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“Luci ed ombre” – di N.

Armaroli
Analisi e Commento

Questo brano è articolato e sviluppato sostanzialmente in tre sequenze: la prima (Rr


1-7) presenta un confronto fra la vita prima e dopo l’avvento della luce artificiale, la
seconda (Rr 8-26) tratta di come tutti gli esseri viventi si siano evoluti in base alla
luce solare, e di come anche noi umani ne veniamo influenzati. In questa sequenza
l’autore espone anche tutti i disagi e le complicazioni derivanti da una troppo
duratura esposizione alla luce artificiale. Nella terza ed ultima sequenza (Rr 27-43)
invece l’autore presenta l’evoluzione della tipologia di lampadina che usiamo
quotidianamente, esponendoci, spesso inconsciamente, a forti e seri rischi talvolta
tumorali, e quindi l’ideale sarebbe sfruttare il più possibile la luce del sole.
Dunque la tesi di fondo sostenuta dall’autore è quella secondo cui gli esseri viventi si
sono evoluti per millenni in base alla luce solare, ed espone le conseguenze sul
metabolismo derivanti dalla luce artificiale, esponendone gli svantaggi arrivando a
criticare anche la nostra dipendenza dalla tecnologia e dallo sviluppo tecnologico.
Nel testo l’autore ostenta tutta la sua conoscenza ricorrendo spesso all’uso di parole e
terminologie prettamente scientifiche (“profilo spettrale”, “ritmo circadiano” ecc…)
al fine di convincere il lettore sul piano razionale, esponendo le ragioni scientifiche
che sconsigliano l’uso della luce artificiale.
Le parole del titolo, luci ed ombre, assumono dunque un duplice significato: da un
lato anticipano l’argomento del testo, dall’altro assumono anche un significato
metaforico per rappresentare la luce (solare ed artificiale) che usiamo per combattere
il buio.

Personalmente sostengo la tesi dell’autore, secondo la quale il quotidiano passaggio


dalla luce solare alla luce artificiale rappresenta un fattore di rischio per gli esseri
viventi, assolutamente da non sottovalutare.
Negli ultimi decenni, si è riscontrato, soprattutto nella popolazione giovanile, un
aumento dei casi di miopia e di danni alla vista. Recenti studi hanno dimostrato come
la luce artificiale rappresenti un fattore causa di gravi conseguenze all’apparato
visivo, ma anche fonte di problemi cardiaci e predisposizione ad obesità e patologie
tumorali. Il ruolo della luce infatti è fondamentale nella nostra vita: l’occhio infatti ha
due funzioni, quella visiva, ma anche quella di trasmettere al cervello, tramite le
cellule gangliari della retina, le informazioni circa la presenza di luce dell’ambiente,
il più importante dei segnali che regolano i ritmi circadiani, il nostro “orologio
interno”.
“L'essere umano si è evoluto secondo i ritmi circadiani regolati sulla luce naturale.
Ma da poco più di un secolo, dopo il tramonto si accendono le luci artificiali, che
riproducono anche durante le ore notturne i segnali che sarebbero propri del giorno. E
il fenomeno è sempre più intenso e pervasivo, al punto che nelle zone abitate il buio
assoluto quasi non esiste più: all’illuminazione artificiale viene destinato attualmente
il 19 per cento dell'energia prodotta nel mondo.” Questo è l’asserto di Charles
Czeisler, del dipartimento di Medicina del sonno della Harvard Medical School.
Secondo lui molti dei problemi fisici ed ormonali della specie umana sono dovuti alla
carenza di ore di sonno, e la carenza di ore di sonno è dovuta all’esposizione
prolungata alla luce artificiale delle nostre lampadine o dei nostri “screen”. Dunque
la causa è la luce artificiale.
Per porre rimedio a questo problema, recentemente s’è sviluppato nei dispositivi
elettronici una funzione che permette bloccare l’emissione di luce blu, dannosa per la
vista. Tuttavia è impossibile eliminare del tutto la luce blu dai nostri smartphones o
tablets, poiché rimane sempre presente una percentuale di luce blu emessa con
l’accensione del dispositivo e con l’utilizzo dello stesso. Come ulteriore protezione si
stanno sviluppando delle lenti per occhiali che contrastano la luce blu emessa dagli
schermi dei dispositivi elettronici. Tuttavia è una protezione applicata agli occhiali,
ed il dover portare gli occhiali è una conseguenza di qualche deficit visivo, spesso
causato dall’esposizione alla luce artificiale. Quindi, ciò non servirebbe ad arginare il
problema, bensì ne confermerebbe la presenza.
"Le luci artificiali sono una tortura: indeboliscono la nostra salute" asserisce
Johanna Meijer, professoressa presso il Leiden University Medical Centre di Leiden,
nei Paesi Bassi.
Dunque risultano evidenti i danni portati dalla luce artificiale, ed auspico per il futuro
un minor utilizzo possibile di dispositivi elettronici emittenti luce blu, e concludo
affermando che sviluppo non dovrebbe incentrarsi sull’introduzione di nuove
tecnologie, quant’invece sul miglioramento di quelle già esistenti eliminando le
componenti dannose e nocive per gli esseri viventi.

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