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LE LINEE GUIDA DELL’ICNIRP PER LA

LIMITAZIONE DEI LIVELLI DI


ESPOSIZIONE A RADIAZIONE OTTICA

Martino Grandolfo
Istituto Superiore di Sanità
Laboratorio di Fisica

Corso INOA-CEO-AOC

“La sicurezza nell’impiego di sorgenti coerenti


(laser) e incoerenti (lampade UV, visibile, IR)”

Firenze, 22-
22-25 gennaio 2004

RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA
E SUOI IMPIEGHI

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SVILUPPO STORICO

O 1973

Inizio interesse nelle NIR da parte dell’IRPA


con la costituzione di un gruppo di lavoro

O 1977

Costituzione dell’IRPA/INIRC

O 1992

Scioglimento dell’IRPA/INIRC e costituzione


dell’ICNIRP

Le linee guida pubblicate nei diversi comparti


spettrali rappresentano le basi tecnico-
scientifiche di leggi e regolamenti adottati a
livello nazionale in un numero sempre
maggiore di Paesi.

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ICNIRP E RADIAZIONE OTTICA
(www.icnirp.org)

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ICNIRP E RADIAZIONE OTTICA


(www.icnirp.org)

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ICNIRP E RADIAZIONE OTTICA
(www.icnirp.org)

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ICNIRP E RADIAZIONE OTTICA


(www.icnirp.org)

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LA RADIAZIONE OTTICA
La radiazione ottica comprende tutte le componenti
a minore lunghezza d’onda dello spettro della
radiazione elettromagnetica non ionizzante,
ionizzante, cioé:
cioé:

IR (1 mm-
mm-780 nm) VIS (780-
(780-400 nm)
UV (400-
(400-100 nm)

Le regioni spettrali della radiazione infrarossa e


della radiazione UV sono state ulteriormente
suddivise in:

IR- (780-1.4 µm) IR-


IR-A (780- (1.4-3 µm)
IR-B (1.4-
IR-C (3 µm-1 mm)
IR-
e
UV-
UV-A (400-
(400-315 nm)
nm) UV-
UV-B (315-
(315-280 nm)
nm)
UV-
UV-C (280-
(280-100 nm)
nm)

La suddivisione delle regioni spettrali e la


sovrapposizione parziale della banda del visibile
con quella della radiazione UV sono il risultato di
decisioni prese, per motivi pratici, dalla
Commission Internationale de l’Eclairage (CIE).

GRANDEZZE RADIOMETRICHE (1)


Grandezze fisiche assolute che non dipendono
dalla risposta spettrale del rivelatore (in particolare
l’occhio):

O Energia radiante – Energia che si propaga sotto


forma di onda elettromagnetica (J).

O Potenza radiante (o flusso radiante) – Energia


radiante che fluisce nell’unità di tempo (W, J/s).

O Irradianza (o irradiamento, intensità) – Flusso


radiante per unità di superficie (W/m2)
Utilizzata per valutare il potenziale di rischio di un
fascio di radiazione in regime di funzionamento
continuo.

O Esposizione energetica (o fluenza) – Irradiamento


integrato nel tempo (J/m2).
Utilizzata sia per effetti integrati nel tempo della
esposizione a radiazione continua, che per
impulsi di radiazione.

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GRANDEZZE RADIOMETRICHE (2)

O Intensità radiante – Flusso radiante per unità


di angolo solido in una determinata
direzione (W/sr). L’intensità radiante è
utilizzata solo per sorgenti collimate, per
esempio i laser.

O Radianza – Intensità radiante, in una


determinata direzione, per unità di superficie
di un piano perpendicolare alla direzione
stessa (W/sr/m2).

O Radianza integrata – Radianza integrata nel


tempo (J/sr/m2).

Radianza e radianza integrata vengono


utilizzate per caratterizzare le sorgenti di
radiazione visibile o infrarossa (400-1400 nm)
in grado di formare sulla retina immagini
risolte (sorgenti estese).

GRANDEZZE FOTOMETRICHE
Grandezze che caratterizzano la sola radiazione
visibile, basate sul concetto di corpo nero e sulle
curve relative all’efficienza spettrale dell’occhio:

O Intensità luminosa – Grandezza fondamentale nel


Sistema Internazionale la cui unità di misura, la
candela (cd), è l’intensità luminosa di una
sorgente che, in una data direzione, emette luce
alla lunghezza d’onda di 555 nm con intensità
radiante pari a 1/683 W/sr.

O Luminanza – E’ l’intensità luminosa emessa per


unità di superficie (cd/m2).

O Flusso luminoso – Prodotto dell’intensità


luminosa di una sorgente puntiforme isotropa per
l’angolo solido di emissione considerato (cd.sr =
lumen, lm).

O Illuminanza (o illuminamento) – Flusso luminoso


incidente per unità di superficie irradiata
(cd.sr/m2 = lm/m2 = lux, lx).
O Quantità di luce (convenzionale) – Prodotto del
flusso luminoso per il tempo di illuminazione
(lm.s = talbot, tb).

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Spettro della trasmissione oculare
e dell’assorbimento retinico

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LA RADIAZIONE
INFRAROSSA E VISIBILE
I principali tipi di danno ascrivibili ad intense
sorgenti di radiazione infrarossa e visibile
sono:

O Danno retinico di natura termica (380-1480


nm);

O Danno retinico di natura fotochimica (380-


550 nm);

O Danno al cristallino di carattere termico da


esposizione ad IR-A (780-1400 nm) e IR-B
(1400-3000 nm)

O Danno termico alla cornea (1400 nm-1 mm);

O Ustioni cutanee (380 nm-1 mm);

O Fotosensibilizzazione cutanea (380-700 nm)

RADIAZIONE INFRAROSSA

Nell’intervallo di lunghezze d’onda 380 nm -1.4


µm (IR-A e IR-B), la protezione della cornea e
del cristallino (cataratta) si ottiene limitando
l’irradianza a:

10 mW/cm2 Durate maggiori di 1000 s

1.8 t-3/4 W/cm2 Durate minori di 1000 s

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RADIAZIONE VISIBILE (LUCE)

O Per la protezione degli occhi, il rischio


fotochimico ed il rischio termico sono trattati
separatamente, attraverso l’adozione di due
funzioni, rispettivamente note come funzione
della “luce blu” e del “rischio ustioni”.

O L’adozione delle linee guida necessita, in questo


caso, della conoscenza dei dati spettrali della
sorgente, cioè la sua radianza spettrale Lλ o
l’irradianza spettrale Eλ.

O Per sorgenti luminose che sottendono un angolo


piano inferiore ad 11 mrad e la cui irradianza
pesata per la luce blu Eb superi 1 µW/cm2, la
durata massima permessa per l’esposizione è, in
secondi, calcolabile tramite la relazione:

tmax = 10/Eb (mJ/cm2)

O Per una sorgente estesa caratterizzata da una


radianza pesata per la luce blu, Lb, che superi 100
W/cm2/sr, il tempo di esposizione massimo
raccomandato dalle linee guida ICNIRP è:

tmax = 100/Lb (J/cm2 /sr)

RADIAZIONE
INFRAROSSA E VISIBILE (1)
(380 nm - 1.4 µm)
Protezione della retina da danni termici

In presenza di una intensa componente visibile, la


potenza radiante per unità d’angolo solido, Lhaz,
deve soddisfare la relazione:

Lhaz (in kW/m2/sr) ≤ 50/(α t0.25)

Dove

1.7 mrad (αmin ) ≤ α ≤ 0.1 rad (αmax)


e
10 µs ≤ t ≤ 10 s

α = Rapporto fra dimensione media dell’elemento


radiante e sua distanza dall’occhio

Per 380 nm ≤ λ ≤ 1400 nm, deve inoltre valere la


relazione:

Σ Lλ Rλ ∆λ ≤ Lhaz

Lλ = radianza spettrale

Rλ = funzione di efficacia per danno termico

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RADIAZIONE
INFRAROSSA E VISIBILE (2)
(380 nm - 1.4 µm)

Protezione della retina da danni termici

Se si è in presenza di uno stimolo luminoso


trascurabile, per 380 nm ≤ λ ≤ 1400 nm, deve
valere la relazione:

Σ Lλ Rλ ∆λ ≤ Lhaz t ≤ 10 s

mentre, per 780 nm ≤ λ ≤ 1400 nm, deve essere


soddisfatta la relazione:

Σ Lλ Rλ ∆λ ≤ 6000/α t > 10 s

nell’intervallo angolare 11 mrad ≤ α ≤ 100 mrad

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RADIAZIONE
INFRAROSSA E VISIBILE (3)
(380 nm - 1.4 µm)

O Per valutare il livello di radianza da ritenersi


pericolosa, Lhaz, viene usata la funzione peso
spettrale Rλ.

O Per t<10 µs, la radianza integrata sul tempo


non dovrebbe mai superare il valore di Lhaz
previsto dall’ICNIRP per la durata di 10 µs.

O Per t>10 s, la radianza integrata sul tempo


non deve superare il valore di Lhaz previsto
dall’ICNIRP per la durata di 10 s.

DANNO RETINICO DA LUCE BLU

O L’esposizione acuta a radiazione UV e VIS


nell’intervallo spettrale 300-700 nm provoca
un danno retinico di natura fotochimica che
prende il nome di danno da luce blu.

O Per prevenire il danno da luce blu, la


radianza efficace Lb ed il tempo
d’esposizione t devono soddisfare, con la
sommatoria estesa fra 300 e 700 nm, le
relazioni:

Lb . t = Σ Lλ Bλ t ∆λ ≤ 1 ΜJ/m
ΜJ/m2/sr t< 104 s

Lb ≤ 100 W/m2/sr t > 104 s

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RADIAZIONE ULTRAVIOLETTA

O I limiti dell’IRPA-
dell’IRPA-INIRC e dell’ICNIRP per le
esposizione alla radiazione UV incidente sulla
pelle o sull’occhio definiscono i livelli di
esposizione non superabili nell’arco di una
giornata lavorativa e si applicano all’esposizione
alla radiazione UV emessa dal Sole e da tutte le
sorgenti artificiali, ad esclusione dei laser.

UV-
UV-A

O Esistono poche sorgenti, che emettano solo UV- UV-


A, in grado di costituire un rischio di tipo acuto
sulla pelle, mentre alcune di queste possono
invece essere pericolose per l’occhio.
l’occhio.

O L’esposizione radiante incidente sulla pelle non


deve mai superare 30 kJ/m2, indipendentemente
dalla durata dell’esposizione.

O L’esposizione radiante incidente sull’occhio non


protetto non deve mai superare 10 kJ/m2,
indipendentemente dalla durata dell’esposizione

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RADIAZIONE LASER
O L’ICNIRP ha prodotto linee guida per la
limitazione dell’esposizione a radiazione laser
per:
180 nm ≤ λ ≤ 1 mm
1 ns ≤ t ≤ 30000 s (8.33 ore)

O Le linee guida ICNIRP sono state adottate dal


Comitato Elettrotecnico Internazionale (IEC) per
il suo standard sulla sicurezza laser.

O I limiti di esposizione (EL) proposti dipendono


molto fortemente dalla lunghezza d’onda e dalla
durata dell’esposizione.

O Un fascio laser viene focalizzato (400-


(400-1400 nm)
nm)
sulla retina (immagine di ~10 µm) con
amplificazioni di irradianza fino ad un fattore
100000.
100000. In questo intervallo di lunghezze
d’onda, gli EL sono coerentemente molto più
piccoli che negli altri intervalli spettrali.

O Le linee guida ICNIRP definiscono specifiche


aperture per i processi di media nella
determinazione dell’irradianza
dell’irradianza.. E’ il valore
misurato mediando sull’apertura in queste
indicata quello a dover essere confrontato con il
corrispondente limite di esposizione.

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DURATA DELL’ESPOSIZIONE PER LA
DETERMINAZIONE DEGLI EL PER L’OCCHIO

INFRAROSSO Viene generalmente usata una


durata di esposizione di 10 s

VISIBLE Viene generalmente usata una


durata di esposizione di 0.25 s
(battito dell’occhio)

Per esposizioni a lungo


termine, possono essere
usate durate fino a 30000 s

ULTRAVIOLETTO L’effetto dell’esposizione si


cumula su diverse ore e viene
assunta una durata di
esposizione di 30000 s

IMPULSO SINGOLO La durata dell’esposizione


corrisponde a quella del
singolo impulso

IMPULSI MULTIPLI Sono applicati ulteriori criteri


relativi all’esposizione media
su lunghi periodi ed all’effetto
di successive esposizioni a
livelli inferiori agli EL

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