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La Direttiva Europea Macchine stabilisce che i costruttori garantiscano i requisiti minimi di sicurezza per i

macchinari e le apparecchiature commercializzati all’interno dell’Unione Europea.


Le macchine devono essere adeguate ai requisiti fondamentali di salute e sicurezza elencati nell’Allegato I
della Direttiva, garantendo in tal modo un livello minimo di protezione e sicurezza comune, anche
attraverso l’adozione di dispositivi di sicurezza e protezione.

La sicurezza delle macchine attraverso i


dispositivi di sicurezza e protezione fronte
macchina
Ing. Paolo Corbo Villasanta (MB), 10 Febbraio 2015

Sommario
Riduzione del rischio.......................................................................................................................................... 1
Norme Europee e Internazionali applicabili ...................................................................................................... 2
Barriere fotoelettriche....................................................................................................................................... 2
Caratteristiche di riferimento per le barriere fotoelettriche ............................................................................ 3
Corretta adozione delle barriere fotoelettriche ................................................................................................ 4
Muting ............................................................................................................................................................... 5
Blanking ............................................................................................................................................................. 5

Riduzione del rischio

L’obiettivo della valutazione dei rischi è predisporre tutti i provvedimenti necessari per la salvaguardia della
sicurezza e salute dei lavoratori, principalmente individuando tutte le fonti di pericolo e valutandone la
possibile incidenza sui lavoratori e sui beni, eliminando già al progetto di base i fattori di rischio e ivi
riducendoli, anche attraverso dispositivi di sicurezza, di protezione e mitigazione; laddove il rischio non sia
eliminabile la valutazione dei rischi è tesa a fornire
adeguati dispositivi di protezione individuale ai singoli L’approccio relativo ai requisiti progettazione e di sicurezza
funzionale è desunto ai metodi basati sull'analisi dei rischi ISO
lavoratori esposti; programmare ed attuare i necessari 12100.
percorsi di informazione e formazione sui rischi;
predisporre tutte le attività necessarie per ottemperare alla vigente normative in materia di salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro.
In relazione a tali obiettivi, i provvedimenti necessari al conseguimento delle migliori condizioni di salubrità
e sicurezza, possono essere così classificati: a) misure legate alla progettazione e di sicurezza; b) misure di
tutela generali; c) misure di tutela specifiche; c) misure di emergenza.

L’approccio relativo ai requisiti progettazione e di sicurezza funzionale è desunto ai metodi basati


sull'analisi dei rischi ISO 12100.

L’approccio affidabilistico promuove i requisiti di affidabilità definiti dalle norme relative al componente e
alle comuni pratiche accettate

Norme Europee e Internazionali applicabili

Alcune delle norme più significative in ambito macchine, peraltro armonizzate alla Direttiva Macchine
2006/42/CE e convergenti sul tema della sicurezza funzionale dei dispositivi di sicurezza, sono le seguenti:

EN ISO 13849-1:2008 Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Parte
1: Principi generali per la progettazione (ISO 13849-1:2006)

E’ la norma che, sviluppata in sede ISO, descrive gli SRP/CS attraverso le Categorie e PL – Performance
Level. Questa norma si applica a qualunque sistema sia esso di natura elettrico, meccanico,
elettromeccanico, specifica i requisiti di sicurezza e fornisce linee guida sui principi di progettazione delle
parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza. Per queste parti specifica le categorie e descrive le
caratteristiche delle funzioni di sicurezza. Sostituisce definitivamente, a partire dal 1 gennaio 2012, la
norma superata EN954-1:1996.

EN ISO 13849-2:2008 Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza - Parte
2: Validazione (ISO 13849-2:2003)

Questa norma va usata in modo congiunto alla precedente e specifica il processo di validazione,
comprendente sia l'analisi che le prove, per le funzioni di sicurezza e le categorie per le parti del sistema di
comando legate alla sicurezza.

EN 62061:2005 Sicurezza del macchinario - Sicurezza funzionale dei sistemi di comando e controllo elettrici,
elettronici ed elettronici programmabili correlati alla sicurezza (IEC 62061:2005)

E’ la norma che, sviluppata in sede IEC, duale della EN13849-1, descrive i sistemi SRECS in termini di SIL
(Safety Integrity Level) come la EN61508 ma solo fino ad un livello di integrità funzionale SIL3 e
ciononostante è applicabile alle macchine e determina risultati equivalenti. In linea di principio può essere
applicata solo a sistemi elettrici.

Barriere fotoelettriche

Nella fase di riduzione del rischio, qualora non fosse possibile procedere attraverso una costruzione
conforme a principi di progettazione intrinsecamente sicura alla necessaria rimozione del pericolo
generante cifra di rischio, il passo da intraprendere è l’adozione di misure tecniche di sicurezza. Queste
possono prevedere ad esempio l’installazione di ripari fissi o mobili, rilevatori di presenza per evitare
avviamenti inattesi, dispositivi di interblocco.

Le misure tecniche di sicurezza devono impedire il


Le misure tecniche di sicurezza devono impedire il
raggiungimento involontario o meno di un elemento raggiungimento involontario o meno di un elemento pericoloso
pericoloso che implica un rischio di lesione personale, che implica un rischio di lesione personale, oppure deve
eliminare la fonte di pericolo portando la macchina o
oppure deve eliminare la fonte di pericolo portando la
selettivamente il centro di pericolo ad uno stato sicuro prima
macchina o selettivamente il centro di pericolo ad uno che si possa entrare in contatto con esso.
stato sicuro prima che si possa entrare in contatto con
esso.

I ripari possono essere fissi per limitare o mantenere la distanza da un pericolo, o mobili (interbloccati o
regolabili manualmente o automaticamente).

I riapri mobili basano il loro funzionamento sulla base dell’intercettazione della condizione pericolosa
attuata da dispositivi o rivelatori di sicurezza.

Una famiglia specifica di dispositivi di sicurezza che basa Le barriere fotoelettriche sono elementi elettrosensibili
(fotosensibili) costituiti da un elemento emettitore ed un
il proprio principio di funzionamento su effetto
elemento ricevitore che opportunamente posizionati possono
fotoelettrico, presentando pertanto una rivelazione determinare un volume sensibile attivabile con azione che non
priva di contatto, va sotto il nome di barriere necessita di contatto fisico.

fotoelettriche.

Le barriere fotoelettriche sono elementi elettrosensibili (fotosensibili) costituiti da un elemento emettitore


ed un elemento ricevitore che opportunamente posizionati possono determinare un volume sensibile
attivabile con azione che non necessita di contatto fisico.

Il dispositivo di sicurezza scelto è una barriera fotoelettrica (AOPD Active Optoelectronic Protective Device)
qualora questo sia identificato come di tipo 2 oppure di tipo 4 ai sensi della IEC 61496 .

Le barriere fotoelettriche sono normate infatti attraverso i seguenti documenti di riferimenti aventi anche
valenza Europea quando declinate in forma di Norma Europea EN:

IEC 61496-1 ed3.0 - 2012

Safety of machinery - Electro-sensitive protective equipment - Part 1: General requirements and tests

IEC 61496-2 ed3.0 -2013

Safety of machinery - Electro-sensitive protective equipment - Part 2: Particular requirements for


equipment using active opto-electronic protective devices (AOPDs)

Caratteristiche di riferimento per le barriere fotoelettriche

Le caratteristiche di riferimento per le barriere fotoelettriche sono in sintesi le seguenti:

 Livello di sicurezza.
 Risoluzione
 Altezza oggetto di protezione
 Portata nel target di protezione
 Tempo di risposta

Il livello di sicurezza definisce i principi di affidabilità e diagnostica propri del dispositivo così
rappresentando una misura comparabile alle categorie espresse nella ISO 13849. Il livello di rischio
risultanti dalla valutazione del rischio eseguita sulla macchina condiziona la corretta selezione del tipo
necessario ovvero del richiesto livello di rischio associato
allo AOPD.
Le barriere fotoelettriche sono normate attraverso i seguenti
La risoluzione di una barriera fotoelettrica è la documenti di riferimenti aventi anche valenza Europea quando
declinate in forma di Norma Europea EN:
dimensione minima che un oggetto affinché questo
determini con certezza l’intervento del dispositivo IEC 61496-1 ed3.0 – 2012 - Safety of machinery - Electro-
sensitive protective equipment - Part 1: General requirements
fotoelettrico quando attraverso la regione immateriale di and tests
rivelazione ottica. Nel caso delle barriere mono-raggio la
risoluzione coincide con il diametro della lente, mentre IEC 61496-2 ed3.0 -2013 - Safety of machinery - Electro-
sensitive protective equipment - Part 2: Particular requirements
nelle barriere multi-raggio la risoluzione è pari alla for equipment using active opto-electronic protective devices
somma del diametro della lente più la distanza tra due (AOPDs)
lenti adiacenti. L’altezza oggetto di protezione (che può
essere anche intesa come profondità oggetto di protezione qualora la barriera foto-elettrica sia stesa in
senso orizzontale) equivale all’altezza oggetto di controllo immateriale da parte della barriera. La portata
costituisce la massima distanza operativa ammissibile che può essere instaurata tra emettitore e ricevitore.
Qualora si utilizzassero elementi riflettori / deviatori la distanza operativa può essere ridotta a causa del
coefficiente di assorbimento ottico dei riflettori stessi. Tali attenuazioni devono essere tenute in
considerazione qualora siano adottati riflettori. Il tempo di risposta rappresenta il tempo intercorrente tra il
momento in cui la barriera intercetta un target e il momento in cui l’evento viene effettivamente
trasformato in un segnale utile sul canale elettrico.

Corretta adozione delle barriere fotoelettriche

L’adozione delle barriere fotoelettriche deve essere corretta e deve essere attuata attraverso la giusta
selezione e definizione della zona da proteggere. A tale scopo si deve prendere in considerazione lo stato di
fatto della zona immateriale da proteggere apprezzandone larghezza, profondità e altezza, con particolare
riferimento all’area di accesso; si deve correttamente apprezzare la posizione degli organi pericolosi e di
tutti i possibili punti di accesso a questi. Lo scopo della barriera è quello di rendere impraticabile l’accesso
alla zona pericolosa da qualunque possibile punto di
La corretta distanza tra barriera di sicurezza e punto origine del
accesso senza interruzione del fascio ottico da parte pericolo deve essere determinata sulla basa della profondità di
della parte ledibile; questo risultato può essere rilevazione, della risoluzione, dei tempi di intervento.
ottenuto, oltre che con diretto posizionamento di
emettitore e ricevitore anche attraverso il corretto utilizzo dei riflettori.

Le barriere fotoelettriche devono essere peraltro selezionate in accordo al tipo di target da rilevare
tenendo in considerazione che questo può essere costituito da dita, mani, braccia, testa, piedi, gambe
corpo umano.

La corretta distanza tra barriera di sicurezza e punto origine del pericolo deve essere determinata sulla basa
della profondità di rilevazione, della risoluzione, dei tempi di intervento.
Infine, la precedente definizione del livello di sicurezza da adottare secondo ISO 13849-1, IEC 62061 o IEC
61496 condiziona la corretta selezione dell’intera catena di sicurezza, ivi compresa la barriera fotoelettrica.
A tale scopo è peraltro molto importante porre in rilievo il fatto che non deve essere possibile un
avviamento involontario della macchina qualora un target, avendo attraversato l’area sensibile, venga a
trovarsi – non rilevata - all’interno dell’area pericolosa.

Muting

La funzione, impostata volontariamente sulla catena di sicurezza, e nota come “Muting” è l’esclusione
temporanea ed effettuata in condizioni di sicurezza della barriera di protezione in relazione al ciclo
macchina. La funzione di muting consente l’introduzione di parti ledibili in regione pericolosa durante fasi
non critiche del ciclo macchina, anche in modalità selettiva. Tale funzione costituisce una sospensione
temporanea della funzione di sicurezza attivabile e disattivabile anche in modo automatico, il cui livello di
sicurezza deve essere pari a quella della funzione di sicurezza che viene temporaneamente disabilitata. L a
sequenza di attivazione e disattivazione deve avvenire solo attraverso segnali cablati indipendenti e attivati
sulla base di condizioni temporali/spaziali prestabilite e garantite il Muting deve pertanto poter essere
attivato in specifiche fasi del ciclo macchina ovvero solo quando non esistono rischi per l’operatore

Blanking

La funzione di “Blanking” consente l’introduzione di oggetti opachi nel campo protetto della barriera senza
che questo causi l’arresto della macchina controllata.

La funzione di “Blanking” trova utilità qualora il campo protetto dalla barriera fotoelettrica possa essere
oggetto di attraversamento di materiale di lavorazione oppure da parti proprie della macchina senza che si
determini una corrispondente attuazione della funzione di sicurezza: ciò viene attuato mascherando la
funzione di blocco se un sottoinsieme predeterminato di raggi entro il campo immateriale protetto viene
intercettato.

Questa funzione è possibile solo quando sono state preventivamente accertate specifiche condizioni di
sicurezza e in accordo a logiche configurabili con adeguato livello affidabilistico.

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