S EMPRE più, al giorno d’oggi, l’esame radiografico di alternata reperibile dalle normali prese da 220V.
pazienti presso le corsie di degenza, rianimazione e Anche quest’ultime sono da considerarsi obsolete in quanto
neonatologia rientra tra le pratiche giornaliere dei Tecnici di sostituite da apparecchiature in grado di erogare maggiore
Radiologia Medica. potenza (10 kW) ed ovviare al problema dell’elevata
instabilità della corrente di quelle reti d’alimentazione
Studente Facoltà di Medicina e Chirurgia – I anno CdL in Scienze delle
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(cadute di tensione) e dell’elevata ondulazione residua
Professioni Sanitarie Tecniche e Diagnostiche – Università di Torino. (tel. +39
3206229721 e-mail: apanzica@molinette.piemonte.it) (ripple), che impone l’utilizzo di tempi d’esposizione più
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elevati con conseguente perdita della nitidezza d’immagine e di valore energetico medio dello spettro.
maggiore dose al paziente ed operatore.
U.M. a batteria ed a scarica di condensatore. Una grandiosa innovazione è rappresentata dalla presenza
di sistemi di controllo digitali (fig.1 B) che consentono di
Le U.M. a batteria sono apparecchiature alimentate per
ottimizzare la gestione dei parametri, la loro ripetitività e
mezzo di accumulatori ricaricabili al piombo ed utilizzano
fedeltà grazie all’utilizzo di microprocessori e sistemi di
particolari circuiti (ad inverter) che consentono la
memoria integrati.
conversione della bassa tensione degli accumulatori in alta
Sono state definitivamente abbandonate le colonne stativo
tensione, utile al tubo radiogeno. Questa soluzione garantisce
rigide a favore dell’adozione di braccio snodato in più punti e
all’U.M. un’autonomia di centinaia di radiografie, una buona
ripiegabile su se stesso, soluzione vantaggiosa sia in termini
potenza e possibilità d’ottimizzazione i parametri di lavoro;
di mobilità che di utilizzo.
unici inconvenienti sono l’elevato peso, le dimensioni poco
contenute e il bisogno di lunghi tempi di ricarica.
Più pratici e tuttora ampiamente utilizzati sono i generatori Fig.1 A-B - Unità
a scarica di condensatore che caricano due grossi
mobile radiografica
condensatori interni alla tensione desiderata in pochi secondi
con sistema ad alta
sfruttando la corrente elettrica della rete “domestica”. La
struttura è monoblocco, con braccio snodato e tubo ad anodo fraquenza (A) e
rotante caratterizzato, inoltre, dalla presenza di un elettrodo relativo pannello di
griglia che, interposto tra anodo e catodo, impedisce il controllo (B)
passaggio di corrente anodica nella fase di preparazione e si caratterizzato da
depolarizza esclusivamente per il tempo di esposizione. Con display per il
queste apparecchiature è possibile ottenere risultati di tutto monitoraggio dei
rispetto con erogazione di correnti di ≈300 mA e tensioni di
parametri di tensione
picco di 120 kV e più. La tensione dei condensatori decresce
al tubo e corrente (1,3), tasti up/down per la regolazione dei parametri di
in maniera esponenziale durante l’erogazione della
radiazione: questo è uno dei limiti di questi sistemi, ma è lavoro(2,4), tasto per la visualizzazione luminosa del campo d’irradiazione(5),
praticamente trascurabile, visti i ridotti tempi d’esposizione. tasti di funzione programmabile per la ripetitività degli esami con parametri
standardizzabili(6). L’erogazione radiazione è attivabile tramite pulsante su cavo
estensibile o telecomando a raggi infrarossi.
U.M. ad alta frequenza
Un vero passo avanti è
stato segnato dall’avvento,
presso i reparti di Altre caratteristiche comuni delle apparecchiature di ultima
Radiologia, di
apparecchiature generazione sono :
radiografiche portatili dotate • struttura monoblocco di ridotte dimensioni e peso
di generatori ad alta dell’unità che si aggira tra i 100 ed i 150 kg;
frequenza (fig.1 A) in • presenza di vano schermato adatto ad accogliere più
sostituzione alle unità cassette radiografiche;
mobili di generazione • presenza di dispositivi di frenatura e bloccaggio ruote;
precedente, con elevati • presenza, in alcuni modelli, di motore elettrico
guadagni di mobilità degli alimentato da batteria ausiliare con comandi
stessi, della qualità sull’impugnatura di trasporto.
dell’esame in sé e anche dal
punto di vista
radioprotezionistico.
Quest’ultime sono
caratterizzate dalla presenza
di circuiti inverter e
transistor di potenza MOSFET (transistor a semiconduttore)
(fig.2) che permettono l’incremento della tensione con la
trasformazione della corrente alternata della rete, prima in
corrente continua e, poi, in corrente a frequenza maggiore,
che viene raddrizzata ed applicata al tubo con un’ottima resa
e ripple inferiore al 3%. Queste caratteristiche consentono
l’utilizzo di minimi tempi d’esposizione con guadagno in
risoluzione di contrasto e minor dose al paziente, inoltre la
radiazione emessa risulta decisamente più elevata in termini
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