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RADIAZIONI

GENERALITA’ SULLE RADIAZIONI


Le radiazioni sono distinte in ionizzanti e non ionizzanti; sono onde
elettromagnetiche caratterizzate da due campi, elettrico e magnetico, che
oscillano insieme ma hanno direzioni perpendicolari tra loro.
Le radiazioni sono caratterizzate da energia, frequenza e lunghezza d’onda.

Fenomeno della ionizzazione


Normalmente l’atomo è neutro perché il numero di cariche positive è
esattamente uguale al numero di cariche negative; se si realizza
l’allontanamento di un elettrone dall’atomo, si determina una ionizzazione,
(con conseguente prevalenza di una carica elettrica positiva → formazione
di un catione).
L’elettrone è collegato al nucleo dell’atomo attraverso cariche
elettrostatiche (di attrazione e di repulsione) che lo avvicinano e lo
allontanano al nucleo, senza mai superare una certa distanza. Per avere una
ionizzazione l’energia ceduta all’elettrone dalla radiazione deve essere
superiore all’energia di legame (cioè quella che lega l’elettrone all’atomo).
 Se una radiazione ha sufficiente energia da staccare l’elettrone sarà
una radiazione ionizzante
 Se la radiazione non ha sufficiente energia da staccare l’elettrone sarà
una radiazione non ionizzante.
Affinché avvenga la ionizzazione è necessaria un’energia di almeno
13.6eV (che non altro che l’energia di legame). Tale valore è ottenuto
dall’equazione:
E =mc2
Per la meccanica quantistica la massa è espressione di energia; se peso un
protone e un elettrone insieme ho un peso inferiore a quello atteso perché
una quota di quel peso si è trasformata in energia di legame, ovvero
13.6eV (si parla di delta o difetto di massa).
Ogni radiazione ha un’energia:
E=hxf
h: costante di Planck
f: frequenza
Secondo qst equazione energia e frequenza sono direttamente
proporzionali tra loro; pertanto, più aumenta la frequenza della radiazione
maggiore sarà la sua energia.
Le radiazioni ionizzanti sono radiazioni ad alta energia proprio perché, per
loro natura, devono essere capaci di ionizzare l’atomo; hanno quindi alta
frequenza e bassissima lunghezza d’onda (frequenza e lunghezza d’onda
sono inversamente proporzionali).
Le radiazioni non ionizzanti, viceversa, hanno frequenza e energia minori.
Nelle radiazioni campo elettrico e campo magnetico coincidono, in virtù
dell’elevata frequenza. Quando la frequenza è molto bassa non si parla di
radiazione ma di campo elettromagnetico. La radiazione è invece un’onda
elettromagnetica dotata di una frequenza di almeno 1200MHz (che non è
un valore di riferimento, ma semplicemente il valore della frequenza dello
strumento più usato che emette radiazioni di qst tipo, ovvero il
microonde).

Effetto termico
Per misurare le radiazioni non ionizzanti, non potendo misurare la
ionizzazione, si è pensato di studiare l’effetto termico che esse producono
attraversando la materia.
Altri effetti della radiazione non ionizzante, p.e. il modo in cui orienta gli
spin o le probabili azioni sul segnale elettrico, sono ancora difficili da
misurare.

Nota! L’effetto termico è stato usato per studiare gli effetti dei cellulari che
usano frequenze superiori a 1200MHz (i dual band tra i 900-1800MHz) e i
probabili rischi cancerogenetici legati al loro uso.
I telefoni cellulari sono stati classificati come IARC 2B (potenziali
cancerogeni, non certi…ma non si sa il modo in cui lo sarebbero). Nel
dettaglio, ci sono 2 scuole di pensiero, una sostiene che i telefoni cellulari
siano verosimilmente cancerogeni, una sostiene il contrario. L’OMS
consiglia cmq di non usare i cellulari in gravidanza e di non darli ai
bambini di età inferiore ai 12 (…affinché le radiazioni non siano a contatto
con i tessuti in rapida crescita degli embrioni e dei bambini) e di usarli per
conversare e non per comunicare.

La pericolosità delle radiazioni dipende dalla loro dose.


Le radiazioni possono essere misurate:
Le radiazioni possono essere misurate
 Nell’aria, cioè direttamente dove è stata sparata la radiazione;
abbiamo in qst modo la cd misura d’esposizione espressa in
Coulomb/Kg
 Nella materia che viene attraversata. In qst modo misuriamo la dose
assorbita, ovvero la capacità che ha la radiazione di interagire con il
tessuto che attraversa; la dose assorbita viene espressa in Gray
 La dose efficace o equivalente, espressa in Sievert. Il Sievert è
un’unità di misura pesata che prende in considerazione la radiazione
in sé (e quindi la dose assorbita) e la moltiplica per un fattore di
ponderazione che varia in base al tipo di radiazione. P.e. per i raggi
X il fattore di ponderazione è pari a 1, quindi dose assorbita e dose
efficace coincidono.
Qst unità di misura usa come riferimento il fondo radioattivo, ovvero
le radiazioni di fondo a cui tutti siamo esposti per via dei radioisotopi
delle rocce (Apricena e San Marco in Lamis sono le zone con un
fondo maggiore). Quindi il Sievert permette di valutare se c’è o
meno un’esposizione che supera quella di fondo e tiene conto della
radiazione utilizzata; qst è molto importante per capire qual è la dose
che è stata assorbita, perché da qst dipendono gli ev danni agli organi
o ai tessuti.

Radiazioni e spettro elettromagnetico


Lo spettro elettromagnetico è una figura in cui cataloghiamo onde e
radiazioni in base a lunghezza d’onda e frequenza.
Nello spettro della luce, le radiazioni ionizzanti sono quelle a dx (RX e
raggi γ sono quelle più usate in Medicina).

Lunghezza d’onda: periodo dell’onda, cioè distanza tra un picco e l’altro.


Frequenza: inverso del periodo che indica il numero di oscillazioni
(picchi) nell’unità di tempo; si misura in Hz.

In ordine di frequenza (dalla più bassa alla più alta) abbiamo onde radio,
onde TV, microonde, infrarossi, raggi UV, raggi X, raggi gamma e raggi
cosmici.
Raggi UV
I raggi UV sono a ponte tra le radiazioni ionizzanti e quelle non ionizzanti
(da alcuni sono già considerati ionizzanti perché hanno un’energia
prossima a quella di ionizzazione). Arrivano solo in parte sulla terra,
perché vengono schermati dall’ozono. Permettono l’abbronzatura, ma sono
anche mutageni cancerogeni perché promuovono la formazione dei dimeri
di timina.
Vengono anche usati in tp, p.e. nel trattamento della psoriasi, in cui al pz
vengono somministrati cicli di lampade UV e sostanze che ne permettono
la cattura da parte dei cheratinociti.
Raggi X
I RX non sono presenti in natura, ma prodotti casualmente da Rontgen.
Vengono classificati in diversi sottotipi in base a frequenza ed energia.
Vengono utilizzati in diagnostica ma anche in altri campi ed è importante
sapere che rappresentano un problema solo per alcune professioni
sanitarie:
 I radiologi e tecnici di radiologia sono i più protetti perché, a meno
che non facciano l’angiografia che richiede la vicinanza
dell’operatore al paziente, lavorano dietro un vetro piombato che
scherma i raggi riflessi nella stanza. In questi esami la dose maggiore
va sempre al paziente e, anche se ci fosse un operatore vicino, questo
riceverebbe un raggio riflesso e non diretto
 I più esposti sono cardiologi (coronarografie, coronaroplastiche),
ortopedici (riduzioni fratture sotto controllo radioscopico),
gastroenterologi (utilizzano raggi x per alcune manovre, solitamente
molto rapide per cui l’esposizione è limitata) e alcune chirurgie in cui
si fa somministrazione di mdc e si scattano radiografie. In qst casi i
radiologi refertano soltanto e non sono esposti
Raggi gamma
I raggi gamma sono presenti in natura, ma sono anche producibili
artificialmente.
Derivano da radioisotopi, elementi che hanno lo sts numero atomico ma
diverso PM.
P.e. Carbonio 12 e 14 hanno lo sts numero atomico ma
diverso PM. Il nucleo del C14 ha infatti due neutroni in
più e ciò lo rende più instabile; col tempo C14 si
trasforma in C12. Durante questa trasformazione un
nucleone, e in particolare un neutrone, si trasforma in
protone ed elettrone, emettendo una soglia di energia sotto
forma di radiazione elettromagnetica.
Quando un radionuclide decade emette raggi gamma (p.e. il deuterio:
atomo di idrogeno con un neutrone in più, decade nel tempo emettendo la
radiazione gamma).
I raggi gamma sono utilizzati in medicina nucleare (scintigrafia): si inietta
il radioF, contenete il radioisotopo, nel paziente e qst si accumula
nell’organo bersaglio (osso, tiroide …) per poi decadere, emettendo raggi
gamma che sono rilevati dalla gamma camera, in cui il pz è stato
introdotto. I medici e i tecnici sono i più esposti; qst perché:
 Il pz, a cui è stato somministrato il radioF, diventa fonte d’energia
ed emette continuamente radiazioni. Per qst s’invita il pz a evitare
ogni tipo di contatto con donne in gravidanza e con bambini sotto i
12aa (durante l’accrescimento il numero di mitosi è più elevato) e ad
utilizzare un bagno privato, ove possibile, in quanto l’eliminazione
del radioisotopo è prevalentemente urinaria
 Nell’iniettare il radioF, possono entrare in contatto con un liquido
che emette radiazioni (maggiormente esposte sono quindi le mani
con le quali si maneggia la siringa e si aspira il F)
I raggi gamma hanno un’energia maggiore rispetto ai RX, sono più
penetranti e, quindi, meno schermabili.

Particelle alfa e beta


Oltre alle radiazioni, esistono anche delle particelle capaci di ionizzare, le
particelle alfa e beta. A dd della radiazione elettromagnetica, qst particelle
sono dotate di massa; in particolare:
 Le particelle beta sono veri e propri elettroni (ecco perché ionizzano)
 La particella alfa è il nucleo dell’elio ed è dotata di un protone e un
neutrone (ha carica positiva)
Qst particelle, proprio perché provviste di massa, sono facilmente
schermabili (anche con un semplice foglio di carta), a dd dei raggi gamma
e dei raggi X, che per essere schermati hanno bisogno di strati di piombo
(o vetro piombato o piombo nel cemento).
Inoltre, mentre i raggi gamma e i raggi X attraversano la materia e si
dissipano, le particelle rimangono nell’aria in cui sono state emesse e
possono essere ingerite e avvelenare le persone.
EFFETTI DELLE RADIAZIONI IONIZZANTI SUI TESSUTI
Quando si studiano gli effetti biologici devono essere valutati in base al
tempo; dopo che una radiazione ha attraversato un tess, a liv dello sts si
possono verificare più effetti:
 Effetto indiretto o fisico (tra 1018 e 1013 secondi). È il più immediato
e corrisponde al tempo in cui la radiazione entra in contatto con la
materia e gli atomi dell’organismo, determinandone eccitazione,
ionizzazione e formazione di radicali liberi. Le nostre cell hanno
meccanismi ed enzimi (glutatione, superossido dismutasi) capaci di
contrastare gli effetti dei radicali liberi; tuttavia, quando la capacità
delle cell di rispondere a qst insulti viene superata si verificano effetti
importanti spt a liv delle membrane calle e di altre strutture chiave
dell’organismo.
Mentre metalli e grafite rispondono alle radiazioni ionizzanti
aumentando la temperatura, i materiali organici utilizzano qst energia
per rompere i legami e qst rottura da luogo ai ROS, responsabili di
invecchiamento, patologie e tumori.
L’effetto fisico è pertanto il più importante
 Effetto chimico (tra 1013 e 1 secondo). Consiste in ionizzazioni e
alterazioni delle strutture (primaria, secondaria, terziaria) delle
molecole (p.e. gli anioni superossido vanno a reagire con la
membrana cellulare, determinando perossidazione lipidica e quindi
un danno di membrana che, in tess chiave come il cervello o le cell
circolanti, può determinare un effetto clinicamente rilevante)
 Effetto biochimico (tra 1 secondo e 11 giorni). Si verificano, ad
esempio, alterazioni a carico di enzimi che, a causa della nuova
conformazione assunta, agiscono diversamente da come dovrebbero
(p.e. se si rompono i ponti disolfuro delle proteine si provoca lo
sconvolgimento della struttura molecolare dell’enzima, che nella
nuova conformazione non potrà più trovare il suo substrato su cui
agire)
 Effetto biologico (fino a 32 anni); qst comporta la perdita della
vitalità cellulare, la comparsa di sterilità, il danno genetico e la
comparsa di tumori. Questo spiega perché non si deve sospettare un
tumore correlato a radiazioni in soggetti giovani; infatti c’è un
periodo di latenza notevole (come per i cancerogeni), dovuto alla
complessità delle reazioni di risposta che l’organismo mette in
campo. Il destino non dipende solo dall’agente nocivo ma anche
dall’assetto del soggetto, p.e. dalla q.tà di glutatione o dalla capacità
delle sue cell di andare incontro ad apoptosi
Legge di Bergondie e Tribondau
Secondo la legge di Bergonie e Tribondeau del 1906 esiste una diversa
radiosensibilità tra le cellule; ci sono cellule particolarmente radiosensibili
e altre meno radiosensibili e queste caratteristiche sono legate a criteri
importanti:
 Numero di mitosi (proporzionalità diretta). Più una cellula è in rapida
replicazione più è sensibile, in quanto il DNA è in via di lettura in
quel momento; pertanto più sono i cicli cellulari più è probabile che
la cell venga attraversata dalla radiazione. Viceversa, le cellule in
fase post mitotica, che si dividono molto difficilmente, sono meno
radiosensibili (p.e. cellule neuronali)
 Differenziazione: se una cellula è ben differenziata è difficile che sia
radiosensibile, perché ha raggiunto uno stadio di maturità che la
rende meno sensibile
 Tasso di metabolizzazione alto: se la cellula consuma ossigeno,
questo ossigeno le conferisce una maggiore radiosensibilità
 Nutrizione: tanto più un tessuto è nutrito, e quindi vascolarizzato,
tanto più è radiosensibile
In ordine di radiosensibilità, dalla più sensibile alla meno sensibile,
abbiamo: cellule dell’intestino (hanno un turnover più rapido), leucociti,
eritrociti e infine cellule con ridotta capacità di moltiplicazione come i
neuroni (anche se oggi si considera che anche i neuroni abbiano capacità
moltiplicativa).
Qst spiega perché nell’esposizione acuta si verifica un effetto precoce a
carico dell’apparato digerente e di quello emopoietico, che sono sempre in
attività.
Anche i tessuti più radioresistenti godono di una sicurezza relativa, in
quanto a determinate dosi comunque la cellula muore.

Effetti deterministici e stocastici


Nell’ambito degli effetti delle radiazioni dobbiamo considerare che esiste,
ma non sempre, una correlazione tra la dose e la risposta.
Distinguiamo, quindi:
 Effetti deterministici, dose dipendenti. Esiste una relazione dose-
effetto, cioè per avere l’effetto devo superare una certa soglia per un
certo tempo. Tipicamente, inoltre, vi è anche un aumento degli effetti
proporzionale all’entità e alla durata della radiazione. Rientrano in
questo gruppo radiodermiti e cataratta
 Effetti stocastici (probabilistici), dose indipendenti. Esiste una
relazione dose-probabilità, cioè l’aumento della dose aumenta la
probabilità che si determini un danno anche se non esiste una dose
realmente “sicura” per evitarli. Questi effetti sono i più pericolosi in
quanto legati all’effetto oncogeno, ovvero alla possibilità che si
verifichino alterazioni a carico del DNA. Le radiazioni quindi
possono, da un punto di vista stocastico, aumentare la probabilità di
comparsa di tumori.
L’International Commission Radiological Protection (IRCP) ha inteso
distinguere questi effetti parlando di relazione lineare e non lineare
dose-effetto (rispettivamente per gli effetti deterministici e stocastici); da
qui la teoria LNT (Linear No-Threshold model), teoria riferita agli effetti
stocastici, che scollega la dose dall’effetto. Qst è visione pessimistica
secondo la quale qualsiasi dose crea un danno al soggetto, in quanto non
ammette alcuna soglia minima, ovvero non esiste una dose sicura, in
quanto anche se la probabilità è bassa, c’è la possibilità che si verifichino
gli effetti.
Accanto a qst teoria, sono nate altre teorie alternative:
 Teoria della accademia delle scienze francesi: “esistono correlazioni
precise tra dose e danno”
 Hormesis: “dosi basse di radiazioni ionizzanti sono addirittura
salutari e prolungano la vita dei soggetti esposti”

MANIFESTAZIONI CLINICHE PRINCIPALI


Radiodermite
Si tratta di una specie di ustione che segue all’esposizione a radiazioni
ionizzanti. L’esposizione deve essere protratta (almeno 10 minuti) e non
istantanea (come avviene quando eseguiamo un esame radiografico).

Cataratta da radiazione ionizzante


A differenza della cataratta senile, interessa principalmente il polo
posteriore del cristallino (la cataratta senile è invece diffusa).
Compare solo in soggetti esposti alle radiazioni per lungo tempo.

Sono entrambi effetti di tipo deterministico.


Per quanto riguarda gli effetti genetici legati alle radiazioni, si verificano
con mutazioni, alterazioni del DNA e quindi perdita di basi e letture
alterate.
Per quanto riguarda l’apparato gastrointestinale, in particolare lo
stomaco, a livello delle ghiandole c’è una continua riproduzione di cellule
e le cellule più sensibili alle radiazioni sono quelle a livello del fondo
gastrico dove appunto ci sono le ghiandole.
Per quanto riguarda l’induzione dei tumori, il feto, sembra essere più
sensibile alle radiazioni fino alla comparsa di tumori che possono
insorgere entro il decimo anno di età; inoltre le radiazioni possono
determinare nei primi mesi di vita dell’embrione dei veri e propri aborti,
infatti, specialmente le tecniche di radiologia che sono esposte
continuamente alle radiazioni, hanno difficoltà ad avere figli proprio
perché possono, durante i primissimi giorni di gravidanza in cui ancora
non sanno di essere gravide, andare incontro ad aborto.
RADIAZIONI IN AMBITO LAVORATIVO
Le esposizioni croniche sono esposizioni continue o intermittenti e a basse
dosi. L’esposizione avviene per un periodo prolungato.
Le categorie mediche a rischio sono:
 Cardiologi, nell’esecuzione di coronarografie o nell’applicazione di
un pacemaker sotto guida radioisotopica
 Ortopedici, che fanno la riduzione della frattura sotto guida
radioisotopica
 Gastroenterologi, se fanno esami contrastografici
 Medico nucleare, che somministra il radioisotopo
 Radioterapisti, anche se ora si stanno sviluppando tecnologie che
impediscono alla radioterapia di iniziare se non è chiusa la porta
della stanza schermata in cui si trova il paziente
I dispositivi di protezione disponibili sono il camice piombato, che però è
insufficiente nel caso di esposizioni prolungate, e i guanti anti-RX,
necessari perché le radiazioni si muovono in forma circolare (di fatto
nessuno li usa).
Le esposizioni acute si verificano in un periodo breve; la dose può essere
singola o più dosi. Non interessano la medicina (p.e. uso di armi nucleari).

LEGGI SULLA RADIOPROTEZIONE


L’International Commission on Radiological Protection (IRCP) è
l’organismo che ha dato obbligo agli stati membri UE di legiferare, per
proteggere la popolazione da un eccessivo ricorso ad esami radiografici.
Il radiologo può rifiutarsi di effettuare un esame radiografico qualora il
medico curante non indica una diagnosi sospetta che valga il rapporto
rischio/beneficio.
Sarebbe auspicabile che i medici tenessero conto degli esami radiografici
che prescrivono, per evitare che un paziente faccia tante radiografie
ravvicinate e inutili.
Per le donne in età fertile, è meglio effettuare la radiografia nei primi 7
giorni del ciclo, in modo da non inficiare l’ovocita.
Decreto legislativo 230 del 1995
Diverse norme disciplinano la radioprotezione, il più importante è il
decreto legislativo 230 del 1995 che ha permesso di proteggere la salute
dei lavoratori esposti alle radiazioni e obbliga il datore di lavoro, di
strutture in cui si usano radiazioni ionizzanti, a effettuare una
classificazione del rischio con l’istituzione di un Esperto Qualificato che
affianca il Medico Autorizzato. Si tratta di un fisico o di un perito
industriale che ha superato un esame abilitante specifico presso il
Ministero del Lavoro e che serve a qualificare la dose alla quale può essere
esposto un lavoratore. Insieme al Medico Autorizzato (il medico
responsabile della sorveglianza medica nei lavoratori esposti a radiazioni
ionizzanti classificati di categoria A), ha l’obbligo di esaminare tutti i
lavoratori esposti, in particolare la categoria A (mentre per la categoria B
basta anche il Medico Competente)
Egli oltre a misurare le radiazioni e quindi verificare gli apparecchi che
sono presenti nelle sale radiologiche ecc., verifica le possibili esposizioni
alle radiazioni e classifica la popolazione, non in base alle pregresse
esposizioni ma, in base alla probabilità di esposizione a una determinata
quantità di radiazioni all’anno, espresse in MILLISIEVERT (cioè non
dicono che il lavoratore avrà quelle dosi ma ipotizza che con un
determinato carico di lavoro, tenendo conto dell’apparecchio che si utilizza
ecc., ci saranno soggetti più o meno esposti).
I lavoratori possono essere non esposti o esposti:
La popolazione non esposta, e che non fa controlli, è in realtà esposta in
genere ad almeno 1 millisievert all’anno (se si fa un viaggio
intercontinentale, a causa delle radiazioni cosmiche, l’esposizione
aumenta). Si tratta di dosi teoriche, non reali perché quasi nessuno
raggiunge una esposizione maggiore di 1/2 millisievert l’anno.
I soggetti esposti e suscettibili di superare in un anno solare uno o più dei
seguenti valori 1 mSv/anno di dose efficace, 15 mSv/anno di dose
equivalente per il cristallino e 50 mSv/anno di dose equivalente per pelle
ed estremità, sono ulteriormente suddivisi in:
 Categoria A (da 6 a 20 mSv/anno di dose efficace): sono soggetti con
livello di esposizione alto che vengono visitati ogni 6 mesi.
Alcuni lavoratori possono essere esposti a limiti anche superiori a 20
mSv/anno in seguito ad autorizzazioni speciali o per emergenza;
tuttavia, non possono essere sottoposti ad esposizioni speciali alcune
categorie (donne in età fertile, apprendisti e studenti, lavoratori che
negli ultimi 12 mesi hanno già subito esposizioni più alte di quelle
stabilite. Questi soggetti, inoltre, devono limitare per gli anni
successivi l’esposizione a 10 mSv/anno, fino a quando la media tra
gli anni successivi e l’anno del superamento scende nuovamente
sotto a 20 mSv/anno
 Categoria B (fino a 6 mSv/anno): sono soggetti con liv d’esposizione
bassa e vengono visitati ogni anno da un medico autorizzato (medico
del lavoro che ha sostenuto al ministero uno specifico esame
abilitante)
Si classifica quindi la popolazione, non in base alla pregresse esposizioni,
ma in base alla probabilità di esposizione ad una determinata quantità di
radiazioni all’anno, espressa in millisievert.
Importante anche l’esecuzione di esami ematochimici (indagare la
funzione del midollo osseo, in particolare piastrine e bianchi), nonché
visite specialistiche (oculistica ad esempio). Indagare la situazione
generale, in particolare la tiroide (che è molto radiosensibile).
Ci sono altre norme che disciplinano la radioprotezione quali il DL
187/2000 e altre norme successive; il presupposto essenziale è, cmq, che
nessun livello di esposizione, per quanto modesto, può essere considerato
completamente sicuro. Tutti inoltre rispettano 3 principi fondamentali:
 Giustificazione della pratica
 Ottimizzazione della protezione
 Limitazione delle dosi individuali

Interventi nell’ambiente di lavoro


Gli interventi effettuati nell’ambiente di lavoro sono
 Di tipo ambientale e organizzativo (p.e. usare barriere e schermature
isolanti, distanza corretta tra sorgente e operatore)
 Di tipo individuale (p.e. abbigliamento particolare, riduzione
dell’esposizione)
Ciò impone la verifica dei livelli di esposizioni raggiunti nelle attività,
facendo degli esami con cadenza diversa (giorno, mese, anno) a seconda
dei casi. Si distinguono quindi:
 Zone controllate, ovvero aree di lavoro in cui c’è uno qualsiasi dei
seguenti valori
o 6 mSv/anno di dose efficace
o 45 mSv/anno di dose equivalente per il cristallino
o 150 mSv/anno di dose equivalente per la pelle e le estremità
 Zone sorvegliate, aree di lavoro dove sussiste il rischio di
superamento di uno dei seguenti valori
o 1 mSv/anno di dose efficace
o 15 mSv/anno di dose equivalente per il cristallino
o 50 mSv/anno di dose equivalente per pelle ed estremità
 Zone interdette, ovvero aree in cui i livelli di dose potrebbero
raggiungere livelli particolarmente elevati

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