Definizione - Tecniche che permettono di esplorare “dall‟ esterno” le strutture corporee attraverso
la formazioni di immagini
Le tecniche principali nel campo della diagnostica per immagini sono:
-Radiologia (Raggi X) -Ecografia (Ultrasuoni) -TC (Raggi X) -Medicina Nucleare (Raggi γ; es. PET)
-Risonanza Magnetica (Campo Magnetico)
Radiazioni X
Sono onde elettromagnetiche di lunghezza compresa tra 0,1 e 0,3 Å .A questa frequenza le radiazioni
sono molto penetranti dando origine a ionizzazione ed eccitazione a carico della materia. Nel loro
“cammino” perdono energia in maniera direttamente proporzionale al quadrato della distanza.
Esame radiografico diretto: si sottopone direttamente il soggetto ai raggi X sfruttando la differente
densità protonica dei diversi tessuti irradiati
Contrastografie artificiali: quindi con ricorso a mezzi di contrasto
- contrastografie opache (Ba, I): l’MDC opaco aumenta la densità del tessuto irradiato(quindi l’immagine
risulterà più chiara)
- contrastografie trasparenti (aria,CO2): l’MDC trasparente diminuisce la densità del tessuto
irradiato(l’iimagine risulterà più scura)
- contrastografie miste
Radiologia tradizionale
L’apparecchiatura radiologica è costituita da un gruppo di componenti per l’emissione della radiazione
•Alimentatore •Tubo Radiogeno
e una serie di componenti per la lettura della radiazione
•Griglia •Cassetta portapellicola •Pellicola radiografica
Effetto fotoelettrico:
Effetto Compton:
Poiché l’elettrone che si distacca in seguito all’effetto Compton (anche definito radiazione diffusa) ha
una direzione casuale, e quindi quasi sicuramente diversa da quella del fotone di origine, i moderni
apparecchi radiografici sono dotati di griglie per intrappolare tali radiazioni diffuse.
DISTANZA FOCALE: è la distanza che separa il fuoco del tubo radiogeno dalla
pellicola radiografica
Svantaggi
•Sovrapposizione delle strutture specialmente se di densità simile (differenza di densità necessaria
per distinguere due strutture: 5%)
IMMAGINE RADIOGRAFICA
Si forma per la presenza di strutture di diversa densità e spessore nei corpi attraversati dai raggi X.
I corpi radiopachi hanno un maggiore potere di attenuazione dei raggi X -- immagine bianca
I corpi radiotrasparenti hanno un minore potere di attenuazione dei raggi X -- immagine scura
Si intuisce che i concetti di radiopacità e radiotrasparenza sono concetti relativi: cioè, si definisce una
immagine radiopaca/radiotrasprarente in relazione a qualcosa, e non in assoluto.
POSIZIONE: indicazione del modo in cui il paziente è posto in rapporto allo spazio circostante
PROIEZIONE: indicazione del percorso dei raggi X attraverso il corpo del paziente
NB. quindi la radioscopia genera immagini che sono l„opposto di quelle di ragiografia:
-RADIOGRAFIA: zone più dense generano immagini più bianche
-RADIOSCOPIA: zone più dense generano immagini più scure
Radiologia Digitale
L’immagine radiologica viene digitalizzata ed archiviata in
un elaboratore elettronico
Vantaggi:
• Riduzione dei costi di esecuzione
• Compensazione dell’esposizione
• Elaborazione (luminosità e contrasto) Svantaggi:
• Archiviazione • Elevati costi di installazione e di manutenzione
Picture Acquiring Communication Systems (PACS): rete di comunicazione tra dipartimenti per la
diffusione delle immagini.
Vantaggi
• fascio collimato: un segnale quasi privo di radiazioni diffuse.
• elevata sensibilità di contrasto: differenza di densità dello 0.5%
L’ apparecchiatura è costituita da:
•Un “Gantry” che contiene la sorgente delle radiazioni (tubo radiogeno) ed il sistema di rilevazione
•Un computer che analizza i dati e ricostruisce le immagini
•Un sistema di visualizzazione
RETROPROIEZIONE
E’ il criterio in base al quale il computer riesce a ricostruire le immagini rilevate dai fasci di raggi X
della TC
C D
Quello che viene riportato è il coefficiente di attenuazione, si tratta quindi del numero ottenuto
dalla retropiezione. In pc retroproietta quello che rimane del raggio X dopo che questo ha
attraversato il corpo. Quindi se il tessuto attraversato è molto spesso o molto denso il raggio X
sarà molto attenuato e quindi quello che si retroproietta è una immagine chiara.
Parametri di scansione
• Spessore della fetta
• Avanzamento del tavolo
• Energia del fascio (mAs, kV)
Tipi di scansioni
-Normali (scansione semplice): paziente sul lettino che avanza e si ottengono i profili che si
sovrappongono
-Dinamiche (ripetute ogni tot. di secondi per analizzare il dinamismo del tessuto) il lettino non avanza e
si ottengono più immagini della stessa zona nel tempo. Es : arrivo di mdc e valutazione della
vascolarizzazione della zona
-Volumetriche/spirali il gantry gira continuamente mentre il lettino si muove: si ottengono spirali e non
blocchi, ma un’immagine unica.
IMMAGINI TC
A ciascun quadratino della matrice (pixel) viene assegnato un valore numerico che è in rapporto al
coefficiente di attenuazione lineare della corrispondente porzione di tessuto in esame.
Dato che ogni fetta ha uno spessore, ad ogni pixel corrisponde in realtà un volume di tessuto, detto
voxel. A ciascun voxel viene assegnato un valore numerico detto numero TC o unità Hounsfield.
Tale valore rappresenta l’attenuazione MEDIA del corrispondente volume di tessuto esaminato. Esiste
anche una scala Hounsfield, in cui a valori positivi (+alti) corrispondono maggiori densità e spessore
(Acqua ha valore 0, mentre l’aria -1000.)
Ampiezza della finestra: range di rappresentazione dei grigi. I livelli al di sopra ed al di sotto dei
limiti della finestra corrisponderanno al bianco ed al nero. I livelli intermedi verranno distribuiti in
maniera lineare all’interno della finestra.
Centro della finestra: sposta il livello intermedio di grigio utilizzato sulla densità che vogliamo
studiare.
Effetto volume parziale: Imprecisione dei numeri TC quando nel voxel sono presenti strutture a
densità differente, delle quali viene rappresentata una media. Più sottile è la fetta, minore saranno gli
artefatti dovuti all’effetto del volume parziale.
III generazione,spirale
Il principio tecnico è lo stesso;in questo caso però il tubo e i detettori possono ruotare all’infinito
attorno ad un asse centrale (paziente), grazie ad un sistema di contatti a slitta.Il lettino con il paziente
avanza mentre il tubo ed i detettori ruotano: il fascio radiogeno forma una spirale attorno al paziente
PRO
-Viene acquisito un VOLUME
-Si riducono gli artefatti da movimento
-È possibile ricostruire le immagini da una singola acquisizione con parametri diversi
-aumentata velocità
-aumentata qualità ricostruzione
-aumentata risoluzione assiale
TC Spirale Multislice
Un’apparecchiatura TC Multislice, si basa sullo stesso principio della TC spirale, solo che ad ogni giro
del sistema tubo detettori, vengono acquisite più fette contemporaneamente.
Mezzi di Contrasto in TC
Sono sostanze in grado di variare la densità delle strutture anatomiche dove si localizzano; è
importante conoscerne i tempi di circolo
• Radiopachi (Bario, Iodio): aumentano la densità del tessuto in cui sono somministrati(immagini più
bianche)
• Radiotrasparenti (Aria, Acqua): riducono la densità delle strutture dove si localizzano(immagini più
scure)
es. Mezzi di contrasto gastrointestinali che servono per dilatare le pareti intestinali (es BaSO4 non
assorbito; può causare perforazioni o occlusioni)
Mezzi di contrasto endovenosi che servono per riconoscere i linfonodi differenziandoli dalle
strutture vascolari
Mezzi di contrasto per TC spirale si somministrano a bolo
ENDOSCOPIA VIRTUALE
Si avvale di scansioni TC spirale a strato sottile da cui vengono generate immagini bidimensionali ad alta
risoluzione. Attraverso un sofisticato software vengono successivamente ricostruite immagini
tridimensionali simulanti quelle ottenute con l’endoscopia convenzionale
Limiti
• È necessario un sufficiente contrasto tra il lume e le pareti
• Esistono zone “nascoste”
• Non è possibile “vedere” la mucosa
• Necessita di scansioni sottili
L’endoscopia virtuale risolve quello che è il limite della TC classica (non spirale), ovvero
l’ANISOTROPISMO: i voxel di una TC classica hanno volumi diversi, e quindi le endoscopie erano
morfologicamente falsate. Con la TC spirale, invece, i voxel sono isovolumetrici e quindi questo limite
viene superato perché si ottengono ricostruzioni retrospettive multiplanari e tridimensionali.
MIP (Maximum Intensity Projection): Analizza ogni voxel lungo la linea dell’osservatore e seleziona
quello con la massima intensità, che viene poi utilizzato per generare il volume.
Non permette di valutare i rapporti con i tessuti molli; rappresenta solo il voxel con la densità
maggiore. Se un vaso non riempie tutto il voxel, possono esserci degli artefatti.
ECOGRAFIA
Basata sugli ultrasuoni, quindi non invasiva. Pertanto può essere utilizzata come screening test
Onda: propagazione di una perturbazione (energia) non accompagnata da trasporto di materia
Gli UltraSuoni (US) sono un particolare tipo di onde meccaniche, cioè onde elastiche, le cui modalità di
propagazione dipendono dalle forze elastiche che legano tra loro le particelle dei mezzi attraversati.
-lunghezza d‟onda (l) è la distanza tra
due picchi successivi dell’onda; si
misura in metri: l = c/f.
-frequenza (f) è il numero di cicli al
sec.;si misura in Hz.
-velocità di propagazione (c) è la
distanza percorsa dall’onda nell’unità
di tempo; si misura in m/sec.
-periodo (T) è il tempo necessario perché passino
due successive compressioni nello stesso punto.
-ampiezza dell‟onda (A) è l’altezza dell’onda
-intensità (I) indica la potenza del fascio e si
misura in W/cm2
Materiali piezoelettrici: Strutture cristalline costituite da molecole con cariche positive e negative
(dipoli). Se si applica tensione ai dipoli, questi si allineano ed il cristallo varia di dimensioni. E’ proprio
l’allineamento dei dipoli a generare l’onda di US.
Le interazioni fondamentali che intervengono tra un fascio di US ed il mezzo in cui si propaga sono:
1) riflessione
2) rifrazione: è la variazione della direzione di incidenza dovuta la passaggio in una interfaccia acustica
3) diffusione (o scatter): è la diffusione in tutte le direzioni che il fascio ultrasonoro subisce quando
incontra una superficie irregolare o tante piccole superfici orientate in modo diverso
4) assorbimento: è la trasformazione dell’energia acustica in energia termica (80%),che il fascio
ultrasonoro subisce nell’attraversare i tessuti
Ogni variazione di qualità del mezzo su cui corre l’onda genera una riflessione dell’onda stessa (eco).
Cioè per ogni variazione di impedenza acustica incontrata dal fascio, una parte delle onde viene riflessa
e torna indietro, mentre la parte restante prosegue il suo percorso. Per questo motivo,le elevate
percentuali di riflessione dell’osso non permettono uno studio ecografico dei tessuti dietro di esso.
COMPONENTI DELL’ECOGRAFO
Trasduttore: alterna funzioni di trasmissione (nella quale avviene l’emissione dell’impulso ultrasonoro) e
ricezione (durante la quale sono ricevuti gli echi di ritorno dai tessuti)
L’informazione sull’intensità dell’eco deriva dal segnale elettrico generatosi in seguito all’interazione del
trasduttore con l’onda di ritorno.
L’informazione di posizione del tessuto in esame si ricava da due parametri:
1) la linea lungo la quale si trova l’eco, conosciuta sulla base della posizione angolare del trasduttore
2) la profondità da cui esso proviene viene determinata misurando il tempo intercorso tra l’emissione
dell’impulso e l’arrivo dell’eco
Anecogeno: che non riflette gli ultrasuoni; appare nero sul monitor per via del “rinforzo di parete
posteriore” (sul fondo arrivano + onde) . Anche se con qualche eccezione sono anecogeni i liquidi, la
bile, il sangue nei vasi, il contenuto delle cisti.
Iperecogeno: organo, parte di esso o reperto patologico, neoplastico, calcificazioni che riflettono
maggiormente gli ultrasuoni e quindi appaiono bianchi sullo schermo. Tale fenomeno produce
posteriormente un cono d’ombra, dovuto al fatto che i tessuti situati in piani posteriori non vengono
raggiunti dal fascio di US
Ipoecogeno: appare con tonalità di grigio intermedio
La tecnica ecografica è doppiamente soggettiva: la sonda viene mossa dall’operatore; le immagini devono
essere interpretate.
La risoluzione di un’immagine ecografica è direttamente proporzionale alla frequenza degli ultrasuoni e
aumenta con essa, mentre la penetrazione degli ultrasuoni si riduce all’aumentare della loro frequenza
DOPPLER
Derivato dal fenomeno di “variazione di frequenza” che si genera quando il fascio di US interagisce con
in movimento. Per esempio le cellule del sangue sono in movimento nel torrente circolatorio, e l’onda
riflessa generata sarà di frequenza variabile: ↑ se il flusso è in avvicinamento ↓ se il flusso è in
allontanamento
La valutazione doppler, che si fa sempre dopo un’ecografia, permette di ottenere informazioni sul
flusso ematico come: direzione,turbolenza, velocità.
Grazie all’effetto doppler si può effettuare uno studio dell’albero vascolare (ECODOPPLER):
1) COLOR DOPPLER: rappresentazione delle frequenze doppler medie (direzione/velocità del
flusso); possiamo colorare in rosso il flusso in avvicinamento e in blu il flusso in allontanamento.
2) Power DOPPLER: rappresentazione dell’integrale delle ampiezze del segnale doppler; ci da
informazioni sulla presenza o assenza di vascolarizzazione in un dato tessuto.
MEZZI DI CONTRASTO:
Modificano, aumentandola, la capacità di riflessione dei tessuti; vengono somministrati per endovena o
direttamente nella cavità. Quelli endovenosi restano nei vasi, passano nei capillari, le microbolle vengono
bloccate dal filtro polmonare (mimano i GR). Il gas contenuto nelle bolle non è tossico e viene eliminato
per via polmonare. I gas di nuova generazione sono inerti e stabilizzati da fosfolipidi. Bisogna regolare
la frequenza perché se è troppo alta le microbolle si rompono. Questa proprietà può essere sfruttata
per il loro utilizzo terapeutico: riempire le microbolle con farmaci e farle rompere con gli ultrasuoni
nella zona desiderata.
Si possono usare MDC organospecifici.
Se al sistema viene inviata un onda radio sulla frequenza di Larmor, specifica per il nucleo che vogliamo
studiare (idrogeno), il sistema assorbe energia e cambia il suo stato, cioè risuona.
Un impulso RF capace di spostare la magnetizzazione M sul piano x, y viene definito impulso di 90 gradi.
In tali condizioni le componenti magnetiche longitudinali (parallela ed antiparallela) si annullano, mentre
le componenti magnetiche trasversali si sommano nel piano x, y. Un impulso RF di durata o intensità
doppia rispetto al precedente, tale da ruotare M in posizione diametralmente opposta rispetto a B0, è
detto impulso di 180 gradi.
Il vettore di magnetizzazione trasversale, che ruota nel piano x, y dopo un impulso di 90°, genera nel
circuito ricevente (antenna) una corrente misurabile che è il segnale di RMN (fid) (Il campo magnetico
di un’ apparecchiatura RM va da 0,2 Tesla fino a 3T e oltre)
PRINCIPIO DELLA T1
Il T1 o tempo di rilassamento longitudinale è un misura del tempo richiesto ai protoni per tornare alle
condizioni di equilibrio iniziale, grazie alla cessione di energia al microambiente circostante. E’
rappresentato da una funzione esponenziale.
La velocità del T1 dipende da numerosi fattori,tra cui l‟intensità del campo B0 (cresce all‟aumentare
di questo) e la dimensione della molecola stessa. Il DNA ha un T1 Lungo, i Lipidi Breve; Mediamente
le strutture del corpo umano in un campo magnetico di intensità 0,1-0,5 T hanno un T1 compreso tra
300 e 700 millisecondi
PRINCIPIO DELLA T2
Il T2 o tempo di rilassamento trasversale è un misura del tempo richiesto ai protoni (spin) per
desincronizzarsi in relazione al reciproco scambio di energia. La progressiva desincronizzazione
determina, quindi, il decadimento della magnetizzazione trasversa. Descritto da una funzione
esponenziale. La disomogeneità del microcampo magnetico locale provoca una perdita della coerenza di
fase dei protoni. La progressiva desincronizzazione determina, quindi, il decadimento della
magnetizzazione trasversa, che si azzera in condizioni di equilibrio.
L’efficienza di T2 dipende da vari fattori come ad esempio dalla dimensione delle molecole.
Grosse molecole hanno T2 più brevi. Dipende da quanto vicini tra loro sono i protoni:+semplice è la
molecola +tempo ci vuole x desincronizzarne i protoni. L’acqua ha, quindi, un T2 lungo. Nei tessuti
biologici il T2 è compreso tra 50 e 150 millisecondi. A differenza del T1, il T2 è poco influenzato dalla
variazione di B0, e può essere uguale o inferiore a T1.
Magneti:
utilizzati per generare il campo magnetico: permanenti, resistivi, superconduttori.
Antenne:
doppie (una x la ricezione e una x la trasmissione) o singole.
L’immagine viene prodotta utilizzando il segnale di risonanza emesso dai nuclei di idrogeno in
precessione, dopo che questi sono stati eccitati dalla RF. Si possono ottenere 3 tipi di immagine sulla
base del parametro preso in considerazione: DP, T1, T2.
L’ampiezza dei segnali generati dipende dalle seguenti caratteristiche del tessuto in esame:
1) numero di protoni in precessione per unità di volume (densità protonica o DP)
2) caratteristiche di T1 e T2 dei protoni
Il contrasto dell’immagine in RM dipende per lo più dal T1 e dal T2 e non da DP: molti tessuti, infatti,
hanno DP simile, mentre differiscono nei valori di T1 e T2.
T1 breve: alto segnale: tonalità chiara (acqua)
T1 lungo: basso segnale: tonalità scura
T2 lungo: alto segnale: tonalità chiara.
Esistono numerose sequenze di impulsi RF; le più utilizzate attualmente sono la “Inversion Recovery” e
la “Spin-Echo”
-1 Combinazione di due impulsi, il primo a 180° ed il secondo a 90°. La registrazione viene eseguita dopo
l’impulso a 90°, in quando con il primo impulso azzero la magnetizzazione longitudinale, mentre con la
seconda recupero e misuro quella trasversale.
Tessuti con T1 lungo danno segnale; tessuti con T1 breve non danno segnale.
-2 Combinazione di due impulsi, il primo a 90° ed il secondo a 180°. Dopo l’impulso di 90° i protoni in
precessione nel piano trasversale x, y si desincronizzano in quanto alcuni precedono più
velocemente rispetto agli altri. Dopo un tempo TI, viene applicato l’impulso di 180°, che inverte il senso
di rotazione dei protoni: quelli più lenti, che erano gli ultimi, diventano i primi e viceversa. Dopo un
tempo 2TI o TE (tempo di eco) i protoni si trovano di nuovo in fase ed emettono un segnale detto “ eco”.
I tessuti con tempo di rilassamento T2 lungo hanno scarsa desincronizzazione e producono echi
intensi e immagini chiare.
“ T2 brevi hanno > desincroniz, echi deboli e danno immagini scure.
MDC:
paramagnetici: a distribuzione non selettiva (gadolinio), a escrezione epatobiliare, a distribuzione
intravasale; abbrevino sia T1 che T2, aumentando l’intensità del segnale in T1 e riducendola in T2.
superparamagnetici: ossido di ferro; agiscono solo su T2, abbreviandolo e riducendone l’intensità di
segnale.
Limiti
•Il parenchima polmonare (perché povero di protoni) attualmente è difficilmente studiabile
•La presenza di oggetti metallici crea artefatti con perdita di informazioni
•Portatori di protesi metalliche, pace maker, ecc. non possono eseguire questo tipo di esame
Sono proprio i due fotoni generati tramite annichilazione ad essere misurati in una PET: quando due
fotoni colpiscono simultaneamente due detettori (coincidenza), viene a crearsi una linea di risposta
LOH registrata dalla macchina; in realtà però possono avere luogo anche altri fenomeni come:
EFFETTO FOTOELETTRICO: il fotone cede tutta la sua energia ad un secondo e- venendo così
assorbito.
EFFETTO COMPTON (scatter): il fotone cede parte della propria energia ad un e- venendo così
deviato.
Possono avvenire due annichilazioni simultanee con generazione di due coppie di fotoni. Queste coppie
possono colpire i detettori generando false linee di risposta.
Per correggere i RANDOMS si usa una finestra temporale ritardata; gli eventi registrati in questa
finestra temporale vengono utilizzati come stima dei randoms
Per correggere lo SCATTER (errori di quantificazione) bisogna usare sistemi con maggiore risoluzione
energetica, che impiegano una finestra energetica meno ampia in modo da ridurre la quota di scatter.
Tempo morto (t ) del sistema è il tempo totale per completare :
– Assorbimento dei fotoni con produzione di luce
– Conversione del segnale luminoso in segnale elettronico dal fotomoltiplicatore
– Determinazione dell’energia e della posizione spaziale dell’evento
– Rilevazione della coincidenza
- Durante questo tempo il sistema non è capace di rilevare nuovi fotoni che verranno pertanto persi
Per ridurre il tempo morto si potenzia il sistema dei fotomoltiplicatori oppure si creano unità di
rilevazione indipendenti.
• Sensibilità: Relazione tra le coincidenze vere rilevate e la vera attività di una sorgente emettitrice di
positroni. Capacità della macchina di registrare quante più coincidenze vere possibili. Dipende
dall’efficienza del cristallo di scintillazione e dalla geometria dello scanner: più fotoni vengono
registrati, più corretta è l’immagine fornita. Si possono allungare i tempi di analisi (3’-5’) per
raccogliere quante più informazioni possibili e ridurre l’incertezza statistica. La geometria più sensibile
è quella cilindrica.
• NECR: I randoms e lo scatter contribuiscono al rumore nelle immagini PET. Un utile parametro che
indica la componente di rumore nelle immagini PET è la noise equivalent counting rate (NECR)
• Scatter Fraction
PET/TC
Unire le immagini anatomiche con quelle molecolari; la combinazione di queste due tecniche ci permette
di ridurre i tempi di acquisizione, di migliorare la localizzazione (ridurre il num di falsi + e -), di valutare
la stadiazione e la restadiazione di neoplasie e di ottenere immagini prive di rumore.
La macchina è costituita da un gantry comprendente sistemi di rilevazione di TC e PET vicini.
Un limite può essere offerto dal Mismatch Respiratorio: l’apnea respiratoria necessaria per la TC (di
circa 15sec.) può falsare il risultato della PET; inoltre, la presenza di un mezzo di contrasto radiopaco
può causare effetti di attenuazione sui fotoni della PET, mentre non ha effetto sui fotoni della TC.