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La prognosi dei pazienti affetti da cancro del polmone dipende dalla diagnosi precoce e
da un’accurata stadiazione.
tumore (T),
metastasi
Linfonodi
il ruolo della diagnostica contribuisce alla definizione clinica del tumore polmonare a vari
livelli:
• spessore tessuti
• densità tessuti
• numero atomico
In base a questi:
RADIOGRAFIA
I raggi X (RX) sono radiazioni elettromagnetiche che si propagano in linea retta, dotate
di
• - energiaelevata
PRODUZIONE RAGGI X
I RX possono essere presenti in natura ma quelli utilizzati per la diagnostica sono
prodot- ti artificialmente dal frenamento di un fascio di elettroni che impatta ad alta
velocità su di un “bersaglio”: solo l’1% dell’energia cinetica degli elettroni incidenti viene
convertita in RX mentre il resto si trasforma in calore. Questo processo avviene in un
dispositivo denominato tubo a raggi X o tubo di Coolidge (Fig. 2.2), costituito da:
- milliamperaggio
Figura 2.2 - Tubo a raggi X: 1. anodo rotante; 2. catodo; 3. invo- lucro di vetro; 4.
involucro esterno; 5. elettroni; 6. raggi X
alla base del meccanismo di formazione dell’immagine: come già detto sono in grado di
attraversare la materia, venendone, in vario modo e grado, attenuati e sono inoltre in
grado di impressionare, attraverso un meccanismo fisico-chimico che verrà in seguito
descritto, pellicole ed emulsioni fotografiche.
L’attenuazione dipende:
Dai parametri tecnici regolabili su un apparecchio per RX, primo fra tutti, come sopra
descritto, la variazione della tensione applicata al tubo. Elevati valori di ddp generano,
infatti, radiazio-ni più “dure” e conseguentemente si riduce l’at-tenuazione.
- lo spessore
- la densità
- numero atomico
Maggiori saranno i loro valori, tanto più aumenterà l’attenuazione dei RX.
In tal senso appare chiaro come il tessuto osseo attenua fortemente, in rapporto alle sua
elevata densità ed alto numero atomico, il fascio di RX apparendo pertanto più
“radiopaco” della maggior parte degli altri tessuti biologici.
Il fascio di radiazioni emergente dal corpo del paziente riflette pertanto il diverso
grado di assorbimento da parte delle strutture corporee che ha attraversato, e viene
quindi
Le immagini così ottenute sono dei negativi in cui l’annerimento della pellicola è
tanto maggiore quanto più è alta la quantità di fotoni che arrivano ad
impressionarla. Per questo motivo:
- le strutture corporee radiotrasparenti (contenenti gas, come i polmoni o
l’intestino) che provocano una irrilevante attenuazione del fascio di RX, appariranno
nere o grigio scuro
- i parenchimi ed i tessuti molli che provocano attenuazione interrmedia del fascio
presenteranno un grado di radiopacità intermedia con diverse tonalità di grigio
- lo scheletro che, come detto, attenua fortemente i RX, risulta fortemente radiopaco
ed appare sulle pellicole radiografiche come bianco o grigio-chiaro
La radioscopia con schermo fluorescente è stata sostituita ormai da anni da quella con
in- tensificatore di brillanza. Ciò ha consentito di ottenere immagini radioscopiche a
maggiore definizione con erogazioni di dosi radianti significativa mente inferiori e quindi
con la possibilità di prolungare l’osservazione scopica per consentire l’esplorazione di
elementi in movimento, come nello studio del tubo digerente.
cartesiani (x,y)
- il terzo esprime il tipo di grigio. I livelli di grigio sono espressi in cifre binarie. Tanto
maggiore è il numero di bit tanto più saranno le sfumature di grigio e quindi maggiore
sarà la risoluzione di contrasto( ad esempio se si utilizza una “profondità” di 8 bit per
pixel si possono memorizzare fino a 28 o 256 diversi livelli di grigio QUINDI OGNI
QUADRATINO PUO AVERE 256 DIVERSE SFUMATURE DI GRIGIO).
Esistono poi software dedicati alla assistenza alla diagnosi, i cosiddetti Computer
Assisted Diagnosis (CAD), che possono aiutare nella fase interpretativa del
radiogramma evidenziando particolari elementi, come ad esempio le microcalcificazioni
in mammografia digitale. Inoltre i dati digitali, attraverso programmi dedicati di
“compressione” (conformi allo protocollo standard DICOM, JPEG 2000) che riducono
i tempi di trasmissione e l’occupazione di memoria, possono venire rapidamente
archiviati in CD-ROM (abbattendo i co- sti delle pellicole) ed inseriti in una rete di si-
stemi informatici di archiviazione e comunicazione a distanza, comunemente indicati con
l’acronimo PACS (Picture Archiving and Communication System). Il PACS, integrato
con il Sistema Informativo Radiologico (RIS) e quello Ospedaliero (HIS), consente un
rapido accesso a tutti i dati del paziente dall’interno e/o dall’esterno dell’ospedale da
molteplici po- stazioni.
È una metodica tomografica di imaging basata sull’impiego dei RX, entrata nella
pratica diagnostica da circa 30 anni, che fornisce immagini di sezioni predefinite del
corpo sul piano assiale, ottenute mediante la rotazione circonferenziale del tubo
radiogeno attorno al distretto anatomico in esame.
• SINGLE SLICE (o singolo strato): per ogni rotazione acquisisce uno strato/slice
(NB impostare a priori lo spessore dello strato); assi x e y
• MULTI SLICE (o multi strato): per ogni rotazione acquisisce più strati ( 64 o 128)
un volume? (assi x, y, z). Vantaggi: maggior rapidità di scansione, ottimizzazione
impiego di mdc iodati.
I dati acquisiti vengono digitalizzati per essere così elaborati dal computer per la forma-
zione dell’immagine TC di ogni sezione corporea. L’immagine TC è perciò un’immagine
digitale di uno strato corporeo ed è quindi composta da una matrice di pixel. Ad ogni
pixel viene assegnato il corrispettivo valore numerico di attenuazione
(MISURATO IN UH) registrato dai detettori e trasformato in valore numerico dal
software del sistema. Ogni pixel corrisponde ad un voxel, di spessore pari a quello della
sezione corporea in esame. Essendo la TC una acquisizione volumetrica, in cui
abbiamo la rappresentazione sul monitor di un pixel e ad ogni pixel corrisponde un
voxel (=volumetric picture element), che è l’unità tridimensionale del campione
acquisito, noi possiamo ricostruire le immagini; visto che i voxel sono isotropici, cioè
hanno uguale lunghezza nelle tre direzioni dello spazio, la rappresentazione ottenuta con
la TC è reale a tutti gli effetti, corrisponde alla realtà, e di conseguenza possiamo
rielaborare le immagini per fare ricostruzioni non solo sul piano assiale, ma anche
sul piano coronale, sagittale, o sulle varie linee di obliquità verso destra o verso
sinistra, o obliquità cranio-caudali.. Tutta una serie di ricostruzioni che ci possono
facilitare nella comprensione della patologia e sulla localizzazione.
SCALA NUMERICA DI HOUNSFIELD : VALUTAZIONE QUALITATICA
La scala Hounsfield include i valori di attenuazione dei diversi tessuti organici: i valori
più alti sono quelli delle strutture a massima densità, quale l’osso compatto (+1000 UH),
mentre l’estremo inferiore è rappresentato dall’aria (−1000 HU). Scala di valori usata per
la descrizione QUANTITATIVA della radiodensità; valori da -1000 (aria) a +1000 (osso)
I valori di unità Hounsfield e i vari tessuti vengono quindi espressi sulle immagini sotto
forma di diversi toni del grigio;
*Un limite della scala lo troviamo a circa 30-35 -40 HU facendo una TC senza
mdc iniziamo ad avere problemi perché potrebbe essere liquida e solida.
Se troviamo una lesione di questo genere al fegato, un pz che non può fare TC con
mezzo di contrasto, l’ECO potrebbe
risolvere il problema?
• Ecografia con mdc ecografico: risolve sempre, per la loro distribuzione (ad
esempio nell’emangioma) valutando
solo la fase arteriosa e fase venosa (la fase tardiva non viene fata perche le
particelle si rompono e non riusiamo a fare la fase tardiva: quindi l’angioma
atipico non lo riusciamo a vedere perche mi serve la fase tardiva e quindi
non riesco a caratterizzarlo
*ANGIO-TC: metodica che sta ormai sostituendo l’angiografia tradizionale
ed essenzialmente consente di dimostrare con precisione le arterie e le
vene, senza dover pungere un’arteria, ma semplicemente iniettando del
mezzo di contrasto (Mdc 4 ml/s) da una piccola agocannula in vena
cubitale del braccio:
- del centro (C) valore densitometrico cui far corrispondere il valore centrale della
finestra, rappresentato con toni di grigio intermedio
EVOLUZIONE TC
Dagli anni settanta ad oggi si sono succedute una serie di evoluzioni delle apparecchiatu-
re TC che hanno progressivamente migliorato la qualità delle immagini prodotte
riducendo significativamente il tempo di scansione.
SVANTAGGI:
-la quantità enorme di dati ed immagini fornite che allungano il tempo da dedicare alle
fasi di rielaborazione ed interpretazione delle immagini
-l’aumento della dose radiante
SOFTWARES DI RIELABORAZIONE DELLE IMMAGINI TC
1) SISTEMI DI RI-ELABORAZIONE 2D
2) SISTEMII DI RI-ELABORAZIONE 3D
Attualmente la TCMS è metodica che trova larghissime indicazioni nello studio della
maggior parte delle patologie del distretto toracico (polmoni, mediastino, grossi vasi e, in
minor misura, cuore e albero coronarico) ed addominale (organi parenchimatosi, grossi
vasi, retro- peritoneo e cavità peritoneale). Secondario, rispetto alla RM, il suo ruolo
nello studio della maggior parte delle patologie di encefalo e midollo spinale e nella
valutazione delle strutture articolari e muscolotendinee.
HRCT
- Altra cosa importante è che gli spessori di strato sottili sono sovrapposti l'uno all'altro.
Vantaggio di macchine spirali nel fare esame HRCT del torace? È il TEMPO
nettamente inferiore rispetto alle macchine convenzionali.
Il lato negativo è la dose di radiazioni date al paziente che possono comunque essere
ridotte variando il milliAmperaggio (milli Ampere/sec), ma con le macchine attuali non è
più necessario mettere mani sui mAs per ridurre le dosi al paziente, fa tutto la macchina
modulando automaticamente la dose in rapporto al peso del paziente.
IMPORTANTE: aumentando lo spessore dello strato si riduce la risoluzione
spaziale;
INDICAZIONI HRCT
INTERSITIZIOPATIE POLMONARI
ECOGRAFIA
- frequenza dell’onda. Si usano, infatti, basse frequenze (3.5-5 MHz), con maggiore
capacità di penetrazione, per lo studio di strutture profonde quali gli organi
parenchimatosi addominali, mentre vengono impiegate alte frequenze (7-20 MHz) per
lo studio ecografico dei tessuti superficiali, quali muscoli, tendini, tiroide e mammella.
MISTA liquida+solida
L’aria ostacola la propagazione degli US motivo per cui è necessario, per eliminare
l’interposizione anche di piccole quantità aeree, applicare uno strato di gel fra la sonda
ecografica e la superficie cutanea del paziente. La presenza di abbondante
meteorismo intestinale è, inoltre, uno dei maggiori limiti dell’indagine ecografica ed
impone l’utilizzo delle fisiologiche “finestre acustiche” dei parenchimi addominali per
l’esplorazione di strutture addominali profonde come, ad esempio, le scansioni passanti
per il lobo sinistro epatico per lo studio del pancreas.
MDC IN ECOGRAFIA
Utile per stabilire lesione è vascolarizzata o meno => mdc con microparticelle di
galattosio commiste ad acido palmitico allo 0,01%
- se la lesione vascolarizzata le particelle raggiungono la lesione e vengono rotte quando
investite dal fascio di US = segnale colore con disseminazione di particelle nei vasi
se la lesione non è vascolarizzata le particelle non entrano nella lesione e quindi non
possono essere rotte e c'è assenza di segnale.
APPLICAZIONI ECOGRAFIA
ECO indagine di primo livello nella maggior parte dei casi di patologie addominali
ECO per torace=> indicazione: versamento pleurico per sapere spazio intercostale per
drenaggio
tratto GI (aria), torace (aria, ossa) ed encefalo (ossa)=> ECO non è indagine di primo
livello !!!
terapia=> ipertermia con radiofrequenza ECO guidata (termo- ablazione) per alcuni
tumori, es termo-ablazione di un tumore renale < 4cm
• Ecografia con mdc ecografico: risolve sempre, per la loro distribuzione (ad
esempio nell’emangioma) valutando solo la fase arteriosa e fase venosa (la
fase tardiva non viene fata perche le particelle si rompono e non riusiamo a
fare la fase epatica: quindi l’angioma atipico non lo riusciamo a vedere mdc
con microparticelle di galattosio commiste ad acido palmitico allo 0,01%;
una volta raggiunti dal fascio US le particelle si rompono!!
(dom esame) Oltre la TC e RX altre metodiche sono ECO DEL TORACE, cosa
mi sai dire dell’ECO del torace?
Generalmente l’ecografia del torace ha poche indicazioni, quindi viene usata per:
• Atelettasia
• In pz in rianimazione
• pneumotorace
RISONANZA MAGNETICA NUCLEARE
FUNZIONAMENTO
I nuclei atomici formati da un numero dispari di protoni e neutroni (quali 1H, 13C,
19F,31P) hanno la proprietà di ruotare su se stessi (questa proprietà momento angolare
di una carica elettrica o spin) generando un campo magnetico microscopico detto
momento magnetico nucleare.
Fra le specie nucleari dotate di tali proprietà magnetiche viene impiegato in diagnostica
convenzionale il nucleo dell’atomo di idrogeno (1H o “protone” poichè contiene 1 sola
carica positiva) che è ampiamente contenuto in tutti i tessuti biologici, in particolare per
la presenza della molecola di acqua.
Il presupposto iniziale per trarre immagini dal fenomeno del magnetismo è quello di
sottoporre gli atomi di idrogeno contenuti nel corpo umano all’azione di un forte campo
magnetico esterno, costante, detto campo magnetico statico (CMS) generato da un
potente magnete all’interno del quale viene posizionato il paziente. L’intensità dei CMS
utilizzati in diagnostica varia da 0.5 a 4 Tesla (T).
Sotto l’azione del CMS i protoni 1H si allineano lungo la direzione del campo
orientandosi prevalentemente con verso parallelo (a minor contenuto di energia) ed in
una quota minore con verso antiparallelo (a maggior contenuto di energia, quindi meno
probabile). Quindi il campo magnetico fa sì che protoni si allineano secondo la direzione
del campo magnetico che coincide con l'asse longitudinale (asse z) piedi-testa del pz
sdraiato nel gantry =>
Ω = γ B0
A questo punto viene trasmessa al sistema (corpo del paziente), attraverso un’apposita
antenna chiamata bobina, un’onda elettromagnetica alla stessa frequenza di quella
di precessione dei nuclei di idrogeno che entrano così in risonanza:
può essere usata nel tumore della prostata, Whole body rapida (il cui limite è il
parenchima polmonare) quando non ricorre al mdc. Le sequenze che definiscono questo
studio biparamentrico sono:
• sequenze morfologiche T1 e T2
CARATTERISTICHE RM (CHIEDERE)
dipende da:
densità protonica
suscettibilità magnetica
FORMAZIONE IMMAGINI
IPO-intenso=> NERO
IPER-intenso=> BIANCO
A. T1 o tempo di RILASSAMENTO LONGITUDINALE: velocità di recupero
della magnetizzazione longitudinale alla fine dell'impulso RF a 90° (trasversale=>
longitudinale): quanto più è BREVE il T1, tanto più è INTENSO il segnale:
- liquidi (cisti) e tessuto fibroso e osso: T1 LUNGO (protoni nell'acqua sono
“liberi”= recupero lento); IPO-intensi
- tessuto adiposo: T1 BREVE (protoni sono “legati” a pacchetti di 3= recupero
veloce); IPER-intensi
- altri tessuti: segnale intermedio
- sangue => TI BREVE= IPER-intenso quello delle emorragie per
degradazione meta-Hb!!
- DD tra adiposo e sangue. Vedo un’area iperintensa (quindi potrebbe essere sangue
da emorragia o tessuto adiposo).Allora adotto un sistema di soppressione del
grasso (SEQUENZA STIR).
In T1 devo usare delle sequenze (STIR toglie extra, FAT SAT toglie grasso extra,
CHEMICAL SHIFT intracellulare)
Quindi se lesione è iperintensa significa che la lesione è vascolarizzara dopo mdc nelle
sequenze T
MEZZO DI CONTRASTO IN RM
accorcia T1: siccome sfruttiamo il gadolinio nella fase vascolare, il segnale che proviene
da un liquido con gadolinio diventa iperintenso per accorciamento di T1
quanto gadolinio devo usare? uomo 75Kg= 15ml (vs TC a parità di peso mdc iodato
idrosolubile 150ml). Ci sono anche altri mdc epato-specifici (intracellulari degli epatociti,
delle cellule reticolari del Kupffer)
DOMANDE SCIALPI
non si può fare per parenchima polmonare: appare nero per la bassa quantità di protoni
addome organo in movimento quindi accorgimenti sul respiro tramite operatore pelvi:
risultati eccellenti
INDICAZIONI RM
SNC
-ascesso cerebrale con mdc
-sclerosi multipla: focolai iperintensi e tramite gadolinio si vede se sono
rachide: ernia discale (parte ossea valutata con TC) + valutazione contenuto del
canale vertebrale + valutazione del complesso legamentoso posteriore.
LIMITI RM
macchina costosa, esame lungo, claustrofobia, artefatti per materiali Fe- magnetici, tempi
di attesa 10-20 volte più lunghi della TC, pz deve stare fermo.
• Per specificità per il carcinoma della prostata riferito alle sequenze in diffusione
che valutano la diffusività dell’acqua nel tessuto, è specifico al 50 % (iperplasia,
prostatiti croniche).
• nel rene
• surrene
• rachide: ernia discale (parte ossea valutata con TC)+valutazione contenuto del
canale vertebrale+ valutazione del complesso legamentoso posteri
Esistono dei MEZZI DI CONTRASTO che in generale sono sostanze che non
interagiscono con l’organismo, che vengono usati per evidenziare delle strutture che
altrimenti non sarebbero apprezzabili senza. (usati anche in TC e RMN). [Scialpi: naturali
o artificiali]
Tutte le metodiche di risentono del problema della limitata risoluzione di contrasto,
ovvero della insufficiente capacità di distinguere tra loro alcune strutture anatomiche
normali ed alcuni tipi di lesioni in esse potenzialmente contenute perché la differenza
strutturale tra un tessuto normale e quello adiacente o tra un tessuto normale ed una
lesione non è sufficientemente elevata per essere posta in evidenza dalla metodica di
imaging. Questo problema è molto marcato per alcune metodiche, quale l’esame
radiografico, mentre è molto meno importante, ma pur sempre pre- sente, per altre quali
la TC o la RM. Per tale motivo lo sforzo dei ricercatori, è stato quello di individuare
soluzioni in grado di migliorare la risoluzione di contrasto delle metodiche di imaging,
mettendo a punto sostanze, definite mezzi di contrasto, che, introdotte attraverso varie
vie nel corpo umano, consentissero di identificare con migliore accuratezza strutture
anatomiche normali o lesioni in esse contenute.
A) mdc in Radiodiagnostica e TC
B) mdc in RM
C) mdc in Ecografia
MDC IN RADIOGRAFIA E TC
• trasparenti o negativi che, riducendo la densità dei tessuti o degli organi in cui
sono introdotti, inducono un minor assorbimento fotonico e pertanto una minore
attenuazione del fascio di RX;
I mdc trasparenti sono per lo più costituiti da gas (aria, ossigeno, anidride carbonica) e
vengono prevalentemente utilizzati per la distensione di visceri cavi (canale
alimentare, vescica), formazioni cistiche o cavità ascessuali. Un tipico esempio di
contrasto negativo naturale è rappresentato dall’aria nello studio dell’apparato
respiratorio: il radiogramma del torace viene infatti assunto durante un’inspirazione
profonda per riempire gli alveoli polmonari d’aria che costituisce, così, appunto un
mdc fisiologico. I mdc radiotrasparenti vengono soprattutto impiegati nelle indagini
radiologiche “a doppio contrasto” in cui vengono abbinati ad un mdc radiopaco per lo
studio della superficie interna del canale gastroenterico.
• opachi o positivi che, aumentando la densità dei tessuti o degli organi in cui sono
introdotti, inducono un maggior assorbimento fotonico e pertanto una maggiore
attenuazione del fascio di RX. aumentano densità dei tessuti=> maggior attenuazione
dei raggi X;
I mdc opachi più utilizzati sono quelli iodati idrosolubili, definiti anche mdc uro-
angiografici. Lo iodio è un elemento chimico ad alto numero atomico ed elevata capacità
di assorbimento di fotoni X.
Dal punto di vista chimico i mezzi di contrasto iodati sono preparati di o triiodati (i
primi ne avevano solo uno) derivati dall’acido benzoico (6 atomi di carbonio).
AVERE PIU IODI AUMENTA LA CAPACITA DI ESTRAZIONE DEL MDC
DA PARTE DELLE STRUTTURE CHE LO CAPTANO.
− non ionici a bassa osmolarità, di più recente introduzione, che presentano minori
effetti avversi e maggiore maneggevolezza.
- isoosmolari(???) rispetto al sangue
I mdc iodati idrosolubili sono definiti anche uro-angiografici vengono iniettati per via
endovenosa e, una volta introdotti nel compartimento ematico, diffondono in maniera
reversibile negli spazi interstiziali (fase “vascolare” e fase “parenchimale”, o “venosa”) e
vengono poi escreti per ultrafiltrazione glomerulare senza attiva secrezione o
riassorbimento tubulare.
Una seconda, molto più ampia applicazione è l’impiego in TC, dove il mdc migliora la
visualizzazione delle strutture vascolari e consente lo studio della vascolarizzazione degli
organi normali e delle lesioni in essi eventualmente contenute. I mdc iodati sono inoltre
utilizzati in diagnostica angiografica, dove vengono introdotti direttamente nel lume delle
arterie (arteriografia) o delle vene (flebografia) e anche per la opacizzazione di organi
cavi (es: vescica, ureteri) o di cavità patologiche (cisti, ascessi).
Benché i mezzi di contrasto iodati siano oggi considerati preparati farmacologici relativa-
mente sicuri, un certo numero di pazienti può andare incontro, a seguito dell’iniezione di
tali prodotti, ad una serie di effetti collaterali che impongono particolari cautele nel loro
impiego. Questi effetti possono essere distinti:
- immediati (o acuti), più frequenti con i mdc ad alta osmolarità e non ionici, quando si
verificano nel corso dell’esame o entro la prima ora dalla fine della procedura
radiologica,
- ritardati se compaiono dopo più di un’ora dall’indagine.
B) in BASE ALLA GRAVITA’ in:
(dom esame) in un paziente con lieve insufficienza renale useresti organo iodato
o il gadolinio?
Uso mdc organo iodato perché il gadolinio (mdc paramagnetico) rischio sindrome
nefrotossica con accumulo di gadolinio nelle parti molli dei reni
metodiche a DOPPIO CONTRASTO
abbinati mdc opaco + trasparente ( per studio della superficie interna, per es, del canale
GI; aria distende viscere + mdc opaco per verniciare parete viscere. NB. Nell’esofago
l’aria viene immessa tramite di una polverina che genera bolle di gas.
IMPORTANTE: “punti” da Scialpi:
In RM i parametri che influenzano il segnale sono legati non solo alla densità protonica
ma soprattutto, come illustrato, al rilassamento protonico; questo ha reso possibile lo
sviluppo di prodotti in grado di incrementare sensibilmente, anche a bassissima
concentrazione, il contrasto fra i vari tessuti normali e fra tessuto normale e patologico.
In RM infatti i mdc agiscono influenzando i tempi di rilassamento, T1 e/o T2 dei
protoni, Anche in RM sono disponibili
A) Dal punto di vista del comportamento magnetico, infatti, i mdc possono essere
suddivisi in:
Gli effetti collaterali dei mdc impiegati in RM sono rari; le reazioni avverse possono esse-
re localizzate a livello della zona della iniezione (senzazione di formicolio, bruciore) o
generalizzate (nausea, vomito, rash cutaneo, dolore addominale, orticaria). Sono state
descritte raramente reazioni simil-allergiche specie in pazienti con ipersensibilità.
Particolare cautela va osservata nei pazienti con deficit della funzione renale in
cui
sono stati segnalati casi di comparsa di grave patologia (fibrosi sistemica nefrogenica)
verosimilmente correlata all’impiego di alcuni tipi di chelati del Gadolinio.
In realtà gli ultimi mdc sono ISOSMOLARI (stessa osmolarità del sangue) quindi “non
ristagna nell’eritrocita”
MDC IN ECOGRAFIA
Il principio di azione dei mdc ecografici è basato sulla intensa riflessione del fascio di ul-
trasuoni provocata da sostanze idrosolubili, contenenti bollicine di gas, iniettate per
via endovenosa o introdotte all’interno di organi cavi. Il gas è infatti una sostanza in
grado di riflettere intensamente gli ultrasuoni ed aumenta quindi l’ecogenicità del
distretto in cui viene immesso.
I mdc di attuale maggior impiego clinico sono detti mdc di “seconda generazione” e
sono costituiti da piccole bollicine di gas inerte racchiuse in un polimero di materiale
biologico e disperse in una sospensione liquida. Queste microbolle hanno mediamente
un diametro < 10 µm, sufficientemente piccolo per attraversare i capillari polmonari, ma
troppo grande per passare nell’interstizio, motivo per cui restano all’interno del letto
vascolare e capillare (a differenza di quelli impiegati in TC e RM, che diffondono nello
spazio interstiziale) e vengono pertanto definiti mdc intravascolari. Sono caratterizzati
da una emivita sufficiente a garantire una prolungata durata dell’effetto contrastografico
e lo studio della vascolarizzazione tissutale in tempo reale.
Gli effetti indesiderati conseguenti all’impiego di questi mdc sono, inoltre, scarsi e
transitori e le uniche controindicazioni al loro impiego riguardano i pazienti con
cardiopatia ischemica, ipertensione polmonare ed in gravidanza.
Sequenza Chemical Shift: toglie intracellulare: metodica che valuta sequenza T1 in fase
e T1 fuori fase (che esclude il grasso) . (adenoma)
La Sequenza Chemical Shift seve per valutare la componente relativa delle componenti
di idrogeno legate all’acqua o al grasso nei tessuti. i protoni di acqua e trigliceridi
risuonano ad una frequenza leggermente diversa, data, appunto dal chimica shift ( o
spostamento chimico).
Usando le sequenze alle diverse fasi (in fase e in opposizione di fase), possiamo vedere il
decadimento dei protoni legati all’acqua e del grasso che avviene con frequenze e
velocita differente risultante in andamento sinusoidale.
Servono per lo studio dei vasi , queste tecniche sono basate sul tempo di volo;
sfruttando il fatto che il flusso ematico apporta nuclei i di idrogeno “ freschi” cioè
completamente rilassati, i quali sostituiscono i nuclei” saturi” degli impulsi di eccitazione:
la frazione sostituita dipende dalla velocita di flusso e dalla portanza del sangue
Scialpi:
• non si può fare per parenchima polmonare: appare nero per l'elevata q.tà di
protoni
TORACE
ESECUZIONE RX TORACICA
• PA “sagittale”: il raggio incidente penetra dal dorso e fuoriesce dal petto del
paziente, che poggia direttamente sulla cassetta radiografica, si minimizza l’effetto
di ingrandimento del cuore dovuto alla divergenza a “cono” del fascio radiante.
• Esistono casi in cui bisogna fare altre incidenze (es oblique per vedere apici o in
caso di fratture costali) oppure fare RX in ESPIRAZIONE ( es PNX, mobilità
diaframmatica “relaxatio”, PNX a valvola).
INDICAZIONI RX
• - sospettaemboliapolmonare
• - traumigravi
- agobiopsiadilesionitoraciche.
Parametri d’acquisizione della TC:
- spessore di strato (collimazione)
- Impiego del mezzo di contrasto,
Collimazioni sottili devono essere utilizzate soprattutto quando si rende necessario uno
studio molto dettagliato del parenchima polmonare, tecnica che viene definita TC ad alta
risoluzione (HRCT) e che si utilizza per lo studio di patologie interstiziali e delle piccole
vie aeree.
• artefatti da respiro
• va l u t a z i o n e t u m o r i a p i c e p o l m o n a r e ( X VA L U TA R E
L’INFILTRAZIONE DELLE PARTI MOLLI e NERVOSE)
ANATOMIA POLMONI
polmone sx (9/10): 3 lobi!!!! N.B (Scialpi dice che il polmone sx ha 3 lobi perché
considera la lingula un lobo ”anatomia secondo Scialpi”). In realtà tra il piano della
scissura e la parte bassa del margine anteriore si forma una regione di spazio definita
lingula che fa parte del lobo superire del polmone sx.
- la scissura principale (o scissura obliqua): origina nella parte superiore dell'ilo, si dirige
in alto e in dietro, oltrepassa il margine posteriore, attraversa la faccia laterale, si porta
obliquamente in basso fino alla base per attraversarla per poi passare nella faccia mediale
e terminale nell’ilo; (grande pala-> sup-inf piccola pala-> medio- inf)
• linea dell'azygos
• ARCHI CARDICI DX: margine laterale della VCS, profilo dell'arteria polmonare
dx e profilo atrio dx
• ARCHI CARDICI SX: profilo arco aortico, profilo tronco polmonare e il margine
laterale ventricolo sx
• linee paravertebrali dx e sx
• linea giunzionale anteriore (riferito alle pleure linee di giunzione delle pleure)
1) Segno della SILHOUETTE: quando due strutture di densità simile sono a stretto
contatto tra loro, non possono essere differenziate radiograficamente. In questo modo
posso valutare la presenza di una lesione parenchimale ANTERIORE o
POSTERIORE al cuore
- se viene “cancellato” il profilo del cuore: processo patologico anteriore (perché sono
a contatto);
(dom esame) se trovo una opacità di tipo escavato cosa può essere?
• lesone escavata con una massa aggettante all’interno della stessa (incluso)! (dom
esame) Diagnosi di micetoma?
Alla TC valutiamo il dato densitometrico vedremo un lesione escavata con un
incluso all’interno dato da un enorme accumulo di filamenti miceliari.
penso alla presenza di tessuto adiposo, potrei sospettare un amartoma per la presenza del
tessuto adiposo che raggiunge fino -150HU e vedere eventuale presenza di calcificazioni
a pop corn
• atelettasia
• addensamento polmonare
ATELETTASIA
CAUSE PRINCIPALI:
-post-RT
-adesiva dell’ARDS.
RX. Nei casi dubbi, lo studio TC chiarisce facilmente presenza, sede anatomica, tipo e
causa.
2- aumento dell'opacità (NB. Esiste anche l’opacità di Fleischner: opacità lineare che
raggiunge la pleura generalmente basale a decorso orizzontale più spessa e lunga delle
strie settali di Kerley) AUMENTA OPACITA’ DELLA ZONA ATELETTASICA
PERCHE NON è AREATA!! il lobo colpito ridotto di volume sarà più addensato.
L’ Iter diagnostico è scelto valutando il rischio di K polmonare del pz: clinica, anamnesi,
esame obiettivo, esame espettorato. (devo sempre verificare se ce dispnea e emoftoe). Se
all’esame obbiettivo riscontriamo febbre potrebbe essere una polmonite che si presenta
con un addensamento con broncogramma aereo.
In primis=>si fa RX torace
se associata a febbre=> possibile polmonite (danno alveolare puro): addensamento
con broncogramma aereo.
DISPNEA
TIPI DI DISPNEA
ORIGINE DISPNEA
ostruzione vie aeree: spasmo, edema glottide, corpi estranei, neoplasie, compressioni
ext, BPCO
2) App cardiovascolare:
TROMBEMBOLIA POLMONARE
cardiaca: scompenso ventricolare sx (edema polmonare acuto=> edema cardiogeno:
prima intestiziale e poi alveolare DD con ARDS che è inverso);
Valutazioni
1) parenchima
2) asse del mediastino
3) diaframma (profili emidiaframmi, seni costofrenici in proiezione LL perché il seno
posteriore è più basso di quello anteriore; infatti nei versamenti di minima entità che per
gravità vanno a finire qui, la proiezione LL è importante per vederli).
Casi clinici:
5) TROMBEMBOLIA POLMONARE
CAUSE:
1. clinica, anamnesi
Segno della gobba di Hampton ---> Infarto polmonare con la tipica forma a
cuneo. Gobba di Hampton : si forma in caso di INFARTO POLMONARE, si
presenta come area di tenue opacità alveolare
negli stadi iniziali per situazione infartuale, con il progressivo evolvere l’opacità
dirvene sempre più densa fino ad raggiungere (non sempre) opacità polmonare
triangolare/piramidale a contorni sfumati (spesso in sede media o basale),
normalmente subpleurica e con apice verso l’ilo; si manifesta a distanza
dall’evento embolico. Nota: non c’è broncogramma aereo –> diagnosi
differenziale con la polmonite). Spesso accompagnata da versamento pleurico.
(a volte) Prominenza dell’arco cardiaco medio sinistro (espressione del primo step del
“cuore polmonare”)
4. ECO arti inferiori: visione di occlusione trombotica di vasi venosi profondi (TVP)
.se ECO positiva per TVP=> terapia; terapia con fibrinolitico: angiografia con
urochinasi
.se ECO negativa ma rimane forte dubbio EP=>dovrò effettuare angio-TC con mdc
(il mdc valuta l'enhancement dell'arteria polmonare che avviene prima dell'aorta,
quindi circa a 15sec).
SCINTIGRAFIA IN DISUSO
La TC con mezzo di contrasto mette in luce difetti di riempimento a livello dei tronchi
principali dell'arteria polmonare in corso di tromboembolia polmonare.
• Abbiamo l'ambito delle D.D. del Pattern a mosaico dovuto alla presenza di
lobuli pieni (chiari), lobuli vuoti (scuri)
La TC con tecnica elicoidale a strato sottile durante l'infusione con mdc iodato e
ricostruzione multicanale consente d'analisi vascolare di elevata definizione.
Le trombosi acute e croniche sono evidenziate sotto forma di difetti di opacizzazione
parziali “ ground glass” o completi di un vaso arterioso polmonare
EMOTTISI
CAUSE EMOTTISI:
emottisi
Per i noduli non a gruod glass (ovvero noduli solidi) anche se dobbiamo tener conto che
l'opacità che si presenta con dimensioni minori 15 mm potrebbe avere una semiotica
invertita: 1,5 cm, con TCHR: valutare crescita della lesione con controllo a 3 mesi: se
dopo 3 mesi la lesione aumenta di 1,25 volte è maligna
lesione escavata al centro con livello idroaereo=> ascesso ma anche adenoK (valuta
clinica)
-CALCIFICAZIONI (BENIGNA)
PET: fatta dopo TC nel caso di neoplasie come tecnica stadiante soprattutto per
identificazione di metastasi ossee; difficile distinguere LN infiammatorio da LN
neoplastico
(Domanda esame) TCHR vedo una pattern nodulare a Ground Glass, come
faccio a fare la differenza tra le seguenti patologie?
Escudo la polmonite (siamo in una fase di groud glass), perché la broncopolmonite non
errore il vaso nelle fasi iniziali di ground-glass (in questo caso abbiamo sangue “deciso da
scialpi”), l’erosione del vaso ce solo negli stadi avanzati, quindi ragionando su questa
condizioni eliminiamo questa causa.
Poniamo che questa emottisi continua con altri episodi → quindi devo continuare con
TCHR andando valutare le caratteristiche e l’aspetto di quest’area di ground-glass
potrebbe essere una (nodulazione sub solida “adenocarcinoma” oppure devo vedere se
all'interno non ha strutture alterate che potrebbero farci pensare ad una malformazione
arterovenose.
Vediamo che questa area non ha alterazioni strutturali vasali, questo ci fa orientare come
prima ipotesi verso una neoplasia POLMONARE, se a maggior ragione se il paziente è
fumatore. → quindi poi decidiamo di andare a fare un Agobipsia a seconda della sede
(centrale – periferica) per avere una diagnosi certa.
NODULO POLMONARE
EPIDEMIOLOGIA
Dietro questo nodulo polmonare si possono celare nel 60% benigni; nel 40% maligni;
in USA=> 150mila/anno; incidenza in aumento per tecniche TC
DD di nodulo polmonare solitario (NPS). (tale diagnosi deve essere fatta con la Tc,
perché solo la Tc ci può dire se è effettivamente solitario)
La diagnosi di nodulo polmonare solitario (NPS) deve essere fatta con la TCHR senza
mdc, perché solo la TC ci può dire se è effettivamente solitario o se ci sono altri noduli
polmonari (TBC, metastasi ecc), se suppongo che è maligno deve essere biopsiato.
Tutti i NPS devono essere sospettati come maligni fino a prova contraria.
CRITERI DI BENIGNITA’
COME CE LO SPIEGHIAMO?
• DIMENSIONI: < 5mm non è mai maligno, < 7mm sono 1% maligni,
<1cm 15% maligni, <2cm 40% maligni
- nei maligni l’escavazione può essere centrale ma anche periferica, pareti con spessore
non uniforme e irregolari
1o POSTO= ANAMNESI
se noduli multipli alla TC=> anamnesi per escludere TBC o altre patologie simili +
TC total body con mdc per escludere che siano metastasi da altre sedi
HRCT per noduli multipli (non si sa se sono metastasi): spessori di strato 1,5mm
con aumento della risoluzione spaziale (semeiotica invertita)=> valutare crescita
della lesione con controllo a 3 mesi: se dopo 3 mesi la lesione aumenta di 1,25 volte è
maligna
La RM DWI potrebbe essere molto utile per studiare la cellularità della lesione!
IMPORTANTE: tutti i NPS devono essere sospettati come maligni fino a prova
contraria.
NEOPLASIE POLMONARI
ALTERAZIONI MOLECOLARI
• RM nei pazienti che hanno segni neurologici => per: metastasi midollari e
lesioni molto piccole all'encefalo, mediastino e tumori di Pancoast (perché vede
meglio l’apice polmonare)
PROGNOSI
SCELTA TERAPEUTICA
cT (soprattutto TC total body con mdc)
Tx: non può essere valutato; T0: nessuna evidenza; Tis: K in situ
T1: < 3cm senza segni endoscopici di invasione del bronco lobare
T2: > 3cm ma < 6 cm con distanza > 2cm dalla carena, invasione della pleura viscerale
o associato ad atelettasia
Nx: non valutato; N0: nessuna evidenza; N1: LN peribronchiali e ilari monolaterali
N2: LN mediastinici omolaterali o sottocarenali
N3: LN mediastinici, ilari controlaterali e sovraclaveari omo e controlaterali
RESECABILE:
CARCINOMA BRONCOGENO
carcinoma squamoso
adenocarcinoma (TRA CUI IL LEPIDICO)
(scialpi) Dobbiamo fare per forza diagnosi di microcitoma (nella forma nodulare non
centrale) perché è una patologia metastatizzante che porta morte in tempi brevi, il
paziente non è operabile e quindi è indirizzato verso la terapia chemio-radio-terapica.
Oltre la nodulare abbiamo la forma a sviluppo transbronchiale e infiltra
progressivamente il polmone le strutture peribroncovasale.
• malattia limitata: interessa un solo emitorace con N2=> sopravvivenza a 18 mesi
➢ forma nodulare solida: margini netti ondulati e spesso spiculati. Spesso sono presenti
aree necrotiche e componenti aree da cavitazione o da brnchiologramma aereo
➢ forma nodulare semisolida: assume la forma ad aspetto di vetro smerigliato (va spesso
in dignosi differenziale es: con un focolaio di polmonite)
• nodulare
• a crescita diffusa
La risonanza magnetica non consente una risoluzione anatomica adeguata degli spazi
aerei e delle strutture bronco vascolari e offre nel complesso una quantità di immagini e
polmone ben lontana da quella la bici, della quale si propone come complemento nella
patologia:
• coinvolgimento mediastino
• coinvolgimento diaframmatico
PNEUMOPATIE CISTICHE
sono perlopiù cisti broncogene a sviluppo intraparenchimali. Hanno parete ben definita,
internamente rivestita da epitelio bronchiale contenenti elementi muscolari, cartilagini e
ghiandolare.
N.B: sono per lo più uniche. Si presentano sotto forma di immagini rotondeggianti,
ipertrasparenze vitrea, con cercine completo sottile, regolare, di dimensione di qualche
centimetro. Comunicano con l'albero bronchiale e ti rendi conto della possibile presenza
di livelli idroaerei.
CISTI ACQUISITE
derivano da cavità infiammatorie (soprattutto post broncopneumopatie stafilococciche o
asessuali) che vi si sono deterse e hanno assunto una vera individualità cistica, talora
addirittura rivestendosi di epitelio broncogeno.
Alla TC appaiono come aree simil cistiche (simil cisti congenite) a contenuto aereo e
pareti sottili e regolari. Pero potremmo vedere la presenza di essudato nei pressi della
cisti acquista. Anamnesi di infezione
BOLLE POLMONARI
POLOME POLICISTICO
in base al dato clinico anamnestico del paziente possiamo andare strutturare un iter
dignostico per lo studio di:
• MESOTELIOMA
• VERSAMENTO
• PNX
MESOTELIOMA PLEURICO
Tumore maligno primitivo della pleura (i tumori più frequenti della pleura in realtà sono
le metastasi), più raro
• cupola diaframmatica
• profilo mediastinico;
Nelle forme circoscritte l’angolo di raccordo parietale dell “massa” è ottuso (tumori
periferici polmonari è acuto).
• Presenza di nodularità
• Osteolisi costali
• Invasione parete toracica e diaframma (la RM può risultare più precisa per
visualizzare queste infiltrazioni.
9. PNEUMOTORACE.
Presenza di aria nel cavo pleurico; Lo pneumotorace è un’altra patologia che causa
radiotrasparenza del torace. È un’entità anatomo clinica caratterizzata dalla presenza di
area nello spazio pleurico (area tra i foglietti pleurici).
può essere:
iatrogeno (toracentesi)
RADIOLOGIA PNX
1) RX torace:
La diagnosi del pnx con la RX del torace si basa sul riconoscimento della sottile opacità
lineare della pleura viscerale, separata dalla parete toracica da parte di una falda di aria
(priva di strutture vascolari)
Pneumotorace destro. La RX del torace dimostra la presenza di una falda aerea in cavo
pleurico che scolla la pleura viscerale, rendendola visibile come linea netta a decorso
obliquo dall'alto in basso e comprime il parenchima polmonare sottostante.
- A paziente supino, il pnx si raccoglie a livello dei seni costofrenici anteriori Se pnx è
minimo, potrebbe non essere rilevato(FALSO NEGATIVO)
RX del torace si esegue sempre nelle due incidenze standard P-A e L-L in inspirio e una
incidenza P-A in espirio (per pneumotorace iperteso). La RX viene fatta con le 2
proiezioni in INSPIRAZIONE + 1 in ESPIRAZIONE quest’ulitma fondamentale
per valutare se si tratta di uno PNX iperteso, perchè? (Vedi pnx iperteso)
Pz giovane arriva al pronto soccorso con dispnea insorta in seguito ad un colpo di tosse,
ci fa sospettare fortemente di pneumotorace. Quindi si esegue una radiografia del torace
nelle due incidenze standar (P-A e L-L) in inspirio e una incidenza P-A in espirio. In
prima istanza più sembrare un esame radiologico negativo, ma il sospetto di
pneumotorace persiste. (potrebbe essere una piccola falda apicale che con RX non
vediamo bene)
PNEUMOTORACE IPERTESO
proiezione AP:
disegno polmonare alterato + diaframma cupola (lato interessato + alto) + concavità
posteriore
simmetria degli spazi costali → altrimenti enfisema che ha spazi aumentati (NB)
proiezione LL:
2) TC torace viene fatta se c'è stato trauma del torace per vedere fratture costali +
entità del pnx. La TC non viene usata perché esporrebbe il paziente a troppe radiazione
dato che dobbiamo fare una acquisizione sia in inspirio e sia in espirio.
VERSAMENTO PLEURICO
CAUSE più comuni del vp includono: infezioni (vp meta o parapneumonico), tumori
maligni secondari (metastasi pleuriche da tumore bronco-polmonare o da altre
neoplasie intra o extra-toraciche, come il carcinoma mammario) o primitivi
(mesotelioma maligno), scompenso cardiaco acuto o cronico, nefropatie, epatopatie,
embolia polmonare, collagenopatie (specie Lupus e Reumatoide), traumi (fratture costali,
rottura aortica con emotorace), dissezione aortica, rottura di aneurisma aortico e molte
altre entità.
Aumento di fluido nel cavo pleurico per trasudato (basso contenuto proteico, poche cell
infiammatorie) o essudato
Mano o mano che il vp si accumula e sale verso l'alto nella cavità pleurica, che da virtuale
diventa reale, il polmone sottostante si va consensualmente retraendo(atelettasia
passiva o da rilasciamento). Lo stesso accade in caso di pneumotorace.
• aumento radiopacità (vs pnx: radiotrasparente cioè nero) che nasconde la trama
bronco vascolare
• mancata rappresentazione dello sfondato costo-frenico posteriore in
proiezione LL per accumulo di liquido e si vede l'opacità con margine
superiore concavo verso l'alto (segno del menisco). Nella proiezione LL
l'opacità si presenta con margine superiore concavo verso l'alto (segno del
menisco, mancata rappresentazione dello sfondato costo-frenico posteriore per
accumulo di liquido, dislocazione del diaframma verso il basso
VERSAMENTO SACCATO
Qualità
ECO: serve per indicare la sede da drenare in caso di versamento; utile per il clinico; si
vedono i margini anecogeni. Inoltre, l'US può evidenziare la presenza di particelle in
sospensione, frustoli o setti più facilmente delle altre metodiche. Echi interni indicano
che non si tratta di un semplice trasudato ma di un liquido corpuscolato (ematico,
infetto, neoplastico). (UNICO CASO IN CUI è INDICATA ECO PER
TORACE!)NB versamento pleurico massivo: RX torace=> TC.x
ECO: serve per indicare la sede da drenare in caso di versamento; utile per il clinico; si
vedono i margini anecogeni. (UNICO CASO IN CUI è INDICATA ECO PER
TORACE!) NB versamento pleurico massivo: RX torace=> TC.
POLMONITI VIRALI
opacità ilare
ASSIALE o di sostegno: viaggia insieme all'arteriola e alle vie respiratorie, dagli ili
polmonari e segue la distribuzione dicotomica; peribroncovascolare
ground glass: riconosco le strutture vascolari sottostanti perché c'è ispessimento del
solo interstizio
EDEMA POLMONARE
Interstiziale o alveolare
CAUSE:
Distinguiamo principalmente due tipi di edema in base alle cause:
• una sfumatura del disegno vasale soprattutto in sede ilare (ili nebbiosi),
• Cuffing peribronchiale: cuffie attorno ai bronchi ovvero ispessimento della parete
bronchiale legato alla presenza di una componente edemigena
• linee B di Kerley che appaiono come opacità lineari di 1-2 centimetri di lunghezza,
disposte orizzontalmente e perifericamente a livello dei seni costo-frenici, nei lobi
inferiori. Queste opacità corrispondono ad ispessimento dei setti connettivali che
delimitano i lobuli polmonari secondari, considerati le unità anatomiche
elementari del polmone. ilari e parailari dal centro verso la periferia (A)
2. nella seconda fase il liquido diffondi anche negli spazi aerei alveolari, si osserva
pertanto progressivamente il quadro completo della sindrome da riempimento alveolare
e talora anche versamento pleurico. il liquido edematoso tende a raccogliersi alle basi
polmonari per la gravità.
La RX dimostra
• opacità diffuse o a chiazze (patchy) che possono essere più accentuate in sede
parailare o periferica e che mostrano, rispetto all'edema emodinamico
(cardiogeno), una minore tendenza a prevalere in sede declive.
• Il cuore non è ingrandito,
• il versamento pleurico e le strie tipo Kerley non sono tipicamente presenti (ma
sono possibili eccezionimentre è frequente il segno del broncogramma aereo
all'interno delle aree di consolidazione
A) CARDIOGENO
PUO ESSERE:
ALVEOLARE(ACUTO)
su lobi inferiori e subpleuriche (B)- Le strie di Kerley più comuni sono quelle B, che
appaiono come opacità lineari di 1-2 centimetri dilunghezza, disposte orizzontalmente e
perifericamente a livello dei lobi inferiori
Ilari e paritari dal centro verso la periferia (A). Le strie A sono più lunghe, si
osservano in sede parailare e si irradiano dal centro verso la periferia
NB edema polmonare si gestisce con l'RX, non con la TC (perché il mdc aumenta il
carico idrico polmonare del pz!!!)
IMPORTANTE: edema polmonare=> inizia come interstiziale e diventa alveolare per
aumento pressorio.
Queste forme ARDS le troviamo anche in alcuni casi di polmonite come quella da covid
19. Siccome i patter sono sovrapponibili, chi vedeva scriveva il referto e chi non vedeva
doveva aspettare che quelle aree sono di polmonite mentre queste aree sono da danno
diffuso. Sono due entita anatomo cliniche differenti con terapia differenti. (discorso fatto
da scialpi.. boh)
CAUSE : shock, sepsi, aspirazione, uremia, pancreatiti, annegamento, droghe etc; causa
polmonare più frequente è la polmonite infettiva in pz ID.
• no strie di Kerley
• bronchite cronica,
• enfisema,
• bronchiectasie.
BRONCHITE CRONICA
RX torace:
- aspetto sporco del disegno polmonare (DIRTY LUNG) accentuazione dei tratti
bronco-vasali (ispessimento interstizio assiale), con contorni vasali irregolari e
sfumati,
slargamento mediastino, esso non è tanto quanto quello nella condizione di edema
NB alcune volte si può avere RX negativa, a differenza della bronchite acuta. Limiti
dell'RX si possono superare con la HRCT: valutazione strutture interstizio bronchiale e
piccole vie aeree per evidenziare le alterazioni tipiche della bronchite. valutazione le
pareti bronchiali dimostrandone alterazioni delle pareti bronchiali come aumento dello
spessore e misura del rapporto tra lume e parete bronchiale, nella quale possiamo
evidenziare le alterazioni tipiche della bronchite ad esempio delle deformita della
parete(piccoli diverticoli che configurano un aspetto a fisarmonica dei bronchi principali
ENFISEMA
La diagnosi è radiologica!
1) RX i segni di enfisema sono: Segni diretti:
quadro di oligoemia (povertà vasale), per la perdita contestuale dei vasi (scarsità massa
di sangue circolante).
RX Segni indiretti:
appiattimento diaframma
aumento distanza tra archi costali (se la distanza rimane uguale pnx)
Sul referto RX: “segni di enfisema” perché non si può determinare l'entità se non
con la TC.
NB bolla: area > 1cm; cisti: area < 1cm; enfisema bolloso cistico-parasettale o
centrolobulare. (A SCIALPI NON PIACE QUESTO CRITERIO LUI DICE CHE LA
DIFFERENZA TRA UNA CISTI e UNA BOLLA DI ENFISEMA è che la bolla di
enfisema NON ha parete mentre la cisti ha parete)
• parasetatale e bollosa: interessa i sacchi alveolari nella porzione esterna del lobulo,
in zone adiacenti alla pleura, per questo danno origine alla formazione di bolle
sub-pleuriche o blebs.
BRONCHIECTASIA
Diagnosi=>
TC: dilatazioni sacciformi, tubulari o cilindriche delle vie aeree che sono libere o piene
di secrezioni mucose, si puo vedere anche ispessimento della parete bronchiale.
Il lobulo polmonare secondario (meglio visibile su basi e apici) a una forma piramidale. il
bronchiolo lobulare, arteria lobulare e vasi linfatici sono immersi nel connettivo
intralobulare. Le vene e una parte dei vasi liìnfatici decorrono nella parte periferica
La RM non si può fare per lo studio del parenchima polmonarw perché presenta dei
limiti:
Ora l’ RM, grazie allo sviluppo di sequenze in DIFFUSIONE riesce a rilevare un segnale
da movimento intercellulare di acqua: discriminare solido da liquido.
• pianificazione RT e chirurgia;
PATTERN ALL’HRTC
La HRCT serve ad identificare e studiare l’interstizio polmonare e quindi sempre la
patologia interstiziale ma non sempre riesce a tipizzarla ( CI DICE SEMPRE SE C’E’
UNA PATOLOGIA INTERSITIZIALE MA NON CI DICE SEMPRE QUALE,
PERCHE’ I PATTERN SONO ASPECIFICI CIOE’ UN PATTERN E’ TIPICO DI
PIU’ PATOLOGIE) quindi c’è bisogno di esami di laboratorio e biopsia. Perché i diversi
pattern NON sono specifici di una patologia, possiamo trovare tante patologie con lo
stesso pattern. Pattern che si possono mettere in evidenza:
2. NODULARE
3. ALVEOLARE
4. CISTICO
• tossicità da farmaci
• Fibrosi post-RT
• Asbestosi
FIBROSI POLMONARE
Si presenta con tessuto polmonare fibrotico e distrutto (rottura degli alveoli), contenente
numerosi spazi aerei cistici con spesse pareti fibrose. Queste cisti hanno dimensioni che
vanno da pochi millimetro ad alcuni centimetri, e sono delimitate da epitelio
bronchiolare metaplastico.
ES NODULI BENIGNI:
1. broncopolmonite
2. TBC
3. fibrosi cistica
4. bronchiectasie
5. bronchiolite infettiva
Può esprimere patologia benigna o maligna; può associarsi ad uno dei 4 pattern (vedi
sopra) dando una situazione di PATTERN DOPPIO (reticolare/cistico/etc + ground
glass)=> difficile da interpretare per componente alveolare e interstiziale coinvolte;
es K bronchiolo-alveolare: pattern addensativo + nodulare;
fibrosi polmonare=> ispessimento settale irregolare + pattern honey combing.
Emorragia polmonare ha sempre pattern doppio
CRAZY PAVING:
4) Pattern CISTICO: valutazione TC densitometrica senza e con mdc (TC +20 HU);
possibilità di avere prevalente componente aerea o mista aria/liquido; tali lesioni
cistiche devono essere rimosse chirurgicamente perché esiste un'entità patologica con
questo pattern che è la malformazione ADENOMATOIDO-CISTICA DI 1° TIPO
che può trasformarsi in carcinoma; diagnosi istologica in base alle caratteristiche della
parete.
(dom esame) Cosa pensi dell’ecografia dei PZ con coronavirus, che parere hai?
“ si vede poco e niente”
nelle aree più tardive si può riscontrare con maggio frequenza il patter crazy paving.
Tendenzialmente questo pattern è bilaterale. Questo pattern crazy paving è fortemente
suggestivo di corona virus, la diagnosi certa per ricondurre al coronavirus è il tampone!!
Queste forme ARDS le troviamo anche in alcuni casi di polmonite come quella da covid
19. Siccome i patter sono sovrapponibili, chi vedeva scriveva il referto e chi non vedeva
doveva aspettare che quelle aree sono di polmonite mentre queste aree sono da danno
diffuso. Sono due entita anatomo cliniche differenti con terapia differenti. (discorso fatto
da scialpi.. boh)
Cause: shock, sepsi, aspirazione, uremia, pancreatiti, annegamento, droghe etc; causa
polmonare più frequente è la polmonite infettiva in pz ID.
INFEZIONI POLMONARI
bronchite → RX negativo
polmonite lobare / interstiziale → addensamento parenchimale (broncogramma
positivo) ( segno silhouette per capire se medio o posteriore) la clinica è fondamentale
per chiarire la DD
• per i miceti / ascessi possiamo cercare delle alterazioni (inclusi) ma la TAC è dirimente
RX: Opacità + livello idroaereo (cavita con liquido e aria, l’aria va verso l’alto il liquido
stagna in basso) → 3 criteri:
• formazione espansiva, parete ben definita, bolle gassose (batteri che producono gas)
la presentazione radiologica di una polmonite, dipende non solo dal tipo di germe (o
germi) in causa ma anche dalle condizioni immunologiche del paziente, dalla precedente
condizione anatomica del polmone ed è comunque molto aspecifica. I patologi
distinguono scolasticamente tre forme fondamentali:
in cui il patogeno raggiunge gli spazi aerei distali. Da qui il processo infettivo causa
un’abbondante essudazione “edema”, dilaga da alveolo ad alveolo attraverso i pori di
Kohn ed altre connessioni fra gli spazi aerei; traducendosi radiograficamente in una
opacità omogenea estensione lobare.
BRONCOPOLMONITE
in cui il danno iniziale è a carico dei bronchi e bronchioli. L'infezione si diffonde poi agli
alveoli circostanti. Non è raro che la broncopolmonite sia associata ad una variabile
quota di atelettasia, cioè di riduzione di volume, da ostruzione delle vie aeree periferiche;
In realtà, lo stesso patogeno può sostenere presentazioni varie e complesse, che per il
Radiologo però hanno quasi
• Lobitiche: che ne nelle quali lo faccio per lo più del lobo superiore si associa una
certa riduzione di volume a
carattere atelettasico espressiva della simultanea compromissione bronchiale
Talora l'essudazione è così abbondante che il lobo colpito e addensato appare aumentato
di volume, con sporgenza delle scissure (un po' il contrario di quello che accade in caso
di atelettasia). Questo aspetto (“bulging” scissurale) suggerisce un'infezione da
Pneumococco o Klebsiella, può essere espressione di necrosi e ascessualizzazione ma
anche di “polmonite ostruttiva” da neoplasia bronchiale.
MEDIASTINO
Spazio delimitato
- lateralmente dalle pleure mediastiniche
- In basso dal diaframma
- Superiormente dal margine superiore dei trinchi sovraortici
Con l’esame radiologico vediamo semplicemente quelli che sono i profili del mediastino,
nella sua interezza il mediastino si presenta radio opaco (bianco) perché ce una
sommazione data dalle diverse strutture anatomiche e quindi un maggior assorbimento
di raggi x. Il mediastino si continua caudalmente con il retroperitoneo, attraverso delle
porte di comunicazione dei vasi (aorta e VCI)
• Linfoadenopatia
• aneurisma
Radiologicamente potrò dire che ce una deformazione della linea, ma non so di che
patologia si tratta, quindi devo affidarmi alla TC per avere una conferma del tipo di
patologia. A differenza del l’esame RX radiologico la RM e la TC con m.d.c esprimono
abbastanza bene l’anatomia umana normale.
LOGGIA DI BARETY
RX:
TC
• - strutture mediastiniche,
COMPARTIMENTI MEDIASTINCI
• Adiposa: -150
PATOLOGIE
All'RX torace si valutano le principali linee mediastiniche che quando sono alterate,
sono espressione di patologia mediastinica.
A) LINEE MEDIASTINICHE :
Corrispondono a bordi di strutture visualizzate all'RX:
a) LINEE anteriori e posteriori sono formate da:
• arteria polmonare
• trachea
• anteriore: foglietti pleurici accollati per contatto tra lobi polmonari superiori dei 2
lati, post a sterno 1)Può essere spostata a dx o a sn nei pz con atelettasia 2)
Atelettasia e addensamento del lobo superiore: erniazione polmonare 3) Ispessita
nei casi di massa mediastinica anteriore
• paraesofagea: riflessione della pleura del lobo inf del polmone dx sul setto
mediastinico
1) RX
- PA valutare arteria polmonare, bronco lobare (ilo dx) tramite la radiotrasparenza del
bronco e la maggiore densità dell'arteria;
- LL decorso tracheale, arco aortico, ilo, strutture vascolari e bronchiali.
L’RX non basta per studiare il mediastino, servono TC e RM, (RM e TC si possono
confrontare solo se la TC viene fatta con mdc perchè ha scarsa risoluzione di
contrasto nel mediastino). Sono stabiliti dei criteri diagnostici validi sia per TC che
RM nel valutare sede, dimensioni, densità (adiposo o solido o liquido) e grado di
vascolarizzazione delle lesioni.
2) La TC:
Permette valutazione strutture mediastiniche, dimostrazione lesioni patologiche, rapporti
con strutture vicine, caratterizzazione di alcuni tipi di patologia (cisti, lipomi, aneurismi).
Se l’imaging non basta per caratterizzare la lesione allora si passa agobiopsia.
Esecuzione: pz supino, braccia sopra testa, unica apnea inspiratoria; fatta dalla base
del collo fino agli angoli costo frenici posteriori; spessore di strato di 5-10mm.
liquida: 0 a +30
parenchimatoso: 40 a 100-150
5) Infine, in presenza di una lesione solida mediastinica è quasi sempre richiesta, tranne
poche eccezioni (vedi: timoma) una biopsia per valutazione istopatologica
PATOLOGIE del mediastino
(MASSSE MEDIASINICHE)
Tutti i tessuti nel mediastino possono dar luogo a cisti, tumori o altre alterazioni
patologiche definite “masse” che possono indurre uno slargamento del mediastino
apprezzabile tramite RX torace
Portano delle sindromi mediastinche con dei quadri sintomatologici legati all'effetto
massa o all'infiltrazione di strutture adiacenti (sindrome VC Superiore, disfagia,
disfonia, paralisi diaframmatica, dolore); se sono lesioni linfomatose, oltre ai sintomi da
massa, abbiamo anche febbre, sudorazione, astenia, prurito.
0) OPACITA RETROSTERNALE
opacità retrosternale
adenopatia
patologia espansiva timo
cisti dermoide
ascesso mediastinico
CISTI timica: lesione benigna occasionale, post-RT o CT. Alla Tc appare come lesione
a contenuto liquido (0- 30 UH) che non varia dopo iniezione di mdc perchè non è
vascolarizzata. Alla TC appare come valuto la densità della natura cistica con CA di tipo
acquoso che tende ad aumentare se il contenuto è proteico, emorragico: (aumento
densità 20-30HU)con pareti sottili e regolari, che non presenta e.c dopo iniezione di mdc
perchè non è vascolarizzata.
TIMOMA: invasivo nel 25% dei casi; metastasi rare; massa circoscritta lobulata; TC e
RM molto importanti per verificare la presenza di un piano di clivaggio.
Infine, in presenza di una lesione solida mediastinica è quasi sempre richiesta, tranne
poche eccezioni (vedi: timoma) una biopsia per valutazione istopatologia.
- TC: presenza di Iodio induce CA elevato (30-70 HU) iperdenso rispetto al tessuto
circostante. la presenza di Iodio nel tessuto ghiandolare normale, induce la
scansione diretta, un valore di attenuazione elevato “iperdensità”; abbiamo
elevato enhancement (30-70 HU) dopo mdc iodato, aree cistiche, calcificazioni
puntiformi.
ASCESSI MEDIASTINICI.
Più comuni nel mediastino posteriore; relazione con patologia spinale o associazione con
perforazione esofagea, ma spesso sono estensione di patologia addominale, ricordiamo
infatti che ci sono dei punti di comunicazione tra distretto mediastinico e retro
peritoneo:
• forme aortico,
• forame VCI
• forme esofageo.
LINFOADENOPATIE
L’RX non riesce ad individuare piccoli linfonodi, perché rimangono inglobati nel tessuto
adiposo mediastinico e NON deformano le linee mediastiniche. Se però c’è sospetto di
linfoma sostenuto da dati clinico- laboratoristici, l’RX aiuta nella valutazione delle
stazioni linfonodali superficiali, se ingranditi si vanno a studiare quelli profondi
tramite:
a livello della stazione 7 (ln sottocarenali) il cut off è un po’ più alto. C’è rischio di Falso
Negativo dato che TC e RM non danno info sulla loro architettura interna e perché il
criterio di patologia è dimensionale (non è facile distinguere, per es: un linfangioma da
un linfoma, serve biopsia)
mi consente l’individuazione di linfonodi ingranditi > 1cm, ma non danno info sulla loro
architettura interna, a eccezione di calcificazione e necrosi.
Anche se la diagnostica ha fatto passi da gigante (TC e RM), ad oggi ancora non
abbiamo la possibilità di tipizzare il linfonodi sulla base enhancement, sulla base della
cellularità. L’unico elemento che possiamo valutare nei linfonodi è la:
LINFOMI
Maggior parte di casi sono linfomi di Hodgkin; soprattutto vengono colpiti LN dei
compartimenti superiore, anteriore, medio e raramente il posteriore.
- RX torace: opacità mediana “ilare” lobulata bilaterale a limiti netti, a volte con
stria di diffusione linfatica verso il parenchima polmonare.
- TC: i linfonodi si presentano come masserelle tondeggianti a densità parenchimatosa
con possibili aree interne ipodense, a volte disomogenee (necrosi) ; a volte
confluiscono tra loro a “pacchetti” in una massa simil- neoplastica=> “bulky”.
importante per follow up in pz trattati con CT e RT; l’RM serve anche anche per
differenziare:
AREE di recidiva tumorale post terapia o di residua attività (appaiono come nuove
masse o ingrandimento di quelle preesistenti) : segnale media intensità in T2 e capta
MDC nelle sequenze STIR T1
I teratomi benigni non provocano sintomi, a meno che non raggiungano grandi
dimensioni oppure che si verifichi la rottura del tumore nel cavo pleurico o nel
pericardio
b) I disgerminomi maligni, di cui esistono vari tipi, si distinguono da quelli benigni per le
maggiori dimensioni, i profili irregolari, la tendenza a infiltrare o invadere le strutture
circostanti, la sintomatologia clinica, la rapida crescita; NON contengono grasso e
generalmente non presentano calcificazioni ma possono presentare aree cistico-
necrotiche o emorragiche. Dopo l'iniezione del contrasto, captano in modo
disomogeneo.
CISTI MEDIASTINCHE
Possono essere:
Le cisti broncogene hanno margini netti, contenuto fluido-aria e non captano il mezzo
di contrasto. Talora però il contenuto è emorragico o proteico concentrato appare allora
iperdensa alla TC pre-contrasto ed iper-intensa nelle sequenze di RM T1 pesate.
RX: opacità a margini netti con sede caratteristica nella loggia timica, paracardiaca,
paratracheale, mediastino post.
TC: natura cistica valutabile con coefficiente di attenuazione di tipo acquoso (0 -20
UH) pareti sottili e regolari; se contenuto è proteico, emorragico coefficiente di
attenuazione più elevato(20-70HU)
RM: ipointensità in T1 e iperintensità in T2 (se la cisti contiene acqua). iperintensità in
T1 (se la cisti contiene sangue emorragico)
7) TUMORI NEUROGENI
Costituiscono circa il 20% delle masse mediastiniche e nel 95% dei casi originano nel
mediastino posteriore. originano da nervi periferici (neurofibroma) o dai gangli del
simpatico (ganglioneuroma, neuroblastoma). Si distinguono in tre gruppi principali:
1) Tumori delle guaine nervose. Prevalgono in età adulta e sono spesso asintomatici
(tumori benigni, scoperta casuale). Comprendono schwannomi e neurofibromi (benigni)
ed i più rari neurofibrosarcomi (maligni); si possono associare alla Neurofibromatosi.
Prendono origine dai nervi intercostali, simpatici, dal nervo frenico, dal nervo vago o dal
ricorrente. Molti tumori dei nervi intercostali si localizzano vicino alle vertebre,
sviluppandosi a cavaliere dei forami di coniugazione (tumori dumb-bell, a “manubrio per
ginnastica”).
La TC evidenzia densità solida, omogenea o eterogenea con zone cistiche alla RM,
presentano intensità di segnale bassa o intermedia nelle sequenze pesate in T1,
elevata e disomogenea in T2;
- RX: opacità tondeggiante a margini ben definiti con estensione nella doccia
paravertebrale; meglio rilevabili in proiezione LL
LESIONI FOCALI
• cisti:
uniche o multiple: sono emoragiche o colidocistiche con pareti sottili a volte non
evidenziabil, possono presentare sepinemti, livelli fluidi, detriti di nautura emorragica
sono il 10% dei noduli. Appaiono iso o ipoecogeni. Presentano un alone periferico
spesso e irregolareindotto dalla
nella patologia nodulare non esistono criteri ecotomografici assoluti per la distinzione
nodulo maligno e benigno:
SEGNI DI BENIGNITA
DOLORE TORACICO
• 6) traumi
1. Dolore da traumi
TAC esame di riferimento però si parte sempre da RX che ci può mostrare condizioni
come PNX / fratture. Bisogna valutare sempre possibile rottura dell'aorta toracica
(compressa tra sterno e vertebre)
Maggior parte di casi da incidenti automobilistici per compressione dell'aorta tra sterno e
colonna vertebrale che porta ad aumento della pressione a livello dell'arco aortico con
rottura. Ciò provoca EMOMEDIASTINO ( L’AUMENTO DI PRESSIONE che
provoca la rottura dell’aorta è DATO ANCHE DALLA COMPRESIONE A LIVELLO
DELLO IATO DIAFRAMMATICO)
NB grado 4 di Gaband (non esiste questo nome) maggior parte dei casi determina la
morte del pz.
Meno frequente è per colpi di arma da fuoco con rischio di emomediastino con
slargamento di una o più linee mediastiniche; emomediastino è visibile tramite TC.
NB importante è la diagnosi precoce per il diverso trattamento che hanno le varie entità
cliniche delle sindromi aortiche acute. In questi casi l’esame diagnostico di riferimento è
la TC.
a) facciamo ECO o RX
b) DOPO si fa TC (si potrebbe fare una RM se c'è una patologia palpabile di parete)
b) poiRXeTC
Intima, media (cell muscolari lisce e connettivo) e avventizia che contiene componenti
cellulari ma anche componenti NERVOSE=> generano dolore solo le sindromi che
colpiscono l'avventizia.
DISSEZIONE AORTICA
La sede tipica è l'aorta toracica. Tale condizione, che si presenta spesso con dolore
toracico frequentemente riferito al dorso, è potenzialmente letale perciò è necessaria una
rapida diagnosi clinica + radiologica. Può anche essere asintomatica se non viene
colpita l'avventizia
Lacerazione dell'intima soprattutto sull'aorta toracica che può anche essere asintomatica
(se non viene colpita l'avventizia) che porta a scollamento dell'intima generando 2 lumi
(vero e falso): il lume VERO si trova sempre sul margine concavo dell'aorta.
• localizzazione,
• estensione,
Se abbiamo solo irregolarità di parete si può anche pensare di continuare a seguire con la
TC o con RM senza mdc uso tecnica Time of flight (TOF) T1 pesate, bloccano gli spin
il movimento e quindi esaltano il segnale delle strutture vascolari con il flusso e nello
stesso tempo annulla il segnale di tessuti stazionari, estrapolando il flusso, si fanno studi
selettivi saturando le arterie o le vene, per lo più a livello di encefalo, vasi del collo,
addominale
Tipo I Origina nell'aorta ascendente e si propaga almeno fino all'arco aortico, più spesso
oltre lo stesso. dissezione prossimale sull'arco aortico, si estende sia a monte che a valle
2) Stanford
Tipo B III di de Bakey; lesioni distali all'arteria succlavia, meno pericolose. Tutte le
dissezioni che si estendono distalmente rispetto all'arteria succlavia sinistra
cioè quella parte che divide vero e falso lume visibile con TC con mdc. ANGIO TC
con mdc segni:
1) importante=> trovare il flap intimale all'interno del vaso (linea ipodensa) vedi
figura sotto
localizzazione
estensione
NB in più, possono esserci dei segni che alla TC precedono la dissezione, e ci fanno
capire se dobbiamo o no trattare il paziente=> scansioni basali per cercare possibili
calcificazioni presenti nell'intima che sono dislocate all'interno del vaso seguendo il
flap intimale (dato che le calcificazioni sono solo sull'intima).
• Se abbiamo solo irregolarità di parete si può anche pensare di continuare a seguire con
la TC, o approfondire meglio con l’angiografia o angioRM (senza mdc uso tecnica Time
of flight (TOF) T1 pesate, bloccano gli spin il movimento e quindi esaltano il segnale ed
estrapolano il segnale di flusso, si fanno studi selettivi saturando le arterie o le vene, per
lo più a livello di encefalo, vasi del collo, addominale??)
Si può avere un aneurisma della sede nel dotto di Botallo (non rimane pervio), cioè si
può chiudere in maniera anomala in un settore e quindi nell’atro settore può nel tempo
avvenire la dilatazione
ANEURISMA AORTICO .
CLASSIFICAZIONE:
Il diametro dell’aorta è circa 2,5-3,5 cm. Per aneurisma aortico si intende la dilatazione
del segmento aortico superiore di 1,5 volte al diametro atteso. Più frequente quando il
calibro > 50% cioè circa 5cm; fino a 5cm si parla di “ectasia”; può essere associato a
dolore toracico che aumenta all'aumentare del calibro per l'interessamento
dell'avventizia. Estensione calibro e interessamento di altri vasi
CLASSIFICAZIONE ANEURISMI
VERI: coinvolgono tutti e 3 gli strati della parete arteriosa; fusiformi o sacciformi;
legati soprattutto all’aterosclerosi o ad anomalie congenite del collagene
Quando il calibro > 50%( cioè > 5cm se stiamo parlando di aorta addominale);
sotto al 50% si parla di “ectasia”;
• RX torace
• RM e angioRM: 10% dei pz perché per claustrofobia, pacemaker etc non si può fare
• TC
La TC, da eseguirsi senza e con somministrazione di mdc iodato per via endovenosa, è
metodica ampiamente utilizzata in alternativa all'ecografia. Essa risulta particolarmente
indicata per la valutazione degli aneurismi della aorta addominale e per la diagnosi
differenziale delle sindromi aortiche acute quali la rottura, la dissezione, l'ulcera
penetrante e l'ematoma di parete in seguito descritti singolarmente.
dimensioni, estensione
rapporti aneurisma
fusiforme o sacciforme
trombi, calcificazioni
la rapidità di esecuzione,
evidenziare l'eventuale trombo di parete endoluminale(ipodensità)
estensione dell’aneurisma
le calcificazioni intimali
la possibilità di escludere altre cause extravascolari di dolore toracico
ROTTURA dell’aneurisma
RM
In alternativa alla TC viene impiegata anche la RM, utilizza la TC con mdc se ci sono
delle contrindicazioni si usa RM. meno utile in fase acuta per il suo lungo tempo di
esecuzione e per la scarsa sensibilità alla presenza di calcificazioni parietali, e pertanto più
indicata durante il follow-up.
EMATOMA INTRAMURALE
PATOGENESI
Dovuto alla rottura dei vasa vasorum presenti nella tonaca media del vaso con
ispessimento della parete aortica=> quindi avremo un unico lume ma ridotto di
calibro.
ULCERA AORTICA
Base aterosclerotica; dovuta ad erosione della lamina elastica interna della tonaca intima
con possibile formazione di un ematoma intramurale.
INFARTO MIOCARDICO
ITER DIAGNOSTICO
TC: lesione ischemica appare come ipodensa; poi si assottiglia per l'esito cicatriziale
COMPLICANZE ACUTE
uso ECOcardiografia
rottura setto IV
rottura muscolo papillare con insufficienza mitralica
COMPLICANZE CRONICHE
3 caratteristiche:
1. aumento P intracardiaca
2. riduzione GC
3. riduzione riempimento ventricolare diastolico
Viene effettuata di norma nelle due proiezioni ortogonali di base (proiezioni postero-
anteriore e latero-laterale) che, se necessario, sono integrate da altre proiezioni
complementari (radiogrammi obliqui o dopo l'assunzione di pasto baritato “esofago”,
utile per evidenziare il margine posteriore dell'ombra cardiaca).
L'insufficienza cardiaca è la condizione nella quale il cuore non riesce a pompare una
quantità di sangue sufficiente a tutti gli organi e le parti del nostro corpo.
CAUSE PRINCIPALI
CARDIOMIOPATIA DILATATIVA
• una sfumatura del disegno vasale soprattutto in sede ilare (ili nebbiosi),
• linee B di Kerley che appaiono come opacità lineari di 1-2 centimetri di lunghezza,
disposte orizzontalmente e perifericamente a livello dei seni costo-frenici, nei lobi
inferiori. Queste opacità corrispondono ad ispessimento dei setti connettivali che
delimitano i lobuli polmonari secondari, considerati le unità anatomiche
elementari del polmone. ilari e parailari dal centro verso la periferia (A)
4. nella seconda fase il liquido diffondi anche negli spazi aerei alveolari, si osserva
pertanto progressivamente il quadro completo della sindrome da riempimento alveolare
e talora anche versamento pleurico. il liquido edematoso tende a raccogliersi alle basi
polmonari per la gravità.
CARDIOMIOPATIA IPERTROFICA
CARDIOMIOPATIA RESTRITTIVA
INFARTO MIOCARDICO.
• edema polmonare,
La RM trova oggi sempre maggiore spazio sia nella ricerca di ischemia, nel soggetto con
angina instabile, sia nella valutazione del paziente che ha subito infarto del miocardio, in
alternativa alla medicina nucleare, somministrando in rapido bolo mdc paramagnetico e
valutando la perfusione regionale. Una delle ulteriori peculiarità della RM risiede
nell'accuratezza di misura dei volumi e della funzione ventricolare ricorrendo, come già
ricordato, alle sequenze ad eco di gradiente con acquisizione cine.
A seconda della durata dell'ischemia si verifica un prolungamento del tempo di
rilassamento T1 e T2 del tessuto che, pertanto, può essere individuato nelle acquisizioni
spin echo; specie in quelle T2 pesate, l'edema tissutale che si verifica in caso di ischemia e
di infarto è responsabile della iperintensità di segnale del tessuto patologico. Al contrario
le sedi di infarto cronico presentano basso segnale, probabilmente in ragione del basso
contenuto di acqua e della sostituzione dei miociti da parte di tessuto cicatriziale
fibrotico.
• TC: lesione ischemica appare come ipodensa; poi si assottiglia per l'esito
cicatriziale
Complicanze:
- acute:
• rottura parete libera con tamponamento cardiaco; rottura setto IV; rottura muscolo
papillare con insufficienza mitralica → uso ECOcardiografia
- croniche:
TAMPONAMENTO CARDIACO
caratteristiche:
• aumento P intracardiaca
• riduzione GC
Trattamento precoce può salvare la vita del pz; necessario diagnosi con ECOcardiografia
oppure con cateterismo cardiaco; studio emodinamico=> prominenza onda X e
scomparsa dell'onda Y (sono onde negative al flebogramma che indicano la diminuzione
di P nell'atrio dx: X per contrazione del ventricolo, Y per apertura valvola tricuspide e
passaggio di sangue in ventricolo) e allineamento di valori pressori tra P di incuneamento
in arteria polmonare e in atrio dx che diventano quasi uguali.
In emergenza=> PERICARDIOCENTESI.
CAPITOLO 4
PANCREAS
• arteria splenica,
RADIODIAGNOSTICA PANCREAS
RM. E’ la metodica di primo impiego per lo studio del pancreas che viene ben
visualizzato al davanti della vena splenica, posteriormente allo stomaco ed al lobo
epatico sinistro. L'US valuta:
• 4) raccolte fluidi
L'ecostruttura del pancreas normale è omogenea e simile a quella del fegato; essa si
modifica con l'età divenendo leggermente disomogenea fino a diventare iperecogena
nell'anziano in rapporto ai fenomeni involutivi fibro-adiposi. Il dotto di Wirsung in
condizioni normali è parzialmente visualizzabile mediante scansioni trasversali o
lievemente oblique: Con scansioni trasversali ed oblique è possibile valutare il coledoco.
2. scarsamente sensibile nel trovare piccoli calcoli del coledoco (principale causa di
pancreatite) perché si interpone l'aria
2) TC Rappresenta la metodica di seconda istanza dopo l'US, pur essendo dotata della
massima accuratezza diagnostica, specie nello studio delle pancreatiti e delle neoplasie.
L'indagine TC viene eseguita, dopo riempimento gastrico per os con 500 ml di acqua o
con mdc opaco diluito, per ottenere l'opacizzazione di stomaco, duodeno e prime anse
digiunali, mediante uno studio a vuoto e dopo infusione di mdc endovenosa, con
acquisizioni in fase arteriosa, venosa e tardiva (studio TC multifasico).
fase 0 : basale senza mdc dell’addome superiore (ed encefalo) inietto mdc poi:
I fase: fase arteriosa → addome superiore
II fase: fase venosa → torace + addome superiore+ addome inferiore III fase: fase
tardiva → addome superiore (ed encefalo)
Si effettua per combinare lo studio del distretto interessato (PANCREAS quindi addome
superiore) nel contesto di una TAC total-body per la stadiazione TNM
PANCREATITE ACUTA
• - dolore,
• - vomito,
• - addome duro.
Il ruolo della diagnostica per immagine nell’addome acuto è cercare identificare la causa
con l’aiuto dell’eventuale anamnesi e esame obbiettivo.
CLINICA
Dolore in sede epigastrica, irradiazione posteriore (DOLORE A CINTURA) ad
insorgenza improvvisa; incremento di amilasi e lipasi non sono specifici e sensibili al
100% (anche per infarto mesenterico, colica biliare etc).
RADIODIAGNOSTICA PANCREATITE
• complicanze
NB se dolore epigastrico improvviso con ittero + l’ECO rileva litiasi colecisti (calcoli
della colecisti) e dilatazione vie biliari con aumento di lipasi ed amilasi=>con questo
pensare a pancreatite acuta perché nel 70% è dovuta a calcolosi della colecisti, non
identificabile alla TC
Parenchima epatico
Lo studio morfologico del parenchima epatico si può effettuare con RM con le sequenze
T1 (ipointenso) e T2 (iperintenso) pesate, può essere associato allo studio del coledoco e
del dotto di Wirsung (studiare l’albero biliare e pancreatico) uso la colangio wirung RM
A) L’ ecografia: L'US nella pancreatite acuta evidenzia il pancreas solo nel 25-50%
dei casi, limite causato dalla distensione gassosa delle anse intestinali. IN CORSO DI
PANCREATITE COME APPARE IL PANCREAS ALL’ECO (quando visibile)
B) TC quando l'ECO non è stata sufficiente. (severità elevata e amilasi non molto
aumentata). Il ricorso alla TC si giustifica dalla probabile presenza di necrosi pancreatica
(pancreatite severa) perché l'amilasi non si correla al grado di severità della malattia,
ovvero si può avere un piccolo aumento dell'amilasi e una pancreatite severa (necrosi).
Necrosi alla TC con mdc si valuta l'assenza di normale rappresentazione della
vascolarizzazione (ipodenso).
- l’amilasi spesso non correla al grado di severità della malattia=> si può avere un
piccolo aumento dell'amilasi e una pancreatite severa. Tra l’altro le lipasi aumenta no
anche nell'infarto intestinale
- necrosi
- ispessimento fasciale (anche minimo)
- edema peripancreatico
- ingrandimento ghiandolare focale/diffuso
alla TC non c'è nessuna alterazione. non c'è nessuna alterazione importante, possiamo
riscontrare aumento del volume ghiandolare e diminuzione della densità per l’edema.
Possiamo riscontrare segni indiretti come la dilatazione del dotto di Wirsung per il
processo infiammatori della testa del pancreas.
Avviene per attivazione intrinseca del tripsinogeno. Con le tecniche d’immagine non
rischiamo ad identificarla con certezza.
ll ruolo della TC è molto importante anche nella valutazione delle complicanze della
pancreatite acuta, quali le pseudocisti, il flemmone, l'ascesso, la necrosi infetta
-ASCESSO tra i più frequenti (necrosi infetta ) alla tc appare come un’area
ipodensa con pareti iperdense. diagnosi con TC formazione rotondeggiarne con una
parete con all’interno ritroviamo bolle gassose (livelli idroaerei) con una sintomatologia
clinica di infezione.
- nelleareedinecrosipancreatica
- raccolte gassose sparse entro aree peripancreatiche con densità tipica dei tessuti molli.
PANCREATITE CRONICA
1) ECO: indagine di primo livello (reperti aspecifici); può dimostrare la diminuzione del
volume del pancreas per atrofia del parenchima. L’ecogenicità aumentata in rapporto alla
presenza di fibrosi, la disomogeneità strutturali della ghiandola è aumentata dalla
presenza di calcificazioni e calcoli
1. NON è diagnostica nel 50% dei casi per meteorismo nei pz obesi
2. scarsamente sensibile nel trovare piccoli calcoli del coledoco (principale causa di
pancreatite) perché si interpone l'aria
2) alla TC
3) Alla RM con mdc ( T1?) nella fase arteriosa. RM dopo somministrazione di mdc: si
nota un alterazione della morfologia del parenchima pancreatico e del sistema duttale:
• Riduzione del volume pancreatico (atrofia) con infiltrazione adiposa e fibrosi, tantè che
avremo iperintensità del segnale (grasso) che si riduce con le sequenze di abbattimento
del grasso.
Entrambe assumono un aspetto ipodenso alla TC per questo è difficile fare DD, tante
che si dice che il K pancreatico può essere confermato in imaging solo quando
riscontriamo simultaneamente delle lesioni epatiche che hanno le stesse caratteristiche
del k pancreatico ( lesioni ripetitive).
Quindi se trovo lesioni ipodenso alla TC, la diagnosi di tumore con immagin e vedere ce
ci sono lesioni ripetitive “ metastasi” al fegato→senno biopsia.
NORMALE, max nella fase parenchimale (arteriosa iniziale) che poi diminuisce nelle
fasi successive.
EPIDEMIOLOGIA
L'adenocarcinoma duttale del pancreas è uno dei tumori maligni più aggressivi dell'uomo
e la sua incidenza è in continua crescita: rappresenta la quarta causa di morte per cancro.
Tale tumore rappresenta circa l'80-90% di tutte le neoplasie del pancreas esocrino e la
sua sede tipica è la testa pancreatica (80-90% dei casi).
LOCALIZZAZIONI
B) I tumori del corpo pancreatico (15%) e della coda (5%) non causano sintomi
tipici, vengono diagnosticati quando hanno raggiunto dimensioni cospicue ed uno stadio
inoperabile.
ECO
TC con mdc
• -La RM
elevata sensibilità nel rilevare piccole lesioni tumorali, dove nelle sequenze T1 pesate
(soprattutto dopo soppressione del grasso) appaiono ipodense (elevata cellularità “come
le metastasi al fegato) e hanno un basso enanchement (ipovascolarizzazione)
Problema fare DD tra adenocarcinoma e pancreatite cronica focale. Viene fatta solo con
diagnosi istologica dopo pancreasectomia (ma ci puo aiutare la colangio rm)
La scansione TC del fegato permette di rilevare eventuali metastasi a livello epatico che
riproducono il tumore presente nel pancreas. in primis valutare il FEGATO (ipodensità
pancreas=> ipodensità lesioni epatiche) nello studio del fegato per determinare natura
della lesione è la TC trifasica: arteriosa, venosa (max enhancement) e tardiva di equilibrio
(parenchimale interstiziale)
Ancora meglio la RM per le metastasi epatiche che ha un’elevata risoluzione
contrastografica che appaiono come aree focali ipointense nelle sequenze T1 pesate e
irregolarmente iperdense, con margini sfumati nelle sequenze T2 pesate
L'adenocarcinoma duttale del pancreas entra in diagnosi differenziale con altre patologie
pancreatiche di natura non neoplastica: la differenziazione da una pancreatite focale della
regione cefalica è cruciale, ma molto difficile:
1) sia gli pseudotumori della pancreatite cronica focale che il carcinoma
2) sia negli pseudotumori della pancreatite cronica focale che nel carcinoma ipointensità
di segnale nelle immagini RM T1-pesate con MDC
STADIAZIONE
Parametro T: presenza o assenza di lesione sul pancreas; sede; grado di dilatazione delle
vie biliari e Wirsung
LN; parametro N
- T:
T1: < 2cm nella ghiandola; T2: > 2cm e invade via biliare, duodeno e t adiposo
peripancreatico
N:
M
in primis valutare il FEGATO (ipodensità pancreas=> ipodensità lesioni epatiche)
nello studio del fegato per determinare natura della lesione=> 3 fasi: arteriosa, venosa
(max enhancement) e tardiva di equilibrio (parenchimale interstiziale)
4) NET PANCREAS
Possono essere funzionanti e non funzionanti, insulinoma è il più frequente; poi c'è il
gastrinoma e glucagonoma; Il marcher che usiamo è la cromogranina A (attenzione a
inibitori della pompa protonica). Il NET più frequente a livello pancreatico è
l’insulinoma, poi c'è il gastronoma e glucagonoma.
ECO possiamo solo individuare una formazione nodulare ipoecogena a margini netti
TC => esame principale con mdc ma non li vede nel 50% dei casi; si valuta
l’enhancement riccamente vascolarizzato in fase arteriosa ( parenchima
pancreatico) per fare DD con l’adenoK che è poco vascolarizzato.
(adenocarcinoma ipovascolarizzato rispetto al parenchima)!!! → descrivere i tre passaggi
del TC trifasica (arteriosa -portale- tardiva). Con la TC vediamo anche assenza di necrosi,
calcificazioni.
La basale viene fatta i torace, addome superiore e inferiore. Dopo l’introduzione di mdc
nella fase arteriosa acquisiamo l’addome superiore, fase venosa l’addome superiore e
inferiore e il torace e fase tardiva addome superiore.
1. sieroso: ECO (le cisti sono anecogene); TC con mdc (cisti con setti
ipervascolari aspetto ad alveare per accumulo nei setti); RM (lesioni
cistiche ben definite; lesioni liquide)
RM DWI che valuta la “diffusività protonica dei fluidi” è utile per differenziare i tumori
sierosi dai mucinosi e dalle pseudo cisti.
(domanda esame) Per studiare meglio la cisti con nodulo dentro dopo la TC cosa
possiamo usare?
(non l’ha detto alla fine) penso che usiamo la RM con sequenze di diffusione per vedere
se all’interno è presente cellularità (malignità) o altro (calcificazioni ecc)
B) LA FORMA MALIGNA
I tumori sierosi del pancreas sono classificabili in due gruppi sulla base delle dimensioni
delle cisti, in neoplasia microcistica, costituita da piccole cisti (da 1 mm a 2 cm) e
neoplasia macrocistica (più rara, 27% dei casi), costituita da cisti più grandi (>2 cm,
media 5 cm)
Tali lesioni sono caratterizzate da una matrice di setti fibrosi che conferisce la forma
d'alveare, spesso tanto densa da non rendere riconoscibile la componente cistica.
La caratteristica cicatrice centrale (spesso calcifica, è presente solo nel 20% dei casi) DD
con il mucinoso. N.B: La comunicazione col dotto pancreatico, utile per la
differenziazione da una cisti pancreatica vera, è rara (0,6% dei casi).
• TC con mdc sono cisti con setti ipervascolari, che presentano enhancement dopo
mdc, conferendogli un aspetto forma di alveare per accumulo di mdc nei setti,
mentre la cicatrice centrale non presenta un'evidente captazione del mdc poiché
di natura fibrosa. La TC mostra tipicamente calcificazioni stellate nei setti
(15-40%).
MUCINOSO (benigni/maligni)
I cistoadenomi mucinosi sono i tumori cistici più comuni del pancreas (BENIGNO),
mentre ad elevato potenziale maligno troviamo (cistoadenocarcinoma)
Patologicamente, i TMPI sono suddivisi in due sottotipi sulla base della sede duttale
d'origine:
All'ECO appaiono o come un gruppo di piccole cisti, lobulato e con setti, o come una
piccola cisti uniloculare, ipoecogena
mostra dilatazione irregolare segmentale o diffusa di porzione del sistema duttale del
pancreas (con aspetto simil cistico), il contenuto appare ipodenso per la presenza di
muco prodotto dal tumore. Possiamo ritrovare delle calcificazioni. In fase arteriosa non è
molto vascolarizzato,
L’imaging delle vie biliari e della colecisti si basa sullo studio ECO seguito poi dalla TC e
dalla RM.
ECO è la prima metodica da utilizzare perché è largamente disponibile, di rapida
esecuzione, priva di radiazioni ionizzanti e ripetibile. Le altre metodiche, TC e RM,
vengono riservate a quei casi in cui l’ecografia ha dei limiti.
- I dotti epatici destro e sinistro e il dotto cistico sono invece riconoscibili anche
quando non dilatati e la via biliare principale è apprezzabile nella maggior parte dei casi.
Generalmente, può essere seguita lungo tutto il suo decorso ad eccezione del tratto
retro-pancreatico e duodenale visualizzati incostantemente, per la barriera acustica
rappresentata dai gas intestinali. Assume rapporti di contiguità con la vena porta
posteriormente e l'arteria epatica nel legamento epatoduodenale.
- L’US non evidenzia facilmente i calcoli nel coledoco mentre li evidenzia nella
colecisti.
- Nel caso di calcoli nel coledoco la loro presenza può essere dedotta indirettamente
in caso di dilatazione biliare + presenza di calcoli nella colecisti (I calcoli nella
colecisti emettono degli intensi echi con cono d'ombra posteriore e possono essere
mobili per la forza di gravità)
Bisogna valutare la presenza di eventuali varianti anatomiche delle vie biliari perché
devono essere fornite al chirurgo.
Ad esempio il dotto cistico può presentare una base d'impianto caudale o a cravatta che
circonda il dotto epatico comune; oppure possono essere presenti dotti accessori
aberranti (tipo un dotto cistico con due punti di sbocco, uno dei quali a livello
pancreatico); oppure varianti dei vasi (arteria colecisti di solito è piccola e origina
dall'arteria epatica propria ma può originare dall'arteria epatica dx, sx o dalla
mesenterica).
Le altre metodiche, TC e RM, vengono riservate a quei casi in cui l’ecografia ha dei
LIMITI ECOGRAFIA: aria interposta tra sonda e colecisti/via biliare :per meteorismo,
nel caso della porzione della via biliare principale, interposizione di duodeno e stomaco
che contengono aria, pazienti obesi.
All'ECO bisogna valutare la presenza di eventuali varianti anatomiche delle vie biliari
perché devono essere fornite al chirurgo.
2) TC
di 0-25 Hounsfield (non Colecisti=> organo cavo che funge da reservoir. Morfologia
tondeggiante-ovalare con bile che è caratterizzata da una densità di 0-25 Hounsfield (non
essendo un fluido puro) che aumenta all’aumento della concentrazione della bile
vie biliari=> appaiono come strutture longilinee ipodense (con densità uguale a quella
del liquido contenuto nello stomaco);
sistema delle vie biliari si studia soprattutto nella fase portale con mdc
In prima istanza una dilatazione delle vie biliari intraepatiche può esprimere una: • litiasi
della via biliare principale
• patologia maligna (della testa del pancreas o del tratto distale dell'epatocoledoco).
3) RM
Sfrutta l'aspetto stazionario dei protoni del liquido nelle vie biliari=> posso fare delle
sequenze T2 pesate (VIE BILIARI IPERINTENSE) dove evidenzierò anche il
duodeno e le anse intestinali.
VIE BILIARI in T2 = IPERINTENSE COLECISTI in T2=IPERINTENSA
Inoltre, mentre prima si usava la metodica invasiva ERCP, ora possiamo valutare questo
distretto anatomico in maniera non invasiva, addirittura senza l’introduzione di mdc, con
la RM (colangiowirsungRM) che rimane la metodica di riferimento nella
diagnostica delle vie biliari. (SI USANO SEQUENZE T2 SENZA MEZZO DI
CONTRASTO). è la metodica di riferimento della diagnostica delle vie biliari intra e
extraepatiche. Utilizziamo solo sequenze T2 senza mdc che vanno a rilevare il segnale
proveniente dal liquido statico cioè la bile→segnale bianco: iperintenso. Indicazioni per:
vie biliari e vie pancreatiche (per tumori del pancreas). POSSIAMO FARE ANCHE LA
T1 A SOPPRESSIONE DEL GRASSO perché può uscire un incidentalità surrenalico:
Colecistite
neoplasie delle colecisti e delle vie biliari
ITTERI OSTRUTTIVI
Sospetto di litiasi
Sono quelle patologie che possono comparire con un dolore addominale acuto,
aspecifico,ma diciamo che quello della colecistite è abbastanza tipico perchè presenta
un segno caratteristico: ovvero se poggiamo la sonda ecografica in ipocondrio dx questo
suscita dolore vivo. Tale segno è il segno di MURPHY):
1. Colecistite
2. neoplasie della colecisti e delle vie biliari
- adenomiomi: lesioni benigne, millimetriche adese alla parete della colecisti che
riconosciamo solo con l’ecografia, non è possibile vedere l’adenomioma con la TC o
con la RM, vanno differenziate dai depositi di colesterina adesi alla parete che
possono avere lo stesso aspetto. COME SI FA DD? Questi pazienti vengono
sottoposti a dei controlli periodici, al limite dopo il primo esame effettuano una terapia
con acidi biliari e, a distanza di 4-6 mesi, possiamo accertare la diagnosi, cioè dire se
quello che è stato visto è un adenomioma, cioè una lesione benigna o un deposito di
colesterina che, dopo terapia può risolversi
• ostruttivo: trattamento chirurgico (litiasi delle vie biliari, tumore vie biliari
“colangiocarcinoma”, neoplasie della testa del pancreas, ampullomi
“papilla di Water”: “ingravescente”)
CAUSE
• non neoplastico
1) Litiasi
2) Colangite
3) Colecistite ( in fase tardiva )
4) Adenomiomi della colecisti ---> Solo ecografia (non lo distingue dai calcoli quindi si
fa terapia con acidi biliari per 4 mesi, se non scompare è un tumore)
ITER ITTERO
ITER ITTERO
Anamnesi L’ITTERO MALIGNO INGRAVESCENTE a differenza dell’ITTERO
DA LITIASI vie biliari che è ACUTO esami di laboratorio
ECO
in primis.
1) primo esame ECO per valutare il grado di dilatazione delle vie biliari
intraepatiche ed extraepatiche
Non sono perfettamente anecogene, cioè nere a contenuto liquido. Questo aspetto ci
consente di porre diagnosi di dilatazione di grado discreto delle vie biliari intraepatiche
PERCHE SE SI VEDONO SICURAMENTE SONO DILATATE.
In mani esperte il fegato con l'ecografia si riesce sempre a valutare nella sua totalità, e
quando ci sono interposizioni come la flessura colica dx o le coste (nella porzione
sottocostale) possiamo utilizzare le finestre acustiche, che sono gli spazi intercostali.
Quando non c’è aria che si interpone si ha la possibilità di valutare il epatocoledoco fino
al tratto prepancreatico (tratto medio- prossimale), ma non riesce il tratto retro o
intra-pancreatico e duodenale visualizzati incostantemente, per la barriera acustica
rappresentata dai gas intestinali.
l’ECO mette il sintomo in rapporto ad una possibile entità anatomo clinica extraepatica
LIMITE DELL’ECO: definire la CAUSA dell'ostruzione=> NON riesce a
discriminare una patologia della papilla, cioè del tratto intrapancreatico del coledoco, da
un carcinoma pancreatico della testa del pancreas ad esempio.
Calcolosi biliare: all’ECO abbiamo dei calcoli che sono iperecogeni con cono d’ombra
posteriore
2) TC con mdc
è un'indagine molto più accurata dell’ECO e risponde a tutti i quesiti ma ha un limite che
viene superato dalla RM ( in particolare dalla CWRM), ovvero quello di dover usare mdc
iodati e le radiazioni ionizzanti non permettono una mappatura totale delle vie biliari
immagini disturbate da artefatti. Ma cmq ci aiuta all’indentificazione del calcolo
3) RM e ColangioWirsungRM
Possiamo vedere anche i calcoli come aree tondeggianti o ovalari prive di segnale nel
contesto della bile iperintensa nelle sequenze T2.
Anche la colecisti appare ben visibile, sia nelle sequenze T1-pesate, ipointensa, ma
soprattutto nelle sequenze T2- pesate dove appare marcatamente iperintensa per il suo
contenuto liquido.
1)NEOPLASIE COLECISTI
benigni: ADENOMIOMI
maligni: ADENOK
2) NEOPLASIE DELLE VIE BILIARI. Il tumore maligno delle vie biliari è invece il
COLANGIOK. benigni PAPILLOMI
Questi pazienti vengono sottoposti a dei controlli periodici, al limite dopo il primo
esame effettuano una terapia con acidi biliari e, a distanza di 4-6 mesi, possiamo
accertare la diagnosi, cioè dire se quello che è stato visto è un adenomioma, cioè una
lesione benigna o un deposito di colesterina (colesterolosi)che, dopo terapia può
risolversi .
Colesterolosi: sono presenti depositi polipoidi di esteri di colesterolo nei macrofagi della
lamina propria della colecisti: questi formano dei cumuli di colore giallastro che
sporgono sulla mucosa, arrossata per la congestione reattiva; l'aspetto anatomo-
patologico richiama quello della superficie della fragola (“colecisti a fragola”).
Se oltre alle alterazione della colecisti descritte sopra, alla TC vediamo dei grossi
linfonodi colliquati o che hanno lo stesso comportamento contrastografico della colecisti
abbiamo fatto diagnosi di carcinoma della colecisti
B) VIE BILIARI
COLANGIOCARCINOMA
È una neoplasia tipicamente a lenta crescita, che ha origine dall'epitelio dei dotti biliari
intra ed extra-epatici; la forma extraepatica è molto più frequente (75-80% dei casi).
Il colangioK viene anche chiamato “tumore fantasma” perché è difficile fare diagnosi:
non riusciamo a vedere la lesione, ma semplicemente a mettere in evidenza dei segni
indiretti, quando si effettua, insieme ad un’ecografia, una TC e una RM e quando la
lettura di questi dati viene fatta da un radiologo esperto.
Tipo intraepatico PERIFERICO : (20-25%), con origine dai dotti biliari distali alle
diramazioni di 2° ordine: questa forma, al contrario, può rendersi evidente solo in fase
avanzata, quando ha assunto le caratteristiche di una voluminosa massa intraepatica,
spesso non accompagnata da dilatazione biliare èssendo periferica. (DD con
epatocarcinoma) originano da un fegato non cirrotico
tipo ilare O tipo CENTRALE: ha origine dalla via biliare principale (extra epatica) o
dalle diramazioni di 1° ordine (intraepaticocentrale). La sede perilare della confluenza
biliare è coinvolta nel 50-60% dei casi (tumore ilare o di Klatskin), mentre il coledoco
distale è coinvolto nel 20-25% dei casi. Questo tipo si manifesta precocemente con
dilatazione biliare asimmetrica di entrambi gli emisistemi, con ittero franco;
ITER DIAGNOSTICO
1) lo sospetto quando c'è ittero non a causa litiasica ma c'è dilatazione delle vie
biliari, con associato ispessimento delle vie biliari, visibili tramite TC o CWRM;
2) L’US rappresenta metodica di prima istanza; essa ha però il limite della
documentazione delle rare forme che insorgono nel III distale del coledoco, spesso
oscurato da artefatti meteorici
Essendo non vascolarizzato, non assume contrasto immediatamente, ma nelle fase più
tardive, quindi per questo tumore vado proprio a caratterizzare la sua componente
fibrosa in fase tardiva.
RM
appare come una massa con caratteristiche di segnale simili alle altre neoplasie (ipotenusa
in T1 ed iperintensa in T2) quali l'HCC e le metastasi. Elemento diagnostico differenziale
dall'HCC sono l'assenza della capsula peritumorale e aspetto a mosaico tipico dell'HCC.
La diagnosi differenziale nei confronti di HCC o di metastasi è difficile, eccetto che nei
casi in cui in prossimità del tumore si rilevi un grosso dotto dilatato, con pareti ispessite
reperto diagnostico di certezza per CLCA. DD con lesioni espansive epatiche come
epatoK, adenoma epatico e altro, ma nel colangio k si avrà sempre dilatazione delle vie
biliari mentre nell’ epatocarcinoma non sempre c’è dilatazione
se il tumore si sviluppa al di sotto avrò una dilatazione delle vie biliari di destra e di
sinistra che comunicano tra di loro
Se il tumore si localizza sopra òa confluenza io avrò una dilatazione delle vie di destra O
di sinistra che però non comunicano tra di loro
• Colangiocarcinoma del tratto distale è una insidia diagnostica perchè può non
formare masse e quindi si può diagnosticare solo osservando la discrepanza tra la non
riconoscibilità della neoplasia e l'evidenza del grado di dilatazione delle vie biliari
Si, con la RM possiamo usare anche i mezzi di contrasto epato specifici che ci
consentono di fare DD con una cisti e una lesione cistica.
• Cisti: nonhaepatociti→nonacquistamezzodicontrasto
C) AMPOLLA
AMPULLOMA o K ampollare.
Rappresentano il 9% dei tumori delle vie biliari e sono maligni in oltre l'80% dei casi.
Esiste quindi un criterio che dice che : se c'è dilatazione delle vie biliari intra ed
extraepatiche in assenza di lesione visibile su pancreas o vie biliari, vuol dire che il pz ha
ampulloma nella forma nodulare.
Dove è l’ostruzione
Purtoppo, in una forma di ampulloma (LA FORMA NODULARE) in totale sono 3), la
colangioRM risulta negativa, non riesce a distinguere la neoplasia e la scambia per un
calcolo tondeggiante; Esiste quindi un criterio che dice che : se c'è dilatazione delle vie
biliari intra ed extraepatiche in assenza di lesione visibile su pancreas o vie biliari, vuol
dire che il pz ha ampulloma nella forma nodulare
ostruzione da calcolo: dolore e ittero acuto; se il calcolo si incunea nel dotto cistico
può provocare stenosi del coledoco ( o del dotto epatico comune) sindrome di Mirizzi
(ittero + flogosi cronica che provoca l’aumento di dimensioni della colecisti)
COLECISTITE E COLANGITE.
- Colecistite acuta
- Colangite: infiammazione con infezione batterica delle vie biliari, più grave della
colecistite perché qui può portare a shock del pz; febbre, ittero.
Colecistite e colangite sono due patologie abbastanza correlate perché se non trattate la
colecistite può portare ad una colangite.
A) Colecistite
- IDROPE della colecisti: reperito specifico che assume significati se in presenza di altri
segni di colecistite; un idrope o un empiema per occlusione completa del cistico:
L'aumento di volume della colecisti e la presenza di bile corpuscolata purulenta
indirizzano verso la diagnosi di empiema colecistico
Nelle complicanze della colecistite ha un ruolo fondamentale TC sia con che senza
mdc
• pareti ispessite
• Talora è presente un’idrope della colecisti (colecisti con diametro antero-posteriore > 4
cm) e calcoli.
alla TC:
-di incanalamento della via biliare in corso di ERCP con dilatazione dello sfintere di
Oddi per far defluire i calcoli, non sarà quindi più contenente
aerobilia da ercp
COLECISTITE CRONICA
la presenza di calcoli.
Il quadro TC della colecistiti cronica, simula un carcinoma della colecisti: sono presenti
calcoli e la colecisti, di volume aumentato o ridotto, ha una parete ispessita (in media 5
mm) in modo liscio o irregolare, che presenta un modesto enhancement dopo mdc e che
può interessare circonferenzialmente tutta la colecisti oppure può essere asimmetrico
come nel carcinoma. La diagnosi differenziale con il carcinoma della colecisti può non
essere possibile sulla base dei criteri TC: in questi casi è necessario un follow-up
ecografico o la colecistectomi
COLANGITI
=> ECO come inizio ma non si fa diagnosi certa, la diagnosi definitiva si fa con TC e
CWRM.
La maggior parte dei casi si accompagna a dilatazione delle vie biliari intra ed
extraepatiche
• aerobilia;
• ascessi epatici;
• calcoli intraepatici.
complicanze
La TC. L'ispessimento delle pareti dei dotti biliari è diffuso e concentrico e spesso
dimostra un marcato enhancement dopo contrasto. Piccole bolle gassose possono
riscontrarsi all'interno delle vie biliari se il patogeno in causa è ana obio. Diagnosi di
colangite: calcolo radiopaco nel coledoco, pareti dell'epatocoledoco ispessite, aumento
densità del tessuto adiposo adiacente per flogosi, dilatazione delle vie biliari.
Limiti TC
mdc; radiazioni ionizzanti; non consente mappatura vie biliari però possibilità di usare
software
RM
marcata dilatazione dell'epatocoledoco che se nella parte distale termina a punta, è indice
di oddite (flogosi tratto distale)
dilatazione della colecisti, cistico, vie biliari intraepatiche per litiasi del tratto distale
colangioK
metastasi o linfadenopatie periportali (dai 2-3 mm in su)
K invasivo della colecisti
K epatocellulare
COLANGITE SCLEROSANTE
I dotti intraepatici sono sempre coinvolti e nel 25% dei casi la malattia è limitata alle vie
biliari intraepatiche; il coinvolgimento dei dotti extraepatici e pancreatici è più variabile.
Una colangite sclerosante secondaria si può osservare in risposta ad una varietà di insulti
ai dotti biliari, quali pregresse colangiti recidivanti, interventi chirurgici sull'albero biliare,
patologia litiasica,
La dilatazione biliare tuttavia non raggiunge mai un calibro significativo, proprio a causa
della natura sclerosante della malattia: quando la dilatazione è cospicua, esiste il sospetto
di un’ostruzione maligna da colangiocarcinoma che spesso complica la colangite
sclerosante.
FEGATO
CENNI DI ANATOMIA
Il fegato è vascolarizzato sia dall’arteria epatica (30%)e dalla vena porta (70%), il flusso
in questo caso ci consente di fare identificare in TC trifasica le 3 fasi vascolari (arteriosa,
venosa e tardiva) in base all’andamento del mdc nel parenchima possiamo identificare.
THAD: differenza dell’attenuazione del gradiente epatico (ostruzioni della vena porta)
Sigla THAD si riferisce allo studio shunt artero portali nel fegato, in particolare è
l’espressione della differenza dell’attenuazione del gradiente epatico (THAD).
THAD indica un transitorio incremento del flusso parenchima epatico durante la fase
arteriosa epatica, questo può indicare delle cause di iperafflusso epatico una causa
importante che causa un aumento del flusso dell’arteria epatica (causa di ostruzione
portale). L’occlusione della vena porta nel “cirrotico” può essere data da trombosi
portale o da una massa che comprime la porta si ha un’iperafflusso arterioso dell’arteria
epatica per compensare.
( la disposizione dei segmenti non so se è realmente giusta, ma è quello che vuole sciapi)
Questi 8 segmenti del fegato sono importanti per discriminare la corretta sede di una
lesione epatica con le vari metodiche di imaging eco e TC e RM,
(dom esame) abbiamo in certi casi una correlazione tra sede (segmento) e una
determinata tipologia della lesione?
No, l’insorgenza della lesione a livello del fegato è casuale, non ce correlazione tra
lesione e sede!!!
TC EPATICA(ADDOME SUPERIORE)
-fase arteriosa
-fase portale/venosa in fase portale si opacizza anche la vena porta con circa 70-80 HU
Alcune alterazioni visualizzate con la TC con mdc sono ad esempio le anomalie arteria
epatica ed il loro studio è utile in fase pre-operatoria.
Per quanto riguarda la TC, nel paziente oncologico è fondamentale per stadiare il tumore
(TNM) andando a cercare l’eventuale presenza di metastasi nei vari distretti corporei. C’è
quindi la necessità da un lato di studiare le varie regioni con una Tc total body nelle varie
fasi (arteriosa, venosa-portale, tardiva), ma dall’altra parte c’è la necessita di minimizzare
la dose di radiazioni data al paziente!
Quindi si fa questo:
-TC basale (senza Mdc) dell’addome superiore ( e encefalo) -iniezione mdc-> aspetto
30-35 secondi-> fase arteriosa e acquisisco solo addome superiore
-aspetto 75-80 secondi-> fase venosa(portale) -> acquisisco torace, addome superiore e
inferiore
-aspetto 3-5 minuti -> fase tardiva -> acquisisco addome superiore (e encefalo)
Mdc iodato con posologia 1-2 ml/kg iniettato per ev a 3-5 ml/s. In realtà lo stesso
discorso si può applicare anche alla RM con il vantaggio della possibilità di usare MdC
epatospecifici: si tratta sempre di gadolinio ma di una variante con un PM tale da essere
acquisito ed escreto dagli epatociti. Viene utilizzato con le varie fasi precedenti, ma in più
si fa un’acquisizione ancora più tardiva dopo 15-90 minuti (dipende dal mdc, cioè ne
esistono molti di epatospecifici) e ci consente di vedere ad esempio se una lesione focale
solida del fegato è formata da epatociti (es. iperplasia nodulare focale) o meno (es.
adenoma).
ANGIO-TC
ECO
grazie alla vascolarizzazione possiamo fare uno studio morfologico delle principali
strutture vascolari (arteria epatica con le varianti anatomiche e la vena porta). Es: sono le
anomalie arteria epatica (ad esempio nasce dalla mesenterica), il loro studio è utile in fase
pre-operatoria.
Si apprezzano 3 fasi:
ciò che è stato detto sulla vascolarizzazione per la TC con mdc vale anche per la
RM senza mdc perché la RM ha risoluzione di contrasto intrinseca superiore alla TC.
INFARTO EPATICO
Avviene quando c'è compromissione sia dell'arteria epatica sia della vena porta.
Oltre alla vena porta, anche un’ostruzione della VCI può portare ad un infarto
epatico con formazione di circoli epatofughi.
di cirrosi epatica per accumulo di tessuto fibroso nei sinusoidi=> rallentamento flusso
+ alterazione coagulazione (da epatopatia cirrosi, trombosi da cirrosi)=> ipertensione
portale e trombosi.
traumi
malattie trombofiliche
1) Cisti
2) Emangiomi
Paziente epatopatico cronico ----> questi pazienti cirrotici sono a rischio di sviluppo
di: HCC o EPATOK.
lesioni principali:
(se chiede se è fondamentale la risonanza magnetica dire di si, meglio se dire di no)
(dom esame): Come facciamo diagnosi di skip airia al livello di un territorio di steatosi?
sicuramente non con l’ecografia perché l’abbiamo appena fatta per evidenziare questa
situazione. L’esame successivo è la TC trifasica che ci consente di giungere alla diagnosi
per le caratteristiche della lesione.
È quasi sicuramente un FNH (Iperplasia focale nodulare) una lesione benigna a livello
epatico, che spesso viene riscontrata occasionalmente in un paziente apparentemente
sano. (area ipoecogena in soggetto apparentementesano)
(dom esame) quale è il ruolo della TC nella diagnosi di una lesione focale epatica
in un pz oncologico?
- adenoma (in tc a volte presenta la cicatrice ma se non ce l’ha non si può distinguere
l’adenoma da iperplasia nodulare focale)
- adenoma NON presenta epatociti=> Non ci sarà accumulo di mdc nella fase
epatocitaria, pertanto si ha segnale ipointenso.
- Iperplasia nodulare presenta epatociti => Ci sarà accumulo di mdc nella fase
epatocitaria pertanto si ha segnale iperintenso
MdC epatospecifici per RM: si tratta sempre di gadolinio ma di una variante con un PM
tale da essere acquisito ed escreto dagli epatociti.
FNH è una lesione benigna a livello epatico, che spesso viene riscontrata
occasionalmente in un paziente apparentemente sano.
ECOGRAFIA
Sia l’iperplasia focale nodulare FNH e l’adenoma si presentano allo stesso modo come
lesioni rotondeggianti a ecostruttura ipoecogene.
L’unico carattere distintivo per FNH è la presenza al centro di un’area stella iperecogena
che accoglie strutture stromali e al doppler presenta segnali arteriosi irradiandosi verso la
periferia (a ruota di carro).
TC
• TC FNH: Alla TC appare isodensa nelle scansioni dirette sia in fase portale. Nella
fase arteriosa presenta elevato e.c (enhancement), mentre se la cicatrice centrale
appare ipodensa non essendo vascolarizzata
RM
La RM con mdc epatospecifico con la fase “epatospecifica” dopo circa 70 sec, ci aiuta a
fare DD tra:
• adenoma non presenta epatociti=> Non ci sarà accumulo di mdc nella fase
epatocitaria, pertanto si ha segnale ipointenso.
• FHN presenta gli epatociti: ci sarà accumulo di mdc nella fase epatocitaria,
pertanto si ha segnale iperintenso ( sospetto in paziente normale)
COLANGIOCARCINOMA(forma nodulare)
Si, con la RM possiamo usare anche i mezzi di contrasto epato specifici che ci
consentono di fare DD con una cisti e una lesione cistica.
ECO:
a differenza della cisti epatica il colangiocarcinoma lipidico presenta alterazioni della
parete cistica (ispessite, irregolari).
Usualmente in TC appare ipodensa sia nello studio a vuoto che dopo contrasto
“trifasico” (la forma associata ad HCC tende ad essere più vascolarizzata), per la scarsa
vascolarizzazione in fase arteriosa mentre si può avere in fase tardiva con un aspetto
caratteristico di pseudocapsula (non sia ha una completa dismissione del mdc perché
questo tumore ha una struttura molto densa che è tessuto fibrotico “ fibro-stromale” in
fase più tardiva il tessuto fibroso avendo una vascolarizzazione lenta tende a prendere il
mdc) DD con epatocarcinoa che non ha prese di contrasto tradiva.
EPATOCARCINOMA
• alla TC senza mdc appare come una massa primitiva, talora con un o più lesioni
secondarie di piccole dimensioni(noduli satelliti), ipo o isodensa al parenchima.
Alla TC con mdc mostra intenso enhancement (ipervascolarizzazione) in fase
arteriosa, dopo di che ha un wash out in fase venosa diventa difficilmente
riconoscibile dal parenchima epatico (isointenso) e nella fase tardiva rimane
sempre isointenso “ cmq irregolare” al parenchima.
La lesione può essere ben delimitata dal parenchima circostante (pseudoocapsuala
iperdensa in fase tardiva)
EPATOCOLANGIOCARCINOMA
Tra le neoplasie sta emergendo un'entità caratterizzata da commistione tra cellularità del
colangioK e dell'epatoK=> EPATOCOLANGIOK.
Ha un aspetto fibrolamellare centrale con una pseudocapsula periferica (soprattutto se su
base cirrotica) ed una componente fibrotico-stromale che si accumula tardivamente.
(soprattutto se su base cirrotica)
1. TC e RM=> prima si diceva che tutto quello che si vede in fegato cirrotico è HCC
(falso)
2. dimensioni:
1. a mosaico
2. a capsula
avremo delle caratteristiche miste dell’uno e dell’atro (colangio abbiamo visto sopra)
mentre l’aspetto caratteristico dell’epatocarcinoma in TC trifasica è una
Ipervascolarizzazione quindi un enhancement marcato in fase arteriosa e un wash out in
fase portale e la caratteristica che in fase tardiva rimane con una presa di contrasto
avendo le caratteristiche del colangiocarcinoma + capsula periferica in fase tardiva come
colangio (aspetti tipici di HCC).
DIAGNOSI DIFFERENZIALE DI LESIONI FOCALI (epatopatie a focolaio) NON
NEOPLASTICHE o NEOPLASTICHE (BENIGNE O MALIGNE) IN BASE
ALL’ECO
Lo studio eco strutturale delle lesioni focali epatiche va associato, inoltre, alla valutazione
delle seguenti caratteristiche:
A) Lesioni LIQUIDE:
- cisti semplice: da dilatazione dei dotti biliari intraepatici. sono lesioni asintomatiche,
quindi scoperte per caso. Sono spesso multiple e di grosse dimensioni. In termini
numerici parliamo di un fegato che può essere MULTI-cistico (più cisti in <50% del
parenchima) e POLI-cistico (cisti >50% parenchima).
ECO: area tondeggiante anecogena, profili regolari, rinforzo posteriore, nella nella
porzione laterale posteriore abbiamo i coni d’ombra laterali. color-Doppler assenza
completa di vascolarizzazione della parete della cisti
TC: hanno un valore di attenuazione inferiore a 20 Hu e non vanno incontro ad
enancement
Clinica: febbre con brivido, dolore ipocondrio dx, calo ponderale. ECO: area
ipoecogena a bordi sfumati con comparsa di aree anecogene (colliquazione!).
ASCESSI
è una raccolta localizzata di materiale purulento. Clinica: febbre con brivido, leucocitosi,
nausea, dolore ipocondrio dx, calo ponderale.
(dom esame): supponiamo di avere una lesione di 3-4 cm che dopo l’iniezione di
mdc impregna completamente. Può essere un angioma o altro??
ECO
iperecogena senza alone periferico con lieve rinforzo posteriore. L'ecografia evidenzia
nel 95% dei casi lesione nodulare a margini regolari e struttura solida ipoecogena
omogenea “ lieve rinforzo posteriore” (aspetto di più raro riscontro ma frequente nei
fegatii di steatosi marcata). in un pz con epatopatia cronica avrei sospettato una HCC o
epatoK!!!
TC
RM
(dom esame scialpi dice): trovo una lesione di 3 cm, che nelle 3 fasi vascolari ha il
comportamento dell’angioma tipico enhancement è globulare va dalla periferia
al centro, ma potrebbe essere anche un FNH.
Queste sono due lesioni benigne che sullo studio TC trifasico possono comportarsi allo
stesso, quindi devo fare una
macro: massa lobulata circoscritta con cicatrice stellata centrale (segno della ruota) da
cui si dipartono setti fibrosi che la dividono in lobuli.
ECO: ipoecogena, iperecogena o mista;
ECO: ipo, iper, isoecogena o mista con aree ipo-anecogene per necrosi/emorragie
scintigrafia: ipocaptante.
Per distinguere 1-2-3 (adenoma => rischio evoluzione maligna): RM con mdc
epatospecifico=> si accumula solo nell'iperplasia nodulare focale
>2cm è adenoma;
< 2cm è angioma o adenoma QUI ANAMNESI FONDAMENTALE + indagini di
laboratorio
NEOPLASIE MALIGNE
METASTASI
ECO: ipo/iper/anecogene o miste; aree interne: cisti, calcificazioni (da colon) o aspetto
mucinoso (pancreas). hanno aspetti molto variabili (accuratezza diagnostica 80%), inizia
a diventare più complicato diagnosticare metastasi in un fegato steatosi.
nella maggior parte dei casi alla TC appaiono come lesioni ipodense disomogenee. Non
essendo vascolarizzate all’interno non presenta enhancement in fase arteriosa e venosa
ma ha la caratteristica che in fase tardiva presenta un cercine iperdenso che prende
contrasto e lo mantiene.
In una minoranza di casi sono ipervascolarizzate le metastasi: dei NET, mammella, rene,
melanoma).
Serve per la caratterizzazione della natura del 90% delle lesioni, restano fuori quelle <
5mm
fase ARTERIOSA: in generale le lesioni sia benigne che maligne possono essere
ipervascolari oppure no, le vediamo nel max enhancement del parenchima epatico
In fase TARDIVA:
- metastasi: cercine iperdenso
- HCC: rimane ipodenso (rapido wash-out)
- angioma: iperdenso, non rilascia mdc (fase arteriosa=> iperdensità globulare nella
parte periferica; fase venosa=> andamento centripeto )
MILZA
ANATOMIA
1. legamento freno-lienale
2. legamento gastro-lienale
3. legamento pancreatico-lienale
Tali legamenti sono fondamentali poiché anche nei casi di estrema splenomegalia
riescono a tenere in sede la milza.
E’ un organo che filtra il sangue e che regola il volume della massa circolante.
CLINICA
NB sintomatologia dolorosa all'ipocondrio sx che si irradia alla spalla sx. In base ad una
sintomatologia dolorosa che potrebbe indicare ad esempio una lesione splenica
traumatica (dolore che irradia alla spalla di sinistra), si può pensare già clinicamente che il
paziente possa avere quel genere di patologia; questo in virtù della sua locazione a livello
dell’ipocondrio sinistro e della sua stessa innervazi one.Quindi in un paziente
politraumatizzato, con trauma addominale, che riferisce dolore in ipocondrio sinistro che
si irradia alla spalla destra, bisogna pensare subito ad una patologia traumatica che
interessi la milza.
Milza=> si studia nell'ambito di un esame TC TOTAL BODY con mdc nella maggior
parte dei casi per motivi diversi dalla patologia splenica. Difficilmente facciamo TC di
milza
Sono esami che attualmente sono sempre con mezzo di contrasto. Nel paziente
oncologico comprendono l’acquisizione del torace oltre che dell’addome, in pochi
secondi (in un’unica soluzione) e possibilmente non utilizzando le fasi ma
un’acquisizione che alla fine garantisca l’enancement sia vascolare che parenchimale
ottimale. Laddove dobbiamo andare a costruire un TNM, un paziente oncologico non
esegue una TAC con acquisizione trifasica, ma può eseguire una TAC in un’unica
acquisizione, ottimizzata per l’enancement vascolare e parenchimale. Valore diagnostico
ha l’interpretazione del piano assiale che da la possibilità di vedere l’arteria splenica e la
milza.
+
TC con mdc dell’addome superiore nelle 3 fasi
NEL PAZIENTE ONCOLOGICO devo studiare la milza cioè l’addome superiore nel
contesto di una TC total body, quindi:
-TC basale (senza Mdc) dell’addome superiore e dell’encefalo -iniezione mdc-> aspetto
30-35 secondi-> fase arteriosa e acquisisco solo addome superiore
-aspetto 75-80 secondi-> fase venosa(portale) -> acquisisco torace, addome superiore e
inferiore
-aspetto 3-5 minuti -> fase tardiva -> acquisisco addome superiore e encefalo
TC CON MDC Nello studio dopo mdc, in fase arteriosa e portale precoce (20-60
secondi dopo l'iniezione rapida del mdc)
Possibilità=> fase arteriosa e fase venosa (per vedere lesioni non visibili in fase
arteriosa);
Ricordiamo in questa sede che vi è una assenza di anastomosi tra i rami che originano
dall’arteria lienale. Ciò significa che spesso la milza è sede di infarto (differentemente dal
fegato che gode di una doppia circolazione, nella milza i rami dell’arteria e delle vene
rimangono separati).
1. agenesia
2. milza accessoria
3. polisplenia
2. CON MDC => possibili infarti (aree ipodense dopo mdc). Ricordiamo in
questa sede che vi è una assenza di anastomosi tra i rami che originano dall’arteria
lienale. Ciò significa che spesso la milza è sede di infarto (differentemente dal
fegato che gode di una doppia circolazione, nella milza i rami dell’arteria e delle
vene rimangono separati).
SPLENOMEGALIE
(dom esame) quali sono le lesioni focali che possiamo caratterizzare con la TC a
livello splenico?
Possibilità di caratterizzare:
1. CISTI
componente fluida che non assume mdc; reperti occasionali. Lesioni laddove anche
con una semplice ecografia dimostriamo la componente liquida. Pazienti sottoposti a TC
multifasica presenteranno lesioni che NON assumono mezzo di contrasto. Sono reperti
occasionali che non necessitano di interventi, se non un follow-up nel tempo con
ecografia.
2. CISTI DA ECHINOCOCCO
Rari con elevata modalità 65%. lesione a componente fluida con parete e sintomatologia
con febbre.
TC: area ipointensa con cercine isodenso che diventa iperdenso se facciamo mdc,
possiamo riscontrare stratificazione del contenuto con diverso valore di attenuazione
(20-50 HU), talora possiamo riscontrare contenuto gassoso (battri anaerobi)
ANGIOMA (BENIGNO) dom esame) cosa mi sai dire dell’angioma della milza?
Nella milza invece non possiamo dire che la lesione è un angioma su un’unica fase ma
bisogna fare quantomeno riferimento alla fase venosa (come il fegato).
TC CON MDC Nella milza invece non possiamo dire che la lesione è un angioma su
un’unica fase ma bisogna fare quantomeno riferimento ad una fase successiva, che è
quella venosa.
Vascolarizzazione=>
Traumi splenici (pag 266 libro)=> TC riesce a stabilire un grading delle lesioni:
Flussi peritoneali
Zone di passaggio per le quali una patologia pelvica può diffondere al peritoneo
(flussi ascendenti) e viceversa (flussi discendenti)
A) FLUSSI ASCENDENTI
B) FLUSSI DISCENDENTI
Il flusso discendente è uno e spiega come una neoplasia dallo stomaco vada a destra.
Interessamento a livello paracolico (fino al cieco)
• 3) Terzo flusso ---> Livello della piega mesenterica ---> Stomaco ---> Sigma
CAPITOLO 8
RETROPERITONEO
fascia trasversale (posteriormente) che riveste i muscoli psoas e quadrato dei lombi
Mentre il limite:
sup=> diaframma
duodeno (2 e 3 parte),
− Dx: colon ascendente a dx e radice del mesentere a sx e sopra il mesentere del colon
trasverso
Porte peritoneali
• 1) Peduncolo epatico
POSIZIONE ORGANI:
LIMITI
posteriore=> delimitato da: fasce renali anteriori, fascia inter-renale, fasce lateroconali
che circondano le docce parietocoliche e si accollano lateralmente al peritoneo parietale
Contengono: reni, surreni, vasi dell'ilo renale, pelvi renale, uretere prossimale. LIMITI
tra: fasce renali anteriore (oltrepassa la linea mediana posteriormente al pancreas
unendosi con la controlaterale) e posteriore (si inserisce sul muscolo quadrato dei lombi).
(scialpi) lo spazio perirenale è delimitato da queste linee iperdense che sono
rispettivamente la fascia renali anteriore (oltrepassa la linea mediana posteriormente al
pancreas unendosi con la controlaterale) e fascia renali posteriore (si inserisce sul
muscolo quadrato dei lombi). Quindi i reni li localizzo perche vedo le fasce renali
anteriori e posteriori, che appaiono come linee iperintense che circondano i reni!!
delimitato da:
Delimitato:
Sotto lo spazio perirenale; compreso tra peritoneo parietale e fascia anteromediale del
muscolo ileopsoas; contiene cieco e ultima parte del colon discendente; è sede di
confluenza tra spazi pararenali anteriore e posteriore.
RADIODIAGNOSTICA RETROPERITONEO
TC: prima istanza per elevata risoluzione anatomica; indagine d'elezione per
linfadenomegalie retroperitoneali, spesso in emergenza per il bilancio d’estensione di
raccolte fluide ( es emorragiche, raccolte ematiche) ; tc con mdc via EV è necessaria per
studio dei grossi vasi
ECO: limitata dall’alta ecogenicità del tessuto adiposo del retroperitoneo; NON
evidenzia le strutture fasciali; quindi indicazioni limitate a pancreas, rene e grossi vasi
CAVOGRAFIA INFERIORE;
LINFADENOGRAFIA
LINFOANGIOGRAFIA
MASSE RETOPERITONEALI
RACCOLTE FLUIDE
URINOSE: interessano lo spazio perirenale per rottura delle cavità pieliche su base
traumatica, causa iatrogena, colica renale
FLOGISTICHE: secondarie a flogosi di organi contenuti nel retroperitoneo TIPO
pancreatiti e ulcere duodenali perforate (Spazio Paraenale Anteriore), ascessi muscolari
(Spazio Pararenale Posteriore), diverticoliti (spazio iliaco)
fase tardiva: organizzazione fibrosa con nuovo aumento del CA=> iperdensità
RM
definire la SEDE e la NATURA della raccolta. A volte è utile ricorrere alla risonanza
magnetica che permette di definire la natura liquida della raccolta e di tracciarne un
bilancio di estensione.
ES: natura ed epoca dell’ematoma retroperitoneale (vale per tutto il corpo) sono
definibili in base al comportamento paramagnetico dei prodotti di degradazione
dell’emoglobina.
RX diretto addome
DIAGNOSI
I linfonodo sono pressoché situati lungo i vasi di calibro maggiore e nella radice del
mesentere; d ifficile DD tra LN infiammatorio e neoplastico;
• - grandezza
• - morfologia
• - calcificazioni
• - evolutività
• - diametro minore: il cut off linfonoidale per 1 cm sia per gli ovalari e
rotondeggianti. Un linfonodo patologico ovalare di 4 cm lo consideriamo
patologico quando a un diametro corto è di 1 cm.
ipodensità centrale
calcificazioni
evolutività
- RM: alternativa alla TC se ci sono controindicazioni al mdc.
4) TUMORI RETROPERITONEALI
CLASSIFICAZIONE ISTOLOGICA
CARCINOSI PERITONEALE
• ovaio,
• pancreas,
• stomaco,
• colon
La carcinosi peritoneale può essere reperto incidentale durante una TC per stadiazione,
poiché singoli noduli metastatici peritoneali possono essere molto piccoli (2 mm).
Quindi in questo caso usiamo le metodiche di diffusione della RM^^
Supiniamo che l’ascite maschera in noduli solidi di cancerosi alla TC, quindi come
facciamo ad estrapolare il nodulo dal “liquido ascitico” (se mm non lo vediamo), lo
possiamo fare con la RM con le sequenze T1 pesato (il liquido appare ipointenso) e T2
pesato (il liquido è iperintenso), pero con questo due sequenze possiamo non vedere il
nodulo, quindi fare una sequenza di diffusione per cercare la cellularità all’interno del
liquido.
TC
Nella cavità ai fini descrittivi tre sezioni: addome superiore retrocavità degli epiploon e
scavo pelvico.
1. Addome superiore
è suddiviso dal mesocolon trasverso in compartimenti sopra e sottomesocolico. nel suo
versante destro la riflessione del foglietto peritoneale anteriore sul emidiaframma e sul
fegato genera lo spazio subfrenico destro e lo spazio sub epatico.
La riflessione del peritoneo sulla faccia Inferiore del fegato suddividono lo spazio
subepatico in una parte anteriore e una posteriore detta tasca di Morrison separate tra di
loro all'origine dall'origine del mesocolon trasverso. le raccolte fluide risalendo le docce
parietocoliche occupano la tasca di Morrison e poi si portano agli spazi subfrenico
destro e poi sinistro. lo spazio subfrenico sinistro, generato dalla riflessione del foglietto
anteriore sull’emidiaframma sinistro, è separato dallo spazio subfrenico dx attraverso il
legamento falciforme. spazi subfrenici e subepatico comunicano liberamente tra di loro.
3. lo scavo pelvico
è la serie più declive e con tale punto di raccolta iniziale di tutti i versamenti astici o
emorragici. posteriormente è costituito dal recesso di Douglas, ai lati del sono disposte le
fosse paravescicale in diretta comunicazione con le docce parietocoliche, l'estensione
verso delle raccolte fluide ha luogo:
man mano che il volume aumenta, verranno occupati la tasca di Morrison compresa tra
il fegato e i reni destro e lo spazio subfrenico dx poi lo spazio subfrenico sx e l'intera
cavità peritoneale (oltre un litro).
Alla risonanza magnetica di intensità di segnale è bassa nelle sequenze T1 pesate, è alta in
T2, aumenta con l'aumentare del contenuto!
➢ Il flusso LENTO che segue la linea paracolica SX e trova come ostacolo il legamento
frenocolico.
(doma esame) Nel caso del carcinoma dello stomaco (preso in esame) la via sarà
discendente. Come fa il k stomaco ad andare in paracolica dx ?
Lungo il mesentere del tenue esistono numerosi recessi peritoneali che si dirigono al
quadrante addominale inferiore: le cellule maligne nell'ascite seguono questi recessi
per raggiungere la parte più declive sotto-colica destra
• colica biliare
• aneurisma aortico
• PANCREATITE ACUTA
• COLICA RENALE
Radiografia diretta dell'addome (RX addome): è un'indagine di prima istanza nello studio
delle patologie addominali acute.
(Dom esame) il paziente che arriva al ps con dolore addominale acuto come lo
valutiamo?
l’esame di prima istanza è l’ecografia e serve per valutare il fegato (vie biliari
intraepatiche: dilatate o no) nel 60% dei pazienti non vedo il tratto distale
dell’epatocoledoco a causa dell’aria nella “c”duodenale, valutiamo la milza (ma non
esiste patologia splenica che causa dolore addominale acuto, quindi in questo caso, la
valutazione della milza non è importante) e poi possiamo valutare i reni; è bene
estendere sempre l’esame alle pelvi: controllare vescica, eventuali versamenti e nella
donna controllare utero e ovaie.
Infarto intestinale e perforazione sono due entità anatomo cliniche la cui diagnosi non
può essere posta con l’esame ecografico;
-la perforazione è una diagnosi radiologica, mi basta andare a cercare aria libera nelle
regioni sottodiaframmatiche,
PERFORAZIONE INTESTINALE
-occlusione/perforazione
-qual è il livello
-talvolta può indicare la causa
TUBO DIGERENTE
(dom esame) dimmi qualcosa delle metodiche per lo studio del primo tratto del tubo
gastro intestinale?
L'endoscopia è oggi la metodica d'indagine di prima scelta per valutare le patologie della
mucosa del canale alimentare sia nel suo tratto iniziale (esofago-gastro-duodenoscopia:
EGD) che distale (colo-rettoscopia).
Solo per lo studio delle patologie del tenue l'imaging radiologico è ancora coinvolto nella
diagnosi iniziale, ma l'endoscopia con videocapsula, di recente diffusione clinica,
probabilmente tra qualche anno soppianterà la radiologia anche in questo settore.
Pertanto le indagini radiologiche "storiche" per lo studio della parete del canale
alimentare (RX tubo digerente, clisma del tenue e del colon) hanno progressivamente
visto ridursi le indicazioni, a favore delle tecniche endoscopiche.
Dall'altro canto però, l'evoluzione tecnologica nel settore della TC, con la diffusione di
apparecchi multidetettore, ha consentito acquisizioni a strato sottile (cosiddette
isotropiche) che permettono ricostruzioni tridimensionali in alta risoluzione dei visceri,
con estremo dettaglio morfologico.
Esame radiografico del primo tratto del tubo digerente (RX T.D. primo tratto)
Nell'uso comune non sono più utilizzate le tradizionali tecniche a mdc singolo (solfato di
bario), ormai sostituite dalle tecniche a doppio mezzo di contrasto (DC) o di superficie,
nelle quali la superficie mucosa è verniciata dal contrasto opaco e la parete è distesa da
mezzo di contrasto radiotrasparente (aria). Con le le tradizionali tecniche a mdc singolo
(solfato di bario), si ottengono immagini che riproducono come un calco l'aspetto del
lume del viscere, mentre con le tecniche a doppio mezzo di contrasto (DC) ci
permettono di visualizzare il disegno mucoso e tutte le sue eventuali alterazioni.
CARCINOMA GASTRICO
Il più frequente è l’adenocarcinoma gastrico che può essere limitato o diffuso, i cui
fattori di rischio sono correlati a nitriti, gruppo sanguigno, H.P, gastrite atrofica.
La TC trifasica total body viene fatta per il TNM, torace addome superiore e inferiore, le
tre fasi le faccio sull’addome superiore.
Un problema di grande rilievo è la stadiazione preoperatoria del carcinoma gastrico:
Ecoendoscopia (EUS).
L'EUS ha accuratezza superiore alla TC per la stadiazione locale (accuratezza del 80-90%
per la stadiazione T e 75% per la stadiazione N), distinguendo tumori T1 da T2 ed
individuando piccole linfoadenopatie perigastriche.
È in grado di distinguere bene gli strati della parete intestinale (Fig. 12.2). La parete si
vede come bande alternate ipo-iper ecogene:
• Iperecogena: sottomucosa
Seconda causa di morte per cancro dopo tumore del polmone; in Italia colpisce 34mila
pazienti l’anno intorno a 60 anni; i tumori del retto=> 38% dei casi di CR. Anatomia
patologica parliamo di ADENOCARCINOMI nel 95% dei casi, di cui la maggior parte
dei casi derivano da poliposi adenomatosa
Localizzazione:
• esplorazione rettale e ricerca del sangue occulto che verranno ripetuti con
cadenza biennalmente in caso di negatività.
macroscopicamente:
DIFFUSIONE
ematogena:
- circolo cavale (vasi emorroidari medi e inferiori, iliaci interni e comuni = retto medio
distale)
stadio avanzato (T3 in poi), età < 40 anni, Maschi, ostruzione/perforazione, retto
distale, forme stenosanti, grading elevato, invasione venosa e linfatica all'istologia,
CEA elevato.
DIAGNOSI
- anamnesi: dopo sintomi o screening
- visita accurata con esplorazione rettale; esami ematobiochimici (anemia) + marker
(CEA e Ca19.9)
- diagnostica per immagini: clisma a DC (poco eseguito), endoscopia con biopsia
Attualmente l'endoscopia ha soppiantato il CO-DC (clisma opaco a doppio contrasto)
come prima metodica per lo studio delle alterazioni mucose del colon, essendosi
dimostrata superiore al CO-DC nell'identificazione delle alterazioni iniziali. il CO-DC
viene riservato ai casi di endoscopia non eseguibile (come ad esempio in pazienti
fortemente scoagulati).
STADIAZIONE
T → per il parametro T
• scarsa accuratezza nel distinguere il T1 dal T2 quindi è piu utile RMN o TRUS
→ RM: si può fare con la stenosi quasi 100% di staging: estensione neoplasia,
2) morfologico:
- disomogeneità x necrosi intramurale
- infiltrazione perilinfonodale
- vascolarizzazione aberrante (non solamente a livello ilare)
Il problema sono le cosiddette lesioni indeterminate → < 5 cm dove la TAC non riesce
a dare informazioni esaurienti, si può quindi fare:
RMN
L'US eseguita con sonda endorettale (EUS) è ormai tecnica affermata per lo studio della
regione anorettale, nel documentare le fistole e gli ascessi, nella stadiazione locale del
carcinoma anorettale.
Consente la visualizzazione dei 5 strati della parete del colon, e nella stadiazione del
tumore permette di differenziare l'invasione:
- mucosa e sottomucosa (T1)
- dello strato muscolare (T2),
- extrarettale (T3),
- Dei parenchimi limitrofi (T4).
Inoltre consente di visualizzare i linfonodi perirettali ingranditi (N1)
Quindi permette la valutazione penetrazione delle tonache parietali, elemento importante
ai fini della scelta chirurgica:
• escissione sottomucosatransanale
TC
è il metodo di scelta nella maggior parte dei centri per lo studio della patologia
extraparietale del colon e del retto:
RM
la RM è preferibile alla TC per indagine:
TERAPIA
CHIRURGIA: terapia di scelta; 2 tipi: [fare SEMPRE asportazione del
MESORETTO!]
resezione ANTERIORE del retto: conservato l’ano (NON c’è bisogno del sacchetto)
per neoplasie alte
Se presenti fattori di rischio per recidiva locale cT2N0 ma che si rivelano pT3 o
N+ o pT4 o CMR+ all’analisi istologica del pezzo operatorio fare RT POST-
OPERATORIA
Dimostrato che l'associazione CT-RT migliora i risultati per effetto radiosensibilizzante
della CT. In presenza di fattori di rischio (cN+, cMRF +(mesoretto infiltrato)) o
cT3- T4 N0 o cT1-T2 N+=>Trattamento PRE-OPERATORIO RT+CT
viene effettuato in tessuti ossigenati (perchè non ancora operati quindi ancora non c’è
fibrosi) più sensibili a RT e CT, rispetto a tessuti che hanno subito chirurgia (fenomeni
fibrosi post-chirurgia)
riduzione tossicità: dopo chirurgia=> caduta anse intestinali in pelvi: quindi se faccio RT
dopo chirurgia ho il rischio di irradiare tessuti sani a causa di questa caduta delle anse
problema che non c’è se faccio la RT prima della chirurgia
Trattamento RT pre-operatorio:
SHORT COURSE: RT 5Gy x 5gg e poi subito chirurgia; fatto per ridurre lo stadio
di malattia e facilitare l'intervento chirurgico
SHORT BOOST ma favorire un down-stage di malattia=> attendere 1 mese prima di
fare chirurgia
Complicanze RT:
1) Appendicite
2) Cancro del colon
3)IBD
Ci permette di DISTINGUERE:
Esistono delle lesioni cistiche corpuscolate e per fare diagnosi è necessario ricorrere alla
RM o alla TC.
Anche nel caso di lesioni maligne bisogna ricorrere alla TC o alla RM per valutare
l’infiltrazione e scegliere un approccio terapeutico adeguato.
− cisti semplice
− displasia cistica del neonato e dell'adulto
• b) tumori benigni
− mesenchimali (angiomiolipoma, fibroma, angioma)
− epiteliali (adenoma-oncocitoma)
• c) tumori maligni
Tumore renale significa che origina dal parenchima renale. Le lesioni renali, nella
maggior parte dei casi, sono lesioni che si scoprono occasionalmente in corso di
ecografia epato-biliare.
Oppure clinicamente possiamo avere: massa palpabile, dolore, ematuria (ricollega alle
cause di ematuria, es: K uroepiteliale) o Sindromi paraneoplastiche per il carcinoma
(disregolata produzione di ormoni) ricorriamo comunque alla ECO
ECO
- Lesione ad ecostruttura mista (cosiddetta cisti complessa, misto tra cisti e massa solida)
Solo nelle forme più voluminose può essere opportuno monitorare a distanza, sempre
con US, la lesione cistica per evidenziarne un eventualmente accrescimento volumetrico.
Sono infatti del tutto eccezionali i casi di adenocarcinoma renale che possano presentarsi
con ecostruttura completamente cistica, in quanto in queste forme un'attenta valutazione
ecografica è quasi sempre in grado di evidenziare reperti sospetti, rappresentati da
ispessimenti focali o nodularità parieto-settali, anche di piccole dimensioni, che
conferiscono pertanto alla lesione il pattern di cisti complessa!1!1
Il pattern ecografico di ecostruttura solida, tipico delle forme tumorali, è infatti assai
poco specifico, potendo essere riscontrato sia nelle forme benigne che in quelle maligne.
A fronte del riscontro ecografico di lesione renale solida è quasi sempre indispensabile
procedere ad
Il problema è che TC con mdc che non riusciamo a caratterizzarle abbastanza bene,
possono essere sia ipervascolarizzate sia ipovascolarizzata (può rientrare un carcinoma
papillare), possiamo migliorare facendo RM con mdc.
il pattern di cisti complessa è una categoria che include le formazioni a contenuto liquido
che, a differenza delle cisti semplici, presentano una o più sepimentazioni interne, con
conseguente aspetto bi o pluriloculato, pareti e setti variamente ispessiti, con eventuali
calcificazioni parietali, o vere proprie vegetazioni endocistiche
• infiammatorie e parassitarie,
• ascessi cronici,
• 1) Cistica/Solida
• 2) Setti/Pseudocapsula
Un 15% delle neoplasie renali è di origine uroteliale, si possono presentare come masse
rotondeggianti. Secondo alcuni autori, proprio questa peculiare forma distinguerebbe tali
lesioni da un carcinoma renale uroteliale (presenta una forma a “bean” cioè a fagiolo).
• 50% polmone,
1. massa palpabile
2. dolore
3. ematuria capricciosa
4. ASINTOMATICO nella maggior parte dei casi troviamo tumori di dimensioni <
3cm (PICCOLI TUMORI RENALI) come incidentalomi del rene dx, perché
DEL RENE DX soprattutto? Perchè più spesso si fa un’ECO a dx per studiare il
fegato piuttosto che a sx per studiare la milza
Rappresenta 1-3% di tutti i tumori maligni e il 90% di quelli renali maligni; 50-70 anni,
M:F= 2:1
FATTORI DI RISCHIO
fumo, obesità,
ipertensione,
iperestrogenismo (ex: terapia estrogenica non bilanciata),
IRC
Sclerosi tuberosa
ASPETTO
può originare in qualsiasi parte del rene ma più spesso ai POLI RENALI, soprattutto il
superiore;
tende a diffondersi attraverso ureteri, calici, pelvi, vena renale e VC Inf (trombo
neoplastico).
ISTOLOGIA
papillare,
solido
commistione dei 2 aspetti.
CLINICA
dolore costo-vertebrale
massa palpabile,
Si possono avere anche sintomi aspecifici come: febbre, astenia, malessere, calo
ponderale, sindrome paraneoplastica
SOPRAVVIVENZA MEDIA
• 45% a 5 aa
GRADING
• G0 (senza aplasia)
• G1 (ben diff),
• G2 (moderatamente diff),
• G3 (scarsamente diff),
• G4 (anaplastico)
STAGING
Parametro T:
- A: surrene;
- C: VC Inf sovradiaframmatica
T4: invade oltre la fascia di Gerota
N0: LN liberi;
N1: LN singolo, 2r <2cm; N2: LN multipli, 2r <5cm; N3: LN multipli, 2r >5cm
Parametro M:
M0 assenza di metastasi,
DIAGNOSTICA STRUMENTALE
ECO RENALE
esame d'elezione perché sensibile, fatta con scansioni assiali, in genere cranio- caudali. Si
apprezza un’area circoscritta ed irregolare a margini sfumati, isodensa o ipodensa con
precoce assorbimento di mdc. Nella fase arteriosa va incontro a enhancement
marcato e precoce, irregolare/ disomogeneo per la presenza di necrosi, nella fase
nefrografica risulta nel ipodensa rispetto al parenchima circostante.
RM
La lesione presenta segnale variabile rispetto alla corticale; lesione ipointensa in T1,
isointensa in T2 rispetto alla corticale.
TC e RM identificano:
RM in diffusione
- se NON perde segnale là NON C’E CELLULARITA’ quindi sicuramente non è una
lesione maligna
- se perde segnale c’è cellularità quindi potrebbe essere una lesione maligna ma anche
benigna
Con le tecniche di indagini posso fare identificazione e solo in alcuni casi a caratterizzare
“diagnosticare” le lesioni:
lesione solida
Bisogna ricorrere alla RM o TC con e senza mdc: lesione liquida tipo cistico alla TC
ROI circa 20 HU;
RICORDA CHE:
2.3ANGIOMIOLIPOMA
Diagnosi di ANGIOMIOLIPOMA
PATTERN cisti complessa (dalla classe IIF COMPRESA in su!) categoria che
include le formazioni a contenuto liquido che, a differenza delle cisti semplici,
presentano una o più sepimentazioni interne, con conseguente aspetto bi o pluriloculato,
pareti e setti variamente ispessiti, con eventuali calcificazioni parietali, o vere proprie
vegetazioni endocistiche. Quello di cisti complessa non è pertanto un termine
anatomo-patologico ma una
modalità di presentazione di imaging (valida sia per l'US che per TC e RM) che può
essere sostenuta da un'ampia gamma di patologie, comprendenti le cisti emorragiche,
infiammatorie e parassitarie, gli ascessi cronici, i tumori renali cistici benigni e maligni.
La diagnosi ecografica di lesione cistica complessa impone pertanto un
atteggiamento diagnostico di prudenza che comporta la necessità di eseguire
controlli ecografici a distanza o, nelle forme più sospette, l'approfondimento
diagnostico mediante TC ed RM.
Esiste infatti una classificazione (classificazione di Bosniak) che, sulla base dei criteri di
imaging ecografici e TC, suddivide le cisti in quattro gruppi a crescente rischio di
malignità. Nel caso di cisti complesse la TC o la RM consentono di evidenziare, con
maggiore accuratezza rispetto all'US, le aree di ispessimento parietosettale e le
vegetazioni endocistiche e, in particolare, consentono di dimostrare la presenza di aree di
ipervascolarizzazione della lesione, reperti tutti che supportano l'ipotesi di malignità della
stessa, che andrà pertanto verificata istologicamente. La TC interviene quasi sempre
come metodica di seconda scelta, dopo l'US, con la duplice finalità di caratterizzazione di
natura delle lesioni dubbie all'US e di stadiazione delle lesioni maligne.
Dallo CLASSE IIF (compresa) di cisti NON basta PIU’ SOLO solo l'ECO: Questa
classificazione correla le caratteristiche TC CON MDC con il trattamento delle lesioni.
I) Le cisti di Bosniak tipo I sono le cosiddette cisti benigne semplici, con pareti
sottili e senza setti, calcificazioni e componenti solide. Il loro contenuto ha la stessa
densità dell’acqua, quindi ecostruttura liquida omogenea con margini definiti,
facilmente controllabili, c.e asssente. In questi casi può anche non essere specificata la
classe di rischio, e nel referto compare solo il termine “cisti corticale” o “cisti
parapielica” a seconda della sede all’interno del rene, a volte con una breve descrizione
su dove è localizzata e che dimensioni ha. Non sono necessarie ulteriori indagini
II) Le cisti di Bosniak tipo II sono cisti minimamente complicate: possono presentare
sottili setti (< 1mm, senza assunzione del mezzo di contrasto MISURABILE) o
fini calcificazioni (<1 mm); il contenuto può essere lievemente più denso
dell’acqua, emorragie iperdense. Si tratta anche in questo caso di cisti benigne che non
richiedono particolari provvedimenti. In alcune situazioni, quando la diagnosi è basata
solo sull’esame ecografico, il medico può richiedere l’esecuzione di un esame più
accurato (come la TAC con il mezzo di contrasto o la risonanza magnetica). Una volta
confermata la diagnosi non sono necessarie ulteriori indagini.
Dalla classe II di cisti (cioè oltre la semplice) non basta solo l'ECO: cisti con aspetto
disomogeneo, qualche calcificazione, componente corpuscolata ricorso a TC o RM.
IIF) Le cisti di Bosniak tipo II F, massa cistica moderatamante complicata: uò
contenere 7 multipli con enhancement non misurabili calcificazioni anche spesse
nodulari, È priva di enhancement non contiene componenti solide Dovremo fare un
follow up per controllare la stabilita e benignita. si differenziano dalla categoria II per la
presenza di setti in maggior numero con eventuali ispessimenti, calcificazioni e
assunzione di mezzo di contrasto da parte dei setti. Queste cisti nel 5-10% dei casi
possono essere di natura maligna e pertanto è consigliato un controllo evolutivo per i
successivi 5 anni dalla prima diagnosi. Nella II F FARE FOLLOW UP
III) Le cisti di Bosniak tipo III. massa indeterminata richiede in moticasi intervento
chirurgico ( necessita di esame istologico) Cisti pareti e setti ispessiti o irregolari con
enhancement misurabile, calcificazioni, multiloculata. Nel 50% malignignità. Potrebbe
essere una cisti emorragica o infettiva, nefroma cistico multiloculare o tumore renale di
tipo cistico O CISTI EMORRAGIVA. sono formazioni cistiche indeterminate che
spesso hanno pareti o setti spessi e che assumono mezzo di contrasto. Sono di
natura maligna nel 50-60% dei casi e ,in assenza di un dato anamnestico rassicurante
come un pregresso trauma o infezione renale, richiedono solitamente un dato istologico
mediante biopsia e successiva asportazione chirurgica
IV) Se nel referto è indicata la presenza di una cisti di Bosniak tipo IV significa che
l’aspetto è fortemente sospetto per neoplasia maligna. ( richiede asportazione ).e: con
tutti i criteri della classe 3 con componenti solide distinte indipendenti dalla parete e dai
setti dotate di un intenso enanchement
Queste cisti contengono infatti evidenti zone solide o le pareti o setti in grado di
assumere mezzo di contrasto. In queste situazioni va sempre considerata l’indicazione
ad un intervento chirurgico con asportazione chirurgica della lesione. 100% maligna
particolari problemi di diagnosi differenziale possono essere dalle cisti complesse
(maggiore classe 3 e 4) ed alcune patologie neoplastiche:
La risonanza magnetica per dipiù può dimostrare nelle immagini T2 pesate , setti i non
rilevabili alla TC o un maggiore spessore delle pareti rendendo meglio apprezzabile l’e.c.
nelle sequenze T1 pesate dopo somministrazione di mezzo di contrasto in endovena
paramagnetico. Conseguenza alcune lesioni cistiche possono reclutare classifica
classificati in una categoria superiore con quella della risonanza magnetica rispetto alla
TC
- ECO (cisti pattern complesso quindi mi fa pensare a una classe >_2F) - TC CON
MDC (classificazione di Bosniak)
Però il sangue potrebbe sottendere un nodulo, un setto e/o altro, quindi con il mdc vaso
ad accorciare il T1 e vedo quello che viene fuori. In questo caso vedo una lesione
ematica (iperintensa) come faccio a capire se il sangue mi nasconde qualcosa?
L’intensità rimane iperintensa quindi per capire se ce vascolarizzazione dentro al sangue,
potrei fare le sequenze in diffusione (moto browniano) cosi posso dire se è sangue (cisti
emorragica) o una componente cellulare (carcinoma cistico a componente ematica)
4) COLICA RENALE
Patologia multifattoriale che può portare a IRC, interessa una larga fascia della
popolazionee negli ultimi anni presenta un trend crescente.
La diagnosi viene fatta SOLO quando c'è DIMOSTRAZIONE del CALCOLO.
LOCALIZZAZIONE CALCOLI:
ureterali: ovalari, risiformi con asse maggiore orientato lungo il vettore urianrio.
Ostruzione vie escretrici che porta a dolore colico, tipicamente dolore dorsale che
irradia lateralmente e anteriormente, in basso fino ad arrivare alla vescica (alcuni:
“dolore reno-vescicale”).
breve durata (qualche ora)=> ECO RENALE per valutare la morfologia e la presenza
di idronefrosi delle cavità intrarenali e poi esami di laboratorio, per vedere la
funzionalità renale sebbene quest’ultima non si altera in corso di patologia litiasica. (da
calcoli)
persiste => esami diagnostici per valutare natura dell'ostruzione (calcolo o altro nel
41% dei casi legati a patologie retroperitoneali) . Sono necessari esami di laboratorio
per verificare la funzionalità renale sebbene quest’ultima non si altera in corso di
patologia litiasica. (da calcoli)
Il dolore da litiasi (CALCOLI) delle vie urinarie potremmo farlo rientrare nell’ambito
delle patologie addominali acute, con la differenza che questo dolore nella maggior parte
dei casi è un dolore specifico, perché caratterizzato da una peculiare sede d’insorgenza
dorsale (essendo i reni degli organi retroperitoneali): : tipicamente dolore dorsale che
irradia lateralmente e anteriormente, in basso fino ad arrivare alla vescica (alcuni: “dolore
reno- vescicale”). Per fare dignosi devo dimostrare la presenza del calcolo visiamente.
Gli ureteri sono retroperitoneali fino a quando non incrociano i vasi iliaci, diventando
peritoneali.
Dilatazione delle vie a monte + ispessimento dei setti capsulo fasciali (retroperitoneali).
Gli ureteri sono retroperitoneali fino a quando non incrociano i vasi iliaci, diventando
peritoneali.
1. giunzione pielo-ureterale
ITER DIAGNOSTICO
Lo studio per immagini del paziente affetto da colica renale ha la finalità di dare risposta
ai seguenti quesiti:
SE all’RX continuo a vedere il calcolo visto all’eco allora è radiopaco SE all’RX non
vedo piu il calcolo visto all’eco allora è radiotrasparente
Il problema dell’eco è la sensibilità nel rilievo di un calcolo a livello della giunzione pielo-
ureterale perche è bassa (40%).
La sensibilità dell’ecografia nelle identificazioni dei calcoli renali è dell' 85%: in assenza di
dilata di dilatazione delle vie escretrici il calcolo può infatti risultare mascherato da echi i
prodotti dal tessuto adiposo del seno renale, meteorismo o residui fecali, che si
sovrappongono all’immagine del calcolo.
US: litiasi urinaria.
(B) Scansione ecografica longitudinale della vescica in cui si osserva dilatazione del
segmento pelvico dell'uretere nel cui lume è presente formazione litiasica ipercogena con
tenue attenuazione posteriore del fascio.
l’esame RX non offre certezza dell’appartenenza della parte calcifica alle vie urinari se
non nel caso di aspetti morfologici tipici:
• calcoli a stampo cioè si hanno dei calcoli che ricalcano le cavità calico-
pieliche.
• Calcoli ureterali sono per lo più ovalari, risiformi, con asse maggiore
orientato secondo la via urinaria
• Calcoli vescicali sono perlopiù rotondeggianti, misti, a bersaglio, di
dimensioni talora gicìganti
È un esame semplice, molto sensibile ma poco specifico, poiché non individua i calcoli
radiotrasparenti come quelli di acido urico né i rapporti del calcolo . Se si mette in
evidenza il calcolo radiopaco=> termina iter!
Si possono vedere calcoli a stampo cioè calcoli così grandi da ricalcare le cavità calico-
pieliche.
I calcoli RADIOPACHI SONO => ossalato di Ca, struvite, cistina. La presenza di
meteorismo o di residui intestinali rende del tutto inutile tale indagine.
Falsi positivi=> calcificazioni addominali di altra natura, es LN calcifici.
4. TC: metodica di riferimento; è l’esame più sensibile nel rilevare calcoli millimetrici
sia radioopachi sia radiotrasparenti che appaiono entrambi iperdensi,, però ha come
inconveniente l’uso di radiazioni ionizzanti. PERMETTE DI VEDERE CALCOLI
ANCHE MOLTO PICCOLI ed IN SEDI DI DIFFICILE VALUTAZIONE
ECOGRAFICA e RADIOGRAFICA Questo esame consente di identificare i calcoli ma
NON è adeguato per un eventuale studio del parenchima renale.
- l’esame di di riferimento è senza mezzo di contrasto per valutare calcoli
millimetrici intrarebale se radioopachi
- Se i calcoli sono radiotrasparenti uso mdc. è utile anche per fare DD tra:
calcoli radiotrasparenti
coaguli
tumori uroteliali
• la funzionalità renale
• VIE escretrici
1) nefrografica,
2) calicopielografica
3) cistografica;
• dilatazione via escretrice a monte: maggior parte dei casi è lieve; associata a
diminuzione spessore del parenchima renale=> ostruzione di grado elevato con
atrofia parenchimale associata.
• edema della papilla: espressione presenza del calcolo allo sbocco dell'uretere
Complicanze:
• sanguinamento,
• urinoma,
• perforazione,
• aritmie cardiache,
• gravidanza,
• alterazioni coagulazione,
• obesità elevata.
ematuria;
in fase post-terapeutica: controllo degli effetti della terapia (frantumazione del calcolo) e
controllo della migrazione dei frammenti di calcolo. In aggiunta l’imaging integrato
permette:
URINOMA.
6) EMATURIA
MICROEMATURIA: emazie visibili all'esame del sedimento urinario (>3 emazie per
campo microscopico nel sedimento centrifugato di urine fresche ottenute nella fase
intermedia di minzione)
PER LA MACROEMATURIA esiste un test agevole per capire se si tratta di un
problema delle basse vie o delle alte vie urinarie:TEST DI GUYON o test dei 3
bicchieri. Mitto iniziale= primo bicchiere, Mitto intermedio = secondo bicchiere, Mitto
finale = terzo bicchiere
chirurgiche (ruolo determinante della diagnostica per immagini): ematuria senza altro
segni di coinvolgimento funzionale del rene ed alterazioni.
Altre “ benigne”: mestruazioni, sforzi fisici, rapporti sessuali, non corretta raccolta di
urine (pseudoematuria, ndr)
FATTORI DI RISCHIO
• fumo
• fattori ambientali
• RT e CT
CAUSE MICROEMATURIA
VESCICA: flogosi e neoplasie che portano ad alterazione della parete della vescica; se
con l’écògrafia si vede un ispessimento parietale=> ECO e poi CISTOSCOPIA con
BIOPSIA eventuali indagini dopo biopsia: TC o RM.
La biopsia non è indicata per le masse neoplastiche renali ma per quelle vescicali. [NB
riguarda la parte iniziale in alto sul sistema urinario: round e bean]
Passiamo ECO renale e vescicale per via sovrapubica, con la vescica a grande
riempimento (calcoli, lesioni aggettanti) + RX diretta addome per vedere calcoli o altre
calcificazioni.
- se ECO e RX positivi: TC o RM
- se ECO e RX negativi: se esame citologico del sedimento urinario era positivo a
proteinuria, cilindruria etc allora fare cistoscopia, urografia e uroTC: se positivi
cistoscopia, urografia o uro tc allora fare terapia
- se negativi allora fare urografia minzionale + indagini rene, vescica, prostata, uretra
- se indagini negative: uroTC(valuta la fase escretrice dell'eliminazione del mdc)
e citologia urinaria; se indagini positive: trattamento
N.B. urografia minzionale: sostituita da uroTC: valuta la fase escretrice
dell'eliminazione del mdc
-se all'ECO si vede una lesione solida su rene=> passaggio obbligato alla TC
-se all’ECO si vede lesione cistica=> ECO unica indagine se sono di fronte cisti
semplici. Se soni di fronte a cisti complicate approfondire con TC con mdc (VEDI
SOPRA)
2) calcolo
3) idronefrosi
Le lesioni renali attualmente, nella maggior parte dei casi, sono lesioni che si scoprono
occasionalmente in corso di ecografia epato-biliare.
Il pattern di cisti complessa è una modalità di presentazione all' imaging (valida per l’US)
che può essere sostenuta da un'ampia gamma di patologie, comprendenti le cisti
emorragiche, infiammatorie e parassitarie, gli ascessi cronici, i tumori renali cistici
benigni e maligni. Il trattamento cambia radicalmente se il pz presenta una cisti
emorragica (non si opera) o un carcinoma con componente cistica (trattamento
chirurgico). la DD si fa tramite approfondimento con RM o TC con mdc
pz con ematuria: in prima istanza facciamo ECO e rileviamo una massa o ispessimento
della parete vado ad approfondire con UROTC (al posto dell’urografia perfusionale) che
è utile per lo studio dei tumori uroteliali ( nel 95 % dei casi interessa la vescica), è un
esame completo che ci dà informazioni sulla Morfologia (MALFORMAZIONI
RENALI) e sulla funzionalità renale. Sono lesioni ipervascolarizzate
TC: metodica di riferimento; è l’esame più sensibile, però ha come inconveniente l’uso di
radiazioni ionizzanti.
calcoli radiotrasparenti
coaguli
tumori uroteliali
??? SE la lesione è iperdensa in fase arteriosa e iperdensa in fase venosa allora è coagulo
o trombo
Tumori uroteliali della vescica=> utile la BIOPSIA e successiva stadiazione locale con
RM e TC toraco-addomino-pelvica per eventuale N+ e M+ (secondo Scialpi il pz
deve sempre essere valutato a livello toracico e addominale poiché la neoplasia è una
patologia sistemica).
(domanda esame) faresti un doppio bolo o un triplo bolo per vedere la lesione
ipervascolare? Sono tecniche split bolus!!!
Dobbiamo fare un doppio bolo, perché se faccio in triplo bolo, significa che inietto tre
volte sequenzialmente il contrasto e riprendo alla fine (in un unico passaggio), in questo
caso vedo le cavita escretrici opacizzate e quindi non riesco a dire nell’ambito di una
opacizzazione se si tratta di tumore.
2 boli di mdc; acquisire in fase cortico-midollare e poi in fase tardiva a 8min (fase
escretrice), in pratica è una URO-TC che deve essere inserita nella TC di stadiazione,
perché bisogna valuatere accuratamente anche il parenchima. Sono tecniche SPLIT-
BOLUS
NB in pz con ematuria, TC e RM sono esami di 2° livello;
ricostruzione con pixel ad elevata intensità; esalta strutture con maggior enhancement: si
tratta di un algoritmo di ricostruzione a perdita volumetrica ed informativa intenzionale
del tipo 3D-2D tutto-a-uno, dove da un volume di dati si ottiene una unica immagine
bidimensionale con lo stesso orientamento spaziale ma con una informatività
selettivamente ridotta. Da un punto di vista pratico si tratta di una ricostruzione che
evidenzia le strutture molto dense contro uno sfondo poco denso.
Nella pratica quotidiana le ricostruzioni secondo algoritmo MIP vengono impiegate per
aumentare la percezione di strutture che sono naturalmente iperdense, come per
esempio i noduli polmonari, o di strutture che lo divengono dopo somministrazione di
mezzo di contrasto endovena, per esempio i vasi sanguigni contro il parenchima
polmonare, che rappresenta uno sfondo ipodenso ideale.
VR (volume rendering):
ricostruzione 3D che mette in evidenza i reni nella loro globalità e morfologia, consente
di studiare le vie escretrici fino al loro sbocco in vescica.
L’ URO-RM nella diagnosi di neoplasia delle vie escretrici ha un valore relativo perché se
da un lato dimostra il livello dell’ostruzione, dall’altro non è in grado di tipizzare la
lesione.
CAPITOLO 11
VESCICA
TUMORE UROTELIALE
-Ecografia vescicale
- ECO renale
La RM consente di esaminare:
- la parete della vescica, una possibile ipertrofia di parete. È fondamentale andare a
vedere la parete della vescica che, utilizzando un imaging morfologico dinamico,
appare come una linea ipointensa (in T2). Aumento capacità diagnostica della RM=>
campo ad alto intensità (3 Tesla) associando mdc paramagnetico che accorcia il T1=>
lesione con segnale intermedio (senza mdc) diventa iperintensa con mdc
(vascolarizzata). • Accorciato il T1: lesione con segnale intermedio diventa iperintensa
rispetto all’urina (vascolarizzata). A differenza di quanto si vede nelle immagini T2
pesate (linea ipointensa), in questo caso si riesce ad apprezzare anche qualche strato
della parete. Riusciamo a vedere il grado di infiltrazione della parete essendo più
accurata della TC nel determinare infiltrazione precoce perivescicali (sequenze T1
pesate, prostata e delle vescichette seminali)
- Il rapporto del pavimento vescicale con la prostata
- una possibile ipertrofia di parete
URO-RM con mdc: Una recente applicazione della RM in campo urologico è costituita
dalla uro-RM, variante metodologica del normale esame RM che consente la
visualizzazione delle vie escretrici urinarie (tanto migliore quanto più queste sono
dilatate) senza l'impiego di mezzi di contrasto ma enfatizzando l'alto segnale proveniente,
nelle sequenze T2- dipendenti, dall'urina contenuta all'interno delle vie escretrici.
ECO
in primis ECO renale bilaterale renale e vescicale. Bisogna valutare se la forma dei reni è
normale:
TC TOTAL BODY con mdc per stadiazione dà info anche sull’ eliminazione
simmetrica de mdc Bisogna indicare al clinico se la neoplasia è sincrona, unilaterale,
bilaterale, se coinvolge solo la vescica o anche la pelvi.
Consente una prima analisi del parametro N : indentifica i linfonodi ingranditi a livello
pelvico
CISTOSCOPIA
TC
definizione estensione del tumore, il valore di attenuazione e molto simile a quello della
parere. La parete vescicale appare ispessita e retratta nel punto di origine del tumorale
possiamo riscontrare calcificazione all’interno della massa. Pero con la TC non riesco a
fare uno studio attendibile della profondità di invasione parietale.
CAPITOLO 12
PELVI FEMMINILE
US
per via sovrapubica, con sonde a bassa media frequenza (3,5-5 MHz). Campo visivo
maggiore ma minore risoluzione spaziale. Necessita di vescica piena. Limiti nell’obeso e
nel meteorismo
per via trans-vaginale con sonde a medio-alta frequenza (5-7,5 MHz). Campo visivo
minore ma maggiore risoluzione spaziale
• Malformazioni uterine
MASSE PELVICHE
OBIETTIVI RM
Importante capire da dove viene questa massa perché cambia l'approccio terapeutico:
-massa ovarica=> laparoscopia o chirurgia
-massa uterina => chirurgia più conservativa (ex: leiomioma esofitico si asporta la
lesione ma si cerca di matenere l’utero)
Dopo una visita ginecologica facciamo ECO per visualizzare sede, caratteristiche:
• Solide
• Assenza di vegetazioni
• Pareti sottili
• Contenuto omogeneo
• Doppler ---> vascolarizzazione omogenea pelvica
• no enhancement pareto-settale
Dirimente è comunque la biopsia.
• Grandi dimensioni
• Disomogeneità strutturale
RM:
• MASSE OVARE-ANNESSIALI
• MASSE UTERINE:
valutazione quantitativa del miometrio che ci aiuta a valutare l'intervento più idoneo
SITI DI IMPIANTO
più frequenti sono rappresentati da ovaie, scavo del Douglas, legamenti larghi e utero-
sacrali.
CONSEGUENZE ENDOMETRIOSI
ITER DIAGNOSTICO
a differenza della cisti ovarica emorragica che invece è di solito unica e tondeggiante.,
margini netti, priva di sepimenti, con contenuto limpido con rinforzo di parete
posteriore Le pareti sono spesse ed irregolari per le aderenze con le strutture adiacenti.
se faccio una sequenza in opposizione di fase il grasso resta iperintenso “non si tratta di
grasso intercellulare” perché si tratta di grasso extracellulare, infatti nella metodica del
surrene per un adenoma facciamo rifermento alla metodica chemical shift in fase e in
opposizione di fase”
Con la RM vediamo le sequenze e come si presenta nelle fase acute, subacure e cronica:
Torsione ovarica
• B) Nei casi subacuti o cronici l'esame utile può essere la RMN --->
• Esame densitometrico (-150 UH) TAC ---> che evidenzia anche tutte le altre
caratteristiche (calcificazione, osso)
• Analisi del segnale alla RMN iperintenso in T1 e iperintensa (ma meno) in T2
• 1) Iliaci comuni
• 2) Iliaci Interni
• 3) Iliaci esterni
• 4) Lomboaortici
a)Laterali (paraortici) ---> arterie renali
b)Preaortici ---> Celiaci, mesenterici superiori, mesenterici inferiori
c)Retroartici
CAPITOLO 13
MAMMELLA
MAMMOGRAFIA
• - la craniocaudale (CC) è utile per una valutazione accurata delle regioni profonde
e mediali
La mammografia può essere eseguita con tecnica tradizionale (analogica) o con la più
moderna tecnica digitale. Mentre la tecnica analogica prevede tuttora l’impiego delle
pellicole radiografiche, nella mammografia digitale l’immagine radiologica si forma
dall’interazione del fascio di raggi X con detettori dedicati e le immagini vengono
visualizzate su monitor ad alta risoluzione
• Figura 6.4 - Pattern di densità mammaria: (A) adiposo; (B) misto; (C) a prevalente
componente ghiandolare; (D) denso.
MAMMOGRAFIA DI SCREENING
MAMMOGRAFIA CLINICA
GENERALITA’ MAMMOGARFIA
- opacità nodulari
- microcalcificazioni
- distorsione architetturale.
Deve essere sempre valutata la presenza di eventuali linfoadenopatie del cavo ascellare.
Gli attuali apparecchi consentono un’esplorazione molto dettagliata della mammella dal
piano cutaneo a quello dei muscoli pettorali. In particolare dalla superficie in profondità
possono essere individuate le seguenti strutture anatomiche
• 1) la cute, che appare come linea iperecogena dello spessore di circa 1-2 mm,
• 6) le coste.
INDICAZIONI E LIMITI US
DONNE < 40 ANNI CON SINTOMI in caso di riscontro di reperto clinico palpabile
in donne giovani (età < 40 anni) o in gravidanza o allattamento, l’US è, invece, la
metodica di prima scelta da preferire in considerazione dei limiti già citati della
mammografia nello studio delle mammelle dense. L’indagine ultrasonografica è
inoltre di primo livello nelle flogosi mammarie o nella patologia traumatica (cisti infette,
ascessi, mastiti, ematomi).
RISONANZA MAGNETICA
L’iter diagnostico senologico del nodulo mammario inizia, come già accennato,
- benignità: lesione rotondo o volare, margini netti, echi interni assenti (cisti) o deboli e
uniformi, rinforzo posteriore (cisti); es fibroadenoma
1) NODULI BENIGNI
-formazioni ovoidali con maggior asse parallelo al piano cutaneo -con pareti sottili
-contenuto anecogeno e rinforzo di parete posteriore
La diagnosi ecografica di cisti semplice non rende, pertanto, necessario il ricorso ad altri
approfondimenti diagnostici e solo in caso di formazioni cistiche di grandi dimensioni e
dolorose e/o presenza di grossolani echi al suo interno si ricorre all’ago-aspirazione del
suo contenuto
FIBROADENOMA (SOLIDO)è il tumore benigno più frequente in età fertile. Nelle
pazienti giovani una lesione che all’US si presenta come
-nodulo solido
-a margini netti
-a morfologia ovoidale con maggior asse disposto longitudinalmente -tale lesione può
essere singola o multipla
Può raggiungere dimensioni notevoli, venendo in tal caso definita come fibroadenoma
gigante e dopo la menopausa può diventare calcifico. Normalmente il fibroadenoma
viene diagnosticato con US e mammografia e solo raramente è necessario il ricorso alla
RM
ADENOSI SCLEROSANTE:
FLOGOSI:
ASCESSO:
STEATONECROSI:
PAPILLOMATOSI:
2) NODULI MALIGNI
Prima causa di morte in donne tra 35-50anni.
1) MAMMOGRAFIA Segni diretti di neoplasia sono dati da:
2. Microcalcificazioni a bastoncello
3. Distorsione dell’architettura
L’epiteliosi infiltrante (lesione benigna) appare come un’opacità spiculata con zone
radiotrasparenti centrale senza mai presentare ispessimento o retrazione cutanea.
-benignità: lesione rotonda o ovalare, margini netti, echi interni assenti (cisti) o deboli
e uniformi, rinforzo posteriore (cisti); es fibroadenoma
Prelievo=> via percutanea sotto guida ECO per tipizzazione istologica. MODELLO
DI STORIA NATURALE IN UNA PAZIENTE INSERITA
IN UN PROGRAMMA DI SCREENING
- seconda mammografia di screening (dopo 1 anno/due anni); man mano che si avanti
nel tempo, questa lesione aumenta le sue dimensioni, quindi sicuramente diventa visibile
alla mammografia.
La prima cosa che fa il radiologo è quella di confrontare l’ultimo esame con l’esame
precedente e può trovarsi di fronte a due eventualità:
2. Dire che probabilmente c’era qualche cosa che poteva anche essere una minima,
circoscritta distorsione dell’architettura ghiandolare, c’era e potevamo fare di più
Lo screening è un’attività di prevenzione SECONDARIA rivolta a persone nell’ambito
di programmi organizzati per la diagnosi precoce e per la prevenzione del cancro della
mammella. La popolazione che aderisce a questi programmi di screening è maggiore al
nord (51%) differentemente dal centro (41%) e dalle isole (10%). L’adesione è
complessivamente del 35%, quindi nonostante lo sforzo l’estensione non è quella che
vorremmo fosse
ECO utile quando il seno è denso (radiopaco) TIPICO DELLE DONNE < 40 ANNI
che avrebbero una mammografia “non diagnostica”.
ECO come RM, non vede lesioni piccole, intraduttali e millimetriche e scarsamente
sensibile nel riconoscimento di calcificazioni.
Se c’abbiamo un caso particolare di una donna Asintomatica > 40 anni (quindi sta
facendo screening con mammografia) con una MAMMELLA DENSA (radiopaca) la
mammografia sarà “NON DIAGNOSTICA” (che non significa negativa) e quindi ciò
non deve far star tranquillo il radiologo. Quindi NON ci fermiamo nell’iter ma andremo
a fare l’ecografia
sintomi non specifici e non sospetti: lieve asimmetria mammelle, dolore, tensione,
secrezione provocata
la mammografia è la metodica con sensibilità migliore nella fascia d’età che va dai 60
anni 69 anni
La sensibilità della mammografia si abbassa man mano che si scende nelle fasce d’età
più basse
Anche l’ecografia ha una sensibilità abbastanza elevata, cioè 89% vs 91% della
mammografia (sensibilità complessiva)
ITER DIAGNOSTICO
esame clinico dubbio o positivo=> pz >40 anni mammografia (eventualmente eco
come esame di secondo livello), pz <40anni ECO
- se mammografia o ECO negativa=> RM
- mammografia o ECO dubbie o positive => agobiopsia
Quando siamo di fronte ad una les con contorni sfrangiati, irregolari, questa les va
all’agobiopsia per la diagnosi istologica.
indicazioni RM in generale :
- seno denso in una paziente sintomatica; in cui l’esame mammografico non dà
risultati soddisfacenti, laddove cioè da un punto di vista diagnostico l’esame
mammografico cade perché non sappiamo se questo aspetto di densità possa
sottendere una lesione, allora l’indagine successiva che potremmo effettuare dopo
una mammografia che ha dato esito a questo tipo di imaging potrebbe essere
l’ecografia. L’ecografia è vero che mette in evidenza les nell’ambito del seno denso,
però potrebbe dare risultati negativi, nel senso che non riesce a distinguere le parti
fibroghiandolari o gli aspetti adiposi della lesione e allora la RM ha sicuramente qui
un’indicazione
- rottura protesi al silicone; Si vede la protesi (perché c’è un vuoto di segnale), l’esame
con il mdc, cioè con il gadolinio riesce a rilevare nella sede periprotesica la les che
presenta una intensa impregnazione, o la possibilità di andare ad identificare recidive
su cicatrici, o les fortemente sospette, perché presentano contorni frastagliati o
irregolari
- valutazione delle pz con CT neoadiuvante in atto (prima dell’intervento): Il ruolo
della RM è fondamentale nella valutazione e dopo chemioterapia di pz
potenzialmente candidate alla asportazione della les. Si tratta di pz che hanno grosse
les e, dopo un ciclo di chemio se la les si è nettamente ridotta di dimensioni (valurae
con RM) possono essere operate
- cause sconosciute di linfoadenopatia ascellare
SVANTAGGI RM:
costo procedura
K DUTTALE IN SITU
Dal punto di vista clinico il carcinoma duttale in situ nella maggior parte dei casi è del
tutto irrilevante (asintomatico)
Essendo nella maggior parte dei casi clinicamente non evidenti, i carcinomi in situ
possono essere identificati tramite mammografia, grazie alla presenza di aree di
calcificazione che si formano nel contesto della crescita proliferativa intraduttale. Le
microcalcificazioni sono visibili ai raggi X in quanto radiopache.
LINFADENOPATIE
ln infiammatorio
• - è ovalare
• contorni
In presenza di linfoadenopatie, alla diagnostica per immagini spetta il non facile compito
della diagnosi differenziale tra forme flogistiche e forme neoplastiche.
3) Struttura:
- L'accuratezza diagnostica dell'US, pari al 70-80%, aumenta con l'impiego del color-
power-Doppler e raggiunge il 95% quando si associa il prelievo citologico.
Neoplasie: la TC, da eseguirsi quasi sempre con mdc iodato, può dare un contributo
significativo, in particolare nella caratterizzazione di natura e nella stadiazione locale
(dove è comunque prevalente il ruolo della RM) e a distanza. Tuttavia, non sempre è in
grado di fornire una diagnosi specifica che necessita spesso di essere confermata dalla
valutazione istologica.
Il principale LIMITE della TC nell’osso, oltre che dalle già citate problematiche connesse
all'impiego di radiazioni ionizzanti, è costituito dalla non eccelsa
risoluzione di contrasto che rende spesso necessario il ricorso ai mdc iodati e che di
fatto limita il suo l'impiego, a favore della RM, in alcune situazioni cliniche dove la
risoluzione di contrasto è determinante (es.: tumori emolinfopoietici, infezioni intra-
ossee).
US
Per questo motivo numerose sono le indicazioni alla RM: • Imaging del midollo osseo:
FRATTURE
Nel sospetto clinico di frattura ossea l'indagine di prima istanza è rappresentata dalla
RX nelle due proiezioni ortogonali che, nella maggior parte dei casi, si rivela sufficiente
per porre la diagnosi e indirizzare la scelta terapeutica. Talvolta è opportuno integrare
l'esame di base con altre proiezioni oblique o di dettaglio, soprattutto nella valutazione di
segmenti complessi.
Nei casi dubbi, in cui la sintomatologia persiste a fronte di negatività della RX può essere
eseguito un ulteriore controllo a distanza di alcuni giorni (alcune fratture, ad esempio
quelle costali, si rendono evidenti alla RX solo a distanza di alcune ore dal trauma) o
procedere ad approfondimento mediante TC.
CLASSIFICAZIONE FRATTURE:
Le fratture, sulla base del meccanismo che le ha provocate, si possono dividere:
• patologiche: sono fratture che si sviluppano in sedi scheletriche già affette da una
patologia che ne aumenta la fragilità, quali osteoporosi, diabete, tumori primitivi e
secondari.
COMPLICANZE FRATTURE
3. consolidazione viziata
REFERTO RADIOGRAFICO
All’RX puo essere negativa oppure al massimo posso vedere una linea opaca di
compattamento (tipo nel calcagno). In caso di una frattura da impatto (generalmente
calcagno) avremmo un sospetto su base clinica anamnestica. l'esame radiografico si
seguire sempre almeno nelle due proiezioni ortogonali di base allo scopo in prima
istanza di caratterizzare la fattura (rima di frattura “ nera”) e successivamente di
controllare l'evoluzione dei fenomeni di riparazione.
Nella maggior parte dei casi riusciamo a caratterizzare la frattura senza necessità di
ricorso a indagini complementari
(dom esame) con RX troviamo un’area nella spongiosa radiotrasparente, possiamo fare
una RM che ci aggiunge rispetto alla RX?
vicino all’articolazione l’osso è fatto come una spugna “ spongioso” è una questione di
distribuzione dei carichi, dove la “spugna” è fatta di trabecole osse che seguono le linnee
di forza
metodica di riferimento:
RX + TAC: osso/struttura scheletrica RM: tessuti molli
è fondamentale il dato clinico (es: valutazione fratture intraspongiose (no TAC)/ da
impatto), infatti alla RX potrebbero sfuggire alcune alterazioni come l'interruzione
dell'osso, ma se ha la sintomatologia allora faccio RM
ERNIA DISCALE
Nella quale il nucleo polposo supera le fibre esterne dell’anulus firoso deformando il
profilo discale
importanza particolare per la sua frequente frequenza assume l'ernia discale lombare la
quale insorge soprattutto in soggetti di età media e interessa prevalentemente dischi L4-
L5 ed L5-S1. la degenerazione discale e i traumi ripetuti ne costituiscono i fattori
causanti
intra ed extra foraminali=> compressione delle radici a livello dei canali di coniugazione
TC
Evidenzia una massa di densità discale, in continuità con il disco intervertebrale, che
oblitera l'area di ipodensità che circonda il sacco tecale (dovuta alla presenza del grasso
epidurale); il margine anteriore del sacco durale può essere deformato.
Occasionalmente la densità delle ernie può essere molto elevata a causa della presenza di
calcificazioni, tipiche delle ernie croniche.
RM STIR in T2
I rapporti del materiale discale erniato con il legamento longitudinale posteriore (ernia
sotto- o extra-legamentosa) sono precisabili nella grande maggioranza dei casi, in quanto
il legamento longitudinale posteriore è ipointenso in tutte le sequenze; se l'ernia si
estende oltre la linea periferica continua ipointensa che rappresenta il legamento, l'ernia è
extralegamentosa.
DIAGNOSI DIFFERENZIALI
L’RX può solo vedere se la lesione è radiopaca o radio trasparente, ricordandosi che
quando si legge l’osso, dobbiamo sempre riuscire a vedere la trabecolatura della
spongiosa. Quando c’è questo aspetto sicuramente l’osso è normale. In più l’RX non ci
dà neanche info sulle parti molli perischeletriche (meglio RM).
RX deve essere sempre considerata l'esame di prima istanza . Quando la RX individua
una lesione devono essere analizzati in modo sistematico i seguenti parametri:
− sede della lesione: è un segno molto importante perché può dare preziosi criteri
orientativi sulla natura della neoplasia: alcune lesioni colpiscono infatti
preferenzialmente un segmento osseo particolare
• margini NETTI con orletto sclerotico (tipico delle lesioni a crescita lenta),
-Aspetto radiologico delle lesioni: per lesioni tumorali siano esse benigne o maligne
possono presentarsi in forme di :
-a margini definiti
-a morso di trama
-a carta geografica
• MISTA
grande importanza assume l'aspetto dell'osso circostante all'aria osteolitica sia per quanto
concerne la zona di confine, sia per gli l'eventuale presenza di osteosclerosi reattiva.
L’osteosclerosi reattiva è in genere tanto più pronunciata quanto più lenta la crescita della
lezione, in linea di principio, la sua assenza tende a rientrare verso la diagnosi di
malignità.
• numero
c) RM: è metodica ormai divenuta indispensabile nella valutazione dei tumori dell'osso.
la RM la tecnica in assoluto più accurata nel delineare l'estensione intra ed extra
ossea della lesione), nonché nell'identificare eventuali skip lesions (lesioni a distanza a
carico del segmento osseo) e l'interessamento articolare.
T1
T2
ITER DIAGNOSTICO TUMORI OSSEI => uguale per tumori benigni e maligni:
TC dell’osso
PET-TC(con mdc)
Se presenta neoplasie primarie maligne in altre sedi facciamo TC total body per ricerca
metastasi. In più scintigrafia o PET-TC con mdc (per lesioni ossee sospette con
metastasi). Il paziente andrà sicuramente in contro a un trattamento radioterapico (non
chirurgico) e la ripetizione dell’esame ci serve poi per capire se la lesione sta rispondendo
al trattamento.
TC total body se presenta neoplasie certe in altre sedi per ricerca metastasi; in più
scintigrafia o PET- TC con mdc (per lesioni ossee sospette con metastasi). Il paziente
andrà sicuramente in contro a un trattamento radioterapico (non chirurgico) e la
ripetizione dell’esame ci serve poi per capire se la lesione sta rispondendo al trattamento.
(dom esame) supponiamo che la lesione sia radiotrasparente con contorni netti, in sede
diafisaria di tibia, quando ci fermiamo all’esame radiologico e quando decidiamo di
confare un altro esame (TC) e perchè lo facciamo? Non ha risposto ma penso che voleva
sapere i criteri di benignita dei tumori
1) Tumori BENIGNI
OSTEOMA:
OSTEOMA OSTEOIDE:
Tipico del giovane (10-20 anni); dolore notturno che si risolve con aspirina (non si usa
nel dolore da osteoblastoma)
OSTEOBLASTOMA
Negli stadi avanzati=> per aumento della attività osteoblastica nell'area osteolitica
comporta la formazione di zone calcificate e ossificate, ed è circondata da osteosclerosi
reattiva
con RX vediamo che assume l’aspetto di un’ escrescenza ossea peduncolata o sessile, a
struttura interna spongiosa, con orletto periferico di compatta in diretta continuità con
quello dell'osso normale. (come se la compatta fosse mantenuta.
CONDROMA
alla TC:
- forma CENTRALE (ENCONDROMA): induce area osteolitica cistica
pseudoloculata delimitata da zolle calcifiche. L’osso è rigonfiato (“a batacchio di
campana”), la compatta assottigliata e possono manifestarsi fratture. NON HA
INTERRUZIONE CORTICALE
- forma PERIFERICA (ECCODROMA): osteolisi a “scodella” da cui diparte
una tumefazione asimmetrica sporgente. HA INTERRUZIONE
CORTICALE
CONDROBLASTOMA
FIBROMA CONDROMIXOIDE:
Composto da istiofibroblasti; tessuto fibroso compatto con poche cell giganti; Colpisce
le metafisi fertili del ginocchio intorno ai 20 anni
ANGIOMA:
Tumore di origine vascolare. Tipico degli adulti. Colpisce tipicamente i corpi vertebrali
e la teca cranica frontale e parietale;
TC:
- Nel corpo vertebrale=> presenta piccole aree osteolitiche (a tarlatura) con strie
verticali di addensamento a palizzata per ipertrofia compensatoria dei fasci
trabecolari residui
- cranio=>presenta uno sfondo osteolitico, spiccano spicolature radiopache a raggiera
LIPOMA (convenzionale non da problemi)
Dovremo usare un’altra sequenza che facciamo è una sequenza T1 soppressione del
grasso Kemical sqift dove in T1 ipointenso (tutti i tipi di grasso anche sottocutaneo)
mentre rimane iperintenso se è sangue.
2) TUMORI MALIGNI.
2. addensante pura
3. mista;
Caratteristiche
Alla TC la forma pura si presenta con lesioni osteolitiche confluenti associate a lesioni
osteosclerotiche; travate calcifiche lineari grossolane “a raggi di sole” o “a denti di
pettine” perpendicolari all'asse osseo; L’osteogenesi sarcomatosa induce la comparsa di
tipiche calcificazioni lineari grossolane (a raggi di sole, a denti di pettine, a cespuglio)
impiantate perpendicolari all'asse osseo;
CONDROSARCOMA:
TC:
-forma PERIFERICA: tumefazione parti molli perché sviluppa ne contesto delle parti
molli, irregolare, fini calcificazioni all’interno del tumore
FIBROSARCOMA:
TC:
-forma CENTRALE: area osteolitica con segni di malignità generici quindi diagnosi
bioptica
-forma PAROSTALE: tumefazione ovalare delle parti molli con piccole calcificazioni
SARCOMA DI EWING
TC: nelle fasi iniziali induce aree osteolitiche multiple a piccoli focolai confluenti.
Nelle fasi avanzate l’osso risulta cancellato (“osso fantasma”);
Quando interessa la compatta, questa può apparite come “a sfoglia di cipolla” per la
progressiva dissociazione lamellare. si associa a osteosclerosi reattiva “a sfoglia di
cipolla”;
PLASMOCITOMA:
da plasmociti midollari. Tipico intorno ai 50-70 anni. Si presenta con dolore osseo e
decadimento condizioni generali
Sindrome BIOLOGICA è caratteristica : iperglobulinemia, proteinuria Bence- Jones,
ipercalcemia con fosfatasi normale
alla TC forma tipica: aree osteolitiche multiple tondeggianti, limiti netti, senza orletto
osteosclerotico; spesso rachide e bacino; simil- osteoporomalacia
- CORDOMA: da residui della notocorda; estremi del rachide (sacro, coccige, base
cranica); osteolitico.
- ADAMANTINOMA OSSEO: tibia; raro; osteolitico, malignità locale, tardivamente
dà metastasi.
METASTASI OSSEE
• Mammella 65%
• Polmone 35%
La diffusione può avvenire più frequentemente per via ematogena, mentre meno
frequenti sono la disseminazione per via linfatica o per contiguità. Gli emboli neoplastici
raggiungono l’osso per via ematica e si insidiano nella spugnosa generando quadri
Osteolitico, osteoblastico, misto
Da un punto di vista radiografico le metastasi possono essere divise in tre categorie, che
DIPENDONO dall'istotipo cellulare del tumore di provenienza:
• osteolitiche: dai carcinomi di mammella, polmone, tiroide, colon
ES: Può succedere che su un pz venga eseguito un esame radiologico per lombosciatalgia
da artrosi e si scopra un'alterazione strutturale di un metamero.
3) Nelle forme miste si apprezza l'irregolare alternanza dei due diversi pattern di
alterazione ossea sopradescritta.
• - nella valutazione della diffusione del mieloma multiplo che (a differenza delle
metastasi di altri tumori) spesso non presenta captazione di radiofarmaco alla
scintigrafia scheletrica e dà manifestazioni radiografiche solo in fase avanzata
• - coste
SURRENE
1. origina dall'aorta
Esso è diviso dal polo superiore del rene da una capsula connettivale che lo circonda. Il
Surrene è composto corticale e midollare:
1) ADENOMA
benigni che non hanno densità paradossa, ma densità francamente solida come
l’adenoma a scarsa componente glicolipica (lipid poor), come distinguerlo allora dalle
metastasi?:
• o screening ormonale:
- sesecernente=chirurgia
• - se non secernente:
• in primis ECO=>
• Massa ipoecogeno:
Con la TC senza mdc tramite ROI DENSITA' PARADOSSA, si vede una lesione di
aspetto solido (isodenso) ma la ROI dice densità liquido, questo perché la ROI fa una
media delle densità, ed è una media misurata tra componente ghiandolare e adiposa
(glicolipidica) che è negativa (-150) per il grasso. Questo è al 100 % un adenoma a
componente glicolipidica. (20-25 indica componente glicolipidica)
a- se ha DENSITA’ PARADOSSA( <10 HU ) = ADENOMA CLASSICO, adenoma
con componente glicolipidica
Non basta andare sempre ad analizzare la densità, ma dobbiamo fare anche lo studio
della VASCOLARIZZAZIONE (TC trifasica o RM con mdc), infatti esistono dei noduli
surrenalici benigni (adenoma) che non hanno più densità paradossa, ma densità
francamente solida, quindi l’adenoma a scarsa componente glicolipica dobbiamo
distinguerlo dalla metastasi.
T1 in fase: considera gli echi sia dell'acqua che del grasso intracellulare T1 fuori fase:
Considera gli echi solo dell’acqua
2) RM con sequenze con mdc per fare dd tra adenoma lipid poor e lesioni non
adenoma (tipo metastasi). Le sequenze in diffusione non ci aiutano percèe sono tutte e
due lesioni proliferanti e avrebbero stesso segnale alle sequenze RM in diffusione.
In T1 devo usare delle sequenze (STIR toglie extra, FAT SAT toglie grasso extra,
CHEMICAL SHIFT intracellulare)
MIELOLIPOMA
RM=> si deve usare una FAT SAT, cioè usiamo delle tecniche di soppressione del
grasso in T1 FAT SAT e il tessuto lipidico passa da iperintenso a ipointenso (STIR2)
ADENOMA:
• RM: Sequenza Chemical Shift: toglie intracellulare: metodica che valuta sequenza
T1 in fase e T1 fuori fase (che esclude il grasso) . (adenoma)
Seve per valutare la componente relativa delle componenti di idrogeno legate all’acqua o
al grasso nei tessuti. i protoni di acqua e trigliceridi risuonano ad una frequenza
leggermente diversa, data, appunto dal chimica shift ( o spostamento chimico).
Usando le sequenze alle diverse fasi (in fase e in opposizione di fase), possiamo vedere il
decadimento dei protoni legati all’acqua e del grasso che avviene con frequenze e
velocita differente risultante in andamento sinusuidale.
CARCINOMA SURRENALICO
TC
La TC, indagine di riferimento, sia per la conferma diagnostica che per il bilancio di
estensione, mostra masse spesso di grandi dimensioni, con aree calcifiche, emorragiche e
necrotiche con segni di invasività locale (VCI e vena renale omolaterale), locoregionale
(linfoadenopatie retroperitoneali) e a distanza (metastasi epatiche o polmonari).
RM
Tale metodica trova indicazione solamente nella stadiazione delle neoplasie maligne
della sfera genitale, con indicazione pressochè esclusiva nella valutazione delle metastasi
linfonodali o viscerali a distanza e nel follow-up post-operatorio. Trova scarsissime
applicazioni sia nella stadiazione locale delle forme maligne sia nelle patologie non
tumorali dove l'US è di solito esaustiva
Non prendere in considerazione la TC perchè NON è utile per definire:
• sede
c) RM
ALTERNATIVA ALLA TC
- nella stadiazione della diffusione a distanza delle neoplasie maligne
MIGLIORE DELLA TC
- Trova indicazione prevalente nella stadiazione locale del carcinoma prostatico. RM=>
info sulle varie regioni anatomiche della ghiandola (regioni Mc Neal);
base
apice,
zona periferica
zona centrale periuretrale
Dato che la distinzione tra un reperto negativo ( assenza di tumore) e un reperto positivo
(presenza di tumore) non è mai assolutamente netta ma possono essere presenti
situazioni intermedie, è stato messo a punto un sistema standardizzato per definire
quanto un determinato referto alla RM sia effettivamente sospetto o meno per essere un
tumore: questo schema di refertazione prende il nome di PI-RADS (“Prostate Imaging
Reporting and Data System”).
Per comprendere a pieno il significato del PI-RADS è necessario soffermarsi su due
argomenti propedeutici:
• i parametri che vengono studiati in corso di RM multiparametrica prostatica
Il valore viene assegnato in base alla probabilità che un reperto sia un tumore maligno
(carcinoma prostatico) e viene calcolato valutando:
In base alla sede anatomica del reperto (zona transizionale o zona periferica) i criteri di
valutazione sono differenti, ma la scala PI-RADS è comune:
CANCRO PROSTATICO
INTRODUZIONE
Colpisce prevalentemente uomini nella VI e VII decade che spesso arrivano alla diagnosi
solo a seguito di esami di screening (esplorazione rettale, dosaggio del PSA e biopsia
ecoguidata), data la paucisintomaticità della malattia nelle fasi precoci. La maggior parte
delle neoplasie (95% adenocarcinomi) origina dalla parte ghiadolare periferica da dove
può diffondere al di fuori della capsula prostatica infiltrando le vescichette seminali o
l'adipe periprostatico. La metastatizzazione è prevalentemente linfonodale
(linfonodi otturatori, iliaci e lomboaortici) ed ossea, con caratteristiche metastasi
osteoaddensanti, localizzate prevalentemente al bacino ed alla colonna vertebrale,
specie al segmento lombo-sacrale. Più rare le metastasi polmonari ed epatiche. La terapia
dipende strettamente dallo stadio della malattia: in caso di neoplasie ancora localizzate in
sede intraprostatica (stadi T1- T2) viene eseguita prostatectomia radicale o brachiterapia
interstizial, mentre negli stadi T3 e T4 vi è prevalente indicazione alla terapia radiante in
associazione alla terapia ormonosoppressiva.
IMAGING
Noi ci eravamo fermati alle sequenze T2 poi ci sono stati avanzamenti tecnologici grazie
all’introduzione:
4. Deve essere eseguito con un alto campo? Alcuni direbbero sì con il 3 tesla non
dobbiamo utilizzare la bobina però l’esame si può fare anche con 1,5 tesla senza
bobina endorettale (ma non è buono). La maggior parte dei centri che hanno 1,5
tesla o non eseguono l’esame perché non hanno la bobina o eseguono l’esame con
la bobina endorettale.
6. la sorveglianza attiva si basa sui risultati delle agobiopsie, cioè la letteratura dice
che dopo una biopsia se viene fuori che il paziente ha un gleason 3+3, la lesione
non viene considerata aggressiva, quindi questo paziente ogni anno deve andare a
ripetere la biopsia, quindi chi ha fatto la biopsia dovrebbe ritornare, ma questo non
è possibile. La biopsia comunque nel 25-30% dei casi sottostima il gleason.
QUINDI LA sorveglianza attiva può essere eseguita con la risonanza? SI
Questi sono pazienti che in genere entrano nell’iter perché hanno un PSA elevato, ma il
PSA non è un antigene specifico del carcinoma della prostata, è un antigene specifico
prostatico. È quindi vero che stiamo valutando pazienti che hanno il PSA alto e
che potrebbero anche non avere il cancro (o viceversa), ma stiamo valutando anche
pazienti che non si capisce perché arrivano a fare la risonanza, quando hanno un PSA
basso l’ecografia transrettale è normale e poi la risonanza magnetica mette in evidenza
lesioni di 3 cm. Lesioni di 3 cm sono lesioni estese, considerando che la prostata ha un
diametro trasverso, quando è normale, di 4 cm.
• 1) PSA elevato
Poi c’è il discorso della biopsia sotto guida ecografica random, vengono eseguiti dai 20 ai
22 prelievi; poi c’è una biopsia di saturazione, cioè si va a prelevare su tutta la ghiandola
fino a 36 prelievi (per cui alcuni dicono che si crea una prostata “a colabrodo”). Il
metodo della biopsia random sotto guida ecografia a mio avviso non è corretto,
perché, come vedete, noi possiamo avere una lesione anteriore GRANDE e una lesione
periferica PICCOLA. Allora se l’ago prende la metà posteriore della ghiandola, può
sottostimare il carcinoma perchè ha prelevato materiale dalla lesione più
• PSA DENSITY: una prostata ingrandita può avere per normalita un PSA
aumentato (non patologico)
(Scialpi) Con un PSA alto (PSA in incremento) non devo fare per forza ECO trasrettale
o altre metodiche di approfondimento perché potrebbe essere semplicemente una
prostatite, quindi devo attendere il secondo PSA. Posso dare al paziente antibiotici per la
prostatite e poi rimisurare il PSA. Dopo il secondo PSA (alto o basso) si decide se
andare avanti negli approfondimenti.
2) la risonanza magnetica identifica le lesioni sospette che devono andare a una biopsia
mirata. Attualmente è possibile utilizzare questa biopsia anche su aree di piccole
dimensioni fondendo le immagini di risonanza magnetica ed ecografia
TC
La TC non viene presa in considerazione, viene usata per stadiazione tumore della
prostata, ma non è utile per definire: sede e l’infiltrazione la capsula: T3-T4=> è un
elemento fondamentale per valutare l'approccio terapeutico (chirurgia o RT)
La risoluzione di contrasto della TC a livello pelvico è scarsa: Non riusciamo a
differenziare la parete del retto dalla zona posteriore della ghiandola prostatica, perché
rappresenta in maniera debole le differenze di densità.
- CASOA
2.a) eco + allora biospia random sotto guida ecografia ANCHE SE COME DETTO
SOPRA NON E’ IL MASSIMO FARE DELLE BIOSPIE RANDOM. SAREBBE
MEGLIO SEMPRE FARE RM PRIMA DELLE BIOPSIE PER FARE UNA COSA
FATTA BENE
2.b) eco - allora RM prima della biopsia per valutare la capsula e valutare una
multifocalità e fare la mappa bioptica
- CASOB
1) paziente PSA elevato e ER negativa allora il tumore potrebbe stare in una sede
scomoda (oppure è piccola) anche per la valutazione ecografica che verosimilmente sarà
negativa
La RM può essere usata prima della biopsia per capire se la les palpabile infiltra la linea
ipointensa della capsula prostatica vera
◦ nel caso in cui non c'è infiltrazione, il pz è operabile.
◦ Se c'è invece discontinuità, la les non è operabile → RT.
3. RM NELLA PROSTATA
Nel caso in cui alla eco si veda, in ogni caso dovremo fare riferimento alla RM perché il
tumore è comunque multifocale (80% casi).
La risonanza serve per la stadiazione, il follow up post trattamento e per quei pazienti
che prima andavano a fare biopsie ogni anno, anche se questi non hanno una diagnosi,
hanno una lesione piccola e possiamo controllarli con la risonanza magnetica senza
mandarli alla biopsia.
• se esiste un clivaggio con la parete del retto (si identifica il lume e la parete del
retto che è clivata dalla capsula prostatica)
• SEQUENZE IN DIFFUSIONE
La risonanza serve:
1) per la stadiazione,
TC O RM che consente di
Il follow up post trattamento CON RM CON BOBINA è riservato a quei pazienti che
prima andavano a fare biopsie ogni anno. Magari questi pz hanno una lesione
piccola e possiamo seguirli con la risonanza magnetica senza mandarli alla
biopsia. Come sapete le lesione recidivanti sono piccole quindi con la bobina
aumentiamo la risoluzione spaziale e abbiamo la possibilità di identificare piccole lesioni
quando c’è il sospetto di recidiva.
Non vi soffermate sui Tesla, ma sulla risoluzione di questi due esami, cioè noi riusciamo
ad ottenere un esame di qualità diagnostica, distinguendo tutte le strutture (zona
periferica, capsula vera, pseudocapsula ecc...) sia con 3 tesla che con 1,5 tesla. Le
immagini T2 pesate non servono per identificare aree sospette, perché l’area sospetta la
estrapoliamo con un imaging non morfologico.
Questa che vedete è la segmentazione proposta dalla società americana a 16 settori; oggi
facciamo riferimento a quella a 39 segmenti. Non facciamo riferimento neanche
all’imaging con il mezzo di contrasto perché anche il tessuto normale prende il
mezzo di contrasto e quindi le sequenze che leggono il contrasto non le
utilizziamo, ma utilizziamo le sequenze morfologiche e le sequenze che valutano
funzionalmente la prostata sulla base della diffusività delle molecole di acqua. Questa è
una sequenza T2 pesata, però non ci dice dove può essere la lesione, se la lesione è
questa, questa o questa. Invece con le sequenze di diffusione riusciamo a dimostrare la
parte della ghiandola dove c’è un tessuto ipercellulare solido e a confermarlo con la
mappa del coefficiente di cut-off. Questo è l’attuale esame, che dura 15 minuti, costa
poco e lo utilizziamo per inviare il paziente a fare la biopsia guidata.
Come facciamo a fare diagnosi tumore? (DIAGNOSI è BIOPTICA)
SOLO CON L’RM CON SEQUENZE T2 come detto sopra riusciamo ad avere
informazioni sulle regioni di Mc Neal e solo con RM possiamo fare riferimento al
volume ghiandolare. E’ un imaging multi planare (t2 che ci dà contemporaneamente
una proiezione sul piano assiale, sagittale e coronale) che misura i diametri della
ghiandola e fornisce al clinico l’esatto volume della ghiandola. Questo è importante
perché nei pz con ipertrofia adenomatosa che vengono sottoposti a terapia, possiamo
valutare l’effetto della terapia in termini di riduzione volumetrica della ghiandola. Ricorda
che l’ipertrofia adenomatosa, determina un aumento di volume del terzo lobo e solleva la
vescica
IL SANGUE PUO’ LIMITARE I RISULTATI DELL’RM. La RM veniva indicata dopo
la biopsia, ma non era corretto perché noi potremmo avere il carcinoma che viene
confuso con aree sanguinanti a causa della biopsia
Il nostro intento non è dire al clinico : “La lesione non è un cancro “ perché la
diagnosi è istologica!!!
Noi dobbiamo creare una mappa, che diamo al clinico. Il clinico in base alla mappatura
decide quelle che sono le aree dove deve andare a mirare la biopsia
(che va fatta sotto guida ecografica). Ricorda che ci sono spesso carcinomi multifocali
che all’ecografia vengono visti come unifocali
RECAP RM
Per tornare a quello che dicevo prima, i quesiti erano 5, possiamo rispondere:
1. la diagnosi è istologica, quindi la risonanza non si esegue per lnatura delle lesioni;
2. possibilmente deve essere eseguita prima della biopsia perché dopo la biopsia ci
sono aree di sanguinamento che rendono difficile l’interpretazione della risonanza
magnetica, ma in questo momento stiamo eseguendo la risonanza magnetica in
pazienti (la maggior parte) che non hanno diagnosi, che hanno eseguito fino a 7
biopsie random. Questi sono pazienti che devono venire a fare la risonanza
almeno dopo 3 mesi, altrimenti la componente ematica la rende impossibile.
4. è biparametrico e vale anche per altri distretti, ad esempio addome superiore per
lo studio del pancreas, oppure per l’utero e gli annessi.
5. Serve per identificare dei sospetti che non vanno alla biopsia random. La
risonanza magnetica potenzialmente vale per quei pazienti che non vogliono
andare alla biopsia e posso controllare la mia area sospetta in rapporto al PSA con
la risonanza
N.B: Il nostro intento non è dire al clinico : “La lesione non è un cancro “ perché la
diagnosi è istologica. Il compito del radiologo è creare una mappatura della ghiandola,
che diamo al clinico che in base alla mappatura decide quelle che sono le aree dove deve
andare a mirare la biopsia (che però va fatta sotto guida ecografica) e la risonanza può
vedere quello che non vede l’ecografia.
Biopsia a sestante o random o multiple (20-22 prelievi) che però valuta difficilmente la
zona anteriore cioè periuretrale centrale, meglio la biopsia di saturazione 36 prelievi
(secondo scialpi èmeglio). Si sta proponendo un imaging di fusione imaging di
FUSIONE ECO con RM cioè cd-rom con immagini RM inserito nell'ecografo che ci
consente di fare biopsia mirata. (perché la sola ECO ha dei limiti)
La TRATTOGRAFIA è una tecnica in RM che valuta alterazioni funzionali dopo
prostatectomia. Va ha che ricostruisce (in RM) nei vari piani dello spazio dei fasci: i vari
fasci nervosi. Abbiamo visto dei fasci che delle ricostruzioni delle fibre nervose che a
livello della prostatectomia si interrompono e spiegano come vanno incontro ad
alterazioni funzionali del paziente. Finora abbiamo visto quali sono le possibilità della
RM ma la diagnosi è istopatologica.
Glison score: Viene calcolato in base in base a quello che vede l’anatomo patologo, dopo
aver fatto una biopsia.
CAPITOLO 18
COLLO
Distretto complesso per le varie componenti presenti: liquidi, sangue, cartilaigini, osso
etc.
LN (circa 600 nel collo); quindi=> parte latero-cervicale del collo=>esame di primo
livello.
TC=> risoluzione di contrasto più bassa rispetto alla RM; è quindi usata per
stadiazione di neoplasie;
sede lesione
quesito clinico
collaborazione del pz
NB parlando di TC =>
studio laringe: piano deve essere parallelo alle corde vocali;
studio rinofaringe: piani assiali al palato duro, così da poter sfruttare queste acquisizioni
assiali su piani coronali
Ci sono dei possibili artefatti da considerare: deglutizione, protesi dentarie. Mantenere il
PITCH sempre prossimo a 1 cioè che il tavolo si muove esattamente per un tratto
pari allo spessore dello strato in una sola rotazione. Se faccio scorrere il tavolo più
velocemente = raddoppio del pitch: esposizione pz per un tempo minore.
Il collo è diviso dal punto di vista clinico-radiologico in spazi: 1. SOVRAJOIDEO
2. SOTTOJOIDEO
triangoli: (divisi dal muscolo sternocleidomastoideo
1. ANTERIORE 2. POSTERIORE
1) ECO
2) RM (stadiazione loco-regionale=> T e N) 3) TC (stadiazione soprattutto M).
• morfologico T2
• vascolarizzazione mdc
B) Tiroide
Struttura anatomica superficiale =>
studiabile con ECO: mette in evidenza anche piccole lesioni intraghiandolari, definire
aspetto solido-liquido, ruolo rafforzato con mdc.
C) LINFONODI COLLO
Linfonodi del collo sono circa 600, soprattutto superficiali quindi studiabili con
ECO.
NEL COLLO valore soglia (diametro o asse corto) 5mm. Sopra a 5 mm alta
probabilità che sia neoplastico: (altri distretti : valore soglia = 10mm). Si considera
diametro LN tondeggiante
• Ecostruttura
• Forma rotondo è generalmente maligno
• Vascolarizzazione,
- se riceve sangue solo dalla porzione ilare (arborizzazione) è normale - se invece
avremmo dei punti di vascolarizzazione aberrante o rami
tozzi, tronchi (saranno anormali? Lui si interrompe a tronchi)
• Sequenza RM in DWI ---> sono masse molto chiare (iperintense) quando sono
neoplastici
I linfonodi del collo vengono suddivisi in sette livelli in base a considerazioni di tipo
anatomo-funzionale, in quanto è dimostrato che il drenaggio linfatico dei differenti
distretti cervico-facciali segue vie di diffusione elettive. La classificazione in livelli è
necessaria ai fini della pianificazione terapeutica, (scelta del planning radio-terapico o del
tipo di svuotamento laterocervicale) ed assume un importante significato prognostico.
Tale classificazione non contempla i linfonodi delle catene retro e laterofaringee.
3) Struttura:
- I linfonodi metastatici o linfomatosi appaiono ipoecogeni all'US e ipodensi alla TC,
con soppressione del grasso e possono mostrare un'intensa captazione del gadolinio.
La
essere simili a quelli del linfonodo flogistico. La necrosi è frequente anche nei linfomi
che insorgono in corso di sindrome da HIV mentre è rara nei linfomi di Hodgkin e non-
Hodgkin.
- Linfonodi flogistici. La necrosi, si può osservare anche nei linfonodi flogistici e non è
distinguibile da quella neoplastica.
A C C U R A T E Z Z A D E L L E VA R I E T E C N I C H E D I I M A G I N
NELL’IDENTIFICARE UN LINFONODO COME NEOPLASTICO
- l’accuratezza diagnostica della TC e della RM è di circa l'80%, con lieve superiorità
della RM eseguita con mezzi di contrasto specifici, contenenti ossido di ferro, o con le
tecniche di diffusione.
- L’accuratezza diagnostica dell'US, pari al 70-80%, aumenta con l'impiego del color-
power-Doppler e raggiunge il 95% quando si associa il prelievo citologico.
SNC
A) ENCEFALO.
• Ischemia: non è possibile vederla con la TC fino a 24h dall'evento, a meno che
non si tratti di infarto emorragico.
ISCHEMIA
TC
- in fase ACUTA=> negativa (al max, l’unico segno potrebbe essere il rilevamento di
una iperdensità lungo il decorso del vaso occluso); Mentre dopo 24h è positiva;
presenta ipodensità a margini regolari a triangolo (tessuto morto / infiammato); è
importante andare a valutare l’effetto massa dato dall’edema.
- in fase SUBACUTA=> rottura barriera emato-encefalica con emorragia (infarto
rosso): aspetto ipodenso per sofferenza delle cellule; (edema e colliquazione
parenchimale)
- TC in fase CRONICA=> TC è molto sensibile; riconosce due condizioni evolutive:
RM
in fase ACUTA, grazie alle sequenze DWI, è in grado di individuare l’edema citotossico
già dopo 2h dall’evento infartuale (mentre le sequenze T2 pesate a distanza di almeno
8h)
EMORRAGIA INTRAPARENCHIMALE
=> più frequente: arteria cerebrale MEDIA; valutare dato clinico del pz;
TC
RM
In acuto non effettuiamo la RM, perché potrebbe non evidenziare minime quote di
emorragia subaracnoidea, in urgenza eseguiamo sempre una TC. Differentemente dalle
TC, le RM non sono allocate nei dipartimenti di emergenza e accettazione.
TRAUMI CEREBRALI
Ematomi epidurali: raccolta tra la tavolato interno e la dura madre per rottuare della
meningea media. Alla TC assume l’aspetto di un’area iperdensa ad aspetto di lente
bicovessa che comprime la corteccia celebrale.
lentiformi; in acuto sono disomogeneamente iperdensi (CONVESSITA’ INTERNA)->
da operare.
Vantaggi TAC:
• sanguinamenti minori
svantaggi TAC:
TUMORI ENDOCRANICI
T. fibrocollagene
lesione dopo mdc → intenso enhancement + segno della coda → meningioma (segno
della coda durale: area curvilinea di aumento di intensità a partire dal margine del tumore
lungo la faccia durale)
B) RACHIDE
Visibile con TC e RM; tutto dipende da quello che vogliamo andare a vedere TC=>
vede le vertebre
RM=> vede il contenuto del canale vertebrale (midollo spinale), radici posteriori e
dischi intervertebrali.
NB esame ideale per lo studio del rachide cervicale è rappresentato dalla RM, non per
l'osso in cui si fa riferimento a RX e TC.
L’indagine RX viene fatta nelle due incidenze standard che però non riescono ad
individuare la porzione più craniale (c1 e c2) e la parte distale (c7 e t1)=> potremmo
omettere una frattura della base del dente dell’epistrofeo, allora cosa facciamo? Facciamo
anche un esame particolareggiato, a bocca aperta, per il dente dell’epistrofeo, e uno in
proiezione obliqua dx e sx per mettere in evidenza i forami di coniugazione.
Con TC: diagnosi di frattura sulla base dell'evidenza di una rima o la riduzione in altezza
del corpo vertebrale;
Classificazione traumi vertebrali in vista dell’eventualità chirurgica=> tramite RM
con valutazione del COMPLESSO LIGAMENTOSO POSTERIORE: complesso
interspinoso e legamento sovraspinoso.
In più con RM=> valutazione se frattura è recente o meno con valutazione di frattura
intraspongiosa e stato dei legamenti interspinosi.