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Placenta accreta
Di Julie S. Moldenhauer , MD, Children's Hospital of Philadelphia
Revisionato/Rivistolug 2021
Si parla di placenta accreta quando la placenta è attaccata saldamente, ma non naturalmente, all’utero.

Un parto cesareo e la placenta previa in una gravidanza pregressa aumentano fortemente il rischio di placenta
accreta.

Se una donna presenta dei fattori di rischio di placenta accreta, i medici eseguono periodicamente
un’ecografia durante la gravidanza per verificare l’eventuale presenza di questa complicanza.

Qualche settimana prima della data presunta del parto, in genere i medici fanno nascere il bambino e poi
rimuovono l’utero, a meno che la donna non sia contraria.

Dopo il parto, la placenta di solito si stacca dall’utero e la donna può spingerla fuori da sola o con l’aiuto di un
medico o di un’ostetrica. Quando la placenta è attaccata troppo saldamente, alcuni lembi possono rimanere
attaccati all’utero dopo il parto. In tal caso, l’espulsione della placenta viene rimandata ma aumentano i rischi di
sanguinamento e infezione dell’utero, che possono essere potenzialmente letali.

La placenta accreta sta diventando sempre più diffusa. Si osservava in circa

1 gravidanza su 30.000 negli anni ’50

1 gravidanza su 500-2.000 negli anni ’80 e negli anni ’90

Da 1998 al 2011, negli Stati Uniti, 1 su 272


Tale aumento coincide con l’aumento dei parti cesarei.

Fattori di rischio
La placenta accreta è più probabile nelle donne con le seguenti caratteristiche:

La donna ha già avuto un parto cesareo

La placenta ricopre la cervice (detta (placenta previa)

L’età è superiore ai 35 anni

La donna ha avuto parecchie gravidanze

La donna presenta fibromi sotto al rivestimento interno dell’utero (endometrio)

La donna ha subito un intervento chirurgico con interessamento dell’utero, compresa l’asportazione di fibromi

La donna presenta disturbi del rivestimento dell’utero, come la sindrome di Asherman (cicatrizzazione
dell’epitelio uterino dovuto a infezione o intervento chirurgico)
Aver avuto un parto cesareo in una gravidanza pregressa e la placenta previa nella gravidanza in corso aumenta
fortemente il rischio di placenta accreta nelle gravidanze successive.

Diagnosi della placenta accreta

Ecografia

Talvolta risonanza magnetica per immagini (RMI)


Se una donna presenta fattori di rischio di placenta accreta, prima del parto il medico esegue un’ecografia per
stimarne l’eventuale presenza. L’ecografia mediante un dispositivo manuale posizionato sull’addome o all’interno
della vagina può essere eseguita periodicamente a partire da 20-24 settimane di gravidanza. Se l’ecografia non è
chiara, potrebbe essere eseguita una RMI.

Durante il parto, si sospetta placenta accreta nei seguenti casi:

La placenta non viene espulsa entro 30 minuti dalla nascita del bambino.

I medici non riescono a separare la placenta dall’utero con le mani


I medici non riescono a separare la placenta dall utero con le mani.

I tentativi di rimozione della placenta provocano un’emorragia profusa.

Trattamento della placenta accreta

Isterectomia associata a parto cesareo


Se i medici rilevano una placenta accreta prima del parto, di solito si procede con un parto cesareo seguito
dall’asportazione dell’utero (isterectomia cesarea). Per questa procedura, il bambino viene dapprima partorito
mediante taglio cesareo, quindi si procede all’asportazione dell’utero con tutta la placenta. In genere, questa
procedura viene eseguita attorno alle 34 settimane di gestazione e contribuisce a prevenire una perdita di sangue
potenzialmente letale che si potrebbe verificare se la placenta rimanesse in sede dopo il parto. Tuttavia, si tratta di
una procedura che può causare complicanze, come emorragia profusa. Inoltre, se l’intervento dura molto a lungo
e/o richiede un lungo riposo a letto successivamente, possono formarsi dei coaguli di sangue. I coaguli possono
viaggiare nel torrente ematico e bloccare un’arteria nei polmoni. L’isterectomia cesarea deve essere eseguita da un
chirurgo esperto e presso un ospedale dotato delle apparecchiature adatte per gestire le complicanze.

Se per la donna è importante mantenere la fertilità, i medici possono tentare di preservare l’utero con varie
tecniche. Queste tecniche, tuttavia, non possono essere utilizzate se l’emorragia è estremamente imponente o se
sussiste tale possibilità (a causa della posizione della placenta).

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