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URGENZE OSTETRICHE-GINECOLOGICHE

APPARATO GENITALE FEMMINILE: cenni di anatomia

L’apparto genitale femminile è composto da organi interni, contenuti nel bacino, quali:
• Ovaie: sono due organi con forma e dimensione di una mandorla situati ai lati dell’utero. Hanno la
funzione di produrre le cellule riproduttive;
• Tube uterine: sono due canali che si estendono dall’ovaio all’utero. Hanno la funzione di consentire
il passaggio della cellula uovo dall’ovaio verso l’utero. Rappresentano gli organi dove avviene la
fecondazione;
• Utero: ha la forma di una pera capovolta, comunica con l’esterno attraverso la vagina. Ha la
funzione di contenere l’embrione/il feto durante la gravidanza;
• Vagina: canale muscolo membranoso che ha la funzione di accogliere il pene durante il coito, dar
passaggio al flusso mestruale, e far passare il feto durante il parto.

E organi genitali esterni quali:


• Vulva: è una sporgenza ovoidale situata tra le cosce fra il pube e il perineo;
• Mammelle: sono due ghiandole che hanno la funzione di produrre e secernere il latte durante il
periodo della gravidanza e dell’allattamento.
La gravidanza

Quando parliamo di gravidanza, facciamo riferimento al periodo di tempo necessario a tutte le cellule
del nuovo organismo per organizzarsi in un “nuovo” essere umano completo. Il bambino in fase di
sviluppo intrauterino viene denominato feto. Esso si accresce all’interno della struttura muscolare
uterina e riceve ossigeno e sostanze nutritive attraverso il cordone ombelicale collegato alla placenta. Il
feto è protetto e racchiuso nel suo sviluppo dal sacco amniotico.
Mediamente una gravidanza nell’essere umano ha una durata di:
• 280 giorni
• 40 settimane
• 9 mesi
Il parto è un evento naturale che porta all’espulsione del feto dall’utero materno. Questo viene definito
a termine, quando il feto viene espulso tra la 36esima e la 42esima settimana di gestazione. Viene
definito come prematuro quanto il feto non ha ancora 36 settimane di gestazione. E’ detto infine post-
termine quando l’espulsione del feto avviene dopo la 42esima settimana gestazionale.
Il parto può avvenire in maniera fisiologica, ed in questo caso la presentazione fetale avviene con la
testa volta verso la vulva ed il volto rivolto verso terra, e generalmente avviene senza complicazioni,
oppure può avvenire in maniera complicata, ed in questo secondo caso la presentazione non avviene
con la testa (piedi, glutei, spalla…)

Parto spontaneo
Durante il parto, la difficoltà è che bisogna imparare a gestire due situazioni contemporaneamente: la
madre ed il bambino. Per questo è importante il lavoro di squadra del team di soccorso.
Il parto, quando avviene in maniera spontanea, è un processo fisiologico di espulsione del feto e dei
suoi annessi, dall’utero all’esterno, attraverso il canale vaginale.
SEGNI E SINTOMI
 Presenza di contrazioni uterine dolorose a intervalli regolari inferiori a 10 minuti della durata di
circa 40/50 secondi (doglie);
 Necessità di spingere/defecare;
 Perdite ematiche e/o di liquido amniotico dai genitali esterni di entità variabile.

Sono dei segni che indicano che il parto è imminente e il soccorritore dovrà decidere o meno se
trasportare la paziente o effettuare il parto sul posto.

Quando ci troviamo ad intervenire su una gestante che presenti i segni ed i sintomi di un parto
incipiente, possiamo identificare due situazioni:
A- la fase espulsiva non è ancora cominciata
B- la fase espulsiva è cominciata

Nel caso in cui ci troviamo nella situazione A:


• Autoprotezione
• Controllare i parametri vitali (ABC)
• Posizione laterale su fianco sinistro e antishock
• Eventuale somministrazione di Ossigeno ad alti flussi
• Supporto psicologico
• Trasporto rapido in ospedale

Nel caso della situazione B:

1. ABC;
2. Allertare la centrale 118 per l’eventuale invio di un mezzo ALS;
3. Indossare guanti puliti e DPI (dispositivi individuali di protezione);
4. Creare un ambiente tranquillo e riservato;
5. Rimuovere i vestiti necessari;
6. Posizionare un famigliare o un soccorritore alla testa della madre per il supporto emotivo;
7. Controllare se in corrispondenza della contrazione è possibile vedere la testa del bambino (la
nascita è imminente);
8. Al momento dell’espulsione della testa non esercitare pressione o trazione sulla parte, controllare che
il cordone ombelicale non sia avvolto intorno al collo del bambino;
9. Annotare l’ora della nascita; In caso di liquido amniotico TINTO (verde), rimuovere con un panno
dalla bocca il liquido amniotico (non aspirare, CAVE bradicardia neonatale!)
10. Asciugare il neonato e avvolgerlo in panni asciutti, eseguire l’APGAR

11. Un minuto dopo la nascita si può clampare il cordone ombelicale (con 2 pinze a 3 cm dall’ombelico
del bambino e l’altra a 4 cm e tagliare fra le due pinze) oppure aspettare che il cordone ombelicale
cessi di pulsare, prima di procedere al clampaggio e al taglio;
12. Posizionare, se presente, una sacca graduata sotto le natiche della puerpera per quantificare le perdite;
CAVE fase più critica del parto!
13. Se avviene l’espulsione della placenta, annotare ora della nascita della placenta, verificare la
perdita ematica dalla vagina e controllare la contrazione dell’utero attraverso le pareti
addominali (solitamente al livello dell’ombelico);
14. Consegnare al pronto soccorso la placenta;

La respirazione spontanea dovrebbe cominciare entro 30 secondi. Se ciò non avviene:

Controllare le vie aeree 


Liberare il cavo orale con delicatezza da sangue, muco o altri liquidi biologici 


Massaggiare in modo garbato ma deciso la schiena oppure percuotere leggermente 
 la

pianta dei piedi 


Non tenere il neonato per i piedi ed evitare di sculacciarlo 



Se necessario, praticare la RCP 


FASI DEL PARTO

Secondamento: ha inizio subito dopo che il bambino è nato. Riprendono le contrazioni e proseguono
fino a quando la placenta non viene espulsa. Le contrazioni ed i dolori del travaglio possono essere
intensi come nel parto. La placenta fuoriesce, solitamente da 20 a 60 minuti dopo il feto. Se dopo
un’ora la placenta non è stata espulsa si parla di placenta trattenuta. Inoltre vengono espulsi l'estremità
placentare del cordone ombelicale e alcuni tessuti del sacco amniotico e dell’endometrio. Generalmente
la placenta viene espulsa a pochi minuti di distanza dalla nascita del bambino, questo processo può
impiegare anche trenta minuti, quindi non abbiate fretta né premete sull’addome in corrispondenza
dell’utero per affrettarne l’espulsione. Non gettare via nessuno degli annessi fetali espulsi con il
secondamento e porli dunque in un sacchetto per un successivo esame medico dove verrà controllato la
completezza: se una parte di tali tessuti rimanesse nell’utero, per la madre sussisterebbe un grave

rischio di infezioni ed emorragie prolungate. 


PATOLOGIA

Parto pretermine
Parliamo di parto pretermine quando il neonato prematuro presenta un età gestazionale alla nascita
inferiore alle 37 settimane. Poiché in ambulanza. non si sarà in grado di pesare il neonato, si dovrà
considerare un eventuale prematurità in base alle informazioni ricevute dalla madre e dall’aspetto del
neonato.
Confrontando un neonato a termine, con un neonato prematuro, possiamo osservare che la testa di un
neonato prematuro è molto più grande, mentre il corpo si presenta piccolo, sottile e rosso. I neonati
prematuri necessitano di un’assistenza particolare dopo il parto. Quanto più piccolo è il neonato, tanto
più importante è l’assistenza iniziale. Va posta una particolare attenzione nel mantenere il bambino al
caldo evitando perdite di calore. Somministrare ossigeno, non direttamente sul viso del bambino, ma
facendo in modo che l’erogazione dell’ossigeno, possibilmente umidificato, raggiunga il viso senza un
contatto diretto. Il neonato prematuro è suscettibile alle infezioni e deve pertanto essere tenuto lontano
da altre persone, ed è di fondamentale importanza l’utilizzo delle mascherine protettive per evitare un
contatto diretto che può essere fonte accidentale di contaminazione del neonato.

Shock ostetrico
Lo shock cosiddetto ostetrico è una condizione di insufficienza cardiocircolatoria acuta e conseguente
ipoperfusione dei tessuti che si verifica in una paziente ostetrica.
Spesso è uno shock ipovolemico e postemorragico.

1. Emorragie
Perdita ematica dai genitali esterni (che si verifica generalmente nella seconda metà della gravidanza o
dopo il parto).
CAUSE
• del post partum (principale causa: l’atonia/ipotonia uterina)
• distacco prematuro della placenta (che può essere parziale o totale)
ATTENZIONE: l’emorragia in questo caso può risultare anche interna/occulta ed è spesso
accompagnata da un dolore intenso
• placenta previa/ rottura di vasi
• rottura dell’utero (dolore molto intenso, la paziente può riferire un senso di lacerazione interna e ha
paura di morire)

SEGNI E SINTOMI
• Emorragia dalla vagina;
• Segni di uno shock: aumento della frequenza del polso e riduzione della pressione sanguinea;

TRATTAMENTO
1. ABC;
2. Trattare lo stato di shock se presente; attenzione: le perdite ematiche possono essere di 1
litro/minuto!
3. Erogare ossigeno ad alta concentrazione;
1. Non chiudere le gambe della paziente e porre un assorbente/telo sull’apertura vaginale se presente
emorragia esterna;
2. Conservare tutto il materiale emesso e gli assorbenti utilizzati;
3. Avvisare il 118;
4. Trasportare velocemente la paziente verso l’ospedale.

2. Gestosi
Vi sono varie forme di gestosi nella seconda metà della gravidanza e rappresenta in 5% dei casi.
Sindrome HELLP (emolisi, elevati enzimi epatici, basso numero di piastrine):
• Cefalea per lo più frontale
• Edemi
• Disturbi visivi
• Disturbi addominali quali vomito e dolore addominale “a barra”
• Ipertensione (uguale o superiore a 140/90 mmHg)

Preeclampsia: proteinuria e ipertensione (uguale o superiore a 140/90 mmHg).

La manifestazione più grave di gestosi è l’eclampsia convulsiva dove si manifestano uno o più attacchi
convulsivi seguiti da perdita di coscienza spesso preceduta da un aura.

TRATTAMENTO
• ABC
• Impedire le stimolazioni ambientali (sirena, luci, ecc)
• Ridurre la pressione arteriosa

Durante un attacco di eclampsia convulsiva:


• Evitare lesioni traumatiche della paziente
• Garantire la buona ventilazione polmonare
• Somministrare ossigeno

Rottura delle membrane


• Prolasso funicolo (inferiore al 0.5%): presenta una delle complicazioni ostetriche più gravi nei
riguardi della vita fetale  grande urgenza
• Embolia amniotica (evento molto raro 1:20000-80000 parti)  sintomi come shock anafilattico e
inoltre dispnea, tachicardia, cianosi, emoraggie, febbre.

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