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freud 1

Freud è nato nel 1856 e morto nel 1939. Freud parla già della nostra società. È stato
contemporaneo della prima guerra mondiale. Freud è un autore entrato nella letteratura,
arte, linguaggio comune e nel nostro modo di pensare, noi siamo post freudiani, la sua
interpretazione della realtà umana è molto ampia e nuova. La psicoanalisi è un territorio ad
oggi talmente ampio e diversificato che ormai è diventata parte della vita contemporanea.
VITA:
Nasce nel 1856 in una piccola città della Moravia che si chiamava Příbor, a quell’epoca la
Moravia come regione faceva parte dell’impero austro-ungarico, quindi lui era un cittadino
austriaco. Oggi appartiene alla Repubblica Ceca (di recente formazione). È cresciuto a
Vienna (cultura asburgica). Nasce da genitori ambedue ebrei, il padre aveva avuto un’altra
moglie o due prima della moglie da cui ebbe Sigmund, quindi in famiglia aveva fratellastri più
grandi di lui figli dello stesso padre ma di madre diversa, il padre era un commerciante di
lana, quindi apparteneva alla borghesia medio-alta. All’età di 4/5 anni la famiglia si
trasferisce a Vienna (capitale dell’impero). È uno studente piuttosto brillante e poi si scrive
all’università di Vienna, alla facoltà di medicina. Già all’epoca in Austria c’erano
atteggiamenti antisemiti abbastanza forti, sviluppati, in molte cose per questo si sentì
ostacolato nella sua vita. Dopo la laurea si occupa di molte cose diverse, rimane per un po’
in università a fare ricerca e all’’inizio studia la zoologia, fa studi da un punto di vista
anatomico e fisiologico; poi passa alla fisiologia umana e animale, poi passa nell’istituto di
neurologia. Per alcuni anni quindi lavora all’università come assistente volontario, però lui
voleva più soldi per potersi sposare e quindi abbandona la strada della ricerca universitaria e
inizia a praticare come medico generale all’inizio e poi si avvicina sempre di più nel campo
della psichiatria (malattie mentali). Fa degli esami per poter insegnare all’università anche se
in realtà si dedicò alla professione privata. Nell’85 con una borsa di studio fa un viaggio a
Parigi dove va a visitare un famoso neurologo dell’epoca, Jean-Martin Charcot conosciuto in
tutta Europa, luminare della scienza medica dell’epoca ,che si stava dedicando in modo
particolare allo studio dell’isteria che influenzò molto il giovane Freud e giocò un ruolo
importante nella nascita della psicoanalisi. Poi tornò in Austria e cominciò a fare delle
ricerche in proprio sull’isteria insieme a joseph breuer , che era un medico di pochi anni più
anziano. Nel 1910 viene fondata la società internazionale di psicoanalisi fina a che nel 1933
in Germania va al potere il nazismo e lui in quanto ebreo cominciò ad avere dei problemi,
per fortuna era già anziano, conosciuto in tutto il mondo per i suoi scritti per cui era protetto
dalla furia nazista, ma le sue opere vennero incluse nel numero di quelle bruciate in piazza
dai nazisti, per cui la sua vita a Vienna diventò sempre più rischiosa e alcuni suoi amici,
colleghi, parenti riuscirono a raggiungere degli accordi tali per cui nel 1938 abbandona
Vienna per rifugiarsi a Londra, ci rimase fino alla morte avvenuta nel 1939. Ancora oggi a
Londra c’è la casa di Freud in cui visse con la figlia Anna, Si trova nel distretto di Alsergrund,
in Berggasse; oggi è trasformata in un museo, l’hanno lasciata abbastanza simile a come lui
l’ha lasciata, c’è una grande veranda che si affaccia sul giardino. Era ammalato di tumore
alla mascella che gli provocava dei dolori e problemi, ma riuscì, comunque, a trascorre
serenamente quest’ultima parte della sua vita. trascorse abbastanza serenamente
quest’ultima parte della sua vita. poi qui vi parla un po’ delle opere principali dai primissimi
studi sull’isteria che sono del 95, che rappresentano un po’ l'inizio della psicanalisi [nel 95
aveva 39 anni,era già un uomo che era arrivato a quasi metà della sua vita]. la teoria
psicoanalitica arrivò e lui cominciò a pubblicare i primi studi in quella prospettiva li, ma
quando era un uomo già abbastanza maturo. nel 900 viene pubblicato l’interpretazione dei
sogni, che è stato il testo classico ed è considerato ancora oggi un testo classico del 900.
poi qui vi fa una sorta di spiegazione in cui vi colloca le diverse opere; freud ha scritto
tantissimo tra articoli, saggi, libri, recensioni, per non parlare di tutto l’epistolario di freud→ le
sue opere sono un territorio sconfinato. qui vi fa un elenco in cui indica i testi fondamentali.
poi la psicoanalisi piano piano inizia a diffondersi anche a livello internazionale; lui viene
invitato a fare un ciclo di conferenze negli USA. attraversa il periodo della WWI e anche qui
è un periodo produttivo dal punto di vista delle sue opere, perché scrive molti testi classici
della teoria psicoanalitica e la estende sempre di più, non solo alla teoria clinica che
permetteva di curare le persone ma si trasforma sempre di più in una interpretazione
generale della realtà umana, e della società e delle varie forme di espressione umana; tra
l'altro lui era in contatto con tantissimi e grandissimi intellettuali della sua epoca (einstein,
mann, ecc) → c’è tutto un carteggio interessante da leggere tra freud e einstein che riguarda
la questione della guerra e della pace; è interessante perché si vede il confronto tra questi
due personaggi fondamentali di tutta la cultura del 900, perché einstein era un pacifista
convinto e scrive a freud per chiedergli se secondo lui è possibile pensare ad un mondo in
cui gli uomini possano vivere in pace tra di loro senza combattere guerre→freud gli risponde
da un un punto di vista della teoria psicoanalitica→ gli uomini possono cercare di sforzarsi di
vivere in pace, però una pace intesa in sensi assoluto è ben difficile perché c’è una
componente di aggressività umana che, anche se noi non ne siamo consapevole è presente
nella natura umana, e in certe fasi della storia emerge attraverso la violenza. quindi freud è
un po scettico sul fatto che l'umanità possa mai arrivare a vivere completamente in pace.

discorso della teoria psicoanalitica


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bisogna dire che quando freud si formò come medico all'università nella vienna della
seconda metà dell’800, quella era proprio la cosiddetta civiltà del positivismo→ in cui si
credeva nel progresso scientifico, che la civiltà umana fosse avviata verso un futuro di
progressi. in linea di massima l’idea era che tutte le malattie (anche quelle mentali)
dovessero essere spiegate andandone a cercare le cause fisiologiche, nel corpo. era una
interpretazione molto “materialistica”, anche i fenomeni psichici venivano ricondotti a delle
componenti legate a lesioni o a situazioni di malfunzionamento interne al corpo umano, al
sistema nervoso, ecc. ci doveva essere una aggancio materiale al corpo per spiegare tutte
le malattie.
qui si stabilisce il collegamento con l’isteria→ l’isteria è una malattia che colpiva soprattutto
donne relativamente giovani e si poteva presentare con manifestazioni diversificate: dagli
attacchi con le convulsioni simili a degli attacchi epilettici, a fenomeni di perdita di coscienza,
difficoltà a parlare, a volte attacchi di cecità, episodi di paralisi→ era una malattia strana e
proprio perché era difficile prevedere, era difficile circoscrivere in modo preciso la
sintomatologia e era difficile spiegarne le cause; infatti perché si chiama isteria? interia è
una parola che deriva dal greco “hystera” che significa appunto utero, è la parole greca che
significa utero. era infatti una malattia che era conosciuta fin dai tempi antichi, fin dalla
grecia antica, e i greci la spiegavano con un malfunzionamento dell’apparato genitale
femminile, che queste manifestazioni che si presentavano fossero dovute a delle cause che
riguardavano il corpo della donna; quindi tutti gli organi legati alla sessualità, alla
riproduzione e via dicendo. quindi rispetto a questa concezione tradizionale, prima con
charcot, poi con breuer e poi con freud si comincia a pensare che l’isteria non sia una
malattia prodotta unicamente da fattori fisiologici e corporei, ma che rientri in quel gruppo di
malattie che noi oggi definiamo malattie psico-somatiche (che hanno un'origine non solo
legata al corpo ma soprattutto alla psiche, e che possa essere studiata e compresa non
attraverso la ricerca di sintomi organici e somministrazione di farmaci ma attraverso una
terapia di tipo psicologico). a quell’epoca stavano sperimentando (sia charcot che breuer) la
tecnica dell’ipnosi (consente a chi viene ipnotizzato di richiamare alla mente degli eventi del
passato che erano stati dimenticati e quindi anche di risolvere quelle componenti
energetiche che erano legate a questi avvenimenti che non si trovavano più in una
dimensione di consapevolezza). c’è dietro tutta una teoria anche della mente umana, su
come funziona la psiche umana, che sta ad indicare il fatto che in questa epoca si comincia
a pensare che in questo caso l'isteria, però poi anche altre malattie, possano essere
affrontate e risolte non tanto sul piano medico (positivistico) ma seguendo delle tecniche che
poi con freud prenderanno il nome di psicoanalisi, e che non richiedono necessariamente la
correlazione con dei fattori organici o la somministrazione di droghe o farmaci.

caso di anna o.
fa parte della prima pubblicazione fatta da freud e da breuer nel 1895, in cui vengono
raccolti alcuni casi di isteria che erano stati trattati sia da breuer che da freud. questa anna
o. è diventata una sorta di personaggio anche letterario, perché questa fu una paziente
curata da breuer ed era una giovane donna che proveniva da una famiglia ebraica piuttosto
illustre dell’alta borghesia viennese (il padre era un commerciante molto famoso).
Questa ragazza nel 1880, quando aveva 20/21 anni, lei era molto legata a suo padre, e suo
padre si ammala di una malattia mortale, quindi lei lo accudisce nell’ultimo periodo della sua
vita fino alla sua morte.
È proprio in questo periodo che inizia a manifestare questi sintomi isterici (paralisi, cecità,
incapacità di parlare, anoressia).
Ma la ragazza di per sé non aveva delle lesioni organiche, i genitori non erano malati di
nervi, non c’era alcuna causa organica evidente per poter spiegare questi sintomi.
Freud tra l’altro era anche un medico e quindi l’aveva visitata anche dal punto di vista
medico, ma ecco che utilizzando questa tecnica dell’ipnosi, iniziano ad emergere degli
episodi del passato legati anche ai rapporti che lei aveva con la sua famiglia e con suo
padre.
La psicanalisi ancora non esiste, ma Freud cerca di curarla facendo riemergere questi
ricordi, facendole fare delle terapie rilassanti in modo che non fosse più stressata, anche
attraverso il dialogo: parlava e cercava di far emergere le cause psichiche che potevano
aver dato origine a questa malattia.
Questi fatti di questa ragazza si verificano intorno al 1880/81, quindi in realtà viene scritto
questo libro, Gli studi sull’isteria, sono in realtà fatti che appartengono al passato, Freud non
aveva mai conosciuto questa Anna O., però siccome era stato un caso particolarmente
significativo e importante trattato da Breuer, decidono di inserirlo in questa pubblicazione di
questa raccolta di casi clinici.
In realtà questa Anna O., si chiamava in realtà Bertha Oppenheim (Anna O. era uno
pseudonimo perché non potevano rivelare il nome della paziente), ma più avanti si venne a
scoprire chi fosse Anna O., e nel corso della sua vita poi questa Bertha Oppenheim fu una
donna anche abbastanza famosa al suo tempo: era una giornalista, una scrittrice, si
occupava di problemi relativi all’abbandono di giovani donne, era una femminista, difendeva
i diritti delle donne. Fu una donna che anche nella sua vita successiva si affermò ed ebbe un
certo successo e notorietà, infatti lei non parlava volentieri di questi suoi anni giovanili e
distrusse tutti i documenti relativi a quel periodo.
Le notizie che noi abbiamo le possiamo ricostruire solamente attraverso notizie indirette
come gli scritti di Breuer, di Freud e testimonianze.
Primi passi in cui Freud, insieme a Breuer, inizia a farsi delle domande e porsi dei problemi
riguardo il fatto che le origini di certe malattie nervose, tra le quali l’isteria, potessero essere
non tanto di natura fisica e materiale come era successo fino ad allora, ma di tipo
psicologico, e quindi legati ai traumi, agli eventi dell’infanzia, ad altre cause che non fossero
corporee e somatiche.
Naturalmente una cosa non esclude l’altra dato che ci possono essere entrambe le cause o
una sola delle due, difficile da determinare, bisogna vedere i casi singoli.
Comunque sostanzialmente attraverso questo tipo di analisi e di studi che Freud comincia a
fare in questo periodo, anche dopo Gli studi sull’isteria, ecco che comincia a farsi strada
questo concetto fondamentale che è il concetto dell’inconscio, che costituisce una delle
categorie fondamentali della psicoanalisi, ma anche di tutta la civiltà contemporanea.
Per cui anche questa costituisce una trasformazione enorme rispetto alla concezione
dell’uomo che c’è stata fino a quel momento.
Se si pensa ai diversi modelli filosofici studiati finora, fondamentalmente la maggioranza di
queste concezioni antropologiche, ovvero sulla natura umana, partono dal presupposto che
l’essere umano sia soprattutto un animale razionale, per cui la razionalità e la vita cosciente
costituisce un punto di riferimento fondamentale, e che quindi tutti i comportamenti umani
più o meno possano essere spiegati tramite il ricorso alla ragione e alla razionalità, perché il
modello era quello nella cultura occidentale.
C’erano stati alcuni casi nell’idealismo tedesco, o ad esempio in Schopenhauer, in alcuni
aspetti in Nietzsche, in cui si pensava ci fossero delle componenti irrazionali, che fossero
quelle che determinano la vita umana, ma si rimaneva così su un piano molto generico e
astratto.
Invece con Freud, l’esistenza di questa dimensione, che oggi è più o meno riconosciuta,
chiamata “inconscio” diventa il fondamento di una nuova concezione dell’uomo.
Per cui i comportamenti dell’uomo legati alla sfera cosciente, alla razionalità e a ciò che in
qualche modo può essere tenuto sotto il controllo della nostra consapevolezza, con Freud si
comincia ad affermare questa idea che in realtà la parte razionale della nostra vita, quella
parte di cui noi siamo consapevoli, è soltanto una piccola parte di quelle forze che
costituiscono l’essere umano, perché per la maggior parte invece la psiche umana affonda
nell’inconscio.
L’inconscio è una serie di forze profonde che sono nascoste e non sono visibili, si chiama
inconscio perché noi stessi non ne siamo consapevoli, ma che però sono quelle forze che
anche se noi non ce ne rendiamo conto determinano gran parte dei nostri comportamenti.
Cambia l’immagine dell’uomo: da modello razionalistico si passa ad un modello in cui gli
esseri umani sono guidati, anche non se ne rendono conto o non lo ammettono, da forze
inconsce che ne determinano le azioni.
Inizialmente questo inconscio Freud lo divide in 2 zone:

- Una zona del preconscio, in cui ci sono quei contenuti che non affondano
troppo in profondità e che quindi con un po’ di sforzo noi riusciamo a riportare
sulla soglia della coscienza.
- Ci sono poi elementi che stanno molto in profondità, e che quindi sono stati
rimossi, per usare un termine psicoanalitico, dalla sfera della nostra coscienza,
perché troppo perturbanti/fastidiosi o dolorosi, e per questo li abbiamo respinti in
profondità; ma anche se sono laggiù perché noi li abbiamo rimossi, ci sono e
sono questi che agiscono in profondità e determinano i nostri comportamenti.
È in questa direzione che si muove la psicanalisi → nel cercare, attraverso delle tecniche
particolari, di pian piano smuovere e lentamente far riemergere, ovvero riportare ad un livello
di consapevolezza, questi nuclei profondi e sepolti della personalità che anche se noi li
abbiamo rigettati, in realtà sono ancora attivi e sono quelli che ci fanno star male e ci fanno
soffrire, o che sono alla causa di molti comportamenti patologici, nevrosi o psicotici.
Ecco perché la psicanalisi viene anche chiamata “psicologia del profondo”, perché cerca
appunto di scavare in profondità e di riportare alla luce e alla consapevolezza degli
avvenimenti, dei ricordi, dei traumi che noi abbiamo subito, ma di cui ci siamo dimenticati
volontariamente, che abbiamo respinto in profondità perché sono delle cose che ci fanno
star male.
Ma sono queste cose che abbiamo rigettato nella profondità che sono la causa di molte
malattie nervose e mentali.
Cambiamento di prospettiva che avviene con Freud e la psicanalisi rispetto ai modelli
filosofici, antropologici o psicologici che c’erano stati fino a quel momento. Ecco perché
ancora oggi la psicanalisi viene considerata una sorta di rivoluzione del pensiero umano; poi
ci sono anche delle persone che negano qualunque validità scientifica della psicoanalisi.
Ancora oggi la psicanalisi fa molto discutere e parlare e suscita molte controversie.
Inoltre ormai di psicoanalisi o di psicologie del profondo ne esistono un'infinità di correnti
diverse.

audio 2
(argomenti trattati la scorsa lezione) pag.464:
- inconscio e il suo significato nel contesto della teoria di Freud,
- processo di rimozione che costituisce quel movimento attraverso il quale i contenuti
che vengono rimossi dal piano della coscienza vanno a finire nell’inconscio.

Qual è il problema a questo punto? Dal punto di vista della disciplina della psicoanalisi, cioè
degli inizi della psicoanalisi, il problema che Freud si pone è quello di come fare ad accedere
a questi contenuti che sono stati rimossi e collocati nell’inconscio e come si fa ad arrivare a
conoscere questi contenuti. Inizialmente Freud pensa di fare ricorso all’ipnosi, perché questa
era una tecnica che veniva usata da Charcot alla Saint Petriere nella cura dei casi delle
isteriche, ed era stata per un certo punto usata anche da Breuer, collega di Freud, però lui
non è soddisfatto di questo metodo perché offre dei risultati che non sempre sono affidabili.
Allora decide di provare con un nuovo metodo che è quello delle associazioni libere, il quale
consiste nel fatto che, invece di indurre dall’esterno il paziente in uno stato di costrizione
come quello dell’ipnosi, si cerca di farlo rilassare (ecco da dove viene la tecnica del paziente
steso sul lettino/divano con lo psicanalista dietro di lui) che è uno dei presupposti per cui
questa tecnica può funzionare, in modo tale che lui stabilisca dei processi associativi tali da
far emergere questi contenuti rimossi che si trovano nell’inconscio.
I rapporti che esistono tra il linguaggio, il pensiero cosciente e l’inconscio è un tema molto
significativo per Freud perché rappresentano uno dei problemi della psicanalisi.
Così facendo secondo Freud lo psicanalista gradualmente può accedere, attraverso un
percorso anche interpretativo, a una ricostruzione di quelle esperienze che sono state
rimosse ma che hanno prodotto quei ricordi e quelle associazioni.
Ex. 1 Freud stesso racconta una sua esperienza: “Sto per preparare il caso clinico di una
mia paziente per la pubblicazione e mi trovo a dover scegliere un nome da darle nel lavoro
(ovviamente qui c'è il discorso del segreto professionale, lui non poteva rivelare apertamente
il nome dei suoi pazienti quindi gli doveva assegnare dei soprannomi), il campo per la scelta
pare vastissimo, certo alcuni nomi sono fin da principio da escludere, in primo luogo il nome
vero, poi i nomi dei componenti della mia famiglia cui mi opporrei e forse altri nomi di donna
che suonano particolarmente strani, per il resto non c'è da essere imbarazzati a trovare un
nome. Ci sarebbe da aspettarsi e io stesso me lo aspetto che tutta una serie di nomi
femminili mi si presenti alla mente.
Invece se ne presenta uno solo, non accompagnato da nessun altro: il nome di Dora. Mi
domando come sia determinato. Chi altri dunque si chiama Dora? Incredulo vorrei
respingere la prima cosa che mi viene in mente, cioè che si chiama così la bambinaia di mia
sorella. Ma posseggo abbastanza autodisciplina o allenamento ad analizzare da fermarmi su
questa idea sviluppandola e mi viene subito in mente un fatterello della sera precedente, che
porta la determinazione cercata. Ho visto sul tavolo della sala da pranzo di mia sorella una
lettera indirizzata: “Alla signorina Rosa W”. Chiesi meravigliato chi si chiamasse così, e mi
sento rispondere che la presunta Dora in verità si chiama Rosa, e al momento di prender
servizio aveva dovuto rinunciare all’uso di questo suo nome perché mia sorella sentendo
chiamare “Rosa” avrebbe potuto ritenersi chiamata lei stessa (anche la sorella si chiamava
Rosa). Dissi, con senso di pietà, ‘povera gente, neanche il proprio nome possono tenersi’ e
come ora ricordo divenni taciturno per un momento e cominciai a pensare a diverse cose
serie che si perdevano nell’oscurità ma che adesso molto facilmente potrei richiamare alla
coscienza. Quando poi il giorno seguente stavo cercando un nome per una persona che non
poteva conservare il proprio, non mi venne in mente altro che “Dora”. L’esclusività qui è
dovuta a un chiaro nesso nel contenuto giacché nella storia della mia paziente un influsso
decisivo anche per l’andamento della cura proveniva da una persona a servizio in casa, cioè
da una governante. (qui è chiaro questo discorso delle associazioni, anche se non ce ne
rendiamo conto, il nostro cervello fa delle associazioni che determinano delle nostre scelte).
Ex. 2 Una signora, che adesso ha 37 anni, afferma di ricordarsi nel modo più netto di avere
fatto, all'età di 12 anni e mezzo, per la prima volta visita in campagna ad alcune amiche di
scuola e appena entrata nel giardino di avere avuto immediatamente la sensazione di
essere già stata una volta in quel luogo. Questa sensazione si sarebbe ripetuta quando
entrò in casa così da sembrarle di sapere già da prima quale sarebbe stata la stanza
successiva, la vista che di là si godeva e così via. È però del tutto escluso, confermato in
base alle informazioni avute dai genitori, che questo sentimento di familiarità potesse
provenire da una passata visita nella casa e nel giardino in questione, fatta per esempio
prima della fanciullezza. La signora, comunicando questa esperienza, non cercava una
spiegazione psicologica ma ravvisava, nel manifestarsi di quella sensazione, un indizio
profetico dell'importanza che quelle amiche avrebbero più tardi acquistato per la sua vita
sentimentale. La considerazione delle circostanze nelle quali il fenomeno si è manifestato
presso la signora ci indica peraltro la via per una interpretazione diversa. Quando fece
quella visita lei sapeva che le fanciulle avevano un unico fratello, il quale era gravemente
malato, (qui sta cominciando a ricostruire il pensiero associativo inconscio che c'è dietro a
questo senso di dejavu, cioè che lei pensasse di aver visto quel posto già prima), lo poté
vedere in occasione di quella vista, lo trovò di pessimo aspetto e pensò che sarebbe morto
presto. Anche il suo unico fratello, cioè il fratello di questa signora aveva sofferto pochi mesi
prima di una pericolosa difterite, durante la sua malattia lei era stata per settimane ospite di
una parente, lontana dalla casa paterna. Crede che il fratello l'abbia accompagnata durante
quella visita in campagna e anzi che fosse stata la prima gita un po' lunga da lui compiuta
dopo la malattia, ma la sua memoria su questi punti è curiosamente vaga mentre tutti gli altri
dettagli, in particolare il vestito che indossava quel giorno, le stavano più che mai vividi
dinanzi agli occhi (qui sta cominciando a riemergere tutta una serie di ricordi che
apparentemente erano stati dimenticati, ma che in realtà erano sempre presenti a livello
dell’inconscio di questa signora). La persona esperta non troverà difficile dedurre da qui
indizi che in quel torno di tempo, l'attesa della morte del fratello era stata di grande
importanza per la fanciulla e che tale attesa, o non era mai divenuta cosciente o dopo la
felice guarigione era caduta in preda ad un'energica rimozione. Se il fratello non fosse
guarito ella avrebbe dovuto portare un vestito diverso e cioè un vestito da lutto presso le
amiche (si stabilisce inconsciamente un collegamento tra due situazioni analoghe). Presso
le amiche trovò una situazione analoga, l'unico fratello era in pericolo di morte, cosa che
effettivamente avvenne poco tempo dopo. Il fratello di queste ragazze, a differenza di suo
fratello, morì. Avrebbe dovuto ricordare coscientemente di avere lei stessa vissuto questa
situazione pochi mesi prima. Questa situazione le avrebbe dovuto far tornare in mente la
sua situazione nei confronti di suo fratello, ma invece di ricordarle ciò che le era impedito
dalla rimozione (cioè un contenuto doloroso che viene rimosso e situato nell’inconscio).
Quindi invece di ricordarlo essa trasferì il sentimento del ricordo sui luoghi: il giardino e la
casa soccombendo al falso riconoscimento di avere già una volta veduto esattamente tutte
quelle cose cioè in pratica l'analogia che sarebbe dovuta scattare rispetto al ricordo di suo
fratello viene trasferito sull'ambiente invece che sulla sua vita stessa perché era un
contenuto doloroso e quindi diciamo l’inconscio la spinge ad evitarlo. Dal fatto della
rimozione c'è lecito dedurre che la precedente aspettativa della morte del fratello non aveva
avuto carattere molto diverso da una fantasia di desiderio. In tal caso, cioè se suo fratello
fosse morto, sarebbe rimasta figlia unica. Nella sua nevrosi ulteriore soffrì intensamente per
l'angoscia di perdere i genitori e, sotto questa angoscia, l'analisi come al solito poté rivelare
il desiderio inconscio di uguale contenuto (cioè che dietro questa angoscia in realtà si
nascondesse un desiderio).
Questi sono esempi tratti dalla psicopatologia della vita quotidiana.
Il concetto fondamentale che c’è dietro alla tecnica delle associazioni libere è che la nostra
psiche è condizionata da tutti questi contenuti rimossi che si trovano nel nostro inconscio e
che sono collegati fra di loro da questi concetti associativi. Secondo lui quando il flusso del
ricordo scorre liberamente riemergono alla superficie queste associazioni inconsce tra i vari
contenuti rimossi che possono essere ricostruiti e reinterpretati dallo psicanalista, è un
lavoro molto complesso che arriva molto in profondità.
Ma appunto questo è il lavoro della psicoanalisi secondo freud, ecco perché si chiama
anche psicologia del profondo, perché cerca di scendere ad un livello più profondo al di sotto
delle apparenze e di cogliere queste associazioni che noi normalmente non cogliamo.
Un altro meccanismo oltre quello delle associazioni libere per accederà questi contenuti
rimossi secondo freud è il fenomeno del transfert, e anche questo fa parte di quei
meccanismi che vengono innestati dalla pratica psicanalista, perché in un lavoro di analisi
(che, fatto bene, richiede minimo 6 mesi), quindi si parla di un tipo di rapporto continuativo
per un tempo abbastanza prolungato che si stabilisce tra analista e paziente, e siccome
appunto il set analitico prevede che si instauri un rapporto di fiducia tra le due persone,
perché se non ci fosse fiducia il paziente non racconterebbe allo psicoanalista i suoi pensieri
più profondi, questo tipo di situazione molto stretta che richiede un rapporto molto personale
tra paziente e analista, suscita nel paziente dei sentimenti e degli stati d'animo che sono una
sorta di trasferimento, traslazione inconscia (il paziente non ne è consapevole) sulla figura
dello psicanalista di sentimenti o stati d’animo ormai dimenticati o rimossi, che il paziente
aveva sviluppato durante l'infanzia nei confronti dei genitori, perlopiù appunto padre e madre
ma a volte anche persone molto vicine, perché secondo la teoria psicanalitica l’impronta più
forte anche sulla vita affettiva di ogni essere umano è quella lasciata dai genitori durante i
primi anni di vita anche se poi successivamente noi ce ne dimentichiamo perché tutti questi
contenuti vengono immagazzinati nell’inconscio e rimangono sepolti in profondità, però ci
sono, per cui anche i rapporti che successivamente nel corso della nostra vita stabiliamo con
altre persone significative sono sempre correlati con questi sentimenti primitivi che abbiamo
sviluppato nei confronti dei nostri genitori fin dalle prime fasi di vita, perché è con loro,
soprattutto con la madre e oi col padre, o con chi ha svolto queste funzioni, che abbiamo
sviluppato questo tipo di sentimenti.
Quindi dice freud che nel processo analitico si ripresentano, sia pure trasformati, questi
sentimenti di amore e odio che tutti noi abbiamo sviluppato nei primissimi mesi di vita nei
confronti dei nostri genitori, quindi nel set analitico c'è anche una situazione affettiva che lo
psicanalista, inteso come professionista, è in grado di riconoscere, riesce a riconoscere
questi stati d’animo affettivi e di utilizzarli sempre ai fini della riuscita del processo analitico,
sfruttandoli poi a favore del paziente.
Però anche questi sentimenti che albergano, sia pure a livello inconscio, nella psiche del
paziente, sono anche questi una via d accesso all'inconscio, perché anche attraverso questi
l’analista può capire la tonalità affettiva dei processi che in un passato, anche lontano, si
sono sviluppati tra il paziente e i suoi genitori.
Quindi ecco che qui sono indicate alcune strade che permettono allo psicanalista di entrare
in contatto con queste dinamiche profonde della personalità. Lo strumento principale per
poter accedere a questi contenuti inconsci sono i sogni, infatti nel 1900 freud pubblica
“l’interpretazione dei sogni” che ancora oggi costituisce un punto di riferimento per la
psicanalisi ma anche per tutta la cultura del 900. Però prima di arrivare a parlare dei sogni,
per capire meglio il contesto in cui ci troviamo, è meglio introdurre la teoria di come è fatta la
psiche umana secondo freud, per spiegare questo sviluppo in due fasi diverse della sua
produzione quelle che sono conosciute come le due topiche freudiane, topiche deriva dal
greco topos, luogo, e sta quindi ad indicare i luoghi figurati che compongono la psiche
umana.
la prima topica distingue tre concetti fondamentali, che sono conscio, preconscio e
inconscio, elaborata piu o meno intorno il 1900, in corrispondenza con la pubblicazione de
“l’interpretazione dei sogni”.
la seconda topica fa una distinzione tra es, io e super-io, e questa la elaborò verso il 1920.
le due topiche di freud non corrispondono tra di loro (infatti vi consiglio di tenere sotto occhio
per chiarezza quello schema che vi ho allegato e che rappresenta l’iceberg)
guardando lo schema si può capire in modo chiaro i rapporti che ci sono tra le due topiche. è
rappresentato un iceberg: la parte che vediamo affiorare al di sopra della superficie
dell'acqua è solo la punta, la parte più piccola dell’iceberg, perché il grosso dell’iceberg sta
sott’acqua. seguendo la prima topica (quella sulla sinistra), il conscio è la parte affiorante
dell’iceberg, la parte visibile, che si vede all’esterno, che affiora al di sopra della superficie
dell’acqua. il preconscio invece è quella striscia che sta tra la superficie dell'acqua e la parte
superficiale del mare, quella parte dove si formano le onde, dove ci sono dei frammenti di
alghe, piccoli animali, legnetti, cose che vengono rimescolate in quel fascia in movimento; in
sostanza il preconscio è la zona di quegli elementi che non sono né completamente consci
ne completamente inconsci e che si muovono in questa fascia mobile, dove vengono
rimescolate tante cose che emergono, tornano sotto, poi tornano sopra, quindi si muovono
in quella fascia ancora relativamente abbastanza superficiale.
poi al di sotto di questa fascia di elementi in continuo movimento, si entra nella zona
dell'inconscio, cioè delle cose che stanno sotto, non vengono in superficie, non emergono,
ed è lì che stanno i contenuti più profondi della nostra personalità, ed è lì che lo psicanalista
deve arrivare; lo psicanalista deve fare il lavoro del subacqueo, che va sott’acqua in
profondità a riscoprire, ritrovare queste strutture profonde.
Invece guardando l’iceberg vero e proprio si trova la seconda topica, che costituita da io,
super-io ed es; non c'è una corrispondenza diretta perché nell’io c'è una parte che è visibile,
una parte che è nella fascia del preconscio, e poi arriva fino allo strato più alto dell’inconscio,
quindi quello più vicino allo strato del preconscio.

audio 3

La seconda topica è quella che di solito viene usata più frequentemente nel discorso
psicoanalitico. L a seconda topica è quella composta da es, io e super-io. L’es è la parte
completamente inconscia sott’acqua in profondità, rappresenta tutti quegli impulsi originari,
quei desideri che stanno in fondo alla nostra psiche e dei quali spesso non siamo per niente
coscienti. Il super-io rappresenta quella che è tradizionalmente la coscienza morale, una
struttura che si forma nel corso degli anni, attraverso il processo di graduale
interiorizzazione delle figure genitoriali, degli educatori e di autorità che noi incontriamo
durante la nostra infanzia e durante il nostro periodo di formazione. In altre parole il super-io
si forma a partire da quei processi introiettivi, attraverso i quali noi ci identifichiamo dentro di
noi con delle persone che esercitano un’autorità sulla nostra vita, fin da quando siamo
piccolissimi e fino a quando ci identifichiamo crescendo con dei principi sempre più astratti,
staccati dalle persone. Però le radici di questo processo di identificazione, di introiezione
delle figure di autorità sono inconsci, partono dai primi giorni di vita e dai nostri rapporti con i
genitori, è un processo lunghissimo di formazione della coscienza morale, perché si sviluppa
nel corso degli anni attraverso i processi di introiezione, identificazione o interiorizzazione.
Quindi poi noi ne vediamo sempre un pezzetto in superficie, la parte consapevole che sono
quei valori astratti che noi sosteniamo apertamente nella nostra vita da adulti e che noi
difendiamo e cerchiamo di vivere. Questo sta solo in superficie, ma la radice sta in
profondità anche di questi, perchè deriva dal nostro processo formativo ed educativo. L’io è
quella parte che fa da mediazione, è quella struttura della nostra personalità che è
maggiormente visibile verso l’esterno e ha delle radici meno profonde, perché costituisce la
struttura di mediazione tra le strutture profonde dell’essere e il super-io e la realtà del mondo
esterno, è quindi la nostra realtà visibile e manifesta che noi utilizziamo nella nostra vita
quotidiana. Ma questa personalità è soltanto una struttura che ci serve per fare da
mediazione tra le spinte, le componenti inconsce che stanno sotto il livello della coscienza,
non si vedono ma sono la parte più grossa, e la realtà del mondo esterno, quindi gli eventi e
gli stimoli con cui ci dobbiamo consultare nella nostra vita quotidiana. L’io cerca di
mantenere un equilibrio fra questi impulsi e influssi contrastanti. Finché l’io, questa struttura
cosciente e di mediazione, la parte razionale, riesce a svolgere questa mediazione si parla
di una situazione di normalità, in cui bene o male l’individuo è in grado di interagire in modo
coerente e costruttivo con la realtà esterna, perché l’io riesce a svolgere una mediazione.
Ma quando l’io non ci riesce, per diversi motivi, a mantenere un equilibrio tra l’interno e
l’esterno, cioè per la parte inconscia e la realtà esterna, si verificano quei fenomeni che sono
patologici, più o meno gravi per cui si hanno dei disturbi della personalità. Nei casi meno
gravi, cioè quando le interazioni sono controllabili, si parla di nevrosi, di cui ci sono diversi
tipi, qualunque sia il tipo di sofferenza psichica della nevrosi alla base si tratta del problema
che l’io non riesce più a mantenere un equilibrio e quindi si hanno delle forme di
comportamenti patologici più o meno gravi, che sono quelle di cui si occupano gli
psicoanalisti. Nei casi più gravi, quando si parla di malattie serie che compromettono la
possibilità di interagire con il mondo esterno, si parla di psicosi, che sono disturbi profondi
che spesso richiedono l'internamento in un ospedale psichiatrico, ad esempio la
schizofrenia, le manie di persecuzione, i deliri. Lo psicanalista non basta più, ci vuole lo
psichiatra ed un ricovero in delle strutture assistiti, perché il paziente non è più in grado di
interagire con l’esterno, ci sono grossi rischi o per la sua incolumità personale o di quelli che
gli stanno attorno. L’io è crollato, la struttura di mediazione tra l’esterno e l’interno è caduta,
non si sa più cosa può succedere. Sia le nevrosi più leggere, sia le psicosi più gravi
dipendono dallo stesso meccanismo di base, quanto l’io è capace di tenere sotto controllo il
tessuto di relazioni complesso tra il mondo interno e la realtà esterna. La personalità è una
struttura complessa, gli esseri umani è per questo che vanno incontro ad un periodo di
formazione e di educazione molto più prolungato rispetto alle altre specie animali, perché
devono imparare a controllare e governare una struttura di personalità molto complessa e
articolata, che nelle sue parti inconsce non è visibile. Partendo da questa teoria della
personalità si capisce come mai Freud nella sua opera fondamentale del ‘900, intitolata
“L’interpretazione dei sogni” , dice che attraverso i sogni, che costituiscono la via regia
principale attraverso cui possiamo arrivare a conoscere l’inconscio, cioè quelle forze
nascoste e profonde che dall’interno continuamente condizionano le nostre azioni.
Attraverso i sogni perché durante il sonno, mentre l’individuo dorme e sogna, l’io non c’è è
come se non esistesse. Quindi nel sogno emergono alla superficie quelle strutture che
durante la vita cosciente non si vedono. Freud spiega questo rapporto con un esempio, dice
che l’io è come il sole, quando c’è il sole non vediamo in cielo le altre stelle perché la luce
del sole le copre tutte, ma non è che non ci sono ma non possiamo vederle per la presenza
della luce del sole che copre tutto il resto. Così è l’io, la nostra vita cosciente e razionale,
quando noi siamo svegli teniamo conto solamente dei fenomeni coscienti e razionali, perché
coprono tutto il resto. Ma quando dormiamo, come quando il sole tramonta al di là
dell’orizzonte, ecco emergono fenomeni che ci sono sempre, ma come dopo il tramonto non
sono più coperte dalla luce del sole, la stessa cosa succede con il sonno, noi facciamo
emergere delle strutture profonde della personalità non visibili nella nostra vita cosciente.
Quindi quando facciamo un sogno e rimane in mente, in quanto lo ricordiamo sia per noi
stessi o che lo raccontiamo allo psicoanalista, nel sogno bisogna distinguere due
componenti fondamentali, quello manifesto, cioè ciò che si è manifestato nel sogno e che
noi ricordiamo e possiamo raccontare, al di sotto di questo contenuto c’è il contenuto latente,
quali sono quelle forze inconsce e profonde che hanno determinato il prodursi dei contenuti
che noi ci ricordiamo, in questo modo possiamo risalire e interpretare i sogni.
L’interpretazione consiste nel comprendere quali sono quelle strutture inconsce e profonde
che si nascondono sotto il contenuto manifesto, questo lavoro non è facile perché le
strutture profonde della personalità non le vogliamo vedere, perchè sono scomode, ci
comunicano sofferenza o ci imbarazzano, per cui non possiamo rappresentarle per quelle
che sono, per cui noi nei nostri sogni realizziamo dei desideri profondi del nostro inconscio
che non ammettiamo e non ammetteremo mai coscientemente, li rifiutiamo ma emergono in
una forma mascherata o travestita. Il nostro inconscio ce le mette davanti agli occhi, hanno
dei significato molto profondi a livello inconscio. Il lavoro della psicanalisi diventa questo,
nell’interpretazione dei sogni dobbiamo cercare di risalire dal contenuto manifesto al
contenuto latente, da ciò che ci ricordiamo e abbiamo visto nel sogno alle strutture profonde
e inaccettabili che hanno determinato determinato quel particolare sogno. Ecco perché
Freud dice che il sogno è la strada principale per accedere ai contenuti del nostro inconscio.
per freud la sessualità è una forma di energia, sessuale appunto, presente nell’individuo
maschio o femmina che sia, fin dalla nascita, non è una cosa che interviene dopo, nel
momento in cui nasce il bambino o la bambina sono già sessuati hanno un’identità sessuale,
sono maschi o femmine, nascono dal risultato del concepimento, di un atto sessuale,
attraverso gli organi sessuali, la sessualità per freud è una forma di energia che fa parte
della natura umana, proprio da un punto naturale, naturalistico, non c’è umanità senza
sessualità. poi l’energia sessuale può manifestarsi in modi molto diversi, ma questo è un
altro discorso, però c’è fin dalla nascita, c’è fin dall’origine, da questo punto di vista l’uomo è
un essere del tutto naturale, come tutti gli esseri viventi, non c’è vita senza
sessualità/energia sessuale.
pensate al concetto di volontà di schopenhauer, è un'energia cosmica, quindi non si deve
intendere la sessualità nel senso in cui ne parla freud così come se ne parla oggi “facciamo
sesso, facciamo questo, facciamo quell’altro”, dovete fare uno scatto nel modo di pensare la
cosa, rispetto a come presumibilmente siete stati abituati a pensarlo e a parlarne
comunemente, secondo F. la sessualità è una sorta di energia originaria, presente in tutta la
natura, dalle sue forme più semplici alle sue forme più complesse, che rende possibile la
vita, quindi gli esseri umani, come tutti gli altri esseri umani sono tutti sessuati e sessuali fin
dall’origine perchè non c’è vita al di fuori della sessualità, e quindiquesta energia, originaria,
primordiale, è sempre presente, in tutta la vita umana dalla nascita fino alla morte, quindi già
questa per i tempi in cui viveva freud era una condizione molto scandalosa, infatti suscitava
sdegno nei benpensanti e in parte ancora oggi in molte persone, perchè a quell’epoca così
come anche molte persone ancora oggi hanno una concezione pre freudiana della
sessualità per cui i bambini sono delle specie di angioletti che non hanno niente a che fare
col sesso, con la sessualità, con questo tipo di energia, ad un certo punto si accoppiano, si
riproducono, così out of the blue (?) come dicono gli inglesi e poi quando hanno svolto le
loro funzioni sessuali riproduttive poi invecchiano, vanno in menopausa, l’istinto sessuale
diminuisce pian piano fino alla morte, questa è una concezione assolutamente pre freudiana
e dal punto di vista di freud completamente sbagliata. quindi dovete proprio inquadrarla in
una prospettiva diversa se volete capire il discorso di freud.
tutta la nostra vita, secondo F. è permeata dalla nascita in poi dall’energia sessuale e poi
appunto si può manifestare secondo modalità diverse ma non, è un dato di fatto, scientifico,
non può essere messo in discussione, è come dire che negli spermatozoi o nelle cellule
uovo femminili ci sono i cromosomi, certo che ci sono, se no come avviene la riproduzione?
il discorso di freud viene inteso su questo piano. negli esseri umani, come in tutti gli esseri
viventi, esiste una componente legata alla sessualità, l’energia sessuale, che ci accompagna
dalla nascita fino alla morte. questo è il dato di fatto da cui si deve partire. e quindi ecco che
siccome la società in cui viviamo, in generale tutte le società che impongono delle regole da
rispettare, che poi si trasformano in divieti, per cui noi siamo costretti a reprimere il rimosso
certe componenti istintuali che provengono dalla nostra energia sessuale e poi vanno a finire
nell’inconscio, ecco che però una volta nell’inconscio, non è che scompaiono, ci rimangono
nell’inconscio e continuano ad agire, appunto a livello inconscio, per cui spesso non ce ne
rendiamo conto ma ecco che da qui si capisce il discorso di freud, l’80%della nostra vita si
svolge a livello inconscio, e determina molte manifestazioni che apparentemente emergono
a livello di coscienza.
questa energia sessuale che si può manifestare secondo modalità diverse, F. la chiama con
un termine latino la LIBIDO, energia allo stato puro poi può essere utilizzata e di fatto viene
utilizzata in modi diversi, un po’ come l’energia elettrica ( che si può usare per
l’illuminazione, per far muovere dei macchinari, la si usa con gli elettrodomestici) può avere
un’infinità di applicazioni e così è anche per la libido, ecco che qui freud in un altro testo
fondamentale degli inizi della psicoanalisi (cerca la pagina 461) i tre saggi sulla sessualità, o
come è stato tradotto: i tre saggi sulla teoria sessuale. in cui F. prende il problema di petto,
sostenendo sostanzialmente questo, ceh l’energia sessuale è presente fin dalla nascita nei
bambini e assume forme diverse e non solo, le bambine e i bambini hanno delle curiosità, si
costruiscono delle teorie sessuali su come nascono i bambini perché i genitori, specialmente
nell’epoca di freud, non gli danno delle risposte chiare, quindi ecco che in relazione alle
curiosità che i bambini hanno riguardo alla sfera sessuale si sviluppano anche tutti dei
meccanismi mentali di conoscenza, i bambini fanno delle ipotesi su come nascono i bambini,
su come loro sono nati, (ora qui ovviamente non mi posso dilungare troppo ) i tre saggi sulle
teorie sessuali di F. sono uno dei cardini della psicanalisi, in modo particolare è rimasta
famosa la definizione di f. del bambino “un essere perverso e polimorfo” anche qui, non vi
sto a dire lo scandalo di questa definizione, come? i bambini? perversi? polimorfi? ma chi è
questo pazzo che sostiene delle cose di questo tipo? ovviamente come vi ho spiegato F.
probabilmente non è stato compreso ancora neanche oggi da molta gente eh., da
moltissima gente. innanzitutto il termine perverso o perversione non ha assolutamente il
significato che gli diamo noi,non lo usa in modo valutativo per indicare dei comportamenti
malvagi o perversi o patologici, non c’ha niente a cui vedere, per freud la perversione, il
termine lui lo usa in un senso molto preciso, che tutti quei comportamenti che implicano
un’attività di tipo sessuale che si realizzano e raggiungono il loro scopo utilizzando l’energia
sessuale non per un fine strettamente collegato all’accoppiamento e alla riproduzione ma
per raggiungere il piacere, il principio di piacere sarebbe, e quindi capite che qui dentro sta
dentro tutto, perché anche studiando l’80 % dei comportamenti sessuali umani sono di
questo tipo, mirano al raggiungimento di una forma di soddisfazione e piacere senza essere
necessariamente propedeutici all’accoppiamento e alla riproduzione per cui voglio dire tutti
diamo perversi secondo la definizione data da frouf perché tutti gli esseri umani, non
svolgono attività sessuali solo a fini riproduttive, quindi nello studio delle perversioni per
freud ci siamo dentro tutti.
Un essere perverso e polimorfo perché questa energia sessuale nel corso dello sviluppo
umano si focalizza su delle zone erogene diverse, nella primissima fase della vita sul seno
materno, come fonte di piacere, il poppare fondamentalmente, e questa è sempre energia
sessuale per freud, quando il bambini piange perché vuole la poppa della madre è una
forma di richiesta sessuale, solo che questa ricerca di piacere sessuale in quella fase dello
sviluppo è legata alla bocca… fase orale. (AIUTOO) crescendi l’energia sessuale si ficalizza
sulla fase anale, legata al controllo degli sfinteri, anche la capacita di rilassare, contrarre o
muovere gli sfinteri è unattivita che produce una cerat forma di piacere, infine si arruva alla
fase genitale in cui l’energia sessuale si focalizza sugli organi sessuali, e la fase genitale si
suddivide in fase fallica, legata alla scoperta del pene e l’invidia del pene e il complesso di
castrazione, la paura della castrazione, mentre nella seconda fase la fase gentiale che
emerge dopo il periodo di latenza invece emergono quei comportamenti che cominciano a
svilupparsi dopo legati al piacere che si ricava dalla stimolazione degli organi genitali; ecco
perche lo chiama polimorfo, perche la sessualita infantle attraverso le fasi dellos viluppo
secondo freud procede in questo modo, assumendo delle forme diverse, poli morfo, molte
forme… e molti dei comportamenti nevrotici che emergono spesso nella fase adulta, sono
dovuti al fatto che molte nervosi sono delle nevrosi da regressioni perche evidentemente
nella crescita dell’individuo, ci sono dei nuclei non risolti, ossia dei blocchi che si sono creati
in eta infantile che non sono stati superati, per cui la’dulto una volta cersciuto ci ritorna, sia
pure in modo inconscio ma ritrna a delle fome di comportament legate quei nucleui nevrotici
della persnalita che sono il risultato di questo contenuti lrgati all’energia sessuale che sono
rimasti sepolti nell’inconscio… per fare un esempio banale per fare un collegamento: quando
si parla del libro di svevo, la cosicenza di zeno che è un romanzo psicanalitico ovviamente li
svevo quando parla del fumo lo tratta in uan chiave interpretativa sempre del protagonista
legato ai rapporti con il padre, con l’aiutorita...tutta la questione del rimando, e quella rimane
uan chiave interpretativa, ma il comportamento del fumare da un punto di vista psicanalitico
costituisce un ritorno alla fase orale, dell’allattamento, della ricerca del seno materno, la
sigaretta nell’adulto è un sostituto del seno materno, della poppata, così come nel bambino
piccolo che si succhia il dito, il dito che viene succhiato è una sostituzione del seno materno
e cose la sigaretta per l’adulto, come anche tutti i comportamenti legati all’alcolismo, al
bisogno compulsivo di bere alcolici, anche li gli alcolisti sono persone che evidentemente
hanno avuto problemi nella fase orale dello sviluppo e si sono bloccate li, per questo
cercano attraverso l’alcol o attraverso la sigaretta un appagamento della funzione sessuale
che non ha avuto in delle fasi remote della vita, angari perché la madre non li allattava o
perché ci sono stati dei traumi legati al rapporto con il seno e via dicendo… (questo non è un
discorso astratto, ci sono correnti psicoanalitiche che studiano la relazione tra l’adulto/
bambino e il seno materno, relazione d’oggetto si chiama in psicanalisi) su questa linea del
percorso fatta dalla sessualità infantile si colloca anche tutta la questione del complesso di
edipo, altro dei pilastri della psicoanalisi ( mette materiali aggiuntivi su questo per chi vuole
approfondire) anche il discorso del complesso di edipo, il nome viene preso da un ciclo
tebano delle tragedie di sofocle che racconta la storia dell’edipo re che è questo
personaggio mitologico che uccide suo padre senza sapere che è suo padre e sposa sua
madre senza sapere che è sua madre, quindi ora non racconta tutta la storia per motivi di
tempo ma si può approfondire online. Questo mito di edipo che viene raccontato da sofocle
viene preso simbolicamente da freud come il modello su cui si struttura lo sviluppo libidico
del bambino, lui il modello ovviamente, seguendo il mito, lo adatta ad un soggetto maschio,
ma si adatta ugualmente alla femmina, questa teoria è una delle più criticate e commentate
della storia, quindi non si possono fare approfondimenti, ma il succo è che nel caso del
bambino maschio, il bambino si sente attratto sessualmente anche se lui non sa che si tratta
di attrazione sessuale, perché è un bambino ancora, quindi è un manifestazione naturale di
questa energia sessuale presente in tutti gli esseri umani e condiziona tutti in nostri
comportamenti, si sente attratto dalla madre e vorrebbe averla tutta per sé e questo lo posa
ad avere sentimenti di ostilità nei confronti del padre, perché il padre rappresentava un
avversario rispetto alla possibilità di avere la madre tutta per sé, però ad un certo punto il
bambino si rende conto del fatto che il padre è un nemico troppo potente rispetto a lui e che
in caso di conflitto è chiaro che il bambino avrebbe la peggio e allora cosa fa? Cambia
atteggiamento e in questo modo si avvia verso la soluzione del complesso di edipo...in che
modo però? Cosa si fa quando un nemico è troppo forte e non lo si può sconfiggere? Ci si
allea, si cerca la sua alleanza e a questo punto questa energia conflittuale si rivolge verso
ad un'idealizzazione del padre, ed è la fase in cui il bambino comincia ad identificarsi con
suo padre perché in questo modo riduce la conflittualità che lo fa soffrire nei confronti della
madre dice l’angoscia relativa allo scontro con il padre e allo stesso tempo siccome si
identifica col padre diventa una sorta di piccolo adulto che poi lo preparerà ad assumere a
sua volta il ruolo di padre quando crescerà. La stessa cosa simmetricamente, dice freud
accade con la femmina, perché anche la femmina è trattata naturalmente (?) verso il padre
(?) e lo vorrebbe per se però la madre rappresenta un ostacolo quindi ecco che nasce
dapprima l'ostilità verso la madre, sentita come una rivale...e poi anche qui la rivalità si
supera con l’identificazione.
Diventa un bambino che quando cresce assumerà il ruolo di padre. Freud dice che la cosa
accade simmetricamente per la femmina che è attratta naturalmente dal padre e la madre
rappresenta l’ostacolo. Ecco quindi che nasce la prima ostilità verso la madre che viene
vista come una rivale. La rivalità viene superata con l’identificazione con la madre che
prepara la bambina ai ruoli che dovrà assumere nella società adulta. Questo è un modello
teorico, a partire dagli stadi precursori della vita c’è un’inclinazione dei figli maschi a cercare
la madre e alle femmine a cercare il padre. Questa reazione psicologica è dovuta all’istinto
naturale ma anche dalla società e questi sentimenti creano conflitti all’interno del soggetto
che si supera con l’identificazione con il genitore dello stesso sesso.
Le cose di solito non. Sono mai così lineari e per questo secondo Freud i disturbi della
personalità degli adulti derivano da un complesso di Edipo che si è mal sviluppato o che non
si è risolto.
Pag.472 teoria dell’arte
Anche l’arte deriva dall’energia sessuale però attraverso il meccanismo della sublimazione.
La sublimazione è un procedimento per cui una carica di energia sessuale che viene negata
o repressa viene inconsciamente spostata su un oggetto non sessuale quindi viene
trasformata, Beethoven può essere un buon esempio perché ha avuto una vita sessuale
infelice e quindi tutta quella energia sessuale inappagata l’ha trasferita sulla musica, la
stessa cosa vale per i poeti e per i pittori.
Quindi l’arte deriva dalla forza sessuale originaria che si sposta sulla produzione artistica.
Anche la religione e la civiltà sono delle proiezioni legate a questo desiderio di sentirsi
protetti da qualcuno di più grande e che sul piano della civiltà umana si sposta verso degli
esseri divini.
Non a caso nella maggioranza delle religioni si parla di un dio padre e di una dea madre
perché sono delle proiezioni di quelli che sono i reali rapporti che i bambini hanno con i loro
genitori quando cercano protezioni e sicurezza. Per quanto riguarda la civiltà umana in
generale e la capacità degli uomini di vivere insieme in dimensioni politiche nasce da una
situazione naturale ambivalente, gli uomini per natura portano dentro se stessi delle pulsioni
all’associazione ma portano anche degli istinti distruttivi, quelli che Freud chiama Eros e
Thanatos (istinto di vita e istinto di morte) ossia le due polarità dello spirito umano. Ma le
comunità non potrebbero esistere se le due parti non fossero controllate. Il poter vivere
insieme ad altri richiede il sacrificio pulsionale, dobbiamo quindi ridimensionare molti dei
nostri istinti che altrimenti si trasformerebbero in pulsioni aggressive e competitive per
soddisfare i nostri desideri a svantaggio di altri. Bisogna trovare quindi una via di mezzo tra
le pulsioni sessuali e le norme civili, ecco che Freud scrive nella vecchiaia “il disagio della
civiltà” molto lucidamente. Lui dice che la società è un male di cui non possiamo fare a
meno, è il male minore perché per vivere in società noi siamo costretti a rinunciare al pieno
appagamento delle nostre pulsioni e questo produce sofferenza che può dare origine anche
a malattie e malesseri. La società umana si basa su un sacrificio pulsionale che se noi non
facessimo non potremmo vivere in nessuna società umana perché ci ammazzeremmo tra di
noi. Quindi dobbiamo scegliere il male minore. La psicanalisi è quella disciplina che ci può
aiutare a capire e superare il nostro disagio e la nostra sofferenza.

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