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GAMMACAMERE - CONTROLLI DI QUALITA’

Documenti tecnici e normativi di riferimento:


AIMN (1997) Controlli di Qualità su Gammacamere per
uso tomografico
NEMA NU 1-94 Performance of Scintillation Cameras
CEI 62-55, 62-56, 62-17, 62-58
UNI 9106
D.Lgs.187/00 Attuazione Direttiva 97/43/Euratom in materia
di protezione sanitaria delle persone contro i
rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti
AIMN (2002) La radioprotezione del paziente in Medicina
Nucleare
• Controlli intrinseci (senza collimatore) volti alla verifica
delle prestazioni del sistema di rivelazione

• Controlli estrinseci (con collimatore) per la verifica delle


prestazioni complessive dell’apparecchiatura

Uniformità planare intrinseca


Uniformità planare estrinseca

Sensibilità

Centro di rotazione

Uniformità tomografica
Risoluzione e contrasto dell’immagine
UNIFORMITA’ PLANARE INTRINSECA

È un controllo volto alla valutazione della risposta del sistema


di rivelazione, in particolare descrive la variabilità della intensità
di conteggio rispetto al caso ideale in cui tutti i pixel, sottoposti ad
un flusso omogeneo di fotoni, registrano il medesimo conteggio.

Strumentazione e impostazioni
- sorgente puntiforme (99mTc) in alloggiamento di Pb, rate
conteggio ~ 15-20 kcps, distanza dalla testa in esame > 5 UFOV
- parametri di acquisizione: matrice 64×64, 40M conteggi
- parametri di elaborazione: filtro a 9 punti avente i seguenti pesi
(come da specifiche NEMA) 1 2 1
2 4 2
1 2 1
- ripetere per ogni testa della gammacamera
Apparato sperimentale per la misura dell’uniformità intrinseca
I parametri quantitativi che descrivono l’uniformità sono:

- uniformità integrale, che esprime la deviazione massima

U.I. = (Cmax-Cmin)*100/(Cmax+Cmin)

dove Cmax e Cmin rappresentano il massimo ed il minimo


conteggio dell’elemento di matrice immagine del campo
visivo considerato.

- uniformità differenziale, che esprime il massimo grado di


variazione su un range di 5 pixel in tutte le righe e colonne:

U.D. = 100 * (H-L)/(H+L)

dove H ed L sono i contenuti dei pixel che danno il valore di


massima differenza di conteggio.
DEFINIZIONE DEL CAMPO DI VISTA (FOV)

UFOV (useful field of view)


95% del raggio a metà altezza del conteggio

CFOV (central field of view)


75% del raggio a metà altezza del conteggio

Profilo di conteggio

L’indice di uniformità integrale e differenziale sono calcolati


sia all’interno dell’UFOV che del CFOV.
COSA PUO’ INFLUIRE SULL’UNIFORMITA’

- elevato count rate  effetti di saturazione di conteggio


- difetti e/o rotture del cristallo
- effetti di non linearità spaziale
- malfunzionamento di uno più PMT
- cattivo balancing dei PMT
- separazione dalla guida del PMT dalla guida di luce
 Rottura del cristallo

PMT non bilanciato 

 Rottura del PMT


LINEARITA’
È un effetto dovuto alla naturale distorsione dei PMT:
1) non linearità efficienza di raccolta PMT per via della posizione
relativa evento - fotocatodo
2) campionamento discreto di eventi su superficie continua

Con una apposita maschera (su cui è disegnata una serie di forellini
con alta precisione ) si calcolano i fattori correttivi per compensare
l’effetto durante le normali acquisizioni.
Con il tool gli eventi sono forzati in coordinate x ed y note a partire
dalle quali si genera una matrice correttiva 128128 che viene
applicata, per interpolazione, al momento della ricostruzione.
INDICE DI NON UNIFORMITA’ PLANARE INTRINSECA
UNIFORMITA’ PLANARE ESTRINSECA
Il controllo, analogo a quello intrinseco, è volto alla verifica del
buono stato di conservazione del collimatore.
Perciò il controllo va ripetuto per tutte le teste della gammacamera
oltre che per tutti i collimatori correntemente impiegati.

Strumentazione impiegata e parametri di acquisizione:


- fantoccio piano esteso (flood) contenente una miscela uniforme di
99mTc, rate conteggio ~ 15-20 kcps

- distanza dalla testa in esame in accordo alle specifiche del costruttore


- parametri di acquisizione: matrice 64×64, 40M conteggi
- parametri di elaborazione: filtro a 9 punti avente i seguenti pesi
(come da specifiche NEMA) 1 2 1
2 4 2
1 2 1
- ripetere per ogni testa della gammacamera e per tutti i collimatori
in uso
Flood cavo in plexiglas

Flood commerciale (miscela solida di 57Co)


Apparato sperimentale per la misura dell’uniformità estrinseca
Effetti di riempimento del fantoccio sull’uniformità
Uniformità estrinseca con fantoccio solido di 57Co

Immagine sinistra: uniformità accettabile


Immagine destra: uniformità non accettabile (PMT visibili in
“motivo regolare”  effetti di non linearità spaziale)
SENSIBILITA’

La misura della sensibilità è un controllo estrinseco volto alla


determinazione della stabilità dell’efficienza di conteggio, che è un
parametro cruciale per una serie di esami scintigrafici.

La sensibilità è funzione della geometria di misura e del collimatore


impiegato ed è legata inversamente alla risoluzione spaziale.
Normalmente viene espressa in unità cpm/mCi oppure cpm/MBq.

Scostamenti della sensibilità misurata dal valore atteso possono


essere indice del cattivo funzionamento di:
- cristallo rivelatore
- tubo PMT
- calibratore di dose
Scopo della misura
determinare il tempo necessario alla acquisizione di un dato numero
di conteggi (tipicamente 10 milioni) con una sorgente di attività nota
posta in una determinata geometria.

Strumentazione occorrente
- sorgente la cui attività al momento della misura sia nota
- contenitore in plastica per colture cellulari (tipo disco di Petri)
- dispositivo radiotrasparente allo scopo di distanziare la sorgente
dalla testa in conteggio
1
2
Apparato sperimentale
3
1- sorgente
2- distanziatore
3- testa con collimatore
Fasi della misura

a) si prepara in siringa una quantità di 99mTc (attività circa 5-10 mCi


e comunque tale da non saturare il count rate in acquisizione)
annotando anche l’ora di preparazione

b) trasferimento del preparato nel disco di Petri insieme a circa 3 cc


di acqua o soluzione fisiologica

c) posizionamento della sorgente sulla testa in esame, avvio


dell’acquisizione con annotazione dell’ora di inizio

d) acquisizione di circa 10 M di conteggi totali e registrazione


del tempo necessario

e) misura dell’eventuale residuo in siringa


CENTRO DI ROTAZIONE
Si definisce centro di rotazione (COR) il punto sull’asse X delle
immagini acquisite che interseca la proiezione dell’asse di rotazione.

Nei sistemi SPECT, la flessione strutturale ed il disallineamento di


viste opposte ai vari angoli possono determinare uno spostamento
angolo-dipendente della proiezione dei dati sugli assi X ed Y
della camera, dovuto al fatto che il centro di rotazione meccanico
e quello elettronico (cioè della matrice di ricostruzione) potrebbero
non coincidere. Altre fonti di errore:

- improprio set-up di gantry e/o camera


- shifts elettronici ed errori al ADC
- shifts meccanici di collimatori, cristalli e PMT ai vari angoli
- disallineamento del sistema gantry-camera-collimatore
- variazioni angolari di risoluzione energetica e/o sensibilità PMT
- perdita del parallelismo tra piano del rivelatore ed asse di rotazione
Tutto ciò può determinare una impropria registrazione della somma
delle varie proiezioni angolari che possono dare luogo ad un degrado
in risoluzione e contrasto sull’immagine finale.

Occorre pertanto valutare la differenza tra i due centri (quello atteso


e quello misurato) per ogni posizione relativa fra le teste impiegate
nella pratica clinica in modo da poter sfruttare tale informazione,
espressa in termini di mappa di correzione, durante ogni
ricostruzione tomografica.

La calibrazione del COR consiste quindi nella generazione di


tavole o mappe X ed Y per ogni testa al fine di correggere e riallineare
le immagini, mediante procedura software, limitando gli artefatti
sui dati acquisiti a livelli accettabili.

Tale mappa va periodicamente controllata per valutare l’offset o


disallineamento residuo, per stabilire cioè se essa è ancora valida
oppure debba essere rigenerata.
asse meccanico di rotazione – asse elettronico di
acquisizione – asse elettronico di ricostruzione
effetto del disallineamento del COR sulla definizione dell’immagine
Determinazione offset del centro di rotazione

Una sorgente puntiforme o capillare di 99mTc viene posizionata nel


piano di rotazione della gammacamera in accordo alle specifiche
di ogni singola apparecchiatura.

Impostata una matrice di acquisizione adeguata (tipicamente 128x128),


si esegue una tomografia su 360° per mezzo della quale si misura lo
shift delle posizioni in X ed Y della sorgente e lo si riporta in
funzione della relativa posizione angolare.
Per ciascuna coppia di proiezioni opposte si calcola l’errore di offset:

e quindi il valore medio Rm che non deve superare 1


mm.
.
CONTROLLI TOMOGRAFICI
UNIFORMITA’
RISOLUZIONE SPAZIALE
CONTRASTO

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