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Gratulatoria
Desidero ringraziare Massimo Cacciari, senza il quale questo
lavoro non sarebbe potuto essere nemmeno concepito;
Augusto Rossari, per la non comune generosit dimostrata
nellaccettare e seguire un lavoro cominciato con altri;
Francesco Dal Co, per avermi dato sempre suggerimenti
fondamentali; Guglielmo Bilancioni per la grande apertura di
orizzonti suggeritami, per la sua amicizia e per linesauribile
azione di incoraggiamento a pubblicare questo lavoro; Marco
Biraghi, per il percorso comune e per unamicizia ormai
trentennale; Thomas Harrison, per le sue incoraggianti parole
nei confronti del manoscritto. Un grazie a quanti hanno
contribuito direttamente o indirettamente a questo lavoro, con
idee, consigli, traduzioni.
Un ringraziamento del tutto particolare va ai miei genitori.
Ravenna, aprile 1986/aprile 2011
Indice
I. INTRODUZIONE. PONTE E SACRILEGIO
II. SUL PONTE
Gli esili ponti di Friedrich Nietzsche
La precariet del costruire Ponti quando tutto scorre
Il ponte conciliatore di Georg Simmel
La conciliazione della separatezza
Il ponte come riunione della Quadratura di Martin Heidegger
Il ponte come Ding
Il ponte che si volta di Franz Kafka
Sacralit dellacqua e sacrilegio dei Ponti. Il Ponte sacrilego
che aggioga le acque. Pericolosit di ogni fondazione.
Valenze sacrali che circondano il Ponte: i Pontifex dellantica
Roma. Il Ponte sul Bosforo e lhybris di Serse. Il sacrilegio di
Edoardo e Ottilia nelle Affinit elettive di Goethe; lagire
mefistofelico delluomo nei confronti della natura. Il
simbolismo del Ponte nel mito. Il Ponte come collegamento fra
Terra e Cielo. Il Ponte Pericoloso. Larcobaleno e il Ponte degli
di. Il Ponte e gli altri simboli assiali (la Scala, lAlbero, la
Montagna, il Palo ecc.). La ricchezza del simbolo. Le
immagini del Ponte: i diecimila Ponti.
III LA FORMA E LE ACQUE
1. Modalit delle Acque: germi di ogni virtualit. Limmersione
nelle acque: nuova nascita e ripetizione della cosmogonia.
LAcqua e la Luna; la storia patetica della Luna e delluomo.
Le cosmogonie acquatiche. La catena simbolica: Acqua-LunaPioggia-Donna-Serpente-Morte-Rigenerazione periodica. Hans
Poelzig, demiurgo moderno. Lacqua e le Torri. La Diga di
Klingenberg e lattesa del diluvio. La Sala medusea di
3. Il Ponte abitato
Abitare sul Ponte. I ponti spianatori di Sforzinda. Il ponte
sopra il ponte di Konstantin Melnikov. Larchitettura come
ponte di Frank Lloyd Wright. Le citt-ponti. Abitare sullArno: i
ponti irrealizzati di Leonardo Savioli. I ponti viventi di Paolo
Soleri. Abitare (e passeggiare) sotto i ponti.
Lberbautebrcken. I ponti-padiglioni inglesi.
VIII. IL PONTE CHE CROLLA
1. Georg Simmel e la metafisica della rovina. Il Ponte rotto:
porta trionfale in mezzo al Tevere. La rovina classica e la
rovina in Caspar David Friedrich.
2. Il Ponte ruinante
Il Ponte ruinante di Bernini: finzione e realt. Il Ponte che sta
crollando.
3. I Ponte frammetario Inserire il ponte di Io Robot (film e
verificare se c nel romanzo)
Unitariet ed eclettismo. La Teufelsbrcke di Ludwig Persius: il
Ponte mezzo rotto e mezzo no. Il Ponte tolleranre: il Ponte
che accetta altre tecniche. Lintolleranza del restauratore.
IX. IL PONTE CHE SI MUOVE
1. Le Machin Nov del Rinascimento: i Ponti mobili di Fausto
Veranzio, di Roberto Valturio, di Flavio Renato Vegezio e di
Agostino Ramelli, Il Tower Bridge e linfinito movimento del
meccanismo moderno. Il Ponte che si volta di Kafka.
2. Il Ponte che scorre
Il Ponte della Loe di Claude-Nicolas Ledoux come il Ponte di
barche di Serse? La Nave di Pietra e lisola Tiberina:
architecture parlante. Il Ponte che scorre e le acque immobili.
3. Il Ponte approdato
Il Ponte della piazza Luigi XV di tienne-Louis Boulle. Il Ponteobelisco incastonato tra le rive della Senna, dopo il viaggio
dallEgitto. I geroglifici solari del Ponte di Boulle.
4. Il Ponte che cammina
I funamboli e i danzatori di Nietzsche. Luniverso senza Chi.
Luniverso danzante di Paul Klee. I Ponti-attimo di Klee.
Allorigine il movimento. La Revolution des Viaductes di
Klee: i Ponti che camminano, gi in potenza dei danzatori.
Bibliografia
Introduzione
Ponte e sacrilegio
Man meint freilich, die Brcke sei
zunchst und eigentlich blo eine
Brcke
[Invero, generalmente si pensa che il
ponte sia anzitutto e propriamente solo
un ponte].
MARTIN HEIDEGGER, Bauen Wohnen
Denken, 1951
Una virt dei ponti che sia la struttura sia il modo in cui essa funziona
possono essere visti chiaramente da tutti.8
Ogni ponte , o dovrebbe essere, la migliore soluzione strutturale a un
problema affatto specifico e, poich i ponti sono quasi solo struttura, li si
dovrebbe guardare anzitutto dal punto di vista strutturale al fine di
comprendere come i vari tipi funzionano. 9
Amo la chiarezza delle soluzioni ben congegnate. La chiarezza una
caratteristica difficile da conquistare in architettura, eppure, in qualche
modo, progettare un ponte ci induce alla schiettezza e ci costringe a
rendere conto di ogni dado e ogni bullone. Questo mi piace. Non c spazio
per le profezze decorative o per le strutture ridondanti. 10
I carri di fuoco gridano i nomi dei nuovi Dei, che non sono i vecchi sotto
nuovo nome. Bevete ora e mangiate a profusione! Affondate il viso nel
fumo degli altari prima che si raffreddino! Ritirate i tributi e ascoltate i
cembali e i tamburi, o Celesti, mentre ancora ci sono fiori e canti. Secondo
il conteggio umano del tempo la fine lontana; secondo il nostro computo
sapiente, invece, oggi.35
57. Ibid, p. 3.
58. Ibid.
59. Ibid. Su questo tema, su cui ritorner anche pi avanti, si veda Ren
Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, Paris, ditions
Gallimard, 1962, tr. it. di Francesco Zambon: Simboli della Scienza sacra,
Milano, Adelphi, 1975, 19843, in part. il cap. Riunire ci che sparso.
60. G. Simmel, Brcke und Tr, cit., p. 3, sottolineatura mia.
61. Ibid., p. 4.
62. Ibid.
63. Ibid., p. 5.
64. Ibid., p. 4.
65. Ibid.
66. Massimo Cacciari, Metropolis: Saggi sulla grande citt di Sombart,
Endell, Scheffler e Simmel, Roma, Officina, 1973, p. 74. Sulla dialettica
Vita-Forme, cfr. lintero saggio. Su questo tema, Simmel ritornato pi
volte; fra i saggi pi belli, cfr. Zur Psychologie der Mode: Soziologische
Studie, in Die Zeit, 12 oktober 1895 (= Die Mode, in Id., Philosophisce
Kultur: Gesammelte Essais, Leipzig, Klinkhardt, 1911, pp. 29-64), tr. it. La
moda, in Id., Arte e civilt, a cura di Dino Formaggio e Lucio Perucchi,
Milano, Isedi, 1976, pp. 19-44; Zur Metaphisik des Todes, (1910-1911), tr.
it. Metafisica della morte, ibid., pp. 67-73; Der Begriff und die Tragedie der
Kultur (1911-1912), tr. it. Concetto e tragedia della cultura, ibid., pp. 83109; Der Konflikt der modernen Kultur (1918), tr. it. Il conflitto della civilt
moderna, a cura di Giuseppe Rensi, Torino, Bocca, 1925; Aus dem
nachgelassenen Tagebuche, tr. it. Diario postumo, in Id., Saggi estetici...,
cit. pp. 11-40; Die Grostadte und das Geistesleben (1903), tr. it. Metropoli
e personalit, in Citt e analisi sociologica. I classici della sociologia
urbana, a cura di Guido Martinotti, Padova, Marsilio, 1968, pp. 275-289;
Philosophie des Geldes, Leipzig, Duncker & Humbolt, 1900, 19072 (Berlin,
Duncker & Humblot, 19777), tr. it. Filosofia del denaro, A cura di Alessandro
Cavalli e Lucio Perucchi, Torino, UTET, 1984.
67. G. Simmel, Brcke und Tr, cit., p. 4.
68. Ibid., p. 5.
69. Cfr. Martin Heidegger, Bauen Wohnen Denken, in Id., Vortrge und
Aufstze, Teil III; Pfullingen, Verlag Gnther Neske, 1954, pp. 153-159, tr. it.
a cura di Gianni Vattimo, Costruire abitare pensare, in Id., Saggi e discorsi,
Milano, Mursia, 1976, pp. 96-108. Su questo saggio di Heidegger cfr.
Massimo Cacciari, Eupalinos o larchitettura, in Nuova corrente, n 7677, 1978, pp. 422-442.
70. M. Heidegger, Costruire abitare pensare, cit., p. 101.
71. Ibid.
72. Ibid.
73. Ibid.
74. Ibid.
75. Ibid.
76. Ibid.
77. Ibid.
78. Cfr. ibid., p. 102.
79. Ibid.
80. Ibid.
81. Ibid.
82. Ibid.
83. Ibid.
84. Ibid.
85. Ibid.
86. Ibid.
87. Ibid.
88. Sulla Quadratura cfr. ibid., pp. 99-101.
89. Ibid., pp. 102-103.
90. Sul pensiero di Heidegger, cfr. Massimo Cacciari, Pensiero negativo e
razionalizzazione, Venezia, Marsilio, l978, pp. 59-83; Id., Salvezza che
cade: Saggio sulla questione della Tecnica in M. Heidegger, in Il Centauro
[Tecnica Mito], II, n 6, settembre-dicembre 1982, pp. 70-101; Id.,
Introduzione al Nietzsche di Fink, in Eugen Fink, La filosofia di Nietzsche,
Venezia, Marsilio, 1977; Gianni Vattimo, Al di l del soggetto: Nietzsche,
Heidegger e lermeneutica, Milano, Feltrinelli, 1981; Giangiorgio
Pasqualotto, Heidegger, Bense: estetica tecnologica, estetica ontologica, in
Il Centauro, cit., pp. 102-114. Per ulteriori indicazioni, cfr. le opere citate.
91. Cfr. Martin Heidegger, Das Ding, 1954, tr. it. La cosa, in Id., Saggi e
discorsi, cit., pp. 109-124.
92. M. Heidegger, Costruire abitare pensare, cit., p. 102.
93. Ibid., p. 101 e passim.
94. Ibid., p. 108. Su ci, cfr. M. Cacciari, Eupalinos..., cit.
95. M. Heidegger, Costruire abitare pensare, cit., p. 108.
96. Cfr. M. Heidegger, Poeticamente abita luomo..., (1951), tr. it. in Id.,
Saggi e discorsi, cit., pp. 125-138. Su ci si veda M. Cacciari, Eupalinos...,
cit., pp. 429-430.
97. Franz Kafka, Die Brcke, 1916, in Id., Ein Landarzt, 1918, trad. it.: Il
messaggio dellimperatore: Racconti, versione di Anita Rho, Milano,
Paris, ditions Gallimard, 1958, tr. it. Il Re del Mondo, Milano, Adelphi,
1977; M. Eliade, Trait dhistoire des religions, cit., il cap. X.
117. Cfr. A. Seppilli, Sacralit delle acque..., cit., p. 238; cfr. anche, V. Ia.
Propp, Istoriceskie..., cit., passim.
118. Andr Parrot, Sumer, Paris, ditions Gallimard, 1960, tr. it. I Sumeri,
Milano, Feltrinelli, 1960, pp. 238-239, cit. in A. Seppilli, Sacralit delle
acque..., cit., p. 237.
119. Ibid., p. 241.
120. Ibid., p. 19.
121. Si veda, ibid., il cap. I. Su questo tema cfr. Claas Jouco Bleeker, Die
religise Bedeutung der Brcke, in Id., The sacred bridge: Researches into
the nature and structure of religion, Leiden, Brill, 1963, Suppl. a Numen,
VII, pp. 180-189; George Dumzil, La religion romaine archaque, Paris,
ditions Gallimard, 1966, pp. 110-119, 556-559; Agostino Pastorino, La
religione romana, Milano, Mursia, 1973, pp. 86-93; Emilio Peruzzi, Origini di
Roma, 2 voll, Firenze-Bologna, Patron, 1970-1973, vol. II, pp. 155-159; R.
Gunon, Le Roi du Monde, cit., cap. II.
122. A. Seppilli, Sacralit delle acque..., cit., p. 242. Sul pons Sublicius, cfr.
ibid., pp. 23-52 e 65-85 passim.
123. Cfr. ibid., passim. La secolarizzazione sancita da questa
constatazione di Paul Scheerbart (Glasarchitektur, in Der Sturm, 1914, tr.
it. di Mario Fabbri, Architettura di vetro, Con un saggio di Giulio Schiavoni,
Milano, Adelphi, 1982, p. 23): Anche nei ponti, che ormai sono costruiti
interamente in ferro e cemento armato, il legno non viene pi utilizzato.
124. Cfr. Eschilo, Prsai, vv. 681-842; questo motivo, centrale nel libro della
Seppilli, sviluppato per esteso nel VI capitolo.
125. Su questo aspetto della metallurgia, cfr. Ren Gunon, Le Rgne de
la Quantit et les Signes des Temps, Paris, ditions Gallimard, 1945, tr. it. Il
Regno della Quantit e i Segni dei Tempi, Milano, Adelphi, 1982, il cap. 22,
Significato della metallurgia, pp. 149-154; per altro verso lopera del
faber inteso come colui che opera partecipando alle metamorfosi della
natura, rimanda ad un aspetto diverso; cfr. Mircea Eliade, Forgerons et
alchimistes, Paris, Flammarion, 1956, tr. it. Arti del metallo e alchimia,
Torino, Bollati Boringhieri, 1980; la citazione da M. Cacciari, Salvezza che
cade..., cit., p. 76.
126. A. Seppilli, Sacralit delle acque..., cit., p. 19.
127. Cfr., ibid., il cap. 8; tale motivo ritorna nel romanzo di Ivo Andric, Il
ponte sulla Drina, Milano, Arnoldo Mondadori Editore, 1960.
128. Cfr. Johann Wolfgang Goethe, Le affinit elettive, Torino, Einaudi,
1982. Sulle Affinit elettive cfr. le stupende pagine di Walter Benjamin,
Goethes Wahlverwandtschaften, in Neue Deutsche Beitrge, 2, 1925, 1,
pp. 38-138 e 2, pp. 134-168 (ora in Id., Gesammelte Schriften,
Herausgegeben von Rolf Tiedermann und Hermann Schweppenhuser,
M. Eliade; Trait dhistoire des religions, cit., cap. VIII, i sullAlbero come
figura simbolica; cfr. anche, supra, nota 126.
138. Gaston Bachelard, La flamme dun chandelle, Paris, Presses
Universitaires de France, 1961, tr. it. La fiamma di una candela, Roma,
Editori Riuniti, 1981, p. 20. Uno dei libri fondativi per lesistenza di questo
mio lavoro Id., La potique de lespace, Paris, Presses Universitaires de
France, 1957, tr. it. La poetica dello spazio, Bari, Dedalo, 1975.
139. Su questi temi cfr. R. Gunon, Le Rgne de la Quantit et les Signes
des Temps, cit., passim; va da s che non si condividono le posizioni
ideologiche dellautore sullargomento: non si rimpiange tale perdita. Lo
stesso discorso vale anche per le medesime considerazioni espresse da
Mircea Eliade in molti suoi libri.
140. G. Bachelard, La flamme dun chandelle, cit., p. 25.
141. Ibid., p. 26.
142. Cfr. Hans Blumenberg, Die Lesbarkeit der Welt, Frankfurt, Suhrkamp,
1981, tr. it. La leggibilit del mondo, Bologna, il Mulino, 1984.
143. Cfr. G. De Santillana e H. von Dechend, Hamlets Mill, cit.
144. Cfr. Tao t king: Le Livre de la Voie et de la Vertu, Paris, Librairie
dAmerique et dOrient Adrien-Maisonneuve, 1953, tr. it. Tao t ching: Il
Libro della Via e della Virt, A cura di J[an] J[ulius] L[odewijk] Duyvendak,
Milano, Adelphi, 1973, 19856, passim.
145. Un cospicuo saggio di tale infinit il libro di L. F. Troyano, Tierra
sobre el agua, cit.
146. A. Seppilli, Sacralit delle acque..., cit., p. 238.
147. Francesco Dal Co, Genie ist Fleiss: Larchitettura di Carlo Scarpa, in
Carlo Scarpa: Opera completa, a cura di Francesco Dal Co e Giuseppe
Mazzariol, Milano, Electa, 1984, p. 68 e le indicazioni bibliografiche
riportate in nota.
148. Cfr. il cap. seguente, La forma e le acque.
149. Un simile compito stato del resto svolto egregiamente gi da
Leonardo Fernndez Troyano, Tierra sobre el agua, Madrid, Colegio de
Ingenieros de Caminos, Canales y Puertos, 1999, tr. it. di Marcello Arici:
Terra sullacqua. Atlante Storico Universale dei Ponti, Edizione italiana a
cura di Marcello Arici, Universit degli Studi di Palermo, Palermo, Dario
Flaccovio Editore, 2006. Una impostazione simile, anche se pi miscellanea
per il fatto di essere stata scritta a pi mani e in parte pi tecnica, Il
ponte e larchitettura, A cura di Enzo Siviero con Stefania Casucci e
Antonella Cecchi, Milano, CittStudiEdizioni, 1995. Utile il saggio di
Sergio Crotti, Il ponte tra retorica e logica, cit.
150. Tao t king..., cit., cap. IV, p. 35.
VON
2. Il Ponte o I ricongiunti
La vita dellestate deve essere serena.
La primavera pu essere piena di apprensione,
perch per i suoi fiori lapprensione come una patria;
ma il frutto esige un sole forte e continuo.
Tutto deve essere come per un ricevimento:
grandi porte e saldi, sicuri ponti.
RAINER MARIA RILKE, Diario fiorentino
10. Cfr. Hugo von Hofmannsthal, Andreas oder die Vereinigten, Berlin,
Fischer Verlag, 1932, tr. it. Andrea o I ricongiunti, A cura di Gabriella
Bemporad, Milano, Adelphi, 1970, 19803.
11. Ibid., p. 154.
12. Ibid., pp. 135-136.
13. Ibid., p. 123.
14. Cfr. Hugo von Hofmannsthal, Die Frau ohne Schatten, tr. it. La donna
senzombra, in Id., Narrazioni e poesie, Milano, Mondadori, 1972, 19802,
pp. 757-874.
15. Hugo von Hofmannsthal, Reiselied, tr. it. in Id., Canto di vita e altre
poesie, Torino, Einaudi, 1971, p. 27 (riportiamo il testo origonale, ibid., p.
26, comprendente anche la prima quartina che compare come citazione
allinizio del capitolo: Wasser strzt, uns zu verschlingen, / Rollt der Fels,
uns zu erschlagen, / Kommen schon auf starken Scwingen / Vgel her, uns
fortzutragen. / Aber unten liegt ein Land, / Frchte spiegelnd ohne Ende / In
den alterslosen Seen. / Marmorstirn und Brunnenrand / Steigt aus
blumigem Gelnde, / Und die leichten Winde wehn).
16. Cfr. M. Cacciari, Viaggio estivo, cit.; cfr. anche Anna Giubertoni, Venezia
nella letteratura austriaca moderna, ibid., pp. 105-126.
17. Cfr. Hugo von Hofmannsthal, Griechenland, tr. it. Grecia, in Id., LAustria
e lEuropa, Casale Monferrato, Marietti, 1983; cfr., anche, Id., Augenblicke
in Griechenland, Momenti in Grecia, in Id., Viaggi e saggi, Firenze,
Vallecchi, 1958, pp. 255-283.
18. H. von Hofmannsthal, Griechenland, cit., p. 95.
19. Ai colori di Vincent van Gogh, dedicato un breve, splendido saggio,
del poeta austriaco: C un azzurro incredibile, intensissimo, che ritorna
sempre, un verde come di smeraldi fusi, un giallo che quasi arancione.
Ma che cosa sono i colori se non prorompe da essi la vita pi fonda degli
oggetti? E quella vita profondissima era l, albero e pietra e muro e sentiero
davano di s quel che avevano di pi segreto, me lo gettavano per cos
dire incontro, ma non la volutt e larmonia della loro bella vita muta, quale
in passato mi fluiva intorno dai quadri antichi quasi unaura incantata; no,
solo il fatto che esistessero con quella violenza, il furibondo stupefacente
miracolo della loro esistenza invest la mia anima. Come posso farti
intendere che qui ogni creatura ed era una creatura ogni albero, ogni
striscia di campo giallo o verdastro, ogni siepe, ogni sentiero tagliato nella
collina pietrosa, una creatura la brocca di stagno, la scodella di terra, il
tavolo, la rozza sedia mi si levava incontro come rinata dallo spaventoso
caos della non-vita, dal baratro dellirrealt, cos che io sentii, no seppi, che
ognuna di quelle cose, di quelle creature, era nata da un terribile dubbio
del mondo e con la sua presenza copriva ora per sempre unorrenda
voragine, il nulla spalancato!, Hugo von Hofmannsthal, Die Farben, tr. it. I
colori, in Id., Viaggi e saggi, cit., pp. 213-214. Sui colori di Vincent, cfr. il
fondamentale saggio di Massimo Cacciari, I girasoli. Per un autoritratto di
Van Gogh, in Il Centauro [La cognizione del dolore], III, n 7, gennaio-
aprile 1983, pp. 28-49. Una maggiore attenzione per il colore sarebbe
consigliabile anche nellanalisi dei progetti e delle opere darchitettura, pi
di quanto non si faccia. Per Poelzig basta segnalare che era anche pittore e
che quasi tutti i suoi progetti sono a colori e non in bianco e nero.
Purtroppo lintero periodo tra i primi anni del Novecento e le due guerre
con leccezione dello Jugendstil ci stato tramandato da libri in bianco e
nero.
20. Cfr. H. von Hofmannsthal, Die Frau ohne Schatten, cit., cap. I.
21. Il sole il protagonista delle ultime pagine della Donna senzombra.
22. Cfr. ibid., cap. VII. Sui non-nati, cfr. Massimo Cacciari, Abendland, in
Id., Dallo Steinhof: Prospettive viennesi del primo Novecento, Milano,
Adelphi, 1980, pp. 141-147.
23. Cfr. H. von Hofmannsthal, Die Frau ohne Schatten, cit., pp. 871-874.
1.
20. Rosso , infatti, il colore con cui sono dipinti i tradizionali Ponti in legno
giapponesi.
21. Cfr. C. J. Bleeker, Die religise Bedeutung der Brcke, cit., p. 181.
22. Sui Dioscuri e sugli altri genelli figli del dio celeste, si veda M.
Eliade, Trait dhistoire des religions, cit., cap. II, Il cielo.
23. SullEssere supremo, si veda ibid.
24. C. J. Bleeker, Die religise Bedeutung der Brcke, cit., p. 181 (un
solido Ponte a volta sopra uno stagno).
25. Cfr. ibid.
26. Su Grandville sono fondamentali le pagine di Walter Benjamin, Das
Passagen-Werk, Frankfurt a. M., Suhrkamp, 1982, in Id., Gesammelte
Schriften, Band V 1, tr. it. in Id., Angeus Novus, Torino, Einaudi, 1962, pp.
145-147, ora anche in Id., Parigi, capitale del XIX secolo, Torino, Einaudi,
1986.
27. Cfr. Walter Benjamin, Karl Kraus, in Frankfurter Zeitung, 10, 14, 17 e
18 marzo 1931, ora in Id., Schriften II, Frankfurt am Main, Suhrkamp, 1955,
pp. 159-195, tr. it. in Id., Avanguardia e rivoluzione, Torino, Einaudi, 19734,
p. 132. E creature alla Scheerbart sono forse quelle che si affacciano
dallanello di Saturno: creature di unumanit diversa che non si afferma
pi nella distruzione.
ditemi, fratelli, che cosa sa fare il fanciullo, che neppure il leone era in
grado di fare? Perch il leone rapace deve anche diventare un fanciullo?
Innocenza il fanciullo e oblio, un nuovo inizio, un giuoco, una ruota
ruotante da sola, un primo moto, un sacro dire di s.
S, per il giuoco della creazione, fratelli, occorre un sacro dire di s. 15
cfr. Paul Bonatz: Arbeiten aus den Jahren 1907-1937, Herausgegeben von
Friedrich Tamms, Stuttgart, J. Hoffmann, 1937 e Norbert Bongartz, Peter
Dbbers, Frank Werner, Paul Bonatz 1877-1956, Stuttgart, K. Kramer,
1977.
4. E............ Neumann, Oggetto-Soggetto, in A. Teut, Architektur im
Dritten Reich..., cit., p. 156.
5. Cfr. E. Canetti, Hitler, in base a Speer, cit., pp. 83-85. Le virgolette
indicano che gli uomini superiori, di cui si parla, non hanno niente a che
vedere con gli uomini superiori di cui scrive Nietzsche nello Zarathustra.
6. Paul Bonatz, Il dottor Todt e la sua autostrada, in A. Teut, Architektur im
Dritten Reich..., cit., p. 158.
7. Anche in questo caso la lettera maiuscola indica la differenza fra il
Superuomo nazista e il superuomo nietzschiano.
8. Su questo tema, cfr., in questo lavoro, il capitolo Sul Ponte. Il tema del
sacrificio ritorna proprio a proposito dei Ponti di Bonatz: Appartiene alle
imprese importanti e determinanti per un orientamento su unepoca il
modo in cui Bonatz e Adolf Abel, figura altrettanto chiara, hanno saputo
dare armonia formale a diversi manufatti tecnici, resi necessari dalle
rettificazioni del corso del Neckar [...] Anche le costruzioni pi semplici in
campo tecnico-idrico richiedono attenzione architettonica, poich in
nessun luogo la vulnerabilit della natura cos grande come l dove la
mano delluomo e il corso dellacqua vengono fra loro a contatto. Che vi sia
un lento risveglio di questa consapevolezza nulla lo indica pi chiaramente
dellattivit costruttiva nei ponti che, insieme a quella delle strade, assume
un ruolo sempre pi importante nellimmagine architettonica della nostra
epoca, Fritz Schumacher, Strmungen in Deutscher Baukunst: Seit 1800,
Leipzig, Seemann, 1935 (= Kln, 1955) citato in Riccardo Pefano, Per una
storia dei ponti, in Hinterland, Anno, n 33-34, 1985, p. 71. La
sottolineatura mia.
9. P. Bonatz, Il dottor Todt e la sua autostrada, cit., p. 159.
10. Friedrich Nietzsche, Prefazione di Zarathustra, in Id., Also sprach
Zarathustra..., cit., p. 6.
11. Cfr. ibid., pp. 6-7.
12. Cfr. ibid., p. 7.
13. Cfr. Friedrich Nietzsche, Del passare oltre, ibid., pp. 214-217.
14. Cfr. Friedrich Nietzsche, Della redenzione, ibid., pp. 168-173.
15. Ibid., p. 170.
16. Cfr. M. Tafuri, F. Dal Co, Architettura contemporanea, cit., cap. VI.
17. Thomas Mann, Betrachtungen eines Unpolitischen, tr. it. Considerazioni
di un impolitico, Bari, De Donato, 1967, p. 56.
18. Cfr. le pagine finali de Loro del Reno di Richard Wagner. Il Ponte in
questione il mitico Ponte Bifrst che croller soltanto nel crepuscolo degli
di. Cfr. Snorri Sturluson, Edda, a cura di Giorgio Dolfini, Milano, Adelphi,
1975, 19822, passim. Sul tema del crepuscolo degli di, cfr. G. De
Santillana, H. von Dechend, Hamlets Mill, cit., passim.
19. Friedrich Nietzsche, Degli apostati, in Id., Also sprach Zarathustra...,
cit., p. 222.
20. Cfr. Friedrich Nietzsche, Del nuovo idolo, ibid., p. 57.
21. Cfr., in questo lavoro, il capitolo Il Ponte che cammina.
22. Friedrich Nietzsche, Del leggere e scrivere, in Id., Also sprach
Zarathustra..., cit., p. 42.
23. P. Bonatz, Leben und Bauen, cit., p. 163 (pi alti esempi di ponti).
24. Per Nervi che pi albertiano nella sua definizione di bellezza non
potrebbe essere il pi puro esempio di ponte sospeso, tra i tanti costruiti
nel mondo, ed anche quello nel quale lispirazione formale dei vari
elementi e dei particolari, sono ispirate al pi puro e scrupoloso
costruttivismo. Cosa aggiungere e cosa togliere per migliorare questa
opera? E non questa impossibilit la riprova di una raggiunta
perfezione, Pier Luigi Nervi, Cinque ponti, in Casabella continuit, n
224, febbraio 1959, pp. 53-54: 54.
25. Ibid. (qui io posso piangere, ci mi spezza il cuore pi della rovina
della mia stessa casa, qui una volta era stata creata la perfezione).
26. Ibid. (Io sono felice, perch qui era stata creata la bellezza, senza
altra aggiunta che la buona forma della necessit).
27. Ibid., p. 164 (Rimanevano come solitari resti i piloni e gli enormi
piedritti di pietra).
28. Ibid., p. 163 (soluzioni modello).
29. P. Bonatz, Il dottor Todt e la sua autostrada, cit., p. 163.
30. Su questi temi si rimanda al capitolo Sul Ponte.
31. Come sopra.
32. M. Heidegger, Bauen Wohnen Denken, cit., p. 101.
33. Cfr. M. Heidegger, Das Ding, cit., pp. 109-124.
34. P. Bonatz, Il dottor Todt e la sua autostrada, cit., p. 163. La
sottolineatura mia. Limportanza del passo era stat notata anche da
Giovanna Massobrio, Paolo Portoghesi, Album degli anni Trenta, Roma-Bari,
Editori Laterza, 1978, p. 124.
35. Karlhans Mller, Architettura dei trasporti nella Repubblica Federale di
Germania, Mnchen & Bonn, H. Moos Verlag & Inter Nationes, 1981, p. 23.
36. P. Bonatz, Il dottor Todt e la sua autostrada, cit., pp. 160-161.
37. Ibid., p. 160.
38. Ibid.
9. Ibid., p. 454.
10. ibid., p. 460. In questo senso il punto di arrivo il ponte sul Simme del
1940, in cui Maillart raggiunge il massimo della semplificazione, ibid., p.
459.
11. Ibid., p. 462.
12. Ibid.
13. Cfr. ibid., p. 462. In un altro passo, Giedion parla del rimbalzo elastico
ed agile col quale essi [sc. i ponti di Maillart] superano i loro baratri, ibid.,
p. 450.
Caron [...] ruin par ltablissement dune passerelle en fil de fer sur le
styx.
GRANDVILLE, Un altre mond, Paris, H. Fournier, 1844, p. 138
1.
Ren Gunon, parlando del simbolismo del Ponte, si
ricollega a
uno studio su questo argomento di Doa Luisa Coomaraswamy, studio
nel quale ella insiste particolarmente su un punto che mostra lo stretto
rapporto di tale simbolismo con la dottrina del strtm. Si tratta del senso
originario della parola stu, che il pi antico tra i vari termini sanscriti che
designano il ponte, e il solo che si trovi nel Rig-Vda: questa parola,
derivata dalla radice si, attaccare, indica propriamente un legame; e
infatti il ponte gettato su un fiume proprio ci che lega una riva allaltra;
ma, a parte questa osservazione di ordine generale, implicito in tale
termine qualcosa di molto pi preciso. Bisogna rappresentarsi il ponte
come formato, originariamente, da alcune funi, che ne costituiscono il pi
ortodosso modello naturale, o da una corda fissata nello stesso modo di
quelle, per esempio ad alberi che crescono sulle due rive, le quali
KarazaTheatrediTadaoAndo(latradizionedellHigan)
Per Hart Crane questa linea retta diventer una curva.
1. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., p. 331.
2. Su questo simbolo assiale, cfr. ibid., il capitolo La Cupola e la Ruota,
pp. 226-229.
3. Ibid., pp. 331-332.
4. Sul motivo del Ponte pericoloso, cfr. I........ Scheftelowitz, Das
Fischsymbol im Judentum und Christentum, in Archiv fr
Religionswissenschaft, XIV, n ??, Anno, pp. 322-323; C. J. Bleeker, Die
religise Bedeutung der Brcke, cit.; Doa Luisa Coomaraswamy, The
Perilous Bridge of Welfare, in Harvard Journal of Asiatic Studies, agosto
1944; M. Eliade, Le chamanisme..., cit.; Jean Chevalier, Alain Gheerbrant,
Dictionnaire des symboles, Laffont, Paris, 1969, 1982, tr. it. Dizionario dei
simboli, Milano, Rizzoli, 1986, 2 voll.; A. Seppilli, Sacralit delle acque...,
cit., capitolo VII.
5. Le Zend Avesta, traduction nouvelle avec commentaire historique et
philologique par James Darmesteter, Avant-propos de mile Benveniste,
Prof. au Collge de France, Paris, Annales du Muse Guimet, 1960, pp. 269-
270. Sul Ponte Cinvat cfr. Marijan Mol, Dan, le pont Cinvat et linitiation
dans le Mazdisme, in Revue de lhistoire des religions, CLVII, n 2, avriljuin, 1969, pp. 155-185; M. Eliade, Histoire des croyances et des ides
religieuses, cit., il capitolo Zarathustra e la religione iranica; Jacques
Duchesnes-Guillemin, La Religion de lIran Ancien, in Les anciennes
religions orientales, Paris, Presses Universitaires de France, 1962, vol. III,
passim; Alessandro Bausani, Persia religiosa, da Zarathustra a Bah u
llh, Milano, Il Saggiatore, 1959, pp. 69-70; Testi religiosi zoroastriani,
traduzione dalloriginale pahlavi con introduzione e note del prof.
Alessandro Bausani, Milano, Edizioni Paoline, 1957; Miguel Asn Palacios,
Escatologa musulmana en la Divina Comedia: Discurso leido en el acto de
su recepcion por D. Miguel Asin Palacios, y contestacion de D. Julian Ribera
Tarrago el dia 26 de Enero de 1919, Madrid, Imprenta de Estanislao
Maestre, 1919, ed. cons.: La escatologa musulmana en la divina comedia
seguida de la Historia y critica de una polemica, Madrid, s.n., 19613, pp.
180-181.
6. Ponte che raduna la traduzione di Cinvat-perethu.
7. Sulle visioni medievali e sul Ponte pericoloso, cfr. san Gregorio, in
Migne, P.L., vol. LXXVII, coll. 384-385; M. Antoine Frederic Ozanam, tudes
sur les sources potiques de la Divine Comdie: Suivies de La vision de S.
Paul, pome indit du XIIIe sicle, publi daprs le manuscrit de la
bibliothque royale, Paris, Lecoffre, 1845, passim; Alessandro DAncona, I
precursori di Dante, Firenze, Sansoni, 1874, passim; M. Asin Palacios, La
escatologa musulmana..., cit., p. 296; Corrado Gizzi, Il ponte del capello:
Elementi della tradizione islamica e della visione di Alberico nella poesia di
Dante, Pescara, Ianieri, 2008.
8. Ritroveremo il motivo del Ponte pericoloso nei romanzi e nei racconti di
fiabe: cfr. Vladimir Ja. Propp, Istoriceskie Korni Volsebnoi Skazki,
Leningrado, Edizioni dellUniversit Statale di Leningrado, 1946, tr. it. Le
radici storiche dei racconti di fate, Torino, Einaudi, 1949, pp. 542-544; il
medesimo Ponte pericoloso si ritrova in un celebre romanzo cinese del XVI
secolo, Lo scimmiotto, di Wu Chng-n e nel Lancelot di Chrtien de
Troyes: Scimmiotto li guid sulla collina a passo comodo. Ma non avevano
fatto pi di cinque o sei leghe, quando arrivarono a una gran distesa
dacqua che sar stata larga otto leghe. Ed erano acque agitatissime a
rapide. Tuttin giro non si vedeva anima viva. impossibile che questa sia
la strada giusta disse Tripitaka. Non ti pare che lImmortale devessersi
sbagliato? Questo fiume cos largo e agitato che non possiamo passarlo
davvero. La strada questa senzaltro disse Scimmiotto. Guarda!
Laggi c un ponte. Quella la strada che porta alla Salvezza. Dopo un
po Tripitaka arriv a un cartello dove cera scritto Ponte de Cielo. Ma
quando lo raggiunsero, videro che il ponte era fatto di esili fusti dalbero
messi in fila, ed era appena pi largo del palmo duna mano. Scimmiotto,
protest Tripitaka agitatissimo umanamente impossibile di tenersi in
equilibrio su un ponte come questo. Dobbiamo trovare un altro mezzo per
passare. La strada giusta questa disse Scimmiotto con un bel sorriso.
Sar la strada giusta, disse Porcellino ma cos stretta e
sdrucciolevole che nessuno avrebbe il coraggio di metterci piede. E pensa
2. Il Ponte sullabisso
1) il membro virile che unisce tra loro i due genitori nel rapporto
sessuale, e al quale il bambino deve aggrapparsi per non perire nelle
acque profonde che questo ponte scavalca; 2) nella misura in cui
dobbiamo al membro virile se da quellacqua siamo venuti al mondo, il
ponte rappresenta un importante tramite tra laldil (il prima di
nascere, il corpo materno) e lal di qua (la vita); 3) siccome luomo non
pu raffigurarsi la morte, cio laldil dopo la vita, se non secondo il
modello del passato, quindi come un ritorno nel corpo materno (nellacqua,
nella madre terra), il ponte assume anche il significato simbolico di un
veicolo verso la morte; 4) infine il ponte pu essere utilizzato in generale
per una rappresentazione formale di transizioni, di cambiamenti di
stato.10
azzurre distese della Fantasia, mentre i fluidi fili telegrafici, vibrando tutto
intorno come in attesa di diffondere un nuovo messaggio musicale, simili
ad aeree guide in direzione dellImmensit, mi tenevano desto con una
insaziabile brama verso nuove avventure, io faceva mio loggetto sul quale
potevo scaricare tutta la conoscenza che sgorgava dalla mia esperienza
IL BROOKLYN BRIDGE. Visto per la prima volta come una spettrale
metallica apparizione sotto un cielo anchesso metallico, sproporzionato a
confronto della alata leggerezza del suo arco tracciato per congiungere i
MONDI, sostenuto dalle massicce tenebrose torri che dominano il
circostante tumulto degli svettanti grattacieli con la gotica maest clta
nella purit dei loro archi, i cavi come divini messaggi dallalto, trasmessi
alle tese spirali le quali tagliano e dividono in innumerevoli spazi musicali
la nuda immensit del cielo, esso mi colp come il santuario che
contenesse tutti gli slanci della nuova civilt dAMERICA, leloquente punto
di incontro di tutte le forze che si estollono in una superba affermazione
della loro potenza, in APOTEOSI. Mi sentivo profondamente colpito come se
fossi sulle soglie di una religione nuova o alla presenza di una nuova
DIVINIT.7
4. Il Ponte-Scala
5. I Ponti di Cristallo
Gli arcobaleni dellAlpine Architektur
Non era gi bello abbastanza
quando se ne stava davanti ai nostri occhi,
quasi fosse fatto di diaspro e di prasio?
Bisogna forse temere di salirvi,
ora che appare di
smeraldo, di crisoprasio e di crisolito
combinati insieme nella pi incantevole variet?
JOHANN WOLFGANG GOETHE, Mrchen
Galoppano [sc. i cavalieri erranti] su
ponti di vetro e rasentano rocce che in
realt sono re mutati in pietra, alberi e
laghi pietrificati. Nel castello vive la bella
regina, o la bella e dolce figliola di uno
spietato sovrano. Ricordo che il motivo
del vetro torna di continuo. O un lago di
vetro si infrange e il cavaliere sbalzato
dalla sella si trova nel paesaggio
incantato, o egli si addormenta e sogna
di varcare un muro di vetro dietro il quale
si apre quel mondo sconosciuto di
stupefacente candore
JOSEPH ROTH, Les Baux, in Id., Im Bistro
nach Mitternacht: Ein FrankreichLesenbuch, Kln, Verlag Kiepenheuer &
Witsch, und Amsterdam, Allert De Lange,
trad. it. di Fabrizio Rondolino: Al bistrot
dopo mezzanotte: Unantologia francese,
A cura di Katharina Ochse, Milano,
Adelphi, 2009, pp. 126-132: 126.
PAUL
addietro. Sembrerebbe che questo simbolismo non sia rimasto del tutto
sconosciuto agli stessi Greci, almeno nel periodo arcaico, poich secondo
Omero larcobaleno era rappresentato sulla corazza di Agamennone da tre
serpenti azzurrini, imitazione dellarco di Iride, e segno memorabile agli
umani che Zeus impresse nelle nubi. [...] in alcune regioni dellAfrica, e in
particolare nel Dahomey, il serpente celeste viene assimilato
allarcobaleno, e al tempo stesso considerato il signore delle pietre
preziose e della ricchezza.34
26. Ibid.
27. J. W. Goethe, Mrchen, cit., pp. 32-33, 51 e 61-62.
28. Il serpente che si morde la coda ne limmagine mitica ricorrente.
29. J. W. Goethe, Lettera a Trebra del 5 gennaio 1814, citato in G. Baioni,
Classicismo e rivoluzione..., cit., p. 124.
30. J. W. Goethe, Mrchen, cit., p. 52.
31. Ibid., p. 53.
32. G. Baioni, Classicismo e rivoluzione..., cit., p. 124.
33. J. W. Goethe, Mrchen, cit., pp. 61-62. Corsivo mio: ritorna ancora una
volta, se ce ne fosse bisogno, il tema del sacrificio. Si veda anche, ibid., p.
51: Il serpente si diresse poi subito a riva, il cesto si pos a terra e il
serpente vi fece di nuovo intorno il suo cerchio; il vecchio si chin davanti a
lui e disse: Che cosa hai deciso?.
Di sacrificarmi, prima di essere sacrificato rispose il serpente.
34. Cfr. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., p.
335.
35. Sul Serpente Arcobaleno nella mitologia australiana, cfr. Adolphus Peter
Elkin, The Australian Aborigenes, Sydney & London, Angus and Robertson,
1938, tr. it. Gli aborigeni australiani, Torino, Ed. Scient. Einaudi, 1956, pp.
225-226; 298; Id., The Rainbow-Serpent Myth in Nord-West Australia, in
Oceania, Vol. I, n 3, 1930, pp. 349-352; Vittorio Lanternari, Il serpentearcobaleno e il complesso religioso degli esseri pluviali, in Studi e
Materiali di Storia delle Religioni, XXIII, 1951-1952, pp. 117-128; Henri
Hubert, Marcel Mauss, Lorigine des pouvoirs magiques dans les socits
australiennes, Paris, Alcan, 1909, tr. it. in mile Durkheim, Henri Hubert,
Marcel Mauss, Le origini dei poteri magici, Torino, Boringhieri, 1977, pp.
133-170; Mircea Eliade, Australian Religions: An Introduction, Ithaca (N.Y.),
Cornell University Press, 1973, tr. it. La creativit dello spirito, Milano, Jaca
Book, 1979, pp. 74-77, 102-105, 134-136 e relativa bibliografia.
36. Cfr. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., p.
336.
37. A. P. Elkin, The Australian Aborigenes, cit., p. 225.
38. Cfr. A. Seppilli, Poesia e magia, cit., p. 225.
39. Sullattivit di Taut a Magdeburgo, cfr. K. Junghanns, Bruno Taut..., cit.,
cap. 5, pp. 103-128; Christian Borngrber, Bruno Taut a Magdeburgo e
Otto Haesler a Celle, in Casabella, XLIV, n 463-464, novembre-dicembre
1980, pp. 42-51; 1920-1922: Frhlicht..., cit., passim; Alberto Giorgio
Cassani, Der Regenbogen: Bruno Taut e il piano del colore di
Magdeburgo, in 'ANAGKH, V, n 20, dicembre 1997, pp. 30-38.
40. Cfr. Paul Scheerbart, Das neue Leben: Architektonische Apokalypse
(1897), tr. it. La nuova vita: Apocalisse architettonica, in Id., Architettura di
vetro, cit., pp. 154-163.
Quel Ponte non aveva significato nulla, per K., fino a quel
momento. Ora, al chiaro di luna, K. va alla sua esecuzione, in
un luogo fuori citt, ed il Ponte che ve lo conduce. Quasi
inconsapevolmente Non avevo mica intenzione di
fermarmi disse ai suoi accompagnatori13 si ferma sul Ponte
e guarda in basso. Lagrimensore K. si era fermato anchegli
sul Ponte, fissando in alto lo sguardo: la speranza di scorgere il
Castello aveva fatto volgere gli occhi di K. verso il punto in cui
quello si doveva trovare. Alla fine del Processo, K. non solleva
gli occhi, perch non ha pi alcuna speranza, la sentenza gi
stata decisa. Guarda in basso: e fissa solo, per un attimo,
quelle viottole inghiaiate con comode panchine, sulle quali egli
in varie estati si era disteso e coricato; allo stesso modo in cui
erano apparsi per tanti anni quei ciottoli aguzzi su cui
precipita il Ponte di Kafka,14 quei ciottoli che prima di quel
mancanza di ogni segno di vita, sentire la voce autentica della vita nel
rumore della risacca, limpeto del vento, la deriva delle nuvole: questo si
riesce a sentire. Questo stato dipende da una tensione del cuore e un
rifiuto, per cos dire, opposto da parte della natura. Ma non possibile
provare ci di fronte al quadro; e ci che avrei dovuto sentire nel quadro,
lho trovato invece tra il quadro e me stesso; vale a dire unesigenza, una
tensione del mio cuore verso il quadro e un rifiuto da parte di esso. E cos
io stesso sono diventato il monaco cappuccino, il quadro diventato la
spiaggia, ma ci verso cui avrei dovuto guardare con desiderio, il mare, era
completamente assente.22
altre. Anche gli alberi, sulla riva destra, sono come morti. Sola
con se stessa appare la figura di donna, lontana dal mondo,
incamminatasi per sentieri lontani dalla strada maestra, ma
unica delle figure umane di Friedrich ad aver raggiunto la
salvezza sul Ponte che divide. I Ponti sono due, ma non c un
altro viandante che possa attraversare. Come i Ponti di Kafka,
anche quelli di Friedrich sono l solo per quelluno, anche se, a
differenza di quelli, questi sono Ponti che salvano. Come
larcobaleno del Paesaggio montano con larcobaleno, arco
della grazia,28 simbolo di riconciliazione fra Dio e luomo, che
appare solo per il personaggio al centro saldo nella Fede
come su una roccia,29 ma unico spettatore dell'evento, anche
il Ponte che divide del Paesaggio invernale nascosto alla
vista. I due piccoli Ponti, travi semplicemente appoggiate,
indicano che la salvezza difficile, perch avviene dove
meno evidente: piccoli Ponti separano dallEterno. La fede nel
divino e nella sua manifestazione nella natura, ha portato la
donna al di l. forse lunica delle figure di Friedrich a non
osservare ferma di spalle il paesaggio, ma ad attraversare la
barriera, ad annullare la metafisica della differenza.
Solo accettando la morte, solo riconoscendola come limite
della vita,30 e come ci che d senso alla vita stessa forse
possibile accedere alleterno, fin da questa vita. Perch, mi
sono spesso domandato, / scegli tanto spesso a oggetto della
tua pittura / la morte, la caducit, la tomba? / Perch chi vuole
vivere in eterno, / deve spesso abbandonarsi alla morte. 31
Accettare la morte anche ci che chiede Carlo Scarpa con
la tomba Brion: accettare la morte, come attraversare un
Ponte interrotto, o una Porta dacqua che scompare davanti
allo sguardo.
I Ponti di DAronco insegnano il percorso: il Ponte-Carcere
il Labirinto che si deve attraversare per abituarsi al viaggio
iniziatico. Ad attendere chi non si perde nei suoi meandri, il
sacro percorso del Ponte-Mandala.
1. Questo capitolo ha dei collegamenti stretti col Ponte sospeso: qui per
lidea di Ponte che divide va di l dellimmagine del Ponte sospeso sugli
abissi o del Ponte fra Terra e Cielo: che il Ponte divida la questione
decisiva, di l dalle sue possibili connotazioni specifiche. Tale divisione
assume spesso il carattere di unuscita da uno stato, da un modo dessere
31. Caspar David Friedrich, Aforismi, in A. Sbrilli, Paesaggi dal nord, cit., p.
167.
2. Il Ponte interrotto
3. Il Ponte-Mandala
Uno dei due occhi visibili ci guarda proprio dalla pianta del
Ponte, tracciata a mano libera da DAronco: ma non un Ponte
29. Cfr. ibid., il capitolo II: Il mandala come mezzo di reintegrazione, pp.
35-62.
30. Cfr. ibid., il capitolo V: Il mandala nel proprio corpo, pp. 122-146.
31. Cfr. ibid., pp. 63-64.
32. Ibid., p. 64.
33. Ibid., p. 65.
34. Cfr. ibid., le prime pagine del capitolo V, in particolare pp. 122-131; cfr.
anche R. Gnoli, Introduzione, cit., pp. 38-40.
35. G. Tucci, Teoria e pratica del Mandala, cit., p. 130.
36. Cfr. ibid., pp. 124 sgg.
37. Ibid., p. 130.
38. Cinque sono le ruote secondo la tradizione scivaita; cfr. ibid., pp. 128129.
39. Cfr. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., p.
213.
40. Ibid., nota 4.
41. R. Gnoli, Introduzione, cit., p. 19.
42. Ibid.
43. Ibid.
44. Ibid., pp. 19-20.
45. Sul simbolismo della volta in architettura, cfr. R. Gunon, Symboles
fondamentaux de la Science sacre, cit., pp. 221-233.
46. R. DAronco, Lettera a Enrico Bonelli, cit., p. 130. Sullarchitettura
indiana, cfr. Mario Bussagli, Architettura Orientale/I: India, Indonesis e
Indocina, Contributo di Arcangela Santoro, Milano, Electa, 1973, 1981 (con
bibliografia).
47. Cfr. G. Tucci, Teoria e pratica del Mandala, cit., pp. 128-130.
48. Cfr. R. Gunon, LHoome et son devenir..., cit., pp. 137-138.
49. Cfr. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., il
capitolo Janua cli, pp. 305-308.
2. Il Ponte postumo
Cento profonde solitudini formano
insieme la citt di Venezia
questo il suo incanto.
Unimmagine per gli uomini del futuro
FRIEDRICH NIETZSCHE, Aurora
Non solo:
Se la composizione di forma e avventura costituisce lincomprensibile
inattualit di Venezia,15 essa ne fonda ancje la solitudine. Il pathos della
distanza che ne domina, dallinterno, aristocraticamente, la struttura, e che
si allarga, per onde, attraverso la Laguna (lago della mia malinconi), decidendone lintera immagine da ogni terranea radice, da ogni Nomos der
Erde, fa di ogni suo edificio, di ogni suo mo(vi)mentum, un solitario:
compiuta individualit del verso nellinfinito mutare delle rime e dei ritmi.
Un tutto formato da cento solitudini: 100 profonde solitudini formano
insieme la citt di Venezia questo il suo incanto. Unimmagine per gli
uomini del futuro. [...] Cos la memoria di Venezia ritorna nella Genealogia,
come dimprovviso, evocata dal nome di Eraclito. Nietzsche pensa ai
deserti dellantico filosofo, allimmenso tempio di Artemide dove egli
poteva ritirarsi; luogo sacro e deserto tempio della comunit e riflesso
dellunicit di quel pensiero. Perch per noi non esistono templi simili?
ma forse esistono: in questo momento mi rammento del mio studio pi
bello, quello di piazza di San Marco, posto che sia primavera, nonch
mattina, nel tempo tra le dieci e le dodici. Qui nel mezzo della citt si
pu rifuggire da quello stesso da cui rifuggiva lantico filosofo: la
mercantile cianfrusaglia di attualit. Qui possibile ancora venerare il
silenzio, la freddezza, la nobilt, la lontananza, il passato, tutto quanto, in
genere, alla vista del quale lanima non costretta a difendersi e a
stringere i lacci qualcosa con cui si pu parlare, senza parlare ad alta
voce.16
6. Per unanalisi dettagliata dei due progetti per il Ponte di Rialto, cfr.
Lionello Puppi, Andrea Palladio, Milano, Electa, 1977, p. 302. Dora in
avanti ci riferiremo al secondo di questi progetti.
7. Cfr. nota precedente.
8. Antonio Foscari, Manfredo Tafuri, Larmonia e i conflitti, Torino, Einaudi,
1983, p. 80.
9. M. Tafuri, Tempo veneziano e tempo del progetto..., cit., p. 24.
10. La profondit va nascosta. Dove? Alla superficie, Hugo von
Hofmannsthal, Buch der Freunde, tr. it. Il libro degli amici, Milano, Adelphi,
1980, p. 56.
11. La citazione tratta da Andr Corboz, Venezia negata, in Le Venezie
possibili..., cit., pp. 71-75: 72 ; lautore cita da unopera di Sergio Bettini,
senza ulteriori indicazioni: cfr. la bibliografia a p. 75.
12. M. Tafuri, Tempo veneziano e tempo del progetto..., cit., p. 23.
13. Per una critica di questa posizione, cfr. M. Cacciari, Viaggio estivo, cit.;
Id., Venezia postuma, in Venezia nellOttocento, a cura di Giuseppe
Pavanello, Giandomenico Romanelli, Milano, Electa, 1983, pp. 264-270.
14. M. Cacciari, Viaggio estivo, cit., p. 127.
15. Cfr. ibid.
16. Ibid
17. Cfr. Donatella Calabi, Paolo Morachiello, Rialto: sacrario da
consacrare o da rinnovare, in Le Venezie possibili, cit., pp. 54-57; la
citazione a p. 57; cfr. anche di Donatella Calabi, Oltre lo sguardo, in
Casabella, XLVIII, n 503, giugno 1984, pp. 16-17.
18. Cfr. D. Calabi, P. Morachiello, Rialto..., cit., p. 57.
19. Georg Simmel, Venedig, tr. it.Venezia, in M. Cacciari, Metropolis..., cit.,
pp. 196-197.
20. Da straniero giunge infatti Andrea a Venezia: Ma bene, pens il
giovine signore Andrea von Ferhengelder, quando il barcaiolo quel d 17
settembre 1778 gli ebbe posato la valigia in cima alla scala di pietra e si
allontanava, ma benissimo, costui mi pianta qui e festa signori, carrozze
a Venezia non ce ne sono, chi non lo sa, un facchino, e che verrebbe a
farci? un angolo sperduto dove non passa un cane . Come se alle sei del
mattino si facesse scendere di posta sulla Rossauerlande o tra i
Weissgrber chi non pratico di Vienna. So la lingua, e con questo? fanno
di me quel che vogliono egualmente, H. von Hofmannsthal, Andrea, o i
Ricongiunti, cit., p. 11. E da straniero Andrea riparte da Venezia.
21. Ibid., pp. 84-85.
22. Ibid., p. 93.
23. Sul progetto di Fra Giocondo, cfr. M. Tafuri, Teatro e citt
nellarchitettura palladiana, cit., p. 73; Id., Tempo veneziano e tempo del
progetto..., cit., p. 25; Id., Sapienza di stato e atti mancati..., cit., pp.
21-23.
24. Ibid., p.23.
25. G. Simmel, Venedig, cit., p. 196. Su questo tema, cfr. M. Cacciari,
Metropolis..., cit., pp. 8090; Id., Venezia postuma, cit., pp. 265-267.
26. Cfr. G. Simmel, Venedig, cit., p. 195: I palazzi veneziani, [...], sono un
gioco prezioso, la cui uniformit maschera i caratteri individuali, un velo le
cui pieghe seguono soltanto le leggi della propria bellezza e che lasciano
trasparire la vita solo per il fatto che la nascondono.
27. Sulla citt analoga, cfr. Aldo Rossi, Larchitettura della citt, Milano,
Clup, 1978, p. 245; su questa definizione entrato in polemica Andr
Corboz nel suo Venezia negata, cit., pp. 71 e 73.
28. Assurdo e surrealistico collage lo definir Bruno Zevi in Cronache
di architettura. Volume VII (nn. 693-824), Bari, Editori Laterza, 1970, p.
389.
29. Francesco Algarotti, Opere, Cremona, Lorenzo Manini, 1778-1784, vol.
VIII, p. 89.
30. Ibid.
31. Ibid.
32. Cfr. la nota 4 del cap. Sul Ponte.
33. Cfr. A. Corboz, Venezia negata, cit., pp. 72-73.
34. Il passo di Newton citato ibid., p. 72.
35. Sulla spazialit barocca cfr. Severo Sarduy, Barroco, Milano, Il
Saggiatore, 1980; cfr. anche le prime pagine di Nicola Spinosa, Spazio
infinito e decorazione barocca, in Storia dellarte italiana, Torino, Einaudi,
vol. 6, tomo I, pp. 275-343.
36. Cui sono ancora legate le prime opere di Antonio Canal: quella
primitiva maniera larga di cui parla Corboz a p. 72 del suo lavoro.
37. Ibid.
38. Cfr. ibid.
39. G. Simmel, Venedig, cit., p. 196.
40. Per questo lato nostalgico di parte della cultura tedesca fra
lOttocento e il Novecento, anche presente in Simmel, cfr. M. Cacciari,
Metropolis..., cit., passim; di Simmel, per un confronto-opposizione col
saggio Venedig, cfr. Rom e Florenz, tr. it. ibid., pp. 188-194.
41. Cfr. M. Cacciari, Viaggio estivo, cit., pp. 128 sgg.
42. Cfr. il saggio di Hugo von Hofmannsthal che fa da sottofondo a queste
pagine di Cacciari: Viaggio estivo, in Id., Saggi italiani, Milano, Mondadori,
1983, pp. 87-95; lo stesso saggio era apparso precedentemente in Viaggi e
saggi, cit., 73-83.
3. Il Ponte abitato
1. Abitare sul Ponte
Dal momento in cui il primo uomo ha sostato su un ponte, si
posta la possibilit che su quel ponte ci si potesse abitare.
Perch si sosta su un ponte? Perch si attirati dallo scorrere
delle acque sottostanti, dallammirare un altro ponte (forse
lunico modo di poter vedere un ponte stare su un altro
ponte), dal meditare sul paesaggio circostante. Gi Bernini e
Milizia avevano sottolineato il beneficio dato allo spirito dallo
scorrere delle acque; se questa meditazione valsa in passato
per i ponti rettilinei, ancor pi vale oggi in cui molti ponti
pedonali hanno abbandonato la linea retta per un andamento
sinuoso, curvilineo, a serpentina. Questa scelta progettuale
sembra voler indurre alla riflessione in entrambi i sensi
etimologici di pensare e rispecchiarsi nellacqua sullo stare
sospesi sullacqua, sullo scorrere del fiume, dimenticando
lazione dellattraversamento e il mero passare di l
dallostacolo (che la funzione primaria, ma non esclusiva di
un ponte). il caso del ponte pedonale Pedro e Ins sul fiume
Mondego a Coimbra di Cecil Balmond (2007). Il testo che
accompagna il progetto non potrebbe essere pi esplicito:
Il viaggio attraverso lacqua, come attraverso una gola, una fessura tra
due forme terrestri, sempre immaginato come un percorso rettilineo.
Spaventati dal vuoto, o forse dagli spazi indefiniti, sembra che vogliamo
affrettarci, correre in linea retta.
Ma cosa succede se divaghiamo?
Se procediamo per curve?
Attraversiamo sfrecciando e sfioriamo gli eventi.
In unarroganza artificiale, controlliamo forse il passaggio, sollecitiamo
una traiettoria, sorvolando lacqua con slancio crescente, come un
proiettile che non fa deviazioni?
Limmagine del proiettile genera unenergia diretta, una
rappresentazione di forza che le linee rette incarnano molto
realisticamente. Questo il ponte, incessante attraversamento. 1
Su una gola a strapiombo, come sui vasti fiumi o sui burroni, la paura
dellabisso e il terrore di cadere sono dominanti. Il nostro sistema interno di
controllo antigravit ci fa desiderare di volare dallaltra parte, lignoto la
nemesi, quindi il noto diventa certo e si dilata rapidamente in una lunga
linea retta.2
Alla fine, per, lautore riconosce che quella che gli sfilata
davanti, rendendo realmente abitato quel ponte, non uno
schizzo impressionistico, multicolore, che possa destare
allegria e meraviglia, non una grande processione
carnevalesca,18 bens, piuttosto,
lumanit intera che sfila con tutte le sue miserie, con tutte le sue Follie;
collinfinita discordia delle sue credenze e delle sue leggi; un
pellegrinaggio di popoli decaduti e di razze avvilite; una immensit di
sventure da soccorrere, di vergogne da lavare, di catene da rompere; un
cumulo di tremendi problemi scritti a caratteri di sangue, e che non si
scioglieranno che con torrenti di sangue; e questo immenso disordine
rattrista.19
miei testi: La fatica del costruire. Tempo e materia nel pensiero di Leon
Battista Alberti, Milano, Unicopli, 2000, 20042, passim, Et flores quidem
negligitis: saxa admirabimur?: Sul conflitto natura-architettura in L.B.
Alberti, in Albertiana, VIII, 2005, pp. 57-83, Attraverso lo specchio:
Addenda al rapporto Momus/De re dificatoria, in Leon Battista Alberti:
Acyes du Congrs international Gli Este e lAlberti: tempo e misura,
Ferrara, 29 XI-3 XII 2004, dits par / A cura di / Edited by / Francesco
Furlan & Gianni Venturi, avec la collaboration de / conn la collaborazione
di / in collaboration with D. Di Carlo, E. Scantamburlo, M. Scarabelli, PisaRoma, Fabrizio Serra editore, 2010, vol. I, pp. 159-175 e Leon Battista
Alberti: conservatore o distruttore?, in Albertiana, XIV, 2011, pp.
103-117.
9. A. Averlino, detto il Filarete, Trattato di architettura, cit., p. 372.
5. Le citt-ponti
Chi ha rilanciato, a scala urbanistica, lidea di ponte abitato,
tarsformandola in quella di citt-ponte, stato Le Corbusier.
Tutto ci avvenuto intorno alla fine degli anni Venti-inizio
anni Trenta del secolo scorso. A cominciare da quello che
rimane forse il progetto pi straordianrio, sintesi perfetta di
invenzione formale e novit contenutistica: il Plan Obus per
Algeri (1929-1930). Un chilometrico nastro stradale con sotto
un enorme falansterio rue corridoir compresa che segue
la linea della costa algerina, terminando in un gigantesco
viadotto che scavalca la casbah di Algeri (dominandola e, al
tempo stesso, rispettandola (perch tradizione e modernit
non possono colloquiare tra loro, per il Moderno, ma solo
guardarsi a distanza).
Questa spettacolare soluzione verr ripresa nel corso degli
anni, adattandola, ma sempre conservandone lidea di base,
per le proposte urbanistiche del Sud America. Vediamole in
breve.
Buenos Aires:
sulla riva del fiume, in fondo allimmenso estuario, potrebbe innalzarsi
una citt sulla sua gigantesca piattaforma di cemento armato sistemata
sopra la corrente, sostenuta da pilotis; sopra di essa, una serie di magnifici
grattacieli, con cadenza e ritmo, costituirebbero un grandioso spettacolo
architettonico; pura creazione umana.1
Montevideo:
Dunque, dalla cima dellaltopiano (circa 80 metri [...]), faccio proseguire
verso il mare, a sud a livello costante (ossia a 80 metri), la strada
principale che arriva in citt dal nord, provenendo dalla campagna. E
continueremo, sempre allo stesso livello, facendo ramificare il nostro
viadotto in due, tre, quattro o cinque braccia (o dita) che proseguiranno
fino...
Fin dove? Fino al di sopra del porto. Le strade saranno dunque sospese in
aria, a 80 metri l di sopra del porto, e si fermeranno di colpo sempre
nellaria, a picco.2
So Paolo:
Le autostrade che vi propongo sono dei viadotti giganteschi. Smettetela
di costruire costose arcate per sostenere i vostri viadotti, costruiteli invece
su strutture multipiani di cemento armato, che serviranno ad alloggiare
uffici nel centro della citt e abitazioni in periferia. [...] Che aspetto
magnifico assumerebbe il luogo! Quanto pi grande dellacquedotto di
Segovia, quanto pi gigantesco del ponte di Gard! 3
6. Ibid., p. 496.
7. Ibid.
8. R. Koolhaas, Delirious New York..., cit., p. 165.
9. Ibid.
4 ponti ma tali che esiste una continuit da uno allaltro, ricercando dal
pi semplice al pi complesso tutte quelle cose che avrebbero dato gioia e
godimento alluomo. Primo progetto. Il ponte semplicemente una strada
sulla quale si transita; non altro che il prolungamento di essa da una
sponda allaltra de fiume... non altro che una ossatura pi bella
formalmente che sia possibile sulla quale camminano gli uomini e corrono i
veicoli. Secondo progetto. Ma se tu pensi che il ponte, specialmente
trovandosi nel centro della citt, oltre che ad essere il prolungamento di
una strada, qualcosa su cui puoi sostare e godere maggiormente dallalto
il fiume e lo scenario delle architetture e del paesaggio... molto bello per
gli uomini che il ponte abbia alle testate due piazze: due piazze sospese
sul fiume.
Secondo progetto, variante. Ponte avente le stesse caratteristiche del
secondo ove sulle piazze sul fiume venisse previsto il muro forato
senza le scalinate. Terzo progetto. Se... tu senti il desiderio che da queste
piazze si possa scendere al pelo dellacqua... Ecco allora le piazze scendere
al fiume. Quarto progetto. Plastico. La discesa al fiume si prolunga e le
piazze si collegano tra di loro attraverso dei passaggio pedonali a livello
dellacqua... e senti il bisogno che la parte centrale del ponte divenga
maggiormente di sosta e colleghi ancor pi saldamente, amplificandole,
tutte le sensazioni gi provate.5
quella in cui ho fatto disegni molto grandi, infine la quinta quasi ridicola
perch mi hanno chiesto di fare questo piccolo ponte in Scottsdale... 6
1. Cfr. Georg Simmel, Die Ruine, in Id., Philosophische Kultur..., cit., pp.
125-133, tr. it. di Gianni Carchia: La rovina, in Rivista di Estetica, XXI, n
8, 1981, pp. 121-127.
2. Ibid., p. 121.
3. Ibid.
4. Ibid.
5. Ibid
6. Ibid.
7. Ibid., p. 122.
8. Ibid.
9. Ibid., p. 123. Sulla necessit di nuove sintesi, di nuovi interi, in
Simmel, si rimanda ai saggi di Massimo Cacciari citate nel capitolo Sul
Ponte.
10. Cfr. ibid., p. 125. Di seconda natura! Aveva parlato Goethe di fronte
alle opere antiche incontrate nel suo Viaggio in Italia, prima del suo arrivo
a Roma: Sono salito a Spoleto e sono anche stato sullacquedotto, che nel
tempo stesso ponte fra una montagna e laltra. Le dieci arcate che
sovrastano a tutta valle, costruite di mattoni, resistono sicure attraverso i
secoli, mentre lacqua scorre perenne da un capo allaltro di Spoleto.
questa la terza opera degli antichi che ho innanzi a me e di cui osservo la
stessa impronta sempre grandiosa. Larte architettonica degli antichi
veramente una seconda natura, che opera conforme agli usi e agli scopi
civili. cos che sorge lanfiteatro, il tempio, lacquedotto, Johann
Wolfgang Goethe, Italienisce Reise, tr. it. Viaggio in Italia, in Id., Opere, vol.
III, Firenze, Sansoni, 1954, p. 570.
2. Il Ponte ruinante
7. Ibid., p. 106.
8. Ibid., p. 104.
9. Cfr. ibid., p. 105.
10. Ibid.
11. Ibid.
12. G. Simmel, Die Ruine, cit., p. 124.
13. Cfr. ibid., p. 125.
14. M. e M. Fagiolo dellArco, Bernini..., cit., p. 105.
15. Ibid.
17. Cfr. ibid., p. 85 e scheda n 86, s.n.p.
18. Cfr. ibid., p. 104.
19. Ibid.
20. Cfr. anche F. Borsi, Bernini architetto, cit., p. 258.
3. Il Ponte frammentario
Egli venne, mi percosse con la punta ferrata del suo bastone, poi sollev
le falde del mio abito e me le depose in ordine sul dorso. Infil la punta del
bastone nei miei capelli folti e ve la mantenne a lungo; probabilmente egli
si guardava dintorno con aria feroce. Poi a un tratto io stavo appunto
seguendolo trasognato per monti e valli salt a piedi giunti nel mezzo del
mio corpo. Rabbrividii per laltro dolore, del tutto inconscio. Chi era? Un
fanciullo? Un sogno? Un grassatore? Un suicida? Un tentatore? Un
distruttore?
3. Il Ponte approdato
11. Ibid.
12. Ibid., p. 74.
13. Le citazioni di Diderot, sono tratte da Aldo Rossi, Introduzione a
Boulle, in E.-L.Boulle, Architecture: Essai sur lart, cit., p. 24.
14. Ibid., p. 73.
15. Ibid.
16. Ibid., p. 124. Sullarchitettura delle ombre, cfr. le belle pagine di
Boulle, ibid., pp. 120-124.
17. Cfr. R. Gunon, Symboles fondamentaux de la Science sacre, cit., il
capitolo, pi volte citato, Riunire ci che sparso.
18. Nel fatto di riunire ci che diviso, il Ponte di Boulle partecipa anche
del Ponte che unisce.
41. Sullutilit dellinutile, cfr. Zhuang-zi [Chuang-tzu], dit par Liou Kiahway, Paris, Unesco et ditions Gallimard, 1980, tr. it. Milano, Adelphi,
1982, 19832; Tao t king..., cit.; su ci si veda, per i rimandi con il pensiero
occidentale, M. Cacciari, Salvezza che cade, cit., pp. 96-97.
42. Cfr. ibid., p. 97.
43. Zhuang-zi [Chuang-tzu], cit., ??:
44. Zhuang-zi [Chuang-tzu], cit., p. 48.
45. Un li corrisponde a circa 530 metri.
46. Ibid., pp. l3-14. Ma si veda lintero primo capitolo Libert naturale.
47. Uno schizzo di Calatrava mostra come la forma del ponte sia ispirata
allimmagine di un uccello in volo. Lo stesso schizzo era alla base del
progetto di concorso per il ponte Gentil a Parigi (1988).
48. Titolo del n 7 dei Quaderni di Lotus (Milano, Electa, ????), dedicato
alle opere di Santiago Calatrava.
49. I volumi [sc. di Calatrava] hanno laspetto di muscoli tesi, Francesco
Dal Co, Santiago Calatrava. Le origini della morfologia resistente come
meraviglia, in Casabella, LXV, n 686, febbraio 2001, p. 37.
50. en el concepto de fuerza est implicita la movilidad. Una manera
sencilla de traducir todo esto es decir que las fuerzas son como
movimientos cristalizados, Disertaciones, El Croquis, n 38, 1989, p.
???.
51. Sergio Polano, Santiago Calatrava. Opera completa, Milano, Electa,
1996, p. 180. Anche se laffermazione si riferisce, in realt, al ponte
pedonale di Campo de Volantin a Bilbao (1990-1997).
52. Alberto Savinio, s.v. Zoografia, in Id., Nuova enciclopedia, Milano,
Adelphi, 1977, 20025, p. 401.
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Ammannati, Bartolomeo
Andric, Ivo
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Aragon, Louis
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Corbusier
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