Sigmund Freud
Il Surrealismo
Fortemente influenzato dalla psicoanalisi freudiana, il Surrealismo nacque nel 1924 a Parigi con la pubblicazione del "Manifesto del Surrealismo" da parte di Andr Breton, il quale riusc persino ad avere un breve colloquio con Freud; i due non si compresero in quanto secondo il medico viennese i "matti" erano malati da curare, mentre per il poeta, teorico e romanziere Breton dovevano essere preservati e conservati tali in quanto testimonianze viventi dell' esistenza del subconscio. Priorit del movimento surrealista fu esprimere in forma artistica la dimensione onirica e le pulsioni dell' inconscio e del fantastico attraverso tecniche di espressione libera.
Andr Breton Foto di Man Ray
Salvador Dal
Invece di rendermi duro, come la vita in realt aveva progettato, Gala riusc [...] a costruirmi un guscio che proteggeva la sensibile nudit del paguro bernardo che vi era insediato, cio io stesso, sicch, mentre io esternamente acquistavo sempre pi l'aspetto di una fortezza, internamente potevo continuare a invecchiare molle, ipermolle. E il giorno in cui decisi di dipingere orologi li dipinsi molli...
Nel '48 la sua arte prende una nuova svolta classicista con cui cerca di collegare le antiche forme rinascimentali al suo nuovo interesse per le scoperte nucleari. Si dedicher allo studio della fisica raggiungendo in questo campo conoscenze molto elevate. Tra il '71 e il '74 saranno inaugurati il Salvador Dal Museum di Cleveland (che nell' 82 verr trasferito Petersburg, Florida) e il Teatro-Museo Dal di Figueres; Il Nostro, l'unico artista ad aver avuto due musei a lui dedicati mentre era ancora in vita. Il grande masturbatore Dopo la morte di Gala, avvenuta nell82 ,tenter, in preda alla disperazione, di togliersi la vita disidratandosi; non riuscendoci trascorrer il resto della sua esistenza in isolamento, producendo, nonostante lirrefrenabile tremore delle mani, una quantit incredibile di opere, quasi ad esorcizzare, tramite una sorta di bulimia creativa, la sua profonda malinconia. morir nell89 per complicazioni respiratorie.
Caro signor Freud, La proposta, fattami dalla Societ delle Nazioni e dal suo Istituto internazionale di cooperazione intellettuale di Parigi, dinvitare una persona di mio gradimento a un franco scambio d opinioni su un problema qualsiasi da ma scelto, mi offre la benvenuta occasione di dialogare con Lei circa una domanda che appare, nella presente condizione del mondo la pi urgente tra tutte quelle che si pongono alla civilt. La domanda : C un modo per liberare gli uomini dalla fatalit della guerra?
A. Einstein
Einstein si pone decisamente contro la soluzione armata di un conflitto: egli stesso la definisce "ignobile e spregevole", al punto tale di essere disposto a farsi tagliare a pezzi piuttosto che partecipare ad una tale abominazione. Il regime militare viene definito dallo scienziato come "il peggior frutto della vita di branco", "una lebbra della civilt" da abolire il pi presto possibile dal momento che, finch esister, qualsiasi conflitto grave condurr necessariamente allo scoppio di una nuova guerra. Sostiene che caratteristico della mentalit militare il ritenere essenziali fattori non umani, quali le bombe atomiche, le basi strategiche, le armi di ogni genere o il possesso delle materie prime, mentre lessere umano, i suoi desideri e pensieri, vengono ritenuti secondari e trascurabili: lindividuo viene degradato a "materiale umano". Il suo pensiero politico era incentrato sullinstaurazione di un governo sovranazionale, indispensabile per salvare la civilt e la libert individuale, la cui tutela il criterio del vero pacifismo. Il compito di questo organismo sarebbe stato quello di limitare la sovranit illimitata dei singoli stati. Dopo la conquista del potere da parte di Hitler, egli mut la sua concezione pacifista limitandone la sfera di validit: egli si definisce un pacifista militante ma non assoluto, contrario all utilizzo della forza in qualsiasi circostanza, salvo contro un nemico che persegue la distruzione della vita come fine in s. Egli pensa che La non cooperazione con lindustria militare dovrebbe essere un principio morale assoluto per tutti i veri scienziati che sono impegnati nella ricerca fondamentale ma dal momento che il sodalizio scienza-industria bellica ha gi preso corpo, ed ha trovato la sua pi manifesta applicazione nel cosiddetto Progetto Manhattan, che ha condotto alla realizzazione della prima bomba atomica con cui stata rasa al suolo la citt di Hiroshima. Einstein non ha mai preso parte in maniera diretta alla realizzazione della bomba, tuttavia ne ha appoggiato la creazione giustificando il proprio operato asserendo che essa non sorta come strumento di distruzione, ma di dissuasione: era infatti opinione comune che i tedeschi sarebbero riusciti a realizzare a loro volta unarma atomica, della quale si sarebbero serviti per diventare la razza padrona. Proseguendo su questa linea, Einstein si dichiar favorevole alla produzione e conservazione di un numero di testate atomiche da parte degli Stati Uniti, ...per impedire che unaltra nazione, una volta procuratasi la bomba, possa scatenare una guerra nucleare, esentando dalle responsabilit la classe degli scienziati La responsabilit di chi fa uso di questi nuovi strumenti e non di chi contribuisce al progresso della conoscenza: dei politici, quindi, e non degli scienziati.
Durante la conferenza di Potsdam, Truman invi al Giappone un ultimatum, senza per fare alcuna allusione alla nuova arma. Sotto la pressione dei militari il Giappone respinse la dichiarazione di Potsdam il 28 luglio.
Little Boy e Fat Man, Bradbury Science Museum, Los Alamos, New Mexico.
Il 6 agosto la prima bomba a uranio 235 (Little Boy) veniva sganciata sullisola di Hiroshima. Hiroshima era una citt di circa 350.000 abitanti, uno dei maggiori centri giapponesi di produzione bellica. La bomba distrusse qualsiasi cosa nel raggio di due chilometri, circa il 98% dei palazzi della citt furono distrutti o gravemente danneggiati, oltre 70.000 persone furono uccise e molte altre morirono poi per effetto delle radiazioni. L'esplosivo nucleare utilizzato nelle bombe a fissione era costituito da uranio e plutonio, due materiali fissili. Ogni qual volta un nucleo si divide per l'urto con un neutrone, produce almeno due nuovi neutroni, che nel caso di un'esigua massa di materiale fissile, sfuggono senza indurre ulteriori fissioni. Se per si accumula una quantit di plutonio e uranio arricchito, sufficientemente puro e tale da superare la cosiddetta massa critica, si innesca un processo a catena incontrollata, in cui le fissioni di nuovi nuclei si susseguono. La liberazione di energia che ne deriva ha carattere esplosivo. La bomba di Hiroshima era costituita da due masse di uranio, in ciascuna delle quali lo sviluppo della superficie in rapporto alla massa era tale da non raggiungere la criticit. Una volta accostate le basi delle due parti ne derivava una massa in condizioni critiche. In essa, era usata una carica esplosiva convenzionale per spingere una met della massa di uranio contro l'altra lungo un tubo; superata cos quella critica, la massa esplose con la potenza equivalente a 12-13 mila tonnellate di tritolo.
LITTLE BOY
Di fronte alle titubanze del governo giapponese ad accettare la resa incondizionata, il 9 agosto venne sganciata su Nagasaki una bomba al plutonio (Fat Man). La citt fu distrutta per il 47 % e i morti furono 75.000. La bomba di Nagasaki utilizz il fatto che la massa critica si riduce se il materiale fissile viene compresso cos da fare aumentare la sua densit. Una massa sottocritica di plutonio venne circondata da cariche di esplosivo convenzionale che, fatte esplodere, compressero il plutonio in condizioni supercritiche e produssero unesplosione equivalente a 20 mila tonnellate di tritolo.
Se molti scienziati erano contrari alluso della prima bomba, quella di Nagasaki gener sgomento e ira. Di fronte ad un nemico ormai piegato che aveva gi sperimentato sulla propria carne il terribile morso dellatomica, quella bomba appariva del tutto inutile. Con la seconda bomba si affrettava il termine del conflitto, impedendo che anche lUnione Sovietica entrasse in guerra con il Giappone e pretendesse poi di rivendicare i meriti della propria partecipazione alla vittoria. Per molti quella di Nagasaki non fu lultima azione militare della seconda mondiale, ma la prima grande operazione della guerra fredda.
FAT MAN
AN 219 destruct fuse Archie radar antenna Plate with batteries (to detonate charge surrounding nuclear components) X-Unit, a firing set placed near the charge Hinge fixing the two ellipsoidal parts of the bomb High explosive pentagonal lens (12 units around the core, made of high and low velocity explosive) High explosive hexagonal lens (20 units around the core, made of high and low velocity explosive) California Parachute tail (aluminium) Dural casing, ~140 cm inner diameter Cones that contained the whole sphere Explosive lenses (low and high velocity) Nuclear material Plate with instruments (radars, baroswitches and timers) Barotube collector
Resoconto di Paul Tibbett, pilota dell aereo Enola Gay, ritrovato nel diario di bordo, riguardante gli ultimi secondi dal lancio di Little boy. "Alle 8, 25 minuti e 17 secondi, Little Boy scivol nellaria. Lesplosione avrebbe dovuto verificarsi dopo quarantatre secondi, contai mentalmente fino a quarantatre e poi fu la luce, un lampo accecante che abbagli 300.000 persone e cancell dalla citt ogni ombra, sin nei recessi pi nascosti. Alla luce segu lesplosione: solo a quaranta o cinquanta chilometri da Hiroshima fu possibile udirne il boato, per quelli pi vicini si trasform in silenzio. Il calore, dai trecento ai novecentomila gradi liquefece i tetti delle case, annient le persone fissando le loro ombre sullasfalto a irrefutabile prova della scomparsa di un essere umano. A quattro chilometri da Hiroshima la gente sent quel calore sul viso e ne ebbe la pelle ustionata. La raffica dellesplosione si sprigion dalla sfera di fuoco alla velocit di 1300 chilometri orari e, in un raggio di molti chilometri quadrati, le case ancora in piedi vennero sradicate dalle fondamenta. Poi enormi gocce dacqua color pece, prodotte dalla vaporizzazione dellumidit, riportarono a terra la polvere radioattiva dispersa nellatmosfera. Un vento infuocato riflu verso il centro dellesplosione a mano a mano che laria, al di sopra della citt diventava pi rovente. Dallistante dellesplosione erano passati solo otto minuti. Nel cielo, a undici miglia di distanza, due onde durto colpirono successivamente la superfortezza volante che aveva sganciato la bomba, scuotendola con violenza. Il mio compagno si volse a guardare indietro: " Dio mio, che abbiamo fatto!", fu il suo unico commento". P.Tibbett ritratto di fronte allEnola Gay
"La vita attuale inquinata alle radici. L'uomo si messo al posto degli alberi e delle bestie ed ha inquinato l'aria, ha impedito il libero spazio [...]. L'occhialuto uomo inventa gli ordigni fuori del suo corpo e se c' stata salute e nobilt in chi li invent, quasi sempre manca in chi li usa. Gli ordigni si comprano, si vendono e si rubano [...]. Quando i gas velenosi non basteranno pi, un uomo fatto come gli altri, ma degli altri un po' pi ammalato, ruber tale esplosivo e si arrampicher al centro della terra per porlo nel punto ove il suo effetto potr essere il massimo. Ci sar un'esplosione enorme che nessuno udr e la terra ritornata alla forma di nebulosa errer nei cieli priva di parassiti e di malattie".
. Italo Svevo - La coscienza di Zeno (1923)
Italo Svevo
La vita
Ettore Schmitz nacque a Trieste nel 1861 da un' agiata famiglia di commercianti ebrei. Apprese la lingua tedesca in Baviera, nel collegio di Segnitz, dove ricevette un' ottima preparazione umanistica. Tornato a Trieste nel 1878 frequent l' Istituto Superiore di Commercio ma, in seguito ad un dissesto familiare, fu costretto ad interrompere gli studi per impiegarsi nel 1880 nella succursale triestina della Banca Union di Vienna come corrispondente di francese e tedesco. Nello stesso anno cominci a collaborare al quotidiano triestino "L'Indipendente" con articoli di critica letteraria, coltivando anche l'hobby per il violino. Il suo primo romanzo, Una vita, venne pubblicato nel 1892, con lo pseudonimo di Italo Svevo (che allude alla sua formazione letteraria italo - tedesca). Nel 1896 spos Livia Veneziani e nel 1898 scrisse Senilit, il quale non raccolse consensi critici. Decise allora di entrare nella ditta Veneziani, gestita dal suocero e specializzata in vernici sottomarine, rivelandosi un ottimo uomo daffari. Nel 1906 si iscrisse alla Berlitz School e fu allievo di James Joyce che apprezz le sue opere e promise di segnalarle in Francia e allestero. Il successo arriv in Francia nel 1926 con "La coscienza di Zeno", scritto nel 1923 dopo la lettura in lingua originale delle opere di Freud. Montale lo elogi nella rivista LEsame. Svevo raggiunse l'apice della fama nel 1928 dopo che il critico Benjamin Crmieux gli diede largo spazio in un suo Panorama della letteratura italiana. Cominci a dedicarsi a un nuovo romanzo, Il vecchione, rimasto incompiuto per la morte dello scrittore in un incidente automobilistico nel 1928.
La coscienza di Zeno
Il romanzo composto di otto capitoli: Prefazione, Preambolo e sei capitoli tematici, in cui il protagonista, Zeno Cosini, narra gli episodi della sua adolescenza e maturit, che ruotano attorno alle tappe cruciali della vita e dai quali trapelano i piccoli vizi e le innocenti manie di un borghese insoddisfatto, la cui nevrosi consiste nel ritenersi "inetto" alla vita diventando l'icona di un' anti-eroe decadente, incapace di vivere per la sua eccessiva tendenza all'autoanalisi.
Suddivisione in capitoli. I. Prefazione. S'immagina redatta dal dottor S. (lo psicoanalista di Zeno) e fornisce al lettore alcune informazioni: il protagonista, su consiglio del medico, fissa su carta i ricordi della propria vita, ma interrompe sul pi bello la terapia scatenando la vendetta del dottore che "per dispetto", pubblica il racconto autobiografico di Zeno senza la sua approvazione. lunico capitolo in terza persona. II. Preambolo. Zeno in prima persona accenna al faticoso lavoro di recupero del suo passato e alle difficolt che incontra nell'attivare il rapporto psicoanalitico. III. Il fumo. Zeno comincia con il ricordo dei tentativi falliti per liberarsi dal vizio del fumo, i particolari comici e i sotterfugi con se stesso per continuare a fumare. IV. La morte di mio padre. Narra il ricordo dell' agonia del padre che, in punto di morte sembra colpire con un gesto involontario (per Zeno uno schiaffo) la "mediocrit fannullona" del figlio. Lo schiaffo, lasciando irrisolto il conflitto con la figura paterna, condiziona la psiche del protagonista, che cerca disperatamente protezione. V. La storia del mio matrimonio. Nella frequentazione della famiglia Malfenti il protagonista trova finalmente un rifugio. Il signor Malfenti, oltre che datore di lavoro, diventa anche una figura protettiva e, tra le sue figlie, Ada, Alberta, Augusta e Anna, Zeno cerca una possibile consorte. Nonostante il suo debole per Ada sposer Augusta che, meno attraente delle sorelle, si rivela una moglie ideale. VI. La moglie e l'amante. Nonostante sia soddisfatto del suo matrimonio, Zeno ha una relazione con una ragazza di nome Carla; egli non sa decidersi fra l'amore per la moglie e quello per l'amante, finch quest'ultima a troncare il rapporto per amore di Zeno stesso.
VII. Storia di un'associazione commerciale. Il capitolo incentrato sull'impresa economica di Zeno e del cognato Guido (marito di Ada da sempre suo rivale perch considerato uomo amabile, piacente, ottimo affarista e buon musicista) che, sommerso dai debiti, perde la vita cercando dinscenare la propria morte. Zeno riesce involontariamente a salvare la situazione economica della famiglia. VIII. Psico-analisi. Qui terminano i capitoli del memoriale. Zeno spiega i motivi dell'abbandono della cura e proclama la propria guarigione. Il protagonista indica l'idea che lo ha liberato dalla malattia: "La vita attuale inquinata alle radici" la malattia deriva quindi dal malessere interiore causato dalla societ e dalla cultura delluomo moderno, la guarigione non esiste, esistono solo equilibri provvisori che nascono dalla coscienza dellinevitabilit della malattia, la malattia un mezzo essenziale per conoscere se stessi. La coscienza di Zeno unopera che analizza anche il rapporto tra il tempo della scrittura (e della cura) e quello della vita, il flusso del presente e quello dellesistenza trascorsa, del ricordo. Zeno si accorge che non possibile alcun rapporto sicuro e lineare con il tempo, esso si riavvolge e si ripete nel ricordo, ma il suo ritornare lo trasforma, lo muove, lo deforma. I ricordi diventano sempre unaltra cosa, creando nuove realt. La conduzione del romanzo fortemente segnata dallincombenza della guerra, essa si pone come segno simbolico di uscita da unepoca in cui il mondo era stato, al di la dei suoi precari equilibri, compatto. Zeno sembra ottenere la guarigione proprio dai fortunati affari che la guerra gli permette di fare. Tale guarigione lo conduce per ad allargare lo sguardo alla malattia che ha colpito lintera umanit, alimentata dallaccumulo di oggetti e ordigni. Come ha rivelato la guerra lo sviluppo industriale e il dominio sulla natura si traducono in morte e distruzione: il romanzo si chiude proiettando un futuro minaccioso e quasi profetico in cui un uomo fatto come gli altri, ma pi ammalato far esplodere un ordigno talmente grande da distruggere lintero pianeta.
Fonti: Itinerario nellarte - Cricco, di Teodoro - Zanichelli Storia dellarte - Dorfles, Vettese - Atlas Vita dartista, Dal Nicosia Fiorella Giunti Editore Interrogare il passato Emilio Zanette Edizioni Scolastiche Bruno Mondadori I fatti e le interpretazioni Di Rienzo, Cristino - Petrini Letteratura Modulare 2 Sambugar, Sal La nuova Italia http://cronologia.leonardo.it/cronoein2.htm http://www.ihr.org/jhr/v16/v16n3p-4_Weber.html http://www.psicoanalisi.it/psicoanalisi/Freud/freudarchivio.htm http://www.presentepassato.it/Dossier/900barbaro/hiroshima3_tibbets.htm