Sei sulla pagina 1di 19

PEDIATRIA PRIMA LEZIONE

IL NEONATO
Alcuni bambini nati pretermine, o nati con basso peso alla nascita potranno avere dei problemi neurologici e
quindi sarà richiesto un trattamento fisioterapico, come anche quelli con problemi relativi al parto, come
traumi da parto.
Il bambino non è un piccolo adulto, ma un individuo in evoluzione. Deve acquisire le varie tappe dello sviluppo
psicomotorio , di crescita e di maturazione.
L’età pediatrica comprende varie fasi evolutive ognuna con le sue necessità, ritmi e acquisizioni.
Periodi di vita:
1. Neonato fino a 30gg di vita
2. Prima infanzia da 1 mese a 2 anni, in particolare di lattante fino ai 5/6 mesi, cioè fino a quando il
bambino si nutre quasi esclusivamente del latte, si passa poi allo svezzamento che si chiamerà divezzo
3. Seconda infanzia da 2 anni a 6 anni
4. Terza infanzia da 6 anni a 9/12 anni (esordio segni puberali)
5. Adolescenza 9/12 anni (esordio segni puberali) -18 anni
Anche se attualmente si definiscono adolescenti tutti coloro che non sono dotati di autonomia in tutti i
termini, anche di guadagno.

Classificazione del neonato secondo l’età gestazionale (la gestazione dura all’incirca intorno alle 40
settimane)
 A termine da 37 a 41 settimane
 Pretermine <37 sett.
 Post-termine >41 sett.
Il 90% dei neonati a termine presentano un peso tra 2.5 e 4.6 Kg
Lunghezza tra 42/55 cm (non di più, perché l‘utero materno ha queste capacità)
Circonferenza cranica tra 32/34 cm

Assistenza in sala parto Nato il bambino, i primi provvedimenti sono:


 Assicurarsi della pervietà delle vie aeree, come prima cosa si ripulisce il bambino dalle secrezioni in
quanto è stato nel liquido amniotico, lo si asciuga togliendo questo panno umido, si ruota il capo del
neonato verso l’operatore e si posiziona in leggera iperestensione per favorire la pervietà, si aspirano le
secrezioni superficiali con un sondino
 Mantenimento temperatura corporea tramite un lettino radiante
 Disinfezione cute e funicolo
 Profilassi oculare (collirio antibiotico) anticamente si usava il nitrato di argento, oggi invece un collirio
generalmente alla tobramicina
 Profilassi malattia emorragica del neonato (1 mg vit. K) il neonato ha caratteristicamente un deficit
della vitamina k che può portare alla malattia emorragica; una volta si faceva per via intramuscolare,
mentre oggi si da per os e la somministrazione si mantiene per i primi 3 mesi di vita.
Pallone ambu o laringoscopio??

INDICE DI APGAR (Apgar era una neonatologa statunitense che attribuì questo punteggio al neonato per una
valutazione)
La valutazione va fatta a 1-5 minuti ed eventualmente 10 minuti. Il valore normale è tra 7 e 10, da 6 in poi si
parla di sofferenza neonatale. I parametri presi in considerazione sono: 1)il colorito della pelle, 2)il battito
cardiaco, 3)la respirazione, 4)il tono muscolare e 5)i riflessi.
Bambino con tutti i parametri normali ha: un colorito roseo, battito cardiaco al di spora dei 100bpm, pianto
vigoroso che esprime una buona respirazione (perché è il respiro che fa muovere le corde vocali), presenza di
movimenti reattivi e presenza del riflesso della tosse e del pianto. Si assegnano 2 punti per ogni parametro
normale, per un totale di 10.

Sommando tutti e 5 i punteggi, si ottiene l’indice di Apgar, (il


grado di vitalità del neonato) che indica la necessità o meno di interventi rianimatori (ha quindi valore
prognostico):
• 0: morte clinica (anche in questo caso si provvederà ad effettuare l’intervento per la pervietà delle vie aeree
aspirando le secrezioni col sondino, dopodiché si farà a ritmo la respirazione e il massaggio cardiaco e se non
c’è ripresa del battito si opterà per l’uso di farmaci, come l’adrenalina intracardiaca, prima però si intuba il
bambino; tutto ciò per cercare di rianimarlo)
• 1‐3: grave sofferenza neonatale (stessi provvedimenti precedenti prendendo in considerazione l’ABCD:
Airway, Brething, Circulation e Drugs)
• 4‐7: media sofferenza neonatale (4 a 6) (l’intervento terapeutico è minimo)
• 8‐10: neonato sano (7 a 10)

Caratteristiche del neonato normale:

Il neonato è, dal punto di vista fisico, un BRACHITIPO MEGALOSPLANCNICO (con addome grande), con
relativa prevalenza dei diametri trasversi su quelli longitudinali e maggior lunghezza del tronco rispetto agli
arti. Il capo, inoltre, rappresenta circa un quarto della lunghezza totale (cioè, rispetto alla statura, è
relativamente più grande che nell’adulto). Nell’epoca fetale la testa rappresenta i 2/4 del corpo, crescendo la
dimensione si riduce fino alla nascita dove rappresenta ¼ e così via; anche l’addome si riduce, mentre da
piccolo prevalgono i diametri trasversali, da grande prevalgono quelli longitudinali.

Il Peso è in media di 3.200‐3.330 g, con una differenza di 100‐150 g a favore dei maschi.
Valori:
2500‐4000 g normale
>4000 g macrosomia
< 2.500 g: basso peso
< 1.500 g: peso molto basso < 1.000 g: peso molto molto basso
< 500 g: estremamente basso
PERCENTILI
3.250 g: 50° percentile 4.000 g: 97° percentile 2.500 g: 3° percentile
I centili (o percentili) sono un modo per confrontare una misura con i valori normali della popolazione, ad
esempio, per capire se il bambino cresce bene.
Supponiamo di prendere 100 bambini (quelli presi in considerazione sono i bambini sani) e di allinearli in
ordine crescente di statura; poi, scegliamone uno a caso e contiamo che posto occupa nella fila. Quel numero
è il centile. In altre parole, il centile (o percentile) esprime la posizione percentuale di una misurazione (peso,
statura, circonferenza cranica o qualsiasi altra grandezza) rispetto alla popolazione di riferimento. Cosa
significa essere al 90° centile per la statura? Significa occupare il 90° posto in una scala ordinata di 100 stature
prese a caso; vale a dire che, se si prendono altri 100 coetanei, 90 saranno più bassi e 10 più alti. Allo stesso
modo, il 50° centile significa averne 50 più alti e 50 più bassi, cioè avere un valore medio di statura. Al
contrario, essere sul 5° centile significa essere fra i più piccoli (solo 5 su 100 saranno più bassi)
Abbiamo fatto l'esempio della statura, ma in effetti qualsiasi misurazione può essere confrontata con il
metodo dei centili, dal peso alla circonferenza cranica, dalla pressione arteriosa alla colesterolemia.
Il metodo è molto utile per individuare dei limiti di normalità: in generale, si considera il 3° percentile come
limite inferiore e il 97° percentile come limite superiore; oltre tali limiti, la deviazione dalla norma merita
attenzione.
Se un bambino è al di sotto del 50° non significa che si tratta di un bambino malato, ma un bambino di
costituzione piccola; tutti noi abbiamo un canale di crescita precostituito geneticamente.
Durante la crescita generalmente si deve valutare sulla tabella percentile se il peso e l’altezza si discostano dai
valori. Ci si comincia a preoccupare quando le deviazioni sono maggiori di 2 deviazioni standard.
Ci sono anche bambini che hanno percentili tutti loro, come il caso dei bambini Down o per i nati pre-termine
(anche se questi ultimi se hanno dei genitori con altezza e peso normale tendono a riportarsi in un canale
normale, se ben seguiti)

I RIFLESSI NEONATALI
Sono presenti in tutti i neonati sani a termine, sono evocabili automaticamente. Scompaiono in epoche
successive con la graduale maturazione del sistema nervoso e con l’acquisizione di più specifiche competenze
da parte del bambino.
RIFLESSO DEI PUNTI CARDINALI - RIFLESSI DI SUZIONE – DEGLUTIZIONE
Lo sfioramento dell’angolo della bocca provoca la rotazione della testa in direzione dello stimolo
(cercamento), in seguito labbra e lingua effettuano una reazione di avvicinamento allo stimolo, infine la lingua
si ritira, le labbra si chiudono e avviene la suzione. Queste reazioni nell’insieme permettono al bambino di
alimentarsi.
Scomparsa del riflesso a 3-4 mesi, riflesso di suzione a 10-11 mesi.
Il riflesso di deglutizione si scatena con il contatto dell’alimento con la parete della faringe (è incompatibile
con la suzione perché quando il bambino deglutisce non succhia), è un riflesso che non scompare perché è
definitivo.
RIFLESSO DI MORO
Sollevando il bambino dal piano prendendolo sotto la schiena e rilasciandolo successivamente ed in modo
brusco si scatena una risposta riflessa che si distingue in due movimenti:
1. All’inizio si manifesta come una brusca estensione e abduzione delle braccia
2. In un secondo momento il bambino allarga le dita a ventaglio e gli arti superiori descrivono un arco di
cerchio (definito abbraccio del neonato) per ritornare poi allo stato normale
Scomparsa del riflesso ai 4- 6 mesi di vita.
RIFLESSO DI PRENSIONE
Stimolando il palmo della mano del neonato, con un dito o un oggetto allungato, genera una reazione di presa
a pugno senza flessione del pollice, di una certa intensità, si può giungere a sollevare il bambino dal piano del
letto per qualche istante.
Scomparsa del riflesso totalmente verso i 9-10 mesi quando inizia la capacità di rilassamento volontario; già a
3-4 mesi la semplice stimolazione della pelle non lo scatena più ed è necessaria una forte pressione.
RIFLESSO TONICO ASIMMETRICO DEL COLLO
La reazione si scatena con la rotazione laterale della testa del neonato posto supino, determina una variazione
del tono degli arti superiori con l’estensione dell’arto facciale e flessione di quello nucale.
La sua influenza è molto forte nelle prime settimane, poi scompare.
RIFLESSO DELLA MARCIA
Tenendo il neonato sostenuto verticalmente, in modo da tenere le piante dei piedi appoggiate su un piano, il
bambino manifesta un riflesso d’estensione e raddrizzamento delle gambe e del tronco. Con un effetto
“onda” dal basso all’alto che interessa la caviglia, il ginocchio, l’anca, il tronco ed infine la testa.
Spostando il corpo verso l’avanti, il neonato flette ed estende gli arti inferiori: marcia automatica.
Scomparsa del riflesso ai 2-3 mesi di vita.
RIFLESSO DI GALANT detto anche della colonna vertebrale
Allo strisciamento sulla schiena in sede paravertebrale con andamento longitudinale, la colonna vertebrale si
inarca, la concavità avviene verso il lato dello stimolo.
BABINSKI
Al leggero strisciamento della pianta del piede con oggetto smusso dal tallone verso l’alluce, si ottiene
retrazione della gamba e la flessione delle dita e del piede stesso. E’ un riflesso automatico che persiste anche
dopo i 6 mesi di vita, in alcuni casi fino a 2 aa. Per immaturità delle vie extrapiramidali, questo riflesso, al
contrario degli adulti, è positivo quindi si manifesta con estensione e apertura a ventaglio delle dita.

LESIONI DA PARTO
Il parto può rappresentare un evento traumatico per il neonato, costretto ad attraversare un canale
sostanzialmente stretto e a subire manipolazioni o interventi a volte eccessivi. Nella maggior parte dei casi i
neonati superano questo evento senza alcuna conseguenza.
In alcuni casi possono manifestarsi lesioni:
 Tumore da parto (edema del cuoio capelluto, sede occipito-parietale, risoluzione spontanea in pochi
giorni) si presenta nella maggior parte dei neonati, tutti i neonati nati da parto eutocico (vaginale)
perché la differenza di pressione tra l’interno ed esterno determina una raccolta di sangue ed edema
tra cuoio capelluto e periostio. Generalmente regredisce nell’arco di pochi giorni, in alcuni neonati è più
pronunciato che in altri, come nei casi in cui le mamme tardano a partorire e la testa del bambino resta
per più tempo impegnata, quindi sarà più voluminosa; nei parti più precipitosi il tumore da parto quasi
non si vede. Di solito si manifesta nella parte verticale verso sinistra.
 Cefaloematoma si determina quando c’è l’applicazione di una ventosa per facilitare l’estrazione del
feto è una raccolta ematica al di sotto del periostio per parziale scollamento della cute dai piani
sottostanti, legata proprio all’azione di trazione della ventosa, risoluzione più lenta da 15 a 40 gg
 Anomalie ortopediche causate dalla posizione fetale o dalla difficoltà nell’estrazione del feto:
Frattura di clavicola o degli arti e paralisi dei nervi periferici

FRATTURA DI CLAVICOLA
 Solitamente è secondaria a difficoltà nel disimpegno della spalla. Espulsa la testa, il neonato si ancora
con la spalla sotto la sinfisi pubica, a volte vengono fatte delle manovre di trazione e o perché c’è una
difficoltà nell’uscita, o perché ha le spalle un po’ più larghe, si può produrre una frattura di clavicola
 E’ per lo più a legno verde
 Può essere asintomatica e rendersi evidente per la comparsa del callo osseo, se è completa i segni
sono evidenti alla nascita:
- L’arto è ipomobile e giace lungo il tronco (posizione antalgica) braccio steso e il riflesso di Moro o
non è presente dal lato della frattura o è meno presente, sarà più pronunciato dal lato sano e meno
vivace dal lato leso.
In passato si effettuava l’immobilizzazione del braccio con una spilla, oggi si effettua solo per le
fratture più importanti e non in quelle a legno verde che si ricostituiscono da sole (perché il
bambino ha il braccio in posizione antalgica e non lo muove)
 Solitamente risoluzione in 7-10 gg con piena ripresa della mobilità
LESIONI DEI NERVI PERIFERICI
 Lesione del nervo facciale può essere conseguenza di compressione del nervo (faccia del bambino)
contro l’osso sacro della madre o dell’utilizzo di forcipe (oggi molto meno usato rispetto al passato);
quando con l’eco si vede che il bambino è più grande e potrebbe avere difficoltà a nascere, si fa una
radiografia all’ultimo mese per valutare se le ossa del bacino della mamma consentono ----- del feto
 Riduzione dei movimenti del volto e capacità di corrugare la fronte, difficoltà a chiudere la palpebra ,
appiattimento pliche naso-labbra e angolo bocca asimmetria bocca durante il pianto, suzione valida. La
metà faccia interessata è amimica e il bambino storce la bocca dal lato sano, la palpebra può essere
calante
 Recupero totale in poche settimane
LESIONE DEL PLESSO BRACHIALE
 Nella maggior parte dei casi dovuta a stiramento dei nervi del plesso brachiale per il disimpegno della
spalla durante il parto.
 A seconda della sede della lesione saranno interessati i movimenti dell’intero arto o solo il polso o la
mano
 Solitamente guarigione completa
- Sindrome di Erb-Duchenne (forma superiore): interessamento delle radici nervose c5-c6, è la
forma più frequente. Il bambino ha la mano e il braccio disposti nell’atto del cameriere che chiede
la mancia, cioè con il braccio lungo il corpo in posizione prona.
- Sindrome di Klumpke (forma inferiore): interessamento c8-t1; molto rara. L’arto è immobile e
addotto
- Forma completa: interessamento di tutte le radici nervose del plesso (sia radici superiori che
inferiori)
Lo stiramento può lacerare alcune fibre del plesso brachiale, l’assone ha grande capacità
rigenerativa a meno che non ci sia un taglio netto, cosa che non avviene durante il parto.

Un approfondito esame obiettivo deve essere effettuato entro le prime 24 h. I parametri essenziali
comprendono la lunghezza, il peso e la circonferenza cranica ( Crescita fisica di neonati e bambini). La
lunghezza si misura dal vertice della calotta cranica al calcagno; i valori di riferimento si basano sull'età
gestazionale e devono essere indicati su una curva di crescita standard. I parametri della crescita cranica sono
importantissimi dal momento che possono indicare se c’è un idrocefalo o un blocco della chiusura delle
fontanelle. Tutto ciò sempre in riferimento a tabelle percentili.

Quando l'età gestazionale è incerta, o quando il neonato sembra grande o piccolo rispetto all'età, l'età
gestazionale può essere determinata con precisione utilizzando parametri fisici e neuromuscolari (è stato
elaborato il Nuovo punteggio di Ballard per la valutazione dell'età gestazionale). Queste metodiche sono
generalmente accurate per ± 2 settimane.
I parametri valutati per la maturità neuromuscolare sono:
- Postura
- Finestra squadra (polso), cioè i movimenti del polso
- Flessione delle braccia
- Angolo popliteo
- Segno della sciarpa
- Manovra del calcagno verso l’orecchio (se il calcagno arriva all’orecchio l’età gestazionale è più
bassa)
Parametri per la maturità fisica:
- Lanugine (vernice caseosa, cioè quello strato di grasso che ricopre il neonato per evitare la
macerazione nel liquido amniotico)
- Superficie plantare
- ---- mammario
- Genitali (nei bambini pre-termine si ha uno scroto molto poco sviluppato, mentre nelle bambine le
grandi labbra sono quasi assenti e le piccole labbra sono prominenti)
Il neonato alla nascita va valutato accuratamente, controllando la presenza di tutti gli organi, dell’ano, di
eventuali soffi, se vi sono i riflessi..

I FENOMENI NEONATALI
1. MECONIO
2. ITTERO
3. CALO FISIOLOGICO
4. CRISI GENITALE
5. ERITEMA TOSSICO

1. EMISSIONE DI MECONIO
E’ il materiale contenuto nell’intestino del feto, di colorito bruno verdastro, di consistenza vischiosa,
solitamente viene emesso nelle prime 24/48 ore dopo la nascita. Comprende cellule desquamate, prodotti di
degradazione del feto. La mancata emissione può essere indicativa di FIBROSI CISTICA. La fibrosi cistica è una
malattia genetica a trasmissione autosomica recessiva che determina un’alterazione delle ghiandole esocrine
(che secernono sudore, enzimi digestivi del pancreas, saliva…i secreti sono molto densi per cui il bambino non
riesce ad espellerli)

2. ITTERO NEONATALE
Colorazione gialla della cute e delle mucose del neonato, particolarmente visibile a livello del palato e della
sclera, determinata dall’accumulo della bilirubina.
La bilirubina ha origine principalmente dalla distruzione dei globuli rossi invecchiati (la loro vita è di 120 gg) ed
è, nell’adulto, quasi interamente smaltita da fegato.
Il fegato nei primi giorni di vita si trova in una condizione di relativa immaturità e non è in grado di smaltire la
bilirubina prodotta. L’ittero è presente nel 60% dei neonati a termine e nell’80% dei pretermine. (ITTERO
FISIOLOGICO: il neonato nell’utero riceve alimento e sangue attraverso il cordone ombelicale, quando nasce i
globuli rossi più vecchi vengono degradati e si libera un pigmento giallastro che è la bilirubina, che solitamente
è espulsa attraverso il fegato ed eliminata attraverso urina e feci)
I valori patologici della bilirubinemia aumentano con l’età e il peso e possono essere influenzati da anemia
emolitica, farmaci, deficit genetici che comportano assenza o riduzione dell’enzima che lega la bilirubina e ne
facilita l’eliminazione.
Entro certi valori l’ittero neonatale è fisiologico
( vedi tabella) e deve sempre essere correlato
al peso alla nascita e all’età gestazionale, deve
inoltre essere a bilirubina indiretta (non
coniugata, altrimenti può essere indicativa di
anomalie delle vie biliari) nell’ambito di certi
parametri si parla di ittero fisiologico, che non
richiede interventi ma necessita solo di
osservazione, superati determinati parametri
invece può essere necessario ricorrere
all’intervento terapeutico, che va dalla banale
fototerapia a quello più importante che è la
somministrazione di fenobarbitale per
facilitare la solubilizzazione della bilirubina,
oppure, se si superano certi livelli si fa l’exsanguinotrasfusione, cioè si sostituisce parzialmente il sangue del
bambino con del plasma per diluire. Anche in questo caso esistono varie tabelle, differenziate per neonati
normopeso e sottopeso.
FATTORI PREDISPONENTI:
 Incompatibilità AB0 (Rh) si valuta con il test di Cums
 Diabete materno
 Razza (asiatica hanno ittero più alto)
 Prematurità
 Farmaci (vit.K, novobiocina, ossitocina)
 Sindrome di Down
 Tumore da parto , cefaloematoma, ecchimosi
 Policitemia, anemie emolitiche
 Calo ponderale
 Familiarità per ittero (morbo di Gilbert)
Cosa succede se la bilirubina supera un certo livello?
La bilirubina passa nel cervello (supera la barriera delle meningi, la barriera ematoencefalica) e può
danneggiare alcune zone deputate al controllo del movimento (ITTERO NUCLEARE o KERNICTERUS così detto
perché si deposita nei nuclei della base dell’encefalo). Se sopravvivono i bambini mostrano spasticità, disturbi
del movimento, sordità e ritardo mentale. Per evitare tali danni, quando i valori superano il livello di guardia si
pratica la fototerapia.
FOTOTERAPIA (facilita l’eliminazione attraverso la pelle, i raggi ultravioletti hanno la capacità di eliminare la
bilirubina)
La fototerapia consiste nell’esporre la cute del neonato alla luce di lampade speciali con lunghezza d’onda
420-460 nm.
Viene attuata esponendo il neonato nudo, preoccupandosi di proteggere gli occhi con una benda opaca per
prevenire danni retinici.
Provoca la fotodegradazione della bilirubina, la cui fotoossidazione ne determina l’eliminazione dei derivati
idrosolubili attraverso le urine e le feci. (fotoisomero configurazionale)
È in uso anche la lampada fredda, che è una sorta di lenzuolino con all’interno queste luci, viene avvolto
attorno al neonato.
ALTRI RIMEDI:
 Somministrazione di fenobarbitale (stimola il fegato a smaltire la bilirubina)
 Exsanguinotrasfusione

3. CALO FISIOLOGICO
Il calo di peso (calo fisiologico) rappresenta un fenomeno naturale che compare in tutti i neonati nei primi
giorni di vita. E’ da attribuirsi ad un eccesso di liquidi che il neonato perde con: sudorazione, emissione di
urine e meconio.
Importante è la perdita insensibile (perspiratio insesibilis) di acqua attraverso la superficie cutanea e l’albero
respiratorio per evaporazione.
La perdita di peso si aggira tra il 5 e il 10% del peso alla nascita e si realizza in 7/10 giorni. È sempre promosso
l’allattamento al seno, perché è l’alimento più completo ed è insostituibile in quanto contiene anticorpi,
sostanze calmanti per il bambino e soprattutto ha una determinata caratteristica:
- Nella prima parte della poppata contiene elementi più liquidi, più importanti
- Nell’ultima parte gli alimenti grassi conferiscono il senso di sazietà al bambino; questo è il motivo
per cui un allattato al seno non è quasi mai un bambino grasso, a meno che non sia iperalimentato
dalla mamma
L’allattato artificialmente, che ha una composizione del latte costante dall’inizio alla fine non da il senso di
sazietà.
Un neonato di 3 Kg raggiunge in pochi giorni 2,700/2,800 Kg senza che questo comporti alcuna alterazione
organica.
Se la perdita di peso è eccessiva si può manifestare disidratazione e temperatura febbrile (febbre transitoria
del neonato), ciò può avvenire in casi di permanenza prolungata in incubatrici o in ambienti troppo secchi e in
neonati di basso peso.

4. CRISI GENITALE
E’ l’insieme delle manifestazioni neonatali dovute alla persistenza di un elevato tasso di estrogeni di
derivazione materna (dovuti al passaggio attraverso il cordone durante la vita fetale) ed in parte prodotti dal
neonato nel corso dell’adattamento dopo la nascita, può persistere qualche settimana.
Alla nascita la manifestazione più caratteristica è l’ingorgo mammario, una tumefazione a volte cospicua delle
ghiandole mammarie, sia nel maschio che nella femmina si avverte un bottone al di sotto del capezzolo.
Regredisce spontaneamente in poche settimane. Talora è possibile la fuoriuscita di alcune gocce di latte
(detto latte di strega) è un liquido simile al colostro. Astenersi dall’applicare impacchi o effettuare spremiture
(rischio di mastite).
Nella maggior parte dei casi, la crisi genitale del neonato compare nel terzo-quarto giorno di vita del bebè e si
risolve entro le prime settimane. Altra manifestazione è un gonfiore dei genitali: nelle bambine le piccole e
grandi labbra sono ipertrofiche, mentre nei maschietti si nota un idrocele temporaneo: in pratica, si verifica
una raccolta di liquido nello scroto, che si presenta gonfio (per via della quantità di estrogeni). Inoltre, la
prostata può essere ingrossata. Nelle femmine, la crisi genitale del neonato può dare origine anche a una
piccola secrezione vaginale biancastra. Più raramente si hanno piccole perdite di sangue dalla vagina. In
questo caso si parla di pseudomestruazioni.

5. ERITEMA TOSSICO DEL NEONATO


Manifestazioni cutanee che compaiono nei primi 2/3 gg di vita costituite da papule rosse, con al centro un
puntino bianco e situate in prevalenza al tronco, scompaiono in pochi giorni e non hanno significato
patologico. È benigno e regredisce spontaneamente, ma la causa non è ancora stata identificata.
MACCHIA MONGOLICA
Pigmentazione color ardesia che forma una chiazza bluastra localizzata prevalentemente sulle natiche,
regione pre-sacrale.
Erroneamente scambiata per ecchimosi, scompare lentamente nel primo anno di vita,

LE PRINCIPALI TAPPE DELLO SVILUPPO PSICOMOTORIO DEL BAMBINO.


Lo sviluppo psicomotorio è un processo maturativo che nei primi anni di vita consente al bambino di acquisire
competenze e abilità posturali, motorie, cognitive, relazionali. Si tratta di un progredire continuo,
essenzialmente dipendente dalla maturazione del Sistema Nervoso Centrale (SNC), con tempi e modalità
variabili per ogni bambino, ma in cui è possibile individuare delle “tappe” che vengono raggiunte secondo una
sequenza universalmente analoga. La conoscenza di questa sequenza è indispensabile per poter cogliere
precocemente i segni indicativi di una distorsione dello sviluppo. La maturazione strutturale del SNC è
certamente dipendente dal patrimonio genetico della specie, ma è fortemente influenzata dall’ambiente,
inteso nel senso più ampio possibile.
Alla nascita il bambino presenta reazioni motorie automatiche assolutamente caratteristiche (riflessi arcaici),
essenziali per valutare lo stato funzionale del Sistema Nervoso.
Principali tappe dello sviluppo POSTURO-MOTORIO
- 3 mesi controllo del capo
- 8 mesi stazione seduta autonoma
- 12 mesi deambulazione autonoma
Principali tappe dello sviluppo COGNITIVO
- 4 mesi agisce intenzionalmente sull’oggetto al fine di riprodurre risultati interessanti
- 8 mesi cerca un oggetto nascosto (“permanenza dell’oggetto”)
- 12 mesi sperimenta e trova nuove strategie
- 18 mesi linguaggio verbale, imitazione, gioco simbolico (solitamente già a 9 mesi comincia a dire
mamma, papà)
Principali tappe dello sviluppo del LINGUAGGIO
Alla nascita l’unico modo per esprimersi che ha il bambino è il pianto.
- Fino a 10 mesi stadio pre-verbale: sorride, vocalizza, riconosce la voce, emette suoni sillabici
(lallazione)
- 1 anno prime parole, suoni onomatopeici
- 15-20 mesi nomina ed indica, ripete parole udite, parola-frase (es. mamma sete, mamma fame)
- 2 anni frasi semplici, vocabolario di oltre 20 parole
- 3 anni strutturazione di una frase completa
- dopo i 3 anni stadio grammaticale, vocabolario sufficientemente ricco
Principali tappe dello sviluppo della SOCIALITÀ
- 6 mesi riconosce i volti familiari (il neonato è come un astigmatico, vede i contorni un po’ sfumati,
ma già dalla nascita riconosce il volto materno per il cosiddetto imprinting)
- 8 mesi su sollecitazione dei genitori fa il gesto di “ciao”
- 10 comportamenti che richiamano l’attenzione su di sé
- 14-16 mesi usa il cucchiaio ed il bicchiere da solo
- dopo i 2 anni controllo degli sfinteri

MARSUPIO TERAPIA: nei bambini pre termine mamma, ma anche il papà, a torso nudo, bambino a torso nudo
e si posizionava sul grembo per un contatto pelle a pelle, il tutto per stabilire un legame.

LA FEBBRE
La febbre è un innalzamento della temperatura corporea al di sopra dei suoi valori normali in stato di riposo.
Nel bambino 37,5°C se misurata ascellare, 38°C se rettale. Il metodo di misurazione è importante, in quanto la
temperatura rettale è mezzo grado più alta dell’ascellare.
LA FEBBRE NON E’ UNA MALATTIA, MA UN SINTOMO, SPESSO SECONDARIA A UN EVENTO INFETTIVO.

MECCANISMO DI AZIONE DELLA FEBBRE


Quando i microorganismi penetrano nell’organismo si mettono in moto alcuni meccanismi di difesa, tra cui la
FEBBRE. La febbre è un sintomo di reazione, quindi sintomo positivo ad un ingresso estraneo, le sostanze
liberate dai linfociti e dai macrofagi sono sostanze infiammatorie che vanno ad agire a livello della regione
dell’ipotalamo, dove è situato il centro di termoregolazione, producendo un aumento di temperatura.

* citochine pirogene, vale a dire in grado di “piros”


scatenare la febbre

* reazioni immunologiche, cioè reazioni a vaccinazioni


È espressione della lotta che avviene tra i germi e il sistema immunitario dell’ospite, infatti, pazienti
relativamente deboli(neonati, vecchi, immunodepressi) possono presentare anche infezioni senza febbre.
Febbre = risposta termica positiva
 Attività metabolica
 Contrazione muscolare (brivido, mialgie, tachicardia)
 Vasocostrizione (in un primo momento)
 Sudorazione
Un bambino che ha febbre introduce meno nutrienti a causa dell’inappetenza che accompagna la malattia e
brucia più calorie della norma. (aumento dell’attività metabolica)
Il suo metabolismo consuma più zuccheri (riduzione glicemia. Minore diponibilità degli zuccheri agli scopi
energetici, per questo vengono scissi i grassi), aumenta l’utilizzazione dei grassi con conseguente aumento
dell’acetone. Questo nuovo assetto metabolico si associa a sintomi comuni in corso di febbre:
- NAUSEA
- MAL DI PANCIA
- VOMITO
- SONNOLENZA
- MAL DI TESTA
L’aumento di acetone porta all’innesco di un circolo vizioso che può essere spezzato attraverso l’introduzione
di miscele di zuccheri e Sali minerali che sostengono ed idratano. Queste soluzioni vengono somministrate a
piccole dosi (piccoli sorsi da un cucchiaio o con una siringa per bocca nei bambini) 5 o al max 10 cc per volta, in
acqua molto fredda anche con cubetti di ghiaccio, perché il fredo inibisce il riflesso del vomito, mentre le
sostanze calde (es. camomilla calda, acqua calda con limone..) lo favoriscono.
Idramedic stick è uno stick che si mette nel freezer e come un polaretto lo si da al bambino.

DIFFERENZA TRA FEBBRE ED IPERTERMIA


FEBBRE IPERTERMIA
Risposta dell’organismo ad una infezione (a Forte aumento temperatura corporea , (nota anche
prescindere dalla temperatura esterna) su comando come colpo di calore) fortemente condizionata dalla
della regione preottica dell’ipotalamo. temperatura esterna e dal grado di umidità, senza
alcuna influenza ipotalamica.

COME SI MISURA LA FEBBRE


 Misurazione rettale: gold standard, ma poco usata perché invasiva e comporta disagio. Questo metodo
può essere non molto igienico se la mamma non disinfetta bene il termometro. La misurazione rettale
la si può usare nel neonato perché ha il cavo ascellare più pronunciato, quindi il contatto pelle-pelle è
difficile da realizzare, o in alternativa si misura nella piega dell’inguine(dove c’è più grasso)
 Misurazione orale: necessita della collaborazione del bambino ed è influenzata dalla T dei cibi e da
eventuali mucositi, gengiviti, dalla nascita dei denti;
 Misurazione timpanica: preferibilmente ad appannaggio del personale sanitario e per bambini di età
>4 settimane; un’otite può falsare questo tipo di misurazione.
 Misurazione ascellare: consigliabile per tutti e con termometro elettronico.

COSA FARE IN CASO DI FEBBRE


• Garantire adeguato stato di idratazione facendolo bere a sufficienza;
• Non forzarlo a mangiare se non ne ha voglia;
• Non costringerlo a letto se si sente in forze;
• Vestire il bambino con abiti leggeri (in questo modo lo si aiuterà disperdere il calore in eccesso e a diminuire
il disagio), vestirlo pesante non fa altro che aggiungere alla febbre anche il colpo di calore;
• Non è consigliabile effettuare spugnature sul corpo con acqua, per ridurre la temperatura, in quanto
possono creare disagio e, talvolta, vasocostrizione e brivido. Il tradizionale utilizzo della borsa di ghiaccio sulla
testa non comporta alcun beneficio. È consigliabile, per febbre molto alta, un bagnetto di 20 minuti a 37°C,
cioè la temperatura corporea normale;
• Non è consigliabile eseguire spugnature con alcol perché porta a vasocostrizione piuttosto che a
vasodilatazione, necessaria per la dissipazione del calore; l'alcol può essere inoltre assorbito attraverso la
pelle con rischio di tossicità.
Inoltre il cortisone (potentissimo anti-infiammatorio), spesso utilizzato come antifebbrile, non va usato perché
se il bambino ha un’infezione di tipo virale alla base esso abbatte i poteri di difesa. Ha un’azione molto più
lenta rispetto alla tachipirina, lo s somministra solo in alcuni casi.

VALUTAZIONE CLINICA DEL BAMBINO FEBBRILE <5aa


3 stadi:
1) Identificare le condizioni a rischio di vita (ABCD)
2) Prima valutazione con indicazioni di carattere generale, considerando la presenza di segni e sintomi
che possono predire il rischio di severità della malatina. (sistema a semaforo)
3) Ricercare i segni e i sintomi di malattie “specifiche” severe e che comunque richiedono un
trattamento tempestivo
ABCD
E’ una tecnica mnemonica che consente di ricordare la successione delle fasi essenziali nella valutazione del
paziente a rischio.
 AIRWAY pervietà delle vie aeree
 BREATHING respiro
 CIRCULATION circolo (polso radiale, carotideo)
 DISABILITY stato neurologico (GLASGOW COMA SCALE)
GLASGOW COMA SCALE
Valutazione neurologica del paziente utilizza l’acronimo AVPU
 Alert paziente cosciente e lucido
 Verbal risposta agli stimoli verbali (semicosciente)
 Pain risposta agli stimoli dolorosi
 Unresponsive nessuna risposta agli stimoli (paziente incosciente)
Punteggio da 3 a 15 (gravità decrescente)
LA VALUTAZIONE DEL BAMBINO FEBBRILE SECONDO IL SISTEMA A SEMAFORO
Lo schema è basato su anamnesi ed esame obiettivo secondo un sistema a semaforo intuitivo per valutare il
rischio di malattia grave.
BASSO = VERDE
INTERMEDIO = GIALLO
ALTO= ROSSO
Tabella a semaforo per valutare il rischio di malattie severe nei bambini febbrili fino a 5 anni. I parametri presi
in considerazione sono: Colorito, Attività, Respirazione, Circolazione e idratazione, Altro.

La tachicardia è uno dei meccanismi messi in atto dal corpo per ripristinare il volume di sangue corrente con un
maggior numero di battiti.
Febbre che persiste da almeno 5 giorni potrebbe essere una malattia di Kawasaki.

CAUSE DI FEBBRE NEL BAMBINO


 La maggior parte delle cause di febbre nel bambino sono dovute a virosi delle alte vie respiratorie, nel
lattante alle infezioni delle vie urinarie. In assenza di altri segni anche solo un arresto della crescita
deve indurre a pensare ad infezione delle vie urinarie.
 Non bisogna però trascurare anche malattie più gravi o complicanze che possono insorgere anche in
corso di malattie virali banali. Anche una malattia virale iniziale può complicarsi in batterica.
 La vera sfida consiste nell’individuare le cause di febbre che non hanno una chiara localizzazione ad es.
- BATTERIEMIA OCCULTA (SEPSI, rischio di sviluppare meningite)
- Infezione delle Vie Urinarie alte
- Encefalite
Caratteristiche cliniche di malattie che si presentano con febbre (ha detto che non chiede la tabella)
Diagnosi da considerare Sintomi e segni che compaiono con la febbre
Rash che non impallidisce, specialmente con una o più delle seguenti condizioni:
Malattia meningococcica - bambino visibilmente malato – lesioni più grandi di 2 millimetri di diametro
(porpora) - tempo di refill > 2-3 secondi - rigidità nucale
Rigidità nucale, fontanella tesa, livello di coscienza alterato. Stato di male
Meningite epilettico (i segni classici possono essere assenti nei neonati con meningite
batterica)
Encefalite da Herpes Segni neurologici focali. Crisi focali. Livello di coscienza alterato.
simplex
Cianosi. Tachipnea: età 0-5 mesi FR >60 atti/min; età 6-12 mesi FR >50 atti/min;
Polmonite età >12 mesi FR >40 atti/min.
Alitamento delle pinne nasali. Rientramenti intercostali. Crepitii all’auscultazione.
Saturazione O2 ≤95%
Infezione delle vie Vomito. Scarsa alimentazione. Letargia. Irritabilità. Disuria o poliuria. Urina
urinarie (>3 mesi) maleodorante o ematuria.
Artrite settica o Tumefazione di un arto o di un’articolazione. Impotenza funzionale di un arto.
osteomielite Impossibilità a caricare il peso.
Malattia di Kawasaki (è Febbre per più di 5 giorni e almeno quattro dei seguenti:
una vasculite infantile) - iniezione congiuntivale bilaterale - alterazione delle membrane mucose -
alterazioni delle estremità - rash polimorfo - linfoadenopatia cervicale

TRATTAMENTO SINTOMATICO DELLA FEBBRE


 PARACETAMOLO se TC >38°C (azione antipiretica ed antidolorifica) (temperatura 37.5, mani e piedi
freddi, brividi, allora si può anche somministrare perché il medicinale impiega circa 40 minuti per fare
effetto e nel frattempo la febbre potrebbe salire ancora)
 IBUPROFENE (azione antipiretica, antidolorifica ed antinfiammatoria)

LE PRINCIPALI MALATTIE RESPIRATORIE DEL BAMBINO


1. FARINGOTONSILLITE:
Infiammazione acuta del faringe e delle tonsille
 EZIOLOGIA: 65% virale, 35% batterica (STREPTOCOCCUS PYOGENES), 5% micotica
Lo streptococcus pyogenes è un germe che se non curato può dare, oltre che la faringite, una malattia
reumatica grave (si dice che morde le articolazioni e lambisce il cuore; nel senso che può dare problemi
sia a livello articolare che cardiaco, problemi cardiologici anche importanti dove si deposita a livello
delle corde tendinee delle valvole che genera insufficienza cardiaco, può dare miocardite…)
 SINTOMATOLOGIA: Febbre, faringodinia (dolore alla gola), eritema e turgore delle tonsille con
essudato e/o petecchie e/o ulcerazioni, ingrossamento dei linfonodi laterocervicali.
 COMPLICAZIONI (nelle forme batteriche)
1) SUPPURATIVE (otite media, sinusite, ascesso retrofaringeo)
2) NON SUPPURATIVE A DISTANZA (malattia reumatica, glomerulonefrite acuta, artrite reattiva)
 DIAGNOSI: clinica (basata sulla sintomatologia del bambino e ai segni), tampone faringeo (se c’è il
dubbio che possa essere di origine batterica, se c’è alitosi si può cominciare la terapia antibiotica anche
prima del risultato del tampone, in quanto prima si blocca lo streptococco e meglio è) oggi esistono
anche tamponi faringei rapidi che nel giro di 20 mostrano il risultato
 TERAPIA:
FORME VIRALI SINTOMATICA (antipiretici, antinfiammatori)
FORME BATTERICHE nelle forme da Streptococcus Pyogenes (80%) utili per ridurre la durata, ma
soprattutto per prevenire le complicanze sono gli ANTIBIOTICI
-Ugola gonfia
-Placche di pus
-Tonsille gonfie -Tonsille gonfie
-Faringe -Faringe infiammata
infiammata
-Patina bianca
sulla lingua
-Aliosi

Nella forma batterica c’è dell’essudato sulle tonsille, sull’ugola e sulla lingua. L’essudato è maleodorante.
Grosso rossore anche a livello del palato.
Nella virale essudato in forma fibrinosa a livello della lingua (leggermente)e delle tonsille.

2. LARINGITE:
Si tratta di un'infezione della laringe - una struttura anatomica
che rappresenta l'ultimo tratto delle vie aeree superiori - e
delle corde vocali. Due forme :
a) Laringite epiglottica (EPIGLOTTITE)
b) Laringite ipoglottica (CROUP)

a) LARINGITE EPIGLOTTICA (epiglottite)


Rara e potenzialmente mortale (perché impedisce la chiusura delle vie aeree) dovuta ad infiammazione
acuta delle strutture sovraglottiche. L’epiglottide si gonfia come una ciliegia, può chiudere l’accesso
dell’aria alle vie aeree ed assume un colore rosso.
 EZIOLOGIA: batterica (HAEMOPHILUS INFLUENZAE TIPO B, STREPTOCOCCUS PMEUMONIAE,
STREPTOCOCCUS B EMOLITICO, STAPHYLOCOCCUS AUREUS)
 ETA’ di maggiore incidenza 2-6 ANNI
 SINTOMATOLOGIA: Esordio improvviso, febbre alta, pallore, brivido, prostrazione, disfonia e difficoltà
respiratoria ingravescente, RISCHIO DI ARRESTO RESPIRATORIO
 DIAGNOSI: ISPEZIONE OROFARINGE  EPIGLOTTIDE TUMEFATTA COLOR ROSSO CILIEGIA
(Evitare uso di abbassalingua: comporta rischio di arresto respiratorio)
Rx laterale del collo mostrerà tessuti edematosi e gonfi
 E’ UNA EMERGENZA MEDICA CHE NECESSITA IMMEDIATA OSPEDALIZZAZIONE
- INTUBAZIONE (spesso) nei casi più importanti è necessaria intubazione
- TERAPIA ANTIBIOTICA CEFALOSPORINE (x10 gg)
- PROFILASSI ANTIBIOTICA per tutti i contatti familiari (Rifampicina) anche il fisioterapista che ha
avuto contatto col bambino deve effettuare profilassi.

b) LARINGITE IPOGLOTTICA (croup)


A causa dell'infezione, i tessuti della laringe e delle corde vocali si gonfiano e si stirano (edema), con il
risultato che durante la respirazione l'aria fa più fatica a passare. È definito
croup a causa dello stridore che fa il bambino quando respira. Non bisogna
confondere la laringite con l’asma, la laringite è INSPIRATORIA, mentre l’asma
è espiratorio.
 EZIOLOGIA virale(virus parainfluenzali, influenzali, adenovirus, virus respiratorio sinciziale -nei bambini
più piccoli ed è uno dei maggiori responsabili della bronchiolite nel lattante diffusa in passato- ,
enterovirus)
 ETA’ 6 MESI-3 ANNI per lo più nei mesi autunno-inverno
 ESORDIO GRADUALE: i sintomi inspiratori prodromici peggiorano gradualmente.
 SINTOMI PRODROMICI: raffreddore, faringite, tosse
 SINTOMI: VOCE RAUCA (fino all’afonia), TOSSE ABBAIANTE (simile al verso di una foca),STRIDORE
INSPIRATORIO. Spesso FEBBRE, per lo più di modesta entità.
 DECORSO: BENIGNO per lo più guarigione in 3/7 gg, assai raramente può evolvere verso l’insufficienza
respiratoria severa.
 DIAGNOSI: clinica
 TERAPIA varia in base all’entità dei sintomi. Distinguiamo 3 forme: lieve, moderato, grave
- CROUP LIEVE: aerosol con cortisonici inalatori (budesonide) Una volta, quando non si aveva a
disposizione l’apparecchio per l’aerosol, si diceva alle mamme di chiudersi in bagno ed aprire tutti i
rubinetti con acqua calda.
- CROUP MODERATO: IN PRONTO SOCCORSO: aerosol con cortisonici inalatori + adrenalina 1% da
ripetere eventualmente dopo 30 minuti, se non migliora RICOVERO. In alternativa ad adrenalina si
può usare anche la soluzione fisiologica ipertonica (soluzione al 3% di sale, è più concentrata
rispetto alla soluzione fisiologica normale che è allo 0.9%, ed ha effetto anti-infiammatorio, per
osmosi ha un’azione antidemigena richiamando i liquidi e decongestionando)
- CROUP GRAVE: RICOVERO: in aggiunta all’aerosol Cortisonici per via sistemica + ossigeno, nei casi
estremi (RARI) intubazione.

3. BRONCHITE
Infiammazione, acuta o cronica, della mucosa dell’albero bronchiale; nella forma acuta
il processo flogistico è il risultato di un’estensione ai bronchi di infezioni delle prime
vie respiratorie (tracheo-bronchite, laringo-tracheo-bronchite); per tale motivo è
più frequente nei mesi invernali, quando sono più numerose tutte le infezioni delle prime vie aeree.
 EZIOLOGIA: virale (+++) ( virus influenzali e parainfluenzali,adenovirus, rhinovirus, virus respiratorio
sinciziale), meno frequentemente batterica (Haemophilus influenzae, streptococchi, moraxella
catharralis) Batteri atipici ( Mycoplasma Pneumoniae, Chlamydia pneumoniae)
 SINTOMATOLOGIA:
In genere preceduta da sintomi delle vie aeree superiori
– raffreddore
– faringite
– dolore in sede sternale se vi è un interessamento tracheale
– talora febbricola con dolori muscolari e malessere generale;
La tosse compare in un secondo momento, prima secca, poi produttiva con espettorato mucoso e
successivamente mucopurulento (tipico è il viraggio del colore da chiaro a giallo-verde). Nei bambini è
molto difficile che si realizzi perché il bambino non ha la capacità di espettorare.
L’apparato respiratorio è provvisto di cellule ciliate, sono quelle cellule che fanno progredire i muchi
dalle basse alle alte vie respiratorie, la tosse quindi è un riflesso fisiologico; La tosse quindi va calmata
se è di origine infiammatoria delle grosse vie aeree dovuta alla faringite, perché in questo caso la tosse
aggrava la faringite e l’infiammazione, ma se è delle vie respiratorie non va assolutamente sedata
perché è benefica e fa progredire i muchi verso le alte vie aeree, nel bambino che non ha capacità di
espettorare il muco viene ingoiato e poi vomitato insieme al latte, oppure lo espelle attraverso le feci
(filanti). Quindi la tosse va prima studiata.
Febbre e sintomi generali modesti, solitamente la bronchite non si accompagna a grossa febbre (si
mantiene intorno alla temperatura dei 38°C)
All’ascoltazione: rumori secchi o umidi a seconda della forma
 DIAGNOSI: Clinica, se il decorso è prolungato pensare a forme sostenute dai batteri atipici Chlamydia
(soprattutto nel bambino con età intorno ai 6-10 anni) o Mycoplasma
 TERAPIA: Mucolitici (da utilizzare solo se necessario e nei bambini più grandicelli, perché nei bambini
piccoli il calibro dei bronchi è ristretto, quindi somministrando queste sostanze si fluidificano i muti
generando spesso un’ostruzione delle vie aeree con grosse difficoltà respiratorie. I pediatri preferiscono
fluidificare il muco con aerosol piuttosto che con mucolitici. Il mucolitico solo nelle bronchiti
asmatiformi, ci sono forme in cui l’aerosol, nella seconda fase, si nota un aumento della tosse si
somministra ambroxolo, una sostanza che è simile a quella presente fisiologicamente negli alveoli per
mantenerli aperti, unito ad un lieve broncodilatatore.), antibiotici, anti tosse (solo se necessari, la
notte)

4. ASMA BRONCHIALE
L'asma è una malattia infiammatoria cronica dei bronchi, caratterizzata da respiro sibilante e a volte faticoso
dovuta a ipereattività bronchiale che determina broncostruzione. La triade dell’asma è: bronco ostruzione,
edema peri-bronchiale che contribuisce alla bronco ostruzione e ipersecrezione.
Distinguiamo 3 forme:
- ESTRINSECA o allergica (pollini, acari, etc.) in età pre-puberale, a causa dei cambiamenti ormonali,
si può sviluppare una sorta di tolleranza, ma questa può essere persa in qualsiasi momento della
vita.
- INTRINSECA o infettiva o irritativa (virus, batteri, inquinamento, fumo) particolare reattività del
bronco. In passato si effettuava sui bambini broncoreattivi il TEST DELLA NEBBIA: si chiudeva il
bambino in una camera dove veniva prodotta della nebbia, tramite un particolare apparecchio, e si
valutava la reazione dei bambini che cominciavano a tossire. Le mamme notavano che mentre
stiravano con i bambini accanto questi cominciavano a tossire; Si tratta di un tipo di tosse che
compare solo con umidità.
L’asma intrinseco, solitamente, sparisce con l’età.
- DA SFORZO da esercizio fisico, il bambino sottoposto ad esercizio manifesta i sintomi da asma.
 SINTOMI: tosse, difficoltà respiratoria di tipo ESPIRATORIO (respiro prolungato), nei casi più gravi
tachipnea, pallore, rientramenti intercostali può arrivare fino all’insufficienza respiratoria.
 DIAGNOSI: Clinica, in base ai sintomi è lieve, moderata o grave. Spirometria, eventuali prove
allergiche. In questi bambini si effettua una prova basale perché a volte una bambino asmatico può
avere una spirometria normale, perché non viene fatta durante l’attacco di asma, quindi, viene fatta
una seconda prova con broncodilatatore dove se si registra un aumento dei parametri respiratori
superiori del 20% vuol dire che il bambino è un broncostruito che maschera bene. Si fanno fare sport
che aumentano la capacità vitale, come il nuoto.
 TERAPIA:
ASMA ACUTO è inalatoria (B2 agonisti short-acting SALBUTAMOLO per aereosol o spray predosato. Lo
spray predosato va dato sempre con il distanziatore, perché deve arrivare nelle basse vie aeree, se non
arriva e rimane in bocca si ha un falso effetto. Il distanziatore è una sorta di tubicino di plastica
trasparente con una mascherina ad un’estremità ed un foro all’altra dove va posizionata la bomboletta
a testa in giù, si applica la mascherina alla faccia, si fa lo spray e si conta fino a 10 mantenendo la
mascherina ben adesa; all’interno c’è una specie di diaframma che si muove con il respiro del bambino.
Perché contare fino a 10? In modo che il bambino respirando riesce a trasportare il farmaco. Si tratta di
tubi caricati elettricamente, in modo che il medicinale non si depositi sulle pareti del tubicino, ma
rimanga al centro e venga facilmente inalato), sistemica (cortisonici per os o ev) i cortisonici vanno a
spiazzare la resistenza ai Beta2 stimolanti –B2 agonista, farmaco che fornisce azione broncodilatatoria-
spesso però i broncorecettori sono occupati e il cortisone è l’unica molecola che, da un lato riesce a
liberare i recettori facendo in modo che il B2 stimolante possa agire, dall’altro svolge un’azione anti
infiammatoria riducendo sia l’iper secrezione che l’edema peribronchiale, in questo modo si
“attaccano” i tre cardini dell’asma: broncodilatazione per la bronco ostruzione, edema peribronchiale e
ipersecrezione il cortisonico.
In caso di necessità Anticolinergici (ipratropio bromuro) o Teofillinici
Esiste anche un vaccino (sub linguale), viene praticato solo se è monosensibile (es. è allergico solo alle
graminacee), se il soggetto è allergico a più cose(graminacee, pelo di gatto, acari, etc.) è inutile farlo.
 TERAPIA DI FONDO: ( a lungo termine) forme recidivanti -> Cortisonici inalatori e/o B2 stimolanti long-
acting inalatori (spray predosati). In caso di asma episodico frequente o asma da sforzo ->
Antileucotrienici o Cromoni (hanno azione preventiva sull’azione e/o rilascio dei mediatori
infiammatori responsabili della broncostruzione) in questi casi si da l’antistaminico, perché le
mastcellule una volta attaccate dall’allergene, vanno rapidamente a liberare i granuli di istamina, che
sono responsabili delle sintomatologie nei vari distretti del corpo (a livello nasale rinite allergica, livello
bronchiale asma bronchiale, livello cutaneo orticaria); gli antileucotrienici, formano una sorta di
cappuccio intorno a queste cellule inibendo il rilascio dei mediatori. Mentre l’antistaminico fa effetto
quando viene rilasciata l’istamina e la inattiva, l’antileucotrienico, che si usa nell’asma da sforzo o nei
periodi in cui il bambino è maggiormente soggetto, impedisce lo scatenarsi della reazione.
 ASMA INFETTIVO (BRONCHITE ASMATIFORME): Oltre l’impiego di cortisonici e B2 stimolanti(vedi asma
acuto), è indicato l’impiego di antibiotici (soprattutto Macrolidi)

5. POLMONITI
Infiammazione della porzione alveolare dei polmoni e degli spazi aerei circostanti, causata da agenti infettivi.
 EZIOLOGIA: virus (+++) virus respiratorio sinciziale, Virus influenzali e parainfluenzali, adenovirus,
rhinovirus, enterovirus), BATTERI (Staphylococcus , chlamydia, haemophilus influenzae, mycoplasma,
condiversa ricorrenza in base all’età)
 SINTOMATOLOGIA: i sintomi non consentono di risalire al microrganismo patogeno, si dovrebbe fare un
esame dell’espettorato, ma generalmente la clinica guida nella terapia. Nel neonato sintomatologia
iniziale subdola ed aspecifica (sonnolenza, inappetenza, talora febbre), nel lattante e nel bambino
difficoltà respiratoria (tachipnea, dispnea, tosse, febbre).
 DIAGNOSI: CLINICA -> l’ascoltazione del torace è di massima importanza e si nota una riduzione del
murmure vescicolare, ossia quel rumore fisiologico che fa l’alveolo quando penetra l’aria, non viene più
avvertito perché l’alveolo per via dell’infiammazione è ripieno di materiali infiammatori e muco, si
avvertono invece rantoli crepitanti *; RX TORACE; ESAMI EMATICI, talora ESAMI MICROBIOLOGICI.
*Man mano che si va verso la guarigione comparirà tosse, la tosse vuol die che i muchi che riempivano
l’alveolo si sono fluidificati e stanno risalendo le grandi vie aeree.
 TERAPIA: ANTIBIOTICA. La scelta dell’antibiotico deve essere effettuata, almeno inizialmente, su base
empirica, in base all’età del paziente e alla relativa frequenza dei patogeni.

6. BRONCHIOLITE
Infezione acuta solitamente virale, caratterizzata da ostruzione delle piccole vie aeree che colpisce i bambini
di età <1 anno (massima prevalenza 6 mesi) nel periodo novembre-marzo. È la broncopolmonite virale del
lattante. Colpisce bambini molto piccoli con potere di difesa molto basso.
 EZIOLOGIA: Nel 75% VIRUS RESPIRATORIO SINCIZIALE (VRS), rhinovirus, virus influenzali e
parainfluenzali, adenovirus.
 CONTAGIO: diretto o via inalatoria.
 SINTOMATOLOGIA: inizialmente febbricola e rinite, poi comparsa di tosse insistente e stizzosa,
difficoltà respiratoria e respiro sibilante, sono inoltre presenti sintomi aspecifici come irritabilità,
inappetenza, vomito. All’ispezione si notano spesso alitamento delle pinne nasali, rientramenti
intercostali, talora cianosi.
All’ascoltazione: rantoli crepitanti (fini) diffusi in ed espiratori, oppure sibili e ronchi.
 DIAGNOSI: è sostanzialmente clinica, tampone nasale per ricerca virus respiratorio sinciziale, rx torace
(iper espansione toracica, abbassamento diaframma, aree di iperdiafania).
 TERAPIA: scarsamente influente sul decorso, è una malattia autolimitante (dura da 7 a 12 gg), le cure
servono a stabilizzare le condizioni cliniche respiratorie: Ossigenoterapia, aerosol.

Potrebbero piacerti anche