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Corso di Laurea Specialistica in Biotecnologie Mediche – AA 2007/2008

METODOLOGIE DI DIETETICA APPLICATA

07/05/08 : NUTRIGENOMICA (2)

Olimpia Fattoruso
principali nutrienti forniti

Lipidi, acidi grassi (saturi, insaturi),


Acidi grassi essenziali (acido linoleico,
acido alfa-linolenico)
Alcuni alimenti possono fornire :
vitamine liposolubili (A, E)
Proteine di elevato valore biologico
Ferro
Alcune vitamine del gruppo B (B1, B2, B3 o PP, B12)
Lipidi
Alcuni alimenti possono fornire quantità significative:
 minerali (iodio e selenio/pesce, zinco e
selenio/carni)
 vitamine liposolubili (A, D, K nel fegato)
 lipidi (insaccati)
principali nutrienti forniti

Proteine di elevato valore biologico


Calcio e fosforo
Alcune vitamine del gruppo B (B2, B12)
Lipidi
Alcuni alimenti non scremati possono fornire :
 lipidi di tipo prevalentemente saturo
 vitamine liposolubili (in particolare vit. A)
LIPIDI
Classificazione dei Nutrienti
LIPIDI
ALIMENTAZIONE
Metionina

Tetraidrofolato Serina

S-adenosil- Glicina
metionina
Accettore
di metili
Vitamina B12
Metioni 5,10 metilentetraidrofolato
Accettore nasinta
metilato si
S-adenosil- MTHFR NADPH
omocisteina
5 Metiltetraidrofolato NADP +

Omocisteina

Cistationina b-sintasi Vitamina B6 uridilato timidilato

Cistationina
5,10-metenil-THF e 10-formil-THF

Cisteina
Purine: adenina e guanina

Solfato+H O
2

Visione d’insieme del metabolismo


Urine
dei folati e della vitamina B12
principali nutrienti forniti

Carboidrati complessi (amido)


Proteine di scarso valore biologico
Alcune vitamine del gruppo B (B1,B2,B3 o PP,B9)
Fibra alimentare se il prodotto è integrale
Alcuni alimenti, ad es. pane all’olio, pizza,
biscotti, possono fornire quantità di lipidi
Gruppo: legumi (fagioli, lenticchie, ceci, piselli, fave)
principali nutrienti forniti

Carboidrati complessi (amido)


Proteine di medio valore biologico
Alcune vitamine del gruppo B
(B1, B2, B3 o PP)
Ferro e calcio
Fibra alimentare
La soia, inoltre, fornisce quantità
significative di lipidi
Fonti di vitamina A
Ortaggi e frutta colorati in giallo-arancione o verde scuro
Carote, zucca gialla, peperoni gialli e verdi, spinaci, bietole,
Broccoli, foglie di broccoletti, rape, cicoria, indivia, lattuga,
Radicchio verde, albicocche, pesche, kaki, melone giallo

Fonti di vitamina C
Ortaggi prevalentemente a gemma; Frutta a carattere
acidulo
Pomodori, peperoni, cavolo, cavolo cappuccio bianco e rosso,
cavoletti di Bruxelles, broccoli, broccoletti di rapa, radicchio,
spinaci, patate novelle, frutta di sapore acidulo: limoni, arance,
mandarini, clementine, mandaranci, pompelmi), ananas, fragole
lamponi more kiwi
Pro-vitamina A (caroteni), vitamina C e altre vitamine
Fibra alimentare
Acqua
Alcuni alimenti possono fornire quantità significative di:
Minerali (potassio, calcio, fosforo, ferro)
Vitamine del gruppo B
Glucidi (fruttosio nella frutta)
Antocianidi
ne
Flavonoi
di
Licopene
Carotenoidi Isoflavo
ni
Sulfuri allilici Glucosinati
PREBIOTICI
 Sostanze di natura glicidica non
digeribili, che non vengono idrolizzate
dagli enzimi del tratto gastrointestinale
umano, ma che stimolano la crescita e/o
l’attività di uno o un limitato numero di
batteri nel colon, portando ad un
miglioramento della salute dell’ospite

 Prebiotico e fibra alimentare non sono


sinonimi.


PREBIOTICI
Carboidrati con un grado di
polimerizzazione > 2 e generalmente
< 10 non idrolizzabili
Substrato metabolico elettivo della
microflora intestinale di cui
stimolano la crescita
I prebiotici più studiati sono gli
oligofruttani (polimeri del fruttosio
che terminano con un glucosio). Essi
comprendono:
•Frutto-oligosaccaridi o FOS (<
10)
Cereali come Alimenti Funzionali
come possono essere
funzionalizzati?
Come fonte di fibra alimentare

Come fonte di composti antiossidanti


(orzo)

Come prebiotici, grazie al loro


contenuto di
carboidrati non digeribili (avena)

Come materiale da mettere nelle


Stress ossidativo

La frutta, la verdura, gli ortaggi sono


notoriamente ricche fonti di
antiossidanti e nutrienti.

Sta divenendo sempre più attuale ed


importante, proprio per sfruttarne al
meglio le proprietà, la valutazione del
potere antiossidante della frutta e
Aterosclerosi

Lesione cellulare

Malattie
cronico-
degenerative
Descrizione del metodo ORAC
Il metodo utilizza la BETA-FICOERITRINA (BETA-PE) come proteina
indicatrice (marker di fluorescenza) e il 2,2’-azobis (2-amindinopropano)
dicloridrato (AAPH), azocomposto solubile in acqua che forma, a velocità
costante, radicali perossilici acquosi.

La fluorescenza della BETA-PE è altamente sensibile alla conformazione e


all’integrità chimica della proteina stessa.

La perdita della fluorescenza in presenza di radicali perossilici è un indice


del danno ossidativo generato dalle specie reattive.

Finché gli antiossidanti sono in grado di catturare i radicali, essi proteggono


il marker di fluorescenza dal decadimento; terminato l’effetto degli
antiossidanti, i radicali reagiscono con la BETA-PE che perde fluorescenza.

Il tempo di decadimento della fluorescenza è proporzionale alla quantità ed


alla attività degli antiossidanti presenti nel campione.
Oggi i ricercatori stanno cercando di individuare
quante unità ORAC siano necessarie per il benessere
dell’organismo e per contrastare i processi degenerativi
alla base dell’invecchiamento delle cellule e di alcune
importanti patologie.
È stato stimato che ogni persona dovrebbe introdurre
una quantità di vegetali pari a 5000 unità ORAC al
giorno per godere pienamente dei benefici degli
antiossidanti contenuti.
La frutta e la verdura fungono da veicolo di
antiossidanti. Per assicurare il giusto apporto di unità
ORAC i nutrizionisti consigliano di fare almeno cinque
pasti di frutta e verdura al giorno.
Biomarkers di danno ossidativo del DNA

1. 8-OH-deossiguanosina (8-oxo-dG)

È il marker più usato per valutare


il danno ossidativo del DNA

L’ossidazione del C-8 della guanina


provoca una trasversione G T nel DNA

Misurata su DNA di linfociti


e di altri tessuti e sulle urine

HPLC, GC/MS, ELISA


Biomarkers di danno ossidativo del DNA

2. Autoanticorpi verso HMdU


(idrossimetildeossiuridina)

L’HMdU deriva dall’ossidazione della timina


L’uomo produce autoanticorpi contro HMdU

Dosaggio con ELISA


Biomarkers di danno ossidativo del DNA

3. COMET ASSAY (variante con Endonucleasi III)

 Elettroforesi su microgel del DNA di singole cellule

 Se ci sono danni all’elica, il DNA si rilassa e assume


l’aspetto della coda di una cometa

 L’ampiezza della cometa è proporzionale al danno e


al numero di “breaks” sul DNA
COMET ASSAY
COMET ASSAY


A (cm)
C=
C.p. (cm)
A (cm)
C=
C.p. (cm)
La spesa energetica totale si
può determinare misurando
la quantità di calore
prodotto dall’organismo.
Il calcolo dei consumi energetici totali parte dalla
determinazione previa del metabolismo basale (MB).
COS’È IL GRADO
ALCOLICO ?

IL GRADO ALCOLICO O IL % VOL



ML DI ALCOL CONTENUTI IN 100
ML DI BEVANDA ALCOLICA
COS‘È L‘UNITÀ
ALCOLICA?
Alcol e …. guida
1 U.A.

0,2 g/l
Alcol e …. guida
Alcol e ….
guida
Metabolismo
dell’alcol
1. Assorbimento

Stomaco 20 %

Duodeno e
digiuno
80%
Metabolismo
dell’alcol
2. Distribuzione il picco
alcolemico
Metabolismo
dell’alcol …
Il picco alcolemico
… dopo assunzione di 1 dose di vino

A: digiuno
E: 6h dopo il
pasto
D: 4h dopo il
pasto

B: durante il
pasto
C: 2h dopo il pasto
3.Ossidazione dell’etanolo nel fegato
> 80 %
Metabolismo
dell’alcol
.Ossidazione dell’etanolo
3.Ossidazione
dell’etanolo
3.Ossidazione
dell’etanolo
ri che modificano il metabolismo e la ve
di eliminazione dell’etanolo

Esiste una variabilità di 3-4 volte


nella velocità dieliminazione
dell’etanolo da parte degli esseri
umani, a causa di fattori genetici e
ambientali, quali sesso, età, razza,
alimentazione, ritmi biologici,
esercizio fisico, alcolismo, farmaci.
Genetica del metabolismo dell’etano

Gli studi sui polimorfismi genetici


dell’alcol-deidrogenasi (ADH) e
dell’acetaldeide-deidrogenasi (ALDH)
sembrano al momento avere fornito i
risultati più attendibili, ancorché non
definitivi.

La possibilità di identificare i diversi


fattori che contribuiscono all’insorgenza
dei disturbi alcol-correlati, potrebbe
portare in futuro ad identificare diversi
sottotipi di alcolismo, con un’eventuale
classificazione basata su fattori più
ALCOL-DEIDROGENASI
 L’enzima è rappresentato da una
proteina dimerica, le cui subunità sono
codificate da una famiglia di geni
localizzata sul cromosoma 4.
 Esistono diverse classi di ADH suddivise
in base alle due subunità che
costituiscono l’enzima.
 Il genotipo ADH*2 è presente nel 10-
20% delle popolazioni nordeuropee,
mentre è rappresentato nel 90% delle
popolazioni orientali.
 Questo enzima è caratterizzato da
elevata Vmax, quindi ha una elevata
Aldeide deidrogenasi
 Per quanto riguarda l’enzima umano,
esistono 9 diverse famiglie (ALDH 1-9)
rappresentate a loro volta da diversi
isoenzini.
 La famiglia coinvolta geneticamente
nell’alcolismo sembra essere la ALDH2,
che è presente nell’uomo con 4 diverse
varianti alleliche.
 La variante 2 è presente nel 50% delle
popolazioni asiatiche ed è caratterizzata
da una bassa attività catalitica.
 Questo determinerebbe l’accumulo di
acetaldeide con rapida comparsa di
sumo di vino e mortalità per cardiopatia ische

Il paradosso
francese…
mRMA proteina
CONCLUSIONI

NUTRIGENOMICA (2)

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