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RISCHIO ELETTRICO

RISCHIO ELETTRICO

Il rischio elettrico
è il rischio derivante dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva
non protetta di un impianto elettrico,
così come il rischio d’incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato
di manutenzione o dall’imperizia nell’impiego di impianti e strumentazione.
RISCHIO ELETTRICO

Per rischio elettrico si intende la probabilità che si verifichi un evento


dannoso a causa di contatto fisico con elementi sotto TENSIONE.
RISCHIO ELETTRICO

NORMATIVE DI RIFERIMENTO

1. D.Lgs. 81/08 - Titolo III, Capo III

2. Nuova Norma CEI 11-27 «LAVORI ELETTRICI»


DLgs. 81/08 – TESTO UNICO SULLA SICUREZZA SUL LAVORO
Titolo Nome Articoli legislativi Allegati
TITOLO 1 PRINCIPI COMUNI 1 - 61 I - III

TITOLO 2 LUOGHI DI LAVORO 62 - 68 IV

TITOLO 3 USO ATTREZZATURE DI LAVORO E D.P.I. 69 - 87 V - IX

TITOLO 4 CANTIERI TEMPORANEI E MOBILI 88 - 160 X - XXIII

TITOLO 5 SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO 161 - 166 XXIV - XXXII

TITOLO 6 MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI 167 - 171 XXXIII

TITOLO 7 ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI 172 - 179 XXXIV

TITOLO 8 AGENTI FISICI 180 - 220 XXXV - XXXVII

TITOLO 9 SOSTANZE PERICOLOSE 221 - 265 XXXVIII - XLIII

TITOLO 10 ESPOSIZIONE AD AGENTI BIOLOGICI 266 - 286 XLIV - XLVIII


TITOLO 11 PROTEZIONE DA ATMOSFERE ESPLOSIVE 287 - 297 XLIX – LI

TITOLO 12 DISPOSIZIONI IN MATERIA PENALE E DI PROCEDURA PENALE 298 - 303

TITOLO 13 NORME TRANSITORIE E FINALI 304 - 306


DLgs. 81/08

TITOLO III : USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E DEI


DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

CAPO III : IMPIANTI E APPARECCHIATURE ELETTRICHE


Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro
Comma 1:

Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti
i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli
impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da:
a. contatti elettrici diretti;
b. contatti elettrici indiretti;
c. innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi
elettrici e radiazioni;
d. innesco di esplosioni;
e. fulminazione diretta ed indiretta;
f. sovratensioni;
g. altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili
Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro

Comma 2:

A tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi, tenendo in considerazione:

a. le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro, ivi comprese eventuali interferenze;

b. i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;

c. tutte le condizioni di esercizio prevedibili.


Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro

Comma 3:
A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed
organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i
dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del
lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la
permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1.
Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro

Comma 3 bis:

Il datore di lavoro prende, altresì, le misure necessarie affinché le procedure di uso e


manutenzione di cui al comma 3 siano predisposte ed attuate tenendo conto delle disposizioni
legislative vigenti, delle indicazioni contenute nei manuali d'uso e manutenzione delle
apparecchiature ricadenti nelle direttive specifiche di prodotto e di quelle indicate nelle
pertinenti norme tecniche.
Art. 81 - Requisiti di sicurezza
Comma 1:
Tutti i materiali, i macchinari e le apparecchiature, nonché le installazioni e gli impianti elettrici
ed elettronici devono essere progettati, realizzati e costruiti a regola d’arte

Comma 2:
Fermo restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive
comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli
impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati
secondo le pertinenti norme tecniche.
Art. 82 – Lavori sotto tensione
Comma1:
E’ vietato eseguire lavori sotto tensione.
Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo
quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti
condizioni:

a. le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme
tecniche.

b. per SISTEMI DI CATEGORIA 0 e SISTEMI DI CATEGORIA I purché l'esecuzione di lavori su parti in


tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di lavoro come idonei per tale attività
secondo le indicazioni della pertinente normativa tecnica;

c. Per SISTEMI DI CATEGORIA II e SISTEMI DI CATEGORIA III:


1. i lavori su parti in tensione siano effettuati da aziende autorizzate, con specifico provvedimento
del Ministero del lavoro, della salute e delle politiche sociali, ad operare sotto tensione;
2. l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai
sensi della pertinente normativa tecnica riconosciuti idonei per tale attività.
ALLEGATO IX
In relazione alla loro tensione nominale i sistemi elettrici si dividono in:

 SISTEMI DI CATEGORIA 0, chiamati anche a bassissima tensione, quelli a tensione nominale minore o
uguale a 50 V se a corrente alternata o a 120 V se in corrente continua (non ondulata);

 SISTEMI DI CATEGORIA I chiamati anche a bassa tensione, quelli a tensione nominale da oltre 50 fino
a 1000 V se in corrente alternata o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua;

 SISTEMI DI CATEGORIA II, chiamati anche a media tensione quelli a tensione nominale oltre 1000 V
se in corrente alternata od oltre 1500 V se in corrente continua, fino a 30000 V compreso;

 SISTEMI DI CATEGORIA III, chiamati anche ad alta tensione, quelli a tensione nominale maggiore di
30000 V.

Qualora la tensione nominale verso terra sia superiore alla tensione nominale tra le fasi, agli effetti
della classificazione del sistema si considera la tensione nominale verso terra.
Per sistema elettrico si intende la parte di un impianto elettrico costituito da un complesso di
componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale.
SISTEMI DI CATEGORIA 0 (bassissima tensione)
Un ≤ 50 V se in c.a.
Un ≤ 120 V se in c.c.

SISTEMI DI CATEGORIA I (bassa tensione)


Un > 50 V se in c.a.
Un > 120 V se in c.c.

SISTEMI DI CATEGORIA II (media tensione)


Un > 1000 V se in c.a.
1500 V ≤ Un ≤ 30000 V se in c.c.

SISTEMI DI CATEGORIA III (alta tensione)


Un > 30000 V
Art. 83 – Lavori in prossimità di parti attive
Comma 1
Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o
di impianti elettrici con parti attive non protette, o che per circostanze particolari
si debbano ritenere non sufficientemente protette, e comunque a distanze
inferiori ai limiti di cui alla tabella 1 dell’ALLEGATO IX, salvo che vengano adottate
disposizioni organizzative e procedurali idonee a proteggere i lavoratori dai
conseguenti rischi.

Comma 2
Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nelle
pertinenti norme tecniche, Nuova Norma CEI 11-27.
Tabella 1 dell’ALLEGATO IX

Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non
sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli
ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati,
nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli
abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche

Un (KV) D (m)

≤1 3

1 < Un ≤ 30 3,5

30 < Un ≤ 132 5

> 132 7
Art. 84 – Protezione dai fulmini

Comma 1
Il datore di lavoro provvede affinché
gli edifici, gli impianti, le strutture, le
attrezzature, siano protetti dagli
effetti dei fulmini realizzati secondo le
norme tecniche
Art. 85 – Protezione di edifici, impianti strutture ed attrezzature

Comma 1:

Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le


attrezzature, siano protetti dai pericoli determinati dall’innesco elettrico di
atmosfere potenzialmente esplosive per la presenza o sviluppo di gas, vapori,
nebbie infiammabili o polveri combustibili infiammabili, o in caso di
fabbricazione, manipolazione o deposito di materiali esplosivi.
Art. 86 – Verifiche e controlli

Comma 1:
Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano
protetti dai pericoli determinati dall’innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive
per la presenza o sviluppo di gas, vapori, nebbie infiammabili o polveri combustibili
infiammabili, o in caso di fabbricazione, manipolazione o deposito di materiali esplosivi.
CEI: Comitato Elettrotecnico Italiano

Il CEI è una associazione senza fine di lucro che ha tra l’altro lo scopo di stabilire i
requisiti che devono avere i materiali, le macchine, le apparecchiature e gli
impianti elettrici perché essi rispondano alla regola della buona elettrotecnica e i
criteri con i quali detti requisiti debbono essere controllati
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
La norma CEI 11-27 individua 3 distanze limite (aree) in cui definire le zone di lavoro sulle parti
elettriche: DL, DV e DA9

Parte attiva non protetta o


non sufficientemente protetta

Zona di lavoro sotto tensione DA9 Dv

DL
Zona di lavoro in prossimità
(zona prossima)

Zona di lavoro non elettrico


(lavori in vicinanza)
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici

DA9 DV DL : distanza che definisce il limite della zona di lavoro sotto tensione

DV : distanza che definisce il limite della zona di lavoro in prossimità


DL

DA9 : distanza che definisce il limite della zona dei lavori non elettrici
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
Nella tabella sottostante sono riportate le
Distanze Limite in relazione la tensione nominale del sistema:

Distanza minima in area Distanza minima in area Distanza minima in area


DL dale parti attive che DV dale parti attive che DA9 definite dalla
Tensione nominale del
definisce il limite esterni definisce il limite esterno legislazione come limite
Sistema (KV)
della zona di lavoro sotto della zona prossima per I lavori non elettrici
tensione (mm) (mm) (mm)
≤1 nessun contatto 300 3000

3 60 1120 3500

6 90 1120 3500

10 120 1150 3500

15 160 1160 3500


Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
Definizione:

PERSONA ESPERTA (PES)


Persona formata, in possesso di specifica istruzione ed esperienza tali da consentirle di evitare
i pericoli che l’elettricità può creare

PERSONA AVVERTITA (PAV)


Persona formata, adeguatamente istruita in relazione alle circostanze contingenti, da Persone
Esperte, per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettricità può creare

PERSONA COMUNE (PEC)


Persona non Esperta e non Avvertita nel campo delle attività elettriche

PERSONA IDONEA ai lavori sotto Tensione (PEI)


Persona Esperta o Avvertita che ha le conoscenze teorico/pratiche richieste per i lavori sotto
tensione in Bassa Tensione
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
Nel grafico sottostante le Distanze limite, il tipo di lavoro e i requisiti di formazione del
personale
DA9

DV

DL

Lavoro elettrico sotto Lavoro elettrico in


Lavoro non elettrico Lavoro ordinario
tensione prossimità

PES/PAV o PEC con PEC con procedura o con


PES/PAV Idoneità ai PEC
supervisione e/o supervisione e/o
lavori sotto tensione PEI (non c’è rischio elettrico)
sorveglianza sorveglianza
IL RISCHIO ELETTRICO
Per rischio elettrico si intende la probabilità che si verifichi un evento dannoso a causa di
contatto fisico con elementi sotto TENSIONE.
DUE TIPI DI FENOMENI

SCARICA ELETTRICA con conseguenze possibili: incendio, esplosioni, proiezioni di materiali.

ELETTROCUZIONE (o "scossa" o "shock elettrico"), cioè la scarica che attraversa il corpo umano.
Gli infortuni per elettrocuzione

• In Italia avvengono mediamente circa 400 infortuni mortali per elettrocuzione ogni anno;
più del doppio della media europea di decessi dovuti a infortuni elettrici per milione di
residenti.

• Il 4¸5% degli infortuni da elettricità ha esito mortale; questa percentuale è circa 30 volte
maggiore di quella corrispondente all'insieme degli infortuni non elettrici.

• La maggior parte degli infortuni domestici avviene nel bagno.


I cantieri edili hanno una elevata percentuale di infortuni elettrici: si verificano sulla
betoniera, nell'uso degli apparecchi portatili, per contatto con linee elettriche aeree, ecc.
CORRENTE E TENSIONE

La CORRENTE ELETTRICA (Ampère) è un movimento ordinato di cariche elettriche che si


muovono tra due punti di un corpo conduttore

La TENSIONE o differenza di potenziale tra due punti (Volt) è la quantità di energia necessaria a
portare una carica elettrica unitaria da un punto all’altro dei due punti assegnati.
ASPETTI GENERALI
I pericoli connessi con l’uso dell’elettricità possono essere presenti nell’ambiente o legati al
comportamento dell’uomo.
In generale i pericoli legati alla corrente elettrica sono:
• contatto diretto;
• contatto indiretto;
• arco elettrico;
• incendio di origine elettrica
CONTATTO DIRETTO
Il contatto diretto avviene quando la persona entra in contatto con parti conduttrici
dell’impianto ordinariamente sotto tensione.

Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) il corpo umano è
sottoposto al passaggio di una corrente elettrica, provocando una "scossa elettrica", la
quale produce una sensazione dolorosa ed è sempre pericolosa e talvolta mortale.
CONTATTO INDIRETTO

Il contatto indiretto si verifica quando la persona entra in contatto con parti dell’impianto o di
apparecchiature elettriche (masse), che vanno in tensione a causa di guasto dell’isolamento.

I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non in tensione (ad
esempio l’involucro di una apparecchiatura, di uno strumento etc. che normalmente è isolato e
non in contatto con elementi in tensione) per un guasto interno o per la perdita di isolamento;
tali contatti sono i più pericolosi.
In questi casi toccando l’involucro dell’apparecchio guasto, il corpo umano è sottoposto al
passaggio di una corrente verso terra, sempre che il corpo non sia adeguatamente isolato dal
suolo.
L’involucro metallico interessato, in seguito al guasto, assume un valore di tensione rispetto a
terra che può raggiungere il limite di 220Volt, di conseguenza la " tensione di contatto" è
maggiore quanto più alto è il valore di corrente e quanto più lungo è il tempo per cui tale
contatto permane
ARCO ELETTRICO

È costituito da una sorgente di calore assai intensa e concentrata, con emissione di gas e di
vapori surriscaldati e tossici, irraggiamento termico e raggi ultravioletti che si manifestano in
caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, es. corto circuiti.
INCENDIO DI ORIGINE ELETTRICA

È un incendio dovuto ad una anomalia dell’impianto elettrico che causa l’innesco della
combustione, ad es. sovraccarico, sotto dimensionamento dei cavi elettrici etc.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI

Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono essere totali o parziali.

Le protezioni parziali vengono applicate nei luoghi dove hanno accesso soltanto le persone
addestrate e qualificate.

Le protezioni totali sono destinati alle protezioni delle persone non a conoscenza sui pericoli
connessi all’utilizzo dell’energia elettrica.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI

Le misure di protezione contro i contatti diretti hanno lo scopo di proteggere le persone dai
pericoli derivanti da contatto con parti attive, normalmente in tensione:

• Isolamento.
• Involucri e barriere.
• Ostacoli e distanziamenti.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI

Isolamento

• Le parti attive devono essere convenientemente isolate.

• L’isolamento deve poter essere rimosso solo mediante distruzione.

• L’isolamento deve presentare sufficienti caratteristiche di resistenza alle sollecitazioni


meccaniche, agli agenti chimici, termici, elettrici e atmosferici.

• Un tipico esempio è rappresentato dall’ isolamento dei cavi elettrici in cui il conduttore è
rivestito da un materiale isolante e in alcuni casi da una successiva guaina di protezione
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI

Involucri e barriere
Gli involucri assicurano la protezione in ogni direzione (la carcassa di un elettrodomestico o di una
stampante);

Le barriere assicurano la protezione solo nella direzione abituale di accesso (la rete metallica in
corrispondenza dei cavalcavia ferroviari delle linee elettrificate).

Involucri e barriere, a differenza dell’isolamento, possono essere rimossi senza distruzione.

Gli involucri o le barriere devono presentare un grado di protezione antinfortunistico tale da impedire
l’accesso con un dito.

Le superfici superiori degli involucri e delle barriere orizzontali a portata di mano devono presentare un
grado di protezione antinfortunistico tale da impedire l’accesso con un filo impugnato.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI

Ostacoli e distanziamenti

Questo tipo di protezione si realizza solo nei locali accessibili a persone addestrate (cabine,
officine elettriche, ecc.).

Consiste nel predisporre ostacoli o distanziamenti atti a prevenire il contatto diretto


involontario.

Il contatto diretto intenzionale è possibile.


SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI

Le protezioni contro i contatti indiretti possono effettuarsi con dispositivi che impediscono il
contatto con gli elementi in tensione o con mezzi che interrompono in circuito impedendo
eventuali tensioni di contatto.

Per la salvaguardia contro i contatti indiretti, che sono i più pericolosi, le norme CEI 64-8
suddividono le protezioni in:

1. Protezioni senza interruzione automatica del circuito;

2. Protezioni con interruzione automatica del circuito.


SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI

1. Protezioni senza interruzione automatica del circuito

Per le protezioni senza interruzione automatica del circuito si possono impiegare:


a. materiali con particolari caratteristiche di isolamento,
b. adeguate separazioni elettriche dei circuiti,
c. ambienti isolanti,
d. locali equipotenziali.
a. materiali con particolari caratteristiche di isolamento

Quando si parla di isolamento è necessario considerare che i materiali da utilizzare devono


possedere specifiche caratteristiche come il doppio isolamento che viene mantenuto con
adeguata manutenzione.

Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali che impediscono il manifestarsi di una
tensione pericolosa sulle parti accessibili di componenti elettrici a seguito di un guasto
nell’isolamento principale.

Un isolamento supplementare può essere costituito anche da vernici, lacche, smalti e da altri
simili materiali purché conformi alle norme vigenti.
b. adeguate separazioni elettriche dei circuiti

La separazione elettrica viene realizzata alimentando il circuito tramite un trasformatore di


isolamento nel quale si divide il circuito primario da quello secondario interponendo un doppio
isolamento o uno schermo metallico messo a terra cosi da evitare un eventuale contatto tra gli
avvolgimenti.

La funzione protettiva consiste nell’impedire vie di richiusura del circuito verso terra, nel caso
in cui un operatore toccasse una parte accidentalmente in tensione.
Trasformatore
di
isolamento
c. ambienti isolanti

La protezione prevede l’isolamento completo verso terra dell’ambiente nel quale operano le
persone.

Questo tipo di impianto deve essere sotto il controllo di personale addestrato per evitare
situazioni di pericolo.
d. locali equipotenziali

In questo locale tutte le masse estranee sono collegate tra loro con conduttori equipotenziali.
I collegamenti equipotenziali principali effettuano il collegamento
fra il conduttore di protezione (PE), il conduttore di terra, il
collettore principale di terra e le parti conduttrici di seguito
elencate:

• i tubi metallici, acqua, gas, ecc..;


• le strutture metalliche dell’edificio;
• le canalizzazioni del riscaldamento centrale;
• le canalizzazioni del condizionamento d’aria;
• le armature principali del cemento armato (ove possibile);
• lo schermo metallico dei cavi di telecomunicazione.

Le parti conduttrici che dall’esterno si immettono all’interno


nell’edificio devono essere collegate il più vicino possibile al loro
punto di ingresso nell’edificio.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI

2. Protezioni con interruzione automatica del circuito

Nei sistemi alimentati in bassa tensione, la protezione si realizza attraverso una corretta scelta
dell’interruttore differenziale e un corretto dimensionamento dell’impianto di terra.

Tali condizioni (coordinamento dell’interruttore differenziale e l’impianto di terra), si verificano


se è soddisfatta la seguente relazione:

Rt ≤ 50/Idn

• Rt è la resistenza di terra;
• Idn è la corrente differenziale nominale dell’interruttore;
• 50 V è la tensione che in condizioni ordinarie può essere sopportata senza conseguenze.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI

2. Protezioni con interruzione automatica del circuito

La protezione con interruzione automatica del circuito mediante messa a terra consiste nel
realizzare un impianto di messa a terra opportunamente coordinato con interruttori posti a
monte dell’impianto atti ad interrompere tempestivamente l’alimentazione elettrica del
circuito guasto se la tensione di contatto assume valori particolari.

Si dividono:

a. protezioni per sistemi TT


b. protezioni per sistemi TN
c. protezioni per sistemi IT
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Classificazione dei sistemi elettrici in relazione alla messa a terra

I sistemi elettrici sono classificati in base allo stato del neutro e delle masse rispetto alla terra.
Vengono indicati con due lettere:

1a lettera = T Il neutro è collegato a terra

1a lettera = I Il neutro non è collegato a terra oppure è collegato a terra tramite


un’impedenza

2a lettera = T Masse collegate a terra

2a lettera = N Masse collegate al neutro del sistema


SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
a. protezione per sistemi TT
Il neutro è connesso a terra in cabina e gli utilizzatori dell’utente sono collegati a terra
mediante un loro impianto separato.

b. protezioni per sistemi TN


Il neutro è connesso a terra in cabina e gli utilizzatori fanno capo alla stessa terra tramite
un unico impianto.

c. protezioni per sistemi IT


Il sistema IT ha il generatore isolato a terra o collegato con una impedenza di notevole
valore, gli utilizzatori sono collegati ad un proprio impianto di terra.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
IN PRATICA !!!

Quando l'apparecchiatura elettrica va in


"dispersione", cioè l'involucro viene in
contatto con una parte interna in
tensione, il conduttore di terra "chiude" il
circuito elettrico verso terra e fa scattare
l'interruttore differenziale.
In queste condizioni all'insorgere del
guasto il circuito viene disalimentato,
l'incidente viene evitato e non vi è alcun
pericolo per le persone.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

Impianto
di
MESSA A TERRA
RISCHIO ELETTRICO

EFFETTI SUL CORPO UNMANO


SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Parametri che determinano la gravità degli effetti:

• l'intensità della corrente


• il percorso della corrente nel corpo umano
• la durata del contatto
• la frequenza della corrente
Esempio in corrente alternata :
‐ resistenza media del corpo umano bagnato è di circa 2000 OHM;

‐ contatto con un impianto a 220 v

‐ Legge di Ohm: V=R*I

Corrente continua:
La corrente continua è normalmente meno pericolosa della corrente alternata: infatti il valore
di corrente continua ritenuto potenzialmente in grado di innescare il fenomeno della
fibrillazione ventricolare è circa 4 VOLTE più elevato di quello corrispondente in corrente
alternata.
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO

Condizione necessaria perché avvenga l'elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al corpo
un punto di entrata e un punto di uscita. Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con
la parte in tensione. Il punto di uscita è la zona del corpo che entra in contatto con altri
conduttori consentendo la circolazione della corrente all'interno dell'organismo seguendo un
dato percorso. In altre parole, se accidentalmente le dita della mano toccano una parte in
tensione ma l'organismo è isolato da terra (scarpe di gomma) e non vi è altro contatto con
corpi estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcun
incidente. Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedi nudi si avrà elettrocuzione con
circolazione della corrente nel percorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto di
uscita.
Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente offrendo, nel
contempo, una certa resistenza a tale passaggio. Minore è la resistenza, maggiore risulta la
quantità di corrente che lo attraversa. Detta resistenza non è quantificabile in quanto varia da
soggetto a soggetto, anche in funzione delle differenti condizioni in cui il medesimo soggetto si
può trovare al momento del contatto. Molteplici sono i fattori che concorrono a definirla e che
in sostanza non consentono di creare un parametro di riferimento comune che risulti
attendibile. Tra essi vi è il sesso, l'età, le condizioni in cui si trova la pelle (la resistenza è offerta
quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni ambientali, gli indumenti interposti, la
resistenza interna che varia da persona a persona, le condizioni fisiche del momento, il tessuto
e gli organi incontrati nel percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.
Il valore della resistenza, varia in
pratica tra 30.000 Ohm, nelle zone
superficiali di contatto, e può
raggiungere valori di alcuni milioni di
Ohm nel caso di polpastrelli secchi,
mentre può scendere a qualche decina
di Ohm nel caso di mani o piedi
bagnati.
Gli effetti provocati dall'attraversamento del corpo da parte della corrente sono:

a. Tetanizzazione

b. Arresto della respirazione

c. Lesione neurologiche del midollo spinale (paralisi temporanee)

d. Fibrillazione ventricolare

e. Ustioni

f. Traumi (dovuti ad urti o cadute)


Gli effetti più dannosi si hanno
nell'intervallo di frequenze tra 10 e
1000 Hz, per le quali la successione di
impulsi elettrici provoca la contrazione
prolungata dei muscoli
(tetanizzazione).

A parità di condizioni oggettive, gli


effetti dipendono dal singolo soggetto
(età, sesso, condizioni
di salute, condizioni psicologiche).

Si può quindi riferirsi solo a valori medi


Zone di pericolosità della corrente elettrica:
Il diagramma riporta in orizzontale i valori della corrente
espressi in mA (millesimi di ampère), in verticale il tempo di
circolazione della corrente in ms (millesimi di secondo).
A ciascun punto del diagramma corrisponde un valore di
corrente e un tempo di circolazione della stessa.
Tutti i punti che ricadono nella zona 1 rappresentano
situazioni in cui i valori della corrente e i tempi di circolazione
non producono normalmente nessun effetto fisiologico.
Analogamente i punti che ricadono nella zona 2
rappresentano situazioni in cui non si verificano effetti
fisiologici mortali.
I punti ricadenti nella zona 3 rappresentano condizioni in cui
è possibile la tetanizzazione ma non la fibrillazione
ventricolare.
I punti appartenenti alla zona 4 rappresentano invece
situazioni che possono provocare la fibrillazione ventricolare.
Zone di pericolosità della corrente elettrica:
La curva tratteggiata indica la curva di sicurezza corrente-
tempo assunta in sede normativa internazionale ai fini
della protezione contro i contatti indiretti per interruzione
automatica dell’alimentazione.

La curva di sicurezza è intermedia tra


le curve b e c1:
al di sopra della curva b si ha lo schock elettrico;
La curva c1 individua i limiti della fibrillazione ventricolare.

Esempio:
Una corrente del valore di 500 mA
(che è la corrente assorbita da una lampadina da 100 W)
circolante attraverso il corpo umano per 50 ms
o piu, può provocare la FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
( si ricade infatti nella zona 4).
Tetanizzazione
E' il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa.
In condizioni normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi,
attraverso i nervi, ad una placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca
neuromuscolare. L'attraversamento del corpo da parte di correnti superiori provoca, a certi
livelli di intensità, fenomeni indesiderati di contrazione incontrollabile che determinano in
modo reversibile l'impossibilità di reagire alla contrazione. Ad esempio il contatto tra un
conduttore in tensione e il palmo della mano determina la chiusura indesiderata e
incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di contatto.
Arresto della respirazione
La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di
aria che si ripete in condizioni normali circa 12-14 volte al minuto. I singoli atti respiratori
avvengono per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro
movimento variano il volume della cassa toracica. Durante l'elettrocuzione per i medesimi
motivi che determinano la tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono
l'espansione della cassa toracica impedendo la respirazione. Se non si elimina velocemente la
causa della contrazione e se non si pratica in seguito a evento di notevole intensità la
respirazione assistita il soggetto colpito muore per asfissia.
Fibrillazione ventricolare
Quanto già esposto lascia intuire che in un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che
basa la propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici, ogni interferenza di natura
elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio. In funzione
dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa la
mancata espulsione dall'organo di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in
primo luogo del cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di 3 - 4
minuti senza ossigeno, senza risultare danneggiato in modo irreversibile. In questo caso un
tempestivo massaggio cardiaco offre qualche possibilità di recuperare l'infortunato, altrimenti
destinato a morte sicura.
Ustioni
Sono la conseguenza tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all'attraversamento del
corpo da parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore.
Normalmente le ustioni si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della
corrente dal corpo in quanto la pelle è la parte che offre maggiore resistenza. Come per gli altri
casi la gravità delle conseguenze sono funzione dell'intensità di corrente e della durata del
fenomeno.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
• Assicurarsi della rispondenza dell'impianto elettrico alla L.46/90 (attestato di conformità).

• Essere a conoscenza del luogo in cui è posizionato il quadro elettrico generale.

• Essere a conoscenza della posizione del quadro elettrico di zona (ed. es del piano o
dell'appartamento) per essere in grado di isolare l'intera zona.

• Essere a conoscenza della funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in
grado di isolare l'ambiente desiderato.

• Verificare spesso il buon funzionamento dell'interruttore differenziale (pulsante test).

• Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante la vostra
assenza o di notte. Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori
pericolosi accesi.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA

• Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze di liquidi o in caso di elevata umidità

• Leggere sempre l'etichetta di un utilizzatore, specie se sconosciuto, per verificare la quantità di


corrente assorbita, l'esistenza dei marchi C E, IMQ (conformità alle norme di sicurezza e qualità),
e, se previsto di doppio isolamento (simbolo indicato con un quadrato inscritto in un altro
quadrato).

• Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato. Non eseguite
riparazioni di fortuna con nastro isolante o adesivo a prese, spine e cavi.

• Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze
anche gravissime. Evitare di servirvi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e
riavvolgerle.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
• Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da
altre "triple" collegate a... .
In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del
"groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, casse audio, stampanti,
calcolatrici ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere prima della
consegna dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese
necessarie.

• Le spine. La Comunità Europea non si è ancora pronunciata sul tipo di spine e di prese
unificate utilizzabili nel territorio comunitario. Per questo circolano liberamente spine e
prese di tipo diverso. Non utilizzare mai spine italiane collegate (a forza) con prese tedesche
(schuko) o viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico
ma non quella del conduttore di terra.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA

Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e ricordare di spegnere prima
l’apparecchio utilizzatore

Non utilizzare mai l'acqua per spegnere un incendio di natura elettrica. Sezionare l'impianto e
utilizzare estintori a polvere o CO2.

Se qualcuno è in contatto con parti in tensione non tentare di salvarlo trascinandolo via, prima
di aver sezionato l'impianto.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
Si intendono per Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), i prodotti che hanno la funzione di
salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé da rischi per la salute e la
sicurezza. [D.Lgs. 475/92 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE]

I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente
ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi
o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. [D.Lgs. 81/2008]

In altri termini, il DPI va utilizzato come extremaratio: solo quando non è possibile eliminare il
rischio altrimenti
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI devono:
• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
• essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore.

I DPI devono, per legge, riportare il marchio CE il quale indica la conformità ai requisiti
essenziali di salute e sicurezza. Inoltre il dispositivo di sicurezza deve contenere un manuale di
istruzioni per l'uso, conservazione, pulizia, manutenzione, data di scadenza, categoria e limiti
d'uso scritto nelle lingue ufficiali.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI sono divisi in tre categorie, in funzione del tipo di rischio:

• I categoria: dispositivi di facile progettazione e destinati a salvaguardare gli utilizzatori da


danni lievi - autocertificati dal produttore;

• II categoria: tutti quelli non rientranti nelle altre due categorie - rischio significativo come ad
esempio - prototipo certificato da un ente notificato;

• III categoria: dispositivi di progettazione complessa e destinati a proteggere da rischi di


morte o di lesioni gravi – ad esempio i DPI destinati a salvaguardare dai rischi connessi ad
attività che espongano a tensioni elettriche pericolose o utilizzati come isolanti per alte
tensioni elettriche- prototipo certificato da un ente notificato + controllo della produzione o
del prodotto finito.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI e le attrezzature progettate per garantire la sicurezza nei lavori in presenza di rischio
elettrico sono sottoposti a prove specifiche; il simbolo del doppio triangolo sta ad indicare la
loro idoneità ai lavori sotto tensione

La presenza del doppio triangolo non è sufficiente, il DPI deve necessariamente riportare il
marchio CE per essere conforme alla direttiva 89/686/CEE.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
La scelta del DPI e delle attrezzature è influenzata dal “Metodo di lavoro”

Sulla base della molteplicità degli interventi possibili, sono state sviluppate negli anni diverse
tipologie di interventi sotto tensione in relazione alla posizione dell’operatore rispetto alle
parti a potenziale diverso e ai mezzi utilizzati (attrezzature e DPI) per prevenire eventuali
danni.

Queste possono essere raggruppate nei seguenti metodi:


• l lavoro sotto tensione a distanza
• l lavoro sotto tensione a contatto
• l lavoro sotto tensione a potenziale
DPI – RISCHIO ELETTRICO
l lavoro sotto tensione a distanza
Metodo di lavoro in cui l’operatore mantiene una distanza specificata dalla parte attiva su
cui opera e da tutte le altre parti a tensione diversa dalla sua ed esegue il proprio lavoro
per mezzo di aste isolanti;

II lavoro sotto tensione a contatto


Metodo di lavoro in cui l’operatore, opportunamente protetto dal punto di vista elettrico
con guanti isolanti e, se necessario, con altri indumenti isolanti, esegue il proprio lavoro in
diretto contatto fisico con le parti attive in tensione su cui opera (< 30 kV);

III lavoro sotto tensione a potenziale


Metodo di lavoro in cui l’operatore esegue il proprio lavoro restando in contatto elettrico
con una parte attiva in tensione, dopo essersi o essere stato portato alla stessa tensione di
questa e mantiene distanze specificate dalle circostanti parti a tensione diversa dalla sua.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI (e le attrezzature) sono regolati da Norme Tecniche

IEC (Commissione Elettrotecnica Internazionale) =


Norma Internazionale

CENELEC/EN (Comitato Europeo di Normazione Elettrotecnica) =


Norma Europea

CEI = (Comitato Elettrotecnico Italiano) Norma Italiana

Esempio: IEC-EN-CEI 60903


DPI – RISCHIO ELETTRICO
Elenco non esaustivo di norme tecniche per DPI e attrezzature per i lavori sotto tensione:

• EN 50321 (CEI 11-59) Calzature elettricamente isolanti per lavori su impianti di bassa
tensione
• EN 50365 (CEI 11-73) Elmetti isolanti da utilizzare su impianti di Categoria 0 e 1
• EN 60903 (CEI 11-31) Guanti e muffole di materiale isolante per lavori sotto tensione
• EN 60984 (CEI 11-30) Manicotti di materiale isolante per lavori sotto tensione
• EN 60895 (CEI 11-23) Abiti conduttori per lavori sotto tensione fino a 800 kV di tensione
nominale in corrente alternata
• EN 60743 (CEI 11-24) Terminologia per gli attrezzi e gli equipaggiamenti usati per lavori sotto
• tensione
• EN 60832 (CEI 11-22) Aste isolanti ed attrezzi adattabili per lavori sotto tensione
DPI – RISCHIO ELETTRICO
Dispositivi di protezione individuali e attrezzature isolanti:
• Guanti/manicotti
• Calzature
• Elmetti/visiere
• Tappeti
• Attrezzi isolanti
• Tubi, coperte
GUANTI ISOLANTI
I guanti isolanti sono i DPI più importanti per i lavori elettrici: sono la prima linea di difesa con le parti sotto tensione;
possono essere utilizzati come protezione diretta (lavori a contatto) o secondaria (in abbinamento ad attrezzi isolanti).

Principali caratteristiche secondo la norma EN 60903:


• guanti isolanti da utilizzare con sopra guanto per protezione meccanica
• guanti isolanti “composite” con protezione meccanica inclusa (prove specifiche ad abrasione, taglio, perforazione e
strappo)

Test indipendenti dimostrano l’ottima resistenza dei guanti composite all’arco elettrico
• 6 categorie (00, 0, 1, 2, 3 e 4) a seconda della tensione di utilizzo raccomandata: da 500 V a 36.000 V AC
• 4 proprietà speciali: A (acido), H (petrolio), Z (ozono), R (A + H + Z), C (temperatura molto bassa)

Non si tratta di guanti con resistenza chimica: la ratio è che i guanti devono garantire la protezione elettrica anche dopo
essere stati a contatto con determinate sostanze chimiche (e.g. fuoriuscite da trasformatori o batterie) o esposti ad agenti
esterni
MANICHE ISOLANTI

Le maniche isolanti sono utilizzate per prevenire contatti con parti sotto tensione nella parte
superiore del braccio.
Sono utilizzate in abbinamento ai guanti isolanti e offrono lo stesso livello di protezione.
La norma di riferimento è la EN 60984.
PROTEZIONE TESTA E VISO

Elmetto
Indossare l’elmetto serve per prevenire il rischio di lesioni dalla
caduta di oggetti o colpi alla testa; gli elmetti di sicurezza devono
soddisfare la norma EN 397.
Gli elmetti di sicurezza idonei per le operazioni elettriche fino a
1000 V AC devono soddisfare i requisiti previsti dalla norma EN
50365. Tali elmetti, quando utilizzati insieme ad altri
equipaggiamenti di protezione isolanti, impediscono che correnti
pericolose percorrano il corpo delle persone attraverso la testa.

Visiere
Indossare visiere od occhiali serve a proteggere il viso da
aggressioni meccaniche (ad es. proiezioni di schegge), chimiche
(ad es. spruzzi o polveri) o radiazioni.
Nello specifico, per una efficace protezione da arco elettrico, solo
le visiere sono in grado di offrire una protezione adeguata
(norma EN 166, simbolo "8“).
CALZATURE ISOLANTI

Gli stivali o le scarpe isolanti proteggono


l'utilizzatore contro le scosse elettriche
impedendo il passaggio di corrente pericolosa
attraverso i piedi.

Questi DPI devono soddisfare la norma EN


50321 che prevede:

Due classi di protezione:


1. classe 00/500V AC;
2. classe 0/1.000V AC

• Prove dielettriche sulla calzatura completa


(non solo la suola!)
ABBIGLIAMENTO PROTETTIVO DA ARCO
ELETTRICO

Per determinare i DPI adeguati per la protezione


dall'arco elettrico occorre considerare diversi
parametri:
• il valore della corrente massima di guasto
• la tensione nominale fase / terra
• la distanza dalla sorgente dell'arco
• il numero dei cicli della corrente alternata e il
tipo di circuito
• il luogo in cui si verifica l'arco (spazio confinato)

Un’accurata analisi del rischio è fondamentale per scegliere una protezione adeguata.

La principale norma di riferimento è la IEC 61482-2 “Indumenti di protezione contro gli


effetti termici dell'arco elettrico”.
RISPETTARE LE ISTRUZIONI PER L’USO E LA MANUTENZIONE È FONDAMENTALE
PER MANTENERE I LIVELLI DI SICUREZZA
Ad esempio..

I guanti isolanti sono realizzati con lattice naturale,


materiale deperibile se esposto a luce, calore e aria.

Prima di ogni utilizzo: controllare i guanti visivamente e


gonfiare con aria per verificare eventuali perdite.

Dopo l'uso: pulire e asciugare i guanti accuratamente.

Conservare i guanti lontano da fonti di calore, ozono e


luce diretta .

Collaudare o sostituire i guanti ogni 6/12 mesi.

Se uno dei due guanti appartenenti ad un paio è ritenuto


non sicuro, il paio non dovrebbe essere utilizzato.
GRAZIE
PER
L’ATTENZIONE

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