DURANT
LE LEZIONI
DELLA STORIA
© Simon & Schuster, New York
© Araba Fenice, Cuneo 1995
Titolo originale:
The Lessons o/ History
Traduzione di Stefano Vassallo
PREFAZIONE DELL'EDITORE IX
UNA BIOGRAFIA XI
CAPITOLO I: ESITAZIONI 3
NOTE 95
PRESENTAZIONE
DELLA PRIMA EDIZIONE ITALIANA
FABRIZIO DUTTO
BIOGRAFIA
le radici sono più vitali dei rami. E ' bene che le nuove idee
vengano ascoltate, in virtù delle poche che si potranno applicare;
ma è altrettanto bene che siano costrette a passare attraverso la
macina delle obiezioni, dell'opposizione e dell'ingiuria; questa è
la prova del fuoco che le innovazioni devono superare prima che
sia loro concesso di entrare nella vita della razza umana. E ' bene
che i vecchi oppongano resistenza ai giovani, e che i giovani spro
nino i vecchi; da questa tensione, come dal conflitto dei sessi e
delle classi, proviene una duttile forza creativa, uno stimolo allo
sviluppo, una segreta e fondamentale unità dinamica del tutto.
Capitolo VI
La Storia e la Morale
numero, avremmo una visione più opaca ma più equa del passato
dell 'uomo . Dietro la facciata vistosa della guerra e della politica,
della sventura e della povertà, dell' adulterio e del divorzio, dell'o
micidio e del suicidio, ci furono milioni di case ordinarie, matri
moni fedeli, uomini e donne gentili e amorevoli, timorati e felici
coi loro bambini . Anche nella storia scritta troviamo tanti esempi
di bontà, persino di nobiltà, da farci perdonare, benchè non
dimenticare, i peccati . I doni della carità hanno quasi uguagliato
le crudeltà dei campi di battaglia e delle prigioni. Quante volte,
persino nei nostri lacunosi resoconti, abbiamo visto uomini
aiutarsi l'un l' altro - Farinelli provvedere ai figli di Domenico
Scarlatti, in molti soccorrere il giovane Haydn, il Conte Litta
pagare gli studi di J ohann Christian Bach a Bologna, Joseph Black
anticipare ripetutamente denaro a JamesWatt, Puchberg conti
nuare a prestarne pazientemente a Mozart. Chi avrà il coraggio
di scrivere una storia della bontà umana?
Cosl non possiamo essere certi che il rilassamento morale dei
nostri tempi annunci la decadenza piuttosto di una dolorosa o
piacevole transizione da un codice morale che ha perso le sue basi
rurali ad un altro che la nostra civiltà industriale deve ancora
foggiare in normalità dell'ordine sociale. Nel frattempo la storia
ci assicura che le civiltà decadono senza alcuna fretta. Nei 250
anni che seguirono l'infiacchimento morale iniziato in Grecia dai
Sofisti, la civiltà Ellenica continuò a produrre capolavori arti
stici e letterari. La moralità Romana cominciò a "decadere" poco
dopo l' immigrazione dalla Grecia conquistata ( 146 a . C . ) , ma
Roma continuò ad avere grandi uomini di stato, filosofi, poeti,
e artisti fino alla morte di Marco Aurelio ( 1 80 d . C . ) . Raggiunse
l'apogeo della potenza politica all' avvento di Cesare (60 a.C . ) ;
pure, non fu sopraffatta dai barbari fino al 4 6 5 d.C . Possa la
nostra decadenza durare a lungo come quella della Roma Impe
riale!
Forse la disciplina sarà restaurata nella nostra civiltà dall'ad
destramento militare imposto dalle minacce di guerra. La libertà
della parte varia con la sicurezza del tutto; l'individualismo dimi
nuirà in America e Inghilterra al venir meno della protezione
34 L E LEZIONI DELLA STORIA
tere con lo stato. Essa affermò che il codice morale e le leggi locali
erano stati dettati dagli dei. Immaginò che il dio Thoth avesse
donato le leggi a Menes in Egitto, Shamash l'omonimo codice
ad Hammurabi per Babilonia , Javeh i Dieci Comandamenti a
Mosè per gli Ebrei, e la divina ninfa Egeria a Numa Pompilio
per Roma . Culti pagani e Cristiani proclamarono che i governa
tori della terra erano designati e protetti dagli dei. Grati, quasi
tutti gli stati condivisero terre ed entrate con i sacerdoti.
Alcuni scettici hanno dubitato che la religione abbia mai
promosso la moralità, dal momento che l'immoralità è prospe
rata anche in età dominate dalla religione. Certamente sensua
lità, ubriachezza , volgarità, avidità, disonestà, furto e violenza
esistevano nel Medioevo; ma probabilmente il disordine morale
generato da mezzo millennio di invasioni barbariche, guerre, deva
stazione economica , disorganizzazione politica, sarebbe stato
ancor peggiore senza gli effetti moderatori dell'etica Cristiana,
le esortazioni dei sacerdoti, gli esempi di santità e un rituale unifi
cante, rappacificante . La Chiesa Cattolica Romana si adoperò per
limitare la schiavitù, lo sfruttamento feudale e gli attriti nazio
nali, per dilatare i periodi di tregua e di pace, e per soppiantare
i processi decisi da duelli e ordalie coi giudizi di corti stabilite.
Mitigò le pene inflitte dalle leggi Romane e barbare, ed estese
enormemente la portata e l'organizzazione della carità .
Sebbene la Chiesa servisse lo stato, essa s i proclamava a l di
sopra di tutti gli stati, come la morale dovrebbe essere superiore
al potere. Insegnò agli uomini che il patriottismo non frenato da
una lealtà più elevata può essere strumento di rapacità e di crimine.
Su tutti i governi rivali della Cristianità promulgò un'unica legge
morale . Rivendicando la propria origine divina ed egemonia spiri
tuale, la Chiesa si propose come una corte internazionale nei
confronti della quale tutti i governanti dovessero essere moralmente
resl? onsabili. L'Imperatore Enrico IV riconobbe questo diritto
sottomettendosi a Papa Gregorio VII a Canossa ( 1 077); e un secolo
dopo Innocenza III innalzò l'autorità e il prestigio della Chiesa
a tali altezze che sembrò che l'ideale vagheggiato da Gregorio di
uno stato morale sovranazionale fosse giunto a compimento.
LA STORIA E LA RELIGIONE ___
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manità " , scrisse Pla tone, "non crede affatto nell'esistenza degli
dei" 22) , così l'evoluzione dell'etica Cristiana lentamente ne
erose la teologia . Cristo abbattè Jehovah.
La sostituzione delle istituzioni Cristiane con quelle secolari
è il risultato critico e culminante della Rivoluzione Industriale.
Il fatto che gli stati tentino di fare a meno di sostegni teologici
è uno dei molti esperimenti cruciali che oggi disorientano la nostra
mente e sconvolgono il nostro modo di vivere. Le leggi, presen
tate un tempo come i decreti di un re imposto da Dio, sono ora
francamente considerate gli ordini confusi di uomini fallibili. L' edu
cazione, che era sotto la sacra giurisdizione di sacerdoti ispirati
da Dio, diviene il lavoro di uomini e donne spogliati di attributi
teologici e timori reverenziali, che fanno affidamento sulla ragione
e sulla persuasione per civilizzare giovani ribelli che temono solo
i poliziotti e potrebbero non imparare mai a ragionare affatto . Le
università, un tempo alleate della Chiesa, sono state espugnate da
scienziati e uomini d'affari. La propaganda del patriottismo, del
capitalismo o del comunismo succede all'inculcazione di credi
sovrannaturali e codici morali. Le vacanze si susseguono. I teatri
sono pieni anche la domenica , e anche la domenica le chiese sono
mezze vuote. Nelle famiglie Anglosassoni la religione è diventata
esteriore osservanza di un obbligo sociale; nelle famiglie Catto
liche Americane prospera ; nelle classi alte e medie Francesi e
Italiane è "una caratteristica sessuale secondaria delle femmine " .
Mille segni mostrano che la Cristianità sta soccombendo allo stesso
declino in cui precipitò l'antica religione Greca dopo l'avvento
dei Sofisti e dell' Illuminismo Greco.
Il Cattolicesimo sopravvive perchè fa appello all' immagina
zione, alla speranza e ai sensi; perchè la sua mitologia consola e
rasserena le vite dei poveri; e perchè la fertilità comandata dei fedeli
riprende alla Riforma le terre perdute. Il Cattolicesimo ha sacrifi
cato l 'adesione della comunità intellettuale e patisce defezioni
crescenti a contatto con l'educazione e la letteratura secolare; ma
guadagna proseliti tra le anime disorientate dall'incertezza della
ragione, e tra coloro che sperano nella Chiesa per arginare il disor
dine interno e l'ondata comunista .
LA STORIA E LA RELIGIONE 41
nel loro letto (dimenticando che sono più utili da vivi che da
morti) , ma costruiamo statue a quelli che ricacciano un Hitler
o un Genghis Khan. E' pietoso (dice il generale) che tanti giovani
muoiano in battaglia, ma ne muoiono di più negli incidenti auto
mobilistici che in guerra, e molti di loro perdono ogni freno e
si corrompono per carenza di disciplina; hanno bisogno di uno
sfogo per la loro aggressività, il loro desiderio di avventura, la
loro noia della prosaica routine; se tanto prima o poi devono
morire, perchè non !asciarli morire per il loro paese nell' anestesia
della battaglia e nell'aura della gloria? Persino un filosofo, se cono
scesse la storia, ammetterebbe che una pace prolungata indebo
lisce i muscoli marziali di una nazione. Nell'attuale stato di inade
guatezza della legislazione e del sentimento internazionale, una
nazione deve essere pronta in ogni momento a difendersi; e
quando i suoi interessi essenziali sono in gioco, deve poter usare
tutti i mezzi che considera necessari per la sua sopravvivenza.
I Dieci Comandamenti devono tacere quando è in gioco l' auto
conservaziOne.
E' chiaro (prosegue il generale) che gli Stati Uniti devono assu
mersi oggi il compito svolto cosl bene dalla Gran Bretagna nel
diciannovesimo secolo, della protezione della civiltà occidentale
dal pericolo esterno. I governi comunisti, forti dell'antica proli
ficità e di nuove armi, hanno ripetutamente proclamato la loro
intenzione di distruggere l'economia e l'indipendenza degli stati
non comunisti . Giovani nazioni, impazienti di una Rivoluzione
Industriale che doni loro ricchezza economica e potere militare,
sono impressionate dalla rapida industrializzazione della Russia
sotto la direzione governativa; il capitalismo occidentale potrebbe
rivelarsi alla fine più produttivo, ma sembra più lento nello
sviluppo; i nuovi uomini di governo, avidi di controllare le risorse
materiali e umane dei loro stati, sono facili prede della propaganda,
dell'infiltrazione e della sovversione comunista. A meno che questo
processo di espansione non venga fermato, è solo questione di
tempo prima che praticamente tutta l'Asia, l'Africa e il Sud
America siano sotto la guida dei comunisti, e l 'Australia, la Nuova
Zelanda, il Nord America e l' Europa Occidentale saranno circon-
76 ' LE LEZIONI DELLA STORIA
«(Ci sarà quindi un altro [profeta] Tiphys, e un' altra Argo che
genererà amati eroi [Giasone ed altri]; anche le altre guerre torne
ranno, e Achille il grande sarà di nuovo mandato a Troia) » 4 4 •
Friedrich Nietzsche impazzì in questa visione dell" 'eterno
ritorno" . Non c'è niente di così folle che non si possa trovare nel
pensiero dei filosofi.
La storia si ripete, ma solo nelle linee generali e all'ingrosso.
Possiamo ragionevolmente aspettarci che nel futuro, come nel
passato, sorgano nuovi stati e vecchi stati declinino; nuove civiltà
abbiano inizio con la pastorizia e l' agricoltura, si espandano col
commercio e l'industria, e prosperino con la finanza; che il pensiero
(come ragionavano Vico e Comte) passi di nuovo, più o meno, dalle
spiegazioni sovrannaturali a quelle leggendarie a quelle naturali
stiche; che nuove teorie, invenzioni, scoperte ed errori agiteranno
le correnti intellettuali; che le nuove generazioni si ribelleranno alle
vecchie e passeranno dalla ribellione al conformismo alla reazione;
che nuovi esperimenti morali allenteranno la tradizione e ne spaven
teranno i beneficiari; e che l 'eccitazione della novità sarà dimenti
cata nell' indifferenza del tempo . La storia grosso modo si ripete
perchè la natura umana cambia con lentezza geologica, e l'uomo
è programmato per reagire in modi stereotipati a situazioni che si
ripetono di frequente e a stimoli elementari come l'ira, il pericolo,
il sesso. Ma in una civiltà sviluppata e complessa gli individui sono
più differenziati e particolari che in una società primitiva, e molte
situazioni contengono circostanze nuove che richiedono modifiche
delle reazioni istintive; il costume arretra, il ragionamento avanza;
i risultati sono più difficili da predire. N on c'è certezza che il futuro
ripeta il passato. Ogni anno è un'avventura.
Alcune grandi menti hanno cercato di costringere le vaghe rego
larità della storia in grandiosi paradigmi. Il fondatore del socialismo
francese, Claude-Henri de Rouvroy, Conte di Saint-Simon
( 1 760- 1 825), suddivise il passato e il futuro in un' alternanza di
periodi "organici" e periodi "critici" :
l. Scdillot, Re�, L 'Histoire ,·a pas de serrs. 29. Plutarco, Vila di Tiberio Gracco.
2. Durant, L 'Oriente. 30. Encyclo{NJedi4 Bri14nnica, II.
3. Durant, L '�oca della Fede. 31. Paul Louis, Ancienl Rome al Wor�. ..
4. Sedillot, op. cit. 32. Szuma Ch'ien in Granet M . , Chinese Civilization.
5. Durant, La Riforma, VIII. H. Ibid.
6. Durant, L 'avvmlo tk/14 Ragione. 34. Gowen and Hall, Outline Hirtory o/ China.
7. Pascal, PensitTi, 347. 35. In Carter Thomas, The Invention ofPrinting in China and
8. Platone, Pedone. itr Spread Wertward.
9. Gobineau, L'ineguaglilmza delle raue umane, XV. 36. Renan, Marco Aurelio.
IO. Ibid., XV. 37. Gibbon, op. cit., l.
Il. Ibid., l. 38. Tucidide, La guma del Pelbponnero, III; Durant, La
12. In Todd A . J., Theorier o/Social Progresr. Gmia.
13. Durant, Cesare e Cristo. 39. Platone, La Rq,.bblica.
14. Durant, I reco/i d'Oro. 40. Ibid.
15. Durant, La Riforma. 41. Aristotele, Politica .
16. Durant, L'avvento thl/4 Ragione. 42. lsocrate, Opere, "Archidamo".
17. Durant, L 'elll di Voltaire. 43. In Sccbohm, The Age o/ Johnron.
18. Durant, La Riforma. 44. Durant, The Manrionr of Philbrophy; Toynbce, A Study
19. Durant, L'ettJ di Vollaire. o/ Hirtory, IV.
20. Gibbon E . , Decadenza e caduiiJ dell'Impero Romano, l. 45. Vedere Bazard's, Exposition de 14 doctrine Saint-Simo-
21. Durant, Cewre e Cristo . nienne, in T oynbee, I.
22. Platone, Leggi, 948. 46. Spengler, Decline o/ the Wert, l.
23. Renan, Gli Aportoli, XXIII . 47. Anon, in Bagehot, Physics and Politics.
24. Lcmaine, Jean Jacques Rousseau. 48. Ecclt!riarte, I, 18.
25. Duront, Thc Manrionr of Philbrophy. 49. Lane E., Mannen and Curtomr ofthe Modem Egyptianr, Il.
26. Durant, La Riforma. 50. Durant, L'Oriente.
27. Durant, L 'etò del Re Soli!. 51. Durant, Rousseau e 14 Rivolu:tione.
28. Plutarco, ViiiJ di Solbne.