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Un esempio di radiazioni ionizzanti sono le particelle alfa, beta e gamma poiché la loro energia è
sufficientemente alta da produrre la ionizzazione degli atomi della materia con la quale
interagiscono.
La differenza fra queste particolari onde/particelle rispetto a qualsiasi altra onda prodotta da un
dispositivo elettrico sta nella frequenza e nell’energia; quest’ultime infatti riscaldano la materia ma
non in modo sufficiente da causarne la ionizzazione.
EFFETTI DETERMINISTICI:
Parliamo di effetti deterministici quando ci riferiamo a degli effetti negativi sulla salute che
l’esposizione alle radiazioni ionizzati comporta. In genere portano alla morte delle cellule o a
pesanti disfunzioni cellulari e si verificano in caso di massicce esposizioni a radiazioni ionizzanti. 2
Gli effetti deterministici variano a seconda di quanto e come si è rimasti esposti alle radiazioni
ionizzanti. Gli effetti compaiono nel soggetto quando esso rimane esposto oltre ad una certa
soglia. Esiste comunque una variabilità individuale e per questo le modalità di comparsa dei
sintomi variano da persona a persona.
Nonostante questa variabilità individuale, gli effetti deterministici colpiscono tutti colori che sono
irradiati con dosi superiori alla dose soglia, ovvero superiori alla soglia di sopravvivenza delle
cellule nei tessuti interessati. Tali effetti vengono definiti graduati poiché sono dose-dipendente: la
precocità e la gravità sono infatti direttamente proporzionali alla dose. Il periodo di latenza invece
è inversamente proporzionale alla dose assorbita.
È importante sottolineare che gli effetti deterministici non appaiono nell’istante in cui il soggetto è
esposto a radiazioni ionizzanti ma possono verificarsi a distanza di mesi, o addirittura anni, dal
momento della prima esposizione.
La sostanziale differenza fra gli effetti deterministici e quelli stocastici sta nel fatto che, mentre nel
caso dei primi troviamo la morte cellulare o pesanti disfunzioni, nei secondi si manifestano
mutazioni cellulari. La conseguenza diretta è la comparsa di varie malattie, neoplasie e soprattutto
geni ereditabili mutati che possono essere trasmesse alla prole.
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Definizione tratta da: https://www.doveecomemicuro.it/notizie/news/radiazioni-ionizzanti-pericoli
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A differenza degli effetti deterministici, gli effetti stocastici si verificano senza che si superi un certo
valore di soglia e sono distribuiti in modo apparentemente casuale fra i soggetti esposti alle
radiazioni ionizzanti. Questi effetti risultano inoltre indistinguibili da malattie scatenate da altri
fattori, come per esempio nel caso dei tumori.
In generale si può riassumere la differenza fra effetti deterministici e quelli stocastici i primi come
dose-dipendenti e i secondi come dose-indipendente.
Nonostante la classificazione più comune degli effetti dell’esposizione a radiazioni ionizzanti sia fra
effetti deterministici e stocastici si può trovare una classificazione sulla base della generazione di
dove si manifestano.
Troviamo infatti:
Effetti somatici: ci si riferisce a tutti quegli effetti che interessano solo gli individui irradiati;
le manifestazioni in questo caso si limitano alla generazione colpita e possono essere
stocastici o non stocastici.
Effetti genetici: sono gli effetti che si manifestano nella progenie e possono essere solo
stocastici. Sono rappresentati dalle mutazioni cromosomiche e genetiche.
Effetti teratogeni: comportano varie anomalie nella fase di concepimento e possono essere
stocastici o non stocastici in base al momento della gravidanza in cui è avvenuta
l’irradiazione.
Nella comparsa di effetti biologici dovuti all’esposizione di radiazioni ionizzanti la cellula svolge un
ruolo centrale; poiché la cellula è costituita principalmente d’acqua, gli effetti che si possono
verificare sono derivati dai prodotti della radiolisi dell’acqua, ossia dalla scissione di uno o più
legami causata dalle radiazioni ionizzanti.
Le lesioni cellulari da radiazioni ionizzanti sono distribuite casualmente all’interno della cellula, ma
quelle che biologicamente risultano più importante e devastanti si localizzano nel nucleo, dove si
trovano per esempio gli acidi nucleici.
In base alla sede del danno e alla gravità del danno stesso si verificheranno diversi tipi di lesione;
potremmo trovare lesioni cromosomiche uniche, lesioni cromosomiche strutturali nei casi di
danno prodotto prima della replicazione del DNA e lesioni cromatidiche. Queste ultime avvengono
quando il danno da radiazioni ionizzanti si manifesta dopo la replicazione su uno soltanto dei due
cromatidi.
Collochiamo la scoperta dei raggi X verso la fine del XIX secolo con la figura di Wilhelm Conrad
Röntgen. Tale scoperta attirò ben presto l’attenzione di molti scienziati e medici del tempo che
notarono subito come i primi apparecchi a raggi X producevano effetti particolarmente devastanti
sulla pelle.
Matricola: VR449271 | Iris Bernardi
Ma i numerosi studi portarono a scoperte importanti dal punto di vista medico; come nel caso di
Otto Walkhoff che diede il via a quella che oggi noi conosciamo come radiologia odontoiatrica. Egli
osservò che i topi che venivano esposti a radiazioni radio vivevano sistematicamente più a lungo di
quelli non trattati; diede così inizio allo sviluppo della ricerca sulle radiazioni per il trattamento di
tumori.
Una delle scoperte come maggiore rilevanza scientifica la fece la studentessa di fisica Marie Curie;
scoprì infatti che esisteva un materiale molto più radioattivo dell’uranio, circa 900 volte maggiore
e fino all’ora sconosciuto: il radio. Il nuovo materiale scoperto risultò fortemente instabile poiché
emette tre diversi tipi di radiazione; ognuno di essi venne contrassegnato con una lettera
dell’alfabeto greco: alfa, beta e gamma.
Nonostante la correlazione fra uso di raggi X e gli effetti devastanti sull’uomo, come caduta di
capelli o ustioni della pelle, fosse evidente fin da subito, le prime attrezzature a raggi X venivano
fatte funzionare senza alcuna precauzione. La stessa Marie Curie morì a causa delle continue
esposizioni alle radiazioni che avevano portato esiti positivi nella lotta di alcuni tumori ma che alla
lunga risultarono fatali per la sua stessa salute.
Dopo gli anni ’40, però, ci fu un incremento di ricerche scientifiche su quali fossero gli strumenti e
le procedure più adatte a proteggersi dalle radiazioni ionizzanti. L’intento mirava anche a formare
la popolazione sui rischi che tali radiazioni provocavano al corpo; con questo scopo troviamo in
America i primi manifesti per attirare l’attenzione sulla radioprotezione. 3
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Tratto da: https://it.wikipedia.org/wiki/Storia_della_radioprotezione#:~:text=La%20storia%20della
%20radioprotezione%20comincia,Storia%20dei%20danni%20da%20radiazioni.
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Informazione tratte dall’ottavo episodio della serie: “storia contemporanea in pillole”.
Matricola: VR449271 | Iris Bernardi
lo troviamo nella storia di Berlino Ovest, dove 9 mesi dopo la pioggia radioattiva il tasso di neonati
con sindrome di Down vide un’impennata.5
CONCLUSIONI:
Essendoci noti i meccanismi con cui agiscono le radiazioni ionizzanti e i danni che queste
comportano al nostro organismo risulta indispensabile la pratica della radioprotezione, che ha
come obiettivo quello di preservare il più possibile lo stato di salute dei singoli individui e della
popolazione nel suo insieme mediante la riduzione dei rischi da radiazioni ionizzanti e non
ionizzanti, immediati e tardivi.
La radioprotezione serve sostanzialmente per attenuare il più possibile l’energia ceduta in modo
da non arrecare danni o modificazioni cellulari.
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Tratto da: https://focustech.it/2019/08/25/le-mutazioni-genetiche-sono-aumentate-dopo-la-catastrofe-di-
chernobyl-253761
Matricola: VR449271 | Iris Bernardi
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Tratto da: https://www.ambientesicurezzaweb.it/sicurezza-e-risonanza-magnetica/
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Tratto da: https://www.emicenter.it/risonanza-magnetica-aperta-per-quali-esami-va-bene.html#:~:text=La
%20risonanza%20magnetica%20aperta%20%C3%A8%20un'indagine%20diagnostica%20altamente%20sicura,a
%20distanza%20di%20breve%20tempo.
Matricola: VR449271 | Iris Bernardi