto alla fine otterrai uno spirito igneo, che farai raf
freddare e metterai da parte. Prendi poi il rnatraccio e ponilo
in un luogo fresco: il tutto si cristallizzerà; estrailo e introducilo
tutto in un altro matraccio, che porrai nel bagno di sabbia, a
fuoco crescente, per 8 giorni e 8 notti: il tutto fluirà in una
tintura supremamente fissa; avrai così preparato anche la pietra
vegetale, che è una delle più grandi medicine ed è magica in
sommo grado, il che si riconosce già dall'operazione.
21 6
dolo, con dei carboni ardenti, a venir fuori e a renderlo fluido,
altrimenti poi si coagulerebbe e tapperebbe il collo della storta;
quando sarà tutto passato, rompi l'alambicco, prendi il fùtro dal
collo della storta e facci passare anche il restante liquido, poi
applica il collettore alla tua storta e ponila sul calore, affinché il
glutine diventi fluido, poi versalo nella storta facendolo passare
dal fùtro, metti la storta nel bagno di sabbia e distilla il tuo glu
teo, poi versalo ancora in un'altra storta e distillalo ancora una
volta, e fai questo per sette volte.
Il tutto salirà in forma di olio bianco e grasso; versalo in un
saggiolo a collo lungo, applicagli un ehno e un collettore, met
tilo in bagnomaria e coobane lo spirito sette volte, poi ponilo
nel bagno di cenere altre sette volte, e nel bagno di sabbia altre
sette; in questo modo lo spirito vi si fisserà; ciò che rimane di
verrà fisso e fluido come un olio bianco; posto al freddo, invece,
si manifesterà come cristallo bianco e trasparente, e sarà fisso.
Prendine 4 mezze once, e 4 di pietra vegetale, pestali assieme,
mettili in un saggiolo a collo lungo, e ponili nel bagno di sab
bia per 8 giorni e 8 notti, ed essi si congiungeranno fra i più
bei colori; poi lascia raffreddare ed estraine il risultato, tritalo
finemente e prendi 4 mezze once di pietra animale, mettili di
nuovo insieme in un saggiolo a collo lungo, sottoponili al ba
gno di sabbia, e }asciali sciogliere insieme a fuoco crescente 8
giorni e 8 notti: avrai così preparato la Pietra universale magica,
da usarsi nelle malattie astrali.
Questa pietra compie meraviglie in magia, ed è inestimabi
le; se la prepari secondo il modo precedentemente descritto e
la congiungi nuovamente, vedrai meraviglie, e toccherai con
mano come la costellazione vi agisca; con un altro metodo,
poi, appariranno alcuni colori nella congiunzione di queste 3
pietre, ma senza manifestarsi in giochi naturali.
NB: Se vuoi avere la pietra magica, estraila e pestaci insieme
ancora 4 mezze once di pietra astrale, quando il Sole si trova al
suo sommo, e il più velocemente possibile, metti il tutto insie-
217
me in un saggiolo a collo lungo, chiudilo e ponilo nel bagno
di sabbia per 8 giorni e 8 notti, a fuoco crescente; tutto si scio
glierà insieme con i più bei colori, con un gran movimento e
mille figure: avrai così riuniti nelle tue mani le pietre minerale,
vegetale, animale e astrale, e anche il grande Universalissimo,
preparato con il massimo influsso, con il quale possono essere
compiute meraviglie nella cura di tutti i casi disperati, sotto
qualsiasi influsso e di qualsiasi segnatura sia la malattia.
Ovunque ci sia questa tintura, tutto è vivo, perché gli spiriti
non possono soffrirla né sopportarla, anche se sono spiriti na
turali che abitano nell'acqua, nella terra, nel fuoco e nell'aria,
e che si differenziano assolutamente dagli spiriti cattivi, perché
questi non sono eterni e, pur sapendo dell'esistenza del grande
Creatore, svaniscono con la natura e non partecipano alla Re
surrezione, ma conducono sovente una vita malvagia, come i
figli degli uomini che sono stati redenti dal sangue del Cristo,
perché temono la trasformazione che li perseguirà, se essi non
vivono secondo giustizia, e temono persino gli spiriti delle te
nebre.
Questa pietra o quadruplice tintura risplende e produce da
sé una luce formidabile, che potrebbe derivare dalla pietra uni
versale astrale, preparata con la rugiada e con la pioggia. Ma
non è così, perché se tu aggiungessi anche solo una mezza on
cia in più di pietra astrale, l'influsso agente sulla tua congiun
zione ignea e spirituale incendierebbe tutto, e ti consumerebbe
fino a ridurti in un po' di cenere, perché è un fuoco tremendo,
sulfureo e concentrato, indescrivibile per qualsiasi penna.
Alcuni magi, che in seguito sono stati soggetti a ogni sorta
di cattivi pettegolezzi, ma erano persone oneste, che temevano
Dio, non hanno capito l'avvertimento e in pochi minuti sono
stati sacrificati al Signore da questo fuoco, perciò ti avverto, e
se non vorrai credermi, cerca di farti insegnare dall'esperienza.
Se dunque avrai preparato le pietre nel modo suddetto, e
le avrai congiunte secondo i loro giusti pesi, non avrai più da
218
temere alcun pericolo; prendi perc1o una quantlta pari a un
pisello della quadruplice pietra universale, tritala finemente, poi
mettila su di un legnetto e aggiungila alla suddetta pietra astrale
finemente macinata: si accenderà come un lampo e il fuoco
andrà e verrà nella tua stanza per ben un'ora con tuo grande
stupore, finché tutto non si esaurirà a poco a poco; questo pro
vocherà un calore sì grande, che non potrai più restare nella
stanza, ed emanerà un odore penetrante come un balsamo.
Potrai così vedere anche da così poco quanta forza abbia
e quale ne sia l'azione sovrannaturale che nessun uomo può
cogliere né comprendere, e se sarai arrivato tanto lontano, che
il tuo Dio la consegnerà nelle tue mani, avrai ben ragione di
inginocchiarti per lodarne il Signore e glorificarlo, perché di
centomila uomini non uno ci è riuscito.
Quando la possederai, potrai rallegrarti di essere nato alla
magia, perché esercitandola, compirai grandi meraviglie; ma
fanne uso nel più completo silenzio, per non essere annoverato,
pur innocente, tra i falsi magi, come è accaduto anche a me,
poiché i figli delle tenebre hanno orrore di questa luce e devo
no fuggirla insieme al loro padrone, altrimenti non resterebbe
più nessuno spirito. Se possiedi un po' di questa pietra a casa
tua, la vedrai agitarsi tutta costantemente, come nella tintura
dei sette metalli e dei sette pianeti, poiché non appena nel fir
mamento avviene una congiunzione fra gli spiriti che esercita
no gli influssi, si produce un movimento nella tua tintura che è
nel vaso, che però non devi temere; resta fedele al tuo Creatore
e soprattutto temilo: tutta la natura sarà al tuo servizio.
219
CAPITOLO DICIASSETTESIMO
220
CAPITOLO DICIOTTESIMO
221
Figura B
222
lo spirito vitale non possa fuggire (perché questi spiriti general
mente cominciano subito ad agitarsi tutti insieme), poi lascialo
tranquillo; non appena si calmerà, la luce spirituale comincerà
ad apparire nella lampada e a sfavillare come una stella, quando
la persona in questione sarà sana; traboccherà e romperà la sfera
se ella sarà tormentata o angosciata; prenderà prodigiosamente
fuoco, se la persona andrà in collera, e divamperà così potente,
da lanciare fiamme, e si potranno sentire la vita, le azioni e
le emozioni di tale persona, si potrà persino notare quando
con gli anni deperirà, perché i suoi spiriti vitali diverranno
più deboli; questo si noterà immediatamente dal fatto che la
stella fiammeggiante si rimpicciolirà sempre più, finché non
si spegnerà; si può dunque approntare per un buon amico una
lampada vitale, e tenerla sempre davanti a sé, oppure darla a lui;
si può così conoscere lo stato di entrambi e, anche se si abita
lontano da un tale, si può tuttavia sapere come sta26•
26
Cf. anche il capitolo 37 e la figura C.
223
CAPITOLO DICIANNOVESIMO
224
Se vuoi avere una rappresentazione dei sei giorni della Cre
azione, prendi una sfera di vetro trasparente, versaci questo li
quido, in modo da riempirla per metà, e aggiungici soltanto del
salgemma, di quello che ci si procura in cristalli, il corrispettivo
di una noce, macinato grossolanamente, chiudi la sfera con il
nostro sigillo segreto e ponila in un apparecchio simile (figu
ra D), e vedrai, o meraviglia, apparire di giorno in giorno la
Creazione del cielo e della terra, poi scomparire e riapparire,
ché non ti stupirai mai abbastanza di questo spirito e del suo
movimento.
Quando torna la quiete, tutto diventa nero come la pece,
come un inchiostro rosso scuro che riflette come un fuoco:
questo è il primo giorno, quando le cose sono tutte con
fuse insieme e in fondo tutto è scuro; il secondo giorno, le
tenebre cominciano a separarsi e appaiono come se volesse
ro dividersi in due parti, mentre al di sopra, in alto, appare,
come fosse appeso, un cristallo luminoso che che produce un
riflesso, come un lume: il secondo giorno l'acqua si separa
dalla terra.
Il terzo giorno, tutto sulla terra diventa verde e rallieta lo
sguardo, come piccoli arbusti e fiorellini spontanei.
Il quarto giorno arriva la luce in tutta la sfera, splendendo
in alto, come se ci fosse il cielo, con il Sole, la Luna e le stelle,
poiché l'olio spirituale della natura sale, e perciò si possono
riconoscere ancora meglio la terra con i suoi alberelli, le sue
erbette e i suoi fiorellini.
Il quinto giorno vedrai mostrarsi nell'acqua ogni sorta di
piccoli animali, e anche sulla terra, e questo anche il sesto gior
no, in cui gli animalini si moltiplicheranno.
Il settimo giorno tutto è come un piccolo mondo terrestre;
l'ottavo, tutto ricade e si annuncia di nuovo il confusum o caos,
in cui tutto sulla terra ridiviene oscuro. Poi la separazione co
mincia come prima, e continua tutti i sette giorni, finché ti
piacerà.
225
Figura D
226
CAPITOLO VENTESIMO
27 Cioè il Sole.
227
rimarrà in basso, nelle tenebre; il terzo giorno, l'acqua si sepa
rerà dalla terra, cresceranno le montagne e le colline, dalle quali
scorreranno limpide sorgenti, e la terra comincerà a diventare
completamente verde, con alberelli, erbe e fiori di tutti i generi.
Il quarto giorno, in alto e in basso, comincerà a sublimarsi lo
Spirito luminoso nel quale è l'Anima del Mondo, e tutto vi si
muoverà: le più belle stelle, il Sole, la Luna; il cielo stellato si
aprirà da entrambe le parti della terra, e tu vedrai anche il Sole
e la Luna muoversi veramente e andare su e giù, cioè come la
Luna diminuisca e aumenti nel firmamento, e come il Sole si
levi e tramonti, e inoltre tutte le stelle muoversi, levarsi e tra
montare.
Anche in basso vi saranno ancora mutazioni: quando all'e
sterno del tuo piccolo mondo il tempo è bello, lo sarà anche
nel tuo vaso; se invece il tempo è cupo e piove, lo sarà anche
nel tuo microcosmo, poiché lo Spirito della natura opera senza
sosta. Il quinto giorno, apparirà ogni tipo di animali viventi, sia
sulla terra sia nell'acqua, che il sesto giorno aumenteranno; altri
invece rimarranno tali e quali, poiché la terra resta ferma, an
che se manifestando movimenti di ogni tipo alla sua superficie,
mentre la corsa del cielo non si arresta; e così gli animaletti del
paradiso terrestre, che muteranno, a seconda della loro natura
esteriore, in animali più piccoli, e appariranno gli alberelli con
bellissimi fiori di tutti i generi, quelli belli bianchi con i loro
fiorellini, i torrentelli bianco argentei di tutti i tipi, con mol
te fonti e sorgenti che spunteranno dalle rocce, appariranno i
più bei campi, nei prati e nell'acqua si manifesteranno con
tinuamente animali di tutti i generi, alcuni spariranno e altri
riappariranno, cosicché sovente, a nostra grande meraviglia, ci
si dovrà stupire.
Indifferenti a tutte le meraviglie, invece, nel firmamento ci
saranno le stelle, il Sole e la Luna, alcune immobili, altre che
corrono intorno come piccole luci, e tutto questo continuerà
senza sosta, mentre il mondo starà fermo, e ci si stupirà quando
228
il tempo atmosferico esterno causerà, grazie a una forte esal
tazione, anche un movimento nel vaso; infatti l'influsso degli
spiriti che vi si incontrano sarà talmente forte, che si manife
sterà un movimento tanto violento. NB: bisogna sapere che
tutti gli apparecchi debbono sempre essere mantenuti fernù
nello stesso posto, senza essere spostati: in questo modo questa
meraviglia potrà manifestarsi senza sosta.
Figura E
Prendi un'erba, quella che vuoi, con il fiore e una parte della
foglia e dello stelo su cui cresce il fiore, falla seccare a calore
tenue e mettila in una pentola nuova, bruciala fino ad avere
della cenere bianca come il gesso, e mettila in un vaso di vetro,
come mostra la figura F, poi versa sulla cenere 2 mezze once del
famoso spirito di rugiada di maggio o Spirito Universale, e 4
229
mezze once di spirito magico preparato dal bismuto o dal mi
nerale d'argento, sigilla il vaso e !ascialo stare immobile: i tuoi
fiori cominceranno a crescere dalla cenere, e scompariranno
spontaneamente quando li si urterà, ma non appena li si lascerà
di nuovo tranquilli, riappariranno, il che sarà una meraviglia a
vedersi.
Figura F
230
CAPITOLO VENTUNESIMO
· Figura G
231
Il recipiente deve essere fatto d'oro o d'argento, con intorno
un largo cerchio, sul quale da una parte sono scritte le ore in
cui la Luna cresce, e dall'altra, quelle in cui la Luna cala. Quan
do tutto è tranquillo e la Luna è crescente, aumenta anche il
liquido, mentre quando la Luna cala, diminuisce anche il magi
co liquido; e se ne può prendere nota per un mese intero, per
vedere sempre come la Luna cresca e cali.
232
CAPITOLO VENTIDUESIMO
28
Cioè preparata secondo le costellazioni planetarie.
233
anche nel vaso; e desterà stupore il fatto che comincerà a lam
peggiare anche d'inverno, durante il grande freddo.
Questo strumento magico deve trovare posto accanto al
precedente e restare immobile.
Figura H
234
CAPITOLO VENTITREESIMO
Come creare il vero Fuoco del Signore che incendia tutto ciò
che vuole e brucia ciò che gli si getta sopra. Di questo fuoco
magico ho già trattato distintamente nei miei scritti, ma lo
ripeterò qui. Una volta preparato il sale dallo spirito, prendine
3 libbre, che siano state ben seccate, e mescolaci insieme 3 lib
bre di vetro pestato, mettili in una storta coperta, ponila nella
limatura di ferro ed estraine, aumentando sempre il fuoco, uno
spirito igneo; quando non passerà più nulla, lascia spegnere il
fuoco: troverai uno spirito igneo infernale, che conserverai, in
sieme al collettore in un luogo fresco; poi prendi un salnitro
puro ed estraine il suo spirito igneo e azoth, poi travasalo in
un saggiolo a collo lungo, ponilo a bagnomaria ed estraine lo
spirito, a fuoco debole, rettificalo ancora due volte e mettilo
da parte; invece ciò che resta nel saggiolo, mettilo nel bagno di
cenere e distillane tutto il flenuna, metti questo in una storta e
ponila nel bagno di sabbia, fai uscire anche il flenuna, rettificalo
due volte e fanne uno spirito, poi versa in tuo spirito astrale in
un saggiolo a collo lungo, e quando ne avrai una libbra, versaci
a poco a poco una libbra e mezza di spirito in azoth, e tutto a
poco a poco si muterà in sale.
Poni il saggiolo nel bagno di cenere, affinché tutto il flenuna
restante si separi e questo sale si secchi: ecco, è pronto questo
fuoco infernale che incendia tutto ciò che gli si avvicina, e che
si realizza in un recipiente come quello mostrato dalla figura
l, per poterlo usare a piacere; il recipiente deve essere di vetro
forte o ancor meglio di mattoni (un buon materiale, insonuna,
235
altrimenti i recipienti si fendono) , che si possa aprire a piacere, e
gettata sopra un po' di polvere funùgatoria magica, appena que
sta ha fatto il suo effetto, si possa richiudere.
Figura I
236
CAPITOLO VENTIQUATTRESIMO
Figura K
237
CAPITOLO VENTICINQUESIMO
238
tanto in tanto di Spirito Universale: darà luogo a un vero e
proprio fiore minerale, un diamante, un rubino, un turchese,
o una pietra di altro tipo, che a poco a poco diverrà sempre
più fissa; è un lavoro divertente che non costa nulla, e poiché
si tratta di un'opera inerente alla magia, con la quale puoi
generare le più belle pietre preziose, di gran valore, e poiché
ciò richiede molto tempo, conserva la tua terra in un reci
piente grande e robusto, affinché possa svilupparsi in tale spa
zio; insomma, essa è una nobile miniera, capace di continuare
all'infinito a produrre pietre; il matraccio è come mostra la
seguente figura L.
Figura L
239
gnore non avesse creato questo Spirito, nulla potrebbe essere
realizzato in natura, ed in ciò vi sono unicamente la benedi
zione e la vita.
240
Se invece con questo Spirito Universale vuoi far crescere animalt'29
241
cisamente nella stessa ora, e bada anche che in quel momento
non siano presenti né il Sagittario né il Cancro né il Capricor
no. Per il resto, non hai nulla da temere.
Metti insieme questi elementi in un grande matraccio, poi
prendi 4 parti di Spiritus Mundi o spirito di Mercurio e una
parte di acqua elementare, versali insieme, e aggiungi abbastanza
spirito da ottenere una specie di miele liquefatto, poi chiudi il
matraccio con un alambicco senza becco, ma provvisto di un
forellino nella parte superiore, affinché vi penetri un po' d'aria,
ponilo in un luogo caldo, nella tua stanza, in modo tale che possa
stare immobile, e il sangue darà origine a una creatura, grazie
all'anima nascosta in esso, e la materia si rivestirà di una pelle;
quando sarà trascorso un mese, versaci nuovamente un po' di
Spirito o Acqua spirituale, ma di modo che non la creatura non
anneghi nell'acqua, e lasciala un mese in un luogo tiepido; essa
assumerà la forma di una palla rotonda; quando sarà passato un
mese, dalle ancora un po' di Acqua di vita, quanta gliene avevi
data all'inizio, affinché si rinvigorisca; e quando sarà trascorso un
altro mese, nella bianca pelle della palla si formerà una grande
vena, e tu dovrai ridarle altrettanto Spirito Universale e suo fuo
co, ma non oltre, di modo che vi si trovi immersa solo a metà;
presto comincerà a vivere, ma vorrà solo nutrimento spirituale.
Poi fatti aprire una vena e prendi 1 6 mezze once di san
gue, mettilo ancora caldo in un saggiolo a collo lungo e fallo
digerire ben chiuso a bagnomaria: la terra si separerà, quindi
distilla tutto a fuoco debole, e ne rimarrà la terra; quando tutto
si sarà raffreddato, travasa di nuovo il distillato, poni il saggiolo
nel bagno di cenere, e distilla tutto ancora una volta, finché il
residuo non si secchi completamente; metti da parte il distillato,
e poni la terra, cioè il residuo, in un crogiuolo, calcinala fino
ad ottenere una cenere bianca e fanne un sale, e del sale fai
uno spirito, così sarà pronto; quando tutto il sale sarà dissolto,
versane quanto ti è stato detto sulla materia che è nel vaso, e
lasciala al caldo: in questo mese essa comincerà a vivere, e si
242
vedrà com'è proprio attraverso la sua sottile pelle; quando sarà
trascorso un altro mese, dalle ancora altrettanto Fuoco magico,
e mantienila sempre al caldo, essa continuerà costantemente a
crescere; prosegui così per 6 mesi, e allora il recipiente andrà in
pezzi, che la creatura sia maschio o femmina.
A questo punto la creatura vorrà più aria, più calore e anche
più nutrimento, perciò dovrai porre il matraccio in un appa
recchio quadrato, in mezzo a della lana bella bianca, ma al di
sotto bisognerà mettere una bottiglia piena di acqua calda, con
la quale tenerla al caldo; fatti poi togliere ancora 6 mezze once
di sangue, aggiungici un po' della suddetta essenza, e versa il
tutto nel matraccio: la creatura diverrà ogni giorno più grande,
e quando sarà passato un mese, sarà di nuovo necessario che
ti faccia aprire una vena e che prendi ancora 6 mezze once
di sangue; aggiungici la doppia Anima e falla colare lungo la
parete del vaso; tutto deve essere caldo, quindi si deve dappri
ma riscaldare un po' lo Spirito di natura deve essere stato in
precedenza un po' riscaldato poi aggiungergli il sangue, e poi
versarlo; quando sarà trascorso questo mese e vorrai conservare
bene la tua coscienza, . tirala fuori e dalla da nutrire a una balia,
altrimenti morirebbe, e mantieni questo segreto.
NB: gli Antichi ricordavano a questo proposito che queste
creature sono sottoposte a mutamenti30, e che se il sangue è di
un uomo impuro e satiresco, il feto generato grazie allo Spirito
di natura ne imiterà l' aspetto31 •
In secondo luogo, poiché la creatura è di natura astrale, deve
essere compiuta sotto gli stessi pianeti e segni zodiacali che
anche il mutamento compie, come ho già ricordato.
In terzo luogo, se invece questo accade in plenilunio sotto
persona impura, la creatura che ne nascerà sarà per metà bestiale; ricordiamo
l'esempio della fata Melusina, creatura per metà donna e per metà serpente.
243
il pianeta Venere, e nel contempo sotto il segno della Vergine,
saprai che il mutamento permarrà.
Se la creatura è maschile, il lavoro deve essere cominciato in
plenilunio, sotto il pianeta Giove o un segno dominato da Gio
ve, quando questi si trova nel punto più alto del cielo, e anche
nella stessa ora e nel segno del Leone; così otterrai una creatura
in cui il mutamento non sarà avvertito.
Alcuni, che non possedevano alcuna conoscenza al riguardo,
vedendo che queste erano sottoposte a mutamento (ma con
quale coscienza si possono giudicare?), bruciarono sistemati
camente tali creature, che considerarono una stregoneria e un
peccato mortale, credendo che non fossero esseri umani onesti,
ma che fossero possedute dagli spiriti.
Ma quale falsa e infondata dottrina di ciò che il Signore ha
posto nella natura hanno inteso costoro? Se avessero ricono
sciuto lo Spirito che fa crescere ogni cosa, mostrato loro dalla
luce di lassù, avrebbero compreso anche il Mistero magico.
Conosco una giovane sposata in seno a una grande casata
principesca, cui sono nate due bambine, che sono state con
dotte entrambe al Signore dal santo battesimo di Cristo, come
la loro madre; non c'è differenza tra loro, tranne che le bimbe
sono molto più belle, e non sono soggette a tante malattie,
come gli altri esseri umani, inoltre sono di spirito e intelletto
acuto e non sono certamente soggette ad alcun mutamento.
NB: La domanda è: quanti uomini sono generati nell'aria
umida, come animali che non conoscono nulla di Dio, sui qua
li il diavolo ha pieno potere, e che vivono quindi nel mondo
come bestie, a somiglianza del diavolo? Chi li trasforma, loro
che sono servi del diavolo e sono il fondamento di tutte le
sciagure del mondo? Un vero mago invece ha timor di Dio,
sa e comprende bene in che cosa consista l'uomo; le Scritture
dicono chiaramente che il primo uomo fu creato dalla terra
primordiale che non era stata ancora inficiata dalla maledizio
ne, e questa è una cosa da ricordare.
244
Poiché l'uomo fu rivestito di carne e ossa dallo Spirito di
luce o di natura, e la luce lo compenetrò, come si può vedere
in tutta la natura e in tutte le cose, ma l'immagine e l'anima gli
furono insuffiate o inspirate dal Creatore, e fu così che ricevette
una natura divina.
Ora io ti chiedo, o mio antinaturalista, se Dio ha fatto o cre
ato l'uomo così nobile, e ciononostante questi è caduto, questo
come si spiega? Infatti prima della caduta le sensazioni animali
non si manifestavano in lui, perché le emozioni provengono
dallo spirito di natura o da un'influenza superiore, ma dopo la
caduta, lo spirito di natura fu manifesto, e per suo tramite tutta
la natura divenne agitata e terrena, e anche l'uomo, per suo
tramite e mediante l'uso della natura, divenne terrestre quanto
a cibo e bevande, terrestre e fragile.
Se la luce di natura si perde nel fuoco, e la luce si ritira in
Dio, anche il fuoco di natura si consuma e fa scomparire la casa
delle anime, e così tutto deve estinguersi, morire e putrefarsi, e
diventare terrestre, poiché l'uomo deve ritornare alla terra dalla
quale è stato preso, e nella quale rimane in quanto magnete
dell'anima e dello spirito.
Spero dunque di averti dimostrato che l'uomo esteriore è
composto di natura, e che riceve la vita dalla luce di natura,
grazie alla quale anche noi siamo mantenuti in vita; se ora tu sei
unito allo spirito, lo spirito stesso procede verso Dio, a sila im
magine, altrimenti rimane tra il cielo e la terra fino al Giudizio,
perché ogni immagine rimane nelle sue opere ed è rivelata in
modo sufficientemente comprensibile.
Infatti, se tu hai una tale immagine, ricevi in aiuto lo Spiritus
Mundi o Spirito Universale, che è tutto concentrato nella sua
azione e nella sua potenza, insieme al seme o al sangue spi
rituale nel quale è nascosta la vita degli uomini, al momento
giusto, affinché gli spiriti superiori esercitino il loro influsso;
aggiungici un calore naturale . e un cibo vischioso, mediante il
quale lo spirito di luce e di natura si risveglia, poiché senza di
245
esso non può avere riposo, e questo comincerà, secondo il tipo
di seme che gli si aggiunge, a produrre un frutto che non può
essere diverso da lui, perché vi è nascosta la luce del Signore.
Come può contribuire minimamente a questa creazione lo
spirito delle tenebre che è completamente allontanato dalla
luce della natura? Pensa a quali pericolosi mostri generereb
be, se avesse a volontà di questa pura materia spirituale nella
sua potenza ancora paradisiaca. Ma egli ne è allontanato nelle
estreme tenebre; e quel che può generare da solo, è solo un
cristallo che provoca un grande accecamento, cioè una mera
opera di ombra, perché egli non può impiegare nessun'altra
cosa in natura, in quanto colma di Spirito di luce.
Può generare solo tutto ciò che è simile alla sua segnatu
ra, solo rospi e topi, che però vivono anch'essi dello spirito
di natura; ma questa è la sua immagine, nella quale egli può
rappresentarsi; noi vediamo che esso dà in cibo ai suoi queste
bestie cattive, ma dopo averle mutate negli animali e nei cibi
più belli del mondo, arrostite e preparate sul fuoco infernale
nel quale egli vive.
Tutto ciò che è sotto la luce, è generato e sostentato da
questa, ed è da questa che lo spirito delle tenebre è allontanato,
perché se esso potesse fare uso a volontà dello spirito di luce,
corromperebbe tutta la natura e la getterebbe all'aria; ma egli
è nelle tenebre.
Ma se egli ha in suo possesso il tuo corpo e la tua anima,
può farne qualcosa, e può usarli anche dopo la tua morte, gi
rando per parecchi anni intorno al tuo corpo maleodorante,
che riscalderebbe con il suo fuoco infernale, perseguitando gli
uomini; ma se tu hai timor di Dio, dopo la tua morte lo spirito
delle tenebre dovrà lasciare in pace anche il tuo corpo, poiché
la luce che ha dimorato in esso è per lui come una spina, e da
questo si può vedere come sia debole tale spirito.
Quando operano gli antichi Saggi, fanno tutto in silenzio,
perché queste sono cose che non tutti devono necessariamente
246
sapere. Solo i principianti ne chiacchierano e ne discutono, di
chiarando che i figli di Dio si mescolarono agli uomini selvag
gi, perché all'epoca la terra non era stata tanto compenetrata
dalla maledizione, che gli spiriti della natura si moltiplicarono
nella loro forza ardente e attraente, e così tali uomini selvaggi
vennero di nuovo alla luce, poiché le Scritture pensavano ai
grandi figli di Enoch, che erano gente bella e forte, e che quan
do i figli di Dio si accorsero delle figlie degli uomini naturali, le
fecero loro mogli, per la cui cosa i figli di Dio si contaminaro
no, e generarono dei figli che si fecero governare dallo spirito
di questo mondo, e che furono tiranni e gente potente, perché
le Scritture dicono che i figli di Dio giacquero con le figlie
degli uomini.
Ma ora ascolta: i figli di Dio furono quelli generati e nati
dal primo uomo, il quale fu creato dal Signore, ed era di natura
paradisiaca, e anch'essi dovrebbero avere casa in Paradiso; da ciò
si può ben comprendere che ci fu un'altra specie di uomini che
non discendevano dai figli di Dio, nei quali Dio aveva insuf
flato il suo spirito a sua immagine; bensì uomini generati dallo
spirito di natura, nella sua potenza divina e onnicreatrice, e dei
quali si può dire sia impossibile che sarebbero stati migliori se
fossero stati generati dallo spirito delle tenebre, che fu espulso
dalla luce della potenza paradisiaca; anche tali uomini quindi
ebbero origine secondo il proposito e la parola di Dio, e non si
riesce dunque a comprendere che non fossero uguali a tutti i
loro figli. NB: Pensiamo tuttavia che i figli di Dio non devono
essersi mescolati con questi, perché Dio non ha scelto questi
per santificarli, il che significa che questi furono prodotti in
modo animale dallo spirito di natura.
I figli di Dio furono dunque creati anch'essi dallo stesso spi
rito di natura; la differenza consisterebbe solo in questo, che
costoro non ebbero in sé l'immagine di Dio, ma che questa
fu loro insufflata come spirito. Se tali figli di Dio fossero nati
da un seme cattivo, cioè un seme inficiato da Satana, ne con-
247
seguirebbe che la natura e tutto ciò che abbiamo davanti agli
occhi dovrebbe essere inficiata, il che non può essere, poiché le
Scritture dicono chiaramente: «Ed egli vide ciò che aveva fatto,
ed era molto buono••.
Il Signore aveva avuto davanti a sé una materia, o l'ha fatta
egli stesso? Di questo non si trova traccia nelle Sacre Scritture
divine.
Infatti, quando tutti gli Angeli e i Principati, con la loro
arroganza e il loro orgoglio, vollero elevarsi al di sopra di Dio,
furono immediatamente allontanati dalla Luce.
Ma ora dimmi, come può egli mescolarsi di nuovo nella luce
della natura, dal momento che lo spirito di Dio fluttua ancora
adesso in tutta la natura, nelle acque interiori, e illumina e ri
scalda tutto ovunque?
Grazie a questo spirito furono creati i più grandi misteri, e
chi può capire come avvengano? Neanche l'uomo, con tutte
le sue capacità, può creare o realizzare questo spirito, perché
ciò che il saggio Creatore ha posto in esso, è la vita, è la luce
che illumina e deve illuminare tutta la Creazione, e con questo
spirito di luce il mago illuminato da Dio deve avviarsi alla sua
opera, e non deve avere nulla a che fare con lo spirito delle
tenebre.
Se vuoi essere un mago, unisciti prima con Dio che ha cre
ato il cielo e la terra, rinuncia al peccato, abbandonati a Dio,
affinché egli possa illuminare la tua tenebra, e grazie a questa
luce conoscerai cose ben più grandi.
Ma per ritornare all'argomento precedente, chi può dire che
cosa sia questo uomo selvaggio? Da una fanciulla nasce una
fanciulla, e da un giovane, un giovane; e se tu hai unicamente
Dio davanti agli occhi, tutto andrà bene.
È necessario osservare come l'uomo è generato nel grembo
materno. In primo luogo, ciò avviene grazie a un seme, che non
è nient'altro che un sangue vischioso, nel quale abita lo spirito
dell'uomo; questo arriva nella matrice di una femmina ed è
248
chiuso nel sangue umido di questa, nel quale si riscalda, e grazie
allo spirito di luce che vi dimora, comincia a coagularsi e, come
un magnete, a generarsi in un feto, dal sangue della matrice; in
questo sangue impuro, che proviene dall 'arteria del cuore, esso
cresce e da questo assume il suo nutrimento, invece la matrice
prende il suo nutrimento dalle creature prodotte, dalle quali essa
attrae a sé lo spirito di luce per suo nutrimento e lo assume in
sé; se questo mancasse alla matrice, essa non farebbe venire al
mondo il feto e non nascerebbe nulla di compiuto.
Bisogna dunque considerare brevemente che noi siamo so
stentati da questo spirito, perché abbiamo origine da esso; se il
bambino, a seconda della segnatura del seme, viene al mondo
e diventa un giovane o una fanciulla, tutto ciò che la madre
ingerisce si trasforma in nutrimento, in latte con cui il bimbo è
sostentato; ma se la madre non ha nulla da mangiare, il suo feto
morirà; vediamo perciò che noi uomini, proprio come gli altri
animali, dobbiamo prendere il nostro nutrimento dalla natura
per essere sostentati dallo spirito di luce che vi abita.
Dobbiamo perciò ben capire, se possediamo questo spiri
to di natura, separato dall'acqua caotica, che grazie ad esso si
possono fare meraviglie, perché tale spirito può realizzare tutto
ciò per cui è impiegato, e opera infaticabile secondo ciascun
tipo di seme, mentre, come abbiamo detto, si specifica in tutte
le cose ma non possiede nulla, trattiene e forma ciò che vuole
secondo la propria idea.
249
CAPITOLO VENTISEIESIMO
250
CAPITOLO VENTISETTESIMO
Figura M
33 Questa procedura è descritta anche nella Magia divina (pp. 530 segg.).
25 1
Lunedì. Di lunedì, quando giunge l'ora in cui governa la Luna,
fondi dell'argento puro coppellato, e quando fonderà, aggiungi
a 8 mezze once d'argento 4 mezze once di sale ammoniaco pu
rificato, che sia stato depurato34 sublimandolo; e sii diligente, in
modo da compiere l'operazione nella stessa ora; poi lo travaserai
e lo conserverai ben chiuso.
Martedì. Di martedì, nell'ora di Marte, fondi 16 mezze once
di ferro insieme a 20 mezze once di potassa purificata35 oppure
insieme a una fusione di salnitro e potassa, ma in modo da elimi
nare il sale comune.
Mercoledì. Di mercoledì, nell'ora di Venere36, fondi 4 mezze
once di rame, e quando fonde, aggiungici 4 mezze once di pece,
perché si purifichi, poi lo travaserai in uno stampo, e sarà pronto.
Giovedì. Di giovedì, nell'ora di Giove, fondi 6 mezze once37
di stagno inglese e purificalo con grasso di montone o talco, poi
travasalo.
Venerdì. Di venerdì, nell'ora di Mercurio38, prendi del mercu
rio puro, lavalo con aceto e sale per un'ora, poi, ben raddolcito e
seccato, conservalo in un recipiente pulito.
Sabato. Di sabato, nell'ora di Saturno, fondi 4 mezze once di
piombo puro e incorrotto, e aggiungi altrettanta pece, affinché si
depuri bene, poi travasalo e conservalo.
Fai poi attenzione all 'ora alla quale appare la luna nuova, e in
quella stessa ora fondi insieme tutti i metalli, introducendo per pri
mo il tuo piombo purificato, e quando fonde, metrici anche lo sta
gno, e quando i due fondono insieme, aggiungici mezza oncia della
tua tintura magica, preparata dal regno animale, vegetale o minerale,
secondo la sua costellazione; quando il tutto fonderà bene ed emet
terà un forte suono, come di mille voci che cantano, aggiungici
34 Cioè separato dal sale comune, specifica la Magia divina (p. 531).
35 Anche questa separata dal sale comune (ibidem).
36 Anche ne LA Magia divina (p. 531) e in Ùberlingen Ms. 234 p. 129.
252
subito il mercurio, e rimarrai sgomento di fronte ai bellissimi colori
e alle figure che appariranno, inoltre udirai una musica celestiale
e sentirai un profi.uno soavissimo; mescola con una bacchetta di
nocciolo, poi introduci anche il rame39: stÙ crogiuolo si mostrerà
una stella, verde come l'erba, e alla fine guizzante, dai mille colori;
poi metrici il ferro, che ti parrà vivo come in un combattimento
di spade; poi aggiungi l'argento, che attaccherà ovunque intorno a
sé, come se vivesse: non tenerne alcun conto; allora stÙ recipiente
si mostrerà il segno della Luna; poi introduci anche l'oro40; se in
precedenza il tutto non si era mosso, lo farà adesso, con forti fiù
mini e irrage
giam nti; quando tutto emanerà colori e profi.uni bel
lissimi, potrai foggiarne oggetti e figure quali cornici per specchi,
campane, sigilli, figure e immagini magiche; ma quando quest'ora
sarà trascorsa, devi far raffreddare il tutto: allora possederai l'elettro
rnagico41, stÙ quale troverai ben poco nei testi degli autori recenti,
poiché tutto questo proviene dagli Egizi e dagli Arabi, presso i quali
quest'arte è rimasta in auge, e che l'hanno imparata dai Caldei.
sia, ancora prima che sia stato fermentato; fai lo stesso con la Pietra astrale,
animale e vegetale, e con questo, fondi il sostegno per l' Urim, per il quale devi
farti tu stesso lo stampo, come per le campane, gli specchi, gli anelli, le figure
e le immagini magiche. Queste forme devono essere pronte e riscaldate,
cosicché, nell'ora dell'entrata della nuova luce, tu possa colarvi la materia.
Anch'essa deve essere pronta nell'ora suddetta. Se però, nonostante tutte que
ste accortezze, !' opera non potesse essere compiuta in quell'ora, si deve smet
tere, e aggiungere il resto quando la stessa ora si ripresenterà un altro mese•.
'1 Nella Magia divina è detto che chi vuole preparare l'electrum magicum
con cui sono realizzate tutte le figure magiche deve: 1) avere le tinture pre
parate dal regno animale e astrale; 2) annotare l'ora, il giorno e i pianeti della
propria nascita; 3) osservare quando il Sole è in Leone, Ariete o Vergine dal
4° al 1 5° grado, e la Luna in Ariete, Gemelli o Bilancia; oppure Saturno è in
Vergine, Ariete o Sagittario dal 1° al 14° grado; oppure Giove è in Cancro,
Capricorno o Sagittario dal 9° al 1 5° grado, alcuni minuti; o Mercurio è in
Vergine, Bilancia, Leone, Toro o Pesci dal 7° al 1 5° grado, o anche il Leone in
Caput draconis (Anabibazon, nodo lunare ascendente), nel giorno in cui è nato
l'Artista, sono in buon aspetto, quel giorno egli deve fare l'electrum magicum, e
da esso preparare gli oggetti che vorrà.
253
CAPITOLO VENTOTTESIMO
254
Figura N
255
timoroso di Dio, casto e puro, essa arde costantemente, e mostra
nella stanza, grazie a questo lume, figure cangianti di ogni tipo,
di modo che non ci si stupisce mai abbastanza delle meraviglie
del Creatore; questo lume serve anche a chi vuole parlare con
gli spiriti, che verranno immediatamente, sia gli spiriti planetari
che gli spiriti di luce e i santi angeli.
256
CAPITOLO VENTINOVESIMO
A ;:t H 1 � 1 Pil1�
A
Figura O
257
A è l'apertura nella quale vi è un vasetto di cristallo
B sono le parole ebraiche incise tutto intorno
C è la parte con 4 fori che fanno passare
D è il segno della Luna quando si trova sotto la Terra
E sono le lettere ebraiche che sono anche intorno al vaso
F sono i 7 pianeti che devono essere posti tutto intorno
G è un segno segreto che deve essere inciso da entrambi i lati
H è l'apertura inferiore, della lunghezza di un dito, attraverso
la quale si possa vedere. L'apertura superiore è della grandezza
di un ducato, ma sotto deve essere grande il doppio.
258
impedita. Ti dico anche che troverai cose stupefacenti solo nel
le estreme profondità, ove abitano gli spiriti, dal momento che
essi sono stati cacciati negli abissi e esclusi da tutte le beatitudi
ni paradisiache, poiché questo principe è chiamato Imperatore
del Sole dai falsi magi, nei luoghi esterni al di sotto della Terra,
ed è espulso dalla regione superiore e inferiore, e cacciato nelle
estreme tenebre, secondo la Parola del Signore.
259
CAPITOLO TRENTESIMO
260
Figura P
261
sia accaduto; conserva poi lo specchio fino all'uso successivo;
verso Mezzogiorno o verso Mezzanotte tu non puoi vedere
nulla, perché la sua influenza e la forza luminosa vanno solo
verso Oriente.
262
CAPITOLO TRENTUNESIMO
263
Custodisci bene questo specchio.
Figura Q
264
CAPITOLO TRENTADUESIMO
265
stodiscilo poi in un astuccio per proteggerlo dalla polvere e da
altre impurità, e non !asciarlo in mani impure, perché l'influsso
non si indebolisca: a questo bisogna fare ben attenzione.
Figura R
266
CAPITOLO TRENTATREESIMO
267
Figura S
268
CAPITOLO TRENTAQUATTRESIMO
269
Figura T
44 È la selenite, nota come lapis specularis, glaces Mariae, alumen scajolae: una
pietra tenera, trasparente e brillante che, tagliata in fogli sottili, serviva per far
ne finestre, specchi o lanterne. Terapeuticamente serve ad arrestare il sangue.
270
devi riscaldare la forma, e tutto questo deve essere realizzato
e compiuto nella stessa ora, indi conservato in una cassetta di
legno di tiglio.
Abbi poi a portata di mano un bulino di ferro per incidervi
qua e là i seguenti segni e figure secondo l'influsso, come segue;
nel frattempo devi sempre mantenerti casto e puro, e non pre
occuparti se si verificano movimenti di ogrù tipo, perché le in
fluenze degli astri sono in accordo; ma si faccia ben attenzione
ai tempi, e anche a incidere le figure segrete nel giusto ordine.
Bada a quando il Sole entra in Marte, e Marte si trova al suo
sommo, e incidi nell'ora di Marte il segno con le sue figure;
ma non farlo a mani nude. Quando il Sole entra in Giove, in
cidi nell'ora di Giove il suo segno, poi fai attenzione a quando
il Sole entra in Leone, e incidi il segno del Leone con i suoi
caratteri; quando il Sole entra invece in Venere, incidi nell'ora
di Venere il suo segno; quando il Sole entra nella Luna, secon
do il suo influsso e quando la Luna è piena, incidi il segno
della Luna, nella sua ora; poi bada a quando il Sole entra in
_
Mercurio, e incidi nell'ora di Mercurio il suo segno, indi fai
attenzione a quando il Sole entra in Saturno e questo pianeta
si trova al suo sommo, e incidi anche il suo segno, poi metti da
parte l'oggetto.
Fai poi attenzione a quando, in primavera, giorno e notte
sono uguali (all'equinozio) , e proprio nell'ora del mezzogior
no, comincia dal basso con 1 e traccia tutti i caratteri le parole
e i segni segreti, non preoccuparti se ci saranno rumori e colpi
intorno a te, o se ti si chiamerà sovente per nome: è un nemi
co che vuole sviarti per farti sbagliare e per farti parlare, cosa
che assolutamente non dovrai fare, bensì dovrai non ascoltare
e non guardare nulla; custodisci poi il tutto finché non ti darò
ulteriori istruzioni.
Ti stupirai grandemente, perché questo specchio è realiz
zato non secondo l'ordine dell'influsso dei pianeti, cioè prima
Saturno, poi Giove, e così via, ma secondo un altro ordine, in
271
primo luogo, affinché Saturno non abbia l'influenza predomi
nante e non reprima Giove; perciò il primo è il Sole, poi Marte,
subito dopo viene Giove, per poter contenere un poco, grazie
alla potenza e all'impressione di questi segni, le altre influenze,
affinché la luce possa sfondare le tenebre in tutta la natura;
inoltre, giacché il Sole è il più distinto di tutti i pianeti, e ne è
il capo, tutti gli altri si uniscono a lui nella sua potente esalta
zione, e ne consegue che mediante questo specchio, meraviglia
della natura, si possa vedere e conoscere tutto.
Per portarlo a compimento, fai in modo di avere uno spec
chio ben terso, di cristallo o di un bel vetro cristallino; e quan
do ci sono le giornate più lunghe dell'anno, nell'ora del mez
zogiorno, portalo all'aria aperta, e !asciacelo finché l'ora non
sarà trascorsa, e trattieniti dal guardare, perché non vedrai nulla
per il momento; ma quando l'ora sarà passata, copri lo specchio
con un panno e riponilo nel suo astuccio; sarà pronto per esse
re usato nel modo seguente.
Devi anzitutto avere una stanza alla quale nessuno abbia ac
cesso tranne te, dedicata a questo e alla preghiera verso Dio e
i suoi misteri.
Recati dunque in questa stanza, inginocchiati davanti al Si
gnore delle Legioni e confessagli i tuoi peccati, poi chiedigli
aiuto; abbi a portata di mano dei carboni ardenti, e gettaci sopra
un po' del profumo che gli hai riservato: incenso, benzoino4S,
betel, storace, la stessa quantità di ciascuno, il tutto mescolato,
e di questo gettacene sopra un pizzico. Se però hai preparato il
Fuoco del Signore e ce l'hai a disposizione, metticene un piz
zico, o meglio, un cucchiaio, usando ne uno d'oro.
Poi prendi lo specchio coperto con il panno bianco e getta
ci subito sopra un grano della Tintura magica preparata con i
sette metalli, secondo le costellazioni: questa salirà verso l'alto,
45 Pianta orientale dalla corteccia della quale si estrae una resina balsamica,
il benzoe.
272
con un aroma soave, in forma di fumo, e le forme di tutti i
pianeti gireranno intorno sulle pareti della stanza e al di sopra
di te; rimani inginocchiato al cospetto del Signore, poi prendi
lo specchio coperto con il panno per il manico, e appena que
sto comincerà a manifestare qualcosa, inizia il Sanctus, Sanctus,
Sanctus, Dominus Deus Sabaoth, pieni sunt coeli et terra gloria tua,
hosanna in excelsis, laus, honor, gloria et gratias Agno, gloria Patri, et
Filio, et Spiritui Sancto, sicut era t in principio, nunc et semper, Amen.
Poi guarda nello specchio, nell'area in cui vuoi vedere, e
da questo apparirà la tua stanza, e vi potrai vedere tutto ciò
che desideri al rovescio, anche tutti gli spiriti e i santi angeli,
insieme alla santa presenza del tuo angelo custode, il quale ti
si manifesterà ben presto; vedrai anche la potenza e l'azione di
tutti i pianeti, sotto la parvenza dei loro sovrani, con i loro servi
.
e i loro subordinati, e anche la loro influenza sulla natura, tutti
gli spiriti dell'aria, della terra e sotto la terra, dell'acqua e del
fuoco, e quali sono i loro compiti.
Comprenderai anche tutta la natura nella sua lingua, e come
essa senza sosta lodi, celebri e magnifichi il Signore; e potrai
conocscere grazie a tale lingua per quale ragione ogni cosa
appaia in una particolare figura, perché abbia su di sé questo o
quel segno, e quanti cieli siano l'uno sopra l'altro; non potrai
conoscere soltanto il cielo luminoso superiore, poiché questo
il Signore lo ha riservato a sé stesso, ma ti sarà svelato tutto ciò
che vi si può trovare ovunque, sotto di esso. Tutto ciò che vedi,
tienilo per te, e non parlare dei Misteri.
Quando avrai visto ciò che desideravi, getta di nuovo un
cucchiaio pieno di polvere fumogena nel fucico, e quando il
fumo sale, ricopri lo specchio e riponilo nel suo astuccio; in
tale modo potrai esplorare e vedere tutto, a piacere; usalo a
on or di Dio, e quando l'operazione sarà finita, inginocchiati
nuovamente e loda il Signore con il suo salmo.
Questo è il mistero più grande, e se tu ne sei stato fatto
degno dall'Altissimo, puoi ben dire e credere di essere diven-
273
tato un mago dei misteri; questo ti renderà più felice di tutti i
massimi splendori del mondo, che affiiggono più che rallegrare:
accontentati dunque di essere diventato degno di rendere ob
bedienti a te tutti gli spiriti della natura.
274
CAPITOLO TRENTACINQUESIMO
275
Figura U
276
CAPITOLO TRENTASEIESIMO
277
Figura V
278
CAPITOLO TRENTASETTESIMO
279
Figura C
280
CAPITOLO TRENTOTTESIMO
o
Telragrammaton Adonai = t-t�:l'MSNlt. n
281
Per scoprire se nelle cave ci siano miniere d'oro o argento,
procedi così. Quando il Sole entra in Leone, fai correre la sfera
nel luogo ove tu presumi che queste si trovino: essa continuerà
a correre; seguila finché non si ferma, e poi conficca un paletto
lì dove si è arrestata: ci sarà una miniera d'oro. Se invece vuoi
trovare una miniera d'argento, vai alla cava durante il plenilu
nio, o quando il Sole entra nella Vergine, fai correre la sfera e
se ci sono minerali d'argento, essa continuerà a correre finché
non si fermerà immobile sul luogo preciso; e dove il metallo si
solleverà, pianta un paletto, e la sfera si fermerà.
Per sapere quali minerali ci siano in una montagna, vai nel
luogo prescelto, nell'ora diVenere e nel suo giorno, fai correre
la sfera: se c'è un minerale di rame, essa correrà fino alla vena di
rame, e in quel punto dovrai spaccare la roccia; oppure, nell'ora
e nel giorno di Giove, o di Marte, o di Mercurio, procedi nello
stesso modo, e la sfera ti mostrerà tutto precisamente.
Sfera
282
Voglio rivelarti ancora un segreto: quando fondi la sfera,
fondila cava, per poter introdurre un po' di un altro metallo
che ti piacerebbe conoscere; se però la sfera non corre, allora
estrailo e introducine un altro. Accade spesso che un mine
rale conduca a due specie di metalli: oro e ferro, oro e rame,
piombo e argento, stagno e argento insieme, e così via: li
inserirai allora entrambi nella sfera, perché, se ne metti solo
di una specie, la sfera non correrà; in questo modo non avrai
bisogno di regolarti secondo l'ora e il giorno, ma potrai farlo
tutti i giorni e a tutte le ore, sempre che il cielo sia sereno e
limpido.
Per cercare le sorgenti, la sfera deve essere riempita d'acqua,
o meglio, di pura acqua di fonte, e fatta correre; correrà finché
non troverà una sorgente, e lì rimarrà.
Se riempi la sfera di acqua salata e la fai correre, essa correrà
finché non troverà una sorgente di acqua salata, e potrai fare lo
stesso con altre cose.
Se ti hanno rubato qualcosa, prendi solo un po' di impron
te del ladro, mettile nella sfera e collocala su di un tavolo; se
sospetti di qualcuno, chiamalo per nome, e la sfera comin
cerà a correre, così potrai opportunamente avvicinarlo, e se
negherà, prendi con te la sfera, falla correre, ed essa correrà
all'istante nel luogo ove si trova quel che ti è stato rubato;
se non sai dov'è, segui le tracce, e se le perdi, metti la sfera
per terra, ed essa comincerà a correre e ti condurrà fino alla
dimora del ladro.
Infatti, appena avrai preso la terra sulla quale egli è stato e
l'avrai messa nella sfera, egli non potrà più abbandonare quel
luogo. Se invece qualcuno è stato assassinato, per trovare il col
pevole prendi un po' di sangue dell'ucciso e un po' della ter
ra che l'omicida ha calpestato, inseriscili nella sfera e procedi
come nel caso del ladro.
283
Si può fondere nell'elettro anche una bacchetta magica
284
CAPITOLO TRENTANOVESIMO
285
CAPITOLO QUARANTESIMO
286
CAPITOLO QUARANTUNESIMO
287
L'uso di questa campanella
288
penna nuova, metti nel colore un po' di Tintura dei pianeti,
ed essi scriveranno tutto ciò che chiedi, e te lo diranno an
che. Non trattenerli oltre il tempo (che è loro concesso) , ma
falli tornare presto da te; la prossima volta verranno ancora
più volentieri, dove vuoi, sia di giorno che di notte, ma ogni
giorno lasciali liberi per 4 ore, ad esempio dalle 1 O alle 2, e
ogni notte fai altrettanto. Quando avrai terminato la prima
volta la tua opera, cancella i nomi degli spiriti e pronuncia le
seguenti parole:
Andate, o voi, buoni spiriti, nel grande nome del Creatore, io vi ri
chiamerò con questa azione, nel nome del grandeJehovah, mio e vostro
Creatore; che voi mi appariate e mi obbediate ad ogni passo, nel nome
della benedetta Trinità, Amen.
Così scompariranno.
In questo modo potrai chiamare ogni spirito e, se ti mantie
ni casto e puro, potrai con lui compiere meraviglie, poiché gli
spiriti ti istruiranno su tutto ciò che è buono, e ti mostreranno
anche, per quanto è in loro potere, ciò che è cattivo, affinché
tu possa guardartene.
289
Se la tintura è di minio. Il colore del piombo è fatto con il
colore nero e con la tintura di piombo temperata con olio.
Se la tintura è una soluzione di stagno. Il colore dello stagno
è un colore cristallino47, impastato con olio e con la propria
tintura.
Se la tintura è una soluzione di férro. Il colore del ferro è il
color carne, impastato con albume d'uovo, acqua di gomma
arabica, olio, e un po' di tintura di ferro, e con questo si fanno
i nomi48•
Devi anche assumere sotto la lingua un grano di tintura, in
sieme a qualcosa di fragrante; tutto ciò non è particolarmente
faticoso, ma deve essere fatto nel giusto ordine.
Gli spiriti che governano i 7 pianeti sono quelli che puoi
impiegare con i loro caratteri:
Aratron Saturno, Bethor Giove, Phaleg Marte, Och Sole,
Hagith Venere, Ophiel Mercurio, Phul Luna.
Questi spiriti governano sui 7 pianeti come principi pre
posti e ti rivelano ciò che chiedi, e che è in loro potere ri
velare.
Se invece vuoi parlare con gli angeli del Coro superiore,
dovrai procedere esattamente come abbiamo detto prima,
salvo che i loro nomi dovranno essere scritti sulla campana
in oro e argento, mescolandoci la tintura; quando la suo
nerai, pronuncia le stesse parole che hai detto agli spiriti
planetari: essi ti scriveranno tutto, e ti indicheranno anche
quale sia il tuo angelo custode, e tu potrai sapere da lui dei
principi dei pianeti; ma non trattenerli più di mezz'ora, al
trimenti non torneranno; potrai richiedere la presenza degli
angeli il giovedì, la domenica e anche il mercoledì, quando
la Luna è crescente; e allo stesso modo procederai per gli
290
altri pianeti. Devi però sapere che puoi parlare e operare più
in fretta con i 7 spiriti planetari, che ti insegnano anche le
differenti caratteristiche degli arcangeli e ti indicano quale
sia il tuo angelo custode; potrai ottenere da loro risposte
chiare in tutte le cose, perché sono autorizzati a servire gli
uomini; quanto agli angeli, rispondono, sì, ma non molto
esaurientemente.
Se vuoi invece vivere in santa comunione con gli angeli,
devi avere una campana speciale per loro, giacché non è
possibile che tu abbia una sola campana per i 7 spiriti pla
netari e anche per i 7 angeli del Trono; la prima puoi usarla
per imparare dai 7 spiriti planetari; in quale momento e in
quale ora tu debba chiamare gli arcangeli, come questi siano
designati, quale sia il loro carattere e come devi prepararlo,
sì, tutta la preparazione, dall'inizio alla fine, ma tutto ciò lo
verrai a sapere da quegli spiriti più elevati e divini che sono
le Maestà.
Se avrai sufficientemente compreso l'insegnamento · dei 7
spiriti planetari, potrai farne uso, senza timori o paure, e in
seguito, se ti preparerai correttamente, sarai contagiato dal loro
splendore e da tutte le facoltà angeliche, ma bada che non po
trai salire tanto in alto da conoscere tutti i misteri che il grande
jEHOvAH si è riservato, perché Egli è un fuoco che consuma
(Deut. 4, 24) .
Con i 7 angeli dei pianeti, che non sono ancora così in alto
nella gloria di Dio, potrai anche ottenere questo, perché hanno
proprio questo potere che Dio, che li ha creati, ha dato loro,
eccettuate solo l'altissima Trasfigurazione e la quotidiana con
templazione; e per questo tu devi sempre ringraziare Dio con
tutto il cuore e onorario.
291
Come si deve realizzare la campana per i santi angeli
292
CAPITOLO QUARANTADUESIMO
293
CAPITOLO QUARANTATREESIMO
294
Ma beato è l'uomo che comprende correttamente questo
libro, e si ritiene per questo che Dio, Padre celeste, debba averlo
scritto con la Sua mano destra, Lui che ha fatto il cielo, la terra
e tutte le cose.
Ha fatto inoltre sette cieli, come abitazioni dei beati, e sette
angeli che vi regnano, e che hanno il loro compito particolare
per portare a compimento la loro opera e servire gli uomini,
come si vede in questo libro, secondo la Parola del Signore. Nel
primo cielo, che è chiamato Samai, vi sono, secondo giustizia,
gli angeli Agla, che devono eseguire il Suo ordine, in seguito
alla Sua collera. Benedetto sia il Creatore che li ha creati; in
questo cielo sono disposti sette seggi sui quali siedono questi
sette Potenti, e intorno ad essi vi sono migliaia, milioni, di le
gioni e schiere di altri angeli, che devono servire i figli degli
uomini e conducono una vita santa, e li salvaguardano; essi
rispondono a tutte le ore a ciò che si chiede loro, ma special
mente se li si chiama con il loro giusto nome.
Quando sono impiegati nel timor di Dio, essi rispondono a
tutte le domande poste dall'uomo, lo aiutano a realizzare la sua
opera, fanno volentieri la sua volontà, perché hanno il deside
rio di abitare presso i figli degli uomini, e rivelano loro tutte le
cose; ora, se l'uomo conduce una vita casta e santa, può operare
con gli angeli oppure vivere con loro in santa relazione, come
con il suo angelo custode.
Se invece si vuole chiamare uno dei sette principi planetari,
bisogna badare ad avere prima espiato, nel più grande penti
mento, i peccati commessi, e ad astenersi da ogni male. Ma
è meglio che si chiami uno dei loro subalterni, perché questi
sono inviati liberamente, e si possono impiegare per l'opera
che si ha in mente,e perché al comando dei loro superiori, essi
devono apparire immediatamente, e sono inviati in tutti i paesi
infatti Salomone e gli altri eroi. Poiché il Signore diede al figlio di Davide
una grande saggezza, questi volle riprodurre questo mistero dei suoi antenati
e iniziò a realizzare un'irrunagine del Sole in elettro magico.
295
e le città per realizzare ogni cosa per ordine del grande Jehovah;
invece per quanto riguarda i sovrani dei sette angeli, questi si
preparano con il loro aiuto, in questo modo.
Ciascun sovrano ha un principe del Trono, secondo i sette
spiriti originari influenti, nel quale nome è fatto, foggiato e
realizzato.
Se vuoi realizzare questi dei o sovrani terrestri, a questo
scopo devi preparare un metallo secondo il numero dei sette
angeli, in sette giorni diversi, in sette ore, con i nomi dei sette
potenti Principi del Trono, che sono i seguenti: Michael, Ga
briel, Samuel, Zachariel, Hagiel, Hajel e Orphiel.
Essi hanno sotto di sé altri principi, chiamati Orphiniel, Ti
grael o Tytagora, Danalit o Danel, Palrniel o Qualrniel,Azymor,
Pascael o Pacaac, e Poel.
I sette metalli corrispondenti sono: Sole a Michael, Luna a
Gabriel, Marte a Samuel, Mercurio a Hael, Giove a Zachariel,
Venere a Hagiel, Saturno a Orphiel. I giorni: domenica, lunedì,
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato.
Le ore: nell'ora del Sole, di Marte, di Venere, di Giove, della
Luna, di Saturno.
Se vuoi preparare questo metallo, cioè l'elettro, prendi 8
mezze once d'oro e purificalo come ti è stato insegnato al
capitolo 27, che tratta dell'elettro magico, e fallo anche con
gli altri metalli, come ti è stato insegnato, ma ad ogni metallo,
mentre fonde, invoca il suo nome angelico, e anche mentre lo
versi, poi fondili insieme, come ti è stato insegnato.
Con questo elettro si foggiano diverse forme e figure, che
debbono essere tutte cave internamente e non avere aperture,
tranne una in corrispondenza della bocca e una in alto sulla
testa; esse si collocano su di un seggio artificiale, anch'esso di
metallo, che non si possa incendiare; i Madianiti di quando in
quando hanno venerato e adorato tali figure come dei; se vuoi
realizzare i sovrani, devi farli secondo la figura seguente.
296
Come realizzare in elettro il Sovrano della Luna
Per realizzare il sovrano della Luna, fai una forma adatta all'uo
po, seduta o eretta, e quando sarà asciutta, fondi la figura di una
donna dai capelli al vento che tiene la Luna nella mano destra;
essa deve essere fusa nell'elettro magico, nel momento in cui
la Luna appare nel segno della Vergine ed è piena, recitando la
seguente preghiera:
GABRIEL, santo spirito di Dio, io prego te e tutta la schiera angelica
a te sottoposta, di aiutarmi a compiere quest'opera segreta, cosicché
tutti coloro che ne faranno uso, siano risanati e salvi, grazie al potere
di colui che servite nel Tetragrammaton; e vi prego di rivelarmi tutte le
meraviglie della natura, a lode di Dio, mio e vostro Creatore e Signore.
Questa preghiera si deve recitare con cuore casto e puro, per
tutte le figure, menzionando il nome dell'angelo; quando la
figura sarà pronta, sarà messa in acqua corrente e riempita della
stessa acqua, al plenilunio; accendi poi un fuoco sotto l'acqua, e
quando comincerà a scaldarsi, l'aria si empirà di neve e ghiac
cio, il che agli ignoranti parrà una cosa assai bizzarra, special
mente nel bel mezzo dell'estate; allora si porteranno davanti a
questa immagine tutti gli ammalati le cui infermità originano
dalla Luna, e che senza indugio ritroveranno la salute, se si dà
loro da bere di quel ghiaccio o di quella neve, e accadranno
molti altri prodigi.
NB: il nome angelico si colava sempre sul torace di queste
figure di sovrani, come ad esempio GABRIEL su quello della
Luna, e i sacerdoti si servivano di questo per mantenere il po
polo nel timore e nell'obbedienza. Per questo motivo tuttavia
se ne fece abuso al cospetto di Dio, un peccato commesso
anche da Israele, che decadde dal vero Dio alla natura e alle
cose naturali. Sul seggio del sovrano, invece, se ne incide il
carattere.
297
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Caratteri di Salomone Caratteri di]ethro
Figura seduta Figura eretta
298
Venere. A Venere si formava un'immagine quando il pianeta
era al suo sommo, si preparava la forma di una donna nuda
dai capelli ondeggianti, con in mano una ghirlanda di fiori e
sul petto il nome HAGIEL, internamente cava e seduta su di un
seggio, poi riempita d'acqua di fonte, e si accendeva un fuoco
al di sotto.
Mercurio. A Mercurio si modellava una figura di sovrano in
elettro, quando questo pianeta53 era al suo sommo, in forma di
giovane seduto, dai capelli crespi e una verga in mano, circon
dato e legato da fiori, con la parola HAJEL54 colata sul torace
e seduto su di un seggio metallico; la figura era poi riempita
d'acqua e si accendeva un fuoco sotto di essa.
Giove. Il sovrano di Giove si preparava con l'elettro in questo
modo: quando questo pianeta55 appare, ne facevano una figu
ra sacerdotale, seduta, le mettevano in mano uno scritto, e sul
torace le fondevano la p�rola JoPHIEL56; la si colmava d'acqua,
mentre infuriavano tuoni e lampi, e vi si faceva sotto un fuoco.
Saturno. Si faceva, anche un'immagine di Saturno, secondo
il suo influsso, mentre il pianeta brillava nel cielo, in forma di
un vecchio zoppo con una gamba di legno, e una falce nella
mano sinistra, anch'esso seduto su di un seggio metallico, in
ternamente cavo, con un'apertura all'altezza della bocca, e con
colato sul torace il nome 0RPHIEL; si versava acqua nella figura,
le si infilava in bocca un tappo, e le si accendeva sotto un fuoco,
e quando la figura diventava ardente, espelleva il tappo facendo
un grande effetto.
Ma per comprendere qualcosa in più degli effetti dei sette
sovrani, e anche quante legioni e schiere di angeli vi agiscano,
cosa che si può vedere dagli effetti successivi, si conùncia anco
ra una volta gerarchicamente dal sovrano della Luna.
299
Io invece conùncio dai sette potenti angeli che siedono sui
seggi. Il primo si chiama Michael o Orpheniel, il secondo Ga
briel o Tygrael o anche Tytogora, il terzo Samael o Danalit o
anche Danel, il quarto Hael o Palnùel o anche Qualanùa, il
quinto Zachariel o Alymo�7, il sesto Hagiel o Pascaol o anche
Pascaac, il settimo Orphiel o Boel.
Devi sapere che tutti questi angeli sono stati creati dal fuoco
e dalla luce, che i loro visi sono di luce e di fuoco e che la loro
figura brilla, e poiché il fuoco non li danneggia, essi procedono
dal fuoco nel fuoco, come vediamo in Sadrach, Mesach e Ab
denego58; ciononostante, essi non possono andare come voglio
no, ma solo con il permesso del grande Jehovah; ma quando è
loro permesso, essi vanno in ogni parte del mondo e compio
no tutto per ordine del grande Spirito, con il beneplacito dei
sette potenti che siedono sui sette seggi, e che attendono solo
il cenno del grande Jehovah, e ognuno è pronto a esercitare
il proprio compito per punire il male e ricompensare il bene
laddove è mandato. Non devi trattenerli a lungo, quando li
convochi, ma devi chiamarli sempre nel nome di Dio che li ha
creati; ognuno di questi principi ha sotto di sé molte legioni,
che devono riferirgli tutto di quelli che essi hanno sotto di loro,
poiché ciascuno di questi è al servizio, giacché tali arcangeli
servono il Dio vivente.
Così Michael o Orphiel, il più grande e il più potente degli
arcangeli, ha sotto di sé principi e superiori, che debbono rife
rire tutto di quelli che hanno sotto di loro, giacché ognuno di
questi è posto al di sopra di tante schiere, a nùgliaia e ancor di
più, con i nonù seguenti59:
59 Il lettore tenga presente che questi nonù sono passibili di molteplici va
rianti, alcune giustificate, altre legate semplicemente ad errori di trascrizione,
sovente ripetuti. Essi sono qui forniti come dati dal testo.
300
l)Omador, Ratane, Tatsica, Soma, Nomana, Lelau, Yactis,
Antersar, Udana, Quante, Holos60, Ynuel, Paralas, Torgam, Ca
lalaff,Yuch, Gny, Capa, Ysytma.
2) Etapa, Armos, lntagum, Tacezyma, Cephul, Acapais, Ade
buta, Puzac, Themat, Aliem, Anach, Arumir, Ayem, Sucorita,
Astenna, Asyel, Patoopary, Psea.
3) Arahel, Istarca61 , Amur, Asaff, Guscanel, Caricym, Catipa,
Reson, Lausbat deinaviel62, Arsubeel, Baracho, Esgiel, Digra,
Parzium, Bacma.
4) Acaytael, Lactiel, Actelam, Batrocyel, Mact, Anitfair,
Parhay, Carnei, Paryna, Damigura, Boleda, Dalgmel, Borura,
Neroth, Minaatac, Parthnopara, Paraly63,Yscen, Muydel.
5) Eihane, . Silci, Atragiel, Luylay, Satiol, Salbala, Abul, Car
fiel, Gryalyel, Linane, Damboz, Yachiias, Thymael, Cacerbra,
Abeyeil, Digael, Pany, Paquy.
Questi sono i nomi dei principi soggetti a Michael, i quali
inviano sempre uno dei loro sottoposti al tuo servizio; se vuoi
apprendere da lui ciò che vuoi, e se conosci il suo nome, che
un tale principe e angelo di luce ti rivela, particolarmente se
l'angelo che ha presieduto alla tua nascita fa parte di queste
legioni, anche se egli non dovrebbe essere nascosto fra queste
legioni, tuttavia ti indicherà chi sia, sotto quale principe sia, e
come si chiami, e in quale ora lo si debba chiamare, e quan
to tempo lo si debba trattenere, poiché sono tutti al servizio
dell'Altissimo; dunque, se vuoi servirti di uno che fa parte di
questa schiera, pronuncia le seguenti parole:
lo N ti prego, o Arcangelo, perché tu voglia, nel grande nome di
}EHOVAH, comandare all'angelo che hai sotto di te di inviarmi il mio
angelo custode, e che questi voglia aiutare me nella mia opera manuale
e in ciò che voglio realizzare, oppure colui al quale voglio dare un poco
301
di questa opera o di questa medicina, di questa immagine ofigura, erba
o radice, se la stessa gli sarà utile, per la sua salute o per ciò che chiedi,
nel nome del grande }EHOVAH, a lode e gloria di questo nome, che voi
servite nei secoli dei secoli.
Ti dico però che, se vuoi fare questo, devi condurre una vita
casta e pura, e guardarti da ogni peccato consapevole, così tutti
i tuoi desideri saranno esauditi.
302
Acoctar, Aquier, Tureyn, Conoyt, Turar, Naguel, Cagryel,
Lana Marquirel,Tule,Aslava, E.gnadyel, Polpota, Fatac, Parpach,
Laetyt, Astinos, Geruchad, Ader, Stariel, Taraniel, Gnaba, Sadyel,
Degnata, Laga, Y grita, Dicar, Yesoro, Barbab, Themac, Marta
lat. Tabin, Solhabim, Arsticos, Dagniel, Byliel, Oryel, Picnariel,
Euuyel, Odyel, Armgug, Neling Mata, Astor, Danargyel, Dala
gogel, Malguel, Bauter, Gurratha, Causu, Reytar Agla, Domor
ma, Ayacha, Accylier, Baggayel, Acoya, Astryae, Dufai, Espor,
Alytha, Staryla, Acac, Armstem, Abyla, Cachmyel, Partiae, Ro
piel, Teloach, Mastenat, Dabnych, Arir, Sachtibel, Nansi, Lema
viel, Angrygel, Astib, Apniel, Bargchyel, Azus, Aliel, Nasumia,
Eliel, Yahac, Moncael, Tarynpaysteurin, Targna, Strax, Orzen
ney, Hanac, Pocnara, Mabuch, Nachfiel, Barbis, Y strach, To
mayel, Lafot, Sasnia, Aniliel, Almse, Agrilar, Yemymgerl, Astac,
Nogel, Dynazoz, Mamythiel.
Questi non sono altro che principi posti al di sopra di molte
schiere, che proteggono l'uomo e lo assistono in pericoli di
tutti i generi, e curano i malati e aiutano a realizzare ciò che
si desidera, nel nome del Signore, che li ha creati allo scopo di
servire l'uomo, custodirlo e soccorrerlo.
303
Albarya, Gacmalir, Gafiry, Onumthu, Palharaly, Osydy, Oe
manar, Peter, Enlyel, Araac, Adrnyhay, Pstgmia, Asaa, Astan, So
biel, Sanyel, Larynhal, Amantyel, Gasargma, Cotymy, Mumiel,
Parcum, Amydiel, Ayd, Tymuyny, Larynhal, Amantiel, Meggel,
Sabiel, Y many, Anadyel, Seddiel, Carsato, Botya, Etuscay, Aduc,
Burscha, Arhyhyel, Osoyel, Castatac, Tarsafu, Gahayel, Barlin,
Cathyr, Parnif, Asypt, Sachyr, Guadiel, Tarson, Satayel, Sabahyel,
Amaho, Alysas, Pachir, Malquel, Astyrstudum.
304
I prindpi del sesto sovrano: il sovrano di Giove
305
Adagya, Almayel, Sarnaynyel, Buam, Cathamge, Bacga, Babe
bael, Meetmada, Ellym, Gualgala, Facyll, Balyell, Sarta, Parbyel,
Batiel.
Tu devi chiamare tutti questi angeli, nel nome del Signore
che ha creato il cielo e la terra, ed esigere che ti servano e ti
siano d'aiuto in tutti i tuoi disegni.
Questo è ciò che ho tradotto da un'antica pelle di montone
del suocero di Mosè, sacerdote dei Madianiti, dalla loro lingua
al Tedesco, per favorire i saggi magi, affinché essi vedano che
quest'Arte non è un'invenzione recente, ma qualcosa di antico
che proviene dagli Antichi, i quali hanno imparato dagli angeli
a conoscere le meraviglie di Dio e a lodare e a glorificare il
Suo nome.
306
CAPITOLO QUARANTAQUATTRESIMO
307
CAPITOLO QUARANTACINQUESIMO
Bacchetta
308
CAPITOLO QUARANTASEIESIMO
TETRAORAMMATON
�
�
o
z
>
�
Figura W
309
Poi prendi un cristallo e sistemalo in modo tale che vi scorra
dentro, poi levigalo da una parte e lucidalo, affinché sia ben
brillante; dall'altra parte invece !ascialo così come cresce in na
tura; tutto ciò deve avvenire al plenilunio, e nella stessa ora
della Luna; metti poi il cristallo in una cornice, in modo che si
inserisca bene, e tienilo coperto; quando giunge l'ora di Mer
curio, proprio in quel momento, esponilo di notte all'aria aper
ta, affinché la Luna possa brillarci; quando sarà trascorsa l'ora,
vai a coprirlo, e non guardarci attraverso per primo, per non
diventare sonnambulo a causa della forte antipatia, ma facci
guardare per primo un cane; così sarà pronto, e si potrà vedervi
e cercarvi tutto ciò che si può trovare sotto terra; ma bada di
non toccarlo con mani impure, né di cercarvi qualcosa con
occhi impuri, perché lo specchio non solo si annerirebbe, ma
andrebbe istantaneamente in mille pezzi.
Nessun altro dovrà guardarci dentro, chiunque egli sia, per
ché questo specchio è diretto soltanto su di te.
310
CAPITOLO QUARANTASETTESIMO
311
una vergine dai capelli ondeggianti, che tiene in mano una co
lomba; e quando Venere si trova al suo sommo, fondi, alla stessa
ora, un sigillo nell'elettro, e mettilo sotto la testa quando vai a
dormire: vedrai e conoscerai tutto ciò che desideri.
Quando il Sole entra in Marte, fai uno stampo a immagine
di un uomo con corazza e elmo, che regge con la mano sinistra
uno scudo sul quale ci sono due serpenti che si mordono l'un
l'altro, e tiene il piede destro sulla testa di un leone; quando
Marte si trova al suo sommo, fondi nello stesso giorno e nella
stessa ora un sigillo, e portalo con te: esso rende l'uomo forte,
potente, invincibile; evita anche che sia avvelenato; è anche
provato che arresti il sangue, perché se lo si dà a un uomo che
sanguina, il sangue si ferma all'istante.
Quando Saturno è in aumento, fai uno stampo a forma di
un uomo nudo con una clava che strangola un leone: quando
questo pianeta è al suo sommo, fondi in elettro, nel giorno e
nella notte di Saturno, e nella stessa ora, un tale sigillo, e portalo
con te; quando andrai sul campo di battaglia, sarai invincibile,
perché tutti i tuoi nemici ti fuggiranno.
Fai attenzione a quando il Sole entra in Leone, e fai un'im
magine: prima un Ariete, poi un Leone, poi un Sagittario, tutti
e tre in una figura rotonda, come un tallero tedesco: questa è la
trinità ignea; e quando il Leone è nel punto più alto del cielo,
fondi nell'elettro, di domenica, nella stessa ora, un angelo. Por
taio con te: ti proteggerà da ogni genere di malattie e rafforzerà
i tuoi sensi, cosicché tu possa ottenere, in ogni tua azione e
ogni cosa che intraprendi, fama e onore.
Quando Venere è in aumento, fai uno stampo a forma
di Toro, Vergine e Capricorno, della grandezza di un tallero:
quando Venere saràal suo sommo, fondi un sigillo nell'elettro, e
portalo con te. Scaccerà tutte le infermità derivanti dal calore e
ti renderà caro a chiunque; ma non abusarne.
Quando il sole entra in Saturno, fai un'immagine dei Ge
melli, della Bilancia e dell'Acquario, di modo che l'Acquario
312
sia in mezzo; quando Saturno sarà al suo sommo, fondi questo
sigillo nell'elettro, e portalo con te: questo scaccerà tutte le
umidità melanconiche e tutte le febbri. Deve però essere fuso
in una forma triangolare.
Quando la Luna è crescente, fai uno stampo secondo la se
guente figura: prima fai il Cancro, poi lo Scorpione, poi i Pesci;
e al plenilunio, fondi questo sigill o nell'elettro e portalo con te.
Esso scaccerà la febbre, e quando cerchi cibo nell'acqua, tutti i
pesci si riuniranno presso di te, tanto che potrai prenderli con
le mani.
313
CAPITOLO QUARANTOTTESIMO
314
CAPITOLO QUARANTANOVESIMO
315
È la stessa cosa anche se la polvere simpatica si prepara con il
cordone ombelicale di una bambina, con il sangue di una don
na e la cenere delle rondini, nell'ora diVenere, quando Venere si
trovaal suo sonuno; il tutto mescolato a olio di cannella e olio
di garofano, affinché emani un forte profumo; e questa polvere,
messa in un sacchetto e portata con sé, renderà tale donna cara
e gradita a chiunque, e anche amici e nemici dovranno amarsi,
e se in precedenza era il contrario, e non potevano sopportarsi,
cominceranno ad amarsi, proprio e specialmente fra persone
che non potevano tollerare, che in seguito non potranno più
restare l'una senza l'altra.
Per ottenere invece l'effetto contrario, ossia perché due
persone diventino reciprocamente nemiche, se hai preparato
questa polvere per un uomo, ometti l'ambra e lo zibetto pro
fumati, e frantuma la stessa quantità di escrementi tuoi, nell'ora
di Saturno, e metti il tutto fra le tue cose: la persona ti sarà così
nemica, da desiderare la tua morte se solo sentirà parlare di te.
Sarà la stessa cosa anche con la polvere di una donna, se questa
vi mescolerà, nell'ora di Saturno, i suoi escrementi al posto
dell'olio profumato: la persona di sesso maschile le risulterà
così odiosa, da volerla uccidere.
Ti ho insegnato anche questo, ma non perché tu lo metta
in pratica sul tuo prossimo, perché è una stregoneria e un pec
cato mortale; o meglio, non è veramente una stregoneria, ma,
comprendimi bene, è una cattiva applicazione, ed è necessario
che te lo ricordi.
316
CAPITOLO CINQUANTESIMO
67 Galmei o smithsonite.
317
1 4 notti, poi ponila nel bagno di cenere e distillane la metà;
quando tutto si sarà raffreddato, versa di nuovo il distillato e di
stillane ancora la metà; una volta travasato nuovamente, metti la
storta nel bagno di sabbia e coobalo ancora due volte, poi tra
vasaio e poni la storta nella limatura di ferro, e tirane fuori tutto
il possibile a calore crescente, all'ultimo a fuoco fortissimo: la
maggior parte salirà. Conserva il distillato e prendi ora quel che
è rimasto nella storta ed estrailo con acqua di rugiada distillata ,
fùtralo ed evaporalo, poi, una volta messo in un'altra storta, e
tirato fuori il liquido distillato, poni la storta nella limatura di
ferro e distilla ancora una volta tutto insieme a fuoco crescente,
e all'ultimo a fuoco fortissimo: il tutto passerà nella parte su
periore. Poi versalo di nuovo in una storta e ponila nel bagno
di sabbia, distilla per se ancora due volte, e otterrai un solvente
minerale aureo senza pari nel regno minerale; conservalo allora
in un recipiente di vetro resistente fino al prossimo uso.
Poi prendi una mezza oncia d'oro puro e falla battere da un
orafo in larninette sottili, fai un amalgama con questa e del mer
curio, lavala con sale e aceto, finché non uscirà più nero, poi
addolciscila con acqua calda, asciugala e pressane parzialmente
il mercurio con una pelle. Metti l'amalgama in un matraccio e
versaci sopra 20 mezze once del solvente di cui sopra, chiudilo e
metti a digerire 8 giorni e 8 notti per purificarlo e per estrarlo:
in questo modo l'oro si dissolverà tutto, e la terra si separerà; indi
versa tale soluzione in una storta, che porrai nel bagno di cenere,
e fai coobare due volte, poi altre due volte nel bagno di sabbia,
indi metti la storta nella limatura di ferro ed estrai tutto a calore
crescente, così il tuo oro color rosso sangue salirà; poi distilla
ancora due volte per se in una storta, affinché il tutto diventi ben
volatile. Conservalo in un luogo fresco: metti 4 mezze once di
questo liquido in una fiala, e lavoralo per via lunga, come ti ho
insegnato nel Gioiello aureo68, e ogni volta fagli fare sette rotazio-
68
Vedi bibliografia.
318
ni, e aumentala per sette volte, e ricorda che la prima rotazione
in grado dura 40 giorni e 40 notti; così avrai aumentato sette
volte la tua tintura; poi dividila in due parti e conservane una
parte, poiché è estremamente tingente: mezza oncia di questa
trasforma sette libbre di mercurio sul fuoco in forte tintura.
Aggiungi mezza oncia di questa tintura a 1 2 once d'oro in
fusione, e avrai la Pietra dei Filosofi; di questa aggiungi mezza
oncia a 700 once di piombo o stagno in fusione, e avrai l'oro
migliore, che passerà tutte le prove.
Se vuoi che la tua tintura passi attraverso tutti i colori per la
seconda volta, prendi nuovamente mezza oncia d'oro e sciogli
lo in 24 mezze once del solvente minerale di cui sopra; poi, una
volta che sarà decantato dalle scorie e distillato in storta, affin
ché diventi volatile, prendi la tua tintura, pestala fine e mettila
in una fiala, versaci 4 mezze once del tuo liquido aureo, e lascia
che passino per tutti i colori, ripeti tale aumento per sette volte:
la tua tintura diverrà impenetrabile e inerente alla magia.
Se ne aggiungi mezza oncia a 14 once di mercurio nel
crogiuolo sul fuoco, e quando questo sta per fumare, glielo si
mette sopra: esso si cangerà in una tintura rosso sangue. Metti
mezza oncia di questa su 12 mezze once d'oro, in Acquario, e
avrai la Pietra dei Filosofi: un grano di questa tinge 4000 mezze
once di altri metalli nell'oro migliore, che passerà tutte le prove,
e poiché questa è passata due volte attraverso il numero del Si
gnore, il sette, è magica e si può impiegare infatti come quella
che è stata preparata con i sette metalli, secondo la costellaz� o
ne; pertanto tutti i pianeti hanno delle qualità nascoste, perciò
tu possiedi un grande tesoro.
319
collo lungo, ponilo in bagnomaria e fai coobare lo spirito per
sette volte, poi altre sette volte nel bagno di cenere, e la stessa
cosa nel bagno di sabbia; alla fine non salirà più nulla tranne il
flemma; quando tutto si sarà raffreddato, estrai la tua tintura e
mettila in un altro saggiolo. Poi versaci sopra la seconda parte
del tuo liquido e procedi in tutto e per tutto come ti è stato
insegnato, e in ultimo fai coobare nel bagno di sabbia, affinché
salga solo il flemma; allora tira fuori di nuovo la tintura, mettila
in un altro saggiolo, e versaci sopra la terza parte del tuo liquido
aureo, e procedi in tutto come ti ho insegnato.
Poi metti il saggiolo nella limatura di ferro e lasciacelo 4
giorni e 4 notti, a calore crescente: avrai in mano una delle più
grandi tinture, giacché essa è estremamente tingente e prima
deve essere applicata al mercurio.
320
CAPITOLO CINQUANTUNESIMO
32 1
il tutto comincerà a salire e, se il recipiente è troppo piccolo,
tenderà a traboccare; quando tutto sarà omogeneo, mettilo su
bito, finché è ancora volatile, in una storta, chiudila e mettila a
digerire 8 giorni e 8 notti, poi ponila, applicandole un colletto
re, nel bagno di sabbia, distilla la parte volatile a debole calore,
e falla coobare per sette volte. Troverai il tuo sale volatile di
nuovo traboccato e molto puro; mettilo da parte e aumenta il
fuoco: arriverà un flemma maleodorante, poi un fumo bianco
che traboccherà; applica un altro collettore e fai uscire tutto ciò
che ne verrà, alla fine con un fuoco fortissimo, cosicché la stor
ta si infuocherà tutta, e saliranno sia l'olio che l'azoth; quando
non uscirà più nulla, lascia spegnere il fuoco, togli il collettore
e separa l'olio, perché non ce n'è bisogno; rettifica l'azoth tante
volte, finché non ne uscirà tutto il flemma, poi mettilo da parte.
Togli la tua storta, rompila con cautela e separa, con una spatola
di legno, il tuo sale mercuriale, che sarà al di sopra del residuo,
scioglilo in acqua distillata per eliminare tutte le impurità, e
fùtralo finché non diverrà limpido come le lacrime, poi fallo
evaporare di nuovo, fino ad ottenere un sale. Allora mettilo in
un matraccio e versa il suo aceto e spirito sopra il sale volatile,
chiudilo e mettilo nel bagno di sabbia a putrefare per un mese:
tutto si dissolverà e si cangerà in un liquido verde erba; poi
prendi il matraccio, mettilo a bagnomaria, distillane lo spirito
volatile a debole calore e fallo coobare sette volte, poi altre sette
volte nel bagno di cenere, e ancora sette nel bagno di sabbia;
alla fine otterrai solo un flemma, che metterai da parte; quando
tutto si sarà raffreddato, metti il matraccio nella limatura di fer
ro, e tutto si scioglierà in un sale fisso, in una medicina animale
e in una straordinaria tintura magica, che cura tutte le malattie
dell'uomo in maniera veramente sovrannaturale; la si può im
piegare anche in magia, come hai già inteso.
Se però vuoi usarla come tintura per i metalli, prendi di
questa 4 mezze once e tritale finemente, e un grano di oro
preparato e battuto in laminette, poi tritato, mettili insieme su
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di un piatto di terra, collocali in una muffola69, e !asciali fonde
re; quando tutto sarà andato in tintura, !asciala raffreddare, e la
troverai in mezzo, come una pietra di carbonchio; dissolvine le
scorie, e metti mezza oncia di tintura su 6 mezze once di oro
puro in fusione: anche l'oro diverrà tintura; applicane mezza
oncia a 100 mezze once di altri metalli, e si muteranno nell'oro
migliore, resistente a tutte le prove.
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CAPITOLO CINQUANTADUESIMO
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CAPITOLO CINQUANTATREESIMO
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matraccio comincerà a crescere in altezza, come alberelli con
fiori di tutti i generi e di tutti i colori, i quali, più rimarranno,
più diverranno belli; quindi !asciali lì quanto a lungo ti piacerà.
È questa una cosa ben singolare, perché vi crescono alberi di
tutti i colori che, se se si vuole, si possono lasciar crescere anche
per molti anni, e saranno sempre più belli; se invece si vuole
ridurre ciò che è nel matraccio, esso si trasforma tutto nell'ar
gento migliore, e si cangia nella sua metà d'oro, ma nella sepa
razione, in cui l'oro è all'interno, è bellissimo oro. Si possono
anche preparare simili alberelli metallici con una parte di rame
e una parte d'argento, mediante un buon processo particolare:
gli alberelli metallici cresceranno ancora più belli e dilettevoli.
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CAPITOLO CINQUANTAQUATTRESIMO
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immobile, ancor più bella diverrà la stella, e ancor più affasci
nanti e ignei i suoi colori.
Se lo si lascia stare così al caldo a evaporare, la stella rimane
ancora, e ci si stupirà che sia così penetrante; sotto di essa ci
sarà un oro solido e lavorato; se lo si vuole poi ridurre, si otter
rà molto oro e argento, sovente da una libbra 1 6 mezze once
d'oro e d'argento.
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CAPITOLO CINQUANTACINQUESIMO
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CAPITOLO CINQUANTASEIESIMO
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passato, versa il distillato in un matraccio e distillane lo spirito
a bagnomaria: rimarrà l'olio; versa l'olio in una storta, ponila
nel bagno di sabbia e distilla ancora, poi metti da parte; rettifica
lo spirito ancora due volte, poi metti da parte anche questo,
che si può chiamare ben a ragione spirito di mercurio. Resterà
il residuo, sotto forma di un brillante talco d'argento; mettilo
su una lastra di vetro in cantina: si scioglierà in un olio bianco
e grasso; raccoglilo come un grande tesoro, perché in natura
non vi è il suo pari. Questo olio vale infatti 1 00.000 talleri a
libbra, vi è nascosto qualcosa di completamente sovrannaturale,
ed esso fa parte della magia naturale, perché fa di un vecchio
un uomo giovane e ben fatto, e rende la pelle bianca e pura in
24 ore; se si fanno cadere solo 4 gocce di questo olio in un bic
chierino d'acqua di fonte, e ci si lava tre volte con quest'acqua,
si ringiovanisce e si resta costantemente giovani, in modo del
tutto sorprendente. Con questo spirito di mercurio si fanno
però anche delle perle, come già ti è stato insegnato qua e là.
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CAPITOLO CINQUANTASETTESIMO
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CAPITOLO CINQUANTOTTESIMO
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CAPITOLO CINQUANTANOVESIMO
7 1 Al capitolo XIII.
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CAPITOLO SESSANTESIMO
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CAPITOLO SESSANTUNESIMO
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schiuderà radicalmente e lascerà come residuo solo un po' di
terra; così otterrai un vero Oro Potabile, per tutte le malattie
animali, vegetali e minerali.
Se invece vuoi cangiarlo in un Lapis o Pietra miracolosa, ti
indicherò un altro modo di procedere davvero sovrannaturale.
Prendi la tua tintura, mettila in un saggiolo a collo lungo e ver
saci dello spirito preparato con il sale della calce viva, anche il
doppio in quantità, chiudi il saggiolo e !ascialo a calore molto
tenue: la tintura e lo spirito si uniranno così amabilmente, che
ci si stupirà, perché questo spirito igneo brucia istantaneamen
te le penne a questo mercurio animale e vegetale, cosicché
questo rimane come ucciso.
Metti il saggiolo a bagnomaria e distill ane la parte volatile;
questa poi sarà travasata di nuovo e ancora una volta distillata
nel bagno di cenere; mettila da parte e poni il saggiolo nella
limatura di ferro, !asciandovelo per 4 giorni e 4 notti: tutta la
parte fissa si scioglierà, e tu avrai una grande e meravigliosa tin
tura, veramente magica, perché è un rimedio Universalissimo
per tutte le malattie, che possiamo chiamare un vero cibo degli
angeli e che è facile da elaborare; puoi quindi vedere quale
meraviglia il Signore abbia posto nella Natura, che né io né
te, né centinaia di migliaia dei tuoi simili, possono sondare o
imparare; questa tintura va bene anche per i metalli.
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CAPITOLO SESSANTADUESIMO
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CAPITOLO SESSANTATREESIMO
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CAPITOLO SESSANTAQUATTRESIMO
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CAPITOLO SESSANTACINQUESIMO
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CAPITOLO SESSANTASEIESIMO
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o tre anni potrai staccarne periodicamente dei pezzi; anche
questo fa parte della magia naturale, ed è incomprensibile agli
ignoranti.
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CAPITOLO SESSANTASETTESIMO
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CAPITOLO SESSANTOTTESIMO
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CAPITOLO SESSANTANOVESIMO
72 O spirito di sale.
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CAPITOLO SETTANTESIMO
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castonare nell'oro, ma in maniera tale che si possano prendere
uno per uno e che vi si possano inserire le pietre.
Figura Y
Quando il Sole entra nella Vergine, nella stessa ora fondi in
sieme le quattro Pietre; appena il tutto si sarà raffreddato, deve
essere pestato in un mortaio di vetro, e emanerà luce come un
lampo; ricoprilo per ripararlo dall'aria, e quando sarà freddo,
inseriscilo nel grande cristallo e chiudilo: risplenderà come un
baleno; se ti è possibile, le pietre, del peso di 4 mezze once, de
vono essere fuse di domenica, e altrettanto le 4 pietre semplici,
del peso di mezza oncia l'una, da inserire nei piccoli cristalli;
in alto, invece, deve essere messo il Fuoco del Signore. Queste
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pietre devono essere tutte costellate73• In questa luce meravi
gliosa puoi vedere tutto ciò che vuoi. Se il tuo cuòre e la tua
anima sono uniti a Dio, non ti sarà difficile realizzare tale og
getto, ma se non lo sono, avrai da combattere; e se la tua natura
è una dimora oscura, sotto Saturno, desisti immediatamente
dal farlo, per non cadere in disgrazia e perché le tenebre non ti
gettino sul cammino qualcosa d'altro.
Se invece possiedi questo oggetto e vuoi utilizzarlo, devi farlo
in una stanza completamente isolata, nella quale si collochino un
nuovo tavolo, al quale nessuno si sia ancora seduto né abbia man
giato o bevuto, e sette sedie nuove, secondo il numero dei sette
pianeti, e che ogni sedia sia disposta intorno al tavolo, secondo
il numero dei pianeti e contrassegnata dal carattere di ciascuno
di questi, affinché restino consacrate ai 7 arcangeli. Poi prendi
l'astuccio, estrai l' Urim, appoggialo sul tavolo, e ponigli accanto
due candele di cera accese74, cadi in ginocchio, e prima di pren
dere in mano alcunché, confessa i tuoi peccati davanti al Signore,
con piena abnegazione; abbi accanto a te un profumo in polvere
preparato con mastice, mirra e benzoe75, e gettane un cucchiaio
pieno su un fuoco di carboni, nel nome della santa Trinità, in
continuo raccoglimento nel Signore: il tuo quadruplice fuoco
luminoso, grazie a una forte esaltazione, si muoverà nel grande
ovale mediano, emettendo potenti raggi; allora prega così:
zomo.
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O TETRAGRAMMATON, forte e potente Dio e saggio Creatore che
siedi al di sopra dei Cherubini e dei Serafini, io ti lodo e ti glorifico e
ti prego, io che sto di fronte a te come povera terra e cenere, e ti prego
di essere clemente con me, per amore di Gesù Cristo, mio redentore e
salvatore, di poter vedere, solo con il permesso del tuo grande Spirito, ciò
che potrebbe essermi utile e benedetto in questi puri e concentrati spiriti,
a lode e gloria della tua divina Maestà.
Poi alza gli occhi, e vedrai in lontananza ciò che desidéri,
qualunque cosa sia, ma tieni tutto per te; e quando avrai visto
tutto ciò che desideravi, ricadi in ginocchio a mani giunte, e
ringrazia il tuo così amorevole Creatore e Sostentatore che ti
ha fatto conoscere i suoi Misteri, poi rimetti l'Urim nell'astuc
cio e richiudilo, e chiudi la stanza dietro di te, affinché nessuno
possa accedervi.
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