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DEFINIZIONE

Nel parto fisiologico la placenta si distacca dopo


l’espulsione del feto nel corso del periodo chiamato
“secondamento”
Tuttavia il distacco di una placenta normalmente
inserita può avvenire patologicamente anche prima
dell’espulsione del feto, durante il travaglio di parto o
durante la gravidanza indipendentemente dal travaglio
di parto e molto prima di esso
In questo caso si parla di distacco intempestivo di placenta
normalmente inserita
PRECOCE
Avviene durante
il travaglio di parto

DPNI

PREMATURO
Avviene durante la
gravidanza
in evoluzione
ESTENSIONE

Lieve: ≤ 1/3 della placenta

Medio: ≤ 2/3 della placenta

Grave: > 2/3


FREQUENZA

• 30% delle emorragie del III trimestre sono dovute


al distacco
• 0,5 – 1 % dei parti
• 50% dei distacchi avvengono prima dell’insorgere
del travaglio
• 10 – 15 % sono lievi o minimi, e diagnosticabili solo
dopo il secondamento
• 10 – 17 % di incidenza di recidive e fino al 20%
dopo due episodi
L’eziologia non è nota con certezza

√ Fattori di rischio
√ Fattori scatenanti
Fattori di rischio
• Multiparità
• Età materna >35 anni
• Fumo
• Ipertensione arteriosa
• Condizioni in cui vi è sovradistensione uterina
(polidramnios, gravidanza multipla)
• Brevità assoluta o relativa di funicolo
• Pregresso DPNI (rischio di recidiva in
grav.successiva 6 - 17%)
Fattori scatenanti

 Infarto placentare acuto

 Crisi ipertensiva

 Traumi accidentali o iatrogeni:


- versione, interna o esterna
- manovra di kristeller

 Rapida riduzione dell’utero sovradisteso :


- parto del primo gemello
- rexi in polidramnios

 Brevità di funicolo in periodo espulsivo


Patogenesi

• Il substrato anatomopatologico del distacco è la


formazione di un ematoma retroplacentare per la
rottura di una o più arteriole spirali nello spessore
della decidua o fra questa e il miometrio

• All’instaurarsi dell’ematoma retroplacentare,


l’utero risponde con una contrazione muscolare
più o meno tenace e duratura che giunge fino alla
contrazione tetanica del viscere stesso, che a sua
volta favorisce l’estensione dell’ematoma e
l’aumento dell’area di distacco.
La progressione del sangue può essere:
Scollamento in basso delle membrane,
quindi emorragia esterna;
Scollamento in alto delle membrane, quindi
rottura alta delle membrane ed immissione
del sangue nel liquido amniotico;
Confinamento dell’ematoma nella sede del
distacco ed infiltrazione miometriale;

Tutte le sopra elencate contemporaneamente


SINTOMATOLOGIA

Stato di contrattura
dell’utero ad inizio improvviso

Dolore
Perdita ematica dai genitali
(metrorragia)
Segni di sofferenza fetale
• Il quadro clinico è pero molto variabile.
• La gravità è direttamente proporzionale alla
superficie del distacco, alla velocità con cui
quest’ultimo si realizza, alla formazione di
una zona di infarto placentare
• Di solito risultano più gravi i casi in cui
l’emorragia è prevalentemente interna
Complicazioni materne:
CID: immissione in circolo ematico di
materiale tromboplastinico
proveniente dalla zona del distacco
Shock emorragico ipovolemico
Insufficienza renale
Emorragia del post-partum
Sindrome di Sheehan per necrosi
ipofisaria
Apoplessia utero-placentare
Complicanze fetali:

Le ripercussioni fetali dipendono da tre


fattori:
Epoca gestazionale dell’evento;
Entità del distacco;
Tempo intercorso tra distacco e
nascita.
DIAGNOSI
Clinica
Ecografia (dd con la placenta previa)
Esami di laboratorio:
- lieve dell’Hct
- fibrinogeno e piastrine
- FDP e D dimero
- tempo di coagulazione
- comparsa di proteinuria
Il distacco di placenta all’ecografia
Variabilità a breve termine e decelerazioni
variabili profonde

Linea di base tono uterino ed ipercontrattilità


DIAGNOSI DIFFERENZIALE

 Cause extraplacentari (polipi cervicali, rottura di vasi vulvovaginali,


lesioni traumatiche della vagina, coito)
 Cause placentari:
- placenta previa
TERAPIA

Prima della 32ª settimana: il criterio più


importante è dato dalle condizioni materne
• Nei casi lievi: atteggiamento di attesa con costante
sorveglianza delle condizioni materne e fetali (controllo
emocromo ed eventuale correzione anemia, CTG
giornaliero e prolungato), somministrazione di cortisonici
per stimolare la maturazione polmonare del feto.

• Nei casi più gravi: provocare il parto allo scopo di evitare


le complicazioni materne, che può avvenire, a seconda dei
casi, per via vaginale o mediante taglio cesareo
TERAPIA

Dopo la 32ª settimana:


• Le indicazioni fetali al taglio cesareo aumentano la loro
importanza tenuto conto del notevole miglioramento della
prognosi per il bambino, reso possibile dalla tempestiva
interruzione della gravidanza in caso di sofferenza fetale
acuta o cronica.

• La comparsa di segni di shock è indicazione assoluta ad


eseguire il taglio cesareo d’urgenza, nonostante il feto
possa essere già morto, qualunque sia l’età gestazionale.
Complessivamente:

- mortalità materna 0.5%


- mortalità perinatale
10%

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