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Facoltà di Ingegneria

Università degli Studi di Firenze


Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni

Immagini Mediche

Appunti di Medicina Nucleare

C.d.L. MAGISTRALE
INGEGNERIA BIOMEDICA

Prof. Maurizio Baroni


Dipartimento di Elettronica e Telecomunicazioni
IMMAGINI RADIOISOTOPICHE
(Bioimmagini Cap. 7)
Tecnica di imaging attivo che usa sostanze radioattive come :
• indicatori ( per studi morfologici )
• traccianti ( per studi funzionali)
Si formano immagini di transito e/o accumulo
(regioni “fredde” o “calde”).
Medicina nucleare : a scopo terapeutico (dal 1946) o diagnostico (1970),
introduce farmaci radioattivi nel corpo dei pazienti,
per iniezione, inalazione o ingestione.
Prima applicazione: Iodio radioattivo e studio di Tiroide.
Impulso decisivo: realizzazione di generatore di 99m
Tc , economico,
producibile in loco (99Mo42 99mTc4399Tc43 + )
emittente (140keV), T1/2 = 6 ore, marcatore di molte sostanze.
Caratteristiche e differenze di MN rispetto alla Radiologia:
• Imaging attivo invece di passivo
• Immagini funzionali piuttosto che anatomiche.
• Irraggiamento continua dopo esame (emivita o eliminazione metabolica)
• Non è nota la posizione della sorgente di energia, anzi occorre
misurarne la distribuzione spazio-temporale nel bersaglio.
 L’attenuazione è un disturbo.
• In RX: basso C per piccole differenze di attenuazione dei vari tessuti
 dosi più alte per avere SNR accettabile.
In MN: alto C per la localizzazione selettiva del radiofarmaco
ma basso SNR per la dose bassa.
• Raggi X: flussi fotonici intensi , statistica alta
dettagli , rivelatori a integrazione.
MN: flussi fotonici bassi  rivelatori a conteggio diretto dei fotoni.
• RX: alta risoluzione spaziale. MN: bassa risoluzione spaziale.
SORGENTE : radiofarmaci
Sono farmaci marcati con radioisotopi, ottenuti legando alle molecole
biologiche altre molecole emittenti raggi gamma o positroni.
Si comportano come le molecole naturali presenti nel corpo ma
consentono di seguire il loro percorso dall’esterno.

Requisiti per i radiofarmaci


• Tollerabilità dal punto di vista farmacologico e dosimetrico (emivita)
e senza perturbare il sistema studiato (nanogrammi).
• Selettività di localizzazione.
• Flusso fotonico adeguato ad una buona statistica di rivelazione.
• Energia di emissione ( 80 …. 300 keV) e fotoni mononergetici.
• Bassa attenuazione nei tessuti molli0.18 > 0.039 cm-1
• Produzione semplice in ambiente ospedaliero.
Radiofarmaci -emittenti:
•Perfusione/metabolismo di cervello o cuore
•Rilevazione neoplasie Radiofarmaci +-emittenti
Radioisotopo Energia(keV) Emivita (ore) da generare in loco
usati per PET
Radioisotopo Emivita
99m
Tc 140 6. (minuti)
123
I 159 13.3
131
I 364 192. 15
O 2.1
113m
In 393 1.7 11
C 20.4
67
Ga 93 77.
111m
In 170 70. Ga
68
68
201
Tl 167 73. 18
F 110
133
Xe 80 15.1
13
N 10
198
Au 411 40.
COLLIMAZIONE
La radiazione è emessa in tutte le direzioni 
per misurarne la distribuzione spazio-temporale e formare un’immagine
occorre selezionarla in direzione, tramite collimatori=anelli di Pb o Tg:
a unico foro (pin-hole) oppure
a fori multipli (divergenti, convergenti o paralleli).

I fotoni non possono essere deviati


né da lenti ottiche (lunghezza d’onda troppo piccola)
né da campi elettrici o magnetici (assenza di carica elettrica)
–  focalizzazione per assorbimento.
L’efficienza di collimazione c è bassissima (< 0.1 %), dipende da:
a) distanza dalla sorgente, b) direzione considerata
c) area proiettata sul rivelatore.
Cambiando la geometria del collimatore cambiano, in modo inverso,
la risoluzione in ampiezza e quella spaziale (Rc):
si possono così realizzare vari compromessi a seconda dell'applicazione.
Il collimatore pin-hole focalizza a breve distanza
 adatto per organi piccoli.
Il collimatore a fori paralleli
(fuoco all’infinito) è il più diffuso: t
solo i fotoni normali al cristallo
possono essere rivelati.
Ingrandimento unitario.
Rc k1 d / ( z L )
c = [k2 d2 / L(d+t)]2
RIVELAZIONE
Per misurare la radioattività si possono usare:
• sensori chimici
• camere a ionizzazione di gas
• cristalli a semiconduttore
• cristalli scintillatori, i più utilizzati in MN ( “scintigrafie”):
alto  (= alta probabilità), ri-emettono luce violetta proporzionale
all’energia assorbita  conteggio fotoni e stima loro energia.
Densità Zeq T decad luce
(g.cm-3) (ns) (nm)
NaI 3.67 50 230 410

BGO 7.13 74 300 480

BaF2 4.89 54 0.7 200

Ioduro di Sodio NaI (Tl) (monocristallo) è il più usato:


buona efficienza ( 13%) di rivelazione (50..200keV),
20-30 fotoni luce/keV,  2.2 (90% dei fotoni assorbiti in 1 cm).
Lo spessore del cristallo influenza in modo opposto:
- la risoluzione spaziale: spessore maggiore,
risoluzione minore per
localizzazione imprecisa.
- l’efficienza di rivelazione: spessore maggiore,
più fotoni sono rivelati.
I cristalli scintillatori sono accoppiati a fotodiodi o
a tubi fotomoltiplicatori (trasduzione fotoelettrica).

Rivelatore singolo
Apparecchiature per ottenere un’immagine scintigrafica:

scanner : adatto per immagini statiche


rivelatore singolo montato su struttura meccanica di scansione
(tempi di acquisizione dell’ordine del minuto,
campo inquadrato: whole body).

gamma camera : adatta anche per immagini dinamiche

multicristallo : l'uscita di ogni rivelatore è la somma del numero


di fotoni di una cella di risoluzione (obsoleta).

cristallo unico e vari fotomoltiplicatori (camera di Anger):


calcola la posizione di ogni rivelazione,
misurando il suo contributo visto da un
certo numero di fotomoltiplicatori.
Schema a blocchi della Gamma Camera

NaI (Tl): dimensioni circolari


o rettangolari (fino a 50 cm),
spessore da 6 a 12 mm.
Funzionamento della gamma camera
Ogni fotone gamma rivelato in un punto x, y del cristallo
 scintilla composta da molti fotoni luce 
rivelati da tutti i foto-moltiplicatori in proporzione alla loro vicinanza.

cristallo

Tubi fotomoltiplicatori
PMT

 Stima (x^,y^) della posizione del punto di interazione


dalla somma con pesi opportuni (xi, yi) dei conteggi Mi di ogni
singolo fotomoltiplicatore:
x^ = i xi Mi / i xi , y^ = j yj Mj / j yj
Nella realizzazione pratica,
le uscite di tutti i PMT sono inviate
a una rete di resistori (o di capacitori)
che “pesano” l’ampiezza dei segnali
 coordinate x^ e y^
sotto forma di due coppie
X+ , X - e Y+ , Y-.
 x = (X+ - X - )/z , y = ( Y+ - Y-)/z
con z = somma di uscite di tutti i PMT.

Segnali di coordinata x,y e di energia z


 punto luminoso di monitor analogico a memoria;
 digitalizzati da convertitori A/N
insieme a segnali temporali (es. ECG)
per essere acquisiti da un calcolatore.
Acquisizione col calcolatore in base a due possibili modalità:
(a) Nel "frame mode" si prefissa la matrice e si incrementa il pixel.

(b) Nel "list mode" i campioni sono acquisiti in ordine,


alla fine si ricostruisce l'immagine (o la sequenza di immagini),
scegliendo la matrice (e il periodo T)
in base all’applicazione (campo inquadrato, fenomeno dinamico….).

La matrice dipende anche dalla dose e dal numero di PMT.


Tipicamente con 81 fotomoltiplicatori si hanno matrici 128x128.

Per immagini statiche con oltre 100 PMT si arriva anche a 256 o 512.
Picco principale

Fotoni secondari dal collimatore

Fotoni secondari dal cristallo


Segnale z è proporzionale a intensità della luce prodotta nel cristallo
 a energia del fotone 
 Un circuito comparatore di ampiezzascarta i fotoni con energia
al di fuori di un certo intervallo:
i valori inferiori corrispondono probabilmente a fotoni diffusi,
quelli superiori a eventi multipli (due o più fotoni contemporanei).
In questo modo si separano anche due radio-isotopi diversi:
Es. una immagine al 99mTc (140 keV) e una al 201Tl (167 keV).
Prestazioni della gamma-camera
Risoluzione temporale ottima: tempo morto 1.5 – 3 s
(tempo risposta cristallo 230 ns, ma ci sono le capacità parassite)
 matrici 128x128 almeno 20 al secondo  anche studi cardiaci.

Risoluzione spaziale modesta:


La risoluzione spaziale intrinseca di gamma camera dipende:
• dalla precisione del calcolo di posizione
• dall’errore sul conteggio dei fotoni luce.
Risoluzione intrinseca Ri : 3 – 5 mm
Risoluzione complessiva (con collimatore) Rtot = ( Ri2 + RC2) 1 cm

SNR: modesto (dose limitata).

Contrasto: elevato (se buona localizzazione del radiofarmaco).

FOV: 40 o 50 cm.
Scintigrafie polmonari

Tracciante ematico di perfusione

Tracciante inalato di ventilazione


Scintigrafia della tiroide
Confronto tra due radioisotopi
Scintigrafie cardiache
Patologia di un’arteria coronaria: difetto di perfusione sotto sforzo
Scintigrafie
scheletriche

Normale

Con metastasi
Tomografia ad emissione di fotoni
Immagini scintigrafiche (con una gamma-camera):
rappresentazioni 2D di strutture 3D rese radioattive
 inconvenienti di mascheramento, come in radiografia proiettiva.
Tecniche tomografiche  immagini 2D di sezioni del paziente.
Le radiazioni emesse devono essere campionate da diverse posizioni
attorno al corpo, selezionando il contributo della sezione desiderata.
Dai profili ottenuti a diversi angoli (~ profili di densità utilizzati in CT)
si ricostruisce l’immagine tomografica, mediante appositi algoritmi.
Migliora localizzazione e separazione di organi, peggiora risoluzione.

Due tecniche possibili:


1) SPECT ( tomografia ad emissione di fotone singolo)
utilizza radiofarmaci che emettono un solo fotone ;
2) PET (tomografia ad emissione di positroni)
utilizza radiofarmaci che generano coppie di fotoni a 180º.
1) SPECT, Tomografia ad emissione di fotone singolo

È il sistema tomografico più diffuso in medicina nucleare:


consiste di una gamma-camera, con collimatore a fori paralleli,
rotante a 360º attorno al paziente, che acquisisce proiezioni della
distribuzione 3D del radiofarmaco, riprese da diverse posizioni angolari
(campionamento angolare).
Per ciascuna proiezione angolare
si ha una matrice, le cui colonne
sono i profili di radioattività
(campionamento lineare)
e le cui righe sono relative
alle diverse sezioni o fette.
numero righe = numero fette

righe
Ogni elemento della riga contiene il numero di fotoni pervenuto al
corrispondente pixel attraverso il collimatore
(integrale di linea, analogo al profilo di densità della TAC).
Al termine della rotazione sono disponibili i dati del campionamento
angolare e lineare che consentono la ricostruzione della sezione.
La risoluzione spaziale di ogni fetta è determinata dal collimatore,
dal numero di posizioni angolari e dal n. di colonne della matrice :
> 1 cm , dipendente dal radioisotopo (16-18 mm Tl, 13 mm Tc).

Studio SPECT:
64 proiezioni (5.6º), matrici 128x128, 3.2 mm per pixel e per fetta.
Evoluzione tecnologica: teste multiple (es. 2  camere)
per aumentare efficienza di conteggio e diminuire tempi di acquisizione.

Applicazioni SPECT: perfusione cerebrale o miocardia,


funzione renale, ventilazione e perfusione polmonare, rilevazione tumori.
Correzione dell’attenuazione fotonica

Necessaria per i differenti spessori di differenti tessuti


(flusso fotonico di 99mTc dimezzato da 4 cm di tessuto molle).

Distretti vicino al centro del corpo distano > 8 cm dalla camera


rispetto a quelli superficiali diverso assorbimento dei fotoni
correzioni via software (algoritmo di retroproiezione filtrata)
più o meno efficaci.

Ad esempio nella SPECT cardiaca:


Correzione perfetta ostacolata da tessuti di diversa densità presenti
nel torace, come polmoni, muscoli, ossa.
2) PET, Tomografia ad emissione di positroni

Ogni positrone (particella di anti-materia, m=, qe opposta),


emesso da un radiofarmaco +-emittente, si annichila con un elettrone,
trasformandosi in una coppia di fotoni 

• a 511 KeV (conservazione di energia equivalente alla massa di + e - : E = me c2).


• che si propagano a 180° (per la conservazione della quantità di moto).
I radioisotopi emittenti positroni hanno emivita breve ( ~ minuti):
• devono essere prodotti in loco (ciclotrone)
• bassa dose erogata al paziente
• rapido decadimento adeguato alla dinamica dei processi metabolici

Si tratta di radioisotopi di O, C, N, F  marcano tutte le biomolecole


 traccianti radioattivi fisiologici  processi biochimici visti da esterno
stima quantitativa dei parametri funzionali.
La PET fornisce informazioni altrimenti non ottenibili in altro modo.
Tomografo PET
anello di sensori BGO (anche multiplo)
+ rivelatori di coincidenza.

• Rileva due fotoni contemporanei


(entro intervallo di coincidenza t)
• Individua la linea cui appartiene
il punto dell’evento
collimazione elettronica.

t ~ 4 ns
Il numero di coppie di fotoni rivelati per ogni retta
dà il profilo di radioattività per quel campionamento angolare 
Immagine tomografica è ricostruita con lo stesso algoritmo di TAC
e SPECT (retroproiezione filtrata).

Con più anelli di rivelatori si ha una rappresentazione 3D.

Efficienza di rivelazione: da 10 a 100 volte > di quella di una -camera,


per l’assenza del collimatore meccanico migliore statistica.

Risoluzione spaziale e spessore della sezione 5 mm a causa di:


• percorso (non noto) del positrone
• spessore finito dei cristalli rivelatori.

Non è possibile scartare la radiazione diffusa perché


la perdita di energia è troppo piccola (in percentuale)
e rientra nella tolleranza energetica del rivelatore.
PET con misura del tempo di volo:

ricostruzione basata sulla differenza dei tempi di arrivo


dei due fotoni nei rivelatori.

• Finestra temporale di coincidenza: da 4 a 10 ns


• Velocità fotoni30 cm/ns

 indeterminazione del punto dell’evento sulla retta.

Si potrebbe ricorrere ai rivelatori di BaF2


che hanno una costante di decadimento inferiore al ns

 localizzazione a meno di qualche centimetro

 solo allo stato sperimentale.


Applicazioni cliniche della PET

Fluorodesossiglucosio (FDG) mima comportamento metabolico


di glucosio e ossigeno e si distribuisce nel corpo in 40 minuti 
si accumula dove consumo maggiore,evidenziando differenze regionali.
Cardiologia: patologie coronariche,valutazione miocardio per trapianto.
Neurologia:
• Studio di epilessia, morbo di Alzheimer e di Parkinson.
• Evidenziare attività di neurotrasmettitori (dopamina, serotonina)
non rilevabile, per la bassa concentrazione, con tecniche di MR.
Oncologia:
• individuazione e stadiazione di tumori;
• discriminazione di malignità o benignità di lesioni;
• rilevazioni di metastasi lontane dal tumore primario

Alto costo della tecnica: radiofarmacia in loco, sofisticata elettronica,


personale specializzato scarsa diffusione (circa 10 in Italia).

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