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DI COSA PARELEREMO?

• Definizione di macchina secondo il D.Lgs. 81/08 e il D.Lgs. 17/2010: cosa


si intende per macchina e attrezzatura di lavoro

• La conformità delle macchine messe a disposizione dei lavoratori e i


requisiti di sicurezza: macchine oggetto di marcatura CE e non

• Gli obblighi del fabbricante per l’immissione sul mercato e la messa in


servizio di una macchina in relazione agli obblighi del datore di lavoro
utilizzatore

• L’idoneità e la valutazione dei rischi, vizi palesi e vizi occulti


DEFINIZIONE DI ATTREZZATURA DI LAVORO
TITOLO III D.LGS. 81/08: ART. 69 – Definizioni

1. Agli effetti delle disposizioni di cui al presente Titolo si intende per:

a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o impianto, inteso come il complesso di
macchine, attrezzature e componenti necessari all’attuazione di un processo produttivo, destinato ad essere
usato durante il lavoro;

b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa connessa ad una attrezzatura di lavoro,
quale la messa in servizio o fuori servizio, l’impiego, il trasporto, la riparazione, la trasformazione, la
manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo smontaggio;

c) zona pericolosa: qualsiasi zona all’interno ovvero in prossimità di una attrezzatura di lavoro nella quale la
presenza di un lavoratore costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso;

d) lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa;

e) operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di lavoro o il datore di lavoro che ne fa uso.
DEFINIZIONE DI ATTREZZATURA DI LAVORO
ESEMPI:
PRODOTTO AMBIENTE DI LAVORO ATTREZZATURA DI LAVORO
(esempio) (art. 69 c.1 l. 4 D.Lgs. 81/08)
Macchina operatrice e utensili (*) Cantieri e manufatturiero SI
Impianto di processo (*) Manifatturiero SI
Impianto di servizio (elettrico, pneumatico, vapore, Tutti NO
ecc)
Giocattoli (*) Scuola/educazione SI
Dispositivo medico (*) Ospedaliero SI
Impianto di captazione scariche atmosferiche e di Tutti NO
messa a terra
Dispositivo di protezione individuale (*) Tutti NO
Ascensore e montacarichi (*) Tutti NO
Cancello e porta motorizzata (*) Tutti NO
Pacco bombole per lo stoccaggio del metano (*) Autotrazione SI
Macchine ordinarie da ufficio (*) Pubblico impiego SI

(*) Oggetto di marcatura CE


CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA

TITOLO III D.LGS. 81/08: ART 70 – Requisiti di sicurezza

1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro messe a disposizione dei lavoratori
devono essere conformi alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di recepimento delle
Direttive comunitarie di prodotto.

2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni legislative e regolamentari di cui al


comma 1, e quelle messe a disposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione di norme
legislative e regolamentari di recepimento delle Direttive comunitarie di prodotto, devono essere
conformi ai requisiti generali di sicurezza di cui all’ALLEGATO V.

3. Si considerano conformi alle disposizioni di cui al comma 2 le attrezzature di lavoro costruite


secondo le prescrizioni dei Decreti Ministeriali adottati ai sensi dell’articolo 395 del decreto
Presidente della Repubblica 27 aprile 1955, n. 547 , ovvero dell’articolo 28 del decreto legislativo 19
settembre 1994, n. 626 [Adeguamenti al progresso tecnico]
CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
DIRETTIVE DI PRODOTTO DIRETTIVE SOCIALI
Articolo 95 del trattato CE (ora Articolo 114 del Trattato Articolo 137 del trattato CE (ora Articolo 153 del
sul funzionamento dell’Unione Europea) Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea)
Ravvicinamento delle disposizioni legislative, Promozione dell'occupazione e del miglioramento
regolamentari ed amministrative degli Stati membri che delle condizioni di vita e di lavoro, sostenendo e
hanno per oggetto l'instaurazione ed il funzionamento completando l'azione degli Stati membri tra gli altri
del mercato interno (libera circolazione basata su anche nel settore del miglioramento, in particolare,
misure di armonizzazione) dell'ambiente di lavoro, per proteggere la sicurezza e la
salute dei lavoratori
In materia di sanità, sicurezza, protezione dell'ambiente Possibilità di adottare, mediante direttive, le
e protezione dei consumatori, si basa su un livello di prescrizioni minime applicabili progressivamente,
protezione elevato, tenuto conto, in particolare, degli tenendo conto delle condizioni e delle normative
eventuali nuovi sviluppi fondati su riscontri scientifici tecniche esistenti in ciascuno Stato membro
(requisiti essenziali di salute e sicurezza)

Destinatari: fabbricanti, responsabili dell’immissione sul Destinatari: Datori di lavoro utilizzatori


mercato
CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
Disposizioni legislative di recepimento di direttive comunitarie di prodotto – esempi:
PRODOTTO Prima disposizione legislativa Data di applicazione di
di recepimento nazionale specifiche disposizioni
[Direttiva comunitaria di legislative di recepimento
prodotto] delle Direttive Comunitarie
di prodotto
Macchina operatrice e utensili DPR 459/1996 [89/392/CEE] 21/09/1996

Impianto di processo DPR 459/1996 [89/392/CEE] 21/09/1996

Giocattoli D.Lgs. 313/1991 [88/378/CEE] 20/10/1991

Dispositivo medico D.Lgs. 46/1997 [93/42/CEE] 21/03/1997

Pacco bombole per lo stoccaggio del metano D.Lgs. 93/2000 [97/23/CEE] 30/05/2002

Macchine ordinarie da ufficio D.Lgs. 626/1996 [93/68/CEE] 31/12/1996


CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
PRODOTTO Disposizione legislativa di recepimento nazionale Data di applicazione
[Direttiva sociale]

Attrezzature di D.Lgs. 81/08 – Allegato V Ante 01/01/1993


lavoro [Direttiva 89/391/CEE, Direttiva 2009/104/CE, versione (periodo transitorio
codificata della Direttiva 89/655/CEE e s.m.i] marcatura CE dal 01/01/1993
al 20/09/1996)
D.Lgs. 81/08 - Allegato V: Requisiti di sicurezza delle attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni
legislative e regolamentari di recepimento delle direttive comunitarie di prodotto, o messe a disposizione dei
lavoratori antecedentemente alla data della loro emanazione
PARTE I – Requisiti generali applicabili a tutte le attrezzature
1. Sistemi e dispositivi di comando 6. Illuminazione
2. Rischi di rottura, proiezione e caduta di oggetti 7. Temperature estreme
durante il funzionamento 8. Segnalazioni, indicazioni
3. Emissioni di gas, vapori, liquidi, polvere, ecc. 9. Vibrazioni
4. Stabilità 10. Manutenzione, riparazione, regolazione ecc.
5. Rischi dovuti agli elementi mobili 11. Incendio ed esplosione
CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
Allegato V D.Lgs. 81/08 - PARTE II – Prescrizioni supplementari applicabili ad attrezzature di lavoro specifiche

1. Prescrizioni applicabili alle attrezzature in pressione

2. Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro mobili, semoventi o no

3. Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento, al trasporto o


all’immagazzinamento di carichi:
Gru, Argani, Paranchi e simili,
Elevatori e trasportatori a piani mobili, a tazze, a coclea, a nastro e simili

4. Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al sollevamento di persone e di persone e cose:
Macchine per il sollevamento o lo spostamento di persone,
Ponti su ruote a torre e sviluppabili a forbice,
Scale aeree su carro,
Ponti sospesi,
Ascensori e montacarichi
CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
5. Prescrizioni applicabili a determinate attrezzature di lavoro quali …
CONFORMITA’ E REQUISITI DI SICUREZZA
ATTUALE NORMATIVA DI RIFERIMENTO PER LE MACCHINE:

Data di immissione sul mercato Riferimenti normativi in Italia


Ante 01/01/1993 D.Lgs. 81/08 Allegato V

Dal 01/01/1993 al 20/09/1996 Direttiva 89/392/CEE e s.m.i. (se marcate CE)


Oppure
Periodo transitorio marcatura CE D.Lgs. 81/08 – Allegato V (se non marcate CE)
Dal 21/09/1996 al 28/06/2006 Direttiva 89/392/CEE e s.m.i.
(obbligo marcatura CE) oppure
D.P.R. 459/96
Dal 29/06/1996 al 28/12/2009 Direttiva 2006/42/CE o 89/392/CEE o D.P.R.
459/1996
Dal 29/12/2009 al 05/03/2010 Direttiva 2006/42/CE o D.P.R. 459/1996

Dal 06/03/2010 Direttiva 2006/42/CE o D.Lgs. 17/2010


DIRETTIVA MACCHINE
DIRETTIVA 2006/42/CE DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 17 maggio 2006 relativa alle
macchine e che modifica la direttiva 95/16/CE

Recepita in Italia con il DECRETO LEGISLATIVO 27 gennaio 2010 , n. 17

Campo di applicazione ART. 1:


1. Le norme del presente decreto legislativo si applicano ai seguenti prodotti, così come definiti all'articolo 2:
a) macchine;
b) attrezzature intercambiabili;
c) componenti di sicurezza;
d) accessori di sollevamento;
e) catene, funi e cinghie;
f) dispositivi amovibili di trasmissione meccanica;
g) quasi-macchine.
DIRETTIVA MACCHINE: MACCHINA propriamente detta Art. 2, c. 1 , l. a)
1) insieme equipaggiato o destinato ad essere equipaggiato di un sistema di azionamento diverso
dalla forza umana o animale diretta, composto di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile,
collegati tra loro solidamente per un'applicazione ben determinata;

2) insieme di cui al numero 1), al quale mancano solamente elementi di collegamento al sito di
impiego o di allacciamento alle fonti di energia e di movimento;

3) insieme di cui ai numeri 1) e 2), pronto per essere installato e che può funzionare solo dopo
essere stato montato su un mezzo di trasporto o installato in un edificio o in una costruzione;

4) insiemi di macchine, di cui ai numeri 1), 2) e 3), o di quasi-macchine, di cui alla lettera g), che per
raggiungere uno stesso risultato sono disposti e comandati in modo da avere un funzionamento
solidale;

5) insieme di parti o di componenti, di cui almeno uno mobile, collegati tra loro solidalmente e
destinati al sollevamento di pesi e la cui unica fonte di energia è la forza umana diretta;
DIRETTIVA MACCHINE: INSIEMI DI MACCHINE
Affinché un gruppo di unità di macchine o quasi-macchine possa essere considerato un insieme di macchine, devono essere
soddisfatti tutti questi criteri:
• le unità costituenti sono assemblate insieme per realizzare una comune funzione, ad esempio, la produzione di un
determinato prodotto;
• le unità costituenti sono funzionalmente collegate in modo tale che il funzionamento di ciascuna unità influisca direttamente
sul funzionamento di altre unità o dell'insieme nel suo insieme, per cui è necessaria una valutazione dei rischi per l'intero
insieme;
• le unità costitutive hanno un sistema di controllo comune
Un insieme di macchine che sono collegate tra loro ma in cui ciascuna macchina funziona indipendentemente dalle altre non è
considerato un insieme di macchine nel senso di cui sopra.
Il fabbricante dell’insieme di macchine deve:
– eseguire l'opportuna procedura di valutazione della conformità per l'insieme di macchine;
– apporre sull’insieme della macchina una marcatura specifica (ad esempio una targhetta specifica) con le informazioni
richieste dal punto 1.7.3 [Marcatura delle macchine] e, se del caso, dai punti 3.6.2 [Requisiti di marcatura per ovviare ai
pericoli dovuti alla mobilità delle macchine], 4.3.3 [Macchine di sollevamento] e 6.5 [Marcature per le macchine che
presentano particolari pericoli dovuti al sollevamento di persone] dell'allegato I, compresa la marcatura CE ;
– redigere e firmare una Dichiarazione di Conformità CE per l’insieme
– compilare il fascicolo tecnico che deve contenere i risultati della valutazione del rischio e i dettagli di progettazione delle
interfacce (es. ripari, convogliatori di collegamento, tramogge, alimentatori e dispositivi di interfaccia elettronica) tra i
costituenti.
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INSIEMI DI MACCHINE: LE RESPONSABILITA’
DIRETTIVA MACCHINE: ATTREZZATURA INTERCAMBIABILE
ATTREZZATURA INTERCAMBIABILE Art. 2, c.2, l. b): Dispositivo che, dopo la messa in servizio di una macchina
o di un trattore, è assemblato alla macchina o al trattore dall'operatore stesso al fine di modificarne la
funzione o apportare una nuova funzione, nella misura in cui tale attrezzatura non è un utensile;
Le attrezzature intercambiabili non vanno confuse con i pezzi di ricambio, che non modificano la funzione del macchinario né gli
attribuiscono una nuova funzione, ma che hanno semplicemente lo scopo di sostituire parti usurate o danneggiate.
Il fabbricante dell'attrezzatura intercambiabile deve garantire che la combinazione dell'attrezzatura intercambiabile e della
macchina di base con la quale è destinata ad essere assemblata soddisfi tutti i pertinenti requisiti essenziali di salute e sicurezza
dell'allegato I e deve eseguire la procedura di valutazione della conformità appropriata.
L'assemblaggio di attrezzature intercambiabili con macchine di base può avere l'effetto di creare una combinazione che
appartiene a una delle categorie di macchine elencate nell'allegato IV. Questo può essere il caso, ad esempio, di un supporto
che viene assemblato con una macchina per la lavorazione del legno manuale per trasformarlo in un macchinario fisso, come
una sega circolare da banco o una toupie verticale, o quando una piattaforma di lavoro è assemblata con macchinari di
sollevamento per modificarne la funzione allo scopo di sollevare persone.
In tali casi, il fabbricante dell'attrezzatura intercambiabile deve effettuare una valutazione dei rischi per la combinazione
dell'attrezzatura intercambiabile e della macchina di base e applicare una delle procedure di valutazione della conformità
previste per le macchine dell'allegato IV.
Le informazioni necessarie relative alla valutazione della conformità della combinazione dell'attrezzatura intercambiabile e
della macchina di base devono essere menzionate nella dichiarazione di conformità CE per l'attrezzatura intercambiabile.
Le istruzioni per l'attrezzatura intercambiabile devono inoltre specificare il tipo o i tipi di macchine di base con cui l'attrezzatura
è destinata ad essere assemblata e includere le necessarie istruzioni di montaggio
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DIRETTIVA MACCHINE: ATTREZZATURA INTERCAMBIABILE
ESEMPIO 1: PROLUNGA - BRACCIO GRU - SU CARRELLO ELEVATORE : Circolare n. 30/2012 del 24/12/2012: Problematiche di
sicurezza delle macchine - Requisiti di sicurezza delle prolunghe applicate alle forche dei carrelli elevatori, cosiddette “ bracci
gru”. Infine, si richiama l’attenzione che
tale tipologia di utilizzo fa rientrare il
carrello nel novero delle attrezzature
elencate nell’allegato VII al D.lgs.
n.81/2008, quale attrezzatura di
sollevamento, e conseguentemente il
carrello stesso debba essere
sottoposto alla disciplina delle
verifiche periodiche ex articolo 71,
comma 11 del citato decreto
legislativo con le modalità previste
dal decreto interministeriale
11.04.2011.
DIRETTIVA MACCHINE: attrezzatura intercambiabile
ESEMPIO 2: USO DI ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO DI CARICHI PER SOLLEVARE PERSONE:

Caso 1 Consentito Caso 2 Vietato


Attrezzatura intercambiabile assemblata con una Attrezzatura per sollevare persone, utilizzata con una
macchina di sollevamento allo scopo di sollevare persone. attrezzatura per il sollevamento di carichi.
L’assemblaggio finale è una attrezzatura di lavoro La configurazione finale non è una attrezzatura di lavoro
destinata al sollevamento di persone, l’uso è consentito. destinata al sollevamento di persone, pertanto l’uso è
vietato, salvo casi eccezionali e a determinate condizioni.
Piattaforma di lavoro Piattaforma di lavoro sollevata Piattaforma di lavoro sollevata
Piattaforma di lavoro assemblata su
assemblata su gru da una gru con l’ausilio di un sulle forche di un carrello
carrello telescopico
accessorio di sollevamento elevatore
DIRETTIVA MACCHINE: ATTREZZATURA INTERCAMBIABILE
ESEMPIO 2: USO DI ATTREZZATURE DI SOLLEVAMENTO DI CARICHI PER SOLLEVARE PERSONE - CASO 2:
Punto 3.1.4 Allegato VI D.Lgs. 81/08:
Il sollevamento di persone è permesso soltanto con attrezzature di lavoro e accessori previsti a tal fine. A titolo
eccezionale, possono essere utilizzate per il sollevamento di persone attrezzature non previste a tal fine a condizione
che si siano prese adeguate misure in materia di sicurezza, conformemente a disposizioni di buona tecnica che
prevedono il controllo appropriato dei mezzi impiegati e la registrazione di tale controllo. Qualora siano presenti
lavoratori a bordo dell’attrezzatura di lavoro adibita al sollevamento di carichi, il posto di comando deve essere
occupato in permanenza. I lavoratori sollevati devono disporre di un mezzo di comunicazione sicuro. Deve essere
assicurata la loro evacuazione in caso di pericolo.

Circolare MLPS del 10/02/2011 Parere della commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro
sul concetto di eccezionalità di cui al punto 3.1.4. dell’allegato VI al decreto legislativo 9 aprile 2008, n. 81, e s.m.i.:
- quando si tratti di operare in situazioni di emergenza
- per attività la cui esecuzione immediata è necessaria per prevenire situazioni di pericolo, incidenti imminenti o per
organizzare misure di salvataggio
- quando per l’effettuazione di determinate operazioni rese necessarie dalla specificità del sito o del contesto
lavorativo le attrezzature disponibili o ragionevolmente reperibili sul mercato non garantiscono maggiori condizioni
di sicurezza.

Nota del 09/05/2012 Prot. 32/0010249/MA001.A001 - Oggetto: Procedure tecniche da seguire nel caso di
sollevamento persone con attrezzature non previste a tal fine
DIRETTIVA MACCHINE: COMPONENTI DI SICUREZZA
COMPONENTE DI SICUREZZA Art. 2, c. 2, l. c): componente:
1) destinato ad espletare una funzione di sicurezza;
Serve a realizzare una misura di protezione per eliminare o, se non è possibile, ridurre un rischio: sia che questa funzione sia inerente
alla progettazione o innescata automaticamente, o per intervento dell'operatore sul componente di sicurezza (come nel caso di
dispositivo di arresto di emergenza, cintura di sicurezza o dispositivo di comando a due mani).
I componenti puramente operativi, ..., non sono considerati componenti di sicurezza. I componenti di sicurezza sono componenti
destinati dal fabbricante del componente per essere montati su macchine, specificamente per svolgere una funzione protettiva, oltre
a qualsiasi compito operativo.
2) immesso sul mercato separatamente;
Solo i componenti di sicurezza immessi indipendentemente sul mercato sono soggetti in quanto tali alla direttiva macchine. I
componenti di sicurezza fabbricati da un fabbricante di macchine per essere incorporati nella propria macchina non sono soggetti
alla Direttiva in quanto tali, sebbene debbano consentire alla macchina di soddisfare i relativi requisiti essenziali di salute e sicurezza.
Va notato che quando un fabbricante fornisce componenti di sicurezza come pezzi di ricambio per sostituire i componenti di sicurezza
originali su macchine che ha immesso sul mercato, questi non sono soggetti alla Direttiva Macchine.
3) il cui guasto ovvero malfunzionamento, mette a repentaglio la sicurezza delle persone;
4) che non è indispensabile per lo scopo per cui è stata progettata la macchina o che per tale funzione può essere
sostituito con altri componenti.
I componenti di sicurezza sono considerati dispositivi fisici. Il software che svolge una funzione di sicurezza e che viene immesso in
modo indipendente sul mercato non è considerato un "componente di sicurezza". Tuttavia, i componenti fisici che incorporano
software e che soddisfano la definizione di cui all'articolo 2, lettera c) sono "componenti di sicurezza" e possono anche essere
«blocchi logici per assicurare funzioni di sicurezza" (punto 21, allegato IV)

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DIRETTIVA MACCHINE: COMPONENTI DI SICUREZZA
Sono elencati nell’allegato V (elenco indicativo e non esaustivo)

* Elencati in allegato IV
DIRETTIVA MACCHINE: ACCESSORI DI SOLLEVAMENTO
ACCESSORI DI SOLLEVAMENTO Art. 2, c. 2, l. d): Componenti o attrezzature non collegate alle macchine per il
sollevamento, che consentono la presa del carico, disposti tra la macchina e il carico oppure sul carico stesso,
oppure destinati a divenire parte integrante del carico e ad essere immessi sul mercato separatamente; anche le
imbracature e le loro componenti sono considerate accessori di sollevamento;

L'attrezzatura posta tra il dispositivo di trattenuta della macchina di sollevamento e il carico è considerata un accessorio di
sollevamento, anche se è immessa sul mercato con la macchina di sollevamento o con il carico.
L’attrezzatura destinata ad essere utilizzata come imbracatura indipendente o in una varietà di combinazioni in imbracature che
devono essere realizzate dall’utilizzatore, ad esempio, per realizzare un'imbracatura a più bracci, è considerata un accessorio di
sollevamento.
D'altra parte, i componenti che sono destinati ad essere incorporati nelle imbracature e che non sono destinati ad essere utilizzati
indipendentemente per costituire un'imbracatura non sono considerati accessori di sollevamento.

Esempi:
pinze, forche di sollevamento, trave di sollevamento,

occhielli, anelli a saldare, asole, ancoraggi, ganci a saldare

imbracature in fibra, in fune, in catena

ganci, sollevatori a depressione, magneti di sollevamento, solo quando non sono fissati o fissati in modo permanente alla macchina di
sollevamento, in altre parole, quando la macchina può essere utilizzata per sollevare carichi senza l'attrezzatura o con altri accessori di
sollevamento,

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DIRETTIVA MACCHINE: CATENE, FUNI E CINGHIE
CATENE, FUNI E CINGHIE Art. 2, c.2, l. e): Catene, funi e cinghie progettate e costruite a fini di sollevamento come parte
integrante di macchine per il sollevamento o di accessori di sollevamento;
Sono immesse sul mercato dal fabbricante sotto forma di bobine, fusti, rotoli, bobine o fasci di catene alla rinfusa, corde o fettucce e
fornite ai distributori, ai fabbricanti di macchine o accessori di sollevamento o agli utilizzatori
Il distributore o l’utilizzatore non diventa un fabbricante, ai sensi della direttiva, tagliando singole lunghezze per l'integrazione in
macchine di sollevamento o accessori di sollevamento. Pertanto, gli obblighi relativi all’immissione sul mercato o alla messa in
servizio, non si applicano nuovamente ai tratti di catena, fune o fettuccia tagliati dai prodotti già immessi sul mercato dal
fabbricante di catene, funi o fettucce. Tali lunghezze sono da considerarsi come componenti della macchina di sollevamento o degli
accessori di sollevamento in cui sono incorporati. Tuttavia, i distributori di catene, funi e fettucce devono garantire che la relativa
Dichiarazione di Conformità CE, il riferimento dell’attestazione che stabilisce le caratteristiche della catena, fune o fettuccia e le
istruzioni del fabbricante siano forniti con la lunghezza tagliata di catena, fune o cinghie ai fabbricanti di macchine o accessori di
sollevamento o agli utilizzatori (RES 4.3.1).
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RES 4.3.1: Ogni lunghezza di catena, fune o cinghia di sollevamento che non faccia parte di un insieme deve recare una
marcatura o, se ciò non è possibile, una targa o un anello inamovibile con i riferimenti del fabbricante o del suo mandatario e
l'identificazione della relativa attestazione.
L'attestazione sopra menzionata deve contenere almeno le seguenti indicazioni:
a) nome e indirizzo del fabbricante e, se del caso, del suo mandatario;
b) descrizione della catena o della fune comprendente: dimensioni nominali, costruzione, materiale di fabbricazione, e
qualsiasi trattamento metallurgico speciale subito dal materiale;
c) metodo di prova impiegato;
d) carico massimo che deve essere sopportato, durante il funzionamento, dalla catena o dalla fune. Una forcella di valori può
essere indicata in funzione delle applicazioni previste.
DIRETTIVA MACCHINE:
DISPOSITIVI AMOVIBILI DI TRASMISSIONE MECCANICA
DISPOSITIVI AMOVIBILI DI TRASMISSIONE MECCANICA Art. 2, c.2, l. f): Componenti amovibili destinati alla trasmissione
di potenza tra una macchina semovente o un trattore e una macchina azionata, mediante collegamento al primo
supporto fisso di quest'ultima; tali dispositivi, ove immessi sul mercato muniti di ripari, sono considerati come un singolo
prodotto;

Si precisa che i ripari per organi amovibili di trasmissione meccanica sono inseriti come punto 1 nell'elenco indicativo dei
componenti di sicurezza di cui all'allegato V.

Quando vengono immessi sul mercato autonomamente, tali ripari sono quindi soggetti alla Direttiva Macchine in quanto
componenti di sicurezza. Tuttavia, secondo la seconda frase della definizione di cui sopra, quando un dispositivo di
trasmissione meccanica amovibile viene immesso sul mercato insieme alla sua protezione, è soggetto alla Direttiva
Macchine come prodotto unico.

Per quanto riguarda la procedura di valutazione della conformità, va inoltre notato che i dispositivi di trasmissione
meccanica amovibili, compresi i relativi ripari, sono elencati nell'allegato IV, punto 14, e i ripari per i dispositivi di
trasmissione meccanica amovibili sono elencati nell'allegato IV, punto 15.

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DIRETTIVA MACCHINE: QUASI MACCHINE
QUASI MACCHINE Art. 2,c. 2, l. g): Insiemi che costituiscono quasi una macchina, ma che, da soli, non sono in grado di garantire
un'applicazione ben determinata; un sistema di azionamento è una quasi-macchina; le quasi-macchine sono unicamente destinate
ad essere incorporate o assemblate ad altre macchine o ad altre quasi-macchine o apparecchi per costituire una macchina
disciplinata dal presente decreto;
Le quasi macchine devono quindi subire un'ulteriore costruzione per diventare macchine finali in grado di svolgere la propria
specifica applicazione. Le quasi macchine sono un prodotto destinato a formare macchine che rientrano nell'ambito di applicazione
della Direttiva Macchine dopo l'incorporazione.
MACCHINE PRONTE PER ESSERE INSTALLATE SU UN MEZZO DI TRASPORTO O IN UN EDIFICIO O UNA STRUTTURA: non sono quasi
macchine
MACCHINA COSTRUITA IN SITU: non deve essere considerata una quasi-macchina perché all'arrivo in sito comprende un certo
numero di parti che potrebbero non essere conformi. È ancora una macchina a cui si applica la Direttiva Macchine, quindi deve
essere sottoposta a valutazione di conformità e marcatura CE prima di essere messa in servizio per la prima volta.
MACCHINE PRIVE SOLO DEI MEZZI DI PROTEZIONE O DEI COMPONENTI DI SICUREZZA NECESSARI: non sono quasi macchine
SISTEMI DI AZIONAMENTO: Se il sistema di azionamento da montare è coperto dalla valutazione del fabbricante, non è una quasi
macchina.
Lo è un motore a combustione interna o un motore elettrico ad alta tensione immesso sul mercato pronto per essere montato, cioè
con i collegamenti necessari per l'allestimento, a una macchina soggetta alla Direttiva Macchine.
I motori elettrici che sono commercializzati per un'ampia varietà di usi e quindi non specificamente progettati o attrezzati per essere
adattati a un particolare tipo di macchina non sono quasi macchine.
La maggior parte dei motori elettrici a bassa tensione (50-1000 volt ca o tra 75 e 1500 volt cc) sono esclusi dal campo di
applicazione della Direttiva Macchine e sono soggetti alla Direttiva Bassa Tensione 2014/35/UE, a meno che non siano soggetti alla
Direttiva ATEX 2014/34/UE (esclusi dalla Direttiva Bassa Tensione), o facciano parte del sistema di azionamento discusso sopra come
quasi-macchina.
DIRETTIVA MACCHINE: ESCLUSIONI

Quando per una macchina i pericoli di cui all'allegato 1 sono interamente o parzialmente disciplinati in modo più specifico da
altri provvedimenti di recepimento di direttive comunitarie, il presente decreto non si applica a tale macchina e per tali pericoli.
DIRETTIVA MACCHINE: immissione sul mercato e messa in servizio
ART. 3 (Immissione sul mercato e messa in servizio)
1. Possono essere immesse sul mercato ovvero messe in servizio unicamente le macchine che soddisfano le
pertinenti disposizioni del presente decreto legislativo e se non pregiudicano la sicurezza e la salute delle
persone o, se del caso, degli animali domestici e dei beni, nonché', qualora applicabile, dell'ambiente quando
sono debitamente installate, mantenute in efficienza e utilizzate conformemente alla loro destinazione o in
condizioni ragionevolmente prevedibili.
2. Possono essere immesse sul mercato unicamente le quasi-macchine che rispettano le pertinenti
disposizioni del presente decreto legislativo.

ART. 2 (Definizioni) comma 2 lettere:

h) «immissione sul mercato»: prima messa a disposizione, all'interno della Comunità, a titolo oneroso o
gratuito, di una macchina o di una quasi-macchina a fini di distribuzione o di utilizzazione;

m) «messa in servizio»: primo utilizzo, conforme alla sua destinazione, all'interno della Comunità, di una
macchina oggetto del presente decreto legislativo;
DIRETTIVA MACCHINE: immissione sul mercato e messa in servizio
IMMISSIONE SUL MERCATO = prima messa a disposizione del macchinario all’interno della Comunità.
Implica il trasferimento del macchinario dal fabbricante a un'altra persona, ad esempio un distributore o un
utilizzatore (escluso il mandatario nell’UE), con trasferimento o meno della proprietà, a titolo gratuito o meno,
inclusa l’offerta per la distribuzione, il consumo o l’uso sul mercato dell’UE che potrebbe comportare una fornitura
effettiva (invito all’acquisto, campagne pubblicitarie, offerta su internet), rendendola disponibile ai fini della
distribuzione o uso.
Casi particolari:
MACCHINE USATE O DI SECONDA MANO: se sono state rese disponibili per la prima volta in vista della distribuzione o
dell'uso al di fuori dell’UE, qualora vengano successivamente immesse sul mercato o messe in servizio per la prima
volta nell’UE.
MACCHINE OGGETTO DI NOLEGGIO O LOCAZIONE: la prima volta in cui la macchina o quasi-macchina è oggetto di
un contratto di locazione o noleggio nell’UE
INSIEMI DI MACCHINE: Gli insiemi di macchine che sono assemblati nei locali dell’utilizzatore da un soggetto diverso
da esso, si considerano immessi sul mercato quando le operazioni di assemblaggio sono state completate e l'insieme
è consegnato all’utilizzatore per l’uso.

MESSA IN SERVIZIO= quando vengono utilizzate per la prima volta nell’UE.


Casi particolari:
MACCHINE NUOVE TESTATE E UTILIZZATE PRESSO IL SITO DELL’UTILIZZATORE (autocostruite o meno)
MACCHINE MESSE IN SERVIZIO PER LA PRIMA VOLTA AL DI FUORI DELL’UE
MACCHINE ESISTENTI CUI SONO APPORTATE MODIFICHE ESTESE (macchina considerata come nuova)
DIRETTIVA MACCHINE: Obblighi del fabbricante/mandatario
ART. 3 (Immissione sul mercato e messa in servizio)
3. Il fabbricante o il suo mandatario, prima di immettere sul mercato ovvero mettere in servizio una macchina:
a) si accerta che soddisfi i pertinenti requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute indicati nell'allegato I;
b) si accerta che il fascicolo tecnico di cui all'allegato VII, parte A, sia disponibile;
c) fornisce in particolare le informazioni necessarie, quali ad esempio le istruzioni;
d) espleta le appropriate procedure di valutazione della conformità ai sensi dell'articolo 9;
e) redige la dichiarazione CE di conformità ai sensi dell'allegato II, parte 1, sezione A, e si accerta che la stessa
accompagni la macchina;
f) appone la marcatura 'CE' ai sensi dell'articolo 12.
4. Il fabbricante o il suo mandatario, prima di immettere sul mercato una quasi-macchina, si accerta che sia stata espletata
la procedura di cui all'articolo 10.
ART. 2 (Definizioni) comma 2 lettere:
i) «fabbricante»: l) «mandatario»:
persona fisica o giuridica che progetta e/o realizza una macchina o qualsiasi persona fisica o giuridica stabilita
una quasi-macchina oggetto del presente decreto, ed è all'interno della Comunità che abbia ricevuto
responsabile della conformità della macchina o della quasi- mandato scritto dal fabbricante per eseguire
macchina con il presente decreto ai fini dell'immissione sul mercato a suo nome, in tutto o in parte, gli obblighi e
con il proprio nome o con il proprio marchio ovvero per uso le formalità connesse con il presente decreto
personale; in mancanza di un fabbricante quale definito sopra, è legislativo
considerato fabbricante la persona fisica o giuridica che immette sul
mercato o mette in servizio una macchina o una quasi-macchina
oggetto del presente decreto legislativo;
DIRETTIVA MACCHINE: Chi è il fabbricante?
Macchina rientrante nel
campo di applicazione
della direttiva 2006/42/CE
Macchina illecita se
La macchina No La macchina No La macchina Si venduta o utilizzata
è stata progettata/fabbricata è marcata è stata offerta per la fornitura nell’UE/EEA finché non
nell’UE/EEA? CE? nell’UE/EEA ? viene marcata CE e messa
Si Si in regola

No La macchina è No E’ stato No
fornita con il nome di un incaricato un
soggetto differente mandatario?
? Si Si
Il soggetto Il soggetto sotto la cui responsabilità è Il mandatario si assume gli obblighi per Il soggetto che ha ordinato il
che ha immessa sul mercato la macchina ha gli la marcatura CE, la dichiarazione di prodotto o lo ha introdotto
marcato la obblighi del fabbricante (normalmente conformità e la redazione/fornitura del nell’UE/EEA, con l’obiettivo di uso
macchina egli avrà un accordo con il «fabbricante fascicolo tecnico oggetto di mandato proprio o di vendita nell’UE/EE, è
ha tutti gli originale» per l’accesso al fascicolo del fabbricante – quest’ultimo l’importatore, si assume tutti gli
obblighi del tecnico da parte delle autorità di mantiene la responsabilità della obblighi del fabbricante e appone
fabbricante sorveglianza del mercato) progettazione della macchina il marchio CE

Il soggetto che prende/acquista la macchina da uno qualsiasi dei soggetti di cui sopra nell’ottica di venderla/fornirla nell’EU/EEA è un
distributore e, a parte assicurare che le istruzioni, ecc. siano nella lingua dello stato membro, non ha obblighi secondo la Direttiva Macchine
oltre a controllare che sia marcata CE e corredata da una corretta Dichiarazione di Conformità
DIRETTIVA MACCHINE: Chi è il fabbricante?
Macchine modificate prima della prima messa in servizio
Se le modifiche sono state previste o concordate dal fabbricante e coperte dalla valutazione del rischio del fabbricante, dal
fascicolo tecnico e dalla dichiarazione di conformità CE, la marcatura CE del fabbricante originale rimane valida.

Se la modifica è sostanziale (ad esempio, un cambiamento di funzione e / o prestazione della macchina) e non prevista o
concordata dal fabbricante, la marcatura CE del fabbricante originale non risulta più valida e deve essere rinnovata. Colui
che modifica viene quindi considerato come «fabbricante» e deve adempiere a tutti gli obblighi di cui all'articolo 3.

Macchine fabbricate per uso personale


Un soggetto che produce macchine per uso personale è considerato un fabbricante e deve adempiere a tutti gli obblighi di
cui all'articolo 5. In tal caso, la macchina non è immessa sul mercato, poiché non è messa a disposizione dal fabbricante ad
un altro soggetto ma è utilizzata dal fabbricante stesso. Tuttavia, tali macchine devono essere conformi alla Direttiva
Macchine prima di essere messe in servizio. Lo stesso vale per un utilizzatore che costituisce un insieme di macchine per
uso personale.

Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro, comma 5


Le modifiche apportate alle macchine quali definite all’articolo 1, comma 2, del decreto del Presidente della Repubblica 24
luglio 1996, n. 459, per migliorarne le condizioni di sicurezza in rapporto alle previsioni del comma 1 [messa a
disposizione di attrezzature conformi e adeguate], ovvero del comma 4, lettera a), numero 3) [misure di aggiornamento
dei requisiti minimi di sicurezza stabilite con specifico provvedimento regolamentare] non configurano immissione sul
mercato ai sensi dell’articolo 1, comma 3, secondo periodo, sempre che non comportino modifiche delle modalità di
utilizzo e delle prestazioni previste dal costruttore.
DIRETTIVA MACCHINE: Requisiti essenziali di sicurezza e salute
ART. 2 (Definizioni), comma 2, lettera n-bis) «requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute»:
disposizioni obbligatorie relative alla progettazione e alla fabbricazione dei prodotti soggetti al presente decreto legislativo
intese ad assicurare un elevato livello di protezione della salute e della sicurezza delle persone e, se del caso, degli animali
domestici e dei beni nonché', qualora applicabile, dell'ambiente; i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute
sono stabiliti nell'allegato I; i requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute per la protezione dell'ambiente si
applicano unicamente alle macchine di cui al punto 2.3 di detto allegato.
ALLEGATO I (previsto dall'art. 3, comma 3, lettera a)) Requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute relativi alla
progettazione e alla costruzione delle macchine - PRINCIPI GENERALI

1. Il fabbricante di una macchina, o il suo mandatario, deve garantire che sia effettuata una valutazione dei rischi per
stabilire i requisiti di sicurezza e di tutela della salute che concernono la macchina. La macchina deve inoltre essere
progettata e costruita tenendo conto dei risultati della valutazione dei rischi.
Con il processo iterativo della valutazione dei rischi e della riduzione dei rischi di cui sopra, il fabbricante o il suo
mandatario:
- stabilisce i limiti della macchina, il che comprende l’uso previsto e l'uso scorretto ragionevolmente prevedibile,
- individua i pericoli cui può dare origine la macchina e le situazioni pericolose che ne derivano,
- stima i rischi, tenendo conto della gravità dell'eventuale lesione o danno alla salute e della probabilità che si verifichi,
- valuta i rischi al fine di stabilire se sia richiesta una riduzione del rischio conformemente all'obiettivo del presente decreto
legislativo,
- elimina i pericoli o riduce i rischi che ne derivano, applicando le misure di protezione nell'ordine indicato nel punto 1.1.2
[principi di integrazione della sicurezza], lettera b).
DIRETTIVA MACCHINE: Requisiti essenziali di sicurezza e salute
ALLEGATO I (previsto dall'art. 3, comma 3, lettera a)) Requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute
relativi alla progettazione e alla costruzione delle macchine - PRINCIPI GENERALI

2. Gli obblighi previsti dai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute si applicano soltanto se esiste il
pericolo corrispondente per la macchina in questione, allorché' viene utilizzata nelle condizioni previste dal
fabbricante, o dal suo mandatario, o nelle condizioni anormali prevedibili. Il principio di integrazione della sicurezza
di cui al punto 1.1.2 e gli obblighi relativi alla marcatura e alle istruzioni di cui ai punti 1.7.3 e 1.7.4 si applicano
comunque.

3. I requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute elencati nel presente allegato sono inderogabili. Tuttavia,
tenuto conto dello stato dell'arte, gli obiettivi da essi prefissi possono non essere raggiunti. In tal caso la macchina
deve, per quanto possibile, essere progettata e costruita per tendere verso questi obiettivi.

4. Il presente allegato si articola in varie parti. La prima ha una portata generale e si applica a tutti i tipi di
macchine. Le altre parti si riferiscono a taluni tipi di pericoli più specifici. Tuttavia è indispensabile esaminare il
presente allegato in tutte le sue parti, al fine di essere certi di soddisfare tutti i requisiti essenziali pertinenti. Nel
progettare la macchina, si tiene conto dei requisiti contenuti nella parte generale e di quelli elencati in una o più
delle altre parti, in funzione dei risultati della valutazione dei rischi di condotta di cui al punto 1 dei presenti
principi generali. I requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute per la protezione dell'ambiente sono
applicabili unicamente alle macchine di cui al punto 2.3.
DIRETTIVA MACCHINE: Requisiti essenziali di sicurezza e salute
ALLEGATO I
1. REQUISITI ESSENZIALI DI SICUREZZA E DI TUTELA DELLA SALUTE - 1.1. CONSIDERAZIONI GENERALI
1.1.1. Definizioni
Ai fini del presente allegato si intende per:
a) "pericolo", una potenziale fonte di lesione o danno alla salute;
b) "zona pericolosa", qualsiasi zona all'interno e/o in prossimità di una macchina in cui la presenza di una persona
costituisca un rischio per la sicurezza e la salute di detta persona;
c) "persona esposta", qualsiasi persona che si trovi interamente o in parte in una zona pericolosa;
d) "operatore", la o le persone incaricate di installare, di far funzionare, di regolare, di pulire, di riparare e di spostare
una macchina o di eseguirne la manutenzione;
e) "rischio", combinazione della probabilità e della gravità di una lesione o di un danno per la salute che possano
insorgere in una situazione pericolosa;
f) "riparo", elemento della macchina utilizzato specificamente per garantire la protezione tramite una barriera
materiale;
g) "dispositivo di protezione", dispositivo (diverso da un riparo) che riduce il rischio, da solo o associato ad un riparo;
h) "uso previsto", l'uso della macchina conformemente alle informazioni fornite nelle istruzioni per l'uso;
i) "uso scorretto ragionevolmente prevedibile", l'uso della macchina in un modo diverso da quello indicato nelle
istruzioni per l'uso, ma che può derivare dal comportamento umano facilmente prevedibile.
DIRETTIVA MACCHINE: Requisiti essenziali di sicurezza e salute
ALLEGATO I
1. REQUISITI ESSENZIALI DI SICUREZZA E DI TUTELA DELLA SALUTE - 1.1. CONSIDERAZIONI GENERALI
1.1.2. Principi d'integrazione della sicurezza

a) Per progettazione e costruzione, le macchine devono essere atte a funzionare, ad essere azionate, ad
essere regolate e a subire la manutenzione senza che tali operazioni espongano a rischi le persone, se
effettuate nelle condizioni previste tenendo anche conto dell’uso scorretto ragionevolmente prevedibile.
Le misure adottate devono avere lo scopo di eliminare ogni rischio durante l'esistenza prevedibile della
macchina, comprese le fasi di trasporto, montaggio, smontaggio, smantellamento (messa fuori servizio) e
rottamazione.
b) Per la scelta delle soluzioni più opportune il fabbricante o il suo mandatario deve applicare i seguenti
principi, nell'ordine indicato:
- eliminare o ridurre i rischi nella misura del possibile (integrazione della sicurezza nella progettazione e nella
costruzione della macchina),
- adottare le misure di protezione necessarie nei confronti dei rischi che non possono essere eliminati,
- informare gli utilizzatori dei rischi residui dovuti all'incompleta efficacia delle misure di protezione adottate,
indicare se è richiesta una formazione particolare e segnalare se è necessario prevedere un dispositivo di
protezione individuale.
DIRETTIVA MACCHINE: informazioni e istruzioni
ALLEGATO I - REQUISITI ESSENZIALI DI SICUREZZA E DI TUTELA DELLA SALUTE - 1.7. INFORMAZIONI
1.7.4. Istruzioni
Ogni macchina deve essere accompagnata da istruzioni per l’uso nella o nelle lingue comunitarie ufficiali dello Stato
membro in cui la macchina è immessa sul mercato e/o messa in servizio.
Le istruzioni che accompagnano la macchina devono essere "Istruzioni originali" o una "Traduzione delle istruzioni
originali"; in tal caso alla traduzione deve essere allegata una copia delle istruzioni originali.
In deroga a quanto sopra, le istruzioni per la manutenzione destinate ad essere usate da un personale specializzato
incaricato dal fabbricante o dal suo mandatario possono essere fornite in una sola lingua comunitaria compresa da
detto personale.
Le istruzioni devono essere elaborate secondo i principi elencati qui di seguito.
1.7.4.1. Principi generali di redazione
a) Le istruzioni devono essere redatte in una o più lingue ufficiali della Comunità. Il fabbricante o il suo mandatario si
assume la responsabilità di tali istruzioni apponendovi la dicitura "Istruzioni originali".
b) Qualora non esistano "Istruzioni originali" nella o nelle lingue ufficiali del paese di utilizzo della macchina, il
fabbricante o il suo mandatario o chi immette la macchina nella zona linguistica in questione deve fornire la
traduzione nella o nelle lingue di tale zona. Tali traduzioni devono recare la dicitura "Traduzione delle istruzioni
originali".
c) Il contenuto delle istruzioni non deve riguardare soltanto l'uso previsto della macchina, ma deve tener conto anche
dell’uso scorretto ragionevolmente prevedibile.
d) In caso di macchine destinate all'utilizzazione da parte di operatori non professionali, la redazione e la
presentazione delle istruzioni per l'uso devono tenere conto del livello di formazione generale e della perspicacia che
ci si può ragionevolmente aspettare da questi operatori.
DIRETTIVA MACCHINE: informazioni e istruzioni
1.7.4.2. Contenuto delle istruzioni - Ciascun manuale di istruzioni deve contenere, se del caso, almeno le informazioni seguenti:
DIRETTIVA MACCHINE: informazioni e istruzioni

1.7.4.3. Pubblicazioni illustrative o promozionali


Le pubblicazioni illustrative o promozionali che descrivono la macchina non possono essere in contraddizione con
le istruzioni per quanto concerne gli aspetti relativi alla salute e alla sicurezza. Le pubblicazioni illustrative o
promozionali che descrivono le caratteristiche delle prestazioni della macchina devono contenere le stesse
informazioni delle istruzioni per quanto concerne le emissioni.

ALLEGATO VI (previsto dall'articolo 10, comma 1, lettera b)) - Istruzioni per l'assemblaggio delle quasi-macchine
Le istruzioni per l'assemblaggio delle quasi-macchine devono contenere una descrizione delle condizioni da
rispettare per effettuare una corretta incorporazione nella macchina finale, al fine di non compromettere la
sicurezza e la salute.
Le istruzioni per l'assemblaggio devono essere redatte in una delle lingue ufficiali della Comunità, accettata dal
fabbricante della macchina in cui tale quasi-macchina sarà incorporata o dal suo mandatario.
DIRETTIVA MACCHINE: procedura di valutazione della conformità
ART. 9 Macchina Art. 1, comma 1, lett. a) - f) ART. 10 Quasi-macchina Art. 1, comma 1, lett. g)

Categorie di macchine •Fascicolo Tecnico Allegato VII A Categorie di macchine • Documentazione tecnica pertinente Allegato VII B
non in Allegato IV •Istruzioni in Allegato IV • Istruzioni per l'assemblaggio Allegato VI**

Fabbricata conformemente
Non Fabbricata conformemente
alle norme armonizzate e
alle norme armonizzate che
nella misura in cui tali norme
coprono tutti i pertinenti requisiti ** Accompagnano la
coprono tutti i pertinenti
di sicurezza e di tutela della quasi-macchina fino
requisiti di sicurezza e di
salute * all’incorporazione e
tutela della salute
fanno parte del
fascicolo tecnico della
Valutazione della Esame CE del tipo Allegato IX macchina finale
Garanzia qualità totale
conformità con (intervento dell’ON)
Allegato X
controllo interno +
sulla fabbricazione Controllo interno sulla fabbricazione
(intervento dell’ON)
Allegato VIII Allegato VIII p.to 3

Dichiarazione CE di conformità Allegato II 1A Dichiarazione di incorporazione Allegato II 1B**

Marcatura Marcatura nnnn Marcatura


Art. 12 All. III Art. 12 All. III Art. 12 All. III
* Fabbricata non rispettando o rispettando solo parzialmente le norme armonizzate, ovvero se le norme armonizzate non coprono tutti i pertinenti
requisiti di sicurezza e di tutela della salute o non esistono norme armonizzate per la macchina in questione
Categoria di prodotto Documenti Procedura Dichiarazione - Marcatura ON Organismo Notificato
DIRETTIVA MACCHINE: Dichiarazione CE di conformità
ALLEGATO II (previsto dall'articolo 3, comma 3, lettera e), dall'articolo 4, comma 1, e dall'articolo 10, comma 1, lettera c))
Dichiarazioni
1. CONTENUTO - A. DICHIARAZIONE CE DI CONFORMITA' DI UNA MACCHINA
La dichiarazione e le relative traduzioni devono essere redatte alle stesse condizioni previste per le istruzioni e devono essere
dattiloscritte oppure scritte a mano in caratteri maiuscoli. Tale dichiarazione riguarda esclusivamente la macchina nello stato in cui
è stata immessa sul mercato, escludendo i componenti aggiunti e/o le operazioni effettuate successivamente dall'utente finale. La
dichiarazione CE di conformità deve contenere gli elementi seguenti:
1. ragione sociale e indirizzo completo del fabbricante e, se del 5. all'occorrenza, nome, indirizzo e numero di identificazione
caso, del suo mandatario; dell'organismo notificato che ha effettuato l'esame CE del tipo
di cui all'allegato IX e il numero dell'attestato dell'esame CE del
2. nome e indirizzo della persona autorizzata a costituire il tipo;
fascicolo tecnico, che deve essere stabilita nella Comunità;
6. all'occorrenza, nome, indirizzo e numero di identificazione
3. descrizione e identificazione della macchina, con dell'organismo notificato che ha approvato il sistema di
denominazione generica, funzione, modello, tipo, numero di garanzia qualità totale di cui all'allegato X;
serie, denominazione commerciale; 7. all'occorrenza, riferimento alle norme armonizzate di cui
4. un'indicazione con la quale si dichiara esplicitamente che la all'articolo 4 che sono state applicate;
macchina è conforme a tutte le disposizioni pertinenti della 8. all'occorrenza, riferimento ad altre norme e specifiche
direttiva 2006/42/CE e, se del caso, un'indicazione analoga tecniche applicate;
con la quale si dichiara la conformità alle altre direttive 9. luogo e data della dichiarazione;
comunitarie e/o disposizioni pertinenti alle quali la macchina 10. identificazione e firma della persona autorizzata a redigere
ottempera. Questi riferimenti devono essere quelli dei testi la dichiarazione a nome del fabbricante o del suo mandatario
pubblicati nella Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;
DIRETTIVA MACCHINE: Dichiarazione di incorporazione
ALLEGATO II (previsto dall'articolo 3, comma 3, lettera e), dall'articolo 4, comma 1, e dall'articolo 10, comma 1, lettera c))
Dichiarazioni 1. CONTENUTO - B. DICHIARAZIONE DI INCORPORAZIONE DI QUASI-MACCHINE
La dichiarazione e le relative traduzioni devono essere redatte alle stesse condizioni previste per le istruzioni [cfr. allegato I, punto
1.7.4.1, lettere a) e b)], e devono essere dattiloscritte oppure scritte a mano in caratteri maiuscoli.
La dichiarazione di incorporazione deve contenere gli elementi seguenti:
1. ragione sociale e indirizzo completo del fabbricante della 5. un impegno a trasmettere, in risposta a una richiesta
quasi-macchina e, se del caso, del suo mandatario; adeguatamente motivata delle autorità nazionali, informazioni
pertinenti sulle quasi-macchine. L'impegno comprende le
2. nome e indirizzo della persona autorizzata a costituire la
modalità di trasmissione e lascia impregiudicati i diritti di
documentazione tecnica pertinente, che deve essere stabilita proprietà intellettuale del fabbricante della quasi-macchina;
nella Comunità;
6. una dichiarazione secondo cui la quasi-macchina non deve
3. descrizione e identificazione della quasi-macchina, con essere messa in servizio finche' la macchina finale in cui deve
denominazione generica, funzione, modello, tipo, numero di essere incorporata non è stata dichiarata conforme, se del
serie, denominazione commerciale; caso, alle disposizioni della direttiva 2006/42/CE;
4. un'indicazione con la quale si dichiara esplicitamente quali 7. luogo e data della dichiarazione;
requisiti essenziali della direttiva 2006/42/CE sono applicati e 8. identificazione e firma della persona autorizzata a redigere
rispettati e che la documentazione tecnica pertinente è stata la dichiarazione a nome del fabbricante o del suo mandatario.
compilata in conformità dell'allegato VII B e, se del caso,
un'indicazione con la quale si dichiara che la quasi-macchina è
conforme ad altre direttive comunitarie pertinenti. Questi
riferimenti devono essere quelli dei testi pubblicati nella
Gazzetta ufficiale dell'Unione europea;
DIRETTIVA MACCHINE: Marcatura CE
ART. 12 (Marcatura «CE»)
1. La marcatura di conformità: "CE" è costituita dalle iniziali: "CE", conformemente al
modello fornito nell'allegato III.
2. La marcatura CE viene apposta sulla macchina in modo visibile, leggibile e indelebile,
conformemente all'allegato III.
3. E' vietato apporre sulle macchine marcature, segni e iscrizioni che possano indurre in
errore i terzi circa il significato o il simbolo grafico, o entrambi, della marcatura CE.
4. Sulle macchine può essere apposta ogni altra marcatura, purché' questa non
comprometta la visibilità, la leggibilità ed il significato della marcatura CE.

ALLEGATO III (previsto dall'articolo 12, commi 1 e 2) - Marcatura "CE"


In caso di riduzione o di ingrandimento della marcatura "CE", devono essere rispettate le proporzioni del simbolo di cui sopra.
I diversi elementi della marcatura "CE" devono avere sostanzialmente la stessa dimensione verticale, che non può essere inferiore
a 5 mm. Per le macchine di piccole dimensioni si può derogare a detta dimensione minima.
La marcatura "CE" deve essere apposta nelle immediate vicinanze del nome del fabbricante o del suo mandatario usando la stessa
tecnica.
Se è stata applicata la procedura di garanzia qualità totale di cui all'articolo 9 la marcatura "CE" deve essere seguita dal numero di
identificazione dell'organismo notificato.
DIRETTIVA MACCHINE: Presunzione di conformità
ART. 4 (Presunzione di conformità e norme armonizzate)
1. Le macchine provviste della marcatura CE e accompagnate dalla dichiarazione CE di conformità, i cui elementi sono
previsti dall'allegato II, parte 1 sezione A, sono ritenute rispondenti alle disposizioni del presente decreto legislativo.
2. Le macchine costruite in conformità di una norma armonizzata, il cui riferimento è stato pubblicato nella Gazzetta
Ufficiale dell'Unione europea, si presumono conformi ai requisiti essenziali di sicurezza e di tutela della salute coperti
da tale norma armonizzata.
3. I riferimenti delle norme nazionali che traspongono le norme armonizzate sono pubblicati, con decreto del Ministro
dello sviluppo economico, nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.
4. Gli enti di normazione italiani di cui alla legge 21 giugno 1986, n. 317, adottano le procedure necessarie per
permettere alle parti sociali di partecipare, a livello nazionale, al processo di elaborazione e di controllo delle norme
armonizzate in materia di macchine.

ART. 2 (definizioni), comma 2, lettera n) «norma armonizzata»:


specifica tecnica adottata da un organismo di normalizzazione, ovvero il Comitato europeo di normalizzazione (CEN), il
Comitato europeo di normalizzazione elettrotecnica (CENELEC) o l'Istituto europeo per le norme di telecomunicazione
(ETSI), nel quadro di un mandato rilasciato dalla Commissione europea conformemente alle procedure istituite dalla
direttiva 98/34/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 giugno 1998, che prevede un procedura
d'informazione nel settore delle norme e delle regolamentazioni tecniche e delle regole relative ai servizi della società
dell'informazione, e non avente carattere vincolante.
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI

Decreto Legislativo 81/08, Articolo 71 - Obblighi del datore di lavoro


1. Il datore di lavoro mette a disposizione dei lavoratori attrezzature conformi ai requisiti di cui all’articolo
precedente, idonee ai fini della salute e sicurezza e adeguate al lavoro da svolgere o adattate a tali scopi che
devono essere utilizzate conformemente alle disposizioni legislative di recepimento delle Direttive comunitarie.

2. All’atto della scelta delle attrezzature di lavoro, il datore di lavoro prende in considerazione:
a) le condizioni e le caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere;

b) i rischi presenti nell’ambiente di lavoro;

c) i rischi derivanti dall’impiego delle attrezzature stesse;

d) i rischi derivanti da interferenze con le altre attrezzature già in uso.


L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010 Sicurezza del macchinario – Principi di progettazione – Valutazione del rischio e
riduzione del rischio
La norma specifica la terminologia di base, i principi e una metodologia per il raggiungimento della
sicurezza nella progettazione del macchinario.
Essa specifica i principi per la valutazione del rischio e la riduzione del rischio per aiutare i progettisti nel
raggiungere questo obiettivo. Questi principi si basano sulla conoscenza e l'esperienza della progettazione,
dell'utilizzo, degli incidenti, degli infortuni e dei rischi associati al macchinario.
Le procedure sono descritte per identificare i pericoli e stimare e valutare i rischi durante le fasi pertinenti
del ciclo di vita della macchina, e per eliminare i pericoli o arrivare a ridurre sufficientemente i rischi. Sono
fornite linee di orientamento sulla documentazione e la verifica del processo di valutazione del rischio e di
riduzione del rischio.

UNI ISO/TR 14121-2:2013 Sicurezza del macchinario – Valutazione del rischio – Parte 2 Guida pratica ed
esempi di metodi
Il rapporto tecnico fornisce una guida pratica per l’esecuzione della valutazione del rischio per il
macchinario in conformità alla UNI EN 12100 e descrive diversi metodi e strumenti per ogni fase del
processo. Fornisce esempi di differenti misure che possono essere usate per ridurre il rischio ed è destinata
ad essere utilizzata per la valutazione del rischio di una estesa varietà di macchinari in termini di
complessità e di potenziale di danno. I suoi utilizzatori previsti sono le persone coinvolte nella
progettazione, installazione o modifica del macchinario.
L’appendice A fornisce uno specifico esempio di valutazione del rischio e processo di riduzione del rischio.
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010: processo di riduzione del rischio e metodo iterativo a tre stadi (progettista)
INIZIO

Valutazione del rischio Sì


Il pericolo può Fase 1
Analisi di rischio essere rimosso?
Determinazione dei limiti della Riduzione del rischio
È ottenuta Sì
macchina (d’uso, di spazio, di No mediante misure
la riduzione del rischio
tempo, altri limiti) integrate nella prevista?
Il rischio progettazione
può essere ridotto
Identificazione dei pericoli con misure integrate nella No
(pericoli ragionevolmente progettazione? Sì
prevedibili, situazioni pericolose
e eventi pericolosi in tutte le fasi
del ciclo di vita) No
Fase 2
Riduzione del rischio
Stima del rischio (gravità e Il rischio
probabilità del danno) può essere ridotto da Sì mediante protezione È ottenuta Sì
Sì ripari, dispositivi di Implementazione di la riduzione del rischio
protezione? misure di protezione prevista?
Ponderazione del rischio Sono complementari
generati altri No
No pericoli?
No
Il rischio è stato Fase 3
ridotto adeguatamente? No I limiti
Sì No Riduzione del rischio È ottenuta Sì
possono essere
specificati di nuovo mediante la riduzione del rischio
Sì ? informazioni per l’uso prevista?
Documentazione - FINE
No
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010: processo di riduzione del rischio dal punto di vista del progettista
Input del progettista

informazioni per l’uso fornite dal


Misure di protezione adottate

Misure di protezione adottate


VALUTAZIONE DEL RISCHIO

comprese quelle basate sulle


Fase 1: Fase 2: Fase 3:
• Organizzazione
- procedure di lavoro sicuro

dall’utilizzatore
Misure di Protezioni e Informazioni per l’uso
dal progettista

- sorveglianza

progettista
protezione misure di • sulla macchina
- permessi di lavoro
integrate nella protezione - segnali di avvertimento
progettazione complementari - dispositivi di avvertimento
• Fornitura e uso di protezioni
• nel manuale di istruzioni
aggiuntive
• Uso di DPI
• Formazione, ecc.

Input dell’utilizzatore

Rischio residuo dopo le misure di


protezione adottate dal
progettista
Rischio

Rischio residuo dopo che sono state prese tutte le


misure di protezione
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010 – Identificazione dei pericoli
PERICOLO: potenziale sorgente di danno DANNO: lesione fisica o danno alla salute
Il termine «pericolo» può essere qualificato al fine di definire la sua origine (per esempio, pericolo di natura meccanica, elettrica)
o la natura del danno potenziale (per esempio, pericolo di elettrocuzione, pericolo di taglio, pericolo tossico, pericolo di incendio)
(prospetto B.1 e B.2)
EVENTO PERICOLOSO: evento che può causare un danno (può verificarsi per un breve o per un lungo periodo di tempo)
(prospetto B.4)
SITUAZIONE PERICOLOSA: Circostanza in cui una persona è esposta almeno a un pericolo (l’esposizione può determinare un
danno immediatamente o dopo un periodo di tempo) (prospetto B.3)

OPERAZIONI che la macchina


deve eseguire • Interazione umana durante l’intero ciclo di vita della
FASI DI VITA DELLA MACCHINA:
macchina (mansioni associate a tutte le fasi di vita della
•trasporto, montaggio e
MANSIONI delle persone che macchina)
installazione;
interagiscono della macchina • Possibili stati della macchina:
•messa in funzione;
- esegue la funzione prevista (normale funzionamento)
•Uso;
• Parti, meccanismi funzioni - Non esegue la funzione prevista (malfunzionamento)
•messa fuori servizio,
della macchina • Comportamento involontario dell’operatore o uso
smantellamento, e
• Materiali da lavorare scorretto ragionevolmente prevedibile
smaltimento;
• Ambiente in cui la macchina
può essere utilizzata
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI ISO/TR 14121-2: Sicurezza del macchinario: valutazione del rischio Parte2: Guida pratica ed esempi di metodi
APPROCCI per l’IDENTIFICAZIONE DEI PERICOLI
DANNO
Es: Schiacciamento, Elettrocuzione, Congelamento, Perdita di udito, Difficoltà respiratorie

SITUAZIONE PERICOLOSA (fasi del ciclo di vita: mansioni) EVENTO PERICOLOSO


Approccio dall’alto in basso

Contatto con parti in movimento causato da parti

Approccio dal basso in alto


Durante il funzionamento: Bloccaggio del pezzo da lavorare,
Eliminazione del materiale di scarto e pulizia localizzata, Piccole mobili della macchina; Contatto indiretto causato
regolazioni dei parametri funzionali (velocità, pressione, forza, dall’equipaggiamento elettrico della macchina;
limiti di corsa) emissioni o condizioni ambientali difficili o contatto
Durante la pulizia e manutenzione: Isolamento e dissipazione di con oggetti ad alte o basse temperature causate da
energia, Sostituzione di parti usurate, Pulizia e disinfezione materiali, sostanze o fattori fisici,: Errori
umani/comportamenti scorretti involontari e/o
volontari indotti dalla progettazione della postazione
di lavoro o dal processo
Zona di pericolo Presenza di persona(e)

PERICOLO
Di natura meccanica, elettrica, termica, ergonomica
Da rumore, vibrazioni, radiazioni, materiali/sostanze
Associati all’ambiente in cui la macchina è utilizzata
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010 – Stima del rischio
RISCHIO correlato al pericolo GRAVITA’ DEL DANNO PROBABILITA’ che si verifichi tale danno
considerato che può risultare dal
• Esposizione della persona al pericolo
Combinazione della pericolo considerato
È una
probabilità di accadimento di • Gravità delle lesioni o e • Accadimento di un evento pericoloso
funzione
un danno e della gravità di danni alla salute
di • Possibilità di evitare o di limitare il danno
quel danno • Estensione del danno

Aspetti da considerare:
• Persone esposte
• Tipo, frequenza e durata dell’esposizione (tutti i modi di funzionamento e metodi di lavorazione, necessità di accesso
durante le operazioni, mansioni incluse quelle per le quali è necessario neutralizzare le misure di protezione)
• Rapporto tra l’esposizione e gli effetti
• Fattori umani (interazione persona-macchina e tra le persone, stress, aspetti ergonomici, consapevolezza dei rischi in
funzione di formazione, esperienza e capacità, affaticamento, capacità limitate)
• Idoneità delle misure di protezione (circostanze che possono provocare un danno, metodi quantitativi per confrontare
misure alternative, fornire informazione per aiutare la scelta delle misure di protezione adeguate)
• Possibilità di neutralizzare o eludere le misure di protezione (facile utilizzo e non ostacolare l’uso previsto della
macchina, incentivi, tipo di misura, particolari di progettazione)
• Capacità di mantenere le misure di protezione nella condizione necessaria per fornire il livello di protezione richiesto
• Informazioni per l’uso
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI ISO/TR 14121-2: Sicurezza del macchinario: valutazione del rischio Parte 2: Guida pratica ed esempi di metodi
CONDIZIONI IN CUI SI VERIFICA IL DANNO
Presenza di Zona di Presenza di Zona di
persona pericolo persona pericolo

Situazione
Persona Pericolo Esposizione
pericolosa Persona Pericolo
Evento pericoloso
(origine tecnica o
umana)

Tempo
Evitabilità o limitazione del danno (fattori tecnici o umani)

Danno Danno
(lesione) (danno alla
salute)
Processo acuto Processo cronico
L’IDONEITA’ E LA VALUTAZIONE DEI RISCHI
UNI EN ISO 12100:2010 – Ponderazione del rischio

Giudizio destinato a stabilire, sulla base dell’analisi del rischio, se gli obiettivi di riduzione sono raggiunti

Determinare se è necessaria la riduzione del rischio:


La riduzione del rischio è necessaria → scegliere e applicare adeguate misure di protezione: processo iterativo a tre fasi,
verificando se con l’applicazione di nuove misure di protezione si sono creati ulteriori pericoli o sono aumentati i rischi

Adeguata riduzione del rischio quando:


• Sono prese in considerazione tutte le condizioni di funzionamento e procedure di intervento
• I pericoli sono stati eliminati o i rischi sono stati ridotti al livello più basso possibile
• Tutti i nuovi pericoli generati dalle misure di protezione sono adeguatamente affrontati
• Gli utilizzatori sono sufficientemente informati e avvertiti sui rischi residui
• Le misure di protezione sono tra loro compatibili
• È stata dedicata sufficiente considerazione alle conseguenze che possono derivare dall’uso di una macchina in un
contesto differente da quello per il quale è progettata
• Le misure di protezione non si ripercuotono negativamente sulle condizioni di lavoro dell’operatore o sull’utilizzabilità
della macchina
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
VIZIO: Mancato rispetto di un requisito essenziale di sicurezza. Carenza rispetto alle richieste minime che il legislatore ha
stabilito per assicurare livelli essenziali di sicurezza delle macchine e attrezzature
VIZIO OCCULTO: una situazione di rischio determinata da difetti di progettazione e/o costruzione (ascrivibili al fabbricante),
non facilmente riscontrabile dal datore di lavoro o da un qualificato professionista incaricato della verifica (Cassazione
Penale Sez. IV sentenza 25.06.1997 n. 6157).
Un vizio si può ritenere non facilmente riscontrabile solo dopo un’analisi del rischio specifico, basata su tutti gli elementi
rilevabili dal datore di lavoro (difetti, guasti, anomalie, rotture determinatesi nell’utilizzo della macchina ecc.) e non a
seguito di una semplice osservazione superficiale.
Un vizio per essere considerato occulto non deve quindi essere identificabile con gli strumenti dell’analisi del rischio,
disponibili all’utilizzatore, ma deve risultare riconducibile unicamente alle scelte costruttive del fabbricante (tipologia
materiali, saldature, sistema di comandi, ecc.).
È, altresì, evidente che un vizio “occulto” non è più tale nel momento in cui il datore di lavoro ne viene a conoscenza per
iniziative informative del fabbricante e/o di qualsiasi altro soggetto, ad esempio, in seguito a indagini e analisi approfondite
come nel caso di inchiesta per infortunio. (art. 23 c. 1 D.Lgs. 81/08, D.Lgs. 17/2010)
VIZIO PALESE : una situazione di pericolo già manifestatasi in fase di utilizzo dell’attrezzatura o nel corso della valutazione
dei rischi della stessa. Responsabilità del Fabbricante e del Datore di lavoro (artt. 70 c.1 e 71 c. 1 e 4 D.Lgs. 81/08, artt. 23
c.1 e 18 c. 3-bis D.Lgs. 81/08, D.Lgs. 17/2010)
VIZIO FORMALE: relativo alle procedure di immissione sul mercato e di messa in servizio della macchina, quando la non
conformità sia acclarata e non discutibile (art. 70 c.1 D.Lgs. 81/08)
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
«L’organo di vigilanza può effettuare la prescrizione facendo riferimento ai RES richiamati nell’Allegato I del D.Lgs.
17/2010 oppure ai contenuti delle Norme armonizzate o non, che pur non essendo obbligatorie rappresentano nella
valutazione di rischi specifici un riferimento a standard tecnici consolidati e alla regola dell’arte.

Nel caso di macchine non marcate CE, immesse sul mercato prima del 21/09/1996 oppure per attrezzature non rientranti
nel campo di applicazione di specifiche Direttive di prodotto, si può fare riferimento invece all’Allegato V (requisiti
costruttivi) e all’Allegato VI (requisiti di utilizzo) del D.Lgs. 81/08, nonché alle Norme armonizzate (se esistenti) che, pur
non essendo obbligatorie, rappresentano nella valutazione di rischi specifici un riferimento a standard tecnici consolidati
e alla regola dell’arte.

Come previsto all’art. 71, comma 5, D.Lgs. 81/08, se l’adeguamento dell’attrezzatura di lavoro oggetto di prescrizione, non
comporta modifiche delle modalità di utilizzo e delle prestazioni previste originariamente dal costruttore, ossia di
modifiche/trasformazioni con un impatto sostanziale sul funzionamento o la sicurezza, la stessa non necessita essere
“rimarcata” CE.
A seconda dei casi può essere, però, necessaria la dichiarazione di esecuzione a regola dell’arte dei lavori rilasciata dal
tecnico che ha effettuato l’adeguamento dell’attrezzatura, che deve essere richiesta all’interno della prescrizione.»

Linee di indirizzo per l’attività di vigilanza sulle attrezzature – Direttiva macchine 2006/42/CE e D.Lgs. 17/2010 Titolo III del
D.Lgs. 81/08 - Indicazioni procedurali per gli operatori dei Servizi di Prevenzione delle ASL/ARPA, Dicembre 2020
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
Cassazione Penale, Sez. 4, 30 ottobre 2019, n. 44168 - Infortunio con la macchina per l'estrusione della pasta. Non si
può parlare di vizio occulto se manca un sistema di blocco automatico all'apertura del carter
«2. Il fatto, in estrema sintesi, come concordemente ricostruito dai giudici di merito.
2.1. Il 20 febbraio 2012 l'operaio C.T., dipendente della s.r.l. «R», il cui legale rappresentante è R.B., è rimasto coinvolto
in un infortunio sul lavoro.
Mentre era in funzione un macchinario marca C. marchiato CE per l'estrusione dell'impasto, macchinario che era stato
acquistato dall'impresa quattro anni prima, nel settembre 2010, essendosi verificato un esubero di pasta che si era
incastrata ed ammucchiata, C.T. era intervenuto per rimuovere la pasta: in particolare, aveva alzato il carter di
protezione - carter incernierato munito di maniglia e privo di sistemi di interblocco - presente sul mezzo, senza tuttavia
previamente spegnere il motore, ed il macchinario di compressione della pasta (spatole in movimento), che aveva
continuato a funzionare non essendo previsto un sistema di blocco automatico all'apertura del carter, gli aveva
schiacciato il primo dito della mano destra, con conseguente sub-amputazione traumatica dello stesso, cui conseguiva
l'impossibilità di attendere alle ordinarie occupazioni per più di quaranta giorni.
2.2. I giudici di merito hanno riscontrato l'assenza di un pulsante di emergenza per il blocco dell'impianto sito a breve
distanza dall'agente, l'assenza di cartelli o di pittogrammi che indicassero il pericolo a causa degli organi in movimento,
la possibilità, anche a carter chiuso, di infilare le dita lateralmente, venendo così a contatto con le pericolose parti
meccaniche mobili in movimento; hanno anche ritenuto carente l'aspetto della formazione e della informazione dei
lavoratori rispetto allo specifico rischio; hanno valorizzato la circostanza che la produzione di pasta in esubero si fosse
già verificata in passato, senza che fossero state prese iniziative. In conseguenza, si sono ritenuti violati da parte del
datore di lavoro, nella posizione di garanzia rivestita, gli artt. 70, 71, commi 1 e 4, e 37 del d.lgs. 9 aprile 2008, n. 81,…»
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
Cassazione Penale, Sez. 4, 30 ottobre 2019, n. 44168 - Infortunio con la macchina per l'estrusione della pasta. Non si
può parlare di vizio occulto se manca un sistema di blocco automatico all'apertura del carter

«La Corte di appello e il Tribunale hanno escluso la sussistenza di una condotta esorbitante o abnorme del lavoratore
e hanno affermato l'esistenza di un nesso di causalità tra la condotta omissiva del datore di lavoro e l'evento dannoso.
Hanno, inoltre, valutato non decisive a favore della difesa le circostanze, pur emerse dall'istruttoria, che il macchinario
fosse marcato CE e che il libretto di uso e manutenzione fornito insieme alla macchina fosse privo di un'analisi dei
rischi e di indicazioni per condurre la macchina in sicurezza.»

«Il datore di lavoro, quale responsabile della sicurezza dell'ambiente di lavoro, è tenuto ad accertare la
corrispondenza ai requisiti di legge dei macchinari utilizzati, e risponde dell'infortunio occorso ad un dipendente a
causa della mancanza di tali requisiti, senza che la presenza sul macchinario della marchiatura di conformità "CE" o
l'affidamento riposto nella notorietà e nella competenza tecnica del costruttore valgano ad esonerarlo dalla sua
responsabilità».
Dovendosi dare continuità, in via generale, al richiamato principio di diritto, si prende atto che entrambe le decisioni
di merito, con motivazione sufficiente, congrua e logica, hanno escluso che possa parlarsi nel caso di specie di un vizio
"occulto", spiegando che il carter non era bloccato e che era provvisto di una maniglia che ne consentiva l'agevole
apertura, che, una volta aperto, il motore continuava a funzionare e la situazione di pericolo era agevolmente
rilevabile.
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
Cassazione Penale, Sez. 4, 11 marzo 2013, n. 11445 - Macchinario privo dei requisiti di sicurezza e vizio occulto

«Secondo la ricostruzione operata dai giudici di merito il G. era intento ad operare sulla macchina "pressa suole T72AB"
eseguendo l'operazione preliminare di configurazione dell'appoggiatacco, in vista della successiva fase di lavorazione;
in tale contesto, dopo aver premuto con una mano l'apposito pulsante, faceva salire l'appoggiatacco medesimo senza
accorgersi che il pollice dell'altra mano, che teneva fermo il tacco, si trovava nella guida dell'appoggiatacco, che quindi
salendo andava a schiacciare il dito medesimo contro il fine corsa. In tal modo il G. riportava l'amputazione parziale
della falange del pollice, dalla quale derivava una malattia giudicata guaribile in circa sessanta giorni.
3. Siffatta ricostruzione si fondava sulle dichiarazioni della persona offesa nonché del tecnico della prevenzione dell'Asl
n. (Omissis) di Empoli, N.G.. L'assunto difensivo secondo il quale la versione della persona offesa non poteva essere
veritiera in quanto nel momento in cui la suola viene pressata la macchina deve essere necessariamente comandata
premendo con ambo le mani due pulsanti separati e distanti, di talché le mani dell'operatore non possono trovarsi
nell'area percorsa dai pistoni, veniva disatteso dal giudice di merito sulla base dell'osservazione che ciò era vero in una
fase diversa da quella nella quale il sinistro si era verificato. Nella fase di configurazione della macchina vi era
effettivamente la possibilità che il dito di una mano rimanesse schiacciato nel punto indicato dalla persona offesa in
quanto la corsa dell'appoggiatacco veniva azionata da pistoni comandati da un unico pomello e non risultando quindi
impegnate contemporaneamente le due mani.
Si era quindi ascritto al C. di aver posto a disposizione del lavoratore un macchinario non idoneo ai fini della sicurezza e
della salute; non escludendo la responsabilità del datore di lavoro il fatto che il costruttore del macchinario avesse
assicurato la idoneità del medesimo, in quanto grava sul datore di lavoro l'obbligo di verificare la non pericolosità dei
macchinario nella concreta situazione di utilizzo. Pericolosità che veniva ritenuta per la mancanza delle necessarie
protezioni delle mani dell'operatore nella fase di configurazione dell'appoggiatacco.»
VIZI PALESI E VIZI OCCULTI
Cassazione Penale, Sez. 4, 11 marzo 2013, n. 11445 - Macchinario privo dei requisiti di sicurezza e vizio occulto

«L'esistenza di un vizio occulto non può certamente desumersi dalla circostanza per la quale il pregresso utilizzo del
macchinario in questione non ha visto il verificarsi di analoghi infortuni. E ciò per ragioni di tutta evidenza: il dato
dovrebbe essere comprovato dalla acquisizione di adeguate informazioni in ordine agli infortuni verificatisi sul
macchinario sin dal suo primo utilizzo, alle modifiche apportate allo stesso, alla identità del fatto eventuale verificatosi
in precedenza rispetto a quello oggetto dell'attuale giudizio. In ogni caso, il fattore statistico non varrebbe a superare il
risultato cui conduce il canone della conoscibilità del vizio secondo la diligenza esigibile dal datore di lavoro, la quale
non trova motivo di attenuazione per il fatto di essere il macchinario attestato dal costruttore come conforme alla
normativa CE ("Il datore di lavoro, quale responsabile della sicurezza dell'ambiente di lavoro, è tenuto ad accertare la
corrispondenza ai requisiti di legge dei macchinari utilizzati, e risponde dell'infortunio occorso ad un dipendente a
causa della mancanza di tali requisiti, senza che la presenza sul macchinario della marchiatura di conformità "CE" o
l'affidamento riposto nella notorietà e nella competenza tecnica del costruttore valgano ad esonerarlo dalla sua
responsabilità" (Sez. 4, n. 37060 del 12/06/2008 - dep. 30/09/2008, Vigilardi e altro, Rv. 241020)).
Tanto valga in via di principio. Nel caso in esame la Corte di Appello ha esplicitamente affermato che "la pericolosità
della macchina anche nella fase preliminare in cui,..., l'incidente si verificò era evidente, essendo la guida e i vari pezzi
in movimento sprovvisti di protezioni antinfortunistiche". Tale affermazione ha anche il valore di esplicitazione delle
misure che il datore di lavoro avrebbe dovuto adottare per porre la macchina in sicurezza.
Che si trattasse di misure del tutto disponibili al datore di lavoro è stato correttamente ritenuto dimostrato dal fatto
che il C. le adottò in sede di ottemperanza alla prescrizione impartita dall'organo di vigilanza ai sensi del D.Lgs. n. 758
del 1994.»

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