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RADIOPROTEZIONE

- radiazioni ionizzanti

- Effetti biologici delle radiazioni

- Elementi dosimetria delle radiazioni, dose— grandezza principale

- Basi di radioprotezione

- Normativa di radioprotezione

- Radioprotezione operativa

C’è una norma, tutti i lavoratori che saranno coinvolti con le radiazioni— corso di formazione e
aggiornamento su questo argomento.

24 maggio— esonero. Ultima lezione 11. Esami 1 e 8 giugno.

Radiazioni ionizzanti

Le radiazioni ionizzanti sono onde elettromagnetiche o particelle in grado di cedere agli atomi e alle
molecole dei materiali che esse attraversano un quantitativo di energia sufficiente a ionizzarli. qui
abbiamo una tipologia di trasporto di energia, costituita da fotoni che non hanno massa e poi
abbiamo delle particelle. Le particelle sono in grado di cedere energia— la cessione di energia
comporta il cosiddetto fenomeno della ionizzazione— processo per cui un atomo diventa ione— si
trasforma in qualcos’altro. Un atomo è costituito da neutroni, protoni e poi c’è una nuvola elettronica
— gli elettroni ruotano intorno al nucleo. Ci sono tanti elettroni quanti protoni. Cariche positive e
negative sono equivalenti in numero e dunque a livello di carica l’atomo è neutro.

Per descrivere un nucleo atomico si specificano due grandezze:

Numero di massa— numero totale di nucleoni posseduto dall’atomo. Rappresenta la somma del
numero di neutroni e di protoni presenti.

Numero atomico— numero di protoni del nucleo. Determina la specie chi, oca (elemento) di
appartenenza dell’atomo e quindi le sue proprietà chimiche.

In condizioni normali gli atomi sono elettricamente neutri.

Sia in natura che a livello artificiale esistono sostanze che hanno un numero di massa differente pur
avendo lo stesso numero di protoni— isotopi— sostanze simili ma con caratteristiche chimiche e
fisiche differenti e quindi anche comportamento differente. Se vado a vedere quanti isotopi ho in
natura ne trovo tanti, alcuni di questi sono energicamente stabili, ovvero hanno un contenuto
energetico superiore rispetto a quello normale in condizioni di equilibrio, e quindi hanno la capacità
di emettere energia in quanto la natura è volta all’equilibrio. Se io ho una sostanza che è molto carica
da un punto di vista energetico, avrò la naturale tendenza a liberarmi della carica per alleggerirmi e
tornare alla naturale condizione di equilibrio. Un radioisotopo è una sostanza che ha questa energia
in più che deve liberare.

Esempi: uranio viene utilizzato nei combustibili nucleari. Utilizzo uranio che emette sostanze ad
altissimo contenuto energetico e attraverso l’urto con sostanze opportune si crea una
moltiplicazione di energia che poi viene utilizzata per scopi industriali. Analogamente lo iodio come
isotopo 123 o 131— questa sostanza emette energia sotto forma di particelle o di fotoni. Se si mette
questa sostanza, associandola a un farmaco, all’interno della tiroide, lo iodio 131 comincia a
bombardare le cellule della tiroide e se c’è un tumore, le cellule vengono uccise dall’energia rilasciata
dallo ione 131.

Se però questo uranio fuoriesce o esplode dalla centrale, l’utilizzo diventa dannoso. Poiché se non
confino la sostanza e convoglio l’energia per scopi positivi si ha effetti negativi— bomba atomica ad
esempio. Se invece l’uranio viene confinato all’interno della centrale, si crea un’energia pulita.
L’idrogeno è costituito da un protone e un elettrone e due isotopi: deuterio e trizio, uno dei quali è
radioattivo e la differenza è il fatto che si aggiungono neutroni a questa sostanza.

Radiazioni
— insieme di fenomeni caratterizzati dal trasporto di energia nello spazio sotto forma di onde
elettromagnetiche prIve di massa o di particelle corpuscolari (dotate di massa).

Esempi di onde elettromagnetiche

- luce visibile e radiazione termica

- Onde utilizzate nelle telecomunicazioni (microonde e onde radio)

- Raggi X utilizzati per le radiografie

- Raggi y emessi da alcune sostanze radioattive.

- Le onde elettromagnetiche hanno una velocità costante. frequenza e lunghezza d’onda sono
legate dalla velocità dell’onda. Nelle onde elettromagnetiche la velocità dell’onda è costante—
velocità della luce. In base alla velocità costante siamo in grado di caratterizzare le onde
elettromagnetiche in funzione della frequenza e della lunghezza d’onda. Siamo in grado di definire
e di utilizzare le radiazioni per i nostri scopi.

usi che si possono fare con queste onde— siamo alimentati da corrente elettrica— tensione
dell’alimentazione— 220 v, frequenza —50-60 Hz. Frequenza maggiore— numero di informazioni
trasportate molto elevato— GH. GX —- possono distruggere le cellule— radar, sistemi diagnostici
terapeutici.

Fotoni o quanti di luce— la fisica quantistica nasce dal fatto che ci si rende conto che le onde
elettromagnetiche non avevano massa, perché altrimenti non poteva andare a quelle velocità —
quindi viene chiamata quanto di luce o fotone che ha sia comportamento ondulatorio ma anche
corpuscolare, è come se fosse una particella di massa 0 che trasporta un sacco di energia. L’energia
che trasporta un fotone è proporzionale alla sua frequenza. i fotoni non hanno massa e l’energia che
trasportano va con la frequenza. Maggiore è la frequenza, maggiore è l’energia che sono in grado di
trasportare . Quindi se io prendo un fascio di fotoni mille volte superiore di quello che serve per fare
una lastra al torace, lo uso per fare radioterapia. Per certe cellule diventa letale. Se si punta sulle
cellule tumorali possono essere uccise.

I fotoni sono di due tipi — raggi gamma e raggi X. Dal punto di vista fisico sono uguali.

- raggi gamma— fotoni prodotte dalle sostanze Radioattive

- Raggi x— prodotti da apparecchiature artificiali. Produco artificialmente un fascio di protoni


chiamati X. Chiamati X per un esperimento fortuito— sostanza che esce dal tubo catodico—
chiamata X.

i raggi gamma sono legati al decadimento radioattivo gamma.

Radiazione corpuscolari—

particelle dotate di massa. La velocità di queste particelle è varia. Pertanto l’energia che trasporta è
definita come energia cinetica—quando un corpo di massa m attraversa uno spazio perde parte
della sua energia per effetti degli urti di vario genere . Una radiazione corpuscolare si muove in un
percorso prestabilito e non va molto distante, mentre un fotone puo andare anche per km, non
interagendo con nessuno.

Tra le varie particelle utilizzate in diagnosi e terapia abbiamo le:

- Particelle alfa— neutroni e protoni messi insieme— con queste vengono bombardati i tumori.
Hanno una massa grande, e un cammino molto breve, in poco spazio liberano tutta l’energia,.
Siccome hanno una massa grande, hanno un urto importante, perdono tutta l’energia e si fermano.
Se vengono utilizzati i fotoni invece, si ha interazione chiamata indiretta che consente al fotone di
proseguire, ma se dietro c’è un organo sensibile viene danneggiato. La massa è un limite, aiuta a
non andare in profondità.

- Particelle beta— elettroni che possono essere positivi (positroni). Massa molto piccola,; con gli
elettroni bombardiamo i tumori in terapia intraoperatoria— siccome le distanze che percorrono
sono piccole, si possono fare trattamenti superficiali. I positroni quando vengono emessi dalla
sostanza radioattiva interagiscono con gli elettroni dell’ambiente e diventano due fotoni—
principio PET. Questo accade quando una sostanza decade, cioè perde un elettrone, ad esempio
il cobalto 60 diventa nichel 60, perché — perdono un pezzo— quindi cambiano forma e a volte
nome. Nei decadimenti radioattivi— le sostanze nei processi di decadimento si trasformano in
qualcos’altro.

Quindi avremo:

radiazioni di tipo corpuscolare—

- beta positivi o negativi

- Protoni che hanno carica positiva

- Neutroni che non hanno carica. Particelle molto efficaci con energia estremamente importante—
si liberano aldisopra di certi valori di energia.

- Alpha

- Radiazione elettromagnetica.

0 — significa che non interagisce direttamente.

Il fotone ha delle proprietà importanti. Le particelle urtano fisicamente tra di loro. Se l’energia è molto
elevata, quando urta il trasferimento di energia diretto crea o puo creare modificazioni sulla sostanza
che è stata colpita.

Interazione della radiazione con la materia.

Quando si fa interagire la radiazione con la materia si deve tenere tenere conto

- del tipo di radiazione,

- dell’energia delle radiazioni ,

- di cosa si sta irraggiando.

- Vedere frequenza,, carica, energia.

L’interazione radiazione-materia Provoca molti fenomeni, tra cui la radiazione ionizzante— fenomeno
per cui ionizzando, cioè modificando la struttura della sostanza che viene colpita ottengo dei
fenomeni radiobiologici che sono stati scientificamente provati dall’epidemiologia e quindi che
sappiamo gestire in modo chiaro e preciso.

Applicazione delle radiazioni non ionizzanti nella diagnosi — risonanza magnetica sfrutta il principio
di campo magnetico, non ionizza ma orienta. All’interno dei protoni ci sono piccole particelle, gli spin
che girano in maniera caotica. Con il campo magnetico si orientano gli spin da una parte e si fanno
oscillare in vari modi, smettendo i usare il campo magnetico le particelle ritornano allo stato
confusionario di prima . Raccogliendo il segnale si ottiene l’immagine di risonanza magnetica. Non
si sposta e non si modifica nulla.

Stessa cosa per l’ecografia— con l’ultrasuono si fa una riflessione selettiva in base all’impedenza
acustica del materiale e comporta la visualizzazione di cosa si ha sotto ma non si ha nessun tipo di
interazione con la materia. Stessa cosa quando si usa il laser nella terapia — il laser chirurgico taglia
— l’energia che ha è tale da riscaldare i tessuti al punto da bruciarli.

Anche la radiofrequenza mette in moto le sostanze.

Le radiazioni ionizzanti invece modificano la struttura della stanza che vanno a colpire. In un sistema
biologico è un grande problema per il DNA. Se si colpisce una catena di DNA, quando si riproduce
provoca un danno.

Principio di giustificazione— giustificare perche si fa una TAC— perché si sottopone a rischio il


paziente.

Uso delle radiazioni ionizzanti nei processi di diagnosi e di terapia.

Quando si fa diagnosi si deve avere attenzione. Ogni esposizione data al paziente— parte di
radiazione colpisce l’ambiente dove ci sono gli operatori sanitari. Più esami radiologici si fanno ai
pazienti, più probabilità di rischio si ha di ammalarsi come operatore. Se si ottimizza la dose pazienti
quindi si ottimizza la dose degli operatori.

Imaging radiologico si crea con l’RX tradizionale

TAC— macchine che producono immagini tridimensionali, mentre l’RX tradizionale è un’esposizione
diretta, si spara una radiazione che attraversa il corpo che viene parzialmente assorbita e
parzialmente trasmessa, dietro al pz c’è un rilevatore di immagini. La tac crea un’immagine
tridimensionale facendo una rotazione. Mentre ruotano il lettino si muove dentro al tubo. In questo
modo viene fuori un’elica, questa spirale crea l’immagine 3D della TAC.

mammografia— esame mammella, con apparecchiature a basso contenuto di radiazioni.

Medicina nucleare— metodologia per cui si somministra ad un pz una sostanza radioattiva


associata ad un farmaco e si mette in circolo sul paziente, un radioisotopo a un radiofarmaco,
zucchero ad esempio. Il pz diventa radioattivo per 7-8 ore, Dopo 1 ora dalla somministrazione si fa
un esame— il pz spara sulla macchina. Se c’è una cellula tumorale— cellula indifferenziata, accade
che catturano lo zucchero con il radioattivo— accumulo di radioattivo sottesa all’area — diagnosi di
tumore— il pz pero diventa radioattivo.

Radiazioni ionizzanti in terapia—1000-2000 volte superiori rispetto a rx. Cessione di grandi


quantità di energia alle cellule per distruggerle. acceleratori lineari. Si sparano radiazioni molto alte.
Si utilizzano con masse di 3 cm che devono essere completamente distrutte— pianificazione di
trattamento e si aggredisce il tumore da tante parti in vari giorni con dosi piccole. La preparazione
dei fasci di radiazione vengono fatte dai fisici che supportano i medici.

Non si puo assistere il paziente in questo caso. In radioterapia ci sono sostanze radioattive con
tecniche particolari.

Le radiazioni ionizzanti colpiscono direttamente o indirettamente le particelle.

Fenomeno della ionizzazione diretta—— è legata al fatto che c’è un urto fisico tra particella e
atomo. La sostanza, o la radiazione che in quel momento colpisce la materia biologica perde la sua
vita e si ferma dove ha interagito. Possono essere emessi dei fotoni di energia minore. Con l’urto
parte dell’energia si trasforma in qualcosaltro— e concorre in ulteriori danni di radiazioni. Con le
particelle sappiamo con certezza dove vanno a finire, perché muoiono nel punto dove urtano. Non
hanno la capacità di andare in profondità poiché hanno massa.

Radiazioni indirettamente ionizzanti. Il fotone non avendo massa puo interagire solo in
determinate condizioni— indiretta— attraversa la materia, rilascia un po di energia e continua a
camminare. L’energia mette in moto delle particelle che a loro volta interagiscono—-metodo di
indiretta interazione. La differenza sostanziale è che Il percorso del fotone è molto più lungo perché
in alcuni casi entra nel corpo e non interagisce.

I fotoni possono andare lunghi fino a diversi kilometri. Radioprotezione In medicina nucleare, le
energie sono elevate, i camici di piombo non sono abbastanza. L’energia attraversa il corpo. Con i
fotoni l’interazione è molto più complicata perché non ha massa.

Sale radiologiche per schermare le radiazioni ionizzanti— in questo modo i fotoni muoiono. In
funzione della tipologia di radiazione il materiale e lo spessore schermante cambia sensibilmente.

- Le particelle alfa sono molto grandi ma si fermano con un foglio di carta perché urtano e
muoiono, perché sono molto grandi.

- Le particelle beta sono più piccole interagiscono di meno e rischiano di oltrepassare, quindi la
carta non è sufficiente— metallo.

- Le particelle gamma necessitano di calce struzzo.

Le particelle hanno un range, un cammino. Questo range che è definito in base all’energia e al tipo di
particella viene usato molto per gestire le radiazioni. Le norme di radioprotezione sono vincolati al
tipo di sostanza che si utilizza. Il paziente emette delle sostanze. Linfonodi sentinella— fanno da
filtro tra un distretto e l’altro, si fa assorbire sostanza radioattiva dal linfonodo sentinella che gestisce
il distretto sovraclaveare della mammella.

I fotoni non hanno un range ma hanno un percorso che dipende dall’energia e dalla loro frequenza.
Quindi per schermare un fascio di fotoni devo capire l’energia, il tipo di macchina, il tipo di sostanza
e quanta ne uso durante l’anno.

Potere ionizzante e potere penetrante delle principali radiazioni nucleari— alfa, beta e gamma hanno
poteri di ionizzazione differenti. Il fotone gamma ha bassissimo potere ionizzante perché quando
interagisce non vede molto la materia, però penetra tantissimo e quindi il suo danno si protrae.
Mentre la particella alfa ha un altissimo potere ionizzante, e fa subito danno ma non si protrae.

Le sorgenti— sono le macchine radiogene e radionuclidi (sostanze radioattive).

Radioattività naturale, il nostro mondo è radioattivo, l’uranio e il torio stanno sotto terra. Ci sono i
Raggi cosmici. La radiazione che proviene dal cosmo ha un livello di energia estremamente elevato.
Arrivano radiazioni estremamente pericolose, energetiche e oggettivamente letali. La nostra
atmosfera ci garantisce protezione e passano solo alcuni raggi, lascia passare energie vitali, ad
esempio l’energia del sole.

In alta quota le radiazioni sono molto alte, a livello del mare sono quasi nulle.

radon—molto importante e molto diffuso nell’ambiente, nelle rocce, sassi pieni di gas radioattivi.
Vengono respirati e decadono in sostanze solide. Ci sono norme di costruzione degli edifici. Il radon
quando decade, decade in un’altra sostanza radioattiva che diventa solida e si deposita sui polmoni.

Macchine radiogene— il tubo radiologico è una macchina che spara radiazioni solo se accesa.
Vengono direzionate in una direzione specifica. Quando si fanno radiazioni c’è una luce. La luce
identifica il campo di radiazioni che colpirà il target. Aldifuori della luce non ci sono radiazioni. La
radiazione deve sempre colpire il target. Le radiazioni hanno una distribuzione molto varia. Bisogna
adottare attenzioni e utilizzare mezzi di protezione assegnati agli operatori.

accelleratori—grossi tubi radiogeni che funzionano in modo artificiale, le energie letali per le cellule.
Non bisogna starci nella stessa stanza. Al disopra di certe energie vengono emesse dei neutroni,
obbligo di non sostare nella sala.

Sorgenti radioattive— sostanze energicamente instabili che hanno la capacità di decadere.


Decadimento radioattivo, capacità di emettere energia sottoforma di gamma o sotto forma di
particelle e trasformarsi in un’altra sostanza che puo essere ancora radioattiva. Decadimento beta:
colpisco una particella e fuoriesce l’elettrone, il decadimento beta + ha lo stesso principio ma si
emette un elettrone positivo (O15 o F18), l’elettrone positivo come esce da O15 incontra gli elettroni
negativi, e l’elettrone positivo e negativo si combinano attraverso l’annichilazione—l’interazione
genera due fotoni da 511 kev. Questi due fotoni escono con la stessa energia con stessa direzione e
versi opposti. Da un punto dove le particelle si incontrano, escono fuori su una retta due fotoni. Se
con un rivelatore si legge l’arrivo dei fotoni in coincidenza, si ottiene l’identificazione del punto da
dove sono partiti— PET: inietto una sostanza (O15 o F18-) che emette elettroni positivi, una volta
dentro l’organismo, gli elettroni interagendo con gli elettroni negativi emettono i fotoni su tante rette,
il dispositivo che legge i fotoni sulle rette, genera la localizzazione e il dimensionamento della
sorgente di questi fotoni, e quindi crea l’immagine PET. Con un sistema di decadimento banale, si
riesce a centrare a meno di qualche millimetro la posizione di una lesione.

I decadimenti molto spesso generano altre sostanze a loro volta radioattive— decadimenti a catena,
emettono radiazioni e sostanze radioattive. gas— inalato, se permane nei polmoni si ha ulteriore
decadimento in altre sostanze solide che continua a decadere. I tempi di decadimento sono molto
lunghi, liberarsene è complicato.

Decadimento radioattivo— andamento naturale della perdita di energia che hanno le sostanze
radioattive. Sostanza energicamente instabile che per natura si libera della sua energia in eccesso—
lo fa naturalmente. il decadimento ha una legge esponenziale e ogni sostanza segue la sua legge in
modo totalmente riproducibile— ogni sostanza ha un suo specifico andamento del decadimento
quindi dopo un certo tempo la sostanza non è più radioattiva. L’obiettivo di ogni sostanza radioattiva
è quella di cedere l’eccesso e di ritornare allo stato di equilibrio fondamentale avendo buttato via
tutta l’energia in eccesso. Hanno la tendenza fisica naturale a liberarsi dell’energia in eccesso. Ogni
sostanza poi ha un tempo specifico con cui perde questa energia. Questo tempo è un tempo fisico.
Ogni stanza radioattiva ha un tempo— identificato come emivita o tempo di dimezzamento— tempo
passato il quale la radioattività della sostanza diventa la metà. Ogni sostanza radioattiva ha il suo
tempo di dimezzamento, conosciamo la vita di un isotopo radioattivo. Quando le sostanze perdono
la radioattività si trasformano in sostanza stabili o metastabili. Nei radioisotopi che si utilizzano in
medicina si deve rispettare un limite di 75 giorni come tempo di dimezzamento massimo. Se io
inietto una sostanza radioattiva a un paziente per fare una scintigrafia ossea, se ha due anni come
tempi di dimezzamento poi due anni il paziente è radioattivo ed emette radiazioni pericolose per gli
altri, quindi si devono usare sostanze che in breve tempo si disperdono.

Attività di una sorgente


Unità di misura, la grandezza che noi utilizziamo per definire la sorgente radioattiva, l’infermiere in
medicina nucleare è estremamente attivo e presente. L’attività è il numero di trasformazioni, di
decadimenti che avvengono nell’unità di tempo. L’unità di misura è il Bq—- bequerel— un
decadimento al secondo. Analogamente c’è il Curie— in proporzione con il Bq. Nel sistema
interazione l’unità di misura è il Bq.

L’attività di ogni sorgente diminuisce nel tempo. Maggiore è il volume del tempo di dimezzamento
più a lungo dura la sorgente. Se i tempi di dimezzamento sono notevolmente ridotti la quantità di
attività da comprare è tanto.

La macchina di risonanza magnetica non è mai spenta, il magnete è sempre acceso. Effetto
proiettile, danni letali.

EFFETTI BIOLOGICI

Particelle alfa, beta, gamma emesse dal nucleo interagiscono con la materia circostante
depositando in essa la loro energia. C’è un danno biologico che va gestito. La radioprotezione si
occupa di gestire il danno biologico e di consentire che il beneficio che si trae dalle radiazioni sia
superiore rispetto al danno che lo causa.

Le radiazioni fanno male; esiste un principio che si chiama ormesi — la som.ne di radiazioni al
disotto di un certo valore energetico è benefico per la pulizia delle particelle. La maggiorate delle
conoscenze oggi disponibili sulle radiazioni ionizzanti provengono da:

Esperimenti di laboratorio— la radioprotezione e l’utilizzo di radiazioni nasce fine 800 con la


scoperta dei raggi X . Poi si accorgono che il Radium, contenuto in un sasso emetteva radiazioni.
Cominciano ad utilizzarle. La gente si ammalava.

Guerre mondiali— Hiroshima e Nagasaki— morti immediate.le Radiazioni hanno creato danni
irreversibili alla progenie.

Incidenti nucleari avvenuto nel tempo.

Allo stesso tempo i trattamenti delle radiazioni funzionano : Le cellule vengono uccise dalle
radiazioni— possiamo capire l’effetto nell’uomo in modo che siamo in grado di gestire gli effetti
biologici.

Effetti biologici: attraverso il processo di ionizzazione le radiazioni sono in grado di modificare le


strutture cellulari fino a determinare in alcuni casi un danno irreparabile. In altri casi vari fenomeni di
riparazione o compensazione per ripopolamento possono intervenire a mitigare il danno prodotto.
Gli effetti dipendono dalla quantità di energia che la radiazione ha ceduto nella cellula (dose) ma
anche dal tipo di radiazione e dalla distribuzione temporale e spaziale della dose ricevuta. grandezza
— dose — quantità di radiazione che è stata ceduta nella cellula. Dobbiamo cercare di quantificare
la dose in funzione della radiazione che arriva ma anche della struttura dell’individuo che riceve la
radiazione.

- effetto deterministico —si è dimostrato che al di sopra di un certo valore di dose abbiamo il
rapporto di causa effetto— danno. Il valore di dose soglia cambia in base all’organo che stiamo
considerando ma è un dato certo. Io so che al di sopra di un certo valore di dose ho una sterilità
temporanea, al di sopra di un altro ce l’ho irreversibile.

- Effetto stocastico o probabilistico — concettualmente ogni persona esposta a radiazione con un


valore di dose inferiore al valore deterministico, quindi alla dose soglia ha una probabilità diversa
da zero di subire un danno. Ma La probabilità di ammalarsi puo manifestarsi dopo anni. Si puo
manifestare nel soma— effetto somatico, o effetto genetico— danno alle cellule germinali.
Modificazione che si trasmette alla progenie che si puo manifestare dopo tanto tempo, ma non è
automatico che si manifesti. I lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti incorrono con una
probabilità molto bassa ad un danno biologico da radiaizoni.

Il danno biologico si manifesta con meccanismi diversi in funzione degli effetti. Se ho un principio di
ionizzazione sigli atomi posso avere tempi molto rapidi: gli effetti sugli atomi e sulle molecole sono
pressoché immediati. Se ho uno stadio di tipo biologico, tipo al dan lo posso avere anche dopo anni.
Il danno si manifesta e poi nella gestione della replicazione cellulare questo danno si trasporta nel
tempo e si amplifica fino a forse diventare patologico. I danni sono di vario genere:

- danno fisico—evento iniziale della articolata catena di eventi che possono risultare in un danno:
ionizzazione delle molecole prodotta dall’energia rilasciata nel tessuto. interazione diretta o
indiretta— rottura cellulare

- Danno di tipo chimico, biochimico, biologico soprattutto alla parte dei cromosomi. Posso avere
una serie di danni che possono agire su molecole ma anche sulla popolazione degli animali. Il
danno varia in funzione della tipologia di radiazioni, del tempo a disposizione e anche
dell’ambiente all’interno del quale ci stiamo muovendo. In ambito lavorativo siamo in grado di
gestire in maniera corretta tutti i fattori di rischio presumendo alcune regole di ingaggio con il
quale si mette una macchina radiologica—Pratica radiologica, aspetti preventivi di progettazione.
Aspetti sanitari di gestione e di prevenzione collettiva, ecc. gestione del paziente. Si fa la pratica
radiologica per evitare danni. Si utilizzano sistemi di riduzioni di dose che ottimizzino la resa
rispetto al danno.

Danni al DNA

- cellula già differenziata di tipo somatico— la stessa cellula viene danneggiata dalle radiazioni e la
sua trasformazione nel tempo trasporta l’effetto oncogenico durante la sua trasformazione
naturale. L’individuo viene direttamente danneggiato

- Cellula embrionale—quando le alterazioni genetiche delle cellule embrionali, possono provocare


malformazioni, aborti, neonati, con gravi deformazioni, si manifesta il cosiddetto effetto
teratogeno. una donna in gravidanza non dovrebbe prendere radiazioni ionizzanti. Cellule
embrionali hanno un’altissima risposta all’effetto ionizzante delle radiazioni perché sono cellule in
rapida crescita, meno strutturate e più attaccabili. Quindi c’è un Impianto di radioprotezione ben
solido. Sia l’Utero che feto sono particolarmente radiosensibili

- Germinale sessuale— danno genetico. In questo caso i danni possono provocare sterilità
sessuale, malattie ereditarie più o meno gravi, morte del feto nei primissimi stati di vita. La
radiazione modifica queste cellule. Non provoca danno al soma ma nel momento della
procreazione c’è trasferimento del danno alla progenie— nascono bambini malati.

Quando si rompe il dna. Il danno che puo provocare la radiazione ionizzante è piuttosto vario, tutta
via abbiamo i meccanismi di riparazione— elemento utilissimo nella gestione di un danno stocastico.
Mi consente di esporre un lavoratore , un infermiere che fa lo strumentista per tutto l’anno, sapendo
che il danno potenziale al dna viene riparato. Si utilizza uno strumento— riposo biologico. Se si ha
un danno cellulare potenziale e ogni anno ci si ferma per un periodo, consento al mio meccanismo di
riparazione di azzerare il potenziale danno e quindi di ripartire sano. Se non si consente la sosta e si
continua a bombardare prima o poi il danno diventa irreparabile.

I meccanismi di riparazione
- devono essere senza errori altrimenti il danno non si ripara. Se si subisce un danno e il sistema di
riparazione effettua una copertura del danno, si ha apparentemente una riparazione ma questa nel
tempo non regge e quindi puo diventare letale ma non è detto che lo diventi.

- Se il sistema non ripara correttamente il danno c’è il rischio che il danno si rimanifesti e diventi
letale. Il dna si riproduce con una riparazione non corretta Se la riparazione è incompleta, diventa
letale. Discrimina tra insorgenza di malattia e probabilità diversa da zero di ammalarsi.

- Riparazione incompleta — meccanismo di riparazione del dna incompleto che diventa letale.

Danno cellulare —non tutte le cellule sono egualmente sensibili al danno da radiazione. gli anni e le
conseguenze nelle cellule sono legate al fatto che ci sono diverse tipologie cellulari. A livello cellulare
La maggior parte dei danni sono reversibili, quando una cellula viene colpita da radiazioni ionizzanti,
tendenzialmente sono danni riparabili. Pero si puo avere la morte cellulare, per esempio nella
radioterapia. Se si provoca morte cellulare anche su cellule sane— si crea un danno collaterale.
Oppure abbiamo una morte riproduttiva— livello cellulare le cellule figlie tendono a morire— morte
cellulare. Oppure si ha mutazione— le cellule vengono danneggiate e si riproducono—la loro
riproduzione crea una mutazione, prevalentemente nell’ambito genetico.

Un altro degli elementi che la scienza ha dimostrato è che non tutte le cellule subiscono danno da
radiazione o quantomeno il danno è commisurato alla tipologia di cellule. Le cellule di rapida
replicazione e non specializzate sono molto sensibili alle radiazioni— cellule tumorali che non sono
specializzate — Cellule che si ribellano all’ordine cellulare e si riproducono in modo non
specializzato e più velocemente.

molto sensibili sono le cellule da rapida replicazione— bambini, embrione e feto.

Tutta un’altra serie di cellule—hanno un livello di proliferazione molto rapido— linfociti, ovaia, oociti,
midollo sono molto a rischio quando sono soggette a radiazioni ionizzanti. Le ossa sono poco
radiosensibili. Nella radiologia interventista le mani sono gli organi meno protetti. I limiti di dose per i
lavoratori sono un fattore 20 rispetto a quelli del corpo intero. Radiosensibilità delle ossa molto più
bassa.

Reazione dei tessuti, a livello tessutale c’è sempre una reazione legata alla quantità di tessuto che
viene colpita e la diversa radiosensibilità dei tessuti provoca un diverso danno da radiazione. I
tessuti in particolare possono avere questa tipologia di effetti:

Possiamo avere effetti deterministici, radiodermite o danni alla pelle quando c’è una esposizione
diretta alle mani ad esempio. Con norme di sicurezza si riesce ad eliminare questo tipo di problema
—le apparecchiature utilizzate adesso hanno tecnologie diverse rispetto a quelle di tempo fa quindi il
fascio confinato in un’area è effettivamente quella che si sta utilizzando. L’evoluzione tecnologica
comporta una riduzione del rischio. I tessuti hanno effetti di tipo tardivo, sono costantemente a
rischio. Quando si fa la valutazione del rischio per un operatore — si devono avere considerazioni
diverse in base a quello che fa rispetto alle radiazioni. Anche il trattamento dosimetrico puo essere
diverso perche La distanza è uno dei capisaldi— incidenza sull’esposizione alle radiazioni ionizzanti.

Sindrome acuta da radiazioni SAR


Intossicazione in cui la quantità di radiazione che colpisce una persona sono estremamente elevate.
3 fasi.

- Fase prodromica: decorso clinico che comincia con la comparsa di vomito, nausea, diarrea ed
eritema nelle prime ore seguenti l’irradiazione

- Fase latente, la persona sembra migliorare, la radiazione si sta impossessando di tutte le cellule.

- Fase letale in cui non si torna indietro. Gy— unita di misura della dose. Il limite di dose annuali per
un operatore esposto sono l’equivalente di 20 mGy (milligray) all’anno. Se c’è un’esposizione
letale diventa mortale.

Tale patologia si è manifestata in molti dei sopravvissuti alle esplosioni nucleari di Hiroshima e
Nagasaki e in tempi più recenti in alcuni dei vigili del fuoco che per primi erano intervenuti sul luogo
dell’incidente nella centrale nucleare di Chernobyl. Nel novembre 2006 è stato il caso
dell’intossicazione da Polonio-210 inferiore a un milionesimo di grammo, sufficiente però data l’alta
attività specifica del Polonio, a determinare nella vittima la Sindrome acuta da Radiazione, che ne
provocò in pochi giorni il decesso.

Le radiazioni sono inodore, insapore e non fanno rumore.

Effetti cancerogeni. Un altro tipo di danno per l’organismo deriva dalle cellule irradiate che hanno
ricevuto dosi subletali ( cioè abbastanza basse da non ucciderle) e che, se non hanno perso la
capacità riproduttiva, possono trasmettere un eventuale mutazione a livello dei cromosomi alle
cellule figlie. Il danno ai cromosomi non completamente riparato si puo aggravare negli anni e puo
portare alla promozione di processi di cancerogenesi. Il cancro si manifesta sul soma, a livello
stocastico, stabilisco che malattia avrò se supero quella dose. A livello probabilistico puo venire un
tumore, poiché le cellule cominciano a morire e poi proliferano nel tempo, mentre invece gli effetti
genetici non sono cancerogeni ma sono mutageni. Quando ragiono sull’epidemiologia legata
all’insorgenza di malattie a seguito di interazione con radiazioni si deve tenere conto di una serie
fattori. Gestione della radioprotezione: la distribuzione e la frequenza con cui le diverse tipologie di
effetti delle radiazioni ionizzanti, clinicamente evidenziabili negli individui irraggiati, si manifestano
nella popolazione esposta, dipendono da una serie di fattori.

- Quantità di energia complessivamente assorbita, che determina il numero di ionizzazioni iniziali. In


ambiente sanitario si è in grado di sapere quanta dose di radiazione è stata presa in una sala
poiché ogni esposizione radiologica o di medicina nucleare o di radioterapia viene programmata e
registrata per legge, quindi in base ai comportamenti dell’individuo sappiamo quantificare
l’energia.

- Quantificare la tipologia di radiazione, se sono fotoni o particelle alfa (elettromagnetica,


corpuscolare) e la sua energia che determinano la modalità di rilascio locale della dose. Cambia
l’effetto sull’uomo, la stessa dose di radiazione se provocata da due sorgenti diverse genera danni
diversi.

- Distribuzione temporale della dose assorbita poiché i meccanismi di radiazione risultano più
efficaci quando l’esposizione della stessa quantità di dose avviene su un arco di tempo più lungo
rispetto al caso di un’unica esposizione acuta. Il potere ionizzante cambia.

- Ulteriori fattori biologici legati alla variabilità individuale.

Effetti somatici deterministici— reazioni dei tessuti alle radiazioni che li hanno colpiti, come diretta
conseguenza della perdita di un gran numero di cellule. Si manifestano negli individui che abbiano
ricevuto una dose superiore ad un determinato valore soglia. Sono detti deterministici propri in
quanto sono determinabili e prevedibili con certezza essendo nota la relazione causale diretta tra la
dose e la comparsa dell’effetto. Sono fenomeni a soglia, poiché esiste un preciso valore di dose al di
sopra del quale l’effetto si manifesta in tutti o quasi tutti i soggetti irradiati, con un aumento della
gravità dei sintomi all’aumento della dose (gradualità dell’effetto). La dose soglia per un determinato
organo puo essere diversa a seconda che essa sia stata raggiunta tramite una singola esposizione
acuta oppure tramite un’esposizione protratta nel tempo. Per ogni tessuto ho un effetto legato ad un
valore di soglia. Ad esempio so che se supero i 2 Gy ho un eritema. Se so che ho una dose fissa
oltre alla quale ho danno—basta mettere limiti di dose. I limiti di dose fissati per legge perla
protezione dei lavoratori esposti sono tali da garantire la non comparsa degli effetti deterministici.
Tuttavia lo sviluppo tecnologico nel campo diagnostico con il continuo aumento della risoluzione
spaziale dei dispositivi (associate alla disponibilità di tubi radiogeni di sempre maggiore potenza)
comporta un generale aumento della quantità dei raggi X impiegati nelle procedure diagnostiche ed
interventistiche e di conseguenza della dose al paziente. Le apparecchiature sparano tanta dose.
Per legge abbiamo messo dei sistemi che riducono la prestazione radiologica a favore della tutela
del paziente . Meno dose si danno al paziente meno dosi si danno all’operatore.

Effetti su Embrione e feto sono quelli conseguenti all’esposizione del nascituro durante la
gravidanza. Possono essere sia deterministici, sia stocastici. Poiché l’embrione o il feto è irradiato
direttamente, non vanno confusi con gli effetti genetici. L’embrione e il feto sono più sensibili alle
radiazioni ionizzanti rispetto ad un individuo adulto e per questo le conseguenze dell’esposizione
sulla salute del prodotto del concepimento possono essere significativi anche per dos di radiazioni
troppo basse per produrre effetti sui tessuti ed organi della madre. Le conseguenze dell’irradiazione
del feto dipendono fortemente, oltre che dalla dose assorbita, dal periodo della gestazione nel quale
avviene l’esposizione. quando viene irradiato direttamente, in funzione della settimana di gestazione
gli effetti sono diversi. Ha una sua diversa incidenza. La norma nuova impone una serie di restrizioni
per le lavoratrici e per i pazienti. una donna in stato di gravidanza non puo essere esposta a
radiazioni ionizzanti— percorso, settimana di ferie, poi una volta c’è l’accertamento, viene adibita ad
altre attività, sospensione. La legge prevede che fino al settimo mese dopo la gravidanza la donna
non puo essere esposta a radiazioni ionizzanti indipendentemente dall’allattamento. Per chi lavora
con le radiazioni e in particolare con la medicina nucleare, dove le sostanze possono essere inalate e
trasmesse con il latte al bambino, fino a che c’è l’allattamento attraverso i certificati medici la
persona non viene esposta a radiazioni ionizzanti . Dopo il settimo mese si puo lavorare anche se si
allatta perche i raggi x delle radiologie non sono assolutamente pericolosi per nessun tipo.

La donna in stato di gravidanza certa o presunta deve comunicare agli operatori il suo stato, perche
il decreto 101 del 2020 impone che in caso di gravidanza certa o presunta, l’esame radiologico in
generale puo essere effettuato, se c’è una necessità impellente e deve essere indicato il valore di
dose presunta all’utero e quindi all’embrione inferiore a un certo valore.

Attraverso un percorso di consensi informati— atto medico all’interno del quale vengono descritte le
informazioni legate alla prestazione del paziente e alla dichiarazione del pz del grado di
comprensione di quello che farà e del consenso.

Si deve chiedere se la persona è in stato di gravidanza. Si cerca di metterlo per iscritto per avere una
liberatoria.

Valutazione del rischio— si puo valutare in vari modi, è difficile prevedere quello che sarà il danno
ma si puo ottimizzare e minimizzare cercando do garantire la vita lavorativa delle persone sicura, tale
da poter avere un’incidenza di rischio minore o uguale ad altre attività lavorative .

Elementi di dosimetria delle radiazioni. L’energia che viene rilasciata durante un’esposizione
radiologica non è così elevata all’interno del nostro corpo, ma anche se piccola puo indurre danni a
livello probabilistico, quindi uno degli elementi più importanti è misurare questa dose e in base a
questa dose abbiamo i nostri effetti —dosimetria—- misura della dose di radiazioni. Partiamo
dall’energia che viene trasportata dalla radiazione che viene rilasciata nel tessuto e in funzione di
come viene assorbita dall’individuo abbiamo degli effetti, parliamo di un valore di energia che viene
rilasciata nella massa— dose assorbita a cui dobbiamo associare un valore di dose di interesse
radioprotezionistico. Quando una radiazione rilascia energia, nella massa che sto considerando ho
una certa quantità di dose— rapporto tra l’energia assorbita da una massa rispetto a questo valore
di massa. A parità di energia che arriva sul corpo, una massa piccola avrà una dose grande, una
massa grande —dose piccola.

La Dose assorbita diventa una grandezza che posso mediare in tutto il volume che io irradio. In
quanto siccome I volumi non sono tutti uguali, avremo dei punti in cui è più e dei punti in cui è meno,
quindi si fa un valore medio e si stabilisce il valore di dose assorbita media in base all’energia che
sto mandando. L’energia viene valutata in base al tipo di sostanza che ho.

Unità di misura— Gy— gray— unità di misura nel sistema internazionale. Rappresenta il rapporto tra
energia e massa. J/Kg. In molte applicazioni è preferibile misurare la dose assorbita nell’unità di
tempo: intensità o rateo di dose assorbita.

Dose che arriva nell’unità di tempo—- Gy/s; quando si fanno valutazioni di esposizione
dell’infermiere dentro la sala operatoria non mi interesso di sapere quanta dose gli è arrivata in un
intervento e basta, ci interessa quanta dose di radiazione per ogni secondo viene emessa da una
sorgente in modo tale che calcolo il valore a 1 metro di distanza e chiunque si trovi ad un metro di
distanza, prenderà quella dose di radiazioni, è una dose nel tempo. Se l’intervento è durato 5 minuti
si fa — 5x60. Non ci da informazione sul danno biologico.

DOSE EQUIVALENTE — l’efficacia biologica delle radiazioni cambia sensibilmente, a parità di


energia gli eventi di ionizzazione sono diversi se io cambio radiazione. Un mGy rilasciato con i fotoni
non è la stessa cosa di un mGy rilasciato con i neutroni che hanno un potere ionizzante 20 volte di
più . Quando un milligray di dose di radiazione si trova dentro una massa si puo avere un danno
estremamente differente, incidenza radiobiologia differente— quindi si introduce una nuova
grandezza— dose equivalente— sommatoria della dose assorbita moltiplicata a dei fattori di peso,
poiché ogni radiazione ha un suo fattore di peso. Se WR vale 1 la dose equivalente è uguale alla
dose assorbita, se WR vale 20, la dose equivalente è 20 volte più grande. C’è la sommatoria perche
non sempre arriva un solo tipo di radiazioni. Serve a contare quanta dose di radiazione si ha in un
anno solare. Gli alfa e i neutroni hanno un fattore di peso molto elevato (l’infermiere che va a
riprendere il paziente deve attendere almeno un minuto, i neutroni girellano nell’aria e rimbalzano
nelle pareti.

Unità di misura— Sievert (Sv) in quanto devo avere una grandezza di carattere radioprotezionistico e
non puo avere l’unità di misura fisica J/C. Un millisivert è una grandezza radioprotezionistica che
tiene conto della tipologia della radiazione che sto considerando. Mentre se parlo di Gy ho una dose
fisica. L’unità di misura Sv non è misurata ma è calcolata. I dosimetri individuali che utilizziamo per la
misura della dose che arriva alle persone, sono tarati o calibrati in dosi sievert, leggono la radiazione,
assorbono la radiazione e nel centro di dosimetria leggono la radiazione— la tarano per il fattore di
peso e diventa dose equivalente. I limiti di dose non sono in termini di dose assorbita ma in termini
di dose equivalente perche è la dose che fa male, al dispera di quella dose c’è il danno. Il concetto
di dose assorbita è la quantificazione dell’energia che una massa assorbe, il problema è che questa
è una dose fisica che non ci da alcuna informazione circa il danno biologico che puo fare questa
energia che la massa assorbe. Mi dice solo quanta ne è arrivata, quindi devo costruirmi un impianto
di dosimetria— misura della dose che mi faccia capire quanto danno possa aver ricevuto, quindi
introduco il fattore di peso della radiazione perche so che quel Gy se è dato da un fotone ha un certo
effetto, se è dato da un neutrone è 20 volte più dannoso.

DOSE EFFICACE —-

L’esposizione di diversi tessuti od organi alla stessa dose equivalente puo comportare un differente
detrimento sanitario a causa della loro specifica radiosensibilità. La grandezza radioprotezionistica
introdotta per quantificare il detrimento sanitario totale derivato dall’esposizione alle radiazioni di un
individuo è la dose efficace E. Valutare il danno all’organo che colpisce. In base alla diversa
radiosensibilità non tutti gli organi rispondono alla stessa maniera—introduco dei fattori di
ponderazione legati alla tipologia dei tessuti.

Moltiplicando la dose equivalente per questi fattori si ottiene la dose efficace—. Il danno che puo
essere arrecato a organo o tessuto. Si mette la sommatoria perche una radiazione colpisce
simultaneamente più tessuti.

Fattore di ponderazione— sono numeri che fanno capire come in funzione della radiosensibilità
aumenta il coefficiente di danno. Coefficiente che pesa il danno di radiazione.

Accade che quando si fa dosimetria sugli operatori esposti ci si preoccupa di assegnare dosimetri
differenti, in funzione della struttura anatomica che si sta investigando— dosimetri dedicati agli arti,
al cristallino ecc. per i pazienti si fa dosimetria in vivo— rilevatori opportunamente messi, si
applicano i fattori di ponderazione.

La dose efficace è la grandezza di riferimento della radioprotezione, tiene conto di energia tipologia
di radiazione e tipologia di tessuto. In funzione della dose e dell’energia che utilizzo sono in grado di
fare dei calcoli di dosi efficace. Quando si fa un’esposizione si possono colpire più organi. Tutti gli
organi dell’operatore vengono considerati con il loro differente fattori di ponderazione. Il danno
biologico cambia e la dose efficace diventa la somma di tutti i contributi di ogni organo. La stessa
dose di radiazione sul polmone vale 10 volte di più rispetto al cervello.

Dosimetri: ad oggi siamo in grado di misurare la dose di radiazioni a cui un operatore è esposto.
Posso misurare dosi che arriva dall’esterno— lo posso intercettare con un strumento. se si ha
irraggiamento interno— inalato o ingerito una sostanza radioattiva si possono utilizzare dei
misuratori, rilevatori e si misura la dose di radiazione. Dosimetri: Oggetti che misurano da una parte
la dose che sta in ambiente e dall’altra la dose degli individui. Quando si hanno dosi di radiazioni per
un’attività sanitaria, la prima cosa che si deve considerare è quanta dose c’è in aria, all’interno del
locale ma anche al di fuori con la stessa identica attenzione. In base a quanta radiazione misuro
sono in grado di capire il coefficiente di rischio.

Nel momento in cui si accerta che ci sono radiazioni in un area di lavoro, chi lavora nelle sale dove ci
sono radiazioni deve essere monitorato.

Una volta caratterizzato l’ambiente si misura la radiazione che arriva al singolo individuo perche
quando ho un’esposizione radiologica di un paziente, per un certo tempo si hanno distribuzioni di
radiazioni nell’ambiente. L’operatore puo o meno interagire con questa radiazione durante il singolo
esame in funzione di quello che fa. Posso assegnare a priori una dose di radiazione annuale, ma se
l’attività professionale è continuativa, si assegna un dosimetro— oggetto o serie di oggetti
individuali che legge la dose che quel distretto corporeo riceve. Questi oggetti non proteggono da
nulla, sono degli indicatori. Non sono rilevatori— che è un oggetto fermo e misura quello che arriva.
Il dosimetro è addosso a una persona che si muove, e al variare degli interventi non sta mai nella
stessa posizione, quindi il dosimetro è un indicatore del comportamento degli operatori.

- serve per verificare il rispetto dei limiti di dose fissati per legge

- Permettere ad ogni lavoratore, attraverso il confronto dei risultati della sorveglianza dosimetrica, di
migliorare la sua tecnica di lavoro, nell’ottica della ottimizzazione delle esposizioni.

- Fornire un tempestivo stato di allerta in caso di esposizione accidentale onde poter escludere
esposizioni elevate con il proseguo dell’attività, oppure se del caso, avviare rapidamente azioni
mediche di verifica o di rimedio, che devono essere calibrate sulla base della dose ricevuta. I
dosimetri sono oggetti passivi, raccolgono la radiazione durante 3 mesi di lavoro, poi i dosimetri
vanno consegnati a chi ce li ha dati, e c’è uno scambio simultaneo con dosimetro vergine.
Attraverso il dosimetro utilizzato si legge la dose assorbita dall’operatore, nell’arco di un anno
solare la somma di queste dosi non deve superare i limiti di dose previsti per legge. È un oggetto
che contribuisce all’ottimizzazione dell’attività. Utile nel caso di eventi accidentali, ad esempio se
si rompe una macchina radiologica per problema tecnico. La sostituzione periodica ravvicinata
consente di salvaguardare la salute dell’operatore.

È un oggetto individuale, non si puo prestare. Tenerlo con cura. Non va manomesso.

Ci sono molti dosimetri al mondo— attivi e passivi

- passivo—- raccoglie la radiazione per un certo periodo di tempo; una volta effettuato la
sostituzione si va a contare quanta radiazione ha accumulato. Poi si trasforma la tradizione
assorbita in dose

- attivo— dosimetro elettronico che legge in tempo reale la dose che arriva

I dosimetri sono piccoli, hanno un posizionamento, quello a corpo intero viene messo sul taschino—
legge la dose del corpo intero e comprende la regione tra mento e gonadi, parte più radiosensibile.
Con il dosimetro in questa posizione abbiamo una media della radiazione che puo arrivare in questa
posizione. L’operatore deve portare costantemente il dosimetro.

L’altro viene messo all’estremità— alle mani. La mano si muove quindi la dose puo cambiare. Il
dosimetro va messo nella mano opposta da dove si lavora.

Dosimetri a termoluminescenza
contenitore. All’interno ci sono i cristalli rivelatori. Il dosimetro a termoluminescenza è caratterizzato
dal cristallo rivelatore— quadratini di 2.5 mm di lato, opportunamente messi all'interno di uno
schema, hanno delle filtrazioni differenziate per avere uno spettro maggiore e vengono tarati in dose
efficace.

Sono dosimetri passivi. Ogni volta che la radiazione arriva, viene catturata un po di energia—
prendo i cristalli li metto dentro il contenitore, con il riscaldamento l’energia viene liberata e ho la
dose, poi lo azzero e lo rendo un’altra volta riutilizzabile.

Ogni dosimetro viene calibrato ed assegnato ad un singolo operatore. La dose che viene riportata
viene validata e comunicata agli operatori.

Dosimetri a pellicola
più efficace dal punto di vita energetico, pellicole radiografiche strutturate con filtri di metallo di
diverso spessore. Sempre passivi, si possono tenere uno o due mesi.

Si puo sapere da dove è arrivata la radiazione— Questi oggetti ci consentono di avere il tipo di
energia.

Il problema è la chimica. A livello di sicurezza chi sviluppa le pellicole deve usare sostanze chimiche
— anche lo smaltimento di rifiuti è un problema. Poi questo dosimetro non è riutilizzabile, una volta
che ho fissato la dose non posso più riutilizzarlo ma si tiene come memoria storica.

Dosimetri attivi —poco affidabili, un dosimetro attivo c’è soprattutto per gli ospiti visitatori in centri
molto grandi, assegnare questi dosimetri a molte persone non è fattibile— molto costosi e
complicati— manutenzione— devo tararli continuamente.

Dosimetri da irraggiamento interno: Se ho radionuclidi nel corpo non posso mettere alcun tipo di
dosimetri. La dose equivalente e dose efficace assume un nome diverso, si chiama dose impegnata.

Dose efficace impegnata— dovuta a radionuclidi che sono stati assorbiti. Se ho assorbito o ingerito
sostanze radioattive, le mucose, gli escreti, il sangue sono contaminate quindi basta analizzarle.
Urine delle 24 h, e vedo quanta ce ne era prima e quanta ce ne è dopo. Feci, tamponi. Vengono
ripetuti con protocolli specifici, in base alla tipologia della contaminazione?. Faccio calcoli su
irraggiamento interno e riesco a capire quanto è la dose efficace.

Basi di radioprotezione— disciplina che si occupa di aspetti scientifici, normativi e organizzativi


legati al rischio di radiazioni ionizzanti e alla tutela degli operatori. lo scopo della radioprotezione è
quello di eliminare totalmente gli effetti deterministici, fare in modo di non superare mai le dosi soglia
e contemporaneamente di ottimizzare quelli che sono gli effetti stocastici, tardivi e ereditari. Non
posso eliminare gli effetti stocastici, o meglio lo posso fare solo non esponendomi.

Alberto Michelson sosteneva che la scienza era arrivata al limite— Wilhelm Roentgen scopre in
maniera accidentale i raggi X. E ci hanno cominciato a curare i tumori, scoperta talmente enorme
che ha rivoluzionato la scienza e la parte clinica, cominciano a buttare le radiazioni addosso alla
gente. La prima radiografia nella storia l’ha fatta alla moglie. Applicazioni in campo medico—
trattano i tumori, le dermatiti. Primi ospedali, applicazioni medico-legali.

Radioterapia 1896. Cancro alla mammella— un’ora al giorno di radiazioni per 18 giorno.

Popolarizzata dei RX raggiunge i media. Elemento sociale piuttosto importante. Primi controlli
bagagli.

Gli incidenti cominciano a verificarsi, gli operatori provavano il fascio direttamente sulle proprie mani.
Si evidenziava la necessità di proteggersi dalle radiazioni. Si cominciano a cercare regole— nascono
organismi internazionali.

- le attività che comportano l’impiego di radiazioni ionizzanti possono essere in via di principio
rischiose per la salute degli operatori, perciò devono essere disciplinate da norme specifiche.

- In ogni ambiente in cui vengono impiegate radiazioni ionizzanti deve esistere un regolamento
interno che stabilisce le modalità di esecuzione delle attività lavorative di quel settore al fine di
ottimizzare la radioprotezione

- Le norme di radioprotezione sono discusse a livello internazionale. l’ICRP (commissione


internazionale di radioprotezione) fissa delle linee guida tecniche a cui si uniformano i vari stati
emanando leggi che fissano gli adempimenti necessari al fine di realizzare di fatto l
radioprotezione stessa.

Nascono gli strumenti di radioprotezione. Hanno 4 macrostrumenti.

- concettuali — principi “teorici” fondamentali della radioprotezione.

- Normativi — raccomandazioni internazionali, direttive comunitarie, leggi nazionali, guide e norme


tecniche, regolamenti, istruzioni e procedure operative, soggetti a continue rielaborazioni e
aggiornamenti in base alle nuove conoscenze e al progresso tecnologico.

- Tecnici — dispositivi di radioprotezione, procedure di collaudo o d’intervento, tecnica di


misurazione delle radiazioni (dosimetria esterna ed interna).

- Controlli e verifiche ispettive.

Tre principi fondamentali della radioprotezione: vengono gestiti in questo ordine:

- giustificazione della pratica—-posso effettuare un esposizione radiologica di qualsiasi genere


solo dopo averlo formalmente giustificato. Devo giustificare il fatto che sottopongo una persona
ad un rischio. Poiché il beneficio che io ne voglio ottenere è superiore e soprattutto poiché non
esiste una metodica equivalente a meno coefficiente di rischio che mi puo portare allo stesso
risultato, allora vuol dire che devo procedere all’esame. Decreto legislativo 101/2020- articolo 157.
È vietata l’esposizione non giustificata. Una volta giustificato l’esame si deve ottimizzare l’esame.

- Ottimizzazione della protezione — la probabilità di incorrere in esposizioni, il numero di persone


esposte e l’entità delle loro dosi individuali dovrebbero essere tenute tanto basse quanto
ragionevolmente ottenibile, in considerazione dei fattori economici e sociali. Ogni esposizione
umana alle radiazioni deve essere tenuta tanto bassa quanto è ragionevolmente ottenibile,
facendo luogo a considerazioni economiche e sociali— principio ALARA. — “tanto bassa quanto
è ragionevolmente ottenibile”. È associato principio di ottimizzazione il tecnico che fa l’esame.
Anche l’infermiere deve essere bravo a gestire gli strumenti. Questo principio compete a tutta la
catena. Questo ci porta a ottimizzare e minimizzare la dose di radiazione. Ottimizzo quanto
necessario per il rispetto dei limiti di dose

- Limitazione delle dosi individuali—— strumento più efficace per capire fino a che limite mi
posso spingere. Livelli diagnostici di riferimento— ci danno l’indicazione di quanto sparo. La dose
totale ad ogni individuo da sorgenti regolamentate in situazioni di esposizione programmata,
esclusa l’esposizione medica di pazienti, non dovrebbe superare gli appropriato limiti
raccomandati dalla commissione. Il principio della limitazione delle dosi deve essere
assolutamente rispettato, vedremo che ci sono dei numeri, sulla base dei quali vengono date delle
regole.

L’ordine con il quale i tre principi sono stati elencati non è casuale. I principi sono sempre apllicatiin
quella successione.

Punto di vista operativo: l’organizzazione della radioprotezione dei lavoratori nelle attività sanitarie si
esplica attraverso una articolata serie di adempimenti tecnici gestionali ed amministrativi che
coinvolgono, ciascuno nell’ambito delle proprie competenze:

- datore di lavoro — direttore generale. Il decreto 81 stabilisce che la responsabilità finale di tutto è
del datore di lavoro quindi i delegati o gli incaricati non hanno responsabilità assolute.

- Medicina del lavoro

- Fisica sanitaria

- Servizi tecnici

- Lavoratori

Tra i provvedimenti tecnici adottati rientrano:

- misure atte a prevenire le esposizioni o a limitarne le conseguenze — predisposizione di barriere


protettive o di DPI.

- Sorveglianza dosimetria e medica dei lavoratori

- Delimitazione degli ambiento di lavoro in cui vengono impiegate le radiazioni.

- Segnalazione delle sorgenti

- Predisposizione delle norme interne di radioprotezione

- Controlli periodici sull’efficacia e sulla stato dei dispotico di protezione e tutti i pertinenti
accorgimenti progettuali.

Tipologie di irradiazione e rischi


Irradiazione — tutto cio che mi arriva addosso. Il termine radiazione si riferisce alla generica
circostanza in cui si è investiti dalle radiazioni emesse da una sorgente radiogena, sia essa una
sorgente radioattiva o una macchina radiogena

Contaminazione — cio che posso ricevere per effetto radioattivo. Il termine contaminazione si
riferisce al rilascio, alla deposizione. Alla diffusione incontrollata di sostanze radioattive (in forma di
polveri o liquidi radioattivi) ad esempio nell’aria, su una superficie di lavoro, in ambiente di vita o di
lavoro o in un organismo.

Nel caso della contaminazione radioattiva di un individuo si puo avere:

- contaminazione esterna: il materiale radioattivo viene a contatto con la pelle, i capelli o gli
indumenti.

- Contaminazione interna: sostanze radioattive entrano all’interno dell’organismo per ingestione,


inalazione o attraverso la cute.

A sua volta l’irradiazione da una parte di una sorgente radiogena puo essere distinta in irradiazione
interna o irradiazione esterna in base alla collocazione della sorgente rispetto al soggetto irradiato. Io
mi contamino ingerendo o inalando la sostanza, pero la sostanza continua a emettere— ho anche
irradiazione. Se bevo una sostanza che emette i fotoni, escono i fotoni dall’esterno.

Una volta all’interno dell’organismo, i radionuclidi continuano ad irraggiare l’organismo finche non
sono eliminati attraverso le normali vie metaboliche o finche non sono completamente decaduti. È
dunque importante, nelle attività comportanti un rischio di contaminazione, attuare le azioni
necessarie a prevenire la contaminazione personale:

- indossare sempre gli indumenti di lavoro

- Applicare le più elementari regole di igiene sul lavoro: mantenere puliti gli ambienti, le superfici. E
gli indumenti dove si manipolano radioisotopi.

- Attenersi alle norme interne di sicurezza, i cui contenuti sono stati elettorati per limitare il rischio di
avvenuta contaminazione, attenersi alle indicazioni contenute nelle norme interne di
radioprotezione.

Nell’ambito della gestione di prevenzione la legge impone la replicazione della formazione. Perche la
legge puo cambiare e gli aggiornamenti devono essere trasmessi, inoltre perche c’è rotazione del
personale fisiologica. E perche la gente si scorda.

Uno degli elementi di prevenzione è la segnaletica del pericolo— una serie di cartelli o segnali di
vario genere che vengono obbligatoriamente affissi dal datore di lavoro attraverso delle figure
delegate e identificano la gestione degli accessi soprattutto nelle zone classificate: zona sorvegliata
e zona controllata. Non solo i locali ma anche le sorgenti che vengono utilizzate.

La segnaletica serve a far capire a chi gira nell’ospedale dove si trovano le sostanze pericolose e
che tipo di sostanze ci sono. Le aree di lavoro in cui si svolgono attività che utilizzano le sorgenti
radioline (sorgenti radioattive o macchine radioline) sono classificate e contrassegnate, a seconda
del livello di rischio presente come:

- zona sorvegliata —- vi è il rischio di superamento di uno qualsiasi dei limiti di dose per la
popolazione

- Zona controllata— vi è rischio di superamento di opportuni valori fissati per legge, superiore
rispetto a quelli definiti per le zone sorvegliate. Se si trova un cartello sulla porta con scritto zona
controllata, e si ha un simbolo di radiazione, quando l’apparecchio radiologico è in funzione o
quando sono presenti soggetti radioattivi, i limiti di dose della popolazione possono essere
superati. Per entrare dentro una sala del genere occorre avere un certo status a livello aziendale,
cioè la classificazione degli operatori— che dovranno seguire un percorso ben specifico.

Segnaletica di pericolo varia in funzione della sorgente. È obbligatorio per ogni tipologia di sorgente
avere un simbolo differente. Ce ne sono 4. Ogni sorgente ha la sua specificità.

Limitazione dell’esposizione
In un ambiente radiologico quando sono impossibilitato ad allontanarmi per motivi professionali ho a
disposizione 3 tipologie di prevenzione che vengono normate all’interno delle norme di
radioprotezione— legge di ogni azienda che applica le norme vigenti e i principi pratici legati alla
specificità di ogni reparto.

Tempo, distanza e schermatura


Quando la radiazione interagisce con la materia avvengono alcuni fenomeni. Il primo è la
Trasmissione del fascio radiante soprattutto per fotoni perche non tutti i fotoni interagiscono con la
materia, poi c’è un po di radiazione che viene completamente assorbita, poi c’è la fase intermedia—
in cui parte dell’energia viene ceduta e l’energia che rimane fa generare ulteriore radiazione che si
chiama radiazione diffusa e che esce dall’oggetto che è stato colpito dalla radiazione .

Ho un’esposizione radiologica, il fascio di radiazioni che colpisce il paziente si chiama fascio


primario—- che ha la caratteristica di essere diretto esclusivamente verso l’area del paziente
sottesa dal campo luminoso che irradia una certa superficie, il fascio primario colpisce solo
all’interno di quella superficie. Tutto il resto non viene colpito, viene schermato dalle caratteristiche
del tubo radiogeno che è schermato e nella produzione di fotoni abbiamo una radiazione che va in
tutte le direzioni che si chiama fuga . La fuga viene schermata dal fatto che il tubo è costituito da
materiale schermante. Quindi avremo fascio primario, radiazione di fuga e una terza componente—
radiazione diffusa che sappiamo gestire meno. Quando il pz viene colpito dalla radiazione,
l’interazione crea un assorbimento parziale dell’energia. l’energia che rimane genera altra radiazione
che esce dal pz in modo casuale. L’energia e la distribuzione spaziale della radiazione che proviene
dal paziente dipende da come è fatto il pz, dalla proiezione del fascio primario, da una serie di
variabili che non siamo in grado di stabilire a priori— dobbiamo fare calcoli teorici—tipicamente
usiamo 90 gradi, che è l’angolo rispetto al fascio primario come riferimento. Durante l’esposizione il
problema per chi sta intorno al pz non è derivante dal fascio primario, ma dalla radiazione diffusa.
La sorgente di radiazione secondaria è il paziente, non vuol dire che il pz è radioattivo ma che in quel
momento in cui passa la radiazione si genera radiazione secondaria. Nel momento in cui spengo
l’apparecchio radiologico questo effetto svanisce. Quando si spegne l’apparecchio radiologico
l’effetto svanisce.

Se si sta molto vicino al pz si prendono molte radiazioni— quindi si sta meno tempo. Il tempo è
proporzionale linearmente con la dose. Se sto un minuto di fianco al paziente ottengo una certa
radiazione x, se ci sto due minuti prendo 2x perche il tempo è lineare. Se ci sto un’ora o due ore il
valore della radiazione che ho assorbito cambia del doppio. Quindi è necessario minimizzare i tempi
di permanenza di fronte al pz— questo non è sempre possibile.

La distanza non è lineare con la dose, va con una legge che si chiama inverso del quadrato della
distanza. Se mi avvicino ad un paziente o a una sorgente radioattiva, e mi trovo a un metro avrò un
certo tipo di radiazione. Se mi sposto a 2 metri la radiazione diminuisce di un fattore 4. Varia col
quadrato della distanza. Quindi È meglio stare leggermente più distanti e la dose viene diminuita del
50, 70%.

Schermatura : è un elemento di tutela a livello sia collettivo che individuale. Il concetto di schermo è
legato al fatto che le sostanze, quindi le radiazioni ionizzanti possono essere frenate in funzione della
loro massa e della loro energia. È chiaro che in fase preventiva di deve prevedere che tipo di schermi
utilizzare. Lo schermo collettivo serve a proteggere chi sta dalla parte dietro. Schermature mobili
fatte di acciaio. Nella radiodiagnostica abbiamo pannelli di piombo. Il piombo è l’elemento che viene
utilizzato di piu per schermare perche ha uno z molto elevato— ovvero molto efficace e lo posso
utilizzare in pannelli molto sottili. Tutto cio serve a schermare chi sta dalla parte opposta della zona
controllata. Devo mettere tanto spessore, tanto quanto esce la radiazione in un anno solare.
Vengono fatti dei calcoli preventivi e dopo la realizzazione viene fatta la verifica della bontà di queste
schermature.

Nella Radioterapia il piombo non basta piu, si fanno le colate di cemento armato. Le porte non
hanno uno spessore sufficiente rispetto alle pareti. Creo dei Labirinti in modo che la radiazione prima
di arrivare alla porta venga degradata in energia.

Dispositivi di protezione collettiva


Sono i dispositivi di protezione che in genere fanno parte integrante dell’impianto radiologico
all’interno del quale si opera. Oggetti che proteggono la persona che si trova in quel punto.

Collettivi— offrono una protezione a chi si trova li

- schermi mobili con o senza visiva

- Schermi mobili sagomati

- Schermi pensili

- Protezioni anti per i tavoli operatori

Quando si stacca e non si deve fare nulla con il chirurgo ci si mette dietro la paratia. E quindi è
collettivo, chi ci si trova lo puo usare.

Sistemi di allarme luminosi, acustici. In una sala si trova il segnale di zona controllata e zona
sorvegliata e in genere un segnale luminoso che identifica l’attività che si sta svolgendo.

Individuali
Ogni lavoratore, se è a livello di un contesto radioprotezionistico, quindi radioesposto, deve avere un
corredo di dispositivi di protezione individuale a propria disposizione. Sono obbligatori in ogni
settore lavorativo, dalle scarpe antinfortunistiche ai dispositivi ani-x alle cappe per la manipolazione
degli antiblastici. È un obbligo di legge, Dovere di indossarli, mantenerli per chi viene dopo.

I DPI sono di diverso tipo, destinati a diverse applicazioni. Sono tutti uguali più o meno ma
soprattutto in radiologia hanno una componente in piombo differenziata. Vengono assegnati set di
DPI per ogni sala radiologica. In medicina nucleare si usa tempo e distanza in quanto il piombo non
è piu sufficiente— l’energia è troppo grande. Se si indossasse un camice anti-x la radiazione che
colpisce attraversa una quota parte il piombo, interagisce con la materia, genera la radiazione
secondaria e poi fuoriesce dal corpo. Se il corpo è stato protetto col piombo la radiazione non esce
piu quindi aumenta la dose.

I DPI sono forniti dal datore di lavoro e il loro utilizzo è obbligatorio dai lavoratori, secondo le
modalità indicate nelle norme interne di radioprotezione.

Nell’ottica di garantire il corretto utilizzo dei DPI il lavoratore è tenuto a:

- sottoporsi, quando richiesto, al programma di formazione e addestramento organizzato dal datore


di lavoro.

- Utilizzare i DPI conformemente alla formazione e alle informazioni ricevute.

- Avere cura dei DPI messi a disposizione

- Segnalare immediatamente eventuali difetti o inconvenienti al preposto

- Non apportarvi modifiche di propria iniziativa.

- Seguire le procedure di riconsegna al termine dell’utilizzo.

- I DPI piu utilizzati sono i guanti monouso e qualunque altro abbigliamento protettivo di lavoro ad
esempio tute e soprascarpe.

Doppio guanto in medicina nucleare. Se ne uso due migliora la protezione perché se mi contamino e
tolgo il guanto ho un altro guanto sotto e si puo continuare a lavorare. Se mi tolgo il guanto e ho le
mani libere poi poco si puo fare. Il doppio guanto in medicina nucleare è molto favorito.

La cosa importante è che in funzione dell’energia, in funzione del fascio di radiazioni, cambia lo
spessore schermante del piombo.

Da un punto di vista normativo il DPI sta dentro un articolo del decreto 81 del 2008. “ qualsiasi
attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore allo scopo di proteggerlo contro
uno o piu rischi suscettibili di minacciare la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo.

Vanno adeguati alle varie esigenze e soprattutto aiutano a prevenire i rischi, a differenza del
dosimetro. Con il dpi ci si protegge.

Proteggono diversi organi

- Gonadi

- Polmoni

- Mammelle

- Midollo osseo

- Tiroide

- Cristallino

radiosensibilità—- tendenza delle cellule e dei tessuti a subire danni non reversibili se esposti a
radiazioni ionizzanti. In genere, la radiosensibiltà è commisurata al livello di attività riproduttiva delle
cellule del tessuto.

Copriamo il corpo intero: le mani, la tiroide, e gli occhi. Copriamo quello che è piu radiosensibile e
quello per cui i limiti di dose previsti per i lavoratori sono piu bassi. Per le estremità il limite di dose
annuale è 500 msievert, per il cristallino è 20 msV. Quindi avremo diversi dispositivi di protezione.

Il materiale è importantissimo perche al piombo è stato aggiunto il piombo alleggerito e poi materiali
senza piombo. La tecnologi esce a creare attraverso delle mescole, di antimonio, di bismuto e Boro
che hanno proprietà schermanti come il piombo. Non si rompono, perche il piombo dopo un po si
spezza. E soprattutto il piombo inquina— problema per smaltirlo. E sono anche piu leggeri. Le taglie
sono personalizzate. Se sono grandi passano le radiazioni.

Per la tiroide si utilizza un collare dello stesso spessore schermante del camicie. Presi in piombo.

occhio— il cristallino, a partire dall’agosto dello scorso anno ha subito una variazione del limite di
dose— da 150 mSv all’anno a 20— 7 volte. In ragione di uno studio—- occhiali protettivi:

- idonea protezione— frontale e laterale — la radiazione puo arrivare da varie direzioni.

- Idoneo modello — occhiale, occhiale con lente graduata, sovraocchiale.

- Comfort —- peso ridotto, laccio regolabile.

La lente schermata protegge di un 70 % la dose che arriva al cristallino.

Protezione delle mani: guanti RX

Molti dei chirurghi non li usano poiché la sensibilità è ridotta. Sono guanti un po piu spessi, non
contengono piombo e schermano una certa quantità di dosi di radiazione. Utili ma non così
indispensabili. Sono monouso e costano molto.

camici—Hanno un loro modo di essere portati, frontale e posteriore.

Il dosimetro va messo dove dice l’esperto di radioprotezione. La differenza tra sopra e sotto il
camice. Il dosimetro sotto al camice segna zero come dose quindi vuoldire che si è indossati sempre
il camice . Messo sopra si legge quante volte si è stati sul fascio di radiazione.

Normativa di radioprotezione
La legge deve essere applicata in primis dal datore di lavoro, e contemporaneamente dai lavoratori.
Esposizioni occupazionali: esposizione alle radiazioni per motivi di lavoro. Sono posizioni che non
sono volute per motivi medici ma dovute al fatto che per fare una certa attività si è costretti a fare
radiazione.

Esposizioni mediche : esposizioni a scopo diagnostico o terapeutico dei pazienti. Esposizioni


intenzionali, con consenso informato.

Esposizione della popolazione : esposizioni della popolazione diverse da quelle mediche e


occupazionali. Anche lavoratori.

Concetto di rischio
I termini di pericolo e rischio sono usati nel linguaggio comune come sinonimi. In realtà nel
linguaggio tecnico assumono significati differenti.

pericolo— caratteristica intrinseca di materiali o di un sistema rappresentante la sua potenzialità a


dare atto ad incidenti.

rischio— combinazione delle probabilità di accadimento e delle conseguenze al verificarsi di un


evento incidentale.

Una sostanza è pericolosa di per se ma il rischio che io mi ammali attraverso l’interazione con quella
sostanza dipende da vari fattori. Dal fatto che io possa o meno trovarmi a contatto con quella
sostanza; avrò la necessità di identificare un coefficiente di rischio, legato a una probabilità di
accadimento e di un incidente rispetto alla gravità del danno che io ho. Indice di rischio— R= PXD.
Prodotto tra la probabilità di accadimento e il danno conseguente. Se è bassa, avrò un rischio
basso. Quando si fa la valutazione del rischio delle persone si tiene conto di questi fattori che mi
danno poi la possibilità di classificare gli operatori e stabilire i livelli di gestione del rischio.

Evoluzione storica— la consapevolezza del rischio si va a concretizzare, i danni riscontrati all’utilizzo


di radiazioni in tutti i campi ci ha portato allo sviluppo di tecniche e di una gestione legata al danno,
alla tolleranza alle radiazioni e quindi alla creazione di enti nazionali e internazionali— leggi. Fino ad
ottenere sistemi di sicurezza sempre piu elevati, con parallelamente lo sviluppo della tecnologia. Ci
sono vari aspetti storici— principio autorizzativo, garantire un principio autorizzativo per l’utilizzo
delle sorgenti di radiazioni ionizzanti è un elemento indispensabile. Devo essere autorizzato da
qualcuno. È necessario che ci sia un impianto organizzativo che gestisca le autorizzazioni. Ci sono
organismi che danno autorizzazioni e poi ci sono organi di controllo.

Ora c’è un nuovo decreto legislativo che si chiama decreto legislativo n 101 del 2020. Entrato in
vigore ad agosto. Recepisce norme europee— direttive EURATON sono quelle che governano tutto
l’impianto normativo della comunità europea in ogni ambito. La direttiva viene poi recepita dai singoli
stati. La norma italiana è costituita da tutta una serie di articoli e titoli, comanda il datore di lavoro
che si avvale di dirigenti e preposti, importante saperlo in una struttura ospedaliera. L’assetto
organizzativo posto in essere da questo decreto prevede l’individuazione di figure cui sono
demandati specifici obblighi e responsabilità, e in particolare:

- i dirigenti e i preposti, individuati dal datore di lavoro che demanda loro parte dei compiti e
responsabilità.

- I lavoratori che devono attenersi alle disposizioni impartite dal datore di lavoro o dai suoi
incaricati.

- L’esperto di radioprotezione, a cui è affidata la sorveglianza fisica della radioprotezione.

- Il medico competente/autorizzato, a cui è affidata la sorveglianza medica della radioprotezione.

Da un punto di vista operativo la legge stabilisce anche il complesso di azioni, misure e procedure,
che garantiscono nella pratica, la radioprotezione dei lavoratori, tra cui:

- la definizione dei precisi limiti di dose

- La segnalazione delle sorgenti e dei pericoli

- La classificazione degli ambienti di lavoro

- La classificazione dei lavoratori

- La predisposizione delle norme interne di radioprotezione

- La disponibilità dei dispostitivi di protezione

- La formazione dei lavoratori.

Obblighi — chiesto all’esame

Sono quelli del datore di lavoro— articolo 109. Obbligato a classificare i locali. A mettere norme
interne e a dare medi di sorveglianza dosimetria. Il datore di lavoro deve mettere in condizione, il
lavoratore, il paziente e la popolazione di minimizzare i rischi e quindi deve confinare le radiazioni in
aree specifiche e deve far si che l’esperto di radioprotezione faccia provveda a tutelare la
popolazione. Sorveglianza medica e fisica. I lavoratori devono rispettare le regole, c’è un articolo che
sancisce quali sono gli obblighi dei lavoratori— osservare, contribuire, rispettare le istruzioni,
segnalare problematiche.

La sorveglianza è di due tipi: medica e fisica.

Sorveglianza fisica—- lavoro che fa l’esperto d radioprotezione

Sorveglianza medica— garantita da un medico del lavoro che assume il nome di medico
competente o medico autorizzato; il medico competente si occupa della sorveglianza sanitaria dei
lavoratori ai sensi del decreto 81. Si occupa anche dei radioesposti.

Il medico autorizzato si occupa dei lavoratori esposti a radiazioni di categoria superiore. Dall’agosto
del 2022 solo il medico autorizzato si potrà occupare di lavoratori esposti a radiazioni ionizzanti.
Quindi avremo un medico per le radiazioni e uno per i rischi normali.

C’è una visita medica preventiva che devono fare tutti. Serve per stabilire l’idoneità al lavoro o alle
radiazioni nello specifico. Si puo essere idonei al lavoro da infermiere ma non alle radiazioni. Quando
si fa la visita preventiva bisogna specificare lo stato di salute. Poi ci sono le visite periodiche ogi
6-12 mesi a cui vengono associati esami ematochimici, ematologici, oculistici in funzione del tipo di
rischio. È un programma che viene attivato e non si sospende fintantoché non si smette di lavorare
con le radiazioni. Parallelamente l’esperto di radioprotezione gestisce la lettura dosimetria con il
medico competente, c’è un cambio diretto.

La radioprotezione si basa sui limiti di dose. Ci sono dei numeri, se supero limiti previsti dalla
popolazione sono lavoratore esposto. Ci sono due categorie di esposizione fino ad avere un limite
massimo annuo al di sopra del quale andiamo verso un danno deterministico. Fino ai 3/10 della
dose degli A si chiamano esposti di categoria A. Poi diventano esposti di categoria B. Se sto al
disotto di certi valori sono non esposti— possono essere adibiti ad attività radiologiche ma la dose
a cui sono suscettibili è inferiore al limite della popolazione. suscettibilità— potenzialità che ho in un
hanno solare di prendere una certa dose. esempio— infermieri che lavorano nelle tac— non è
radioesposto poiché non partecipa all’atto radiologico.

I limite di dose sono dei numeri che nascono dall’esperienza, quindi dall’epidemiologia. al di sotto di
questi limiti sono certo id non avere effetti deterministici, Al di sopra posso averli.

Categoria A— esposti a una dose maggiore. I Limiti sono annuali per anno solare. Sono i limiti che
nessun lavoratore puo superare nell’arco di un anno solare. I limiti per i lavoratori esposti sono quelli
riferiti nella categoria A.

Categoria B— in funzione della radioesposizione cambia la classificazione — le dosi assorbite in un


anno o le dosi a cui sono suscettibili i lavoratori in un anno solare sono inferiori. Se un esposto di
categoria B supera quei limiti diventa A, ma non puo superare i limiti di A.

Limite della popolazione— siamo suscettibili a una esposizione di 1 msievert all’anno. 1— limite
fisiologico. Se per motivi professionali si supera quel valore—sono esposto di categoria b oppure A.
Se mi trovo Aldisotto vuoldire che la dose a cui sono suscettibile in un anno solare è uguale a quella
dei privati cittadini, del pubblico. Se pur lavoro con le radiazioni ionizzanti, la dose massima che
posso prendere in un anno non supera il limite della popolazione.

Non esposti—- le dosi di radiazioni sono talmente bassi e il numero di esami è talmente esiguo che
la quantità di radiazioni che va nell’ambiente, non supera il livello della popolazione. coloro che
fanno parte dell’attività radiologica ma non hanno un coefficiente di rischio alla popolazione.

Classificazione dei lavoratori— il processo di classificazione compete all’esperto di radioprotezione


ma è un processo oggettivo. Si contano il numero di prestazioni, il coefficiente di rischio della
sorgente, le distanze a cui l’infermiere si trova durante l’attività radiologica, quanti infermieri ci sono
per quella metodica e anche la percentuale dell’attività.

I non esposti sono coloro che non superano i limiti di dose, e che fanno parte dell’attività radiologia
ma non hanno un coefficiente di rischio superiore all popolazione.

I Non classificati sono i lavoratori assimilabili alla popolazione— Non si occupano di radiazioni, come
chi lavora in ginecologia.

Ogni volta che si entra in un’attività nuova — si deve avere idoneità preventiva. Visite periodiche—
accertarsi che la salute del lavoratore non cambia, fare in modo che il lavoratore viva per tutta la vita
senza che il lavoro generi malattie o danni. Monitorare periodicamente lo stato di salute. Le
radiazioni servono come sistema di diagnosi e terapia.

Classificazione delle aree e degli ambienti di lavoro. Le aree di lavoro sono classificate, hanno due
nomi in ragione della dose di radiazione che viene liberata in un anno solare. Sono definizioni che la
norma ci mette.

Zone controllate— sale radiologiche, tutto il reparto della medicina nucleare, in radiologia sono le
sale dove vengono fatte radiazioni. Aree di lavoro ove sussiste il rischio di superamento di uno dei
limiti di dose previsti per i lavoratori esposti.

Zone sorvegliate— aree di lavoro ove sussiste il rischio di superamento di uno dei limiti di dose
previsti per le persone del pubblico (ms che non è classificata zona controllata) ambulatori dentistici,
sale della moc; quando una macchina non lavora le classificazioni sono annullate, valgono solo
quando la macchina funziona. dove non ci sono le segnaletiche di zona sorvegliata e controllata,
l’esposizione rx è rigorosamente vietata.

Classificazione operatori— quando si entra a lavorare c’è un percorso che va seguito. Come
neoassunti si puo lavorare in presenza di radiazioni solo dopo aver ricevuto una classificazione,
viene comunicata al medico competente il quale chiama alla visita. Una volta che il medico trasmette
l’idoneità sanitaria alle radiazioni— dosimetria individuale. Questo percorso non puo essere saltato.

Esposizione al radon. Una parte del decreto si occupa di radon. c’è un incidenza di malattie derivanti
da questa esposizione. Il suolo è la principale sorgente di radon, poi si trova in materiali da
costruzione e in alcuni casi l’acqua. La cosa importante è la ventilazione in ambienti domestici.

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Radioterapia intraoperatoria IORT

La radioterapia intraoperatoria, in umbria rappresenta un’importante metodica di trattamento di


tumori. In umbria si fa in due ospedali. A livello di radioprotezione è importante perché l’incidenza in
un blocco operatorio di questa metodica non è banale. IORT— abbiamo una neoplasia, viene
asportato un tumore, se le condizioni in fase di diagnosi e le condizioni operatorie lo consentono, il
linfonodo sentinella deve essere negativo all’analisi dell’anatomia patologica. A quel punto di puo
trattare la paziente— ricostruire la massa da cui abbiamo tolto il tumore, confinarla in una certa area
e irradiarla con un fascio di elettroni. Si possono fare anche con fasci di fotoni. La peculiarità della
IORT è il fatto che un trattamento radioterapico tipicamente viene effettuato con una certa dose di
radiazione per un certo numero di frazioni in ragione di problematiche radiobiologiche. Se io
intervengo con fasci esterni devo trattare il paziente con dosi piccole che progressivamente
annientano il tumore e che proprio per questa progressiva irradiazione non danneggiano gli organi
sani. Con la radioterapia intraoperatoria ho la occasione di vedere la massa che si sta irradiando,
conseguentemente la confino, la irradio una volta sola con una dose di radiazione che è
l’equivalente di 20 frazioni fatte dall’esterno. Con una dose singola evito tutti i problemi radiobio
logici perché prendo solo la massa che sto considerando. Gli organi intorno non li vedo. Si spara
una volta sola.

Acceleratori dedicati alla IORT— apparecchi portatili che stanno in sala operatoria. Ma il problema è
che la sala operatoria non ha schermature dedicate per fare questa metodica. Quindi quando si
sparano radiazioni IORT si rivoluziona il reparto.

vantaggi— esposizione diretta, controllo visivo, schermatura o dislocazione degli organi, assenza di
tessuti sani, seduta unica.

Svantaggi— non si puo pianificare l’attività— si deve fare un trattamento estemporaneo e in quel
momento si stabilisce come agire. Non si puo prevederlo prima.

E vincoli radioprotezionistici.

È un progetto italiano.

La macchina si utilizza con gli applicatori, cilindri sterili che vengono attaccati uno alla macchina e
uno addosso al paziente. L’infermiere li apre e lo consegna all’operatore, prima di consegnarlo ci si
mette una sorta di tappo che serve a evitare il risucchio e per uniformare la superficie, poi
l’acceleratore viene appoggiato alla macchina e i due terminali dell’applicare vengono congiunti.
Dischi di protezione fatti di teflon e acciaio. Protezione del paziente è garantita. L’infermiere siccome
sono sterili e divisi, li deve accoppiare e li passa al chirurgo.

Sotto il lettino viene messo un carrello, con un materiale schermante. C’è anche un corpi-brillanza—
materiale plastico sterile che serve a schermare il pavimento.

Personale interessato:

- medico radioterapista

- Fisico medico

- Tecnici di radiologia

- Anestesista — durante il trattamento il paziente viene isolato.

- Tutti gli altri professionisti —- chirurghi, medico nucleare, infermieri, OSS ecc) che si devono
allontanare durante il trattamento.

La sala operatoria nel momento in cui si fa IORT è zona controllata, perde la sua classificazione nel
momento in cui la zona diventa libera. Durante l’accensione del fascio ci saranno zone considerate
sorvegliate, e zone considerate libere.

Nelle sale operatorie c’è una segnaletica sulla porta. Poi ci sono luci di segnalazione— totem . verde
— acceleratore acceso che non sta sparando. Nei locali circostanti ci si organizza. Quando si spara
le luci arancioni cominciano a lampeggiare e la parte nera suona. All’interno del blocco c’è una
questione di evacuazione dei locali circostanti, non si puo sostare nell’intorno della sala operatoria.
Gli operatori si mettono nelle presale con delle paratie.

Le schermature sono oggetti mobili che spesso vanno sanificati perché stanno in sala operatoria.
Quando si fa trattamento le azioni sono tante e l’infermiere è protagonista.

Prima del trattamento

- controlli di qualità

- Disposizione del letto operatorio

- Acceleratore e schermi

- Identificazione del paziente

- Consenso informato

In radiologia diagnostica ed interventistica si utilizzano i raggi X prodotti da tubi radiogeni operanti


nell’intervallo di differenze di potenziale comprese tra 25 kVp (mammografia) e 140 kVp (tomografia
computerizzata) al fine di ottenere immagini delle strutture anatomiche del paziente (imaging).

La discriminazione dei diversi organi e tessuti è possibile, perché i raggi x, attraversando il paziente,
sono assorbiti in misura diversa a seconda della densità e del numero anatomico delle strutture che
incontrano.

I questi casi per meglio distinguere tessuti od organi rispetto a cio che li circonda, si introducono nel
paziente i mezzi di contrasto.

Mezzi di contrasto— sono delle sostanze chimiche a base di iodio che vengono utilizzate e
somministrate ai pazienti quando devo andare a verificare la dinamica di certi tratti del paziente
attraverso una forma di contrasto radiologico. Queste sostanze liquide non sono radiotrasparenti ma
radioopache, e quindi quando faccio un’esposizione rx, mentre passa il mezzo di contrasto, vedo i
vari vasi visualizzati in modo netto e chiaro e riesco a vedere delle eventuali ostruzione—questa
indagine con il mezzo di contrasto presente si associa ad un indagine che viene fatta prima o dopo
senza il mezzo di contrasto in modo tale che per sottrazione riesco a vedere eventuali patologie. Il
mezzo di contrasto deve essere molto chiaro e non ha niente a che vedere con la sostanza
radioattiva della medicina nucleare— finalità e coefficiente di rischio differente.

La gestione del paziente in TAC e in risonanza magnetica è dell’infermiere che prepara il paziente e
si occupa della gestione dei mezzo di contrasto—uno dei problemi principali è verificare
l’insussistenza di allergie. La preparazione del mezzo di contrasto non hanno a che vedere con la
radiologia.

Le radiazioni diagnostiche sono divise in due parti :

- imaging statico— tutti gli esami rx convenzionali : tipo mammografia, esame del torace ecc.
statico significa che accolgo il pz, gestisco la parte di consenso, eventuale preparazione,
posiziono il pz e poi esco dalla sala, o mi metto in posizione protetta. effettuo l’esame che puo
durare una frazione di secondo, o vari minuti. Nell’atto radiologico il pz resta solo.

- Imaging dinamico— attività di radiologia interventistica, per visualizzare particolari anatomici o


localizzare i dispositivi medici utilizzati durante procedure invasive del pz. emodinamica,
angiografia, cateterismo cardiaco, neurochirurgia, chirurgia ortopedica, urologia. sto usando
radiazioni in cui l’intervento chirurgico è accompagnato da radiazioni che servono a guidare
l’operatore in fase di intervento e ad effettuare controlli post-intervento. Quando il pz va in sala
operatoria ha già fatto le sue indagini di tipo statico. Posso essere guidato dalle radiazioni mentre
sto lavorando. In quel momento non ci si puo allontanare.

Sorgenti di radiazioni in radiodiagnostica.


L’esposizione radiologica genera tre tipi i fascio:

- radiazione primaria — è quella che colpisce il paziente, fortemente collimata e localizzata in


termini geometrici, poiché è la radiazione utile alla diagnostica, non puo colpire un operatore.

- Radiazione di fuga— fascio primario di intensità importante che fuoriesce dalla guaina protettiva
del tubo radiogeno in ragione del fatto che la radiazione prodotta attraverso il fenomeno di urto tra
gli elettroni e un materiale che si chiama anodo, produce fotoni da tutte le parti— i fotoni vengono
schermati dalla guaina fatta in piombo o materiali equivalenti e ha un contributo che deve essere
limitato. Controlliamo ciclicamente che questa radiazione non fuoriesca. Puo fuoriuscire quando si
rompe un metallo per effetto del calore, potrebbero esplodere.

- radiazione diffusa— quella secondaria la cui sorgente è il paziente che emette radiazione per
effetto della interazione della radiazione primaria con la materia biologica. Il pz non diventa
radioattivo, ma nel momento in cui c’è l’interazione della radiazione escono fuori fotoni che
possono colpire l’operatore poiché vanno in tutte le direzioni.

La differenza è che il fascio primario so dove va e c’è qualcuno che controlla che il fascio vada dove
deva andare. La radiazione di fuga posso confinarla con schermature fisiche. la radiazione diffusa
non puo essere confinata in nessun posto in quanto l’anatomia del pz è sempre differente. Il cranio
produce una radiazione diversa per esempio dal polmone. Inoltre le proiezioni radiologiche non sono
sempre verticali verso il basso, ma nelle sale l’apparecchio radiologico viene ruotato intorno al pz
molte volte anche nello stesso intervento pertanto diventa complicato capire come proteggersi.
Dobbiamo lavorare in difesa e prospettarci una radiazione distribuita nell’intorno del lettino in modo
tale da poter gestire in funzione della distanza e del tempo, la radioprotezione.

Dobbiamo conoscere il rischio e saperlo ottimizzare. La radioprotezione rimarca il concetto di


ottimizzare i rischi.

La dose va con l’inverso del quadrato.

Radiazione diffusa: dose ricevuta dal personale. Qual è la dose che riceve il personale durante le
attività diagnostiche:

In rx convenzionale o in tac la dose di esposizione al personale— risulta di un fattore 10 più basso


del limite di dose per le persone del pubblico, significa che se si lavora in una tac dove fanno 160 pz
a settimana, la dose per la quale sono suscettibili gli operatori è 10 volte più bassa della dose della
popolazione, perché gli operatori lavorano fuori. Durante l’rx non si sta mai dentro. In tac puo stare
l’anestesista.

In rx convenzionale il pz va sostenuto perché poco collaborativo. La legge adesso prevede che i


parenti assistono.

Uno dei problemi posti nelle camere di degenza o nelle rianimazioni sono gli esami a letto del
paziente— toraci. Capita che pz intrasportabili devono fare radiografie di controllo tipicamente al
torace— esistono apparecchiature portatili. Il tecnico prepara l’esame ed effettua l’esposizione
radiologica. La dose di radiazione è estremamente ridotta. Inoltre quello che accade è che il
contributo di radiazioni a livello ambientale non ha un'incidenza come se fosse una sala radiologica.
I degenti intorno prendono un contributo di radiazioni del tutto trascurabili. Le stanze non sono
schermate, perché le radiazioni sono molto basse. Il personale infermieristico nel momento
dell’esposizione radiologica si allontana e va dietro al tecnico di radiologia che ha un cavo
estensibile o un telecomandino per cui si puo allontanare.

Nel caso di indagini di radiografia pediatrica neonata in reparti di pediatria.— capita di fare
esposizioni radiologiche ai neonati. Norme di protezione, è stato individuato un locale distante da
quello dell’allattamento. E poi si stabiliscono delle regole di comportamento, norme inetrne, dpi e
sistemi di allontanamento di genitori ecc. sono eventi rari, quando non ci sono queste regole si
chiamano i fisici.

Stessa cosa vale in mammografia, per esempio dove non c’è incidenza radiologica di nessun genere
la pz puo restare ferma.

Radiologia interventistica
Problema della impossibilità da parte degli operatori di allontanarsi durante l’esecuzione dell’esame
radiologico. Ci sono varie modalità di esposizione che fanno riferimento ad un andamento
fluoroscopico— il medico o il medico di radiologia piuttosto che premere e fare uno scatto, premono
un pedale e la radiazione comincia ad andare in continuità e non smette fino a che il pedale non
viene rialzato. Quindi abbiamo un regime di scopia piuttosto che di grafia (flesh). L’inizio e la fine
vengono stabiliti dall’operatore perché è un’immagine dinamica— devo vedere sul monitor quello
che sto irradiando: c’è un continuo feedback tra la radiazione che colpisce il paziente, un dispositivo
di visualizzazione che puo essere un rilevatore digitale e questo segnale viene convertito— nel
monitor non si vede più un immagine ma un film. Le modalità tecniche per risparmio di dose fanno in
modo che la radiologia non sia più continua ma pulsata—- serie di impulsi con una certa frequenza.

Gli interventi possono durare poco, qualche secondo, qualche minuto ma anche molti minuti e ore.

La cardiologia ha dosi maggiori di radiazioni, la medicina nucleare ha un’incidenza importante ma le


dosi non sono molto elevate. In medicina nucleare le dosi sono molto costanti— quindi è più facile
gestire la radioprotezione e conoscere il proprio andamento di rischio.

Ottimizzazione della dose al paziente


L’apparecchio radiologico è formato da un tubo radiogeno che emette radiazioni e il rilevatore ( IB
— intensificatore di brillanza adesso sostituiti con pannelli digitali) . Sono in opposizione. Accade
che la posizione reciproca del tubo radiogeno e dell’intensificare di brillanza rispetto al pz deve avere
una logica perché se io avvicino il recettore d’immagine (IB) rispetto al paziente, ho una proiezione
differente di quello che vedo. Il tubo radiogeno va sotto e l’intensificatore va sopra in quando se la
radiazione parte da sopra si ha una diffusione molto maggiore addosso al tronco e quindi agli organi
più radiosensibili. Se il tubo radiogeno va messo sotto la radiazione diffusa dal paziente va verso il
basso e colpisce le gambe che sono meno radiosensibili. Inoltre in basso posso mettere delle
paratie attaccate al lettino che coprono anche le gambe. Una volta codificato dove sta il tubo, il
rilevatore di immagine deve essere posizionato il più vicino possibile al paziente e il tubo radiogeno
deve essere allontanato il più possibile. Questo perché a livello di proiezione di dose accade che se
io tengo distante il rivelatore dell’immagine dal pz, il percorso della radiazione, una volta interagito
con il pz è lungo e con l’inverso del quadrato della distanza la dose diminuisce quindi per vedere
meglio sono costretto ad aumentare il tempo di esposizione perche vedo poco, inoltre la radiazione
perde d’intensità quindi alzo la dose. Radiazioni inutili. Se invece allontano il tubo radiogeno e
avvicino molto ottimizzo la dose e ci metto metto tempo— si vede prima.

Il fascio di radiazioni si puo collimare, ovvero modulare. Maggiore è l’area di esposizione, maggiore è
la dose che prende il pz e la dose di radiazione diffusa che esce dal pz.

Schermature— dentro a una sala operatoria si ha potenzialmente paratie mobili di vario genere
dove ci si puo riparare quando non si è coinvolti dalla procedura— Nei controlli finali ad esempio
quando si fa un controllo per vedere se il medico ha fatto bene. Quando non si è utili alla procedure.
Oppure perché posso operare da dietro. Ci sono dei vetri mobili con tendine di piombo e molti
medici le san mettendo le mani fuori—Paratia volante si appoggia nella zona dell’intensificare di
brillanza, cioè tra il paz e l’operatore— schermo che si puo modulare e nel frattempo si lavora.

Metodi per la riduzione della dose

Il dosimetro e i dpi sono obblighi di legge. Non portarli è una violazione della norma.

Radioprotezione in Medicina nucleare— abbiamo sostanze radioattive che vengono somministrate ai


pz. Queste sostanze possono evaporare e disperdersi negli ambienti e poiché le radiazioni sono
inodori insapori ecc non ci si accorge di queste. Quindi si deve gestire il rischio differentemente. Le
energie sono più alte rispetto all’’rx e spesso un camice non basta . Dobbiamo distinguere tra
medicina nucleare in vivo— con i pazienti e in vitro— tecniche di laboratorio.

In vivo ho sostanze non sigillate cioè allo stato libero in quanto devo mescolare con dei famaci e poi
dare ai pz. In urlati passaggi si possono avere dei rischi oltre al fatto che il pz di per se, una volta che
è radioattivo effettua irraggiamento verso l’operatore— radiazione diretta.

A differenza di quanto avviene in radiodiagnostica, le apparecchiature utilizzate in medicina nucleare


non emettono radiazioni ma funzionano esclusivamente da rivelatori della radiazione che proviene
dal pz a cui è stato somministrato il radiofarmaco. Tali apparecchiature consentono, tramite
opportuni algoritmi di ricostruzione, la localizzazione spaziale del punto all’interno del pz da cui
proviene la radiazione; è cosi possibile ottenere immagini (planari o termografiche) della
distribuzione del radiofarmaco nel paziente.

A differenza delle immagini radiologiche, le immagini medico nucleari, forniscono informazioni


intrinsecamente di tipo funzionale, ovvero legate al metabolismo degli organi, più che di tipo
morfologico.

Se il pz è sano nel tempo in cui è radioattivo, l’emissione è da tutte le parti, se il pz ha qualsiasi tipo
di problema emette radiazioni.

Nella diagnostica si utilizzano i gamma, i fotoni tendenzialmente perche i fotoni escono dal paziente,
hanno percorsi lunghi, si mettono dei rilevatori e si raccolgono le radiazioni. Le energie sono molto
più grandi rispetto a quelle della diagnostica, abbiamo un fattore 3. I camici di piombo non riescono
a schermare.

Di radionuclidi Si utilizzano principalmete tecnezio e iodio perche sono quelli più comuni. Poi ci sono
i radioisotopi PET che emettono beta + che annichilando con i beta - emettono questi fotoni in
coincidenza che hanno un’energia specificia— 511 KeV.

Il tracciante radioattivo viene somministrato all’interno del paziente, i punti chiari sono i punti di
accumulo— potrebbero essere dei noduli.

L’immagine pet è composta dalla parte grigia che è la parte tac (morfologica) ; la parte pet è quella
dinamica dove si vede il rosso e il giallo — si capisce qual è l’accumulo della sostanza radioattiva.
Se ci sovrappone la parte tac si riesce a delimitare in modo preciso la lesione.

Apparecchiature in medicina nucleare— pet e gamma camera non emettono radiazioni. Se a queste
si associa la tac si ha anche l’aspetto trasmissivo.

I radionuclidi più importanti sono fluoro— due ore di tempo di dimezzamento; tecnezio 6 ore;

La medicina nucleare è costituita dalla zona verde — zona considerata fredda in cui non ci sono
sostanze radioattive, dove vengono accolti i pazienti. Poi c’è la parte calda. Camere calde— stanze
schermate con armadi molto grandi chiamati frazionatatori schermati con molto piombo dove
vengono manipolate le sostanze messe nelle siringhe. Dopodiché queste siringhe vengono
trasportate nelle sale di somministrazione dove il pz sta aspettando. Viene somministrata la sostanza
radioattiva e dopo un certo tempo di latenza che consente alla sostanza di andare in giro per il
corpo, il paziente viene condotto nelle sale di diagnosi dove ci sono le apparecchiature e viene fatto
l’esame. Dopo l’esame il paziente viene accompagnato in una sala di attesa sempre nella zona calda
dove aspetta il responso della prima visualizzazione del medico, puo capitare un esame dopo un
certo tempo (acquisizione tardiva) per verificare una volta che il radioisotopo se ne è andato in
quantità e vedere cosa è accaduto e far raffronti rispetto all’esame precedente. Una volta che
l’esame è completato viene congedato e l’uscita dei pz è un’uscita calda perche non ci deve essere
commistione tra parte fredda e parte calda. Questo perche in qualsiasi caso di contaminazione di
qualsiasi persona nella zona calda, se porta la radioattività nella zona fredda questo comporta la
contaminazione di una zona pulita dove potrete trovarsi un medico in stato di gravidanza o una
persona incompatibile con le radiazioni.

I momenti di contaminazione possibili sono :

- si puo rompere la siringa mentre si sta iniettando.

- Il paziente si sente male (vomita, deve andare in bagno) — bisogna pulire e isolare i locali.
Regolamento di gestione di questi eventi

- I bagni all’interno di questi reparti sono dedicati, nella zona calda c’è un bagno per i pz radioattivi
e i liquidi che sono radioattivi vengono convogliate in vasche di raccolta che si trovano
tendenzialmente sotto terra o nei piani inferiori e questi dispositivi hanno dei sistemi di
decantazione e monitoraggio. Quando il liquido non è più radioattivo si manda in fogna. I solidi
non possono essere mandati via come rifiuti ospedalieri, vanno messi in contenitori dedicati e in
magazzini all’interno del reparto e verificato che non sia più radioattivo. Nel caso in cui i tempi di
dimezzamento sono molto lunghi bisogna chiamare delle ditte autorizzate che prelevano i beni.

- Gli abiti del personale si possono contaminare, per proteggere l’ambiente fuori e me stesso
utilizzo dei dispositivi di monitoraggio— contatori geiger o portatili o fissi dove ci si appoggia
verificando che le mani i piedi e gli abiti sono contaminati, se non sono comunicati si puo uscire
liberamente e finire il turno, se fossero contaminati invece dipende dalla contaminazione— ci si
puo lavare le mani— zona filtro e di decontaminazione del personale. c’è una doccia, la legge
prevede l’installazione, dove uno si puo lavare, in quanto le sostanze radioattive sono molto
appiccicose— non sono pero volatili (non evaporano). Le mani vengono protette con guanti in
lattici, spesso è meglio metterne due.

Le tre forme di radiazione sono quella esterna, la contaminazione e l’irradiazione interna.

I radiofarmaci vengono contenuti in schermature mobili. Sono dei bossoli di materiale diverso ad
esempio tungsteno— scherma molto la radiazione. Per il trasporto si devono utilizzare contenitori
schermati che evitano che si rompano e cadono e poi se si esce dalla camera calda con una
sostanza libera si irradia tutte le persone intorno.

In molti casi tra una stanza di preparazione e una stanza di somministrazione c’è “passapreparati”—
box di acciaio schermato—il tecnico prepara le siringhe e le appoggia dentro, una volta chiuso
l’infermiere apre lo sportello e prende la siringa— quando c’è contiguità tra le stanze.

Ci sono norme interne.

- la somministrazione compete al medico nucleare e al personale infermieristico incaricato. Questo


perche ci si distribuisce la radioattività tra il personale, quando il carico di lavoro è piuttosto
elevato. I tecnici non possono somministrare i farmaci.

Dobbiamo sapere quanta radioattività entra e quanta ne esce per essere certi che non si disperda
nell’ambiente.

Il fattore tempo è la cosa più importante— se perdo tempo il farmaco decade.

Irradiazione esterna

Determinata da vari fenomeni, dalla manipolazione delle sostanze. L’infermiere manipola solo
quando somministra. Il dosimetro si porta all’estremità, è un anello o un bracciale e deve essere
messo nella mano opposta a quella dominante in modo tale che quando si vignetta la mano che
inietta è protetta dallo stantuffo di tungsteno e l’altra mano è libera. Quando fluisce la sostanza
radioattiva il dosimetro vede quanta sostanza becca l’altra mano.

L’inalazione è legata al fatto che io posso respirare delle sostanze radioattive e posso avere
un’incidenza nei polmoni, aldilà della volatilità delle sostanze uno dei principi di radioprotezione è
quello della ventilazione. La medicina nucleare è un reparto tendenzialmente chiuso, l’accesso è
regolamentato. Inoltre le stanze hanno una gestione di flussi di ricambi d’aria variabili, abbiamo zone
in depressione. Filtri nel reparto che vanno sostituiti periodicamente.

Ingestione— si ingerisce sostanza radioattiva quando si possono mettere in bocca le mani o la


penna. A qui punto si devono adottare dei sistemi di protezione attraverso dei monitor ambientali—
portatile (passata sul tavolo o sul lettino del pz), ci sono monitor appicciati alle pareti che se sentono
radiazioni suonano. E poi ci sono metodi di smear test—- strofinamento con batuffoli di ovatta in
punti sensibili del reparto e poi si fa un conteggio di radioattività per vedere se è stata assorbita.

Dentro al reparto si entra con la divisa e non con i vestiti sociali.

Dose impegnata — legata all’assorbimento della radioattività.

Fondamentale per un infermiere p gestire il pz soprattutto quando non è autosufficente— ricoverato


o ha bisogno di assistenza perche ha una scarsa mobilità e quindi va accompagnato al bagno. Si
guidano a distanza.

Ci sono norme interne su questo. Norme sul paziente ricoverato.

Considerazioni pratiche—cercare di mantenere ambienti puliti, abbigliamento protettivo, materiali di


ricambio. Nelle zone di filtrazione sono presenti armadietti con abiti ospedalieri di ricambio.

Grazie a sistemi di monitoraggio e tecnologie sempre più evolute, il rischio di contaminazione è


molto basso e quindi la probabilità di danno per gli operatori è molto bassa. Le dosi di radiazioni
sono costanti. In medicina nucleare, il fattore tempo è fondamentale, so che il radioattivo dura quel
tempo. Statisticamente la dose mensile è sempre la stessa. Il tecnico di radiologia prevalentemente
ha dosi alle mani perche manipola e prepara le siringhe, l’infermiere al corpo intero perche assiste
fisicamente il paziente.

I sistemi di monitoraggio garantiscono un contenimento.

Radioterapia metabolica — metodica di trattamento con sostanze radioattive, trattamento radiante,


non si puo stare vicino al paziente. Sorgenti che vengono somministrate ai pazienti attraverso dei
condotti e quindi la sostanza puo essere richiamata.

Non c’è contaminazione, c’è solo irraggiamento di dosi molto elevate che sono gestibili attraverso la
tecnologia.

radioterapia— la radiazione è estremamente pericolosa perche nata per uccidere cellule. Per fare un
buon piano di trattamento ci vuole un fisico, dei tecnici che siano capaci di mandare le macchine e
di non sbagliare il lato.

La radioterapia è generalmente con fasci esterni— quella intraoperatoria. La brachiteraoia


interstiziale— inserisco aghi, dei tubi con cui faccio confluire sostanze radioattive inflissi nel
paziente, l’attività di emissione di radiazioni colpisce il tumore.

In tutti i casi avendo energie mille volte superiori rispetto alla radiologia convenzionale, la cosa più
importante è che nella valutazione del rischio è necessario allontanarsi quando c’è il trattamento.

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