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La vita di Nietzsche

È un pensatore che non sta tra le righe, dice tutto e il contrario di tutto. Le opere di
Nietzsche sono molto particolari, lasciano spazio all'interpretazione. È nato nel 1844 e pochi
anni dopo muore, come conseguenza di una vita molto tormentata per via di problemi di
salute, prima fisici e in seguito anche mentali. Passerà gli ultimi anni della sua vita in
manicomio. È definito "Dinamite e maestro del sospetto": dinamite, si definisce anche lui,
perchè la dinamite distrugge, le certezze della cultura occidentale vengono messe in
dubbio. Lui prenderà le certezze e le distruggerà, ma questa non è una distruzione che
lascia un vuoto, ma qualcosa rimane e viene lasciato. Lui stravolge la cultura occidentale,
dirà "Dio è morto e l'abbiamo ucciso noi", intendendo con Dio la cultura, che quindi muore,
cioè i cardini di essa vengono distrutti. La religione, la storia, la letteratura muoiono, muoiono
i loro pilastri; "maestro del sospetto" è un nome che viene dato a Nietzsche da un altro
filosofo. Non sarà l'unico ad essere definito così : anche Marx, che mette in crisi il mondo
borghese e la società capitalistica. Nietzsche ancora di più, fa crollare tutto. Parallelamente
a quella della filosofia, sorge una nuova crisi, quella positivista. Il Positivismo ha una fiducia
estrema verso la.scienza. La positività nel progresso diventa anche filosofica. Ma questa
corrente e la razionalità crollano, molte cose vengono messe in dubbio. Tutti i modi di fare
scienza ribaltano il modo di intendere la materia nel tempo. Ciò che aveva retto la cultura
inizia a vacillare. L'altro maestro del sospetto è Freud, che metterà in dubbio dicendo che
tutto ciò che c'è di umano non sia necessariamente razionale. Abbiamo una parte nascosta
che è l'inconscio. Tutto ciò che fino ad allora si era creduto, non è più certo. Hegel ci aveva
presentato storia e filosofia razionali, ma quell' ottimismo inizia a crollare. Entriamo nel
periodo di "Crisi delle Certezze" (Dio muore, appunto).
Siamo in Germania, nel 1844, dove Nietzsche nasce. La prima fase della sua vita è
caratterizzata da un evento traumatico : il padre muore quando è molto piccolo. Nietzsche è
costretto a trasferirsi con la mamma è la sorella. La sorella sarà molto importante. La
famiglia quindi si trasferisce, sempre in Germania, e Nietzsche inizia a studiare. All'inizio
studia filologia. All'età di 24 anni ottiene la cattedra di filosofia all'università. Si trova in
Svizzera, a Basilea. Qui approfondisce lo studio dei testi greci. Quando Nietzsche si trova a
Basilea, si innamora di Schopenhauer. La critica di Nietzsche a Hegel è già chiara, crolla la
razionalità è il modo di vedere le cose classico, vede il mondo come luogo dell'irrazionale e
impulsi ciechi e irrazionali. Secondo Nietzsche, la filosofia da Socrate in poi, sarebbe da
buttare.
La filosofia ha fatto solo danni e sarebbe da eliminare, il tentativo di provare a fare tutto
razionalmente è solo una bugia. Schopenhauer in una seconda fase verrà abbandonato,
perché lui, secondo Nietzsche, è stato geniale nel capire l'irrazionalità dell'uomo, ma ha
sbagliato nelle soluzioni che ha proposto per eliminare il dolore. La nostra scelta non deve
essere quella di uscire dalle passioni, dobbiamo solo dire si alla vita, entrare nelle passioni e
nel dolore e viverle. L'uomo, di fronte gli impulsi, non deve negare gli aspetti che cessano il
dolore. L'altra figura che incanta Nietzsche è Richard Wagner, che poi verrà comunque
abbandonato. Nella sua musica, Nietzsche vede la rappresentazione di queste forze
irrazionali, porta a farsi trasportare dalle passioni. Quindi la musica di Wagner è adatta al
suo pensiero. Dopo aver ottenuto la cattedra inizia la guerra franco-prussiana, andrà al
fronte come medico ma si ammalerà. Dal 1872 all'88 scrive le sue prime opere. All'inizio non
vengono accettate, inizierà a diventare famoso quando sarà in manicomio. I successi
saranno lenti. Nel 1872 nasce la prima opera significativa, cioè "La nascita della tragedia",
che risente degli studi di filologia. All'interno di quest'opera analizza la nascita e lo sviluppo
della tragedia greca, così da dimostrare l'esistenza di due forze, già nella cultura greca, che
si oppongono, cioè razionalità e irrazionalità. L'altra opera è "Considerazioni Inattuali",
presentando riflessioni non adatte al suo tempo (sempre avanti), avrà pochissimo successo.
Nel 1878 pubblica un'altra opera, "Umano, troppo umano".
Dopo questa serie di opere inizia ad avere gravi malattie di tipo fisico, che lo porteranno a
spostarsi tanto e a viaggiare per trovare un clima adatto alle sue condizioni, arriva fino in
Italia, a Torino. A Torino, salterà fuori la pazzia di Nietzsche: un giorno scese per strada e
vide un carro e il nocchiere che frustava i cavalli per farli camminare. Nietzsche corre per
difendere il cavallo. Un suo amico quindi lo porterà via da Torino per portarlo in manicomio.
Nel 1882, pubblica un'altra opera, "La gaia scienza". Prima che lui impazzisse, traeva
soddisfazione da una comunità filosofica che aveva aperto con suoi amici: Paul Rée,
Nietzsche e Lou Salomè. È motivo di grande stimolo. Nietzsche si innamora di Lou Salomé
ma lei non lo vuole e va da Ree. Questo darà grande dolore a Nietzsche, da lì a poco
diventerà anche pazzo. Nel 1883 esce la sua opera fondamentale "Così parlò Zarathustra".
È un'opera con uno stile particolare, dove Nietzsche parla per figure. Zarathustra farà una
passeggiata con un nano, parleranno assieme. È un'opera che va interpretata. È l'opera in
cui viene annunciata la morte di Dio. Nel 1886-87 vengono pubblicate le opere di Nietzsche
"Al di là del bene e del male" e " La genealogia della morale", che ci parlano del crollo dei
pilastri della morale del tempo, i primi valori che crollano sono quelli del cristianesimo. Nel
1888 abbiamo "Ecce Homo" ,opera autobiografia. Ecce Homo è la frase che disse Pilato
quando presentò Gesù sanguinante al popolo prima che venisse crocifisso. Dal 1888, dove
vive a Torino per soli 6 mesi, è sempre più assente, ha brevi momenti di lucidità. Entra in
manicomio e muore la madre. Sua sorella si offre di diventare tutrice del fratello e delle sue
opere. A causa della sua intromissione nelle opere del fratello, alcune opere saranno da lei
modificate. Le modifica, perchè ? Nietzsche è sempre stato considerato filosofo del nazismo
(che nasce nel 1933). Nasce la figura dell' oltreuomo, che riesce ad andare oltre l'umanità
stessa. Ma molti hanno interpretato questo come superuomo, quindi da un punto di vista
razziale. Ma il ruolo filosofico dell'oltreuomo è di essere in grado di accettare la crisi delle
certezze, è l'uomo che è in grado di diventare dio per sé stesso. Quindi da molti è stato letto
come uomo superiore e migliore, razza ariana ecc...
Gli studiosi si sono chiesti e si chiedono ancora se sia un precursore del nazismo. È
sicuramente antidemocratico e punta sulla élite aristocratica. Ci sono parole forti verso gli
ebrei nelle sue opere ma in alcuni punti vengono criticati anche i cristiani, perché critica
l'occidente nella sua totalità. È vero che esalta l'idea di una nazione tedesca forte e unita.
La sorella si fa furba: quando lui è pazzo, lei si chiede cosa convenga per rendere famoso
Nietzsche. La sorella cerca di modificare le opere per cercare di creare un collegamento col
nazismo, e Hitler andrà a anche a trovarla. C'è anche un'altra idea, di Maurizio Ferraris: "ci
piace dare la cattiveria alla sorella ma in realtà non riusciamo ad accettare la cattiveria di
quest'uomo".
Altri studiosi hanno posto il dubbio sulla filosofia di Nietzsche svalutandola, perché era frutto
di una mente pazza. Poi ci si è ricreduti, con l'idea che nella filosofia di un pazzo non ci sia
niente di sbagliato. La malattia di Nietzsche è ininfluente per la sua filosofia. È il filosofo che
ci dice di dire si alla vita, rompendo quei vincoli della cultura cristiana, con la morte di Dio.
Scrive saggi ma l'aspetto più importante è l'aforisma.

La nascita della tragedia: apollineo e dionisiaco


Il primo tema che tratta è di filologia, proprio ciò in cui Nietzsche è laureato e insegnava,
quindi è a metà tra l’essere un’opera filosofica e filologica. Qui ripercorre le tappe che hanno
portato al formarsi della grande tragedia greca, che lui ha studiato. Studiandola però scopre
diversi punti: nel modo tradizionale di guardare l’epoca classica, siamo portati a pensare che
quello fosse un mondo razionale, ordinato, equilibrato, armonico. Tutto almeno nell’arte
sembra concorrere a precisi rapporti numerici ordinati che si propongono di volta in volta. I
tre grandi filosofi greci (Socrate, Platone, Aristotele) ci danno una visione del mondo
ordinata. Ma filosofo è colui che riesce a capire la legge, spesso matematica, che ordina il
mondo e che è dotata di un ordine. Anche Aristotele ordina e classifica, incasella tutto,
perché il mondo già di suo è incasellato.
Nietzsche dice che questo modo di guardare alla classicità greca è ingannevole. Solo a volte
domina la razionalità. Infatti, nella mentalità greca convivevano due spiriti: apollineo e
dionisiaco.
Apollineo è il tentativo di guardare il mondo trovando in esso equilibri e ordine. Lo spirito
dionisiaco consiste nel guardare il mondo animato da forze irrazionali e violente che
caoticamente si accavallano. Lo spirito dionisiaco si ispira a Dioniso, dio delle passioni e del
caos, mentre apollineo sta per Apollo, emblema di equilibrio e razionalità. Questi modi di
vedere la realtà sono sentiti dai greci e tipici. Quello dionisiaco è uno spirito che vede la vita
come dolore e distruzione, rende consapevoli della difficoltà di dare senso alla vita. Se vedo
che la vita è sofferenza e caos, realizzò la nullità della mia esistenza. L’apollineo ci dice che
invece c’è un senso. All’inizio i due spiriti convivono, poi l’apollineo prende il sopravvento, e
ciò ci ha portato a pensare alla Grecia come una cultura ordinata e apollinea, razionale. Ma
non è solo così. Secondo Nietzsche i greci erano dionisiaci, vivevano in un mondo ostile e
privo di senso. Sentivano il fluire delle cose e lo vivevano davvero, esprimendo la lotta
tramite le arti e la musica. Ad un certo punto, sono nati gli dei per cercare di dare un senso
al mondo e trovare una causa razionale al caos, creando degli dei capricciosi che si fanno
guerra tra loro, cosa che spiega il disordine del mondo. Questo è un tentativo di
razionalizzare una realtà che in realtà non ha una causa. Nello spirito dionisiaco, la
tempesta è vista come qualcosa di inevitabile. Se osserviamo con lo spirito apollineo,
pretendiamo una causa, ci deve essere una ragione che porta a creare le religioni, per
placare la paura dell’irrazionale. Il razionale per paura di irrazionale.
Lo spirito apollineo è espresso dall'epopea dei grandi eroi che spesso ragionano con gli dei
e rivelano le cause e i fini del mondo, ma anche dalla parte plastica, della scultura regolare.
questi due spiriti convivevano, quando qualcosa si è rotto: il percorso è diviso in tre fasi
1. Epoca pre-socratica: nel mondo greco ci sono entrambi gli spiriti, esistono ma non si
combinano e restano separati.
2. Tragedia attica: qui avviene che lo spirito apollineo e dionisiaco iniziano ad
armonizzarsi e a esprimersi nella stessa misura, proprio all’interno della tragedia,
dove vengono narrate vicende di eroi ma anche il coro che canta, cioè il canto è
esaltato. Le tragedie mostrano proprio il caos, e qui si arriva ad una fusione perfetta.
3. Da Socrate in poi: l’equilibrio si frantuma perché l’apollineo inizia a sopraffare il
dionisiaco fino a cancellare il dionisiaco. Questo si nota in filosofia, con Socrate, che
annuncia come dominare le passioni. Platone ci presenta l’anima con una parte
dionisiaca, che però deve essere controllata e dominata dalla ragione. Solo così si
può avere filosofia. Questa condotta seguirà in tutti gli anni a venire, è una costante
che tradisce il vero sguardo della vita. Tutta la cultura occidentale è un affronto al
dionisiaco, spirito che si è accantonato. Oggi bisogna riscoprire il dionisiaco. In
occidente si è nascosto il senso caotico della vita e ci si è illusi di un ordine che non
c’è. Il primo a capire ciò è Schopenhauer, che introduce l’irrazionale volontà di
vivere. Nietzsche supporta in ciò Schopenhauer. Ma bisogna cambiare la mentalità
dell’occidente, perché l’apollineo crea un uomo che dice no alla vita e che ha terrore
di capire il disordine del mondo. L’uomo apollineo si rifugia nella razionalizzazione,
come la religione. Anche la scienza è razionalizzazione, si illude di capire il mondo,
ma anche la filosofia lo è perché tutti i filosofi hanno cercato di trovare le cause.
Questo ha generato un uomo che scappa, che non è in grado di accettare la verità.
C’è l’idea di un uomo che deve accettare la verità e mettersi di fronte al caos e
guardarlo negli occhi accettandolo, così l’uomo porta andare avanti e non avere più
paure. E’ un percorso difficile che Schopenhauer non ha concluso. La soluzione di
ascesi è un dire no alla vita. Schopenhauer alla fine ci ha detto di scappare dalle
passioni. Se la vita è dominata dal disordine, rinnegare ciò significa vivere
nell’illusione, bisogna accettare e fare come Dioniso che di fronte al caos si rivolge in
maniera orgiastica. Gioisce nel disordine, non fugge. L’uomo non solo deve accettare
la tragicità della vita, ma vivere nelle passioni e non scappare, gioire. Dioniso cavalca
la realtà caotica. Così anche l’uomo deve cercare nuove virtù per avere controllo. Le
virtù in questione non sono quelle classiche. Ai cristiani vengono insegnate virtù non
dionisiache, castità, sottomissione, controllo, bisogna moderarsi altrimenti si finisce
male. Nietzsche crede che queste virtù creino un uomo apollineo che dice no alla
vita. La pace è un rifiuto dell’aggressività che abbiamo. Dioniso accetta questo, non
si contiene. L’orgoglio è una virtù, non l'umiltà, forza, non debolezza, queste sono le
virtù perché reali tendenze dell’uomo. Se vogliamo vivere dobbiamo cambiare
prospettiva. Nietzsche dice che le virtù tradizionali formano un uomo sottomesso,
bisogna cambiarle. Wagner e Schopenhauer in questa fase influenzano molto
Nietzsche, verso la fine Schopenhauer viene rifiutato perché l’ascesi è una fuga, è
forma massima di apollineo. Nonostante questo, Nietzsche apprezza che elenchi tra
le vie di liberazione l’arte, che ricollega a Wagner, perchè la musica ci permette di
riacquisire il dionisiaco, la musica parla della volontà. Wagner è artefice del recupero
di una musica che è tripudio di sentimenti e passioni, recupera il senso tragico
dell’esistenza. Questa musica è capace di coinvolgere nelle passioni. Loro forse
hanno colto qualcosa, una via. L’arte in realtà è un modo ma bisogna andare più
affondo, ma per i primi passi di Nietzsche questo senso dell’arte è forte.

La seconda opera è considerazioni inattuali: riguarda sempre Schopenhauer, è un insieme


di titoli in cui vengono affrontati temi inusuali. Sull’utilità e il danno ecc” è la più importante e
riguarda la storia. Parlando dello storicismo approfondisce l’idea dell'uomo nuovo. Gli anni
70 sono ancora dominati da Hegelismo e positivismo, che hanno una visione simile della
storia che divinizza il ruolo della storia. Per Hegel la storia è il percorso che l’Assoluto usa
per mostrarsi, quindi la storia è un succedersi di eventi fondanti che portano l’umanità in una
destinazione determinata che l’assoluto conosce. Tutto è razionale. La storia è necessaria.
Ma questa idea di storia c’è anche in Marx, con la legge della lotta tra classi, che vede il
trionfo di una classe. Questa è una legge inevitabile della storia. Anche questa storia
procede secondo una legge, quindi anche qui la storia guida l’umanità, dobbiamo capire il
passato. Anche il positivismo è così: il progresso dà senso alla storia come processo di
susseguirsi di invenzioni, la storia è ordine di queste invenzioni graduali. Ma questo
atteggiamento di esaltazione della storia produce un uomo sottomesso ed è deleterio.
L’uomo che crede in un “destino” porta l’uomo a rassegnarsi perché è incapace di cambiare
qualcosa, l’uomo non conta nulla ed è inutile dominare qualcosa che è più forte di me.
L’uomo non può cambiare il mondo. Per Nietzsche queste filosofia sono deleterie. Quindi
sarebbe bene dimenticare la storia, perché appoggiarsi al passato in attesa di futuro ci porta
a non prendere posizione ed ad essere meno liberi. Il carico del passato impedisce di
cambiare, ma l’oblio è meglio perché sapere troppe cose ci rende infelici. Però la storia non
è completamente inutile. Ci sono tre tipi di storia, in base alle tre caratteristiche dell’uomo:
l’uomo è essere attivo e vuole plasmare il suo futuro attraverso la storia monumentale, che
fa guardare al passato per ricercare esempi che sono riusciti a fare ciò che noi vogliamo
fare, è una storia che ci invoglia. Può anche però avere un difetto, perchè guardando al
passato così si tende a mitizzare il passato e si ricordano solo gli aspetti positivi, che fanno
comodo, ma si può cadere in errore e nel fanatismo; l’uomo è anche spinto a preservare,
cioè custodire, e venerare, così crea la storia antiquaria. Qui noi cerchiamo di preservare il
passato e custodirlo, venerarlo. Questo atteggiamento salva ciò che siamo stati ma ci porta
al collezionismo, studiamo il passato solo perché il passato diventa bello e basta, è fine a se
stesso. Ciò ci mummifica, nel senso che rimanendo troppo attaccato non cerco più di
cambiare; l’uomo poi soffre e vuole essere liberato, il che forma la storia critica che tenta di
liberare l'uomo dal passato, guardando il passato con sguardo critico, processa il passato
condannandolo con l’idea che si cambierà. E’ la storia che vuole spingere l'uomo in avanti,
ed è positivo. A volte però, questo atteggiamento critico porta a pensare di non essere figli di
quel passato, è drastico, noi siamo prodotti di quel passato. Anche la storia critica ci illude
che sia semplice diventare uomini nuovi.
In Considerazioni Inattuali quindi, bisogna dar vita ad un nuovo uomo appoggiandosi a tutte
e tre le storie, che messe assieme aiutano l’uomo a crescere.

Periodo illuministico

Le opere scritte da Nietzsche qui sono più di due, le più importanti: "La gaia scienza" e
"Umano, troppo umano". Nella prima, viene sancita la morte di Dio.
Il periodo è illuministico, non illuminista: se così fosse stato, avrebbe segnato una tendenza
a Voltaire, di corrente illuminista. Kant è perfettamente un filosofo illuminista, pone sotto
critica delle convinzioni, approccio tipico illuminista. Kant scardina la metafisica con una forte
critica alla ragione che la porta sotto processo. Nietzsche vive un periodo illuministico:
principalmente perché si affaccia nell'approccio critico, vuole decostruire i principi della
cultura occidentale, tutto ciò che spiega la nostra vita è un illusione, quindi bisogna criticare
le convinzioni. Nel periodo precedente, lo schopenhaueriano, Nietzsche è ancora legato a
Schopenhauer. Si stacca perché non riesce ad accettare il Nirvana, se accettasse sarebbe
un uomo che dice no alla vita, ma Nietzsche è per dire sì alla vita. Si stacca e inizia a fare
un'opera di controllo, di analisi su tutte quelle credenze che l'uomo ha accettato come se
fossero vere e indiscutibili. Il suo obiettivo è la cultura occidentale, bisogna analizzare le
nostre convinzioni prese come quasi divine e indiscutibili.
Illuminismo la loro origine: Nietzsche crea una genealogia, perché vede come, dove è
quando le cose sono nate, le origini. Vuole anche controllare se queste idee, sotto critica,
crollano o no. Se un'idea resiste allora è una cosa a cui dobbiamo credere, se crolla,
l'origine di quell'idea è umana, non è divina. Il suo obiettivo polemico è la metafisica.
L'approccio dei filosofi nel spiegare il mondo è quello dei pensatori che cercano di spiegare il
nostro mondo creandone un altro, che dia senso a ciò che noi percepiamo nel nostro mondo
e alle nostre imperfezioni. Questo approccio è quello più criticato da Nietzsche. Un esempio
è Platone, crea un mondo perfetto. Per Nietzsche è impossibile dare senso al nostro mondo
o trovarne una spiegazione. Quindi è un periodo illuminista che vuole smascherare la
filosofia per controllare e smascherare le credenze illusorie, che sono "umane, troppo
umane". L'obiettivo è liberare l'uomo dai limiti e giungere all'oltreuomo. È un bombardare per
ricostruire nel modo giusto, per mezzo dell'oltreuomo.

La gaia scienza

"Dio è morto" implica che l'obiettivo non sia solo quello di far crollare la divinità, ma tutte le
convinzioni che l'uomo ha creato quindi "Dio" è una metafora che include i tentativi di fare
metafisica, che per Nietzsche è un provare a dare un senso al mondo, e tutto un tentativo di
leggere il mondo in maniera ordinata. Dio è ordine. Dio può essere i valori, le credenze, le
convinzioni che portano l'uomo a spiegare il perché del mondo. Quindi, Dio è una bugia che
l'uomo si è creato da tempo e si è portato dietro. L'uomo ha creato Dio per spiegare il caos
del mondo, doveva attribuire una responsabilità, ha un fine e un perché. Dio, è la più antica
delle bugie. Dio è il dio della religione, ma anche molto di più. Nietzsche dice che far morire
Dio e tutte le idee che danno senso al mondo deve essere produttivo, e bombardare queste
credenze non porta a crearne di nuove. Dobbiamo ricostruire, ma qualcosa di diverso, non
un sostituto di Dio.

Frammento 125, analisi :


● Uomo folle : Nietzsche
● Lanterna: illuminare le illusioni
● La folla: alcuni rappresentano l'ateismo dell'800, Feuerbach e Marx. Entrambi sono
criticati perché credono che solo capendo che Dio non esiste allora l'uomo sia libero.
Nietzsche dice che questa scoperta sconvolge, l'uomo è traumatizzato, il senso della
vita è morto, è un processo molto lungo. In un primo momento, l'uomo nuovo è
turbato. Capire che Dio non esiste è causa di grande dolore, tutto ciò che orientava
ora non c'è, l'uomo è nel caos. Gli uomini che ridono dell'uomo folle non capiscono la
gravità di ciò che sta succedendo, la morte di Dio è una morte filosofica, Nietzsche
sta approdando nel nichilismo, cioè l'annullamento di tutto e il non avere più niente.
● “Abbiamo sciolto la terra dal sole”: abbiamo distrutto le certezze.L'uomo ha ucciso
Dio e non se n'è reso conto: interiormente l'uomo sa di aver ucciso Dio ma ancora
non è pronto a tollerare questa cosa, le persone della folla non sono ancora pronte
per comprendere l'annuncio del folle.
Capiamo che Dio è già morto per il "puzzo del cadavere". L'uomo folle va in chiesa, canta il
canto di morte e viene buttato via, ma si chiede perché, in quanto sta solo accettando che
Dio è morto.
Uccidere Dio è uccidere la metafisica, ma è anche vero che una volta morto Dio ciò che
entra in crisi sono i valori che orientano la nostra morale. Il cristianesimo ci impone dei limiti
e dei comportamenti, i valori muoiono e bisogna sostituirli con dei valori nuovi che
cavalchino il caos e rendano libero l'uomo.

La filosofia del meriggio: così parlò Zarathustra

Lo stile dell'opera è fondato sulla Bibbia, principalmente perché l'opera di Nietzsche vuole
essere annuncio di un messaggio profetico, è uno stile molto metaforico il suo e usa figure
che vanno interpretate. Nietzsche crea un suo profeta, ma Zarathustra esiste realmente. È
un'opera complessa per simbolismi e metafore. Zarathustra non è inventato, esiste ma il
vero nome è Zoroastro e proviene dalla Persia, è un profeta orientale annunciatore dello
zoroastrismo. Zoroastro e Zarathustra non sono comunque la stessa persona, Zarathustra
non ricalca le caratteristiche del reale profeta. Zoroastro era stato uno dei primissimi profeti
ad aver fondato una morale ultraterrena, quella contro cui Nietzsche si schiera, una morale
simile a quella cristiana. Nietzsche inserisce il profeta per attribuire le colpe di aver fondato
una morale fasulla, e Zoroastro stesso deve annunciare la verità per rimediare.
Zarathustra, a 30’ anni, decide di salire su una montagna mollando tutto, pensa che
riflettendo potrà comprendere il significato della vita e del mondo. A 30' anni, proprio come
Gesù che ha iniziato la predicazione a quell'età.
Zarathustra poi si rende conto che deve scendere dalla montagna per comunicare agli
uomini un messaggio, ciò che ha scoperto. Scende dalla montagna e va in un mercato e
inizia a predicare, alla prima nessuno capisce niente di ciò che sta dicendo, fa una seconda
predicazione, una terza e nessuno lo capisce. Alla fine arriva la predicazione più importante,
dove Zarathustra annuncia il "più abissale dei suoi pensieri ", cioè: l'eterno ritorno
dell'uguale. All'annuncio, c'è chi reagisce bene e chi male.
Zarathustra pensa di raggiungere l'illuminazione allontanandosi da tutti, ma non rimane nella
solitudine, alla fine scende e abbandona quella che Schopenhauer aveva definito la
condizione di "ascesi". Una volta che ho compreso, io inizio a vivere nel modo giusto.
Zarathustra annuncia i temi di Nietzsche, come il superuomo e infine, la volontà di potenza.
L’oltreuomo

Le prime traduzioni traducono dal tedesco "superuomo ", ma poi si scopre come sia errato
anzitutto nell'etimologia, e poi anche dal punto di vista filosofico: l'uomo nuovo che sta
delineando Nietzsche non è un uomo coi superpoteri o qualità maggiori rispetto ad un
normale uomo. È un uomo che va oltre i limiti dell'uomo che si nasconde dietro la religione
ecc. L'oltreuomo è quello che ha detto sì alla vita, ha compreso il caos della vita, che ha
avuto il coraggio di dare una razionalità, è colui che dice no ad una morale tradizionale che
strozza le passioni, che spinge l'uomo nel futuro facendogli perdere il presente. Oltreuomo è
colui che accetta la morte di Dio.
Ognuno deve essere dio di sé stesso, non serve più un sistema metafisico che regola la
nostra vita perché ci porterebbe a dire sempre di no alla vita. L'oltreuomo supera il
nichilismo, ma Nietzsche vuole demolire per poi ricostruire nel modo giusto, nello
stile dell'oltreuomo. L’ oltreuomo si pone anche nella prospettiva di volontà di potenza.
L'oltreuomo è l'ultimo scatto evolutivo, come dire scimmia, uomo e superuomo. In
Zarathustra, Nietzsche presenta le tre metamorfosi dello spirito, da cammello a leone e
infine fanciullo. Il cammello rappresenta l'uomo schiavo della cultura e delle convenzioni,
l'uomo sottomesso a Dio e alla morale tradizionale, è il mondo che Nietzsche critica. Il leone
è il simbolo della filosofia del mattino, quell'uomo che aggredisce la tradizione e le debella.
La terza è il fanciullo, cioè il superuomo che annulla la devastazione e il nichilismo, è l'unico
che è in grado di andare oltre il dolore.
L'eterno ritorno dell'uguale è un ritorno ciclico della storia: tutto inizierà e finirà nello stesso
identico modo. La nostra visione è attualmente lineare. La visione ciclica non è innovativa
ma era già esistente tra i greci come ideologia.
Zarathustra enuncia al mercato l'eterno ritorno. L'uomo normale ha sempre di natura una
visione del futuro, di ricompensa futura. Nietzsche, con Zarathustra, diceva che dopo la
morte non ci sarà nulla, tutto si ripeterà. Questo infatti genera tra alcuni ascoltatori angoscia.
Hai vissuto da depresso, l'eterno ritorno dell'uguale ti riporterà lo stesso destino. Bisogna
fondarsi sul presente.
Metafore in Zarathustra: Zarathustra passeggia con un nano, nella porta c'è scritto attimo,
subito dietro ci sono due strade che divergono. Esse si allungano tanto e non si vede la
fine. Il nano dice che quella rettilinea è falsa , alla fine le strade si ricongiungeranno , le due
strade sono futuro e passato che alla fine coincidono.
Nietzsche riprende la visione ciclica della storia per sfruttarla nella sua filosofia, attraverso
Zarathustra, che andando al mercato annuncia l'eterno ritorno dell'uguale. L'uomo che
segue la morale cristiana, ha vissuto ogni attimo nell'attesa di una ricompensa futura: ora
non posso sopportare le mie passioni, ma in futuro ci sarà un aldilà che mi ricompenserà per
ciò. Il presente, è stato sofferenza, in attesa di un poi, che però non esiste secondo
Nietzsche, perché la propria vita si ripete in maniera ciclica. L'uomo Dionisiaco, invece, ha
vissuto nel presente appieno, quindi non ha problemi a riviverla e ha piacere nel farlo.
L'eterno ritorno dell'uguale è un testo molto metaforico e funziona per immagini, come la
Bibbia.
La prima metafora è: Zarathustra passeggia con un nano, incontrano una porta, dove c’è
scritto “attimo”. Dentro ci sono due strade di cui non si vede la fine. Il nano dice a
Zarathustra che la verità è circolare. Una di queste strade è "passato" l'altra “futuro”. Il nano
sta dicendo che anche se non lo vediamo, le strade diverse si incontreranno pur avendo
intrapreso percorsi diversi.
Seconda metafora: Zarathustra è nel deserto e sente in lontananza un pastore, che sta
combattendo contro un serpente infilato nella sua bocca. Il serpente sta vincendo,
Zarathustra non sa come aiutare, prova e riprova, ma L'uomo sta iniziando a soffocare. Così
Zarathustra, dice al pastore di moderlo, cioè uccidere il serpente addentando la testa. Il
pastore così si libera. Il serpente sin dai greci è sempre stato rappresentante della visione
ciclica del tempo, e divora quell'uomo che ha vissuto nell'attesa di una ricompensa futura e
che nell'eterno ritorno proverebbe angoscia. La soluzione è addentare la visione del tempo
ciclico, cioè non farsi sopraffare e saper non farsi vincere.
Nietzsche sta quindi distruggendo il mondo ultraterreno definitivamente, un mondo che non
esiste più. L'uomo non è più un individuo represso. C'è una sorta di consiglio morale, come
si deve vivere se il tempo è ciclico? Vivere nell'attimo, nel presente, dire si alla vita.
Che significato ha questa visione ciclica ? È solo una metafora o davvero crede che il nostro
mondo finirà in un'apocalisse che porterà alla rigenerazione del mondo? È un problema
irrisolto perché in alcune pagine sembra che ci creda cosmologicamente a questa ciclicità, e
ci crede perchè dice che questo percorso cosmologico è giustificato in quanto l'universo
nella sua distruzione rilascia dei residui , questi imploderanno per riformare un nuovo
universo. Un po' come il Big bang. In altre opere tuttavia, dà delle spiegazioni diverse
dell'eterno ritorno, un pò esclusive e un po' probabili. Alcuni dicono che sia solo un
imperativo morale, cioè vuole comunicare agli uomini di vivere nel presente, la felicità sta
qui. La nostra vita non deve essere razionale, sottomessa. Bisogna vivere nella passione.
L'eterno ritorno è una metafora che serve a Nietzsche per giustificare l'oltreuomo, per alcuni,
quindi questa metafora è perfetta per spiegare come il superuomo deve vivere. Egli uccide
Dio, vince la ciclicità della vita.
Nietzsche non vuole fare un sistema, la sua filosofia vuole essere un caos che in realtà è
perfettamente concatenato, tutto è coerente e niente esce fuori dagli schemi.
“La genealogia della morale” e “Al di là del bene e del male”, sono due opere morali.
Nietzsche dice che i filosofi precedenti hanno sbagliato perché pensavano che una morale
già esistesse e bisognasse capirla. Nietzsche vuole far crollare la stessa morale, metterla in
discussione. Il problema è che le regole morali, anche quelle dei filosofi, hanno cercato
giustificazione in valori che sfuggivano all'uomo. Come se le regole ci fossero state impartite
dal divino. Socrate fa derivare tutto ad un demone interno, qualcosa di soprannaturale. Kant
alla base della Critica della ragion pratica riconosceva una legge morale. Tutte le regole che
ci piace vedere come eterne, sono solo meccanismi creati dagli uomini per coprire i disastri
della propria vita.
Bisogna formare regole morali che dicano si alla vita. Tutti prima di Nietzsche hanno dato
delle regole di comportamento dando per scontata la morale. Nietzsche stesso ammette la
necessità di fare filosofia “col martello”, il che rappresenta appieno il suo voler far crollare e
ricostruire le certezze.
Qual è il punto critico delle morali ? È che chi le ha costruite le ha sempre proposte come
delle regole universali, indiscutibili, eterne, come provenienti da un'origine superiore
all'uomo. Ricorda Socrate col demone e Kant. Quindi bisogna criticare e sviscerare questo
nucleo. Nietzsche dice che la morale e le sue regole sono state create dai potenti per
soggiogare le altre persone. In che modo ? Quando noi cresciamo, ad esempio, i nostri
genitori ci danno le regole del comportamento. Quindi, chi ha il potere decide il nostro
comportamento. Questa elite vuole che i più deboli rispettino queste regole, quindi i valori
imposti sono convenienti all'élite. Queste regole sono universali, ma eterne per l'uomo. Ma è
una falsità, è solo l'interesse di un gruppo di persone che vogliono tenere sotto controllo gli
altri. Secondo la morale devo sottostare allo stato perché è volere di Dio, ma in realtà è solo
una questione umana. La Voce della coscienza, un'idea, nelle nostre menti ci dice cosa è
giusto fare per la morale di Dio, ma in realtà è una falsità. Nietzsche va a guardare che
succedeva nel mondo greco e latino prima della nascita di Cristo. Indagando, nota che i
valori che reggevano gli uomini erano molto diversi rispetto al mondo contemporaneo. I
valori da perseguire erano la forza, la potenza, primeggiare, quindi concetti opposti rispetto
alla vita di ora. Era il mondo in cui gli uomini dicevano sì alla vita, il mondo era caos e
nessuno cercava di portare ordine ma di viverci dentro. Ad un certo punto della storia, però,
arriva la religione. Quindi dalla forza, poi si esalta la debolezza ; se prima era l'impeto ad
essere esaltato, ora è il controllo. Tutto è conseguenza della morale dei cristiani. Anche se il
processo inizia prima, con gli ebrei. Nietzsche etichetta le due morali: quella del mondo
classico è quella dei "cavalieri o signori", cioè quelli che sottomettono; quella dei cristiani è
"La morale degli schiavi o pecore ", perchè sono persone che vivono nell'oppressione.
Perchè noi viviamo con la morale degli schiavi? La colpa non è di Gesù, ma dei sacerdoti.
Nella morale classica, dove chi aveva il potere era il soldato, all'interno di quella situazione i
sacerdoti avevano un ruolo marginale. Questi sacerdoti iniziano a provare risentimento
verso i potenti, verso i cavalieri. Quindi operano un rovesciamento: prendono i valori della
morale classica e la rovesciano, creandone una opposta, così ché loro potessero avere un
ruolo di primo piano. L'origine di tutto è anche più profonda, il popolo sacerdotale per
eccellenza è quello degli ebrei. Bisogna quindi diventare immoralisti, andare contro la
morale si deve creare una morale che rispetti l'aspetto dionisiaco della vita. Il tema cardine,
o l'ultimo, è" la volontà di potenza ", cioè la caratteristica e il modo di essere dell'oltreuomo
che porta l'uomo ad essere fanciullo da leone. I bambini sono esaltati perché, quando
aprono gli occhi danno loro un significato al mondo, senza che qualcuno glielo dia. Quindi il
superuomo, una volta che ha distrutto il mondo,è come il fanciullo che apre gli occhi, e con
la volontà di potenza crea un nuovo mondo. Quindi ogni uomo, così diventa oltreuomo è da
un suo significato, ma Nietzsche dice che non tutti possono diventare oltreuomini. Solo
poche persone riescono a dare il significato giusto al mondo che devono comunicare agli
altri che si ingannano ancora.
Nichilismo: significa nulla, quindi l'idea di questa filosofia accoppiata a quella di Nietzsche,
riguarda la seconda parte della sua filosofia. È la situazione dopo la certezza metafisica, ora
nulla ha senso. Nichilismo ha avuto nella storia due diversi significati: il primo è il negare il
valore alla realtà, cioè la realtà è la copia perfetta di un modello che da significato (platone),
quindi è un negare che il nostro mondo abbia senso, ma Nietzsche non vuole questo, cerca
altro. Nietzsche dice che dobbiamo cavalcare il caos del mondo. Lui è nichilista in un altro
modo, lui stesso si definisce il primo vero nichilista con questo significato del Nichilismo: il
nulla relativo al crollo di tutte le certezze e metafisiche, è il contrario della prima teoria. La
prima negava il nostro mondo per un altro, Nietzsche nega un altro mondo è esalta il nostro,
la nostra realtà. Dice che altri hanno provato ad essere nichilisti in questo modo, senza
riuscirci, perché il nichilista vero è colui che distrugge e ricostruisce nel modo giusto. I falsi
nichilisti sono quelli che distruggono e ricostruiscono ciò che hanno distrutto. Esempio:
distruggere un dio per crearne un altro, non è nichilismo. Se pensiamo al positivismo, esso
uccide Dio ma ne crea un altro, cioè, la scienza; anche Marx e Feuerbach fanno crollare
l'idea di un dio metafisico in quanto creazione dell'uomo, ma Marx ne crea un altro, cioè il
proletariato.
Bisogna fare attenzione perché affermare che la metafisica non dà senso al mondo non
significa che il mondo non abbia senso, il senso lo dà il superuomo.
Il nichilismo incompleto è quello dei filosofi che non sono andati affondo, a cui si oppone il
nichilismo completo che guarda in faccia il nulla che ha creato. Il nichilismo può essere
passivo, cioè di chi distrugge e lascia di fronte a sé il nulla; il nichilismo attivo è di chi dopo il
nulla ricostruisce, come superuomo.

Ora, entriamo nell'ultima parte della sua filosofia, non troppo chiara.
Il prospettivismo

“Non vi sono fatti ma solo imperfette azioni". Cioè, nulla ha senso in modo oggettivo, quindi
tutta la realtà è solo interpretazione umana, un modo di dare senso alle cose tipico
dell'uomo. Ogni esperienza della nostra vita è frutto di una nostra interpretazione,
interpretazione che per essere corretta deve essere interpretata dall'oltreuomo. E l'altro
superuomo accanto?
Kant diceva che rispetto alla realtà, noi conosciamo solo l'oggetto dalle nostre forme pure a
priori, noi cogliamo solo il modo di leggere la realtà. Ma quello di Kant era un soggettivismo
universalistico, con Nietzsche non è così: ogni oltreuomo impone un significato al suo
mondo. Tutti gli uomini devono diventare superuomini o solo alcuni possono dare un
significato vero al mondo ? Nietzsche non risponde a ciò. La realtà non ha senso, è caos,
ma il superuomo sa comprendere quel caos e dare un suo significato, sa dare il suo ordine
al mondo.
Per completare considerazioni inattuali: critica l'idea che esista una legge per la storia, l'idea
che la storia abbia senso e significato e vada idolatrata. Nietzsche ci ragionerà ed
esaminerà tre aspetti della storia.
Nell'opera “Il Crepuscolo degli Idoli”, Nietzsche parla (sotto forma di evoluzione) di quelle
filosofie precedenti abbiano cercato di dare un senso al mondo con la metafisica, ad un
certo punto è iniziata l'idea di un mondo oltre il nostro. È un percorso di critiche che parte
dagli estremi peggiori, fino ad arrivare alla migliore, cioè la sua filosofia. Le prime critiche
sono sul Platonismo, poi Il Cristianesimo, il Kantismo col mondo noumenico ( ma egli è il
primo punto di distacco perché il noumeno non si può conoscere), la prima parte della
filosofia del leone di Nietzsche e infine la sua ultima parte sul fanciullino.

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