r
Figura 1
Le presenti dispense sono state scritte sulla base delle lezioni del professor Battistelli seguendo la guida della lezione
”resume”, nella quale c’è la lista di argomenti da sapere per l’esame orale. Per mancanza di tempo nella stesura, sono
state omesse le prime lezioni, riguardanti i portatori di informazione astrofisica, le osservabili astrofisiche, i cenni
di ottica e polarizzazione e la prima lezione sui telescopi ed è stata omessa anche tutta la parte riguardante la
criogenia. Sono comunque però argomenti da sapere per l’orale. Tutti i paragrafi che compaiono tra due barre rosse sono
dimostrazioni che il professore chiede all’esame.
1
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 2
13.2.3 X-ray . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25
13.3 Interferometri . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26
13.3.1 Interferometri nel mondo . . . . . . . 26
14 Capitolo ⌦: Esperienze 26
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 4
Antitrasformata:
Z 1 Figura 2
1
f (t) = g(!)ej!t d! (1)
2⇡ 1 Segnale digitale: è un tipo di segnale che varia con
Trasformata: discontinuità in modo quantizzato, all’interno dei suoi N
Z possibili valori. Esso è un numero binario, ovvero una
1
g(!) = f (t)e j!t
dt (2) sequenza di 0 e di 1.
1
Vantaggi di un segnale digitale:
Quindi g(!) è la trasformata di Fourier della funzione f(t),
ovvero il suo spettro. • Ha la possibilità di rigettare i disturbi
• Può essere elaborato più facilmente (su un segnale
4.2 Linee di trasmissione analogico si possono fare poche operazioni)
Per trasportare in modo controllato segnali a frequenze • Può essere registrato in maniera fedele (per i segna-
molto altre o per distanze molto lunghe, si utilizza una li analogici si usano tecniche come nastri magnetici o
linea di trasmissione è composta da due * co↵ co↵ registratori a carta)
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 5
1
f0 = (4)
t
Dove il passo di campionamento t altro non è che l’inter-
vallo di tempo che trascorre tra la presa di un dato e quello
successivo. Figura 4: Rappresentazione del fenomeno di Aliasing
La trasformata del segnale invece è: Drogando opportunamente si possono ottenere semicon-
Z 1 duttori portatori di carica quasi esclusivamente positivi (p)
X(f ) = x(t)e i2⇡f t dt (12) o negativi (n).
1
5.3.1 Raddrizzatore
5.3.2 LED
Sono giunzioni p-n che, se polarizzati direttamente,
trasformano l’energia immagazzinata in ricombinazione
elettroni-lacuna con conseguente emissione di fotoni.
5.3.3 Fotodiodo
E’ una giunzione p-n inversamente polarizzata che converte
fotoni in corrente per mezzo di un processo di ionizzazione
di legame, creando una coppia elettrone-lacuna. Il campo
Figura 6: Polarizzazione inversa a sinistra e polarizzazione elettrico inverso porta via questa coppia e per compensare
diretta a destra tale perdita si instaura una corrente. Si osserva che anche
in assenza di luce si instaura una corrente, definita corrente
di dark.
una giunzione p-n costituita da semiconduttori, come il
Silicio. 5.3.4 Fotomoltiplicatore
6 Capitolo VI: Modulazione e De- 6.2 Estrazione del segnale dal rumore
modulazione 6.2.1 Filtri
6.1 Rumore Si possono costruire filtri passa alto, passa basso e passa ban-
da, che nello spazio di Fourier permettono di filtrare alcune
Il rumore è generato da fluttuazioni spontanee di quantità frequenze e farne passare altre.
microscopiche spesso legate all’agitazione termica. Tipica-
mente è una quantità a media nulla di cui è utile studiare la
6.2.2 Amplificatori
distribuzione di probabilità e capire come ridurne gli e↵etti.
Un segnale astrofisico viene prima rilevato da un rivelatore,
Tipi di Rumore: poi trasdotto ed eventualmente filtrato o amplificato se
troppo debole. Se il rumore del rivelatore è basso, serve
• Rumore Johnson: fluttuazioni delle cariche elettri- stare attenti a non degradare il segnale per e↵etto dell’am-
che di un conduttore. È legato alla temperatura e alla plificazione.
resistenza elettrica del conduttore. Tanto maggiore è la
resistenza e tanto minore sarà il rumore. Lo si usa per Gli amplificatori si basano sull’utilizzo dei transistor
calcolare la costante di Boltzmann. (giunzioni p n p) che si occupano di filtrare ed am-
plificare un segnale ricevuto e trasformato in segnale
• Rumore di Temperatura: variazione delle caratteri- elettrico dal ricettore (ad esempio un fotodiodo) che riceve
stiche e dei parametri di uno strumento di misura con l’informazione. È necessario far sı̀ che non si amplifichi
la temperatura a causa delle sue variazioni istantanee e anche il rumore del segnale perchè se ciò accadesse, non ci
a lugo termine (rumore ”bianco” piatto. Fig.8). sarebbe alcun guadagno * co↵ co↵ * in termini di rapporto
S
segnale-rumore N .
• Shot Noise: rumore dovuto al fatto che i portatori di
cariche sono particelle e non un fluido continuo. Gli amplificatori integrati sono una collezione di molti
transistor in un unico chip.
• Rumore 1/f: lo si ottiene quando un segnale astro-
fisico viene rivelato da un ricevitore combinazione di
diversi strumenti con costanti di tempo diverse. 6.2.3 Modulazione
Prima di amplificare posso aggiungere una modulazione.
• Rumore di origine fondamentale: deriva dall’ap-
plicazione del Principio di indeterminazione di Heisen- Un amplificatore in DC ha problemi di stabilità, guada-
berg, per il quale o riveli la fase, o riveli l’energia del gno, o↵set e di rumore f1 . Questo si deve al fatto che la sua
segnale. stabilità dipende dal tempo e va perciò trovato il modo di
trasportare il segnale ad alte frequenze e poi amplificarlo.
• Rumore fotonico: shot noise per i fotoni. Legato ai
fotoni che arrivano con tempi casuali. Aumenta con Per ridurre gli e↵etti del rumore amplificato si usa la
l’incremento della potenza incidente. modulazione, che consiste nell’interrompere periodica-
mente il segnale in ingresso trasformandolo da DC ad AC
onda quadra. L’interruzione del segnale può avvenire sia
interrompendo l’emissione della sorgente che frapponendo
un’ostruzione tra sorgente e rivelatore (chopper).
Visto che la frequenza di modulazione è stata introdotta Dalle proprietà delle somme e di↵erenze di coseni
artificialmente posso filtrare il segnale intorno ad essa e abbiamo che il lock-in produce:
guadagnare in termini di S/N perchè posso amplificare il
segnale unicamente su tale frequenza. Cosı̀ posso scegliere ⌫p (t) = s(t) · r(t) (19)
di amplificare il segnale, ad esempio, lontano dal ginocchio = Vr Vs cos(!s + !r )t + 's + 'r (20)
del rumore 1/f. + Vr Vs cos(!s !r )t + 's 'r (21)
La modulazione è efficace sul rumore che la succede, Se ora applico un filtro passa basso (ovvero faccio una
quindi deve essere applicata il prima possibile. media temporale del segnale) con frequenza di taglio con
valore tra la frequenza somma e la frequenza di↵erenza:
Modulare un segnale comunque implica l’implementazio- !s !r < !taglio ⌧ !s + !r sopravviverà solo il segnale
ne di un filtro al circuito, il quale se raccoglie frequenze in alla frequenza di↵erenza, che rimuove le informazioni a
una banda troppo stretta, prenderà meno rumore ma an- frequenze !r .
che segnale. Va scelto dunque in modo tale che non sia
eccessivamente selettivo. ⌫p (t) = Vr Vs cos(!s !r )t + 's 'r (22)
⌫out = h⌫p (t)i⌧ = hr(t) · [s(t) + n(t)]i⌧ (15) La di↵erenza delle fasi in un lock-in solitamente si può
agggiustare e il rumore presente nel segnale in uscita
Questa relazione può essere scomposta in: sarà solo quello nella banda adiacente a !r .
Aumentando il numero di misure diminuisce l’incertezza, È una funzione positiva che ci dice, ad una determinata
che per misure continue nel tempo va come l’inverso della frequenza (pulsazione), quanta “potenza” per unità di ban-
radice del tempo: da viene trasportata dal segnale. È una densità spettrale e
1 tipicamente ha unità [V 2 /Hz].
p !p (24)
n t
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 12
Figura 13
della temperatura.
Figura 12
Per ridurlo di cerca di utilizzare sistemi di feedback posti
Dato un segnale x(t), il suo spettro di potenza si ottiene alla temperatura adeguata, che facciano corrispondere un ef-
derivando il segnale xT (t) troncando x(t) sul periodo T: fetto uguale ed opposto quando c’è una variazione di tempe-
ratura. E↵etti lenti inducono solitamente il rumore 1/f men-
xT (t) = x(t) per t<T tre quelli veloci dipenderanno dalla capacità termica C del
xT (t) = 0 per t>T componente considerato e dalla conducibilità a temperatura
T0 .
e facendone la trasformata di Fourier gT (!).
7.4 Shot noise
7.1.3 Teorema di Wiener-Khinchin
Shot noise: dovuto a che i portatori di cariche sono
Teorema di Wiener-Khinchin: lo spettro di potenza è la particelle e non un fluido continuo.
trasformata di Fourier della funzione di autocorrelazione.
Z 1 L’e↵etto si nota quando il flusso di portatori attraversa
j!⌧ una barriera di potenziale (ad esempio in un diodo) ma non
S(!) = R(⌧ )e d⌧ (29)
0 in un conduttore. Esso, nell’ipotesi che ogni elettrone sia
indipendente dagli altri, sarà governato da una statistica di
(La derivazione di questo teorema è facoltativa e si trova Poisson. Per cui gli elettroni avranno fluttuazioni:
nella lezione 10, pagina 29) ⌦ 2↵
I = 2e · I · f (30)
Anch’esso mette in relazione un’identità nello spazio dei ⌦ ↵
tempi e una nello spazio delle frequenze. Dove I 2 rappresenta la deviazione quadratica media della
corrente, 2e rappresenta la costante fondamentale di carica
elettrica e f rappresenta la banda passante.
7.2 Rumore Johnson
Rumore Johnson: fluttuazioni delle cariche elettriche di
7.5 Rumore 1/f
un conduttore. È legato all temperatura ed alla resistenza
elettrica del conduttore. Rumore 1/f: se un segnale astrofisico viene rivelato da un
ricevitore combinazione di diversi strumenti con costanti di
Il suo calcolo deriva dall’integrale sullo spettro di poten-tempo diverse, il segnale rivelato avrà delle variazioni lente
za di un segnale e a temperature tipiche di uso comune, ha con uno spettro ⇡1/f.
l’andamento mostrato in figura 13 e lo si utilizza ad esem-
pio per il calcolo della costante di Boltzmann. Per ridurlo È legato al flusso di cariche elettriche che viene però
bisogna ra↵reddare il sistema. condizionato da molti e↵etti e strumenti e dalle loro
impurezze.
7.3 Rumore di temperatura
Esso si origina principalmente nelle resistenze a carbone,
Rumore di temperatura: variazione con la temperatura nei transistor (MOSFET) e nei contatti elettrici. Un mo-
delle caratteristiche e dei parametri di uno strumento di do per ridurre il rumore 1/f per una resistenza è quello di
misura a causa delle variazioni istantanee e a lungo termine utilizzarne N in serie invece che una sola.
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 13
• JFET
• Transistor
• Amplificatore di↵erenziale
Figura 14 • Amplificatore operazionale
La migliore statistica da utilizzare per descriverlo sarebbe In base alla polarizzazione delle giunzioni (che può essere
quella di Bose-Einstein, che produrrà un e↵etto di natura inversa o diretta) si possono ottenere in totale 4 tipi di
ondulatoria aggiuntivo. Però anche in questo caso si applica transistor.
la statistica di Poisson.
Un transistor collegato in polarizzazione diretta la cui ba-
Risulta particolarmente importante nella banda millime- se (configurazione a base comune) o l’emettitore (configura-
trica perchè la potenza emessa deve considerare il contributo zione a emettitore comune) è a massa, è detto amplifica-
dell’atmosfera, del telescopio e delle ottiche. tore. Nel primo caso il transistor ha una maggiore impe-
denza d’ingresso e una minore impedenza di uscita, fungen-
do quindi da amplificatore di tensione, mentre nella secon-
da configurazione si ha il viceversa con un amplificatore di
corrente.
8.4 FET
Con il termine ”FET” (Field-E↵ect Transistor)
(fig. 19) si intendono delle componenti di semiconduttori
”drogati” costituite da tre poli: source (S) e drain (D), ai
cui capi viene applicato un potenziale, e il gate (G). La
corrente scorre cosı̀ nel canale ”drogato” tra S e D, che
presenta però una zona ”drogata” in modo opposto e a cui
è applicato un elettrodo.
Vs V0 V0 R0 R0
= 0 ! = =) V0 = V s = A · Vs (32)
R R Vs R R
RADIOMETRI, HEMT, RIVELATORI A ETERO- e sono in grado di rivelare energie molto basse tramite le
DINA, LASTRA FOTOGRAFICA, CCD, RIVELATORI variazioni di caratteristiche fisiche dalla temperatura.
TERMICI, EQUAZIONE DEL BOLOMETRO, TES Inoltre non sono sensibili alla polarizzazione dell’onda in-
e RESPONSIVITA’, SQUIDs, cidente, ma per selezionare la banda hanno bisogno di
elementi ottici di fronte ad essi come:
• filtri;
10.1 Onde elettromagnetiche: tecniche di
rivelazione • lamine a quarto d’onda;
V2 p
P = !V / P (33)
R
Figura 20: Cella di Golay
È quindi sensibile alla polarizzazione dell’onda inci-
dente e può essere usato per combinare più segnali Non è possibile ra↵reddare una cella di Golay a tempera-
(utile per gli interferometri). Come esempi di rivelatori ture criogeniche perché il gas liquefarebbe, ma è possibile
coerenti troviamo le antenne radio e gli HEMT. collegarla ad una seconda cella con una debole connessione
termica. In questo modo si diminuiscono i problemi relativi
alle variazioni di temperatura e alle vibrazioni meccaniche
• Rivelatori Termici: rivelatori di fotoni a velocità (la microfonia), che altrimenti darebbero problemi di
intermedie (troppo alte per essere rivelati coerentemen- lettura.
te), che sfruttano l’e↵etto termico dovuto a un gran
numero di fotoni. Alcuni esempi sono le termocoppie, i
bolometri e le celle di Golay.
10.2.2 Bolometro
Troviamo poi i ”bolometri”, delle resistenze elettriche il
10.2 Rivelatori termici: celle di Golay e cui valore varia fortemente al variare della temperatura.
Essi sono costituiti da semiconduttori opportunamente
bolometri
drogati (che variano resistenze e temperature) connessi
Partiamo dagli ultimi sopra elencati, ovvero i ”rivelatori termicamente con un “reservoir” (bagno termico) a tempe-
termici”. Essi sfruttano l’e↵etto integrato di molti fotoni ratura T0 attraverso una conducibilità termica G, che deve
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 16
essere bassa in modo da avere un’alta sensibilità. Viene Nei semiconduttori ad esempio è negativa (dell’ordine di
fatta scorrere della corrente I che dissipa potenza Joule 10) in quanto aumentando la temperatura diminuisce
P = I 2 R. Inoltre, su di esso incide una potenza radiativa la resistenza, nei metalli è circa 1, mentre nei ”supercon-
Q, che insieme a P porta il bolometro ad una temperatura duttori” si ha anche a ⇠ 1000.
T superiore a T0 , come si vede dall’immagine che segue. Dalla 38 si ha che la ”variazione di potenza Joule al va-
riare della temperatura” sarà dunque (con R ⌘ Rbol e
Vb ⌘ Vbias ):
2
dP d(Vout /R) d R
= = Vb2 =
dT dT dT (R + RL )2
RL R dR
= Vb2 =
(R + RL )3 dT
RVb2 RL R 1 dR RL R
= = P ↵
(R + RL )2 RL + R R dT RL + R
(39)
• l’”occhio umano”;
10.5 HEMT
• una lastra fotogafica;
L’HEMT, o ”transistor a e↵etto di campo ad alta mobilità
elettronica”, è un dispositivo che lavora ad alte frequenze • camere CCD (”Charge-Coupled Device”).
(⇠ 10 GHz) ed è caratterizzato da una giunzione tra due se-
miconduttori (solitamente arseniuro di Gallio), uno drogato L’”efficienza quantica (QE)” (percentuale di fotoni converti-
e l’altro non (o poco) drogato. Cosı̀ come per il FET pre- ti in segnale) della lastra fotografica è simile a quella dell’oc-
senta un ingresso ed un’uscita disaccoppiati, ma rappresenta chio umano, ma è in grado di coprire una banda di lunghezze
la sua evoluzione, in quanto riesce a sfruttare la formazione d’onda maggiore e di integrare. Anche le CCD possono inte-
di un gran numero di elettroni ad alta mobilità elettronica grare e hanno un’efficienza quantica di gran lunga superiore
che si muovono su un piano 2D. Più è elevato il drogaggio (arriva anche all’80%):
(e quindi il numero di elettroni) e più aumenta conseguente-
mente lo ”scattering” e quindi l’e↵etto del rumore; lavorando
però a temperature molto basse, tutti gli e↵etti di rumore
dovuti alla temperatura vengono ridotti.
I mixer giocano quindi un ruolo cruciale all’interno del Partiamo parlando della ”lastra fotografica”, costituita da
rivelamento di segnali astrofisici. I ”mixer superconduttivi”, una parte di vetro su cui viene posto del gel con grani di
ad esempio, sono costituiti da materiali superconduttori, in bromuro di argento. Quando eccitati dai fotoni tendono a
cui sono presenti elettroni a formare ”coppie di Cooper”. Se formare atomi di argento e ad addensarsi, formando del-
prendiamo due superconduttori e interponiamo un isolante le impurità, che costituiscono l’immagine negativa. Tutta-
al centro formiamo un ”SIS”; fornendo un’energia sufficiente via le lastre fotografiche non possono essere usate nell’UV e
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 19
10.7.1 ”CCD”
Le ”camere CCD” sono dei dispositivi costituiti da un
elevato numero di pixel (dai milioni ai miliardi) e adatti a
produrre delle immagini, cosı̀ come le lastre fotografiche.
Rispetto a queste ultime, però, risultano essere molto più
sensibili, lineari ed efficienti e sono in grado di fornire
immagini digitali. Il principio di funzionamento è quello
alla base dei cosiddetti ”fotoconduttori intrinsechi”, dei
cristalli di semiconduttori in grado di generare coppie
elettroni-lacune, e quindi fotocorrente, quando colpiti da
fotoni incidenti sulla superficie. Questi vengono accumulati
in una ”zona di deplezione” in un condensatore ”MOS”
Figura 26: Funzionamento camera CCD (4 fasi)
(metallo-ossido-semiconduttore), fino a che il campo elet-
trico non bilancia quello di polarizzazione ; una volta
che è finito il tempo di posa delle cariche (il tempo di elettrodi e pixel.
integrazione), tramite una matrice i pixel vengono portati
ad un FET, che li legge.
Numerose sono le caratteristiche di una CCD di cui
Per ridurre le fluttuazioni legate al ”rumore Johnson” le-
bisogna tener conto:
gato alla corrente è necessario ra↵reddare la camera e au-
mentare la resistività. In particolare quando il rumore in- • Guagagno: corrisponde al numero di elettroni
trinseco del rivelatore è inferiore a quello della radiazione (tensione) necessari per produrre 1 ADU. Ha un
incidente ci troviamo nella condizione ottimale, che viene valore tipico di 5e /ADU e non può essere < 1.
chiamata di ”BLIP” (Background Limited Infrared Photo-
detection): in questa condizione ogni fotone genera un elet- • Capacità: il massimo numero di elettroni imma-
trone, in quanto l’efficienza quantica risulta essere indipen- gazzinabile da un pixel prima che saturi (⇠ 105
dente dalla lunghezza d’onda, e la responsività, che è il rap- 106 e ).
porto tra fotocorrente generata e potenza ottica incidente,
• Dimensione dei pixel: più è grande e più aumen-
risulta:
I ⌘ ta la ”capacità”. La dimensione varia anche in base
R= / / (47) ai telescopi e alla lunghezza d’onda di interesse, ma
P hc/
solitamente sono di ⇠ 10 µm.
con ⌘ l’efficienza quantica.
• Blooming: si ha quando i pixel saturano e il loro
Un altro modo per migliorare l’efficienza del nostro contenuto ”travasa”, andando a contaminare quelli
rivelatore è quello di rendere lo strato di Silicio molto adiacenti:
sottile (se di 15 µm rispetto ai 300 µm può addirittura
raddoppiare ⌘!), in modo da ridurre anche le perdite dovute
alla retroilluminazione dei pixel (quando vogliamo rendere
il metallo trasparente a piccole lunghezze d’onda).
11.8.4 Sottrazione dei raggi cosmici La conoscenza dell’emissione di un oggetto non può che
venire dalle leggi di Planck sull’emissione di un corpo nero.
Anche i raggi cosmici posso creare dei disturbi: eventi spuri
non correlati con la posizione in cielo degli oggetti astrono-
mici. Si possono eliminare prendendo osservazioni ripetute 11.11 Corpo Nero
dello stesso campo celeste. Leggi da conoscere:
La calibrazione permette di trovare la costante C. 11.12 Corpi neri per calibrazione assoluta
La calibrazione passa per osservazioni di Vega (m=0) o Un corpo nero deve quindi essere un oggetto che assorbe
di stelle di magnitudine nota e catalogata. tutta la radiazione incidente su di esso e che è perfettamente
isotermo.
La magnitudine B di una sorgente astronomica è:
Esistono materiali che per geometria, per scattering, e per
B = B0 + b kB XB + cB (B V) (51) loro natura assorbono più di altri. Un esempio è l’Eccosorb
CR-110: un materiale che è “nero” nelle microonde e che,
Dove: se opportunamente tagliato con grani di ferro, di↵onde la
radiazione al suo interno aumentandone l’assorbimento.
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 22
12.2 Multiplexing
Un ”TES” è un sensore in grado di leggere i bolometri a
superconduttore. Vista la sua elevata sensibilità, l’unico
modo e↵ettivo per migliorarne le prestazioni è aumentando
il numero di pixels e quindi il numero di fili necessari
(che trasportano matrici di dati). In questo modo però
Figura 29 gli ingressi termici conduttivi non permetterebbero di
ra↵reddare abbastanza i rivelatori.
Un corpo nero come questo fu il successo dell’esperimento Per ovviare a questo problema si utilizza una tecnica detta
FIRAS montato sul satellite COBE che fece la prima misura ”multiplexing” con cui è possibile ridurre il numero di ca-
dello spettro in frequenza della radiazione di fondo cosmico vi che entrano dentro un criostato, raggruppando i rivelatori
(CMB) mostrando che era uno spettro di corpo nero. in blocchi e leggendoli tutti insieme. In questo * co↵ co↵ *
modo è possibile mantenere il sistema a temperature di ot-
ESPERIENZA VIII timizzazione dell’ordine dei sub-K (⇠ 0.3 K). Distinguiamo
in particolare tra 3 diverse tecniche:
12 Capitolo XII: Elettroniche Digi- • Time Division Mulitplexing (TDM): presa una
matrice con M righe ed N colonne, ogni singolo pixel
tali e PID sarà composto da una una coppia TES-SQUID (in una
• MULTIPLEXING matrice 32 ⇥ 32 avremo bisogno quindi di 1024 pixel!).
Tutti gli SQUID di una stessa riga sono collegati in
• FPGA serie e i segnali di tutti gli SQUID di una colonna
vengono sommati ed inviati ad altri SQUID (SQUID2).
• ELETTRONICHE
L’acquisizione di dati avviene in N periodi, in cui
• PID vengono accese a fasi alterne le singole righe (quindi
pixel per pixel). Ciò è possibile grazie all’elevata
• ARDUINO velocità degli SQUID e alla mancanza di contributi di
rumore o segnali quando questi non sono alimentati
• MULTIPLEXING, KIDs, ELETTRONICHE DI LET-
(questo perché sono superconduttori).
TURA, FPGA, PID E SUO UTILIZZO, ARDUINO
di N sinusoidi che oscillano alle rispettive frequenze di logiche e le connessioni sono implementate in un unico
risonanza. Andando a demodulare i canali e possibile dispositivo, il che rende le FPGA strumenti velocissimi e
cosı̀ controllare la variazione nelle resistenze. molto efficienti.
Risulta essere meno efficiente rispetto alla TDM in
quanto sono necessari intervalli di separazione tra le Le MCE (Multi Channel Electronics) sono elettroni-
varie bande di frequenza. che di lettura miste digitali e analogiche con FPGA integra-
te. Sono molto versatili e controllano SPID e TES tramite
• Code Division Mulitplexing (CDM): Nel CDM il multiplexing di tipo TDM.
modo di accoppiare e alimentare un TES con il suo
SQUID è regolato dalla matrice di Walsh (una matri-
ce quadrata in cui il prodotto scalare tra due righe o 12.5 PID
colonne distinte faccia 0). Una volta acquisiti i segnali
Un ”controllore PID (Proporzionale-Integrale-
si moltiplica per l’inverso della matrice. Il rivelatore di
Derivativo)” è un meccanisco di feedback in grado
cui si legge il valore contribuisce con tutto il suo segnale
di apportare delle modifiche ad un sistema, confrontando
mentre gli altri si medieranno a zero.
costantemente il suo stato con uno di riferimento prefis-
Il CDM risulta essere migliore rispetto al TDM, in
sato. Queste modifiche non vengono e↵ettuate con delle
quanto permette di tenere acceso ogni pixel per più
previsioni, ma vengono fatte calcolando continuamente
tempo.
la di↵erenza tra un valore desiderato, il ”Set Point” (o
”Target Value”) e una variabile che vogliamo controlla-
re (velocità, frequenza di rotazione, temperatura,...), ed
applica una correzione al sistema mediante i 3 fattori P , I D.
Insieme questi 3 fattori servono per ottimizzare il funzio- È integrato con un software aperto collegabile al PC, che
namento del PID e per questo motivo è importante che permette facilmente di programmare il microcontrollore
vengano scelti secondo logica. attraverso diverse porte, dette pin, che svolgono diversi
ruoli: il VCC per l’alimentazione, il GND (Ground) per
la messa a terra, linee input/output da 8 bits, tra cui i
PWM(⇠) per i segnali in onda quadra 0-5V) oltre che
ingressi analogici e un connettore USB per permettere
la comunicazione con il PC e con il software Arduino
programmabile scritto in Java (fig. 33).
ESPERIENZA V
di↵onde. Un valore di seeing basso significa che l’im- I principali problemi sono però i seguenti:
magine della stella è piccola e nitida, mentre un valore
alto significa che l’immagine è sfocata e grande. Più • La risoluzione angolare è peggiore a causa della
grande è il telescopio, maggiore è l’area della sua lente di↵razione
o specchio primario che raccoglie la luce, quindi l’e↵etto
• I telescopi a IR hanno il problema di ridurre la loro
del seeing è maggiore.
stessa emissione
• Deformazioni dello specchio: Lo specchio primario
• Serve prestare attenzione ai lobi secondari e a sotto-
di un telescopio è a↵etto da deformazioni su piccola sca-
illuminare gli specchi
la (rugosità) e su larga scala. Trattando statisticamen-
te le fluttuazioni dovute alla rugosità si trova che l’rms
Alcune tecniche per mitigare il problema dell’emissione
(Root Mean Square, ovvero la deviazione standard della
del telescopio e dell’atmosfera prevedono una modulazione
forma della superficie dello specchio rispetto alla forma
spaziale osservando alternativamente la sorgente e una zona
ideale) della superficie dello specchio produce una di-
circostante priva di sorgenti
spersione della radiazione su una zona non trascurabile
che produce una perdita di efficienza.
Un telescopio Cassegrain ad esempio può avere uno spec-
chio secondario oscillante che permette di “illuminare” una
13.1.2 Deformazioni dello specchio zona di cielo adiacente a quella di interesse.
Le deformazioni a larga scala sono dovute in gran parte alla
gravità e si riducono utilizzando tecniche di fabbricazione a 13.2 Telescopi nel ”mondo”
nido d’ape.
13.2.1 Ottici e NIR
Una soluzione a questo problema, trovata negli anni ’80 • La silla e Paranal (Chile)
è l’ottica attiva: sistema di controllo della forma dello
specchio per correggere gli e↵etti dell’atmosfera terrestre • Teide-Roque de los muchachos (Tenerife)
sull’immagine degli oggetti celesti. È stat sviluppata
per superare i limiti del seeing e permette l’utilizzo di • Mauna Kea
telescopi ottici più grandi. I suoi attuatori mantengono • Keck Array: doppio telescopio usato anche come inter-
la forma del telescopio mentre esso si muove, se ci sono ferometro. Ogni specchio è un mosaico di 36 pannelli
deformazioni termiche o se il secondario si decentra durante esagonali
l’inseguimento.
13.2.2 FIR, MM, RADIO
L’ottica attiva è fondamentale anche per i telescopi fatti
a mosaico, che risolvono il problema della difficoltà nella • IRAM (Spagna, Pico Veleda Sierra Nevada): astrono-
fabbricazione e, in parte, anche quello del peso. mia nel mm, galassie sub-mm
13.1.4 Specchio secondario oscillante • FAST (China): radiotelescopio più sensibile al mondo
A lunghezze d’onda grandi le rugosità della superficie
13.2.3 X-ray
degli specchi sono un problema meno importante, però,
ad esempio, lunghezze d’onda più elevate, come quelle A di↵erenza di un telescopio ottico che utilizza incidenze
nell’infrarosso, hanno energie più elevate rispetto alla luce dei raggi quasi normali e materiali con indice di rifrazione
visibile e possono causare un aumento della temperatura diverso da n=1, in banda X è non è possibile utilizza-
dello specchio secondario, che solitamente è termicamente re gli stessi materiali a causa del potere penetrante dei
meno resistente dello specchio primario. Se esso non è in raggi X. I raggi X vengono trasmessi o assorbiti dagli specchi
grado di dissipare questo calore in modo efficace, può subire
danni o deformazioni temporanee che possono causare Tra gli svantaggi c’è il fatto che il campo di vista è molto
una distorsione dell’immagine e una perdita di qualità piccolo.
dell’immagine.
• Galex
Dispense di Laboratorio di Astrofisica 26
13.3 Interferometri
Telescopi orientabili di diametro maggiore di 100 m non si
possono costruire. Con un telescopio di quelle dimensioni
si ha una risoluzione angolare pari a F W HM = 90 , mentre
la sensibilità è limitata dal limite di confusione. Un altro
problema riguarda le deformazioni termiche e causate
dalla gravità che rendono difficoltoso l’inseguimento di una
sorgente luminosa.
Giochino:
Nel mezzo del cammin delle dispense, sono stati nascosti un
numero indeterminato di *co↵co↵*. Sta al lettore determi-
narne la quantità, per essere proclamato vincitore del più
bramato dei premi. Buon divertimento...
...
nello studio e nella ricerca dei *co↵co↵*.