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(i primi 3 minuti in cui parla del nulla come suo solito…) pagina 167, qui trovate il positivismo
sociale, questo capitolo si occupa della filosofia del positivismo in senso generale, cosa vuol dire?
che in questi anni che corrispondono sul piano storico a lo sviluppo e all’affermazione della società
industriale vera e propria e quindi del progresso tecnico scientifico che si sviluppa nella seconda
metà dell’800 e gli inizi del ‘900 a livello sociale si sviluppa una sorta di atteggiamento positivo, in
che senso? che gli scrittori e i filosofi di questo periodo, esaltano i valori del progresso, della
scienza, della società che oggi chiameremmo la società del benessere, questa fiducia nel fatto che
la storia umana è avviata verso un progresso virtualmente senza limiti, che quindi lo sviluppo
scientifico porterà ad una evoluzione inarrestabile della condizione umana. via via che il pensiero
scientifico e tecnologico si afferma l’umanità intesa nel suo complesso diventerà sempre più felice
ed evoluta, anche la scienza riuscirà a spiegare tutte le cose che fino a quel momento erano rimaste
oscure (pag 169) il positivismo da un certo punto di vista può essere inteso anche come uno
sviluppo dell’illuminismo e della sua filosofia che guarda verso il futuro, in questo caso verso un
futuro che sarà sempre più determinato dal progresso scientifico, dal benessere sociale… tutto
sommato è una visione ottimistica della vita e della storia umana.
attenzione: il termine positivismo per contrassegnare questo tipo di mentalità di filosofia che
caratterizza questo periodo della storia europea, non ha il significato di atteggiamento positivo in
senso valutativo della storia umana, in questo caso è chiamato positivismo perché si fonda su un
progresso delle scienze positive, in senso come scienze moderne che stavano nascendo e
formando in quel periodo, quindi positivo in questo caso vale come sinonimo di filosofia all’opposto
della metafisica, che quindi è una filosofia che si fonda sulla scienza. parla poi di vari autori darwin,
spencer… che sono considerati tradizionalmente i fondatori del positivismo (non chiede di studiare il
capitolo approfondito) sul piano filosofico non ci sono grandi autori o filosofi, molti di loro sono
scienziati o sociologi che in qualche modo tendono a mettere in evidenza gli aspetti di cui parla
prima: positivismo è una sorta di “filosofia” che tende a legittimare l’affermarsi su piano storico della
società della seconda rivoluzione industriale e quindi a metterne in evidenza gli aspetti positivi.
(ribadisce di quanto loro siano inutili, studiate solo la parte introduttiva 167-171 in alto, collegabile
con verismo italiano, naturalismo francese). positivismo mette in evidenza gli aspetti
positivi/progressivi di questa civiltà industriale mentre le correnti letterarie ne analizzano gli aspetti
sociali e le conseguenze spesso negative che questo progresso scientifico spesso aveva sulla
società dell’epoca, la cultura di riferimento è quella.
(pag. 370, vi introduce la vita, le amicizie, vi fa una sorta di sintesi delle diverse fasi della sua vita da
un punto di vista di analisi della sua filosofia, vicende familiari, ultimo periodo dove si evidenzia la
malattia che lo porta all’isolamento e crollo psicologico/nervoso, pag 375 breve storia delle diverse
edizioni critiche che dopo la sua morte sono stati fatti della sua opera, l’edizione di riferimento è di
Colli e Montinari (lol) che esiste anche tradotta tutta in italiano, pubblicata da adelphi, non si
sofferma sulla biografia, studiate da soli, da pag 376-378) in questa parte parla di alcuni aspetti
problematici in generale della filosofia di Nietzsche che però non sono ancora la sua filosofia (tutte
questioni introduttive, ci spende due parole, due indicazioni di massima per studiare meglio sul
manuale).
Nice in quest'opera dice che se noi studiamo le caratteristiche fondamentali della civiltà greca antica
possiamo distinguere chiaramente all’interno di questa civiltà due elementi caratteristici, opposti tra
di loro ma che sono anche complementari e ci aiutano a capire i diversi aspetti della cultura e della
civiltà greca antica.
Il primo è quello dionisiaco e il secondo quello apollineo: questa distinzione la deriva da due dei
del Pantheon greco, della mitologia greca, che erano Apollo e Dioniso; ma qui vengono considerati
come simboli di un certo atteggiamento generale che gli uomini greci avevano di fronte alla vita…
per cui quando Nice parla dello spirito dionisiaco parla di tutti quegli atteggiamenti, componenti,
comportamenti, del mondo greco antico che stavano sotto il segno di Dioniso, tutti gli atteggiamenti
dominati dal rapporto con la natura, dagli istinti dalla gioia che porviene dalla nostra vita istintiva,
sessuale e dalla creatività, dalla soddisfazione degli impulsi creativi; sono tutti atteggiamenti che
affermano la vita, questo è l’atteggiamento, la costellazione di disposizioni presenti nel mondo greco
che Nice raggruppa in questa categoria del dionisiaco, in contrapposizione ce lo spirito apollineo che
invece è l’istinto anche questo radicato nella cultura greca, della ricerca dell’ordine perfetto, armonia
delle giuste proporzioni, razionalità, autocontrollo,ricerca di un equilibrio, che ovviamente
rappresentano delle caratteristiche opposte rispetto a quelle dello spirito dionisiaco.
Queste due tendenze secondo nice erano presenti entrambe nel mondo gerco talora prevale una,
talora l’altra però attraversano una sorta di trasformazione nel corso del tempo perchè all’inzio nella
storia della grecia che ha preceduto Socrate, la cultura presocratica, non solo in senso filosofico, ma
di tutte le opere che sono state scritte prima di Socrate; durante quell'epoca, dice Nice, che queste
due dimensioni dello spirito esistevano entrambe ma erano separate fra di loro rappresentavano due
componenti, già presenti fin da allora ma non erano in rapporto tra di loro, erano due sfere opposte
dell’esistenza umana; poi successivamente nell’epoca della tragedia classica, qui fa riferimenti alle
tragedie di Sofocle ed Eschilo, grandi tragici greci, li dice Nice, in quella fase, queste due tendenze
si incontrano, nel senso che non soltanto esistono separatamente ma si fondono tra di loro e
trovano la loro forma di espressione più perfetta ed alta nella tragedia greca di Sofocle ed Eschilo,
infatti secondo Nice le tragedie loro sono tra le espressioni più alte non solo della cultura greca ma
della cultura umana, quindi in quelle tragedie di Eschilo e Sofocle, le due tendenze si uniscono in
una sintesi insuperabile, perché sono in un equilibrio perfetto tra di loro, insieme.
Successivamente già con le tragedie di Euripide, terzo grade tragico gerco, comincia una sorta di
processo di decadenza graduale che poi si realizzerà con la filosofia di Socrate attraverso la quale
gradualmente lo spirito apollineo comincia ad imporsi su quello dionisiaco, comincia ad avere il
sopravvento per cui lo spirito dionisiaco si indebolisce sempre più mentre prende sempre più il
sopravvento l’apollineo, questa è l'origine del processo di decadenza del mondo occidentale
secondo Nice, da quel momento in poi, con l'affermarsi del pensiero razionale e della metafisica
platonica e poi il cristianesimo, c'è stato un processo di decadenza della cultura del mondo
occidentale nel suo insieme, un abbassamento progressivo, una degradazione in confronto ai livelli
di perfezione e di assolutezza raggiunti invece nella tragedia classica; in questa prospettiva
generale Nice assume una posizione originale anche rispetto a Schopenhauer, perché per certi
aspetti la sua filosofia ricorda quella di Shope, però se da una parte è vero che la vita reale che noi
viviamo è una vita dominata dal dolore, dalla lotta, dall'incertezza quindi da questi punto di vista
ricorda quella di shope però in relat Nice rifiutava la concezione di Schopenhauer di liberazione
attraverso l’ascesi, il discorso che fa Nice è che se la vita è questa, noi dobbiamo essere in grado di
accettarla per com’è senza fingere che sia qualcosa di diverso, in che modo?
Riscoprendo lo spirito dionisiaco, che era questo spirito presente nella cultura greca delle origini
che nel corso del tempo va perduto per il quale dobbiamo riscoprire i valori del gioco, del ridere,
dell’essere felice, dell’ebbrezza e del gioia di vivere che ci siamo dimenticati perché siamo stati
dominati per quasi due millenni, invece, dall’affermazione dello spirito apollineo.
In altre parole dice Nice che se vogliamo fuggire a questo destino dobbiamo riscoprire la
componente dionisiaca della cultura greca che ormai ci siamo quasi dimenticati e questo lo
possiamo fare anche attraverso l’arte, ecco perché si ritrova l’influenza di Schopenhauer ma anche i
Schelling, perché per Nice l’arte costituisce una delle componenti fondamentali dello spirito umano
capace di avvicinarci all’elemento dionisiaco della natura umana, quindi ecco che da qui deriva
questa passione e ammirazione per Wagner perché lui vede in Wagner la figura dell’artista che
attraverso l'esaltazione della musica e della tragedia riesce a riscoprire, ad avvicinare gli uomini a
questa concezione artistica e tragica della vita che è tipica dell'atteggiamento duionisiaco.
Più avanti nella sua vita la musica di Wagner cambierà atteggiamento e anche nice si distaccherà
da questa amicizia e da questa ammirazione nei confronti di Wagner.
(Sul manuale a pagina 382 mette in evidenza ( serve per il colloquio) tutte le influenza che la
distinzione dell'apollineo e del dionisìaco ha avuto sulla cultura 900… fa esempi di autori e opere
che in generale possono essere collegati alla filosofia di Nice come per esempio Thomas Mann,,,
grandissimo scrittore tedesco che ha vinto il premio nobel per la letteratura, aveva letto tutto Nice ed
era grande ammiratore, tanto che scrive anche saggi su di lui per dire come in realtà queste
categorie del pensiero nicciano hanno influenzato continuano tutt'oggi ad influenzare la cultura del
900...cita anche per esempio Pasolini, il teatro, la rappresentazione di opere della tragedia classica.
Questa parte è una attualizzazione della filosofia di Nice.)
Il paragrafo ‘ storia e vita’ che va da p 382-384 qui parla di un’opera di Nice le ‘considerazioni
inattuali’ dove Nice esprime il suo punto di vista su quello che dovrebbe essere l’atteggiamento
corretto della cultura contemporanea di fronte allo studio della storia.
( Da un punto di vista formale per quanto riguarda il lavoro scolastico, questa parte qui su storia e
vita si può saltare ciò non toglie che la si può leggere se siamo interessati)
Pag 385
Si passa al periodo illuministico che corrisponde sulla scheda al secondo paragrafo.
Nice la definisce con un termine poetico la filosofia del mattino, questa fase del suo pensiero
comincia con la pubblicazione di un’opera ‘umano troppo umano’, che segna l’inizio di una
prospettiva diversa nel pensiero e nella ricerca filosofica di Nice, mentre prima fase, della gioventù,
si era occupato di questioni riguardanti l’arte la metafisica e via dicendo, adesso invece si lascia un
po’ alle spalle questa impostazione del primo periodo giovanile, si allontana progressivamente sia
da Wagner sia da Schopenhauer e rivolge il suo interesse invece alla scienza, sempre intesa dal
suo punto di vista;
infatti, questo libro è dedicato nella sua dedica a Voltaire che era stato uno dei maggiori esponenti
dell’illuminismo francese, ma qui non bisogna intendere questo discorso illuministico di Nice in un
senso banale, nel senso che noi diamo tradizionalmente all’illuminismo quando intendiamo la fiducia
nel progresso scientifico tecnologico, nella ragione come fonte di civiltà, il fatto che la realtà sia
razionale; qui, Nice, da una curvatura diversa al termine, perché appunto ricollegandosi al discorso
della filosofia del mattino, lui intende dire parlando di illuminismo che lo scopo della sua filosofia di
questo periodo è quello di individuare attraverso una critica “scientifica” ,basata su un metodo di
indagine critico, che ci porta verso un superamento di tutte quelle false credenze, di quelle tenebre,
oscurità del passato, le superstizioni le credenze metafisiche che hanno impedito agli uomini di
affrontare il mondo per quello che è, quindi in questo senso Nice si pone in continuità con
l'illuminista, nel senso che attraverso la critica e l'analisi genealogica, dell'origine di determinati
concetto o verità che stanno alla base della nostra tradizione culturale noi dobbiamo liberarci dai
condizionamenti che ci tengono ancorati al passato e che ci impediscono di andare avanti, è una
critica demistificante della tradizione filosofica fino a quel momento.
Nice intende dire che tutti i valori tradizionali che ci sono stati tramandati all’interno della nostra
cultura, e anche le verità che siamo stati abituati a considerare come entità universali eterne
assolute indiscutibili, i pilastri per cosiddire della nostra tradizione culturale, in realtà, non sono altro
che il prodotto della storia umana; quindi l’origine di questi valori o di queste verità che noi per
abitudine ormai non mettiamo più in discussione, in realtà vanno messe in discussione, bisogna
risalire alle loro radici storiche per rendersi conto che sono soltanto dei prodotti provvisori transitori
derivati dalla nostra storia umana e che nascono da interessi e motivazioni degli uomini stessi, non
sono qualcosa di superiore e diverso rispetto all'umanità, ecco perché il titolo ‘umano troppo
umano’, perché non esistono per Nice delle verità eterne indiscutibili, e di tutte si può costruire la
loro storia e la loro origine il loro sviluppo; questo è il discorso della genealogia della morale, per
capire le radici di quello che noi oggi chiamiamo morale... poi per esempio nella ‘gaia scienza’
invece rimette in discussione tutte le verità metafisiche che gli uomini hanno sempre accettato per
vere come se fossero verità ultime, anche qui in questo testo della ‘gaia scienza’ compare il
concetto della ‘morte di dio’...
Su questo ci sarebbe un lungo discorso da fare, ( sul libro spiegato bene).
Nella ‘gaia scienza’ Nice fa questa famosa affermazione dicendo che “dio è morto e noi lo abbiamo
ucciso”, che è stata interpretato in molti modi; ma la cosa importante è che quando nice parla di dio
non parla in particolare di Gesù Cristo o di Allah o di qualche altro dio specifico in cui gli uomini
hanno creduto o credono, qui dio è un simbolo di nuovo; Nice infatti parla per allegorie, questo
concetto di dio in senso generale sta ad indicare che è tramontata per sempre la necessità che gli
uomini hanno o avevano di avere dei punti di riferimento, delle certezze metafisiche, quindi al di là di
questo mondo in cui viviamo, e che diciamo tutte le filosofie metafisiche o le religioni non sono altro
che delle favole che gli uomini si son sempre raccontati per dare un senso alla loro vita.
Rendendosi conto del fatto che la loro vita è una vita legata ad un breve periodo sempre incerta,
sempre esposta a dubbi a rischi etc...ecco, fa in modo che in qualche modo per cercare di superare
questa condizione si siano inventate queste favole o della religione o della metafisica per attaccarsi
ad un qualcosa che fosse superiore al di là di questo mondo in cui viviamo e quindi in questo modo
hanno messo, trasferito il significato della loro vita in un altro mondo, in un mondo metafisico, sia in
senso filosofico che in senso religioso; quindi hanno trasferito il significato ultimo della loro vita non
più in questo mondo, in un altro mondo che però, sentendo Nice, è un mondo che è invenzione…
questo è dio nella simbologia di nice.
Quando lui fa questa affermazione ‘dio è morto e noi lo abbiamo ucciso’ quindi in realtà se lo
vogliamo decodificare quello che lui sta dicendo è: tutte quelle certezze, sicurezze che gli uomini
avevano e hanno avuto fino ad oggi riguardo all’esistenza di una realtà trascendente metafisica
divina che da un senso alla nostra vita sono tramontate perché gli uomini stessi lo hanno ucciso... ci
siamo accorti che erano solo delle favole, come le favole che si raccontano ai bambini, i quali ci
credono quando le raccontiamo, ma ciò non toglie che sono prodotto della nostra fantasia, quando
cresceranno e diventeranno adulti non ci crederanno più si renderanno conto che sono solo racconti
che hanno magari significati simbolici sicuramente, ma ciò non vuol dire che corrispondono a
qualcosa di reale; quindi ciò che Nice dice è che gli uomini non hanno più bisogni, cioè, che
l'umanità è arrivata ad un punto della sua storia per cui non ha più bisogno di credere in queste
favole metafisiche.
La prima obbiezione che uno potrebbe fare è come?
Gli uomini ancora ci credono nei loro dei o divinità, ma nice risponde molto facilmente a questo
perché lui dice che di questo evento, la morte di dio, ancora sono in pochi a rendersi conto perché è
talmente importante nella storia umana che ci vorranno secoli, millenni prima che le masse arrivino
ad accettarlo e a rendersene conto.
Qui fa un paragone: è come quando una stella si spegne nell’universo; se si va a leggere gli studo
di astronomia anche recenti, quando una stella che è lontana da noi milioni di anni luce si spegne la
luce per arrivare da quella stella fino alla terra, ci impiega molto tempo, anni decenni, quindi cosa
succede?
Che noi sulla terra continuiamo a vedere la luce di quella stella per molto tempo anche dopo che la
stella si è estinta; la stella non ce piu ma continuiamo a vedere la sua luce, anche se la stella di fatto
non esiste; ecco, per Nice la morte di dio è una cosa del genere, è già avvenuta da molto tempo
però è un evento talmente lontano dalla mentalità comune della vita della realtà che noi continuiamo
a percepire la luce e continuiamo a credere che esista perché continuiamo a vederlo, ma in realtà
non ce piu; continuiamo a vedere la sua luce così come continuiamo a vedere la luce della stella,
ma arriverà il momento dice nice inevitabilmente in cui la cosa sarà chiara a tutti e sarà il momento
in cui l'umanità si accorgerà che dio è morto, o più che altro che non è mai esistito.
Infatti nice dice che parlare della morte di dio al suo tempo permetteva solo a pochi di rendersene
conto. (Pag 388-389 testo lungo che spiega) qual'è quindi il significato secondo Nice… che quando
gli uomini si saranno resi conto di questo fatto, lentamente inizieranno ad assumersi la
responsabilità di se stessi, della loro vita, della loro esistenza, senza scaricare tutto su un dio che
era solo prodotto della loro immaginazione; e questo tipo d'uomo che deriverà da questa
consapevolezza sarà quello che Nice chiamerà il superuomo, il nuovo uomo, che tradizionalmente
viene tradotto da tedesco come superuomo ma che in realtà sarebbe ciò che sta al di sopra, al di là
dell’uomo comune, l’uomo come lo intendiamo tradizionalmente, quindi sarebbe meglio tradurlo
come uomo nuovo, un uomo nuovo diverso rispetto a quello che c'era prima e questo uomo nuovo
appunto sarà quello che è capace di vedere il mondo per quello che è prescindendo da tutte le
ipotesi di divinità o divinizzazione che ancora oggi continuano ad esserci all'interno della realtà
umana, e si renderà conto che non soltanto è morto dio ma sono morti anche tutti i sostituti di dio.
Di nuovo nice usa una metafora efficace quando dice “ gli uomini che si mettono ad adorare un
asino” cosa vuol dire?
Adorare gli idoli che hanno preso e stanno prendendo il posto di dio, ossia di una realtà metafisica
che ormai è morta, per esempio l’idolo della scienza, dell'umanità dello stato, del socialismo o altre
dottrine politiche, anche queste sono surrogati di dio perché rappresentano sempre qualcosa in cui
credere, come dire “ abbiamo perso dio ma abbiamo trovato qualcos'altro al su posto” ma dice Nice,
che dobbiamo liberarci anche da quete ombre e da tutto ciò che costituisce una mistificazione,
dobbiamo rimanere fedeli alla terra, al mondo in cui siamo ,al mondo in cui viviamo perché soltanto
così potremo essere una nuova umanità, uomini capaci di creare il loro destino senza tutti i retaggi
le credenze le superstizioni del passato ed ecco che qui cita una concezione molto famosa che Nice
esprime in un’altra opera ‘il crepuscolo degli idoli’ dove intitola questa parte dell’opera: ‘come il
mondo vero finì per diventare favola’ e qui fa una sorta di storia della metafisica occidentale a partire
da Platone, che fu il grande metafisico alla base della tradizione filosofica e metafisica dell’occidente
che riteneva che il mondo vero stesse da un’altra parte, nell’iperuranio, che stava al di la di questo…
che poi tradotto in termini pratici sta ad indicare qualunque tipo di realtà trascendente, anche il
paradiso trascendente è quello che cristiani ritengono il mondo vero, ma è un mondo che sta da
un’altra parte e così per tutte le religioni. Nice diceva che alla fine il cristianesmo era un platonismo
per poveri perché portato al livello di tutti questa idea del mondo vero che gli uomini devono
raggiungere soltanto che mentre nel platonismo erano pochi a poterlo raggiungere, i saggi i filosofi
etc… il cristianesmio lo mette alla portata di tutti.
Partendo da li descrive le serie di fasi attraverso cui gli uomini invece si sono resi conto fino ad
arrivare alla filosofia di zarathustra, dove questa separazione metafisica di tipo dualistico scompare
perché gli uomini si sono accorti che quel mondo vero di cui parlava platone, di cui parlava la
metafisica e la religione era appunto solamente una favola, una menzogna che gli uomini si sono
sempre raccontati e che continuano a raccontarsi, ma dice Nice che bisogna andare al di là di
questo per rendersi conto e creare i presupposti per una vita nuova e diversa che non sia solamente
illusoria fondata su illusioni.
Fino pag.393
Nietzsche 3
Bisogna tenere conto che a partire da questa opera, sia a livello dell’opera di N. in generale, si entra
nella fase più creativa e più complessa di tutto il pensiero di N. ed è impossibile dare una
spiegazione approfondita perché sono questioni tutt’oggi talmente complesse e articolate che non è
possibile fare nessuna sintesi adeguata o dare spiegazioni chiare. Siamo di fronte ad una materia
magmatica(?). quindi il grande Borri da solo delle linee guida di lettura e lascia a noi
l’interpretazione.
La filosofia di N. è una filosofia aperta, interpretata in molti modi diversi. N. è attualità, è un pensiero
vivo presente nella nostra cultura e società.
Ovviamente possiamo approfondire da soli
PERIODO DI ZARATHUSTRA si riferisce al così parlò Zarathustra con un riferimento al profeta
persiano Zoroastro che però N. utilizza per uno scopo filosofico ma anche questo può essere
oggetto di interpretazioni varie.
Questa opera è un poema filosofico, ed è il primo del suo genere. Racconta di questo profeta che si
ritira in montagna e poi scende dalla montagna per rivelare la sua verità agli uomini che non lo
capiscono, egli parla attraverso parabole, immagini e simboli.
Quindi non è un trattato di filosofia.
Alcuni tratti fondamentali della filosofia di N. che vengono elaborati e proposti nel così parlò
Zarathustra sono:
- La dottrina del super uomo
- La volontà di potenza
- La dottrina dell’eterno ritorno
Tutti concetti molto ampli su cui non c’è accordo su cosa N. volesse intendere
Pag.394 superuomo
Viene chiamato ubermench ( ?), anche solo sulla traduzione ci sono molte versioni. È una parola
tedesca composta, uber- mench. Mench significa uomo ma uber può essere tradotto in molti modi.
Tradizionalmente viene tradotto superuomo, però come molti interpreti hanno messo in evidenza
questo termine è equivoco perché è stato strumentalizzato in modi diversi (d’annunzio e
superomismo, darwinismo, nazismo e razza superiore, Superman e fumetti) che sono tutte
volgarizzazioni.
Sarebbe meglio tradurlo come uomo nuovo o oltre uomo perché N. intende dire che è un uomo
nuovo e rinnovato rispetto al modello antropologico tradizionale che è quello proposto dalla nostra
tradizione filosofica e religiosa; ossia un uomo legato alla terra, che accetta la vita nella sua totalità,
che non da importanza alla vita materiale. Nietzsche evidenzia invece un uomo diverso.
L’uomo vecchio si trasforma con le tre metamorfosi dello spirito e parla attraverso simboli:
- Il cammello è il simbolo dell’uomo che porta su di se il peso della vecchia tradizione
- Il leone è l’uomo che si risveglia e che si libera dai pesi del cammello
- Il fanciullo che rappresenta l’oltre uomo perché è rinato nell’innocenza, nel gioco e nella
forza di dire si alla vita vera senza dover cercare un mondo metafisico e religioso
Il prospettivismo
Qui lui afferma con decisione che ( in polemica con la tradizione occidentale) non esistono dei fatti
intesi in modo assoluto e oggettivi, esistono solo interpretazioni dei fatti che vengono interpretati da
diversi punto di vista, contro il positivismo.
I fatti non esistono ma solo interpretazioni. Mentre Kant riteneva che il caos del mondo viene
conosciuto attraverso le categorie dell’intelletto per N. non esistono categorie universali perché le
categorie sono diverse e cambiano nel corso del tempo per ogni uomo. Gli unici criteri che
rintracciamo alla base delle nostre interpretazioni sono riconducibili ai nostri bisogni e interessi
materiali che derivano dall’istinto di conservazione e sopravvivenza ( come Marx). Da qui deriva la
critica alla società industriale e all’esaltazione della salute, la vita ecc.. ritornando alla dimensione
dionisiaca dell’esistenza.