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Introduzione.
I modulatori ottici sono dispositivi che impiegano determinati materiali cristallini, i quali manifesta-
no particolari propriet adatte alla modulazione dell'onda luminosa. Essa, infatti, pu essere modu-
lata in intensit (ampiezza), fase, frequenza o polarizzazione a seconda della sorgente, del mezzo e
del rivelatore.
I modulatori ottici vengono normalmente impiegati nei sistemi di comunicazione in fira ottica.
!ormalmente per questo tipo di applicazioni viene utilizzata la modulazione di ampiezza, come ac-
cade nei laser ad iniezione e nei "E#, facendo variare la corrente di pilotaggio. $er realizzare
modulatori ad elevata efficienza e velocit, si utilizzano invece gli effetti elettro-ottico e acusto-
ottico, il cui funzionamento si asa sulla variazione dell'indice di rifrazione di un cristallo, generato
rispettivamente da un campo elettrico o da una tensione meccanica. I modulatori asati su questi
effetti realizzano la modulazione di fase (diretta o attraverso variazioni di polarizzazione) o
frequenza, che poi, tramite componenti passivi, viene trasformata in modulazione di ampiezza% essi
sono utilizzati anche per la modulazione della radiazione all'interno di risonatori per realizzare
sistemi laser pulsanti (&-s'itching, cavit( dumping e mode loc)ing).
*i sono quattro tecniche principali per la realizzazione dei modulatori ottici+
,. "a prima tecnica consiste nella -.#/"01I.!E #I2E330 o I!3E2!0% questa 4 concettual-
mente la tecnica pi5 semplice e consiste nel modulare in ampiezza la radiazione di uscita di un
diodo "E# o laser attraverso la modulazione di ampiezza della corrente di iniezione del disposi-
tivo.
6. "a seconda tecnica, asata sull'effetto $"07-0 .33I*., utilizza le variazioni delle propriet
ottiche di un semiconduttore (dell'indice di rifrazione n e del coefficiente di assorimento )
al variare della concentrazione dei portatori lieri n e p.
8. "a terza tecnica sfrutta l'effetto E"E332.-.33I*., che si asa sulla variazione delle propriet
ottiche di un cristallo, quando questo viene sottoposto all'azione di un campo elettrico% per una
migliore comprensione di questa tecnica sar necessario trattare la propagazione in mezzi aniso-
tropi.
9. "'ultima tecnica sfrutta invece l'effetto 0*/73. - .33I*.+ 4 analogo al precedente con la dif-
ferenza che in questo caso la sollecitazione 4 di tipo elastico (onda acustica).
Modulazione diretta.
!elle sorgenti di radiazione a semiconduttori, la potenza del fascio di uscita dipende dall'intensit
della corrente di iniezione ed 4 dunque naturale utilizzare questa propriet per modulare l'ampiezza
della radiazione.
"e modalit sono diverse a seconda che si usino diodi "E# oppure diodi laser e, dunque, in questa
sezione, saranno descritte revemente le caratteristiche della modulazione di ampiezza diretta o in-
terna (modulazione del segnale di uscita attraverso la modulazione della corrente di iniezione) sepa-
ratamente per ciascuna delle due classi di dispositivi.
In taella , sono riportati i principali parametri caratteristici dei diodi "E# e laser in modo da valu-
tarne le prestazioni nei sistemi di comunicazione in fira ottica+
88
Parametro LED a bassa
radianza
LED ad alta
radianza
Diodi laser Unit di misura
*aduta di tensione 6 6 6 :
*orrente di iniezione ;< = 8<< ;< = 8<< ;< = 8<< m0
*orrente di soglia - - ;< = 6<< m0
$otenza d'uscita , = 8 , = 6< , = ,<< ->
Efficienza di accoppiamento in
fira
<., = 8 <.6 = ,< ; = ;< ?
"arghezza spettrale 8< = ,<< 8< = ,<< , = ,< nm
@rillanza , = ,< , = ,<<< ,<
;
> A cm
6
3empo di salita ; = ;< 6 = 6< <.<, = , ns
2isposta in frequenza ; = B< 6< = 6<< ;< = 6<<< -Cz
!on linearit <., = ,< <., = ,< <., = 6< ?
:ita media a 6;D* E ,<
F
E ,<
F
E ,<
F
ore
3emperatura di operazione -;; = ,8< -;; = G< -;; = B< D*
Tab.1 $arametri caratteristici di diodi "E# e laser
Modulazione dei diodi LED.
/n diodo "E# 4 costituito essenzialmente da una giunzione $! polarizzata direttamente% nella re-
gione di interfaccia avviene la ricominazione delle coppie elettrone - lacuna che consente la produ-
zione di fotoni. Il numero di fotoni generati dipende quasi linearmente dalla corrente di iniezione e
cosH pure la potenza. "a modulazione del fascio di uscita si ottiene modulando la corrente di iniezio-
ne.
E' interessante notare che, essendo assente un effetto soglia, la modulazione diretta di un "E# pu
essere eseguita anche per valori della corrente di iniezione molto piccoli.
Il comportamento ad elevate frequenze di modulazione 4 limitato dal tempo di vita medio di ricom-
inazione dei portatori, che nei semiconduttori a gap diretto (Ia0s), pesantemente drogati
(E,<
,G
cm
-8
), 4 dell'ordine della decina di nanosecondi. $ertanto, i tempi di salita tipici dei diodi
"E# (che sono appunto legati alla variazione della concentrazione dei portatori quindi alle variazio-
ni di corrente e quindi alle variazioni della luce) variano tipicamente da , a circa ,<< ns corrispon-
denti a ande dell'ordine del centinaio di megaCertz.
$er quanto concerne la linearit, la risposta di un "E# pu presentare un certo grado di non lineari -
t, con conseguenti distorsioni della risposta in frequenza, che possono essere dovute anche ad
effetti termici prodotti nella giunzione essendo la caratteristica di uscita del diodo "E# dipendente
dalla temperatura della giunzione.
&uesti effetti possono essere eventualmente compensati utilizzando dei particolari circuiti di pilo-
taggio contenenti un certo grado di distorsione capaci di compensare la distorsione introdotta dal
"E#% in figura , 4 riportato lo schema di un circuito di compensazione della non linearit dell'inten-
sit luminosa.
89
Fig. 1 *ircuito di compensazione delle non linearit di un "E# tramite un normale diodo.
0 parit di tensione di alimentazione V del circuito, la corrente totale I 4 data dal contriuto di due
correnti+ I
LED
e I
D
. 0 causa della non linearit, l'intensit luminosa nel "E# non varia linearmente
con la corrente% quest' ultima si ripartisce nei due rami a seconda della caratteristica corrente - ten-
sione dei due componenti.
7i vuol fare in modo che al variare della corrente I, una parte maggiore o minore di essa venga fatta
scorrere nell'altro ramo ( quello con il diodo e la resistenza in serie ). 0d esempio, nel caso di figura
,, a parit di tensione, il "E# tende ad assorire una maggiore corrente, e ci potree ilanciare
l'aumento meno che lineare della luce (fig. 6)+
Fig. 2 0ndamento meno che lineare della luce.
Modulazione di diodi laser.
"a modulazione diretta di un diodo laser 4 pi5 complicata di quella realizzaile nei diodi "E# a
causa dell'effetto soglia presente nella caratteristica di uscita che lega la potenza emessa alla corren-
te di iniezione (fig. 8)+
Fig. 3 *aratteristica di un diodo laser.
8;
&uesto risulta particolarmente evidente quando si analizza la risposta di un diodo laser sottoposto
ad un gradino di corrente+
Jig. 9 a) Iradino di corrente
) Impulso luminoso ritardato di un tempo ts tr.
#alle figure 9a) e 9) si pu notare che il laser risponde con un gradino di intensit luminosa ritar-
dato di un certo tempo t
r
, dovuto al fatto che il diodo laser impiega un certo tempo t
s
per raggiunge-
re la soglia dell'emissione stimolata. &uesto ritardo pu essere cosH espresso+
(,)
dove i 4 l'ampiezza del gradino di corrente applicato al diodo laser, i
s
4 la corrente di soglia e
sp
4 il
tempo di ricominazione elettrone - lacuna per emissione spontanea.
$oichK nella maggior parte dei casi il restante tempo di salita del laser, dopo aver raggiunto la so-
glia, 4 molto asso si pu scrivere+
(6)
#alla caratteristica di uscita di un diodo laser, si pu vedere che il modo pi5 semplice per ridurre il
tempo di ritardo 4 l'applicazione al diodo laser di una corrente di polarizzazione, in modo da tenerlo
appena sotto o appena sopra soglia. 7i pu dunque scrivere+
(8)
dove i
b
4 la corrente di polarizzazione.
Frequency chirping.
!ella modulazione diretta dei diodi laser occorre tenere presente l'effetto del Frequency Chirping,
che consiste in una modulazione di frequenza della radiazione luminosa in uscita dovuta a variazio-
ni dell'indice di rifrazione n del semiconduttore dovute a loro volta a variazione di concentrazione
dei portatori lieri. &uesto effetto deve essere tenuto in deita considerazione quando si progettano
sistemi di trasmissione in fira ottica ad elevato it rate e su grandi distanze.
8F
Modulatori a semiconduttore (efetto plasma ottico).
I modulatori ottici realizzati con materiali a semiconduttore utilizzano le variazioni dell'indice di ri-
frazione n e del coefficiente di assorimento di un semiconduttore quando viene camiata la con-
centrazione dei portatori lieri in accordo alle seguenti relazioni+
(9a)
(9)
dove
e 4 la carica dell'elettrone
4 la lunghezza d'onda della radiazione incidente
c 4 la velocit della luce nel vuoto
n 4 l'indice di rifrazione del semiconduttore
=
&
(
t t '
cosH le equazioni (;) diventano
(F)
#a queste equazioni otteniamo
e, dopo alcuni semplici passaggi, otteniamo
(B)
&uesta 4 l'equazione di un'ellisse, e quindi concludiamo che il vertice del vettore che rappresenta la
perturazione ottica in un dato punto dello spazio descrive un'ellisse nel piano perpendicolare alla
direzione di propagazione. Esprimiamo questo fatto dicendo che l'onda 4 polarizzata ellitticamente.
!otiamo che in ogni istante il modulo del vettore E della perturazione ottica risultante 4 dato
dall'equazione
(L)
"e equazioni (;) mostrano che E
y
varia da )*
y
a -*
y
e che E
z
varia da )*
z
a -*
z
. &uindi l'ellisse rap-
presentata da queste equazioni, o dall'equazione (B) 4 inscritta in un rettangolo con lati di lunghezza
+*
y
e +*
z
. 7e le due oscillazioni sono in fase, cio4 se
n 6 =
con
n
N l'ellisse degenera in un
segmento rettilineo coincidente con la diagonale del rettangolo che giace nel primo e nel terzo qua-
drante (fig. ,6). Infatti in questo caso l'equazione (F) d
z
z
y
y
*
E
*
E
=
.
7e
( ) , 6 + = n
con n N l'equazione (F) d
z
z
y
y
*
E
*
E
=
.
"'onda risultante 4 ancora linearmente polarizzata, ma ora la perturazione ottica 4 parallela all'al-
tra diagonale del rettangolo, cio4 a quella che giace nel secondo e quarto quadrante. (fig. ,6c) .7e
( )
6
, 6
+ = n
con n N l'equazione (B) diventa
,
6
6
6
6
= +
z
z
y
y
*
E
*
E
, che 4 l'equazione di un'ellisse
avente gli assi nelle direzioni y e z (fig. ,6d). 7e in particolare, *
y
" *
z
, l'ellisse degenera in una cir-
9,
conferenza e si dice che l'onda 4 polarizzata circolarmente. In questo caso il &ettore che rappresenta
la perturbazione ottica in un dato punto ruota con &elocit angolare costante senza &ariare in mo-
dulo'
a) ) c) d)
Fig. 12 7tati di polarizzazione corrispondenti a differenti valori della differenza di fase
:ediamo di comprendere quale sia la direzione di rotazione del vettore ottico nel caso di polarizza-
zione ellittica o circolare. 0 questo fine consideriamo la posizione del vettore ottico al tempo t, "
e al tempo t, " , dove 4 una piccola frazione del periodo -. &ueste posizioni sono mostrate dai
segmenti .%
/
e .%
+
della figura ,8.
a) )
Fig. 13 !el caso a) 0 0 + il vettore ottico ruota in senso orario.
!el caso ) 0 0 ++ il vettore ottico ruota in senso antiorario.
#alla (F), troviamo che
a t, " +
a t, " +
2icordiamo ora che se il suo argomento giace tra e il coseno 4 una funzione decrescente dell'ar-
gomento, mentre 4 una funzione crescente del suo argomento se questo giace tra e -. &uindi, se
risulta 0 0 , E
z
4 una funzione decrescente del tempo a t, " il punto %
+
giace al di sotto del
punto %
/
, e il vettore ottico ruota in senso orario rispetto all'osservatore verso cui viaggia l'onda (fig.
,8a). 7e, invece, - M M <, E
z
4 una funzione crescente del tempo a t, " e il vettore ottico ruota in
senso antiorario rispetto all'osservatore verso cui viaggia l'onda (fig. ,8).
In conclusione per un'onda viaggiante nella direzione dell'asse ( di un sistema cartesiano di riferi-
mento destrorso, troviamo che rispetto ad un osservatore posto di fronte alla sorgente, il vettore otti-
co ruota in senso orario o antiorario a seconda che la componente z anticipi o ritardi rispetto alla
componente y di un angolo di fase minore di .
Propriet fondamentale dei mezzi anisotropi.
Jino ad ora aiamo concentrato la nostra attenzione nei mezzi isotropi ovvero in quei materiali in
cui le propriet ottiche siano le stesse in tutte le direzioni. :ediamo ora di spostare la nostra atten-
zione verso quei materiali in cui le propriet ottiche variano a seconda della direzione ovvero i mez-
zi anisotropi. &uesta anisotropia viene spesso chiamata anche birifrangenza.
96
$ropriet fondamentale di questi mezzi 4 la seguente+ per ogni direzione di propagazione in un
mezzo anisotropo ci sono solo due onde1 &ibranti in uno o nell2altro di due piani mutuamente orto-
gonali1 che conser&ano il loro stato di polarizzazione mentre &iaggiano attra&erso il mezzo. In altre
parole per i mezzi anisotropi ci sono due direzioni preferenziali tali che le onde polarizzate linear-
mente secondo queste direzioni non suiscono alterazioni del loro stato di polarizzazione nell'attra-
versamento del mezzo. &ueste due direzioni preferenziali vengono definite come gli assi principali
del mezzo. #ifferentemente una distriuzione di campo con polarizzazione generica incidente su un
mezzo anisotropo dovr essere scomposta negli stati di polarizzazione consentita ognuno dei quali
si propaga senza alterazioni, ma con velocit di fase diverse. Infatti altra importante caratteristica
dei mezzi anisotropi 4 che le velocit di propagazione delle onde lungo gli assi principali del mezzo
sono diverse.
La produzione di luce polarizzata ellitticamente e circolarmente.
:ediamo ora di analizzare come varia lo stato di polarizzazione di un'onda polarizzata linearmente
quando attraversa una lamina irifrangente.
7iano y e z gli assi della lamina e n
y
e n
z
i rispettivi indici di rifrazione. "e corrispondenti velocit di
propagazione lungo y e z sono+
y
y
n
c
& =
e
z
z
n
c
& =
.
7upponiamo, per esempio, che n
y
0 n
z
di modo che la velocit di propagazione dell'onda che viag-
gia lungo y sia maggiore di quella che viaggia lungo z.
7ia E il vettore ottico dell'onda luminosa linearmente polarizzata incidente sulla lamina. 7compo-
niamo l'onda incidente (che supponiamo essere monocromatica ) in due onde con i piani di
virazione rispettivamente paralleli all'asse y e z.
Fig. 14 $roduzione di luce polarizzata ellitticamente
&uando entrano nella lamina, l'onda incidente e le sue componenti hanno la stessa fase. I moduli dei
tre vettori ottici corrispondenti sono del tipo
(G)
dove
cos * *
y
=
e
sin * *
z
=
.
!ella lamina, le onde onde viaggiano con velocit &
y
e &
z
. 7e d 4 lo spessore della lamina il tempo
necessario per attraversare la lamina 4 d
c
n
t
y
y
= e d
c
n
t
z
z
= per l'onda nella direzione y e z rispetti-
vamente. $erci quando le due onde escono dalla lamina i loro vettori ottici sono rappresentati dalle
seguenti equazioni+
(,<)
98
dove
4 la lunghezza d'onda nel vuoto. :ediamo quindi che le due onde emergenti hanno fasi di-
verse. Infatti, l'oscillazione parallela all'asse z ritarda rispetto a quella parallela all'asse y di un ango-
lo di fase
(,,)
*ome spiegato precedentemente le due oscillazioni si ricominano per produrre un'onda polarizzata
ellitticamente. *oncludiamo perci che, in generale, il passaggio attraverso una lamina irifrangente
muta un'onda polarizzata linearmente in un'onda polarizzata ellitticamente.
Lamine a quarto d'onda e lamine a mezzo d'onda.
*onsideriamo ora il caso in cui le componenti dell'onda incidente aiano una differenza di fase ,
ovvero che
t * E
y y
cos =
, ( ) + = t * E
z z
cos . 7upponiamo per semplicit che *
y
N *
z
. In questo
caso l'onda in ingresso sar polarizzata circolarmente se " 3+, mentre sar polarizzata li-
nearmente e con la direzione di polarizzazione parallela alla isettrice del primo e terzo quadrante
se " .
"a differenza di fase tra le componenti E
y
ed E
z
dell'onda emergente,
u
, 4 data dalla relazione
.
(,6)
3ra gli infiniti valori che pu assumere , i pi5 interessanti sono
6
e .
Lamina a
9
:
6
=
.
Il primo caso 4 quello in cui ( )
9
<
=
y z
n n d che provoca uno sfasamento tra le due onde uscenti
dalla lamina pari a
6
=
. &uesto 4 facilmente dimostraile+
In questo caso gli assi dell'ellisse coincidono con le direzioni y e z. "'ellisse 4 descritta in senso an-
tiorario. /na lamina di spessore d tale che ( )
9
<
=
y z
n n d , cio4, una lamina in cui le lunghezze dei
cammini ottici delle due onde che virano nei piani paralleli ai due assi differiscono di
9
<
4 detta
lamina a quarto d2onda.
!el nostro caso specifico se l'onda incidente 4 polarizzata linearmente, " , l'onda emergente sar
polarizzata circolarmente (fig. ,;). Infatti
6
= =
u
.
99
.nda incidente .nda emergente
Fig. 15 "amina a quarto d'onda con onda incidente polarizzata linearmente.
7e invece l'onda incidente 4 polarizzata circolarmente,
6
=
, l'onda emergente sar polarizzata li-
nearmente lungo la isettrice del secondo e quarto quadrante (fig. ,F). Infatti
= + =
6 6
u
.
.nda incidente .nda emergente
Fig. 16 "amina a quarto d'onda con onda incidente polarizzata circolarmente.
&uindi, possiamo ottenere luce polarizzata circolarmente ponendo lungo il cammino ottico di un'on-
da polarizzata linearmente una lamina a quarto d'onda con gli assi inclinati a 9;D rispetto al piano di
virazione dell'onda incidente.
Lamina a
6
<
:
=
.
Il secondo caso 4 quello in cui ( )
6
<
=
y z
n n d lamina a mezzo d2onda, in cui lo sfasamento intro-
dotto dalla lamina 4
=
. &uesto 4 facilmente dimostraile+
/na lamina di spessore d tale che ( )
6
<
=
y z
n n d , cio4, una lamina in cui le lunghezze dei cammini
ottici delle due onde che virano nei piani paralleli ai due assi differiscono di
6
<
4 detta lamina a
mezzo d2onda.
!el nostro caso specifico se l'onda incidente 4 polarizzata linearmente, " , l'onda emergente sar
ancora polarizzata linearmente ma la sua direzione sar parallela alla isettrice del secondo e quarto
quadrante (fig. ,B). Infatti
= =
u
.
9;
.nda incidente .nda emergente
Fig. 17 "amina a mezzo d'onda con onda incidente polarizzata linearmente.
7e invece l'onda incidente 4 polarizzata circolarmente,
6
=
, l'onda emergente sar ancora pola-
rizzata circolarmente ma con verso di rotazione opposto (fig. ,L). Infatti
6
8
6
= + =
u
.
.nda incidente .nda emergente
Fig. 18 "amina a mezzo d'onda con onda incidente polarizzata circolarmente.
Il 3ensore dielettrico in un mezzo anisotropo.
In un mezzo isotropo, la polarizzazione indotta 4 sempre parallela al campo elettrico applicato ed 4
in relazione con questo tramite uno scalare indipendente dalla direzione in cui il campo elettrico 4
applicato (dipende quindi solo dalla sua intensit). &uesto non 4 pi5 vero in un mezzo anisotropo, se
si escludono particolari direzioni. In questi materiali la polarizzazione indotta dipender dall'am-
piezza e dalla direzione lungo cui 4 applicato il campo elettrico secondo la relazione
(,8)
dove P 4 il &ettore polarizzazione indotta, E 4 il &ettore campo elettrico e 4 il tensore suscettibi-
lit elettrica. "'ampiezza dei termini
i5
dipende ovviamente dalla scelta degli assi (, y e z rispetto
alla struttura cristallina del mezzo. 7cegliendo come assi (, y e z gli assi principali del mezzo la ma-
trice che rappresenta il tensore diventa diagonale riducendo cosH la relazione tra P ed E a
.
(,9)
$ossiamo anche scrivere la risposta dielettrica del mezzo tramite il tensore permeatti&it dielettrica
i5
con la relazione matriciale
(,;)
dove D 4 il vettore spostamento elettrico.
#all'equazione costitutiva D =
0
E + P ricaviamo che
9F
(,F)
0nche in questo caso con l'opportuna scelta degli assi (, y e z fatta prima, riesco a diagonalizzare la
matrice del tensore permeailit dielettrica. "a relazione (,;) pu anche essere espressa in forma
tensoriale D
i
"
i5
E
5
.
L'ellissoide di Fresnel o ellissoide degli indici.
/n mezzo isotropo 4 caratterizzato da un unico parametro, l'indice di rifrazione, che determina la
velocit di propagazione nel mezzo.
In un mezzo anisotropo invece non c'4 un'unica velocit di propagazione e quindi un unico indice di
rifrazione. Esiste per la possiilit di descrivere completamente le propriet ottiche di questi mezzi
assegnando tre direzioni caratteristiche mutuamente ortogonali, .
(
, .
y
e .
z
e tre corrispondenti co-
stanti n
/
, n
+
e n
6
, dette indici di rifrazione principali. "e due onde piane che viaggiano nella direzio-
ne dell'asse ( hanno i piani di virazione paralleli agli assi y e z, e le velocit di propagazione sono
6
6
n
c
& =
e
8
8
n
c
& =
rispettivamente. "e due onde che viaggiano nella direzione dell'asse y hanno i
piani di virazione paralleli agli assi ( e z, con velocit di propagazione
,
,
n
c
& =
e &
6
rispettivamen-
te. "e due onde che viaggiano nella direzione dell'asse z hanno i piani di virazione paralleli agli as-
si ( e y, con velocit di propagazione &
/
e &
+
rispettivamente. !otare che le velocit di propagazione
dipendono dalla direzione di virazione e non dalla direzione di propagazione. &uindi per esempio,
l'onda che vira in una direzione parallela all'asse ( ha la stessa velocit di propagazione sia che si
propaghi in una direzione parallela all'asse y che ad una parallela all'asse z.
$er determinare i piano di virazione e le velocit di propagazione delle due onde che si propagano
in una qualsiasi direzione diversa da .
(
, .
y
o .
z
, usiamo il seguente metodo. #apprima costruiamo
l'ellissoide (fig. ,,a) i cui tre semiassi sono paralleli a .
(
, .
y
e .
z
, e che hanno lunghezza uguale ri-
spettivamente a n
/
, n
+
e n
6
. "'equazione di questo ellissoide 4
.
(,B)
a) )
Fig. 19 Ellissoide di rotazione.
0ssegnata la direzione di propagazione, s, costruiamo poi un piano perpendicolare a questa direzio-
ne (cio4 parallelo al corrispondente fronte d'onda) e passante per il centro dell'ellissoide. "'interse-
zione del piano con l'ellissoide 4 un'ellisse. Ili assi di quest'ellisse sono paralleli ai piani di vira-
zione delle due onde piane che viaggiano invariate nella direzione assegnata. "e lunghezze dei se-
miassi sono numericamente uguali ai due corrispondenti indici di rifrazione (fig ,G).
0priamo una parentesi per spiegare da dove deriva l'equazione (,B).
9B
"a superficie a densit di energia costante 7
e
nello spazio D data dalla relazione
5 i5 i e
E E 7
6
,
6
,
= = D E
pu essere scritta nella forma
e
z
z
y
y
(
(
7
D
D
D
6
6
6
6
= + +
dove
(
,
y
,
z
sono le
costanti dielettriche principali. 7e sostituiamo
6 6 6
z y ( + + = r a
<
6
e
7
D
e definiamo gli indici di
rifrazione degli assi principali come n
(
, n
y
e n
z
, con
<
6
i
i
n =
#i " (1 y1 z$, l'ultima equazione pu
essere scritta nella forma
(,L)
&uesta equazione 4 la generica equazione di un ellissoide con gli assi principali paralleli agli assi (,
y e z e lunghi +n
(
, +n
y
e +n
z
rispettivamente. &uesto ellissoide 4 noto come ellissoide degli indici o
di Fresnel o indicatrice ottica'
"a propagazione dell'energia 4 descritta dal vettore di $o(nting che 4 dato dalla perpendicolare al
piano tangente all'ellissoide nell'intersezione tra l'ellissoide stesso e la retta parallela alla direzione
di propagazione per l'origine (fig. 6<)
Fig. 20 $iano tangente all'ellissoide nel punto & e vettore di $o(nting.
$er i materiali di tipo isotropo in cui gli indici di rifrazione sono gli stessi in tutte e tre le direzioni,
l'ellissoide di Jresnel degenera in una sfera. $er i cristalli anisotropi in cui due degli indici principali
di rifrazione sono uguali (n
/
" n
+
" n
e n
6
" n
e
), definiti cristalli uniassiali, l'ellissoide di Jresnel 4
un ellissoide di rotazione attorno ad un asse detto asse ottico del cristallo uniassiale.
(,G)
$er i cristalli uniassiali la sezione normale all'asse dell'ellissoide di Jresnel 4 una circonferenza. 3ut-
te le onde piane che viaggiano nella direzione dell'asse ottico conservano il loro stato di polarizza-
zione. $er tali onde il cristallo si comporta come un mezzo isotropo.
In tutte le altre direzioni, tuttavia, il cristallo 4 irifrangente. 0ssegnata una direzione di propagazio-
ne aritraria OA, diversa dall'asse ottico, intersechiamo l'ellissoide di Jresnel con un piano passante
per il suo centro e normale ad OA. "'intersezione 4 un'ellisse, di cui un asse, MN, giace nel piano
equatoriale dell'ellissoide, mentre l'altro, PQ, giace nel piano che contiene la direzione di propaga-
zione e l'asse ottico.
9L
Fig. 21 Ellissoide di Jresnel per un cristallo uniassiale positivo.
&uesti due assi sono paralleli ai piani di virazione delle due onde polarizzate linearmente che viag-
giano nella direzione OA. 7e definiamo il piano contenente la direzione di propagazione e l'asse ot-
tico come sezione principale del cristallo relativa ad una data direzione di propagazione, possiamo
dire che delle due onde polarizzate linearmente che viaggiano in una data direzione, una ha il suo
piano di virazione normale e l'altra parallelo alla corrispondente sezione principale.
"'indice di rifrazione dell'onda che vira ortogonalmente alla sezione principale (e perci all'asse
ottico) 4 numericamente uguale a n
+
, il raggio della sezione equatoriale dell'ellissoide. "a velocit di
quest'onda 4 perci &
+
. $er questa ragione l'onda che vira in una direzione ortogonale all'asse ottico
4 detta onda ordinaria e il suo indice di rifrazione 4 detto indice di rifrazione ordinario n
. "'indice
di rifrazione dell'onda che vira nel piano della sezione principale 4 numericamente uguale al semi-
asse OP dell'ellisse. &uesto indice di rifrazione 4 diverso per le diverse direzioni di propagazione% il
suo valore 4 sempre intermedio tra n
+
e n
6
e viene detto indice di rifrazione straordinario n
e
. &uindi
l'onda che vira nel piano della sezione principale ha una velocit che dipende dalla direzione di
propagazione, per questa ragione 4 detta onda straordinaria.
Classifcazione dei mezzi anisotropi.
!ei cristalli uniassiali si ha che due degli indici principali di rifrazione sono uguali, n
(
" n
y
" n
con
< <
6
<
y
(
n = =
ed uno 4 diverso,
<
z
e z
n n = =
. In questi cristalli il tensore dielettrico assume la forma
=
6
6
<
6
<
<
< <
< <
< <
e
n
n
n
.
In questi cristalli vi 4 un solo asse ottico che per convenzione 4 l'asse z.
!ei cristalli uniassiali l'indice di rifrazione ordinario 4 n
0n
e
il cristallo 4 detto positivo mentre se n
8n
e
il cristallo 4 detto negativo.
$ropagazione della luce nei cristalli uniassiali.
-olti dei dispositivi elettro-ottici moderni sfruttano i cristalli uniassiali. Esempi comuni di cristalli
usati sono la calcite, il quarzo e il niobato di litio. In questi cristalli l'equazione dell'ellissoide degli
indici assume la forma
(6<)
dove sono stati scelti gli assi di simmetria con la convenzione che z 4 l'asse ottico. "a figura (fig.
66) mostra l'ellissoide degli indici per un cristallo uniassiale positivo. Il versore s indica la direzione
di propagazione dell'onda luminosa. 7iccome l'ellissoide in questo caso 4 invariante rispetto a rota-
9G
zioni attorno all'asse z, la proiezione di s sul piano (y 4 stata scelta, senza perdere di generalit, in
modo che coincida con l'asse y.
Fig. 22 *ostruzione per trovare gli indici di rifrazione per una direzione di propagazione s data. "a figura mostra un
cristallo uniassiale con nONn(Nn<, nzNne
In accordo con quanto detto prima l'intersezione del piano normale a s passante per l'origine dell'el-
lissoide d origine all'ellisse di intersezione in cui la lunghezza del semiasse maggiore, OA, equiva-
le all'indice di rifrazione straordinario
( )
e
n
. "a lunghezza del semiasse minore, OB, invece equi-
vale all'indice di rifrazione ordinario n
.
P chiaro dalla figura che come varia l'angolo tra l'asse ottico e la direzione s di propagazione
dell'onda, la direzione di propagazione ordinaria rimane fissa come pure il valore dell'indice di rifra-
zione, pari a n
=
6
8
,
6
,
n
d n dn
troviamo che
(8<)
;6
(8,)
da cui si capisce che l'applicazione del campo elettrico lungo l'asse z ha deformato l'ellissoide che
non 4 pi5 a simmetria circolare.
*onsideriamo ora il caso in cui il campo applicato sia diretto parallelamente all'asse (. In questo ca-
so l'equazione (6;) assume la forma
(86)
P allora chiaro che il nuovo asse (2 coincider con ( in quanto i termini misti coinvolgono solo y e z.
P necessaria una rotazione nel piano yz per ricondurre la (8<) all'usuale forma dell'ellissoide. 7ia
l'angolo tra le nuove coordinate y2z2 e le vecchie coordinate yz. "a trasformazione da y, z a y2, z2 4
data dalle relazioni
(88)
7ostituendo la relazione (8,) nell'equazione (8<) e richiedendo che non compaiano termini in yz ot-
tengo che
(89)
con l'angolo tale che
.
(8;)
Il nuovo ellissoide degli indici ha i suoi assi principali ruotati di un angolo attorno all'asse ( ri-
spetto agli assi principali del cristallo non soggetto ad un campo elettrico E
(
.
Modulazione elettro ottica.
0iamo mostrato nella sezione precedente che l'applicazione di un campo elettrico pu camiare
l'ellissoide degli indici. 7appiamo inoltre che la propagazione di onde elettromagnetiche nei cristalli
4 caratterizzata dall'ellissoide degli indici. $ossiamo quindi usare l'effetto elettro-ottico per manipo-
lare la propagazione delle onde luminose ed il loro stato di polarizzazione. *onsideriamo ad esem-
pio una lamina di =D%, tagliata normalmente all'asse z, soggetta ad un campo elettrico diretto lungo
z. 7e consideriamo la propagazione della luce lungo l'asse z, allora, in accordo con le equazioni (8<)
e (8,), la irifrangenza 4 data da
.
(8F)
7ia ora d lo spessore della lamina. Il ritardo di fase per questa lamina 4 dato da
(8B)
dove V " E
z
d 4 la tensione applicata e 4 la lunghezza d'onda della radiazione incidente.
In questo caso il ritardo di fase 4 proporzionale alla tensione applicata. #i conseguenza siamo in
grado di modificare lo stato di polarizzazione di un'onda incidente sulla lamina nello stato desidera-
to.
;8
$er avere un ritardo di fase " la tensione applicata al cristallo 4
(8L)
dove V
4 definita tensione a mezzo d2onda definiile per ogni . I valori tipici della tensione V
si ha massima trasmissione.
CENNI SULL'EFFETTO ACUSTO - OTTICO
"e propriet elettromagnetiche di molti materiali sono funzione di un eventuale campo di forze ap-
plicato dall'esterno. 0 frequenze ottiche, il camio della costante dielettrica e dell'indice di rifrazio-
ne in funzione di un campo di pressioni applicate prende il nome di effetto elasto - ottico. In seguito
a studi su questo fenomeno 4 possiile analizzare l'interazione tra un'onda acustica ed un fascio lu-
minoso che d luogo proprio all'effetto acusto - ottico. 7u questo effetto 4 possiile realizzare mo-
dulatori di ampiezza molto efficienti.
;;
Esempi.
:ediamo ora alcuni esempi di applicazione della teoria presentata.
Esempio 1.
7i consideri una lamina tagliata da un cristallo uniassiale elettro ottico perpendicolare all'asse z. "a
lunghezza della lamina in direzione z 4 ". Il cristallo pu essere sottoposto ad un campo elettrico di
polarizzazione diretto secondo z e viene illuminato da un campo luminoso di segnale E polarizzato
circolarmente, che si propaga secondo z. O e ( sono gli assi principali del cristallo con riferimento ai
quali E si pu scomporre in
(98)
a) &ual 4 il verso della polarizzazioneR
"'indice di rifrazione ordinario 4 n
<
N 6,<<F e la lunghezza d'onda 4 quella del laser Ce-!e . #opo il
cristallo viene posto un polarizzatore con direzione di polarizzazione verticale.
) &ual 4 l'espressione del campo in uscitaR
0lla lamina viene applicata una tensione
6
V
.
c) 2appresentare il campo in uscita dal cristallo prima e dopo il polarizzatore, tenendo conto solo
dello sfasamento relativo fra le componenti.
Soluzione.
Fig. 26
a)
$er le componenti di E valgono le seguenti relazioni+
per t " E
(
" /1 E
y
" mentre per
6
= t
E
(
" 1 E
y
" -/.
7i vede quindi che all'aumentare di t E
O
decresce mentre E
(
cresce in modulo diventando pi5 negati-
vo. Il verso di polarizzazione di E 4 indicato dalla freccia rossa tratteggiata.
)
7e non applico il campo elettrico, il polarizzatore lascia passare solo la componente O e quindi il
campo in uscita sar
+ =
L n
t E
(
<
6
cos
.
;F
c)
7e applico alla lamina una tensione
6
V
, ci sono due nuovi assi di riferimento O' e ('.
Fig. 27
In uscita ci sar uno sfasamento di 3+ indotto dal cristallo.
Il vettore campo elettrico in ingresso 4 polarizzato circolarmente e ruota in senso antiorario. 0nche
secondo i nuovi assi O', (' lo sfasamento tra le componenti di E 4 di 3+.
Il campo in ingresso partendo dall'espressione iniziale (98), saree correttamente correttamente de-
scritto da
(99)
ma anche da
(9;)
e quindi il campo in uscita 4
(9F)
naturalmente non tenendo conto dello sfasamento comune nel cristallo.
0d esempio per t " < E
(,
" ,1 E
y,
" -, e quindi (fig. 6B) la risultante 4 diretta orizzontalmente e
vale 6 .
#opo il polarizzatore il campo 4 nullo in quanto passano solo le componenti verticali.
Esempio 2
/n cristallo elettro ottico uniassiale presenta gli assi come in figura. #avanti al cristallo viene posto
un polarizzatore con direzione di polarizzazione verticale e dopo il cristallo un polarizzatore con di-
rezione di polarizzazione orizzontale. Il sistema deve modulare un'onda luminosa che si propaga
nella direzione dell'asse ottico z. Il cristallo viene sottoposto ad una tensione V
- &#t$, applicata
nella direzione z, data da una componente continua e da una componente variaile nel tempo e tale
che 0 &#t$ 0 V
3+
. "e componenti del campo che si propaga, in uscita dal cristallo, vengono
espresse secondo gli assi della irifrangenza indotta come+
t E
(
cos
'
=
,
( ) + = t E
y
cos
' dove ,
sfasamento indotto dal campo applicato, vale naturalmente , prodotto da V
cos t cos #t ) $
&#t$ " 3+ V
3+
cos t
+
6
cos
t
$er t " e &#t$ " <, E
(,
N ,, E
y,
" -,. Il valore massimo del campo in uscita 4 6 =
7
E .
$er t " e &#t$ " 3+, E
(,
" ,, E
y,
" <. 0l variare di t il campo con polarizzazione circolare ruota in
senso antiorario. Il valore massimo del campo 4 ,.
In generale al variare di &#t$ il valore massimo del campo varier tra , e 6 .
Metodo risolutivo alternativo (metodo dell'ampiezza complessa).
2appresento il campo in ingresso secondo O', (' utilizzando l'ampiezza complessa. "'ampiezza com-
plessa 4 tutto quello che non dipende dal tempo ovvero *e
5
, mentre non considero il termine e
5t
.
I valori del campo in ingresso sono+ (, N *e
5
, y, " *e
5
con qualsiasi.
In generale il campo pu essere descritto+
ingresso uscita
O'
('
*onsideriamo il caso in cui
/
" 3+.
#ato che il polarizzatore in uscita 4 orizzontale quello che mi interessa trovare 4 la componente
orizzontale del campo in uscita. $roietto quindi su ( le componenti di O' e (' e ottengo+
7e trascuro 0 ottengo che la proiezione su ( vale
6
6
6
6
5 .
Il modulo e la fase valgono+
( ) , 6
6
6
,
6
6
= = 5
9
5
e
. *ome mi aspettavo, dato che la polariz-
zazione 4 circolare e avendo trascurato 0, il modulo 4 unitario.
;L
*onsideriamo ora il caso in cui
/
" .
3rascurando 0 la proiezione su ( 4 data da+
In questo caso la proiezione su ( ha modulo pari a 6 e fase nulla.
7e
/
" #&$ ho la formulazione generica della proiezione sull'asse (.
Esempio 3
7i consideri una lamina tagliata da un cristallo elettro ottico uniassiale. :iene applicato un campo
elettrico lungo l'asse z di ,<<: A cm. 7i calcoli lo spessore della lamina in grado di trasformare da
lineare lungo l'asse O a circolare la polarizzazione di un'onda in ingresso.
7iano noti i seguenti dati+ n
<
N ,,;; r
F8
N <,L8 ,<
-,6
mA: N F8< nm
Soluzione.
$er avere una polarizzazione circolare in uscita con polarizzazione lineare in ingresso la lamina de-
ve essere in / 4 e quindi lo sfasamento
( )
6
6 6
' '
= = = n
L
n n
L
( y
.
La situazione descritta dal testo la seguente.
L'applicazione di un campo elettrico provoca una rotazione degli assi di riferimento di 45
Nel nostro caso vale che E r n n
F8
8
<
= e quindi ( )
6
6
F8
8
<
= = E r n
L
. Da questa relazione ricavo
lo spessore della lamina che
;G
Questo valore per lo spessore della lamina indica che i dati forniti non sono molto realistici. Se in-
vece applicassi un campo di 10 KV/cm otterrei per la lamina uno spessore L = 5,0956 cm molto pi
verosimile.
Appendice: cristalli per l'optoelettronica.
Fig. A1 $arte ottica dello spettro elettromagnetico.
ADA arsenato deidrogenato di ammonio (!C
9
C
6
0s.
9
)
-ateriale elettro-ottico poco utilizzato per la realizzazione di modulatori ottici.
$ossiede una discreta trasparenza nel visiile.
*ristallo uniassiale.
ADP fosfato deidrogenato di ammonio (!C
9
C
6
$.
9
)
/tilizzato come trasduttore sonar.
$ossiede una uona trasparenza nel visiile e nel vicino I2 da <.6 a ,.6 micron.
*ristallo piezoelettrico (isomorfo del Q#$).
r
F8
adatto alla configurazione elettro-ottica longitudinale, r
9,
alla trasversale.
KDA arsenato deidrogenato di potassio (QC
6
0s.
9
)
.ttimo per applicazioni di assa potenza e per realizzare modulatori a anda larga.
-ateriale piezoelettrico e ferroelettrico (isomorfo del Q#$).
KDDP fosfato dideuterato di potassio (Q#
6
$.
9
)
/tilizzato nei campi della modulazione e della sensoristica.
3rasparente tra i <.6 e i 6.< micron.
-ateriale elettro-ottico (isomorfo del Q#$), cristallo uniassico.
KDP fosfato deidrogenato di potassio (QC
6
$.
9
)
3rasparente in tutto il visiile e nel vicino /: (da <.9 a ,.8 micron), completamente opaco
nell'infrarosso.
*ristallo elettro-ottico% sopra i ,68Q 4 uniassiale, esiisce effetti elettro-ottici lineari e
quadratici% sopra e sotto la sua temperatura di *urie 4 piezoelettrico% materiale dielettrico
non lineare.
KTN niobato di tantalato e potassio (Q3a
O
!
,-O
.
8
)
@uone caratteristiche di trasmissione nell'I2 fino a ; micron.
F<
$resenta propriet elettro-ottiche sopra la sua temperatura di *urie (4 otticamente isotropo),
eccellenti caratteristiche acustiche, uon comportamento alla modulazione e deviazione dei
raggi laser, effetto elettro-ottico lineare sotto la temperatura di *urie e quadratico sopra% pu
essere utilizzato come isolante e come semiconduttore (tipo n).
niobato di litio ("i!.
8
)
Il pi5 importante materiale per optoelettronica.
@uone caratteristiche di trasparenza nel visiile e vicino I2.
-ateriale ferroelettrico.
$ossiede un elevato coefficiente elettro-ottico, elevata irifrangenza, un forte effetto
piezoelettrico, eccellenti propriet acustiche.
%roustite (0g
8
0s7
8
)
-inerale ottimo per l'effetto elettro-ottico e ottica non lineare% largamente utilizzato nell'I2 e
in particolare per i laser a *. e *.
6
% si comporta anche da semiconduttore e fotoconduttore.
3rasparente tra <.F e ,8 micron.
tantalato di litio ("i3a.
8
)
0pplicazioni nel campo della modulazione e della sensoristica.
$ossiede propriet elettro-ottiche, piezoelettriche e ferroelettriche.
BGO ossido di germanio e bismuto (@i
,6
Ie.
6<
)
Jortemente piezoelettrico, otticamente attivo, fotoconduttivo, esiisce un piccolo effetto
elettro-ottico lineare.
semiconduttori
/tilizzati nella realizzazione di modulatori, interruttori e deviatori sia discreti che integrati.
@uone propriet elettro-ottiche.
:ediamo ora una taella con gli indici di rifrazione di alcuni cristalli uniassiali.
Crista! r
i"
#10
$12
%&' ( )*+i,i +i ri-ra.i!*/
5i
r n
8
<
#10
$12
%&'(
ADP
( fosfato di ammonio e deuterio)
r
9,
N 6L
r
F8
N L.;
n
<
N ,.;6
n
e
N ,.9L
G;
6B
KDP
(fosfato di potasssio e deuterio)
r
9,
N L.F
r
F8
N ,<.F
n
<
N ,.;,
n
e
N ,.9B
6G
89
&uarzo r
9,
N <.6
r
F8
N <.L8
n
<
N ,.;9
n
e
N ,.;;
<.B
8.9
0iNbO
3
(!ioato di litio)
r
88
N 8<.L
r
,8
N L.F
r
66
N 8.9
r
96
N 6L
n
<
N 6.6G
n
e
N 6.6
86L
8B
0iTaO
3
(3autanato di litio)
r
88
N 8<.8
r
,8
N ;.B
n
<
N 6.,B
n
e
N 6.,L
8,9
BaTiO
3
(3itanato di ario)
r
88
N 68
r
,8
N L
r
96
N L6<
n
<
N 6.99
n
e
N 6.8B
889
!ella pagina seguente riportiamo una taella contenente il tensore elettro ottico lineare per i cristalli
uniassiali.
F,
Cristai 1*iassiai t/trag!*ai.
9 9 966 9mm
Cristai 1*iassiai trig!*ai.
8 86
Cristai 1*iassiai /sag!*ai.
F Fmm F66
"a notazione sopra le matrici indica il gruppo di simmetria.
)*+i,/ G/*/ra/
F6