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RISCHIO ELETTRICO
Il rischio elettrico
è il rischio derivante dal contatto diretto o indiretto con una parte attiva
non protetta di un impianto elettrico,
così come il rischio d’incendio o esplosione derivanti dal pessimo stato
di manutenzione o dall’imperizia nell’impiego di impianti e strumentazione.
RISCHIO ELETTRICO
NORMATIVE DI RIFERIMENTO
TITOLO 5 SEGNALETICA DI SALUTE E SICUREZZA SUL LAVORO 161 - 166 XXIV - XXXII
Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i lavoratori siano salvaguardati dai tutti
i rischi di natura elettrica connessi all’impiego dei materiali, delle apparecchiature e degli
impianti elettrici messi a loro disposizione ed, in particolare, da quelli derivanti da:
a. contatti elettrici diretti;
b. contatti elettrici indiretti;
c. innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature pericolose, archi
elettrici e radiazioni;
d. innesco di esplosioni;
e. fulminazione diretta ed indiretta;
f. sovratensioni;
g. altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili
Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro
Comma 2:
A tale fine il datore di lavoro esegue una valutazione dei rischi, tenendo in considerazione:
Comma 3:
A seguito della valutazione del rischio elettrico il datore di lavoro adotta le misure tecniche ed
organizzative necessarie ad eliminare o ridurre al minimo i rischi presenti, ad individuare i
dispositivi di protezione collettivi ed individuali necessari alla conduzione in sicurezza del
lavoro ed a predisporre le procedure di uso e manutenzione atte a garantire nel tempo la
permanenza del livello di sicurezza raggiunto con l’adozione delle misure di cui al comma 1.
Art. 80 - Obblighi del datore di lavoro
Comma 3 bis:
Comma 2:
Fermo restando le disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive
comunitarie di prodotto, i materiali, i macchinari, le apparecchiature, le installazioni e gli
impianti di cui al comma precedente, si considerano costruiti a regola d’arte se sono realizzati
secondo le pertinenti norme tecniche.
Art. 82 – Lavori sotto tensione
Comma1:
E’ vietato eseguire lavori sotto tensione.
Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si opera sono di sicurezza, secondo
quanto previsto dallo stato della tecnica o quando i lavori sono eseguiti nel rispetto delle seguenti
condizioni:
a. le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi ai criteri definiti nelle norme
tecniche.
SISTEMI DI CATEGORIA 0, chiamati anche a bassissima tensione, quelli a tensione nominale minore o
uguale a 50 V se a corrente alternata o a 120 V se in corrente continua (non ondulata);
SISTEMI DI CATEGORIA I chiamati anche a bassa tensione, quelli a tensione nominale da oltre 50 fino
a 1000 V se in corrente alternata o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua;
SISTEMI DI CATEGORIA II, chiamati anche a media tensione quelli a tensione nominale oltre 1000 V
se in corrente alternata od oltre 1500 V se in corrente continua, fino a 30000 V compreso;
SISTEMI DI CATEGORIA III, chiamati anche ad alta tensione, quelli a tensione nominale maggiore di
30000 V.
Qualora la tensione nominale verso terra sia superiore alla tensione nominale tra le fasi, agli effetti
della classificazione del sistema si considera la tensione nominale verso terra.
Per sistema elettrico si intende la parte di un impianto elettrico costituito da un complesso di
componenti elettrici aventi una determinata tensione nominale.
SISTEMI DI CATEGORIA 0 (bassissima tensione)
Un ≤ 50 V se in c.a.
Un ≤ 120 V se in c.c.
Comma 2
Si considerano idonee ai fini di cui al comma 1 le disposizioni contenute nelle
pertinenti norme tecniche, Nuova Norma CEI 11-27.
Tabella 1 dell’ALLEGATO IX
Distanze di sicurezza da parti attive di linee elettriche e di impianti elettrici non protette o non
sufficientemente protette da osservarsi, nell’esecuzione di lavori non elettrici, al netto degli
ingombri derivanti dal tipo di lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei materiali movimentati,
nonché degli sbandamenti laterali dei conduttori dovuti all’azione del vento e degli
abbassamenti di quota dovuti alle condizioni termiche
Un (KV) D (m)
≤1 3
1 < Un ≤ 30 3,5
30 < Un ≤ 132 5
> 132 7
Art. 84 – Protezione dai fulmini
Comma 1
Il datore di lavoro provvede affinché
gli edifici, gli impianti, le strutture, le
attrezzature, siano protetti dagli
effetti dei fulmini realizzati secondo le
norme tecniche
Art. 85 – Protezione di edifici, impianti strutture ed attrezzature
Comma 1:
Comma 1:
Il datore di lavoro provvede affinché gli edifici, gli impianti, le strutture, le attrezzature, siano
protetti dai pericoli determinati dall’innesco elettrico di atmosfere potenzialmente esplosive
per la presenza o sviluppo di gas, vapori, nebbie infiammabili o polveri combustibili
infiammabili, o in caso di fabbricazione, manipolazione o deposito di materiali esplosivi.
CEI: Comitato Elettrotecnico Italiano
Il CEI è una associazione senza fine di lucro che ha tra l’altro lo scopo di stabilire i
requisiti che devono avere i materiali, le macchine, le apparecchiature e gli
impianti elettrici perché essi rispondano alla regola della buona elettrotecnica e i
criteri con i quali detti requisiti debbono essere controllati
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
La norma CEI 11-27 individua 3 distanze limite (aree) in cui definire le zone di lavoro sulle parti
elettriche: DL, DV e DA9
DL
Zona di lavoro in prossimità
(zona prossima)
DA9 DV DL : distanza che definisce il limite della zona di lavoro sotto tensione
DA9 : distanza che definisce il limite della zona dei lavori non elettrici
Norma CEI 11-27 - Lavori elettrici
Nella tabella sottostante sono riportate le
Distanze Limite in relazione la tensione nominale del sistema:
3 60 1120 3500
6 90 1120 3500
DV
DL
ELETTROCUZIONE (o "scossa" o "shock elettrico"), cioè la scarica che attraversa il corpo umano.
Gli infortuni per elettrocuzione
• In Italia avvengono mediamente circa 400 infortuni mortali per elettrocuzione ogni anno;
più del doppio della media europea di decessi dovuti a infortuni elettrici per milione di
residenti.
• Il 4¸5% degli infortuni da elettricità ha esito mortale; questa percentuale è circa 30 volte
maggiore di quella corrispondente all'insieme degli infortuni non elettrici.
La TENSIONE o differenza di potenziale tra due punti (Volt) è la quantità di energia necessaria a
portare una carica elettrica unitaria da un punto all’altro dei due punti assegnati.
ASPETTI GENERALI
I pericoli connessi con l’uso dell’elettricità possono essere presenti nell’ambiente o legati al
comportamento dell’uomo.
In generale i pericoli legati alla corrente elettrica sono:
• contatto diretto;
• contatto indiretto;
• arco elettrico;
• incendio di origine elettrica
CONTATTO DIRETTO
Il contatto diretto avviene quando la persona entra in contatto con parti conduttrici
dell’impianto ordinariamente sotto tensione.
Toccando, ad esempio, due contatti di una presa (due fili elettrici scoperti) il corpo umano è
sottoposto al passaggio di una corrente elettrica, provocando una "scossa elettrica", la
quale produce una sensazione dolorosa ed è sempre pericolosa e talvolta mortale.
CONTATTO INDIRETTO
Il contatto indiretto si verifica quando la persona entra in contatto con parti dell’impianto o di
apparecchiature elettriche (masse), che vanno in tensione a causa di guasto dell’isolamento.
I contatti indiretti sono quelli che avvengono con parti normalmente non in tensione (ad
esempio l’involucro di una apparecchiatura, di uno strumento etc. che normalmente è isolato e
non in contatto con elementi in tensione) per un guasto interno o per la perdita di isolamento;
tali contatti sono i più pericolosi.
In questi casi toccando l’involucro dell’apparecchio guasto, il corpo umano è sottoposto al
passaggio di una corrente verso terra, sempre che il corpo non sia adeguatamente isolato dal
suolo.
L’involucro metallico interessato, in seguito al guasto, assume un valore di tensione rispetto a
terra che può raggiungere il limite di 220Volt, di conseguenza la " tensione di contatto" è
maggiore quanto più alto è il valore di corrente e quanto più lungo è il tempo per cui tale
contatto permane
ARCO ELETTRICO
È costituito da una sorgente di calore assai intensa e concentrata, con emissione di gas e di
vapori surriscaldati e tossici, irraggiamento termico e raggi ultravioletti che si manifestano in
caso di guasto o di manovre su apparecchiature elettriche, es. corto circuiti.
INCENDIO DI ORIGINE ELETTRICA
È un incendio dovuto ad una anomalia dell’impianto elettrico che causa l’innesco della
combustione, ad es. sovraccarico, sotto dimensionamento dei cavi elettrici etc.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI
Le misure da adottare per le protezioni contro i contatti diretti possono essere totali o parziali.
Le protezioni parziali vengono applicate nei luoghi dove hanno accesso soltanto le persone
addestrate e qualificate.
Le protezioni totali sono destinati alle protezioni delle persone non a conoscenza sui pericoli
connessi all’utilizzo dell’energia elettrica.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI
Le misure di protezione contro i contatti diretti hanno lo scopo di proteggere le persone dai
pericoli derivanti da contatto con parti attive, normalmente in tensione:
• Isolamento.
• Involucri e barriere.
• Ostacoli e distanziamenti.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI
Isolamento
• Un tipico esempio è rappresentato dall’ isolamento dei cavi elettrici in cui il conduttore è
rivestito da un materiale isolante e in alcuni casi da una successiva guaina di protezione
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI
Involucri e barriere
Gli involucri assicurano la protezione in ogni direzione (la carcassa di un elettrodomestico o di una
stampante);
Le barriere assicurano la protezione solo nella direzione abituale di accesso (la rete metallica in
corrispondenza dei cavalcavia ferroviari delle linee elettrificate).
Gli involucri o le barriere devono presentare un grado di protezione antinfortunistico tale da impedire
l’accesso con un dito.
Le superfici superiori degli involucri e delle barriere orizzontali a portata di mano devono presentare un
grado di protezione antinfortunistico tale da impedire l’accesso con un filo impugnato.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI DIRETTI
Ostacoli e distanziamenti
Questo tipo di protezione si realizza solo nei locali accessibili a persone addestrate (cabine,
officine elettriche, ecc.).
Le protezioni contro i contatti indiretti possono effettuarsi con dispositivi che impediscono il
contatto con gli elementi in tensione o con mezzi che interrompono in circuito impedendo
eventuali tensioni di contatto.
Per la salvaguardia contro i contatti indiretti, che sono i più pericolosi, le norme CEI 64-8
suddividono le protezioni in:
Hanno questo tipo di protezione tutti quei materiali che impediscono il manifestarsi di una
tensione pericolosa sulle parti accessibili di componenti elettrici a seguito di un guasto
nell’isolamento principale.
Un isolamento supplementare può essere costituito anche da vernici, lacche, smalti e da altri
simili materiali purché conformi alle norme vigenti.
b. adeguate separazioni elettriche dei circuiti
La funzione protettiva consiste nell’impedire vie di richiusura del circuito verso terra, nel caso
in cui un operatore toccasse una parte accidentalmente in tensione.
Trasformatore
di
isolamento
c. ambienti isolanti
La protezione prevede l’isolamento completo verso terra dell’ambiente nel quale operano le
persone.
Questo tipo di impianto deve essere sotto il controllo di personale addestrato per evitare
situazioni di pericolo.
d. locali equipotenziali
In questo locale tutte le masse estranee sono collegate tra loro con conduttori equipotenziali.
I collegamenti equipotenziali principali effettuano il collegamento
fra il conduttore di protezione (PE), il conduttore di terra, il
collettore principale di terra e le parti conduttrici di seguito
elencate:
Nei sistemi alimentati in bassa tensione, la protezione si realizza attraverso una corretta scelta
dell’interruttore differenziale e un corretto dimensionamento dell’impianto di terra.
Rt ≤ 50/Idn
• Rt è la resistenza di terra;
• Idn è la corrente differenziale nominale dell’interruttore;
• 50 V è la tensione che in condizioni ordinarie può essere sopportata senza conseguenze.
SISTEMI DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
PROTEZIONE DAI CONTATTI INDIRETTI
La protezione con interruzione automatica del circuito mediante messa a terra consiste nel
realizzare un impianto di messa a terra opportunamente coordinato con interruttori posti a
monte dell’impianto atti ad interrompere tempestivamente l’alimentazione elettrica del
circuito guasto se la tensione di contatto assume valori particolari.
Si dividono:
I sistemi elettrici sono classificati in base allo stato del neutro e delle masse rispetto alla terra.
Vengono indicati con due lettere:
Impianto
di
MESSA A TERRA
RISCHIO ELETTRICO
Corrente continua:
La corrente continua è normalmente meno pericolosa della corrente alternata: infatti il valore
di corrente continua ritenuto potenzialmente in grado di innescare il fenomeno della
fibrillazione ventricolare è circa 4 VOLTE più elevato di quello corrispondente in corrente
alternata.
EFFETTI DELLA CORRENTE ELETTRICA SUL CORPO UMANO
Condizione necessaria perché avvenga l'elettrocuzione è che la corrente abbia rispetto al corpo
un punto di entrata e un punto di uscita. Il punto di entrata è di norma la zona di contatto con
la parte in tensione. Il punto di uscita è la zona del corpo che entra in contatto con altri
conduttori consentendo la circolazione della corrente all'interno dell'organismo seguendo un
dato percorso. In altre parole, se accidentalmente le dita della mano toccano una parte in
tensione ma l'organismo è isolato da terra (scarpe di gomma) e non vi è altro contatto con
corpi estranei, non si verifica la condizione di passaggio della corrente e non si registra alcun
incidente. Mentre se la medesima circostanza si verifica a piedi nudi si avrà elettrocuzione con
circolazione della corrente nel percorso che va dalla mano verso il piede, in tal caso punto di
uscita.
Il corpo umano è un conduttore che consente il passaggio della corrente offrendo, nel
contempo, una certa resistenza a tale passaggio. Minore è la resistenza, maggiore risulta la
quantità di corrente che lo attraversa. Detta resistenza non è quantificabile in quanto varia da
soggetto a soggetto, anche in funzione delle differenti condizioni in cui il medesimo soggetto si
può trovare al momento del contatto. Molteplici sono i fattori che concorrono a definirla e che
in sostanza non consentono di creare un parametro di riferimento comune che risulti
attendibile. Tra essi vi è il sesso, l'età, le condizioni in cui si trova la pelle (la resistenza è offerta
quasi totalmente da essa), la sudorazione, le condizioni ambientali, gli indumenti interposti, la
resistenza interna che varia da persona a persona, le condizioni fisiche del momento, il tessuto
e gli organi incontrati nel percorso della corrente dal punto di entrata al punto di uscita.
Il valore della resistenza, varia in
pratica tra 30.000 Ohm, nelle zone
superficiali di contatto, e può
raggiungere valori di alcuni milioni di
Ohm nel caso di polpastrelli secchi,
mentre può scendere a qualche decina
di Ohm nel caso di mani o piedi
bagnati.
Gli effetti provocati dall'attraversamento del corpo da parte della corrente sono:
a. Tetanizzazione
d. Fibrillazione ventricolare
e. Ustioni
Esempio:
Una corrente del valore di 500 mA
(che è la corrente assorbita da una lampadina da 100 W)
circolante attraverso il corpo umano per 50 ms
o piu, può provocare la FIBRILLAZIONE VENTRICOLARE
( si ricade infatti nella zona 4).
Tetanizzazione
E' il fenomeno che per eguale effetto, prende il nome da una malattia di natura diversa.
In condizioni normali, la contrazione muscolare è regolata da impulsi elettrici trasmessi,
attraverso i nervi, ad una placca di collegamento tra nervo e muscolo, detta placca
neuromuscolare. L'attraversamento del corpo da parte di correnti superiori provoca, a certi
livelli di intensità, fenomeni indesiderati di contrazione incontrollabile che determinano in
modo reversibile l'impossibilità di reagire alla contrazione. Ad esempio il contatto tra un
conduttore in tensione e il palmo della mano determina la chiusura indesiderata e
incontrollabile della mano che rimane per questo attaccata al punto di contatto.
Arresto della respirazione
La respirazione avviene mediante inspirazione e successiva espirazione di un certo volume di
aria che si ripete in condizioni normali circa 12-14 volte al minuto. I singoli atti respiratori
avvengono per la contrazione dei muscoli intercostali e del diaframma che con il loro
movimento variano il volume della cassa toracica. Durante l'elettrocuzione per i medesimi
motivi che determinano la tetanizzazione i muscoli si contraggono e non consentono
l'espansione della cassa toracica impedendo la respirazione. Se non si elimina velocemente la
causa della contrazione e se non si pratica in seguito a evento di notevole intensità la
respirazione assistita il soggetto colpito muore per asfissia.
Fibrillazione ventricolare
Quanto già esposto lascia intuire che in un organo notoriamente delicato quale è il cuore, che
basa la propria funzionalità su ritmi dettati da impulsi elettrici, ogni interferenza di natura
elettrica può provocare scompensi alla normale azione di pompaggio. In funzione
dell'intensità di corrente e della durata del fenomeno accidentale, detta alterazione causa la
mancata espulsione dall'organo di sangue ossigenato. Ciò determina il mancato nutrimento in
primo luogo del cervello che, a differenza di altri organi non può resistere per più di 3 - 4
minuti senza ossigeno, senza risultare danneggiato in modo irreversibile. In questo caso un
tempestivo massaggio cardiaco offre qualche possibilità di recuperare l'infortunato, altrimenti
destinato a morte sicura.
Ustioni
Sono la conseguenza tanto maggiore quanto maggiore è la resistenza all'attraversamento del
corpo da parte della corrente che, per effetto Joule determina uno sviluppo di calore.
Normalmente le ustioni si concentrano nel punto di ingresso ed in quello di uscita della
corrente dal corpo in quanto la pelle è la parte che offre maggiore resistenza. Come per gli altri
casi la gravità delle conseguenze sono funzione dell'intensità di corrente e della durata del
fenomeno.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
• Assicurarsi della rispondenza dell'impianto elettrico alla L.46/90 (attestato di conformità).
• Essere a conoscenza della posizione del quadro elettrico di zona (ed. es del piano o
dell'appartamento) per essere in grado di isolare l'intera zona.
• Essere a conoscenza della funzione dei vari interruttori del quadro di zona per essere in
grado di isolare l'ambiente desiderato.
• Non lasciare accesi apparecchi che potrebbero provocare un incendio durante la vostra
assenza o di notte. Non chiudere mai la stanza a chiave se dentro vi sono utilizzatori
pericolosi accesi.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
• Non utilizzate mai apparecchi nelle vicinanze di liquidi o in caso di elevata umidità
• Gli impianti vanno revisionati e controllati solo da personale qualificato. Non eseguite
riparazioni di fortuna con nastro isolante o adesivo a prese, spine e cavi.
• Le prese sovraccaricate possono riscaldarsi e divenire causa di corto circuiti, con conseguenze
anche gravissime. Evitare di servirvi di prolunghe: in caso di necessità, dopo l’uso staccarle e
riavvolgerle.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
• Non utilizzare multiprese tipo "triple" collegate a "ciabatte" che a loro volta provengono da
altre "triple" collegate a... .
In questo modo si determina un carico eccessivo sul primo collegamento a monte del
"groviglio" con rischio di incendio. Se gli utilizzatori (p.c., fax, casse audio, stampanti,
calcolatrici ecc.) aumentano e le prese disponibili non bastano, richiedere prima della
consegna dei nuovi utilizzatori anche l'adeguamento dell'impianto e del numero di prese
necessarie.
• Le spine. La Comunità Europea non si è ancora pronunciata sul tipo di spine e di prese
unificate utilizzabili nel territorio comunitario. Per questo circolano liberamente spine e
prese di tipo diverso. Non utilizzare mai spine italiane collegate (a forza) con prese tedesche
(schuko) o viceversa, perché in questo caso si ottiene la continuità del collegamento elettrico
ma non quella del conduttore di terra.
ALCUNE SEMPLICI REGOLE DA SEGUIRE DENTRO E FUORI DAI LUOGHI
DI LAVORO CHE POSSONO PROTEGGERE LA VITA
Nel togliere la spina dalla presa non tirare mai il cavo e ricordare di spegnere prima
l’apparecchio utilizzatore
Non utilizzare mai l'acqua per spegnere un incendio di natura elettrica. Sezionare l'impianto e
utilizzare estintori a polvere o CO2.
Se qualcuno è in contatto con parti in tensione non tentare di salvarlo trascinandolo via, prima
di aver sezionato l'impianto.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
Si intendono per Dispositivi di Protezione Individuale (DPI), i prodotti che hanno la funzione di
salvaguardare la persona che l'indossi o comunque li porti con sé da rischi per la salute e la
sicurezza. [D.Lgs. 475/92 - Attuazione della direttiva 89/686/CEE]
I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati o sufficientemente
ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di protezione collettiva, da misure, metodi
o procedimenti di riorganizzazione del lavoro. [D.Lgs. 81/2008]
In altri termini, il DPI va utilizzato come extremaratio: solo quando non è possibile eliminare il
rischio altrimenti
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI devono:
• essere adeguati ai rischi da prevenire, senza comportare di per sé un rischio maggiore;
• essere adeguati alle condizioni esistenti sul luogo di lavoro;
• tenere conto delle esigenze ergonomiche o di salute del lavoratore.
I DPI devono, per legge, riportare il marchio CE il quale indica la conformità ai requisiti
essenziali di salute e sicurezza. Inoltre il dispositivo di sicurezza deve contenere un manuale di
istruzioni per l'uso, conservazione, pulizia, manutenzione, data di scadenza, categoria e limiti
d'uso scritto nelle lingue ufficiali.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
I DPI sono divisi in tre categorie, in funzione del tipo di rischio:
• II categoria: tutti quelli non rientranti nelle altre due categorie - rischio significativo come ad
esempio - prototipo certificato da un ente notificato;
La presenza del doppio triangolo non è sufficiente, il DPI deve necessariamente riportare il
marchio CE per essere conforme alla direttiva 89/686/CEE.
DPI – RISCHIO ELETTRICO
La scelta del DPI e delle attrezzature è influenzata dal “Metodo di lavoro”
Sulla base della molteplicità degli interventi possibili, sono state sviluppate negli anni diverse
tipologie di interventi sotto tensione in relazione alla posizione dell’operatore rispetto alle
parti a potenziale diverso e ai mezzi utilizzati (attrezzature e DPI) per prevenire eventuali
danni.
• EN 50321 (CEI 11-59) Calzature elettricamente isolanti per lavori su impianti di bassa
tensione
• EN 50365 (CEI 11-73) Elmetti isolanti da utilizzare su impianti di Categoria 0 e 1
• EN 60903 (CEI 11-31) Guanti e muffole di materiale isolante per lavori sotto tensione
• EN 60984 (CEI 11-30) Manicotti di materiale isolante per lavori sotto tensione
• EN 60895 (CEI 11-23) Abiti conduttori per lavori sotto tensione fino a 800 kV di tensione
nominale in corrente alternata
• EN 60743 (CEI 11-24) Terminologia per gli attrezzi e gli equipaggiamenti usati per lavori sotto
• tensione
• EN 60832 (CEI 11-22) Aste isolanti ed attrezzi adattabili per lavori sotto tensione
DPI – RISCHIO ELETTRICO
Dispositivi di protezione individuali e attrezzature isolanti:
• Guanti/manicotti
• Calzature
• Elmetti/visiere
• Tappeti
• Attrezzi isolanti
• Tubi, coperte
GUANTI ISOLANTI
I guanti isolanti sono i DPI più importanti per i lavori elettrici: sono la prima linea di difesa con le parti sotto tensione;
possono essere utilizzati come protezione diretta (lavori a contatto) o secondaria (in abbinamento ad attrezzi isolanti).
Test indipendenti dimostrano l’ottima resistenza dei guanti composite all’arco elettrico
• 6 categorie (00, 0, 1, 2, 3 e 4) a seconda della tensione di utilizzo raccomandata: da 500 V a 36.000 V AC
• 4 proprietà speciali: A (acido), H (petrolio), Z (ozono), R (A + H + Z), C (temperatura molto bassa)
Non si tratta di guanti con resistenza chimica: la ratio è che i guanti devono garantire la protezione elettrica anche dopo
essere stati a contatto con determinate sostanze chimiche (e.g. fuoriuscite da trasformatori o batterie) o esposti ad agenti
esterni
MANICHE ISOLANTI
Le maniche isolanti sono utilizzate per prevenire contatti con parti sotto tensione nella parte
superiore del braccio.
Sono utilizzate in abbinamento ai guanti isolanti e offrono lo stesso livello di protezione.
La norma di riferimento è la EN 60984.
PROTEZIONE TESTA E VISO
Elmetto
Indossare l’elmetto serve per prevenire il rischio di lesioni dalla
caduta di oggetti o colpi alla testa; gli elmetti di sicurezza devono
soddisfare la norma EN 397.
Gli elmetti di sicurezza idonei per le operazioni elettriche fino a
1000 V AC devono soddisfare i requisiti previsti dalla norma EN
50365. Tali elmetti, quando utilizzati insieme ad altri
equipaggiamenti di protezione isolanti, impediscono che correnti
pericolose percorrano il corpo delle persone attraverso la testa.
Visiere
Indossare visiere od occhiali serve a proteggere il viso da
aggressioni meccaniche (ad es. proiezioni di schegge), chimiche
(ad es. spruzzi o polveri) o radiazioni.
Nello specifico, per una efficace protezione da arco elettrico, solo
le visiere sono in grado di offrire una protezione adeguata
(norma EN 166, simbolo "8“).
CALZATURE ISOLANTI
Un’accurata analisi del rischio è fondamentale per scegliere una protezione adeguata.