Sei sulla pagina 1di 4

CONDUTTORI

La parola elettricità deriva dal greco elektron e significa ambra. La carica elettrica è una proprietà posseduta
dalle particelle che compongono l'atomo: i protoni che-insieme ai neutroni-si trovano nel nucleo e gli
elettroni che sono in movimento intorno a esso. Ci sono 2 tipi di carica elettrica: quella negativa degli
elettroni e quella positiva dei protoni. Cariche dello stesso segno si respingono e cariche di segno opposto si
attraggono. L'elettrizzazione è una conseguenza dello spostamento da un corpo a un altro di un certo
numero di elettroni. Nei corpi solidi i nuclei atomici sono vincolati in condizioni di equilibrio e gli elettroni si
muovono. Il principio di conservazione della carica elettrica afferma che la carica elettrica di un sistema
chiuso-somma algebrica delle cariche positive e negative-si mantiene costante nel tempo.

Conduttori e isolanti.

Si chiamano conduttori quei materiali (metalli, acqua e corpo umano) all'interno dei quali gli elettroni si
muovono liberamente. Si chiamano isolanti quei materiali (plastica, pietra pomice, lana di vetro, ecc...) i cui
elettroni sono fortemente legati ai nuclei degli atomi. Lo strumento in grado di rilevare la carica elettrica di
un corpo è l'elettroscopio che è formato da una bacchetta metallica terminante a un'estremità con una
sferetta e all'altra con due foglioline metalliche; il tutto è racchiuso in una custodia di vetro. Portando a
contatto della sferetta un corpo conduttore elettrizzato, la carica elettrica-grazie alla bacchetta metallica-si

trasmette alle foglioline che se sono leggere divergono a causa della forza repulsiva. La conservazione della
carica In un sistema, la quantità di carica rimane costante, non può né crearsi né distruggersi, ma è solo
trasferibile.

Conduttori e isolanti I materiali che non hanno la proprietà di condurre energia elettrica (gomma, vetro,
platica, ceramica…) sono detti isolanti, ciò vuol dire che gli elettroni non sono liberi di muoversi all’interno di
essi, ma tendono a rimanere nella posizione originaria. Quelli che invece, come i metalli, hanno questa
proprietà, sono detti conduttori, e quindi gli elettroni hanno libertà di movimento. Ad esempio,
nell’elettroscopio, quando si avvicina una bacchetta alla sfera metallica, alcune cariche negative si spostano
verso la sfera, portando a un eccesso di carica positiva nelle due foglioline, che quindi si respingono.
Esistono tuttavia anche materiali, come il germanio e il silicio, detti semiconduttori, e che quindi hanno
caratteristiche intermedie tra le due categorie. I materiali isolanti possono essere elettrizzati attraverso lo
sfregamento; mentre i conduttori possono solo per contatto. In questo caso, si deve avvicinare un corpo
elettrizzato a un conduttore, e questo basterà per far trasferire parte di elettroni al conduttore.
Quest’effetto è permanente, quindi durerà anche in seguito all’allontanamento inevitabile tra i due corpi.
È possibile inoltre elettrizzare un conduttore per induzione. In questo caso, bisogna avvicinare un corpo
carico a un corpo conduttore ma elettricamente neutro; se l’avvicinamento avviene senza contatto, la carica
è reversibile, quindi si annullerà allontanando il corpo carico. Se avviciniamo una barretta carica a una sfera
neutra, noteremo che quest’ultima è attratta dall’asticella, perché si ha un ridistribuzione delle cariche sulla
superficie della sfera; per questo motivo, nella parte della sfera più vicina alla bacchetta si concentreranno
le cariche di segno opposto di quelle dell’asticella. In questo modo, nonostante la sfera sia ancora neutra, si
presenta una ridistribuzione della carica. Quest’effetto viene però annullato con l’allontanamento della
bacchetta dalla sfera. L’unico metodo per rendere quest’effetto temporaneo definitivo è, nel momento in
cui vi è la ridistribuzione delle cariche, toccare con un dito la parte dove sono presenti le cariche negative, in
modo tale da scaricarle a terra.

Inquinamento elettromagnetico

I campi elettromagnetici hanno assunto un'importanza crescente legata allo sviluppo dei sistemi di
telecomunicazione diffusi capillarmente sul territorio. Anche l'intensificazione della rete di trasmissione
elettrica nonché la diffusa urbanizzazione, hanno contribuito a destare interesse circa i possibili effetti sulla
salute derivanti dalla permanenza prolungata in prossimità di queste fonti di emissioni di onde
elettromagnetiche.

Il fenomeno definito "inquinamento elettromagnetico" è legato alla generazione di campi elettrici,


magnetici ed elettromagnetici artificiali, cioè non attribuibili al naturale fondo terrestre o ad eventi naturali,
ad esempio il campo elettrico generato da un fulmine.

La propagazione di onde elettromagnetiche come gli impianti radio-TV e per la telefonia mobile, o gli
elettrodotti per il trasporto e la trasformazione dell'energia elettrica, da apparati per applicazioni
biomedicali, da impianti per lavorazioni industriali, come da tutti quei dispositivi il cui funzionamento è
subordinato a un'alimentazione di rete elettrica, come gli elettrodomestici. Mentre i sistemi di
teleradiocomunicazione sono progettati per emettere onde elettromagnetiche, gli impianti di trasporto e gli
utilizzatori di energia elettrica, emettono invece nell'ambiente circostante campi elettrici e magnetici in
maniera non intenzionale.

I campi elettromagnetici si propagano sotto forma di onde elettromagnetiche, per le quali viene definito un
parametro, detto frequenza, che indica il numero di oscillazioni che l'onda elettromagnetica compie in un
secondo. L'unità di misura della frequenza è l'Hertz (1 Hz equivale a una oscillazione al secondo). Sulla base
della frequenza viene effettuata una distinzione tra:

 inquinamento elettromagnetico generato da campi a bassa frequenza (0 Hz - 10 kHz), nel quale


rientrano i campi generati dagli elettrodotti che emettono campi elettromagnetici a 50 Hz;

 inquinamento elettromagnetico generato da campi ad alta frequenza (10 kHz - 300 GHz) nel quale
rientrano i campi generati dagli impianti radio-TV e di telefonia mobile.

Questa distinzione è necessaria in quanto le caratteristiche dei campi in prossimità delle sorgenti variano al
variare della frequenza di emissione, così come variano i meccanismi di interazione di tali campi con gli
esseri viventi e quindi le possibili conseguenze per la salute. In risposta alla necessità, oramai da tempo
avvertita sia a livello nazionale ma ancor più a livello locale, di un censimento delle sorgenti inquinanti e
sulla base anche di quanto previsto dal nuovo scenario normativo (legge quadro n. 36/2001), è in corso la
costituzione di specifici catasti (nazionale e regionali) delle sorgenti di campo elettromagnetico come
supporto per le attività di controllo, di informazione della cittadinanza e, soprattutto, per l'attività di
pianificazione. Alcune regioni, in considerazione soprattutto del proliferare degli impianti per la telefonia
cellulare, hanno già da qualche tempo avviato specifiche attività per la loro realizzazione.

Sia nel settore delle radiofrequenze che in quello delle frequenze estremamente basse (Elf: Extremely Low
Frequency) l'entità delle attività di controllo è in fase di continua crescita; ciò è dovuto sia alla crescente
pressione sul territorio che alle richieste da parte della popolazione. Attualmente, infatti, l'attività di
controllo dell'inquinamento elettromagnetico rappresenta una delle principali emergenze per gli enti
competenti (Agenzie regionali per l'ambiente). La tendenza futura va verso l'adozione di nuove tecnologie
che modificheranno l'assetto ambientale e paesaggistico, principalmente dei siti urbani. L'adozione di
tecnologie a basso impatto e una buona pianificazione territoriale consentiranno di raggiungere un buon
compromesso tra la diffusione delle sorgenti impattanti e la tutela dell'ambiente.

ONDE ELETTROMAGNETICHE

Un’onda è un’oscillazione periodica che può essere stazionaria se l’oscillazione non si propaga nello spazio
oppure in moto in caso di propagazione. Si tratta in pratica di perturbazioni di tipo oscillatorio o vibratorio
che si propagano nello spazio implicando trasporto di energia e non di materia. Le onde di tipo elastico o
meccanico sono quelle che si propagano in mezzi materiali solidi, liquidi o gassosi. Al contrario, come
vedremo, le onde elettromagnetiche sono generate dalle variazioni dei campi elettrici e magnetici nello
spazio e non hanno bisogno di un mezzo per propagarsi. In generale, la propagazione delle onde può essere
descritta mediante i parametri: ampiezza, lunghezza d’onda e frequenza. L’ampiezza rappresenta lo
spostamento massimo di un punto dalla posizione di equilibrio e assume un importante in termini di
energia trasportata dall’onda. La lunghezza d’onda (λ) rappresenta la distanza percorsa dall’onda in un
periodo T (intervallo di tempo, in secondi, impiegato per compiere un’oscillazione completa) o la minima
distanza tra due punti in cui lo spostamento dalla configurazione di equilibrio assume lo stesso valore. La
lunghezza d’onda (λ) può essere messa in relazione con la velocità di propagazione dell’onda (v) e il periodo
(T): v = λ/T. La frequenza (ν) indica il numero di vibrazioni complete che avvengono in 1 secondo e si misura
in hertz (Hz): la relazione tra frequenza (ν) e periodo (T) è: ν = 1/T mentre quella tra ν e la velocità di
propagazione dell’onda (c) è: ν = c/ λ (proporzionalità inversa tra frequenza e lunghezza d’onda). Oltre ai
parametri lunghezza d’onda, periodo, e frequenza ricordiamo che l’energia dell’onda è data dal prodotto
della costante di Planck (h) per la frequenza ν (E = h ν). Le onde elettromagnetiche non hanno
necessariamente bisogno di un mezzo per propagarsi. Sono definite onde trasversali: ogni punto del sistema
esegue cioè vibrazioni in direzione perpendicolare a quella di propagazione. Questo vuol dire che il campo
elettrico e il campo magnetico, ortogonali tra loro, sono sempre perpendicolari anche alla direzione di
propagazione. La direzione di un campo elettrico in un punto può variare con il tempo e lo stesso vale di
conseguenza per il campo magnetico. Tale direzione però si manterrà sempre ortogonale alla direzione di
propagazione; se invece la direzione del campo elettrico non cambia, allora si avrà un’onda
elettromagnetica polarizzata rettilineamente. A seconda della lunghezza d’onda le onde elettromagnetiche
presentano diversa energia differenti manifestandosi di conseguenza in modo differente. L’intero spettro
elettromagnetico, può essere infatti schematizzato in funzione dell’energia e le varie parti che lo
costituiscono rappresentano intervalli di lunghezza d’onda, e quindi di frequenza, continui tra loro.

La teoria elettromagnetica formulata da James Maxwell (1831-1879) è sicuramente una delle più importanti
dell’Ottocento, in grado di interpretare i fenomeni fisici indotti dalle correnti e dai magneti oltre che
evidenziare la natura elettromagnetica della luce. Si tratta di una teoria che unifica le leggi dei fenomeni
elettrici e magnetici andando così a delineare il concetto di campo elettromagnetico e della sua
propagazione nello spazio. Le 4 leggi fondamentali dell’elettromagnetismo sintetizzano le proprietà del
campo elettrico e del campo magnetico e sono enunciabili nel modo seguente:  1ª legge (Teorema di
Gauss): il flusso del campo elettrico uscente da una superficie chiusa è uguale al rapporto tra la somma
delle cariche contenute all’interno della superficie e la costante dielettrica ε0: Ф (E) = q/ ε0.

 2ª legge (Teorema di Gauss per il magnetismo): il flusso dell’induzione magnetica uscente da una
superficie chiusa è sempre nullo: Ф (B) = 0.

 3ª legge (Legge di Ampère-Maxwell): la circuitazione dell’induzione magnetica lungo un percorso chiuso è


uguale al prodotto della permeabilità μ0 per la somma della corrente effettiva e di quella di spostamento.

 4ª legge (Legge dell’induzione elettromagnetica di Faraday-Neumann): la circuitazione del campo


elettrico lungo una linea chiusa è uguale al rapporto, cambiato di segno, tra la variazione del flusso
dell’induzione magnetica concatenato con il percorso considerato e l’intervallo di tempo in cui è avvenuta la
variazione. Maxwell fu il primo a rendersi conto che tali equazioni, riunite tra loro, formavano un sistema
coerente e che potevano portare a prevedere l’esistenza di un nuovo tipo di onda di energia, evidenziata
per la prima volta da Hertz (1857-1894) ovvero la radiazione elettromagnetica. Partendo dalle 4 leggi
Maxwell riuscì a ottenerne altre equazioni in grado di legare i valori dei campi in un punto dello spazio e in
un certo istante, ai valori dei campi in punti vicini e a istanti precedenti o successivi. Considerando le
conclusioni tratte sulla natura elettromagnetica della luce, le equazioni di Maxwell possono essere
considerate come una teoria unitaria oltre che dei fenomeni elettrici e magnetici, anche di quelli
luminosi. Il campo elettromagnetico si propaga nello spazio. Mettendo in movimento una carica e
facendola oscillare rapidamente avanti e indietro tra due punti, si genererà un campo elettrico e un campo
magnetico. I due campi si generano l’un l’latro e oscillano perpendicolari. Essi si generano con continuità,
propagandosi sempre più lontano dalla carica che li ha generati. Anche quando la carica smette di oscillare,
essi continuano a generarsi l’un l’altro in punti sempre più distanti.

Il campo elettromagnetico si propaga nello spazio e trasporta energia. Il campo elettromagnetico si propaga
allo stesso modo di un’onda. Immaginando una corda che viene fatta oscillare da uno dei due capi, l’energia
prodotta dal movimento si propagherò su tutta la corda. Possiamo quindi parlare di onde
elettromagnetiche.

Potrebbero piacerti anche