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Risonanza magnetica:

Codifica spaziale del segnale


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Introduzione
La tomografia a Risonanza magnetica si basa sulla
rappresentazione in immagini digitali di alcune
caratteristiche fisico-chimiche di tessuti ed
organi.
Limmagine di RM pu essere assimilata ad una
griglia bidimensionale di quadratini (pixel),
ciascuno dei quali rappresentativo
dellelemento di volume (voxel) della struttura in
esame.
Il valore numerico di ciascun pixel risulta
correlato al parametro fisico-chimico dinteresse.
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RM come immagine digitale
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La codifica spaziale del segnale in RM la
procedura tramite la quale viene identificato ogni
pixel, o pi precisamente, nelle tre dimensioni
dello spazio, ogni voxel.
La costruzione dellimmagine in RM una
procedura complessa ed articolata, che prevede
limpiego di impulsi in RF trasmessi dallantenna
ricestrasmittente, inserita nellapparecchio o nelle
bobine, e di gradienti di campo magnetico.
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Gradienti di campo Magnetico
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I gradienti di campo magnetico utilizzati per la codifica spaziale del
segnale sono creati da apposite bobine di gradiente, situate
allinterno del magnete secondo i 3 assi dello spazio che
sovrappongono, per pochi millisecondi, piccoli campi magnetici
supplementari al campo magnetico principale.
Tali gradienti sono detti di tipo lineare, in quanto al loro accensione
impone una relazione lineare fra la posizione degli spin lungo il
gradiente e la frequenza di risonanza secondo lequazione

f = (G . x)

dove f la variazione della frequenza di risonanza, la costante
giromagnetica specifica per ogni specie nucleare, G lintensit del
gradiente lineare e x la posizione dei protoni lungo lasse del
gradiente.
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Una volta sovrapposto al campo magnetico
principale, un gradiente di campo lungo lasse x
far si che la frequenza di risonanza dei protoni
venga modificata linearmente in rapporto alla
loro posizione lungo lasse x secondo lequazione
f Larmor = B0 + (G . x)
Ove f Larmor la frequenza di risonanza dei
nuclei della sezione dinteresse, e B0 lintensit
del campo magnetico principale.
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a. A gradiente spento la frequenza del protoni fL
indipendente dalla loro posizione lungo lasse del
gradiente.
b. Laccensione del gradiente determina una variazione
della frequenza dei protoni (f), linearmente correlata
allampiezza del gradiente ed alla loro posizione.
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Tecnica convenzionale (SPIN-WARP)
bi- e tri-dimensionale
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La codifica spaziale del segnale pu essere
effettuata con le tecniche denominate
bidimensionale e tridimensionale (o
volumetrica), che differiscono per la codifica
spaziale lungo lasse Z, in altri termini per la
selezione dello strato.
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Tecnica bidimensionale
La codifica spaziale del segnale nella tecnica
bidimensionale pu essere scomposta in tre
fasi, corrispondenti allaccensione dei 3
gradienti lineari lungo, rispettivamente, lasse
z (gradiente di selezione di strato), lasse Y
(gradiente di codifica di fase o di
preparazione) e lasse X (gradiente di
frequenza o di lettura).
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Sequenza SE (A) e codifica di strato con tecnica spin-warp
bidimensionale (B)
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Le sequenze sono rappresentate per convenzione mediante un
grafico (A) in cui sono riportati, dallalto in basso, il canale di
trasmissione della RF, il gradiente lungo lasse Z (di selezione dello
strato, G-slice), il gradiente lungo lasse Y (di codifica di fase, G-fase),
il gradiente lungo lasse X (di codifica di frequenza, G-lettura) e la
bobina di ricezione della RF (segnale). In ordinata indicata
lampiezza delle onde RF e di gradiente (in unit arbitrarie), e in
ascissa il tempo.

La codifica di strato in sequenza SE con tecnica spin-warp
bidimensionale viene effettuata mediante laccensione di un
gradiente lungo lasse Z sincrona allinvio dellimpulso a 90 (A), tale
che solo i protoni corrispondenti alla sezione di interesse (B) si
trovano ad avere una frequenza di precessione identica a quella
dellimpulso di RF ed a produrre, per la legge di Larmor, il fenomeno
della risonanza (eccitazione selettiva).
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Codifica di frequenza
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Una volta identificati mediante limpulso di
eccitazione selettivo i protoni dello strato di
interesse, questi risultano non separabili, avendo
tutti la stessa frequenza e la stessa fase (A).

Laccensione di un gradiente lungo lasse x al
momento del campionamento del segnale (B)
permette di separare i protoni in colonne
caratterizzate da una diversa frequenza di
risonanza (65, 64 e 63 MHz) proporzionale alla
loro posizione lungo lasse x.
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Codifica di fase
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Se si espongono i protoni che procedono in fase a 65 MhZ (A)
ad un gradiente lungo lasse Y, essi subiranno
unaccelerazione che sar proporzionale allampiezza del
grediente (B).

Infatti i protoni che si troveranno esposti ad un gradiente
minore passeranno da ore 4 a ore 8 (sopra), mentre quelli
sposti ad un gradiente minore passeranno da ore 4 a ore 6
(sotto).

Allo spegnimento del gradiente, tutti i protoni,
indipendentemente dalla loro posizione lungo lasse Y,
torneranno a precedere alla frequenza di 65 MHz, ma
conserveranno la variazione di fase impressa dalla loro
esposizione a valori diversi del gradiente Y (C). In altri
termini, esister soltanto un pixel, i cui protoni saranno
caratterizzati da una fase pari a ore 8 e da una frequenza di
65 MHz (protone in alto in C).
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IMPORTANTE: una riga soltanto codificata in un
TR
La codifica di fase un procedimento lento.
Infatti, possibile per ogni TR codificare solo un
valore di fase (corrispondente ad una riga della
matrice). Pertanto, per completare la matrice,
necessario ripetere la sequenza per un numero di
volte pari alle righe della matrice, ciascuna volta
con unampiezza diversa del gradiente di codifica
di fase.

Tale limite rende conto di come lacquisizione di
matrici fini, incrementando il numero delle righe
(linee di codifica di fase), possa portare in
sequenze convenzionali ad un notevole
incremento del tempo di acquisizione.
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Spazio K
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Codifica spaziale del segnale nella matrice
bidimensionale.
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Linformazione relativa alla codifica spaziale
del segnale quindi contenuta nella frequenza
e nella fase degli spin risultanti dallinvio della
RF e delle onde di gradiente ed indipendente
dal valore numerico del voxel relativo al
parametro di interesse.
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Si definisce spazio K la rappresentazione dei dati grezzi
acquisiti come una matrice bidimensionale di punti; le
coordinale di ciascun punto sono costituite da ununica
combinazione di valori di frequenza (Kx) e fase (Ky).
Le aree periferiche e centrali dello spazio K hanno un
diverso contenuto informativo. Le aree centrali, cui
corrispondono le basse frequenze, contribuiscono
preminentemente al contrasto dellimmagine, mentre
le aree periferiche, cui corrispondono le alte frequenze,
determinano la risoluzione spaziale dellimmagine
stessa.
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Il segnale RM misurato corrisponde alla
somma di innumerevoli protoni e varia in
ampiezza in funzione del tempo.
Linformazione spaziale indispensabile per la
costruzione della matrice , tuttavia,
contenuta nella frequenza e nella fase del
segnale. Per estrarre queste informazioni, il
computer impiega unoperazione matematica
denominata trasformata di Fourier.
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Tecnica multislice
Se soltanto uno strato fosse eccitato per ogni TR
(intervallo tra due impulsi di eccitazione), il
tempo di acquisizione per un esame completo
con tecnica bidimensionale sarebbe lunghissimo.
Nel tempo residuo tra ogni lettura e successiva
eccitazione possono, tuttavia, essere effettuate
eccitazione e lettura di altre sezioni.
questa la tecnica 2DFT multislice.
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Durante lintervallo tra due impulsi di eccitazione a 90
di una sequenza SE con tecnica di acquisizione
bidimensionale, possibile mediante linvio di ulteriori
impulsi RF sincroni allaccensione del gradiente z,
eccitare selettivamente ulteriori strati di interesse.

Questa tecnica permette di ridurre notevolmente i
tempi desame.

Tanto pi lungo il TR, tanto maggiore il numero di
strati eccitabili fra i due impulsi.
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Tecnica tridimensionale
Nelle acquisizioni con questa tecnica, la
codifica di strato ottenuta mediante linvio di
un impulso a RF non selettivo a larga banda e
lidentificazione delle partizioni viene
effettuata mediante una codifica di fase
supplementare lungo lasse Z; in pratica la
separazione di volume in partizioni avviene in
fase di ricostruzione dei dati.
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