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CORSO DI FORMAZIONE PER ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI

(PES – PAV – PEI)


Testo Unico D. Lgs. 81/2008
( C.E.I. EN 50110 - C.E.I. 11 / 27 IV ed.)

Docente: Rodolfo Toigo


Presentazione
L'entrata in vigore del Testo Unico sulla sicurezza, D. LG. 81/2008 e s.m.i. ha reso
obbligatorio (art. 82) che l'esecuzione di lavori su parti in tensione sia affidata a
lavoratori abilitati dal datore di lavoro ai sensi della pertinente normativa tecnica di
riferimento - norma CEI 11-27, 4° edizione del 2014 - che fornisce, tra l'altro, gli
elementi essenziali per la formazione degli addetti ai lavori elettrici.
Tale norma prevede che il datore di lavoro attribuisca per iscritto la qualifica ad
operare sugli impianti elettrici che può essere di persona avvertita (PAV),
persona esperta (PES) e persona idonea ai lavori elettrici sotto tensione (PEI).
La formazione non è afferente al solo personale operativo, ma anche al
personale tecnico che viene coinvolto nel processo realizzativo di lavori
elettrici.
La norma CEI 11-27 fornisce quindi sia prescrizioni che linee guida al fine di
individuare i requisiti minimi di formazione, in termini di conoscenze tecniche, di
normative e di sicurezza, nonché di capacità organizzative e d’esecuzione pratica di
attività nei lavori elettrici, che consentono di acquisire, sviluppare e mantenere la
capacità delle persone avvertite (PAV), esperte (PES) e idonee (PEI) ad effettuare
in sicurezza lavori sugli impianti elettrici.
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Presentazione

La nuova edizione della Norma CEI 11-27:2014, pur mantenendo la


struttura generale dei concetti espressi nella precedente edizione, ha
introdotto numerose novita' aggiornando lo stato dell'arte della
esecuzione dei lavori elettrici e dei lavori non elettrici operati in presenza
di rischio elettrico.
Scopo del corso e' di fornire gli elementi di aggiornamento per le Persone
esperte (PES) e le Persone avvertite (PAV) circa la nuova normativa del
personale che svolge lavori elettrici, con particolare riguardo
all'acquisizione delle necessarie conoscenze teoriche delle modalità di
organizzazione e conduzione dei lavori in relazione all'evoluzione e dello
stato dell'arte delle norme relative ai lavori elettrici.

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Presentazione

Inoltre, per il personale già formato, addestrato e qualificato come idoneo


ad effettuare lavori elettrici di precisa tipologia sotto tensione, la nuova
Norma CEI 11-27 2014 specifica che la validità dell'autorizzazione al lavoro
sotto tensione deve essere rivista ogni qual volta è necessario in accordo
con il livello di idoneità della persona interessata.
È comunque buona norma riesaminare l’idoneità con cadenza annuale.
L’idoneità può essere revocata dal DdL. quando dovesse risultare evidente
il venire meno del possesso dei requisiti personali dell’operatore, ad
esempio a seguito del verificarsi di palesi violazioni di principi di sicurezza.

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Programma
Il programma del corso è conforme alla normativa CEI 11-27 (Livello 1A , 2A, 1B e 2B)

Contenuti teorici
 Principali disposizioni legislative in materia di sicurezza elettrica con particolare riferimento al Decreto
Legislativo 81/08 e norme CEI EN 50110, CEI 11-27 e CEI 64-8, CEI EN 61936-1 (CEI 99-2) e CEI EN
50522 (CEI 99-3).
 Le figure definite dalla Norma CEI 11-27 2014 (URI, RI, URL e PL), ruoli e responsabilità.
 Le nuove definizioni delle zone di lavoro elettrico e di lavoro non elettrico.
 Lavori in tensione (per tensione fino a 1.000 V in c.a. e 1.500 V in c.c.), lavori fuori tensione per
qualunque livello di tensione e lavori in prossimità di parti attive.
 Analisi e valutazione del rischio elettrico e relative misure di sicurezza da mettere in atto.
 Metodi operativi e organizzativi, procedure, modulistica (piani di lavoro, piani di intervento, consegna e
restituzione impianto) per eseguire i lavori elettrici in sicurezza.
 Figure professionali: responsabile impianto (RI), preposto ai lavori (PL), persona esperta (PES), persona
avvertita (PAV), persona comune (PEC) - ruoli e relative responsabilità.
 Procedure per l'esercizio degli impianti elettrici (controlli funzionali, manovra di esercizio).
 Scelta e impiego dei dispositivi di protezione individuale (DPI) per i lavori elettrici,
 Nozioni di elettrotecnica
 Effetti della corrente elettrica nel corpo umano.
 Principali dispositivi di protezione contro i contatti diretti e indiretti e le sovracorrenti.
 La gestione delle situazioni di emergenza.
 Elettrocuzione nel corpo umano e nozioni di primo soccorso. 5
Programma

Contenuti pratici
La parte pratica comprende esercitazioni su componenti di impianti
elettrici per meglio comprendere le modalità operative, i ruoli, gli
aspetti organizzativi, la modulistica, la scelta delle attrezzature e dei
DPI, la eventuale delimitazione del luogo di lavoro, ecc. al fine di
poter eseguire il lavoro in tutte le sue fasi in sicurezza (come previsto
dalla normativa).

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Riferimenti normativi

DECRETO LEGISLATIVO
9 aprile 2008 , n. 81

Tutela della salute e della sicurezza nei


luoghi di lavoro.

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D. Lgs 81/08

DEFINIZIONI

Lavoratore
Persona che svolge un’attività lavorativa nell’ambito
dell’organizzazione di un datore di lavoro

Datore di lavoro
Soggetto titolare del rapporto di lavoro nel cui ambito il lavoratore presta la
propria attività e della quale ha la responsabilità dell’organizzazione della
stessa.

Dirigente
Persona che attua le direttive del Datore di lavoro organizzando l’attività
lavorativa vigilando su di essa.

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D. Lgs 81/08

DEFINIZIONI

Preposto
Persona che, in ragione delle competenze professionali e dei poteri
conferitogli, sovrintende alle attività lavorative e garantisce l’attuazione
delle direttive ricevute, controllandone la corretta esecuzione da parte dei
lavoratori ed esercitando un funzionale potere di iniziativa.

Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione (RSPP)


Persona in possesso dei requisiti e delle capacità, designata dal datore di
lavoro, a cui risponde, per coordinare il servizio di prevenzione e protezione
dai rischi

Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza (RLS)


Persona eletta per rappresentare i lavoratori per quanto concerne gli
aspetti della salute e della sicurezza durante il lavoro.

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D. Lgs 81/08

Norma tecnica
Specifica tecnica, approvata e pubblicata da un Organismo
riconosciuto la cui osserva non sia obbligatoria

Buona prassi
Soluzioni organizzative e procedurali coerenti con la normativa vigente
e con le norme di buona tecnica

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D. Lgs 81/08

Art. 18 Obblighi del Datore di lavoro e del Dirigente (sintesi)

Il Datore di lavoro e i Dirigenti devono:


a) fornire ai lavoratori i necessari e idonei dispositivi di protezione individuale;
b) prendere le misure appropriate affinché soltanto i lavoratori che hanno
ricevuto adeguate istruzioni e specifico addestramento accedano alle zone
che li espongono ad un rischio grave e specifico;
c) richiedere l’osservanza da parte dei singoli lavoratori delle norme vigenti,
nonché delle disposizioni aziendali in materia di sicurezza, di uso dei mezzi
di protezione collettiva ed individuali messi a loro disposizione;
d) adempiere agli obblighi di informazione, formazione ed addestramento;
e) consegnare al rappresentante dei lavoratori per la sicurezza copia del
documento di valutazione dei rischi;
f) consultare il rappresentante dei lavoratori.

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D. Lgs 81/08

Art. 19 - Obblighi del Preposto (sintesi)

I Preposti devono:

a) sovrintendere e sorvegliare sulla osservanza da parte dei singoli lavoratori


dei loro obblighi di legge, nonché delle disposizioni aziendali in materia di
salute e sicurezza sul lavoro e di uso dei mezzi di protezione collettivi e dei
dispositivi di protezione individuale e, in caso di persistenza della
inosservanza, informare i loro superiori diretti;

b) verificare che soltanto i lavoratori che hanno ricevuto adeguate istruzioni


accedano alle zone che li espongono ad un rischio grave e specifico;

c) segnalare tempestivamente al datore di lavoro o al dirigente le deficienze


dei mezzi e delle attrezzature di lavoro e dei dispositivi di protezione
individuale e ogni altra condizione di pericolo che si verifichi durante
l’esecuzione del lavoro;
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D. Lgs 81/08

… continua Art. 19 - Obblighi del Preposto (sintesi)

I Preposti devono:
d) ricevere a cura del Datore di lavoro ed in azienda, un’adeguata e
specifica formazione ed un aggiornamento periodico in relazione ai
propri compiti in materia di sicurezza e salute sul lavoro. I contenuti della
formazione comprendono:
1) principali soggetti coinvolti e relativi obblighi;
2) definizione e individuazione dei fattori di rischio;
3) valutazione dei rischi;
4) individuazione delle misure tecniche, organizzative e procedurali di
prevenzione e protezione.

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D. Lgs 81/08

Esercizio di fatto dei poteri del Preposto (sintesi)


Art. 299

Le responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro, gravano


altresì su colui il quale, pur sprovvisto di regolare investitura
(delega di funzioni), eserciti in concreto, ovvero di fatto, i poteri
del Preposto cosi come definiti dal presente decreto

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D. Lgs 81/08

Art. 20 - Obblighi dei Lavoratori

1) Ogni lavoratore deve prendersi cura della propria salute e sicurezza e di


quella delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui ricadono gli
effetti delle sue azioni o omissioni, conformemente alla sua formazione, alle
istruzioni e ai mezzi forniti dal datore di lavoro.
2) I Lavoratori devono in particolare:
a) contribuire, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti,
all’adempimento degli obblighi previsti a tutela della salute e sicurezza sui
luoghi di lavoro;
b) osservare le disposizioni e le istruzioni impartite dal datore di lavoro ai fini
della protezione collettiva e individuale;
c) utilizzare correttamente le attrezzature di lavoro, le sostanze ed i preparati
pericolosi, i mezzi di trasporto nonché i dispositivi di sicurezza;
d) segnalare immediatamente al datore di lavoro le deficienze dei mezzi e dei
dispositivi e qualsiasi eventuale condizione di pericolo di cui vengano a
conoscenza;
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D. Lgs 81/08

..… continua Art. 20 - Obblighi dei Lavoratori

e) non rimuovere o modificare senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza,


di segnalazione e di controllo;
f) non compiere di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro
competenza e che possono compromettere la sicurezza propria e di altri
lavoratori;
g) partecipare ai programmi di formazione e di addestramento organizzati dal
datore di lavoro.
3) I lavoratori che svolgono attività in regime di appalto devono esporre
apposita tessera di riconoscimento, corredata di fotografia, contenente le
generalità del lavoratore e l’indicazione del datore di lavoro.

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D. Lgs 81/08

Art. 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o


d'opera o di somministrazione

1. Il datore di lavoro, in caso di affidamento dei lavori all'impresa appaltatrice o


a lavoratori autonomi all'interno della propria azienda, o di una singola
unita' produttiva della stessa, nonche' nell'ambito dell'intero ciclo produttivo
dell'azienda medesima:
a) verifica, con le modalita' previste dal decreto, l'idoneita' tecnico
professionale delle imprese appaltatrici o dei lavoratori autonomi in
relazione ai lavori da affidare in appalto o mediante contratto d'opera o di
somministrazione.
b) fornisce agli stessi soggetti dettagliate informazioni sui rischi specifici
esistenti nell'ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di
prevenzione e di emergenza adottate in relazione alla propria attivita'.
2. Nell'ipotesi di cui al comma 1, i datori di lavoro, ivi compresi i subappaltatori:
a) cooperano all'attuazione delle misure di prevenzione e protezione dai
rischi sul lavoro incidenti sull'attivita' lavorativa oggetto dell'appalto;
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D. Lgs 81/08

….continua Art. 26 - Obblighi connessi ai contratti d'appalto o


d'opera o di somministrazione

b) coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono


esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare
rischi dovuti alle interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte
nell'esecuzione dell'opera complessiva.
3. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il
coordinamento di cui al comma 2, elaborando un unico documento di
valutazione dei rischi (DUVRI) che indichi le misure adottate per eliminare o,
ove cio' non e' possibile, ridurre al minimo i rischi da interferenze. Tale
documento e' allegato al contratto di appalto o di opera. Le disposizioni del
presente comma non si applicano ai rischi specifici propri dell'attivita' delle
imprese appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi.

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D. Lgs 81/08

Art. 37 Formazione dei lavoratori


e dei loro rappresentanti (sintesi)

Il Datore di lavoro assicura che ciascun


lavoratore riceva una formazione sufficiente
ed adeguata in materia di salute e sicurezza

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D. Lgs 81/08

Articolo 59 - Sanzioni per i lavoratori

I lavoratori sono puniti:


a) con l’arresto fino a un mese o con l’ammenda da 200
a 600 euro per la violazione dell’articolo 20, comma 2,
lett. b), c), d), e), f), g), h) e i);
b) con la sanzione amministrativa pecuniaria da 50 a
300 euro per la violazione dell’articolo 20 comma 3;
la stessa sanzione si applica ai lavoratori autonomi di
cui alla medesima disposizione

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D. Lgs 81/08

Cap. II Uso dei dispositivi di protezione individuale (D.P.I.)

Art. 74 definizione (sintesi)


Si intende per dispositivo di protezione individuale, di seguito denominato
«DPI», qualsiasi attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal
lavoratore allo scopo di proteggerlo contro uno o piu' rischi suscettibili di
minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonche' ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo

Art. 75 - Obbligo di uso


I DPI devono essere impiegati quando i rischi non possono essere evitati
o sufficientemente ridotti da misure tecniche di prevenzione, da mezzi di
protezione collettiva, da misure, metodi o procedimenti di riorganizzazione
del lavoro.

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D. Lgs 81/08 - Titolo III

Articolo 80 - Obblighi del datore di lavoro

1. Il datore di lavoro prende le misure necessarie affinché i materiali, le


apparecchiature e gli impianti elettrici messi a disposizione dei lavoratori
siano progettati, costruiti, installati, utilizzati e manutenuti in modo da
salvaguardare i lavoratori da tutti i rischi di natura elettrica ed in
particolare quelli derivanti da:
a) contatti elettrici diretti;
b) contatti elettrici indiretti;
c) innesco e propagazione di incendi e di ustioni dovuti a sovratemperature
pericolose, archi elettrici e radiazioni;
d) innesco di esplosioni;
e) fulminazione diretta ed indiretta;
f) sovratensioni;
g) altre condizioni di guasto ragionevolmente prevedibili.
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D. Lgs 81/08

Cap. III Impianti e apparecchiature elettriche

Art. 82 Lavori sotto tensione


E’ vietato eseguire lavori sotto tensione.
Tali lavori sono tuttavia consentiti nei casi in cui le tensioni su cui si
opera sono di sicurezza ….(omissis..) nonché quando i lavori sono
eseguiti nel rispetto delle seguenti condizioni:
 le procedure adottate e le attrezzature utilizzate sono conformi
ai criteri definiti dalle norme tecniche;
 per sistemi di categoria 0 e I purché l'esecuzione di lavori su parti
in tensione sia affidata a lavoratori riconosciuti dal datore di
lavoro come idonei per tale attività secondo le indicazioni della
pertinente normativa tecnica;

Sistemi a categoria 0: tensione nominale minore o uguale 50 V se a corrente alternata o a 120


V se in corrente continua (non ondulata);
Sistemi di categoria I: tensione nominale da oltre oltre 50 fino a 1000 V se in corrente alternata
o da oltre 120 V fino a 1500 V compreso se in corrente continua 23
D. Lgs 81/08
Art. 83 - Lavori in prossimità di parti attive

Non possono essere eseguiti lavori non elettrici in vicinanza di linee elettriche o di
impianti elettrici con parti attive non protette a distanze inferiori ai limiti di cui alla
tabella 1, salvo che vengano adottate disposizioni organizzative e procedurali
idonee a proteggere i lavoratori dai conseguenti rischi.

Tab. 1 allegato IX

Distanze di sicurezza da parti attive di linee Distanza


elettriche e di impianti elettrici non protette o Un (kV) minima
non sufficientemente protette da osservarsi, consentita (m)
nell’esecuzione di lavori non elettrici, al
Fino a 1 3
netto degli ingombri derivanti dal tipo di
lavoro, delle attrezzature utilizzate e dei 1 < Un ≤ 30 3,5
materiali movimentati, nonché degli 30 < Un ≤ 132 5
sbandamenti laterali dei conduttori dovuti
all’azione del vento e degli abbassamenti di > 132 7
quota dovuti alle condizioni termiche. Dove Un = tensione nominale
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D. Lgs 81/08
In relazione alla loro tensione nominale i sistemi
elettrici si dividono in:

 sistemi di Categoria 0 (zero), chiamati anche a bassissima


tensione, quelli a tensione nominale minore o uguale a 50 V se a
corrente alternata o a 120 V se in corrente continua (non ondulata);
 sistemi di Categoria I (prima), chiamati anche a bassa tensione,
quelli a tensione nominale da oltre 50 fino a 1 000 V se in corrente
alternata o da oltre 120 V fino a 1 500 V compreso se in corrente
continua;
 sistemi di Categoria II (seconda), chiamati anche a media tensione
quelli a tensione nominale oltre 1 000 V se in corrente alternata od oltre
1 500 V se in corrente continua, fino a 30 000 V - compreso;
 sistemi di Categoria III (terza),chiamati anche ad alta tensione,
quelli a tensione nominale maggiore di 30 000 V.

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D. Lgs 81/08
Art. 117 Lavori in prossimità di parti attive

Ferme restando le disposizioni di cui all’articolo 83, quando occorre effettuare dei lavori in
prossimità di linee elettriche o di impianti elettrici con parti attive non protette, ferme restando le
norme di buona tecnica, si deve rispettare almeno una delle seguenti precauzioni:

 mettere fuori tensione ed in sicurezza le parti


attive per tutta la durata dei lavori;
 posizionare ostacoli rigidi che impediscano
l’avvicinamento con le parti attive;
 tenere in permanenza, persone, macchine
operatrici, apparecchi di sollevamento, ponteggi
ed ogni altra attrezzatura a distanza di sicurezza.

La distanza di sicurezza deve essere tale che non possano


avvenire contatti diretti o scariche pericolose per le persone
tenendo conto del tipo di lavoro, delle attrezzature usate e delle
tensioni presenti e comunque la distanza di sicurezza non deve
essere inferiore ai limiti di cui all’allegato IX o a quelli risultanti
dall’applicazione delle pertinenti norme tecniche.
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27
Norma CEI 11-27 IV edizione
Lavori su impianti elettrici
Prescrizioni minime per la sicurezza di
attività di lavoro sugli impianti elettrici

Scopo
La presente edizione IV della Norma CEI 11-27 si basa sulla nuova
edizione della Norma CEI EN 50110 -1 2014

La presente Norma fornisce le prescrizioni di sicurezza per attività sugli impianti


elettrici, ad essi connesse e vicino ad essi. Tali prescrizioni si applicano alle
procedure di esercizio, di lavoro e di manutenzione. La presente Norma si
applica a tutti i lavori, compreso il lavoro sotto tensione su impianti a tensione
fino a 1 000 V in c.a. e 1 500 V in c.c. ed esclusi i lavori sotto tensione su
impianti a tensione superiore a 1 000 V in c.a e 1 500 V in c.c.. Questi ultimi
sono regolamentati dal DM 4 febbraio 2011, dalla Norma CEI EN 50110 -1 e
dalla Norma CEI 11-15.
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Norma CEI 11-27

Figure professionali

Unità responsabile di un impianto elettrico (URI)


Unità designata alla responsabilità complessiva per garantire l’esercizio in
sicurezza di un impianto elettrico mediante regole ed organizzazione della
struttura aziendale durante il normale esercizio dell’impianto.

L’Unità può essere il proprietario, l’utilizzatore o una persona designata.


Qualcuno dei compiti può essere affidato ad altri, se necessario negli impianti
complessi, nel caso in cui la URI deleghi il ruolo di RI a Persona che non
faccia parte della sua Unità o della sua Azienda (ad esempio delega il ruolo di
RI alla URL o al PL di una Impresa di manutenzione), è necessario che la
delega sia formalizzata per iscritto

La URI, se coincide con il RI, deve essere necessariamente una


PES e deve svolgere quanto previsto nel successivo paragrafo

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Norma CEI 11-27

Figure professionali

Persona designata alla conduzione dell’impianto elettrico


(Responsabile dell’impianto - RI)

Persona responsabile, durante l’attività di lavoro, della sicurezza dell’impianto


elettrico. Tale persona può coincidere con la stessa persona che ricopre il ruolo di
URI e persona preposta alla conduzione del lavoro (PL) se ne ha le competenze

È la Persona designata dalla URI quando si debba effettuare un’attività


lavorativa, cui fanno capo le seguenti responsabilità:
 redazione dei piani di lavoro (quando previsto);
 condivisione della scelta metodologica e organizzativa del lavoro
con l’URL (PL);
 consegna dell’impianto al PL con la relativa autorizzazione all’inizio del
lavoro;
 ricevimento di conclusione del lavoro dal PL e di ripristino del normale
assetto di esercizio
 …… altro
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Norma CEI 11-27

Figure professionali

Unità responsabile della realizzazione del lavoro (URL)


Unità (o Persona ) cui è demandato l’incarico di eseguire il lavoro.
La responsabilità rimane di fatto in capo al responsabile dell’Unità.
Nel caso la URL sia una persona, essa può coincidere con la stessa che ricopre il
ruolo di persona preposta alla conduzione dell’attività lavorativa sul posto di lavoro
(PL).

Persona preposta alla conduzione del lavoro (PL)


Persona designata alla responsabilità della conduzione operativa del lavoro sul
posto di lavoro.

Compiti del Preposto al lavoro (PL)


Il PL sovrintende ai lavori ed è, a tale titolo, responsabile di quanto segue:
 conduzione operativa dei lavori secondo l’eventuale Piano di intervento;
 presa in carico dell’impianto elettrico o di sua parte dalla URL e della
successiva riconsegna (nel caso non vi sia la URL, la presa in carico e la
riconsegna avviene tra RI e PL);
31
Norma CEI 11-27
Figure professionali

… continua Compiti del Preposto al lavoro (PL)

 nei lavori fuori tensione, verifica dell’assenza di tensione e, nei casi previsti,
dell’installazione della messa a terra e in cortocircuito sul posto di lavoro;
 se previste, adozione delle procedure per i lavori in prossimità di parti attive;
 verifica all’inizio e durante l’attività, della sussistenza delle condizioni previste
dall’eventuale Piano d’intervento;
 assegnazione dei compiti ai diversi operatori;
 illustrazione degli obiettivi dell’intervento e dei compiti assegnati;
 controllo del comportamento del personale, anche in relazione all’uso di
attrezzature e DPI;
 collegamento con RI e con altre figure interessate ai lavori;
 decisioni circa l’inizio, la continuazione, la sospensione, la ripresa, il termine
dei lavori, anche in riferimento alle condizioni atmosferiche.

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Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro

Ciascuno impianto elettrico, durante un’attività di


lavoro deve essere affidato alla responsabilità di un RI

Ciascuna attività lavorativa deve essere posta sotto la


responsabilità di un PL

Nessun lavoro su impianti elettrici deve svolgersi


senza che siano individuati RI e PL

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Norma CEI 11-27

Profili professionali

PES = Persona esperta: Persona con istruzione, conoscenza ed


esperienza rilevanti tali da consentirle di analizzare i rischi e di evitare i
pericoli che l’elettricità può creare.

PAV = Persona avvertita: Persona adeguatamente avvisata da persone


esperte (PES) per metterla in grado di evitare i pericoli che l’elettricità può
creare

PEC = Persona comune: non formata e non istruita nel campo delle attività
elettriche (può eseguire i lavori elettrici più semplici ma sempre sotto la
sorveglianza di una PES o di una PAV)

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Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

Per valutare correttamente quale profilo professionale (PES o PAV) da attribuire a


un operatore, è necessario riferirsi a tre requisiti tra loro complementari:
 il primo aspetto riguarda l’istruzione, cioè la conoscenza dell’impiantistica
elettrica e della relativa normativa di sicurezza, la capacità di riconoscere i rischi e i
pericoli connessi ai lavori elettrici;
 il secondo aspetto riguarda l’esperienza di lavoro maturata, quale requisito
per poter avere confidenza della conoscenza o meno delle situazioni caratterizzanti
una o più tipologie di lavori e della maggior parte delle situazioni anche non
ricorrenti;
 il terzo aspetto riguarda le caratteristiche personali, quelle maggiormente
significative dal punto di vista professionale, quali le doti di equilibrio, attenzione,
precisione e ogni altra caratteristica che concorra a far ritenere l’operatore
affidabile.
Una Persona per poter essere definita PES deve possedere tutti i requisiti
sopra indicati

La caratteristica fondamentale della PES è individuabile nell’affidabilità


nell’affrontare, in autonomia, qualunque situazione presenti la specifica attività
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Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

L’operatore è definito PAV, per contro, se non possiede completamente tutti i


requisiti sopra indicati, ma li soddisfa comunque almeno in parte, seppure
solamente ad un livello di base ed è una figura in evoluzione all’interno della cui
definizione trovano posto diversi livelli: essa si trova in situazioni intermedie che
comportano una possibile evoluzione verso la condizione di PES.

In sintesi la PAV si distingue dalla PES per la insufficiente capacità di affrontare


in autonomia l’impostazione del lavoro e gli imprevisti

In considerazione dei requisiti personali richiesti agli operatori per l’attribuzione


dei profili professionali, le condizioni di PES o PAV attribuite possono anche venir
meno nel tempo qualora, per una data tipologia di lavoro elettrico, un operatore
non dovesse più soddisfare i requisiti richiesti.

Per una data tipologia di lavoro elettrico, un operatore è da considerarsi PEC se


non soddisfa i requisiti sopra indicati. Tale profilo non prevede alcuna
attribuzione formale
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Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

Lavoratori dipendenti
L’attribuzione della condizione di PES e PAV per lavoratori dipendenti è di
pertinenza del Datore di Lavoro (DdL).
Detta attribuzione, accompagnata dall’indicazione della tipologia o delle
tipologie di lavori cui si riferisce, deve essere formalizzata per iscritto nell’ambito
aziendale.
Nel caso di lavoratori dipendenti che a giudizio del DdL risultino senza la
prevista formazione teorica, si potrà attribuire loro la condizione di PES o
PAV dopo la partecipazione ad una formazione teorica che preveda
l’acquisizione delle conoscenze necessarie.
Il DdL può revocare la condizione di PES o PAV qualora vengano a mancare al
lavoratore i requisiti per l’attribuzione di tali qualifiche.

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Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

Datori di lavoro e lavoratori autonomi


Per i DdL e per i lavoratori autonomi, la condizione di PES o di PAV, ed
eventualmente l’idoneità ai lavori sotto tensione in BT, può essere
autocertificata, quando richiesta dal committente i lavori.
Si raccomanda, per quanto possibile, che detta autocertificazione sia basata su
un’idonea documentazione contenente informazioni quali ad esempio:
 conoscenze teorico pratiche e legislative in materia di sicurezza;
 percorsi formativi;
 esperienze lavorative e ruoli coperti;
 tipologia di impianti elettrici trattati

Committenti
Nell’affidare lavori elettrici in appalto, i committenti datori di lavoro devono
richiedere che il personale sia in possesso dei requisiti richiesti per
l’esecuzione dei lavori secondo la presente norma e secondo integrazioni
deducibili dalla Norma CEI 78-17 2015 “Manutenzione delle cabine
elettriche MT/MT e MT/BT dei clienti/utenti finali”. 38
Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

Lavoratori dipendenti
Il Datore di lavoro è il responsabile dell'attestazione dell'idoneità per lavori sotto tensione
su sistemi di Categoria 0 e I. Tale attestazione deve essere formalizzata per iscritto.
Per il conseguimento dell'idoneità, la persona deve possedere le conoscenze teoriche e
pratiche per i lavori sotto tensione previste dalla presente Norma, rappresentative del
lavoro sotto tensione su sistemi di Categoria 0 e I.
Per la valutazione della persona, il Datore di lavoro può assumere a riferimento, una o più
delle seguenti attività formative:
 le attività lavorative e formative pregresse, anche eseguite in affiancamento;
 la documentazione attestante l'avvenuta frequenza con esito positivo di specifici
corsi di formazione, con indicata la valutazione finale del corso espressa
dall'organizzazione erogatrice del corso;
 la formazione svolta in ambito aziendale.
Per il conferimento dell'idoneità, inoltre, il Datore di lavoro deve basarsi sull'accertamento
di altri necessari requisiti della persona quali ad esempio:
 idoneità psicofisica;
 curriculum professionale;
 comportamenti durante l'attività lavorativa svolta, con riferimento alla sicurezza 39
Norma CEI 11-27

Criteri di attribuzione dei profili professionali PES e PAV

Datori di lavoro e lavoratori autonomi


Nel caso di Datori di lavoro o lavoratori autonomi che svolgono attività
lavorativa sotto tensione su sistemi di Categoria 0 e I, questi devono
possedere le conoscenze necessarie per l'idoneità all'esecuzione dei
suddetti lavori e, quando richiesto, autocertificare detta idoneità.
Si raccomanda, per quanto possibile, che tale autocertificazione sia
basata sul possesso dei requisiti riguardanti, in particolare, la
tipologia dei lavori sotto tensione su sistemi di Categoria 0 e I per i
quali si è in possesso di adeguata conoscenza ed esperienza.

40
Norma CEI 11-27

Definizioni

Tensioni elettriche

Bassissima tensione (ELV)


Tensione non superiore a 50 V in corrente alternata (c.a.) o a 120 V in
corrente continua non ondulata (c.c.) sia tra conduttori sia verso terra
(sistemi di Categoria 0); essa comprende circuiti SELV, PELV e FELV.
Bassa tensione (BT)
Tensione maggiore di 50 V fino a 1 000 V compreso se in corrente
alternata o maggiore di 120 V fino a 1 500 V compreso se in corrente
continua (sistemi di categoria I)
Media Tensione (MT)
Tensione nominale di sistemi oltre 1 000 V se in corrente alternata od oltre
1 500 V se incorrente continua, fino a 35 000 V (sistemi di categoria II)
Alta tensione (AT)
Tensione nominale di sistemi oltre 35 000 V sia in corrente alternata, sia in
corrente continua (sistemi di categoria III)
41
Norma CEI 11-27

Parte attiva

Conduttore o parte conduttrice destinata ad essere in


tensione durante il normale servizio incluso il neutro,
ma non, per convenzione, il neutro usato come
conduttore di protezione (PEN)

Impianto in sicurezza
Situazione in cui si trova un impianto o
una parte d’impianto e tutte le sue parti
attive dopo che siano state adottate tutte le
misure previste per il lavoro fuori tensione.

42
Norma CEI 11-27

Area di d’intervento

Zona compresa all’interno della zona di lavoro,


possibilmente posta frontalmente rispetto
all’operatore, nella quale devono essere contenute le
parti attive sulle quali l’operatore interviene per
eseguire un lavoro sotto tensione a contatto.
Essa individua lo spazio d’azione dell’operatore ed è
uno spazio virtuale che serve a verificare la
possibilità di tenere sotto controllo le fonti di pericolo.
La sua eventuale delimitazione ricade sotto la
responsabilità del Preposto ai lavori.
Proteggere le parti attive adiacenti la zona di
TELO
intervento con elementi isolanti. ISOLANTE

43
Norma CEI 11-27

Zona di lavoro

Zona di lavoro sotto tensione (DL)


Spazio, delimitato dalla distanza DL, intorno alle parti attive nel quale non è
assicurato il livello di isolamento atto a prevenire il pericolo elettrico.
(vedi Figure A.1.a e A.1b )

Zona prossima (DV)


Spazio esterno alla zona di lavoro sotto tensione delimitato dalla distanza DV.
(vedi Figure A.1a e A.1b ).

Zona di lavoro non elettrico (DA9)


Spazio esterno alla zona prossima delimitato dalla distanza DA9.
(vedi Figure A.1a e A.1b) .

44
Norma CEI 11-27
Illustrazione delle distanze di lavoro e limitazioni con
dispositivi isolanti
Legenda
DL – Limite esterno dei lavori sotto tensione Esempio di
DV – Limite esterno dei lavori in prossimità parte attiva

DA9 – Limite esterno dei lavori non elettrici

Parte attiva non protetta


o non sufficientemente
protetta

Zona di lavoro
sotto tensione

Zona di lavoro
in prossimità

Zona di lavoro
non elettrico

Figura A.1b
Figura A.1a
Limitazione delle zone previste
Distanze in aria e definizione delle zone dalle procedure per lavori,
previste dalle procedure per lavori mediante un dispositivo isolante45
Norma CEI 11-27
Tabella A.1
Tensione nominale Distanza minima in aria Distanza minima in aria Distanza minima in aria
che definisce il limite che definisce il limite definita dalla
del sistema
esterno della zona dei esterno della zona legislazione come limite
(valore efficace)
lavori sotto tensione prossima per i lavori non elettrici
UN DL DV DA9
[kV] [mm] [mm] [mm]

≤1 no contact 300 3000


3 60 1120 3500
6 90 1120 3500
10 120 1150 3500
15 160 1160 3500
20 220 1220 3500
30 320 1320 3500
36 380 1380 5000
45 480 1480 5000
60 630 1630 5000
70 750 1750 5000
110 1000 2000 5000
132 1100 3000 5000
150 1200 3000 7000
220 1600 3000 7000
275 1900 4000 7000
380 2500 4000 7000
480 3200 6100 -
700 5300 8400 -
Le distanze DL e DV sono state definite come un insieme di valori minimi amministrativi, tenuto conto di quelle esistenti nei paesi
europei. Fino a 70 kV per DL prevalgono considerazioni ergonomiche rispetto a quelle della componente elettrica oltre i 70 kV. I valori
minimi di DL riportati nella Tabella A.1 sono confermati con il metodo di calcolo previsto nella CEI EN 61472. Fino a 70 kV, le distanza di
Tabella A.1 si possono applicare anche a tensioni nominali in corrente continua, in assenza di specifiche normative.
46
NOTA – I valori intermedi per DL e DV si possono determinare con interpolazione lineare
Norma CEI 11-27

Lavoro su impianti

Lavoro elettrico
Per lavoro elettrico si intende qualsiasi
attività lavorativa eseguita in “zona
prossima” in quanto, in essa, qualsiasi
lavoratore può essere assoggettato a
un rischio elettrico, sia che operi
direttamente sulle parti attive in
tensione o fuori tensione dell’impianto
elettrico, sia che svolga lavori in
prossimità di un impianto elettrico, di
Per gli impianti BT DL = 0
natura non elettrica, come lavori edili,
verniciatura, taglio rami, ecc.
In quest’ultimo caso, gli operatori, che non sono PES o PAV nel campo elettrico,
devono lavorare sotto la supervisione di una PES nel campo elettrico o, se del
caso, sotto la sorveglianza di una PES o PAV nel campo elettrico che hanno il
compito di attuare tutte le misure di sicurezza necessarie affinché gli operatori
non esperti e non avvertiti (avvero PEC) non incorrano con il loro comportamento
in situazioni pericolose per la loro salute. 47
Norma CEI 11-27

Lavoro su impianti

Lavoro non elettrico


Lavoro svolto a distanza minore di
DA9 e maggiore di DV da parti
attive accessibili di linee e di
impianti elettrici (costruzione,
scavo, pulizia, verniciatura, ecc.).

Lavoro sotto tensione


Tutti i lavori in cui un lavoratore deve entrare in contatto con le
parti attive in tensione o deve raggiungere l’interno della zona di
lavoro sotto tensione con parti del suo corpo o con attrezzi, con
equipaggiamenti o con dispositivi che da lui vengono maneggiati

Lavoro in prossimità di parti attive


Tutte le attività lavorative in cui un lavoratore entra nella zona prossima con
parti del proprio corpo, con un attrezzo o con qualsiasi altro oggetto senza
invadere la zona di lavoro sotto tensione 48
Norma CEI 11-27

Dispositivi di protezione
Barriera
Parte che assicura la protezione contro i contatti diretti in tutte le
direzioni abituali di accesso. È installata al di fuori della zona di lavoro
sotto tensione e può essere di materiale qualsiasi. Può essere
installata permanentemente o messa in opera in occasione del lavoro.
La sua funzione è quella di impedire l’avvicinamento alle parti attive
barriera

Condizione di lavoro pericolosa Condizione di lavoro sicura 49


Norma CEI 11-27

Dispositivi di protezione

Schermo
Ogni dispositivo, che può essere o non essere isolante, utilizzato per
prevenire l’avvicinamento a qualsiasi componente elettrico o a parte di un
impianto elettrico che presenta pericoli elettrici.

Involucro
Deve assicurare la protezione contro i contatti diretti. È parte integrante
dell’apparecchiatura dell’elemento d’impianto, con esso è stato progettato e non
ne è separabile.
Sono esempi di involucri:
 il contenitore degli elettrodomestici: dall’asciugacapelli al frigorifero,
 la mascherina degli interruttori da parete BT,
 l’isolamento dei cavi a qualunque tensione;
Per poter essere definito impedimento efficace contro il rischio elettrico, un
involucro deve avere un grado di protezione almeno pari a IP 2X oppure IP XXB
secondo la Norma CEI EN 60529.
50
Norma CEI 11-27

Dispositivi di protezione

Protettore
TELO
Il protettore è sempre di materiale isolante e viene ISOLANTE

normalmente installato all’interno della zona di lavoro sotto


tensione. Non è permanentemente in opera, ma solo
durante il lavoro. La sua funzione è quella di proteggere
parti attive esposte presenti nella zona di lavoro;
ovviamente tali parti non sono quelle su cui si interviene.
CAPPUCCIO
I protettori trovano applicazione generalmente nel lavoro ISOLANTE

in prossimità in bassa tensione e sono generalmente


costituiti di teli isolanti, cappucci isolanti, ecc,.

Dispositivo portatile per la messa a terra e in cortocircuito


Dispositivo portatile che viene connesso manualmente mediante
componenti isolanti alle parti di un impianto elettrico per la sua
messa a terra e in cortocircuito.

51
Norma CEI 11-27

Terre di sezionamento
Collegamento di tutti i conduttori attivi dell’impianto a
terra ed in corto circuito nel punto di sezionamento

Terre di lavoro
Collegamento di tutti i conduttori attivi dell’impianto a
terra ed in corto circuito nel punto in cui si esegue il
lavoro. Le terre di lavoro possono essere più di una.

Impianto e lavoro complesso


Per impianto complesso, si intende un impianto o parti di impianto, ove si
esegue l’attività, i cui circuiti risultino fisicamente alquanto articolati o poco
controllabili visivamente per la particolare disposizione dei componenti e dei
circuiti in occasione dei lavori, o per il numero di possibili alimentazioni o per la
presenza di impianti di Alta o Media tensione (AT o MT).

Lavoro elettrico complesso


Attività svolta su un impianto complesso
52
Norma CEI 11-27

Supervisione
Complesso di attività svolte da PES, prima di eseguire un lavoro, ai fini di mettere i
lavoratori in condizioni di operare in sicurezza senza ulteriori necessità di controllo
predisponendo, ad esempio:
 ambienti,
 misure di prevenzione e protezione,
 messa fuori tensione e in sicurezza di un impianto elettrico o parte di esso,
 installazione di barriere e impedimenti,
 modalità d’intervento,
 istruzioni

Sorveglianza
Attività di controllo costante svolta da PES o
PAV nei confronti di altre persone
generalmente con minore esperienza, in
particolare di PEC, atta a prevenire azioni
pericolose, derivanti dalla presenza di rischio
elettrico, che queste ultime potrebbero
compiere (volontariamente e/o
involontariamente) ignorandone la
pericolosità.
53
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza

Personale
Tutto il personale coinvolto in un’attività lavorativa sugli impianti elettrici, ad essi
connessa e in loro prossimità, deve essere istruito sulle prescrizioni di sicurezza,
sulle relative regole, sulle procedure aziendali applicabili al loro lavoro, l’uso di
vestiario e/o di DPI .
Il benestare di inizio al lavoro deve essere dato dal preposto alla conduzione del
lavoro (PL) solo dopo aver fornito istruzioni a tutte le persone impegnate
nell’esecuzione dell’attività lavorativa su tutti i pericoli ragionevolmente prevedibili
che non siano di loro immediata percezione.

Scelta del personale


Nei lavori fuori tensione e/o in prossimità, si possono utilizzare Persone
Comuni (PEC) sotto la responsabilità, per quanto riguarda il controllo del rischio
elettrico, di PES attraverso la supervisione o in casi particolari sotto la
sorveglianza di PES o PAV; negli altri casi, i lavori devono essere eseguiti da
PES o PAV: in particolare, tutti quelli sotto tensione per i quali è necessaria
anche l’idoneità ad eseguirli.
54
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza

Valutazione del personale


Per valutare la competenza delle persone da coinvolgere nelle attività
lavorative, ci si deve basare sui seguenti criteri:
 conoscenza dell’elettricità;
 esperienza di lavoro elettrico;
 conoscenza della tipologie dell’impianto su cui si deve lavorare ed
esperienza pratica di quel lavoro;
 conoscenza dei rischi che possono insorgere durante il lavoro e delle
precauzioni che devono essere osservate;
 capacità di riconoscere, in ogni momento, se è sicuro continuare il lavoro.
Deve essere valutata la complessità dell’attività lavorativa prima del suo
inizio ai fini di operare la scelta opportuna tra persone esperte (PES),
avvertite (PAV) o persone comuni (PEC) per eseguire l’attività detta.

55
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza


Organizzazione
Ciascun impianto elettrico, durante un’attività di lavoro, deve essere affidato alla
responsabilità di un responsabile impianto (RI).
Se si deve svolgere un‘attività lavorativa dove due o più impianti hanno
responsabili diversi, è essenziale che siano istituite procedure tra detti responsabili
per garantire la sicurezza.
Nessun lavoro deve svolgersi senza che siano individuati il RI e il PL secondo le
indicazioni della presente Norma.
Qualora due o più impianti siano interfacciati o interconnessi, è essenziale che ci
siano accordi formali di consultazione e cooperazione tra gli RI designati e
responsabili di ciascuno di tali impianti elettrici al fine di garantire la sicurezza.

Attrezzatura
L’attrezzatura, gli utensili, i dispositivi per eseguire il lavoro devono essere
individuati in fase di preparazione e verificati prima dell’uso. Le attrezzature
rispondenti a norme tecniche esistenti devono rispondere ai relativi requisiti e
sottoposte alle prove periodiche eventualmente previste nelle stesse.
56
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza


Assistenza
Sul posto di lavoro è necessaria la presenza, oltre che
dell’operatore, di una seconda persona quando si
manifestino rischi non eliminabili e non controllabili da
un solo operatore, che possono derivare da:
 considerevole complessità del lavoro;
 ubicazione o logistica del luogo delle installazioni;
 disposizione delle installazioni;
 efficienza delle installazioni;
 significativo livello di attenzione richiesto da alcuni interventi per il numero e la
complessità dei fattori da tenere sotto controllo;
 illuminazione inadeguata delle parti attive su cui si interviene;
 lavoro in presenza di condizioni atmosferiche sub-ottimali ma non rientranti nel
divieto previsto dalla presente norma;
 impossibilità di comunicazioni telefoniche/radio per un singolo operatore in
caso di necessità.

57
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza

Comunicazioni (Trasmissione di informazioni)


Comprendono ogni sistema usato per la trasmissione o lo scambio di informazioni
tra persone, per esempio per mezzo di comunicazioni verbali (compresi il telefono,
la radio personale e il passaparola), scritte (compreso il fax) e visive (compresi le
unità video, i quadri di segnalazione, segnalazioni luminose, ecc.).

Le comunicazioni in occasione di lavori con rischio elettrico devono avere


determinate caratteristiche per garantire la sicurezza. Le comunicazioni assolvono
fondamentalmente a due scopi:
 trasmettere informazioni certe tra operatori contemporaneamente operanti;
 documentare le informazioni trasmesse e ricevute ad uso di figure
successivamente operanti e permettere l’eventuale accertamento di
responsabilità.
Sono ammesse comunicazioni con qualunque mezzo, ma le modalità devono
essere adeguate al grado di rischio correlato all’eventuale scorretta comprensione.
I cartelli o altre segnalazioni di monito non rientrano nella categoria delle
comunicazioni.
58
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza


Zona di lavoro (Posto di lavoro)
La zona di lavoro deve essere definita e chiaramente individuata. Si deve
provvedere ad adeguati spazi di lavoro, ai mezzi di accesso ed all’illuminazione
in ogni parte di un impianto elettrico sul quale, o in prossimità del quale, si debba
eseguire qualsiasi attività lavorativa.
L’individuazione e l’eventuale delimitazione della zona di lavoro ricadono
sotto la responsabilità del RI con la collaborazione del PL.

Schemi e documentazione
Devono essere disponibili schemi e documentazione aggiornati degli impianti
elettrici.

Provvedimenti per l’emergenza


Devono essere sviluppati e adottati opportuni provvedimenti per l’emergenza
da parte della persona che ha la responsabilità complessiva degli impianti
elettrici e della sicurezza sul posto di lavoro (RI) nel caso di infortunio o
incidente elettrico. Per il lavoro elettrico su impianti elettrici, si deve formare e
informare un sufficiente numero di persone in modo che esse siano capaci di
fornire adeguato trattamento e primo soccorso ai colpiti da shock e/o arco
59
elettrico
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza

Generalità sulla formazione


Nessun lavoro elettrico deve essere eseguito da persone prive di
adeguata formazione.
Per formazione, si intende l’insieme di iniziative che conducono il
soggetto a possedere conoscenze, capacità e abilità sufficienti a
permettergli di compiere in piena sicurezza le attività che gli sono
affidate.
L’iter formativo deve prevedere, oltre all’acquisizione di conoscenze
teoriche, lo sviluppo di capacità organizzative (valutazioni,
decisioni, interpretazioni) e l’acquisizione di abilità esecutive

60
Norma CEI 11-27

Manovre di esercizio

Le manovre di esercizio sono destinate a cambiare lo stato elettrico di un


impianto.
Le manovre di esercizio sono di due generi:
 manovre intese a modificare lo stato elettrico di un impianto per mezzo di
componenti o apparecchiature, collegamenti, scollegamenti per avviamento o
arresto di apparecchi elettrici progettati per essere usati senza rischio per quanto
tecnicamente possibile;
 messa fuori servizio o in servizio per lavori sugli impianti.
Le manovre di esercizio possono essere eseguite con comando locale o remoto.
La messa fuori servizio prima dei lavori fuori tensione o la rimessa in
servizio dopo gli stessi deve essere eseguita da PES o PAV.
Le altre tipologie di manovre possono essere eseguite da persone che abbiano
avuto un adeguato addestramento e siano autorizzate dal RI.

61
Norma CEI 11-27

Verifica degli impianti (ispezione)

Lo scopo dell’ispezione è di verificare che un impianto elettrico sia


rispondente alle regole di sicurezza e alle prescrizioni tecniche specificate
delle norme attinenti e può comprendere la verifica del normale stato di
esercizio di quell’impianto.
Gli impianti elettrici nuovi così come le modifiche e gli ampliamenti degli
impianti esistenti devono essere ispezionati prima della loro messa in
servizio. Gli impianti elettrici devono essere ispezionati a intervalli adeguati.
Lo scopo delle verifiche periodiche è di rilevare difetti che possono
manifestarsi durante l’esercizio e che possono ostacolare l’esercizio o dare
origine a rischi.
Le ispezioni devono essere eseguite da PES o PAV con esperienza
nell’ispezione di impianti simili (già in esercizio).
Qualora si alterassero o rimuovessero misure di protezione, si dovrà adottare
la procedura che la nuova situazione dovesse richiedere. Ad esempio: se per
accedere ad una morsettiera in tensione viene rimosso un protettore isolante,
si dovranno adottare le procedure del lavoro sotto tensione.
62
Norma CEI 11-27

Procedure di lavoro

Pianificazione del lavoro


Prima di iniziare il lavoro, il PL deve notificare al RI la natura, il luogo e
l’impatto sull’impianto elettrico in relazione al lavoro da svolgere. Questa
procedura è la base da cui partire per eseguire il lavoro, attraverso
l’integrazione di competenze, attrezzature, procedure, coordinamenti e
quant’altro ipotizzabile grazie all’esperienza e alla preparazione del
personale addetto al fine di conseguire l’abbattimento dei rischi.
Solo il RI deve autorizzare il PL ad iniziare i lavori

Le procedure di lavoro si dividono in tre diverse procedure:

 lavori fuori tensione;


 lavori sotto tensione;
 lavori in prossimità di parti attive.
Tutte queste procedure si basano sull’uso di misure di protezione contro lo
shock elettrico e/o gli effetti di cortocircuiti ed archi elettrici. 63
Norma CEI 11-27

Prescrizioni specifiche in caso di induzione o


trasferimento del potenziale di terra

I conduttori o gli elementi conduttivi vicini ai conduttori attivi possono esserne


influenzati elettricamente. Quando si lavori su sistemi elettrici assoggettati ad
induzione (particolarmente sulle linee aeree) e a trasferimento di potenziali di
terra, si devono prendere specifiche precauzioni di seguito riportate:

 collegamenti a terra ad intervalli adeguati allo scopo di ridurre il potenziale tra i


conduttori e la terra ad un livello di sicurezza;
 collegamenti equipotenziali sul posto di lavoro allo scopo di evitare la
possibilità che gli operatori si inseriscano in un anello di induzione.
Medesime precauzioni aggiuntive devono essere prese quando c’è la possibilità
di trasferimento del potenziale di terra.

64
Norma CEI 11-27

Lavoro fuori tensione

Generalità

Per eseguire un lavoro fuori tensione, l’identificazione della parte


d’impianto oggetto del lavoro è la premessa indispensabile per
intraprendere le azioni per conseguire e mantenere le condizioni di
sicurezza per l’esecuzione del lavoro stesso.

Nei lavori fuori tensione, il posto di lavoro deve essere un’area in cui, se
parti attive interferiscono con il posto di lavoro stesso, queste ultime
devono essere messe fuori tensione e in sicurezza, oppure nei loro
confronti deve essere applicata la metodologia dei lavori in prossimità.

L’identificazione della parte d’impianto comporta, fra gli altri aspetti,


l’individuazione dei punti di sezionamento, di tutte le possibili sorgenti di
alimentazione, della presenza nelle vicinanze del luogo di lavoro di altri
impianti in tensione o meno.
65
Norma CEI 11-27

Lavoro fuori tensione


Dopo aver identificato gli impianti elettrici corrispondenti, si devono osservare
nell’ordine specificato le seguenti 6 prescrizioni fondamentali

 Individuare la zona di lavoro e se necessario delimitarla.


 Sezionare completamente la parte d’impianto
interessata dal lavoro da tutte le possibili fonti di
alimentazione e apporre il cartello lavori in corso non
effettuare manovre.
 Prendere provvedimenti per assicurarsi contro la
richiusura intempestiva dei dispositivi di sezionamento.
 Verificare che l’impianto sia fuori tensione (La verifica di assenza di
tensione eseguita con un rivelatore di tensione non è considerata un lavoro sotto
tensione - Se eseguita con uno strumento è considerata una misura).

 Eseguire la messa a terra e in cortocircuito delle parti attive


sezionate (La messa a terra ed in cortocircuito per i lavori fuori
tensione può essere omessa solo per impianti BT quando è
esclusa la possibilità che l’impianto sia rimesso in tensione).
 Realizzare le misure di protezione verso le eventuali
altre parti attive adiacenti.
66
Norma CEI 11-27

Lavoro fuori tensione

L’identificazione di cavi sotterranei BT o MT, soprattutto in presenza di altri


cavi simili nello stesso scavo e percorso, è un’operazione che richiede
particolare attenzione. In questi casi, dopo aver messo fuori tensione e in
sicurezza il cavo agli estremi, nei punti ove la sua identificazione è certa, ad
es. in cabina, si può procedere nel modo seguente a seconda dell’impianto:
 su linea BT, tramite verifica di assenza di tensione con apposita
strumentazione ed attrezzatura (p.es. con l’uso di morsetti a perforazione
d’isolante) o attraverso la tranciatura nel punto in cui si vuole intervenire su
di esso;
 su linea MT, attraverso tranciatura, che deve essere eseguita con cesoie
trancia-cavi con isolamento adeguato alla tensione di esercizio del cavo,
costruite secondo le relative norme di prodotto (ad es., per tensioni fino a 30
kV).
In ogni caso la tranciatura vale anche come verifica di assenza tensione
sull’impianto.

67
Norma CEI 11-27

Sezionare la parte d’impianto interessata dal lavoro

La parte d’impianto interessata dal lavoro deve essere sezionata da tutte le


possibili fonti di alimentazione mediante l’apertura degli apparecchi di
sezionamento o, in caso di loro assenza, la rimozione di parti di circuito. Il
sezionamento deve essere uno spazio in aria o un isolamento reale equivalente
che assicuri che il punto di sezionamento non possa cedere elettricamente

Il sezionamento comporta lo scollegamento fisico delle parti attive, dell’impianto


interessato al lavoro, da tutte le possibili fonti di alimentazione elettrica

Esso è realizzato con la manovra di apparecchiature appositamente progettate,


ma in AT e MT può anche effettuarsi aprendo connessioni normalmente chiuse
(es. colli morti in una linea elettrica).

Il sezionamento deve assicurare un livello d’isolamento sufficiente a garantire la


tenuta in qualsiasi condizione di funzionamento considerando anche le
sovratensioni possibili

68
Norma CEI 11-27

Sezionare la parte d’impianto interessata dal lavoro

Per gli impianti a tensione uguale o inferiore a 1 000 V in c.a., riguardo al


sezionamento del conduttore di neutro, va tenuto presente che:

 nei sistemi di distribuzione TT il conduttore di neutro deve essere sempre


sezionato.
 nei sistemi TN-C il conduttore PEN non deve essere mai sezionato;
 nei sistemi TN-S non è richiesto il sezionamento del neutro, salvo nei circuiti
a due conduttori fase-neutro, quando tali circuiti abbiano a monte un
dispositivo di interruzione unipolare sul neutro, per esempio un fusibile;
 nei sistemi elettrici utilizzatori TT e IT il conduttore di neutro deve essere
sempre sezionato

69
Norma CEI 11-27

Sezionare la parte d’impianto interessata al lavoro

Il sezionamento nel caso di impianti di bassa tensione è considerato efficace quando


è realizzato per mezzo di:
− sezionatori;
− apparecchi di interruzione idonei (che possiedono i requisiti specificati nella Noma
CEI 64-8/5), previa disinserzione di eventuali organi di comando a distanza;
− prese a spina;
− cartucce per fusibili;
− barrette.

Esempio di simboli che indicano quali apparecchiature sono


considerate sezionatori (SI)

si no no si
si

Interruttore/sezionatore
70
Interruttore con Interruttore/
sezionatore Interruttore con apertura automatica,
apertura automatica sezionatore magnetotermico
Norma CEI 11-27

Provvedimenti per assicurarsi contro la richiusura intempestiva


dei dispositivi di sezionamento

Tutti gli apparecchi di manovra, per sezionare l’impianto elettrico allo scopo di
eseguire un lavoro, devono essere assicurati contro la richiusura. In pratica,
occorre mettere in atto le misure necessarie per impedire che sia indebitamente
ripristinato il collegamento nei punti in cui è stato effettuato il sezionamento.

Tali misure consistono in una delle seguenti:


 blocchi meccanici con dispositivo a chiave che impediscano la manovra
dell’apparecchiatura; in alternativa, blocchi meccanici che per essere sbloccati o
raggiunti richiedono attrezzi o dispositivi specifici;
 impedimenti a personale non autorizzato all’accesso alle aree, ai locali o quadri
contenenti il sezionamento;
 sorveglianza atta a impedire manovre indebite.
Tali misure devono essere sempre accompagnate da appositi cartelli che vietino
l’esecuzione di manovre.
71
Norma CEI 11-27

Provvedimenti per assicurarsi contro la richiusura


intempestiva dei dispositivi di sezionamento

La sorveglianza è automaticamente realizzata se il sezionamento rimane sotto il


controllo di chi esegue il lavoro. In tal caso non è necessario predisporre
prioritariamente blocchi o impedimenti come richiesto in uno dei capoversi
precedenti

Per gli impianti a tensione fino a 1 000 V in c.a., qualora nessuna delle misure
suddette sia realizzabile con efficacia, deve essere realizzata obbligatoriamente
la messa a terra ed in cortocircuito dell’impianto sul posto di lavoro.

Se è richiesta una sorgente di energia ausiliaria per l’azionamento degli


apparecchi di sezionamento, tale sorgente deve essere disattivata. Eventuali
dispositivi di comando a distanza devono essere inibiti localmente.

72
Norma CEI 11-27

Verificare che l’impianto sia fuori tensione

La rilevazione dell’assenza di tensione deve


essere effettuata verso terra su tutte le parti
attive dell’impianto sezionate, quando
accessibili, il più possibile vicino alla zona
interessata dal lavoro

Nel caso di impianti in BT, la rilevazione deve interessare anche


l’eventuale neutro, nei sistemi TT e IT, e le eventuali masse presenti
sul posto di lavoro non protette contro i contatti indiretti

73
Norma CEI 11-27

Messa a terra e in cortocircuito delle parti attive sezionate

Sul posto di lavoro, su tutti gli impianti AT, MT e su alcuni impianti BT, tutte le
parti sulle quali si deve lavorare devono essere messe a terra e in cortocircuito

Le apparecchiature ed i dispositivi di messa a terra e in cortocircuito devono essere


visibili, ogni volta che sia possibile, dal posto di lavoro. In caso contrario, i
collegamenti di terra devono essere applicati vicino al posto di lavoro quanto più
ragionevolmente e praticamente possibile.
Qualora durante il corso del lavoro si debbano interrompere o unire dei conduttori e
vi sia pericolo a causa di differenze di potenziale presenti nell’impianto, sul posto di
lavoro si devono prendere idonee misure quali collegamenti equipotenziali e/o
messe a terra prima di interrompere o unire i conduttori.
Si devono prendere precauzioni per assicurare che le messe a terra restino in
condizioni sicure durante il corso dei lavori

74
Norma CEI 11-27

Messa a terra e in cortocircuito delle parti attive sezionate

Prescrizioni per impianti a Bassa e Bassissima tensione

Negli impianti a Bassa e Bassissima tensione, non è necessaria la messa


a terra e in cortocircuito, ad eccezione di quando vi sia il rischio che
l’impianto sia messo in tensione, per esempio:

 su linee elettriche aeree intersecate da altre linee o elettricamente


influenzate (se vi è rischio di shock elettrico per tensioni indotte);

 se vi sono incertezze nella corretta individuazione di tutti i punti di


possibile alimentazione delle parti attive o sull’efficacia delle misure
adottate per evitare richiusure intempestive dei dispositivi di
sezionamento.

75
Norma CEI 11-27

Messa a terra e in cortocircuito delle parti attive sezionate

Prescrizioni per impianti di Alta e Media tensione (categorie III e II)

La messa a terra e in cortocircuito, obbligatoria, può essere eseguita con dispositivi


fissi (sezionatori di terra) o, in loro assenza, con dispositivi mobili.
Un operatore che esegue la messa a terra ed in cortocircuito di un impianto con
dispositivi mobili deve mantenere una distanza, con tutte le parti attive in tensione,
maggiore o uguale alla distanza che delimita la zona di lavoro sotto tensione (DL).

Effettuato il sezionamento e constatata l’assenza di tensione, la sequenza


operativa per la messa a terra e in cortocircuito con dispositivi mobili deve
rispettare il seguente ordine:
 l’applicazione della morsa lato terra deve sempre precedere l’applicazione della
morsa lato parte attiva per ciascuna fase;
 l’applicazione del collegamento a terra delle fasi dell’impianto deve sempre
precedere l’eventuale applicazione del collegamento per il cortocircuito delle fasi
fra loro.

76
Norma CEI 11-27

Messa a terra e in cortocircuito delle parti attive sezionate

Prescrizioni per impianti di Alta e Media tensione (categorie III e II)

Non si devono toccare con le mani i morsetti non ancora applicati a tutti i
conduttori delle fasi.

Per linee o connessioni in cavo o assimilabili, effettuata la messa a terra ed in


cortocircuito alle estremità sezionate, ed eseguita la tranciatura in sicurezza del
cavo, è indispensabile che sul posto di lavoro, anche in modo provvisorio prima
dell’accesso al conduttore, sia ripristinata, mediante appositi dispositivi, la continuità
elettrica tra i due tronchi tranciati

77
Norma CEI 11-27

Protezione dalle parti attive adiacenti

Se in prossimità di un posto di lavoro vi sono parti di un impianto elettrico che


non possono essere messe fuori tensione, sono necessarie specifiche
precauzioni aggiuntive che devono essere attuate prima dell’inizio del lavoro
come prescritto per il “lavoro in prossimità di parti attive”

Benestare all’inizio del lavoro

Il benestare ad iniziare i lavori deve essere dato, agli addetti ai lavori, esclusivamente
dal PL che ha la responsabilità della sicurezza nell’esecuzione del lavoro, dopo aver
messo in atto i provvedimenti di sua competenza sopra descritti.
Ogni persona occupata nell’attività deve essere PES o PAV oppure deve essere
sotto la supervisione di una PES.
Normalmente per i lavori in AT e MT, i dettagli dei sezionamenti e delle messe a
terra devono essere formalizzati per iscritto, al fine di evitare malintesi.
78
Norma CEI 11-27

Rimessa in tensione dopo il lavoro

Dopo che il lavoro è stato completato, gli addetti al lavoro devono essere
avvertiti che non è più permesso lavorare sull’impianto e allontanati dopo aver
rimosso tutti gli attrezzi, le apparecchiature ed i dispositivi utilizzati durante il
lavoro. Successivamente il PL deve:
a) rimuovere i dispositivi di messa a terra e in cortocircuito che erano stati
installati sul posto di lavoro;
b) rimuovere le protezioni eventualmente installate verso parti in prossimità;
c) ripristinare le protezioni eventualmente rimosse per eseguire il lavoro;
d) riconsegnare l’impianto al RI.
Subito dopo aver annullato un provvedimento preso per rendere sicuro
l’impianto, la corrispondente parte dell’impianto deve essere considerata in
tensione.

79
Norma CEI 11-27

Rimessa in tensione dopo il lavoro

Quando il PL si è assicurato che l’impianto elettrico è pronto per la rimessa in


tensione, deve procedere alla restituzione al RI, con la dichiarazione che il
lavoro è terminato e che l’impianto elettrico è pronto per il ritorno in servizio.
Ricevuto l’impianto dal PL, il RI deve:
a) rimuovere eventuali terre di sezionamento;
b) rimuovere dispositivi di blocco per evitare la richiusura intempestiva;
c) rimuovere i cartelli monitori;
d) ripristinare le previste condizioni di esercizio dell’impianto.

80
NORMA CEI 11-27

Rischio elettrico su parti di impianto fuori tensione


“CRITERI GENERALI”

Nel caso di parti di impianto fuori tensione, il rischio elettrico si


può originarsi dalle seguenti cause :

 mancato sezionamento
 errore di manovra
 mancata individuazione anche di un solo punto di possibile
alimentazione
 contatto accidentale con parti in tensione di altra installazione
non adeguatamente protetta o segregata
 tensione trasferita in conseguenza di guasto a terra
 tensione indotta da scariche atmosferiche
 tensione indotta da parallelismi

81
Norma CEI 11-27

Lavori sotto tensione in Bassa tensione (Categorie 0 e I)

I lavori sotto tensione regolati dalla presente Norma sono ammessi


esclusivamente su sistemi di Categoria 0 e I (Tensione ≤ 1 000 volt in
c.a. e 1 500 volt in c.c.).

Durante le procedure di lavoro sotto tensione gli operatori vengono a


contatto con parti attive in tensione sia con parti del loro corpo che con
attrezzi, equipaggiamenti o dispositivi che vengono maneggiati.
 Le procedure relative ai lavori sotto tensione devono essere eseguite solo
dopo aver eliminato rischi di incendio o di esplosione.
 Si deve avere cura di assicurare all’operatore che lavora sotto tensione una
posizione stabile che lasci entrambe le mani libere.

82
Norma CEI 11-27

Lavori sotto tensione in Bassa tensione (Categorie 0 e I)

 Il personale deve indossare idonei ed adeguati dispositivi di protezione


individuale. Esso non deve indossare oggetti metallici, per esempio gioielli
personali, se questi possono essere causa di rischio.
 Per il lavoro sotto tensione, si devono prendere misure di protezione al fine
di evitare shock elettrici e cortocircuiti. Si deve tener conto di tutti i diversi
potenziali (tensioni) circostanti il posto di lavoro.

Il personale che lavora sotto tensione deve essere PES o PAV ed aver
ottenuto l’idoneità ai lavori sotto tensione su sistemi di Categoria 0 e I.
Tale idoneità deve essere attestata e rilasciata dal Datore di Lavoro (DdL).

83
Norma CEI 11-27

Idoneità ai lavori sotto tensione in Bassa tensione

Condizione per la quale ad una persona è riconosciuta la capacità


tecnica e pratica ad eseguire uno o più lavori sotto tensione specificati
dal Datore di lavoro.
L’idoneità, inoltre, sottintende il possesso di un insieme di qualità
personali e professionali della persona interessata.
Per l’attestazione ed il rilascio dell’Idoneità (formalizzata per iscritto), il
Datore di Lavoro deve accertare che l’operatore abbia le conoscenze
teoriche e l’esperienza pratica nell’ambito delle attività previste.
La conoscenza teorica si può ottenere tramite processi formativi
conclusi con esito positivo.
I corsi formativi possono essere erogati o dalle aziende, datrici di lavoro,
o da altri soggetti esterni alle stesse. In quest'ultimo caso, i soggetti
devono rilasciare un attestato di regolare frequenza ai corsi di
formazione comprensivo delle valutazioni finali di apprendimento.
Le conoscenze pratiche possono venire acquisite tramite affiancamento
della Persona da formare con PES idonee, durante l’attività.
84
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Durante il lavoro sotto tensione, gli operatori entrano in contatto con


parti attive in tensione con parti del loro corpo e/o con attrezzi,
equipaggiamenti o dispositivi, sia conduttori sia isolati e/o isolanti, da
loro maneggiati o indossati.
I lavori sotto tensione in sistemi di Bassa tensione (Categoria 0 e I) possono
essere eseguiti utilizzando tre metodi di lavoro che dipendono dalla
posizione dell’operatore in relazione alle parti attive e dai mezzi usati per
prevenire il rischio elettrico (shock elettrico ed effetti dell’arco elettrico).

 Lavoro a distanza - lavoro con aste isolanti


 Lavoro a contatto - lavoro con guanti isolanti
 Lavoro a potenziale - lavoro a mani nude
85
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Lavoro con aste isolanti –


lavoro a distanza
Metodo di lavoro sotto tensione in
cui l’operatore entra in contatto
con la parte attiva solo con
un’asta isolante rimanendo con il
corpo, di fatto, fuori dalla zona
prossima: poco utilizzabile
per la maggior parte di impianti in
bassa tensione

Per gli impianti BT DL = 0

86
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto


Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore, le cui mani sono
protette dal punto di vista elettrico con guanti isolanti, esegue il
proprio lavoro a contatto con parti attive in tensione nude anche
usando attrezzi, equipaggiamenti o dispositivi, isolati o isolanti.

Nell’esecuzione dei lavori sotto tensione a contatto è


necessario che siano rispettate le seguenti condizioni:

 le parti a potenziale diverso (fasi, neutro, masse)


nella parte di impianto su cui si esegue il lavoro
siano separate da schermi isolanti (setti, nastri o nti
isola
fasce isolanti, mastice isolante, ecc.) per evitare il set
ti

rischio di cortocircuiti accidentali e conseguente


arco elettrico. L’assenza di tali schermi è ammessa
solo nei casi in cui le dimensioni della parte
metallica nuda degli elementi maneggiati (attrezzi,
conduttori, ecc.) siano inferiori alle distanze libere
minime esistenti tra parti a potenziale diverso;
87
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

continua … Lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto


 lo stato dei componenti su cui si esegue il lavoro sotto tensione sia tale da
escludere il pericolo di rotture e di spostamenti delle parti metalliche in tensione
ed il pericolo di cortocircuiti;
 le parti attive mobili, ad esempio le estremità non isolate dei cavi, non siano
abbandonate dall’addetto fino a che non vengano isolate o fissate.
 le parti attive su cui si interviene siano contenute nella zona di intervento e
siano ubicate solo in posizione agevole rispetto all’operatore.
 l’estensione della zona di intervento in larghezza, in altezza e in profondità sia
ragionevolmente contenuta in modo da mantenere possibilmente le parti attive
sotto il controllo visivo dell’operatore;

88
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto


L’operatore, per eseguire lavori sotto tensione a contatto, deve indossare, nei
confronti del rischio elettrico e/o arco elettrico, i seguenti Dispositivi di Protezione
Individuale:
 guanti isolanti,
 visiera di protezione,
 elmetto isolante;
 idoneo vestiario che non lasci scoperte parti del tronco.

89
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Lavoro con guanti isolanti – lavoro a contatto

Inoltre l’operatore deve:


a) realizzare la condizione di doppio livello di protezione isolante in serie nel
circuito ideale tra parti attive e terra in cui è inserito il corpo umano. Il
primo livello è costituito obbligatoriamente dai guanti isolanti. Il secondo
livello è costituito dall’uso di uno tra i dispositivi isolanti o isolati disponibili
come: attrezzi isolati, tappeti isolanti sul terreno, tronchetti (stivaletti)
isolanti ai piedi, ecc.
b) evitare il contatto con masse, o strutture a potenziale diverso, verso le
quali non sia realizzata la condizione di protezione isolante nei confronti di
parti del corpo.
La doppia protezione isolante è ottenuta mediante:
 guanti isolanti + attrezzi isolati
 guanti isolanti + tappeto isolante
 guanti isolanti + tronchetti/scarpe isolanti
 altro 90
91
Norma CEI 11-27

Controlli funzionali

Misure
Nella presente Norma vengono definite “misure” tutte le operazioni per misurare
i dati fisici all’interno di impianti elettrici. Le misure in presenza di rischio elettrico
devono essere eseguite solo da PES o PAV o, escluse le misure nei lavori sotto
tensione, da PEC solo se sorvegliate da PES o PAV o sotto la supervisione di
PES.
Se vi è rischio di contatto con parti attive, il personale che esegue le misure
deve fare uso di dispositivi di protezione individuale e prendere precauzioni
contro lo shock elettrico e contro gli effetti di cortocircuiti e archi elettrici

92
Norma CEI 11-27

Controlli funzionali
Ad esempio, una misura su parti attive non accessibili con grado di protezione almeno
IPXXB, eseguita utilizzando strumenti e puntali costruiti secondo la relativa norma di
prodotto che una volta a contatto con la parte attiva consentano di mantenere un grado
di protezione IPXXB, può essere eseguita senza seguire la procedura dei lavori
sotto tensione; non si devono adottare misure di sicurezza per evitare il rischio
elettrico. In pratica, in questo caso, non sono presenti rischi di arco elettrico e shock
elettrico e conseguentemente non è necessario fare uso dei relativi dispositivi di
protezione individuale, come illustrato nella Figura 5.A.

Esempio di misura senza rischio elettrico


che può essere eseguita senza indossare i
guanti isolanti e la visiera di protezione
contro il cortocircuito e senza supervisione
di PES.

 Il quadro aperto presenta una protezione verso le parti


attive ≥ IPXXB
 Tenendo conto del tipo di puntali impiegati (dimensioni e
forma della punta di contatto nuda) e della distanza delle
parti attive tra di loro e verso le masse, non c’è rischio di
93
contatto accidentale, né di cortocircuito accidentale.
Norma CEI 11-27

Controlli funzionali
Al contrario, se le parti attive sono accessibili (grado di protezione inferiore a
IPXXB) o sono rese accessibili dall’inserimento dei puntali dello strumento, è
necessario seguire le procedure del lavoro sotto tensione, come illustrato in
Figura 5.B.
Esempio di misura che deve essere eseguita
da PES o PAV idonee ai lavori sotto
tensione in BT indossando i guanti isolanti,
ma senza la necessità della visiera di
protezione contro il cortocircuito

 Il quadro aperto presenta una protezione verso le parti attive


< IPXXB
 Tenendo conto del tipo di puntali impiegati (dimensioni e
forma della punta di contatto nuda) e della distanza delle parti
attive tra di loro e verso le masse, c’è il rischio di contatto
accidentale ma non c’è rischio di cortocircuito
accidentale.

Figura 5.B 94
Norma CEI 11-27

Controlli funzionali

In entrambi i casi (Figure 5A e 5B) va valutata la presenza di parti attive prossime


che possono determinare un lavoro in prossimità, come illustrato in Figura 5.C.

Esempio di misura che deve essere eseguita


da PES o PAV indossando i guanti isolanti,
ma senza la necessità della visiera di
protezione contro il cortocircuito. (stessa
valutazione dei rischi di cui alla Figura 5.B)

 Il quadro aperto presenta una protezione verso le parti


attive minore di IPXXB
 Tenendo conto del tipo di puntali impiegati (dimensioni e
forma della punta di contatto nuda) e della distanza delle parti
attive tra di loro e verso le masse, non c’è rischio di
cortocircuito accidentale. C’è il rischio di contatto accidentale
con le parti attive accessibili in prossimità (in alternativa ai
guanti isolanti occorre rendere inaccessibili le parti attive con
una protezione, ad esempio un telo isolante

Figura 5.C 95
Norma CEI 11-27

Controlli funzionali

Esempio di misura che deve essere eseguita da PES o PAV idonee ai lavori
sotto tensione in BT indossando i guanti isolanti, l’elmetto, la visiera di
protezione contro il cortocircuito e idoneo vestiario contro l’arco elettrico

 Il quadro aperto presenta una protezione verso le parti


attive minore di IPXXB
 Tenendo conto del tipo di puntali impiegati (dimensioni e
forma della punta di contatto nuda) e della distanza delle
parti attive tra di loro e verso le masse, c’è rischio di
contatto accidentale e di cortocircuito accidentale.

Figura 5.D
96
Norma CEI 11-27

Prove

Le prove comprendono tutte le operazioni destinate al controllo del


funzionamento o dello stato elettrico, meccanico o termico di un impianto
elettrico. Le prove comprendono anche le operazioni per verificare, ad
esempio, l’efficacia dei circuiti di protezione e di sicurezza.
Le prove possono comprendere le operazioni di misura che devono essere
eseguite in conformità a quanto previsto dalla presente norma. Se è
necessario, si devono applicare le regole per i lavori fuori tensione, i lavori
sotto tensione o i lavori in prossimità di parti attive.
Le prove devono essere eseguite da PES o PAV (se necessario, con
idoneità ai lavori sotto tensione in BT) o da PEC solo se sotto la
sorveglianza di PES o PAV o la supervisione di PES relativamente a
lavori fuori tensione o in prossimità di parti in tensione.

97
Norma CEI 11-27

Metodi di lavoro sotto tensione

Lavoro a mani nude – lavoro a potenziale


Metodo di lavoro sotto tensione in cui l’operatore è allo stesso potenziale della
parte attiva su cui opera, mantenendosi isolato rispetto a parti a potenziale
diverso.
Nei sistemi di Categoria 0 e I questo metodo di lavoro sotto tensione è
utilizzato solamente in alcune particolari attività (ad esempio lavori su linee
di contatto delle tramvie con un solo conduttore di alimentazione).

98
Norma CEI 11-27

Prescrizioni specifiche riguardo alle


condizioni ambientali

Le condizioni ambientali possono influenzare le prestazioni e le condizioni di


sicurezza nei lavori elettrici sotto tensione, a causa, ad esempio, della riduzione
delle proprietà isolanti, della visibilità ridotta, di limitazione ai movimenti degli
operatori e della possibile insorgenza di sovratensioni pericolose.

Durante un lavoro sotto tensione, all’aperto o all’interno, allorché si manifestano le


condizioni suddette, è lasciata al PL la valutazione circa l’eventuale necessità di
sospendere il lavoro stesso. In tale circostanza, il PL deve prendere tutte le
necessarie misure per lasciare l’impianto e gli equipaggiamenti in uno stato sicuro,
anche nei confronti di terzi; il personale deve abbandonare il posto di lavoro in
modo sicuro

99
Norma CEI 11-27

Lavori all’aperto

Sono vietati i lavori sotto tensione allorché si svolgano in almeno una delle
seguenti condizioni:

 sotto forte pioggia, neve, tempesta (riduzione delle proprietà isolanti);

 in presenza di temporali con scariche atmosferiche;


Quando si vedano lampi o si odano tuoni o nell’eventualità del sopraggiungere di un
temporale, il lavoro, sui conduttori all’aperto degli impianti elettrici o sulle
apparecchiature collegate direttamente ai conduttori all’aperto, deve essere
interrotto immediatamente dove è necessario per prevenire pericoli, e ciò deve
essere notificato al Responsabile dell’impianto elettrico.

 in presenza di forte vento o temperature molto basse, tali da rendere


difficoltoso l’utilizzo degli attrezzi e dell’equipaggiamento;

 in presenza di scarsa visibilità tale da impedire di distinguere


chiaramente le installazioni e i componenti su cui essi operano ed
al PL di svolgere il proprio compito.;

 in ambienti dove in conseguenza di scintille, si possano


100
manifestare condizioni di pericolo.
Norma CEI 11-27

Lavori all’interno

Nei lavori svolti all’interno, non occorre tener conto delle condizioni
atmosferiche se l’installazione è alimentata da una rete totalmente in cavo
sotterraneo o è adeguatamente protetta contro le sovratensioni di origine
atmosferica.
Tuttavia, sono vietati i lavori sotto tensione allorché si svolgono:
 in ambienti bagnati (riduzione delle proprietà isolanti);
 in presenza di scarsa visibilità;
 dove in conseguenza di scintille, si possano manifestare condizioni di
pericolo.

101
Norma CEI 11-27
Esclusioni dai lavori sotto tensione

Non costituiscono lavori sotto tensione, a tutti i livelli di tensione, le seguenti


operazioni:
 manovra degli apparecchi di sezionamento, di interruzione e di regolazione e dei
dispositivi fissi di messa a terra ed in cortocircuito, nelle normali condizioni di
esercizio;
 manovra mediante fioretti isolanti degli apparecchi sopraelencati, nelle normali
condizioni di esercizio;
 uso di rivelatori e comparatori di tensione, costruiti ed impiegati nelle condizioni
specificate dal costruttore o dalle stesse norme di prodotto;
 uso di rilevatori di distanze isolanti nelle condizioni previste di impiego;
 lavaggio di isolatori effettuato da impianti fissi automatici o telecomandati;
 utilizzo di dispositivi mobili di messa a terra ed in cortocircuito;

102
NORMA CEI 11-27

Rischio elettrico su parti di impianto in tensione


“CRITERI GENERALI

Nel caso di parti di impianto in tensione, il rischio elettrico si può


originarsi dalle seguenti cause :

 shock elettrico (folgorazione) e ustioni dovuti al contatto con tensioni


pericolose
 effetti dannosi dovuti all’arco elettrico provocato:
- da cortocircuito o da interruzione di circuiti con correnti circolanti elevate
- corto circuito fra parti in tensione causato da interposizione di parti
metalliche ( attrezzi)
 mancato uso o inadeguatezza di mezzo protettivi
 inosservanza dello spazio di sicurezza
 andata in tensione di masse metalliche per guasto o cedimento
dell’isolamento

103
Norma CEI 11-27

Modalità operative

Incarico di esecuzione del lavoro


Il lavoro sotto tensione può essere svolto direttamente dal
proprietario o esercente dell’impianto con proprio personale
oppure può essere affidato in appalto.
In entrambi i casi il personale che esegue il lavoro sotto tensione
deve possedere tutti i requisiti previsti dalla presente norma
tecnica

104
Norma CEI 11-27

Modalità operative

Esecuzione del lavoro


Prima di eseguire il lavoro sotto tensione, è necessario che il RI e il PL, ciascuno
per le proprie competenze, procedano, operando in collaborazione, alla
preparazione del lavoro prevedendo le conseguenti misure di sicurezza.
 La zona di lavoro, che nei lavori sotto tensione è pericolosa in quanto
contiene la parte attiva su cui si deve intervenire, deve essere delimitata
chiaramente in presenza di PEC (persone estranee ai lavori). Devono inoltre
essere apposti cartelli monitori che vietino l’accesso alle persone non autorizzate.
 Nella zona di lavoro sono ammessi unicamente il PL e le persone da lui
autorizzate
 Il personale addetto al lavoro deve ricevere, dal PL, specifiche informazioni,
necessarie per eseguire il lavoro in sicurezza. Per alcuni lavori tipici per cui il
personale è stato specificatamente addestrato, lo svolgimento del lavoro si può
attuare sulla base di schede di lavoro predefinite.
 Si devono fornire istruzioni su come utilizzare correttamente e mantenere in
buono stato gli attrezzi, gli equipaggiamenti ed i dispositivi di protezione e come
verificarli prima di iniziare il lavoro 105
Zona di lavoro

Generalità

Posto e postazione di lavoro


Sito(i), luogo(luoghi) o area(e)
dove si svolge, si sta svolgendo
od è stato svolto un lavoro

Nessun estraneo deve entrarvi senza permesso e nessun operatore deve


compiere attività lavorative fuori da essa.
La zona di lavoro deve essere chiaramente individuata e visibilmente delimitata
quando i lavori comportino pericoli per le persone estranee agli stessi
La eventuale delimitazione può essere semplice come catenelle, bande colorate,
cartelli, ecc.
106
Norma CEI 11-27

Modalità operative

Disposizioni per gli addetti al lavoro

Prima di iniziare i lavori, e durante la loro esecuzione, l’addetto ai


lavori deve:
 controllare a vista l’efficienza delle attrezzature e dei DPI;
 attenersi alle prescrizioni impartite dal PL, in particolare deve
indossare i DPI previsti ed utilizzare attrezzi isolati o isolanti fatta
eccezione per i lavori a potenziale;
 attenersi alle prescrizioni normative relative alla metodologia di
lavoro sotto tensione che si sta eseguendo;
 segnalare al PL eventuali imprevisti che dovessero sopravvenire nel
corso dei lavori.

107
Norma CEI 11-27

Modalità operative

Lavori sotto tensione comportanti il


taglio o la sconnessione di conduttori

La sconnessione o il taglio di un conduttore va


eseguito dopo aver interrotto il carico.
È comunque consentito tagliare o sconnettere sotto
carico conduttori di sezione non superiore a 6 mm2
in rame e 10 mm2 in alluminio, facenti parte di
circuiti protetti contro le sovracorrenti.
Non è consentito tagliare o sconnettere conduttori
sottoposti a sollecitazione meccanica, se prima non
si elimina tale sollecitazione con opportuni mezzi
(effetto molla).
108
Rif. Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro - modulistica

Piano di lavoro (PdL)


Il Piano di lavoro deve essere compilato quando il
lavoro è complesso o per la presenza di impianti di
Alta o Media tensione (AT o MT)

Esso è il documento che individua l’assetto che l’impianto deve assumere e


mantenere durante i lavori per la riduzione del rischio elettrico in dipendenza delle
modalità operative e delle misure di prevenzione adottate.
Il PdL è normalmente predisposto dal RI sentito il PL.
Il compito di attivare le misure di sicurezza previste dal PdL ricade sotto la
responsabilità del RI che risponde anche del mantenimento, durante l’esecuzione
dei lavori, di quelle misure di sicurezza che restano di sua competenza.
Copia del PdL deve essere consegnata al PL.
Esso deve riportare come minimo i seguenti dati:
a) identificazione univoca del documento;
b) nome del Responsabile dell’impianto (cioè della persona che consegnerà
l’impianto al PL e terrà con lui eventuali comunicazioni durante il lavoro); 109
Rif. Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro - modulistica

…. continua Piano di lavoro (PdL)


c) nome del Preposto ai lavori;
d) individuazione univoca dell’impianto o parte di esso sul quale il lavoro deve
essere effettuato, con indicazione della sua tensione di esercizio;
e) indicazione della eventuale presenza di parti circostanti che restano in tensione;
f) descrizione sommaria dei lavori per l’esecuzione dei quali viene elaborato il
documento;
g) data e ora previste per l’inizio dell’intervento e durata presunta;
h) descrizione dell’assetto dell’impianto da realizzare e mantenere per la durata
dei lavori con
l’individuazione puntuale degli eventuali punti di sezionamento, di messa a terra di
sezionamento, di blocco di comandi, di apposizione cartelli, ecc. cioè di tutte quelle
misure che devono essere realizzate e non più modificate per la durata dei lavori;
i) note eventualmente necessarie, compresi i riferimenti a tutti i documenti collegati
(planimetrie, schemi, altri PdL, ecc.);
j) nome e firma del soggetto che ha elaborato il documento. 110
Rif. Norma CEI 11-27
Organizzazione del lavoro - modulistica
…. continua Piano di lavoro (PdL)
Ogni lavoro (o gruppo di lavori sullo stesso impianto affidati ad un unico PL)
deve essere oggetto di un proprio Piano di lavoro ed ogni Piano di lavoro deve
riferirsi ad un unico lavoro (o gruppo come sopra).
Qualora sullo stesso impianto o parte d’impianto debbano essere eseguiti
contemporaneamente più lavori affidati a PL diversi, devono essere emessi
diversi PdL che devono essere opportunamente collegati tra loro con riferimenti
reciproci.
In tal caso, trattandosi di più lavori sullo stesso impianto, i vari PdL dovranno
comunque prevedere la stessa persona quale RI.

Consegna/Restituzione Impianto
Per quanto questa fase non rientri propriamente nell’ambito della
pianificazione del lavoro, è sicuramente una fase le cui modalità di
svolgimento non possono essere lasciate all’improvvisazione. In tale ambito
deve infatti avere luogo il trasferimento di informazioni e responsabilità
rilevanti tra i soggetti interessati e deve pertanto avvenire in modo
documentato.
111
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro - modulistica

Piano d’intervento
Documento su cui sono riportate tutte le informazioni circa le misure di sicurezza
e le modalità d’intervento, le attrezzature da utilizzare, i DPI da adottare e la
sequenza operativa al fine di ridurre i rischi sul luogo di lavoro.
Il Piano di intervento deve essere compilato quando il lavoro è complesso ed è
predisposto dal PL (in assenza di URL).

Le informazioni contenute nel Piano di lavoro e nel Piano di intervento possono


essere descritte in un unico documento specialmente quando l’attività viene
svolta in un ambito ristretto come ad esempio su un quadro BT o in una cabina
MT/BT.

112
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro - modulistica

113
Norma CEI 11-27
Organizzazione del lavoro - modulistica

114
Norma CEI 11-27
Organizzazione del lavoro - modulistica

115
Norma CEI 11-27

116
Norma CEI 11-27

Principi generali di sicurezza

Preparazione del lavoro

Nessun lavoro deve svolgersi senza che siano individuati il


RI e il PL secondo le indicazioni della presente Norma.

Le procedure dovranno definire almeno i criteri per


l’individuazione dei ruoli e delle relative responsabilità, le modalità
di comunicazione tra le persone e la modulistica di supporto.

Per i lavori complessi la preparazione del lavoro deve


essere fatta per iscritto (piano di lavoro) e in anticipo.

117
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro

Compiti del RI
Quando si deve eseguire un lavoro su un impianto, il relativo Piano di lavoro,
se previsto, deve essere predisposto dal RI designato per quel lavoro; egli,
possibilmente, può avvalersi della collaborazione del PL designato per lo
stesso lavoro.
IL RI deve mettere e mantenere l’impianto o la parte di esso sulla quale si
deve eseguire il lavoro, in uno stato definito corrispondente a quanto riportato
sul Piano di lavoro, quando previsto. Tale stato può comprendere modifiche
delle tarature delle protezioni elettriche e/o un diverso assetto dell’impianto
elettrico.
II RI deve individuare la zona di lavoro.

118
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro

Compiti del Preposto al lavoro (PL)


Se il lavoro deve essere sospeso, il PL deve prendere idonee misure di sicurezza in
modo da non determinare situazioni ambientali o impiantistiche che possano
costituire pericolo e ciò deve essere notificato al RI.
Il grado di attenzione nel coordinare le operazioni deve essere corrispondente alla
complessità del lavoro.
Il PL deve considerare e tener conto delle condizioni ambientali presenti sul posto di
lavoro.
Il benestare all’inizio dei lavori deve essere dato agli operatori solo dal PL.
Al termine dei lavori, il PL deve informare, con le modalità previste, il RI (restituzione
dell’impianto).

119
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro

Compiti del Preposto al lavoro (PL)


Prima di dare inizio all’esecuzione dei lavori, il Preposto ai lavori deve:
a) aver concordato con il RI le modalità di esecuzione del lavoro;
b) aver verificato che i lavori siano eseguibili nel rispetto della presente Norma e
delle prescrizioni aziendali;
c) aver verificato che non vi siano altre parti attive in tensione accessibili a distanza
inferiore a DV (e anche a DL) all’interno della zona di lavoro in cui si sta
operando. In caso contrario nei confronti di queste ultime, il PL dovrà adottare le
metodologie dei lavori fuori tensione o dei lavori in prossimità;
d) aver verificato che eventuali parti metalliche non protette contro i contatti
indiretti, e con cui si possa venire a contatto durante i lavori, non siano in
tensione o aver adottato le necessarie misure di prevenzione;
e) aver verificato che le attrezzature collettive da utilizzare, ad un esame a vista,
risultino efficienti;

120
Norma CEI 11-27

Organizzazione del lavoro

Compiti del Preposto al lavoro (PL)


f) aver verificato che chi deve eseguire il lavoro, impieghi i mezzi di
protezione e le attrezzature previste;
g) aver verificato che chi deve eseguire il lavoro possa operare in modo
agevole (posizione ben salda, entrambe le mani libere, ecc.);
h) aver comunicato agli addetti ai lavori specifiche informazioni circa il lavoro
da svolgere, il ruolo individuale, le modalità di esecuzione e le misure da
adottare, necessarie per eseguire il lavoro in sicurezza;
i) aver ricevuto dal RI la comunicazione che si possono iniziare i lavori
(consegna dell’impianto).

121
Norma CEI 11-27

Prescrizioni specifiche per impianti a bassissima tensione

Per gli impianti SELV con tensione non superiore a 25 V c.a. e a 60


V c.c., è consentita l’esecuzione dei lavori sotto tensione senza
precauzioni contro i contatti diretti; si devono invece prendere le
eventuali precauzioni contro gli effetti dei cortocircuiti in
relazione alla potenza della sorgente di alimentazione

122
Norma CEI 11-27

Lavori in prossimità di parti attive


Per gli impianti BT DL = 0

Generalità
Si ha lavoro in prossimità quando
per l’esecuzione di un’attività è
prevista la possibilità di invadere
direttamente o indirettamente la
zona prossima con l’esclusione della
possibilità di invadere direttamente o
indirettamente la zona di lavoro
sotto tensione.

Allo scopo di controllare i rischi elettrici nella zona prossima di parti attive, in special
modo sugli impianti in BT, si può provvedere sia con schermi, barriere, involucri sia
con protettori isolanti
I lavori in prossimità devono essere svolti da PES o PAV. Le Persone comuni (PEC)
possono svolgere lavori in prossimità a condizione che una PES gestisca il rischio
elettrico mediante una supervisione o una sorveglianza (quest’ultima può essere svolta
anche da una PAV). 123
Norma CEI 11-27

Protezione per mezzo di schermi, barriere, involucri o


protettori isolanti

Tale misura di prevenzione consiste nel mettere in opera un protettore o una


barriera o sistemi di blocco meccanico o sistemi equivalenti che impediscano
la penetrazione nella zona di lavoro sotto tensione.
La finalità è evitare le conseguenze di azioni involontarie o inconsapevoli
compiute dagli operatori.

Dopo avere soddisfatto le suddette condizioni, i lavori nella zona prossima


possono essere eseguiti da PES, PAV o da PEC senza osservare
prescrizioni aggiuntive particolari.

Se tali dispositivi non assicurano una completa protezione delle parti nude
attive (per la Bassa tensione IPXXB… o IP2X corrispondenti ai livelli di
protezione IPXXC… o IP 3X per gli impianti AT e MT) le persone comuni
(PEC) che lavorano in prossimità di dette parti devono lavorare sotto
sorveglianza
124
Norma CEI 11-27

Protezione mediante distanza di sicurezza, supervisione


e/o sorveglianza

L’operatore deve assicurarsi che, per quanti movimenti involontari possa fare, non
possa raggiungere la zona di lavoro sotto tensione né con parti del proprio corpo né
con attrezzi od oggetti da lui maneggiati. Si deve fare particolare attenzione
nel maneggiare oggetti lunghi, per esempio attrezzi, estremità di cavi, tubi, scale,
ecc.

Questo metodo quindi deve comprendere almeno:


 il mantenimento della distanza di sicurezza non inferiore a DL tenendo conto
della natura del lavoro;
 i criteri per la designazione del personale che può essere incaricato
dell’esecuzione del lavoro;
 le procedure da adottare durante il lavoro per prevenire il superamento del limite
della zona sotto tensione.

125
Norma CEI 11-27

Disposizioni particolari per gli impianti in BT

Per gli impianti con tensione fino a 1 000 V in c.a. e 1 500 V in c.c., la distanza
DL è ridotta a zero (ovvero al non contatto con le parti attive in tensione) e la
distanza di prossimità DV vale 0,30 m.

Le dimensioni ridotte della zona prossima, comparabili a quelle degli arti umani,
rendono problematica l’adozione della distanza di sicurezza. Tale misura può
essere pertanto adottata solo in casi particolari, dopo averne vagliato con
attenzione l’effettiva efficacia

Le parti attive prossime, che possono essere accessibili direttamente o


indirettamente con movimenti involontari, devono quindi essere protette
fisicamente mediante l’installazione di un idoneo impedimento, in genere un
protettore costituito da un telo isolante o barriere rigide.

126
Norma CEI 11-27

Disposizioni particolari per gli impianti in BT

Se l’impedimento assicura una protezione dalle parti attive almeno di


grado IPXXB, la zona prossima si riduce fino alla superficie esterna
dell’impedimento stesso

Non necessitano di impedimenti, o ulteriori impedimenti, le parti attive


situate in posizione ritenuta raggiungibile solo volontariamente

In particolare, le parti attive che si trovano di fronte e al di sopra della


parte di impianto su cui un operatore (PES o PAV) sta operando con
attrezzi di lunghezza limitata (quali cacciaviti, pinze isolati o isolanti) e
senza l'ausilio di gradini, scale, ecc. possono non necessitare del
posizionamento di impedimenti

127
Norma CEI 11-27

Disposizioni particolari per gli impianti in BT

Se la permanenza in zona prossima di un PES/PAV è di breve durata


(ad es., il tempo necessario per fare una manovra o una misura
elettrica) la probabilità di compiere gesti involontari in quel breve
lasso di tempo è trascurabile, per cui non è necessaria l’installazione
di impedimenti.
In alternativa all’installazione di impedimenti, possono essere usati
DPI isolanti per proteggere le parti del corpo che potrebbero entrare
in contatto con le parti attive.

128
Norma CEI 11-27

Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

Si premette che i lavori che si


svolgono a distanza d ≥ DA9 da parti
attive non protette o non
sufficientemente protette non sono
oggetto della presente Norma perché
non presentano rischi elettrici..

I lavori che si svolgono nello spazio


compreso tra DV e DA9, devono
essere oggetto di attenta valutazione
da parte del Datore lavoro
avvalendosi, eventualmente, di un
esperto come specificato nel seguito
del presente paragrafo

Se durante il lavoro si scende al di sotto della distanza DV, si devono adottare le


procedure previste per i lavori in prossimità e/o sotto tensione oggetto della
presente Norma. 129
Norma CEI 11-27
Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

Se i lavori compresi tra DV e DA9 sono svolti:


1) soltanto da PES o PAV;
allora, tenuto conto della loro formazione, esse non adottano procedure di
sicurezza se non quelle necessarie per evitare di invadere la distanza DV.
Inoltre, non è necessaria la compilazione di documenti quali i Piani di
lavoro, di intervento, ecc.
2) anche da PEC;
allora, una PES deve svolgere azioni di supervisione o sorveglianza
(quest’ultima può essere svolta anche da PAV) senza necessità di elaborare
Piani di lavoro, Piani di intervento, ecc.
3) soltanto da PEC;
e l’attività comporta mezzi o attrezzi il cui uso dà luogo al pericolo dovuto
soltanto all’altezza da terra nei confronti di una linea elettrica
sovrastante, è sufficiente fare in modo che l’altezza da terra di tali mezzi o
attrezzi (compresa quella di una persona e degli attrezzi o mezzi da lei
maneggiati) non superi:
 4,00 m se la linea è in Bassa o Media tensione (≤ 35 kV);
 3,00 m per le linee in Alta tensione (>35 kV). 130
Norma CEI 11-27
Lavoro non elettrico svolto soltanto da PEC
(Persone Comuni)

131
Norma CEI 11-27

Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

Tali limiti sono a favore della sicurezza e basati sull’altezza minima da terra
delle linee elettriche stabilita dalle norme e sono riferiti al punto più basso dei
conduttori della linea.
La presente Norma non considera le attività connesse al transito veicolare e le
persone che non svolgono lavori (transito pedonale).
Se il Datore di lavoro ha necessità di superare le altezze da terra di cui
sopra o deve eseguire lavori in vicinanza in cui il pericolo non è dovuto
soltanto all’altezza da terra (più in generale per non invadere la DV), deve
predisporre un documento di valutazione delle distanze e delle altre
condizioni di sicurezza, rivolgendosi a persone competenti di sua fiducia
oppure a una PES o a un professionista esperto nell’applicazione della
presente Norma

132
Norma CEI 11-27

Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

In particolare, nei cantieri edili posti a distanza


minore di DA9 da parti in tensione non protette o
non sufficientemente protette, occorre, in via
preliminare, valutare, mantenendo un sufficiente
margine di sicurezza, se nelle condizioni più
sfavorevoli ragionevolmente prevedibili, sia
possibile tenere in permanenza, alla distanza
DV, persone, mezzi, macchine operatrici,
apparecchi di sollevamento, ponteggi ed ogni
altra attrezzatura.

Qualora ci sia pericolo di invadere la zona prossima delimitata da DV occorre:


 mettere in atto mezzi quali ostacoli, blocchi, gioghi, ecc, tali da impedire
l’accesso alla zona prossima,
 far mettere fuori tensione e in sicurezza la linea elettrica mediante accordi con
il gestore la linea stessa.
133
Norma CEI 11-27

Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

In ogni caso, nel cantiere edile si deve conservare la documentazione


pertinente ai provvedimenti attuati tra quelli sopra descritti.
Se l’attività di cantiere comporta l’utilizzo di mezzi o attrezzi il cui uso
comporta pericoli dovuti soltanto all’altezza da terra, nei confronti di una linea
elettrica sovrastante, è sufficiente fare in modo che l’altezza da terra di tali
mezzi o attrezzi (compresa quella di una persona e degli attrezzi o mezzi da
lei maneggiati) non superi le distanze di cui al comma precedente); in questo
caso non è necessaria la predisposizione dei documenti sopra indicati

134
Norma CEI 11-27

Lavori in vicinanza (lavori non elettrici)

I. lavori che si svolgono a distanza


d ≥ DA9 da parti attive non
protette o non sufficientemente
protette non sono oggetto della
presente Norma perché non
presentano rischi elettrici

135
Norma CEI 11-27

Lavori di costruzione ed altri lavori non elettrici

Per i lavori di costruzione ed altri lavori non elettrici, quali ad esempio:


 lavori su impalcature,
 lavori con mezzi elevatori, macchine per costruzione e convogliatori,
 lavori di installazione,
 lavori di trasporto,
 verniciature e ristrutturazioni,
 montaggio di altre apparecchiature e di apparecchiature per la costruzione,
si deve costantemente mantenere una distanza specificata, in particolare durante
l’oscillazione di carichi, l’uso mezzi di trasporto e di sollevamento. Tale distanza
deve essere misurata partendo dai conduttori o dalle parti nude attive più vicini.

136
Norma CEI 11-27

Lavori di costruzione ed altri lavori non elettrici

La distanza specificata deve essere derivata Tabella A.1 e che tenga conto:
 della natura del lavoro,
 dell’equipaggiamento da impiegare,
 del fatto che le persone che operano sono persone comuni.
Per le linee aeree, si deve tener conto di tutti i movimenti possibili delle
linee stesse e di tutti i movimenti, degli spostamenti, delle oscillazioni,
dei colpi di frusta o della caduta degli equipaggiamenti usati per
eseguire i lavori.

137
Norma CEI 11-27

Procedure di manutenzione

Generalità
Scopo della manutenzione è quello di mantenere l’impianto elettrico nelle
condizioni prescritte. La manutenzione può consistere in programmi di lavoro
con l’intento di prevenire interruzioni e di mantenere le apparecchiature in
buone condizioni, o in lavoro attuato per riparare o sostituire parti difettose

Personale
Tutte le procedure di manutenzione che devono essere eseguite devono essere
approvate dal Responsabile dell'impianto elettrico (URI o RI).
Quando su un impianto elettrico si effettuano lavori di manutenzione:
 si deve chiaramente individuare la parte dell’impianto interessata;
 si deve designare il Preposto all’attività di manutenzione (Preposto
all’attività lavorativa - PL).
Il personale che deve eseguire i lavori deve essere PES o PAV e idoneo ai lavori
sotto tensione, quando necessario.
Si devono prendere tutte le necessarie misure di sicurezza comprese le
precauzioni eventualmente necessarie per prevenire pericoli per altre persone e
per la protezione di animali e cose. 138
Norma CEI 11-27

Procedure di manutenzione

Sostituzione di fusibili
Generalmente, la sostituzione di fusibili deve
essere eseguita fuori tensione, a meno che non
si adotti una procedura sicura per la loro
sostituzione sotto tensione in BT.
Per gli impianti a Bassa tensione, se il fusibile è
montato in un dispositivo che protegge la
persona dai contatti diretti e dalla possibilità di
cortocircuiti, la sostituzione può essere eseguita
senza verificare l’assenza di tensione e anche
da una PEC.
Per gli impianti in AT e MT, la sostituzione deve
essere eseguita in conformità alle procedure di
lavoro fuori tensione appropriate da PES o PAV.

139
Norma CEI 11-27

Procedure di manutenzione

Sostituzione di lampade ed accessori

In genere, la sostituzione di lampade, tubi fluorescenti o di accessori estraibili


deve essere eseguita fuori tensione.
Per gli impianti a Bassa tensione tali sostituzioni fuori tensione possono essere
eseguite da una PEC se l’apparecchiatura è conforme alle relative norme di
prodotto e la PEC è stata preventivamente istruita sul comportamento da tenere
nell’esecuzione dell’intervento.
In tutti gli altri casi, specialmente per gli impianti in AT e MT, la sostituzione deve
essere eseguita in conformità alle procedure previste dalla presente norma

Termine dei lavori di manutenzione


Al termine del lavoro di manutenzione, il Preposto alla manutenzione deve
consegnare l’impianto al RI. Lo stato dell’impianto elettrico sottoposto a
manutenzione deve essere notificato al RI.
140
Norma CEI 11-27
Principi generali di sicurezza

Nessun lavoro elettrico deve essere eseguito da persone prive


di adeguata formazione; ciò significa possedere conoscenze,
capacità e abilità sufficienti a permettere di compiere in piena
sicurezza le attività affidate

Spesso il personale addetto ai lavori elettrici non viene formato


sui contenuti della Norma CEI 11-27; erroneamente si ritiene
che l’esperienza lavorativa acquisita sia sufficiente a fornire
le stesse conoscenze.

La messa in sicurezza di un impianto elettrico deve essere


eseguita da Persone Esperte (PES) o da una Persone
Avvertite (PAV).
Ricade sotto la responsabilità delle persone competenti
organizzarne il comportamento durante il lavoro
conformemente alla Norma. 141
Norma CEI EN 50274
Protezione dal contatto accidentale
con parti attive pericolose

Operazioni semplici su quadri elettrici in bassa tensione


A volte si deve intervenire all’interno di un quadro elettrico in bassa tensione
per eseguire manovre semplici, come ad esempio ripristinare un relè o
sostituire una lampada di segnalazione, ma vicino a parti in tensione.

In questi casi l’operatore entra nella zona di lavoro sotto tensione di parti in
tensione e dunque ricorrono gli estremi di lavoro sotto tensione a contatto, ma
non deve compiere un lavoro bensì un’azione semplice.

La soluzione si trova nella norma CEI EN 50274 la quale indica quali devono
essere le condizioni affinché un operatore, senza dotarsi di protezioni per il
rischio elettrico, possa accedere
142
Norma CEI EN 50274

Ubicazione

I dispositivi di manovra (ad


esempio un pulsante) devono
essere collocati in posizione
facilmente accessibile
all’operatore. La figura mostra la
zona all’interno del quadro entro
la quale può essere ubicato il
dispositivo di manovra quando è
disposto frontalmente.

143
Norma CEI EN 50274

Area di base
La zona prossima al dispositivo di manovra deve essere
protetta contro il contatto diretto in modo che l’operatore non
possa venire a contatto con parti in tensione.

Nelle immediate vicinanze del


dispositivo, per un’area di minimo
3 cm, le parti attive devono avere
un grado di protezione almeno
pari a IPXXB (protezione contro
l’accesso al dito)
Nella restante area la protezione
minima prevista è pari a IPXXA
(protezione contro l’accesso al
dorso della mano).
144
Norma CEI EN 50274
Area di accesso

Un quadro con il dispositivo di


manovra a 50 cm di profondità, con
l’operatore nella posizione eretta,
l’area di accesso ha una larghezza
di 40 cm, un’altezza di 70 cm ed è
posta tra i 110 cm e 180 cm dal
piano di calpestio

Con l’operatore nella posizione in


ginocchio, l’area di accesso ha una
larghezza di 40 cm, un’altezza di
50 cm compresa tra 60 cm e 110
cm dal piano di calpestio.
145
Norma CEI EN 50274

Spazio di manovra

Si definisce spazio di manovra (protetto)


il volume compreso tra l’area di accesso
e l’area di base, con l’aggiunta delle
propaggini indicate in figura
Le propaggini sono costituite dalla zona
IPXXB che si estende in profondità per 8
cm e ad un anello, profondo 2,5 cm,
posto dietro l’area di base nel qual e è
richiesto il grado di protezione IPXXA

Lo spazio di manovra è dunque uno spazio ideale, non delimitato da schermi,


dentro il quale non ci devono essere parti in tensione accessibili al dorso della
mano (zona celeste chiaro) e al dito di prova (zona celeste scuro)

146
Dispositivi di protezione individuale
DPI

147
Definizione di DPI

Si intende per dispositivo di protezione individuale (DPI) qualsiasi


attrezzatura destinata ad essere indossata e tenuta dal lavoratore
allo scopo di proteggerlo contro uno o più rischi suscettibili di
minacciarne la sicurezza o la salute durante il lavoro, nonché ogni
complemento o accessorio destinato a tale scopo.

148
Categorie dei DPI

Appartengono alla PRIMA categoria i DPI di progettazione semplice


destinati a salvaguardare la persona da rischi di danni fisici di lieve
entità.

Appartengono alla TERZA categoria i DPI di progettazione


complessa destinati a salvaguardare da rischi di morte o di lesioni
gravi e di carattere permanente.

Appartengono alla SECONDA categoria i DPI che


non rientrano nelle altre due categorie.

149
Certificazioni Dei DPI

1^ Cat. Dichiarazione di conformità (autocertificazione) rilasciata


direttamente dal fabbricante

2^ Cat. Attestato di certificazione rilasciato da un Organismo


notificato previa verifica del prototipo (Esame CE di tipo)

3^ Cat. Attestato di certificazione + controllo qualità rilasciato da un


Organismo notificato + controllo almeno una volta all’anno (senza
preavviso) del prodotto o sistema qualità (Esame CE di tipo + controllo
prodotto)

150
D.P.I.-Prima categoria

Esempio:
- Occhiali da sole per uso professionale;
- Copricapo contro lesioni al cuoio capelluto;
- Cappello antisole / antipioggia;
- Indumenti da lavoro ordinari.

151
D.P.I.-Seconda categoria

Quelli che non rientrano nelle altre due categorie. Esempio:


- Occhiali di protezione
- Filtri per saldatura
- Calzature di protezione
- Guanti da lavoro in cuoio a cinque dita
- Indumenti di protezione per motoseghe
- Indumenti di segnalazione ad alta visibilità
- Indumenti di protezione con rischio di impigliamento in parti in movimento
- Indumenti di protezione contro il rischio di arco elettrico
- Cuffie antirumore
- Inserti auricolari

152
D.P.I.-Terza categoria

Protezione complessa, destinati a salvare la persona da rischi di morte o di lesioni


gravi e di carattere permanente.

Rientrano esclusivamente:
a) gli apparecchi di protezione respiratoria;
b) i DPI per protezione limitata nel tempo contro le aggressioni chimiche e le
radiazioni ionizzanti;
c) i DPI per attività in ambienti con una temperatura non inferiore a 100° C;
d) i DPI per attività in ambienti con una temperatura inferiore a - 50° C;
e) i DPI destinati a salvaguardare dalle cadute dall’alto;
f) i DPI destinati a salvaguardare da tensioni elettriche pericolose o utilizzati come
isolanti per alte tensioni elettriche.

153
DPI forniti al personale

E’ compito del lavoratore utilizzare correttamente il DPI e mantenerne


nel tempo le caratteristiche di sicurezza

I Lavoratori

 si sottopongono ai programmi di formazione


 li utilizzano in modo conforme ed appropriato, senza
apportarvi modifiche
 si attengono alla nota informativa fornita dal costruttore
 ne chiedono la sostituzione in caso di usura e in tutti casi previsti
dalla nota informativa
 li controllano prima e dopo l’uso
 ne curano la custodia
 ne eseguono le verifiche e le prove periodiche stabilite dal costruttore
154
Attrezzi isolati

Gli attrezzi per eseguire lavori in


tensione (bassa tensione)
devono essere adeguatamente
isolati e devono riportare le
seguenti marcature:

 nome del costruttore (o marchio di fabbrica);


 modello/riferimento del tipo;
 anno di costruzione (ultime due cifre);
 simbolo del doppio triangolo (altezza ≥ 3 mm) con l’indicazione del
limite di tensione per il quale possono essere utilizzati (1000 V in
corrente alternata);
 numero della normativa di riferimento.
155
Guanti dielettrici a norma UNI EN 60903

Per lavori BT

Per manovre

ESAME PRIMA DELL’USO: Esame visivo di integrità e verifica dell’assenza di fughe d’aria
tramite gonfiaggio. Per i guanti di Classe 1, 2, 3 e 4 è raccomandato anche un esame interno.

VERIFICA PERIODICA: La norma EN 60903 raccomanda la verifica


periodica (o la loro sostituzione) ogni 6/12 mesi e prevede le seguenti
prove:
 prova di tenuta alle fughe d’aria con verificatore pneumatico;
 prova dielettrica (per i guanti di classe 1, 2, 3 e 4).

guanti isolanti da utilizzare possibilmente Verificatore pneumatico per guanti dielettrici per
con sopra guanti per protezione meccanica il controllo di eventuali fori sugli stessi 156
Elmetto/visiera

Elmetto in polietilene con Visiera con telaio in


visiera in policarbonato policarbonato e schermo Elmetto in polietilene
ribaltabile in policarbonato

La visiera è prevista per la protezione degli occhi e del viso nel caso
di arco elettrico che può sprigionarsi durante l’esecuzione di un
lavoro elettrico sotto tensione.
Tali effetti sono principalmente costituiti da:
• elevate temperature, proiezione di materiale fuso, che provocano
ustioni;
• emissioni di raggi ultravioletti particolarmente dannosi per la retina
degli occhi. Le conseguenze è tanto più gravi quanto più elevata è
l’energia dissipata. 157
Attrezzature e DPI per lavori elettrici

158
Attrezzature e DPI per lavori elettrici

159
Attrezzature e DPI per lavori elettrici

160
Nozioni elementari di elettrotecnica

La materia è costituita
da atomi

Ogni atomo si compone da un nucleo la cui carica elettrica


è positiva + e da elettroni la cui carica elettrica è negativa -

Se l’atomo perde elettroni assume carica positiva +


Se l’atomo riceve elettroni assume carica negativa -

Le azioni che fanno perdere o acquisire elettroni sono:


 Meccaniche (strofinio - generatori)
 Chimiche (batterie)
161
La corrente elettrica
La corrente elettrica è un flusso di cariche elettriche –
elettroni in un circuito chiuso

Il più semplice circuito elettrico è costituito da:

 un generatore di tensione (nel nostro caso una pila)


 due conduttori (fili di collegamento)
 un utilizzatore (nel nostro caso la lampadina)

162
La tensione elettrica (o differenza di potenziale)

E’ la forza che spinge in movimento le


cariche attraverso il circuito elettrico

La tensione è dovuta all’attrazione tra le


cariche elettriche di segno opposto
separate dal generatore

Paragone idraulico

Per mancanza di dislivello


Il liquido resta fermo Il liquido è in movimento perché esiste
dislivello 163
Gli elementi dell’energia elettrica
Grandezze elettriche

IL flusso di elettroni nei conduttori è la corrente elettrica ( I)

Si misura in AMPERE - A

La forza che spinge la corrente a muoversi è la tensione ( V )

Si misura in VOLT - V

L’attrito che la corrente incontra nei conduttori è la resistenza elettrica ( R )

Si misura in ohm - Ω
164
Legge di OHM

La legge di ohm esprime la relazione tra la tensione applicata ad un


circuito elettrico e la corrente che lo attraversa

V=RxI (V)

I=V/R (A)

R = V / I (Ω) ohm

165
Potenza - energia

Minore potenza Maggiore potenza

ENERGIA
POTENZA
energia nell’unità di tempo capacità di un corpo o di un
sistema di compiere lavoro
P = V x I watt
P x Tempo (Wh)
166
L’energia elettrica si misura in chilowattora (KWh)

Una lampadina della potenza


di 100 Watt accesa per 10 ore
consuma:

Potenza x Tempo = Energia

100 Watt x 10 ore = 1000 Watt ora


che si può scrivere 1 KWh
(chilo = K = 1000)

167
La resistenza di un conduttore

Tutti i materiali presentano una resistenza al passaggio della corrente


elettrica.
La resistenza elettrica di un conduttore dipende dal materiale di cui è
fatto e dalla sua temperatura inoltre dipende dalla lunghezza e dalla
sezione.

R = resistenza elettrica (Ω)


L
R=ρ L = lunghezza del conduttore (Km)
ρ = resistività (Ωmm2 /Km)
S S = sezione (mm2)

168
Variazioni della resistenza con la temperatura

Al crescere della temperatura la resistenza aumenta per i conduttori metallici


mentre diminuisce per i semiconduttori

Ad esempio un filo di rame, che


alla temperatura di 0° gradi ha
una resistenza di 10 ohm, a
100° gradi verrà ad assumere
la resistenza di 14 ohm

169
Legge di joule

Un conduttore percorso da corrente I, dissipa, sotto forma di


calore:

P = R x I² = W
(Calore nell’unità di tempo)

Se vogliamo invece ottenere l’energia, vale a dire il calore che si sviluppa


nel conduttore durante un certo tempo t:

E=Pxt E = R x I² x t = Wh

Il riscaldamento per effetto Joule, oltre che aumentare la resistenza del


conduttore, significa una perdita di energia sotto forma di calore
170
Limiti di temperatura
Il limite della portata di un conduttore dipende dalla temperatura massima
compatibile con le caratteristiche dei materiali isolanti
Per PVC 70° temperatura ambiente 20° sovratemperatura 50°
Per EPR 90° temperatura ambiente 20° sovratemperatura 70°

La temperatura raggiunta da un conduttore percorso da corrente elettrica


dipende anche dalla capacità di dispersione del calore che è proporzionale alla
sua superficie esterna.

Circ. = 3,14 x 10 = 31,4 mm

Sez. = 3.14 x 5 x 5 = 78,5 mm2

Circ. = 3,14 x 20 = 62,8 mm

Sez. = 3,14 x 10 x 10 = 314 mm2 171


Portate massime in ampère ammesse per cavi in
conduttori di rame e isolati in gomma

Cavo Densità Cavo bipolare Densità Cavo tripolare Densità


Sezione in unipolare in A in aria libera A in aria libera A
mm2 aria libera mm 2 A mm 2 A mm 2
A

1 7 7 7 7 7 7
1,6 11 6,87 11 6,87 11 6,87
2,5 16 6,4 16 6,4 16 6,4
4 22 5,5 22 5,5 22 5,5
6,3 32 5,08 31 4,92 31 4,92
10 47 4,7 45 4,5 40 4
16 65 4,06 62 3,87 52 3,25
25 88 3,52 82 3,28 68 2,72
40 115 2,87 105 2,62 90 2,25
63 155 2,46 145 2,3 120 1,9
100 215 2,15 200 2 165 1,65
160 295 1,84 275 1,72 225 1,4 172
Caduta di tensione
La resistenza di un conduttore dipende:
 natura del conduttore (rame, alluminio, ecc.)
 dalla lunghezza
 dalla sezione

Più lungo è il conduttore più resistenza trova la


corrente a passare

Più grande è la sezione del conduttore meno


resistenza trova la corrente a passare

In elettrotecnica, la resistenza in un circuito percorso da corrente provoca


una caduta di tensione (V).

Per alimentare un motore da 1500 W, la


caduta di tensione è di 10 V

173
Le correnti

La corrente in un circuito può essere:

Continua, quando ha sempre


lo stesso verso

Alternata, quando il verso è


variabile nel tempo

174
…. continua

La corrente continua utilizza sempre un circuito monofase


La corrente alternata può utilizzare un circuito monofase o trifase

Monofase

Trifase
E’ importante controllare
sempre il senso ciclico delle fasi

Se si inverte la sequenza delle


fasi (2 fasi qualsiasi), il motore
gira a rovescio 175
Condensatori
Il condensatore (condensa o accumula cariche elettriche) è un
componente elettrico che immagazzina l‘energia in un campo elettrostatico,
accumulando al suo interno una certa quantità di carica elettrica.

Elettrostatica
E’ un fenomeno elettrico in cui intervengono cariche
elettriche sotto l’azione di un campo elettrico.

Un corpo può essere elettrizzato in vari modi: per strofinio,


Una carica elettrica fa sentire i suoi effetti cioè
per contatto e per induzione. esercita delle forze su altre cariche elettriche
circostanti determinando un campo elettrico.

Il più diffuso fenomeno di formazione di cariche elettrostatiche è


quello per contatto-separazione (sfregamento/strofinio)
esempi:
 l’automobile è isolata elettricamente dal suolo e
muovendosi velocemente, con lo strofinio dell'aria, si carica
elettricamente.
Pezzetti di carta attratti dalla
 strofinando con un panno di lana il vetro o materiale simile bacchetta di vetro elettrizzata
al vetro, in essi si manifesta una carica positiva che attrae i
176
pezzettini di carta
Condensatori
S
C = ε -----
d
La capacità di un condensatore
dipende: dalle sue dimensioni, dalle C = capacità (farad)
ε = costante dielettrica (farad/m)
caratteristiche dell’isolante interposto
S = superfici delle armature (m)²
tra le armature e dalla loro distanza d = distanza fra le armature (m)

Simbolo del
condensatore

177
Condensatori
Un condensatore inserito in un circuito alimentato a corrente continua assorbe
per brevi istanti una corrente di carica la quale si estingue determinando di fatto
una interruzione del circuito elettrico;
Un condensatore inserito in un circuito alimentato a corrente alternata non
rappresenta una interruzione elettrica perché il condensatore si carica e si
scarica alternativamente in versi opposti e pertanto il circuito viene attraversato
da una corrente in un senso o nell’altro

178
Condensatori

Cosa succede quando si chiude il circuito in corrente continua?

Fondamentalmente un condensatore appare come un circuito aperto alla


corrente continua, tranne durante il tempo di carica (completa), ovvero
quando le sue armature hanno raggiunto il valore di tensione del
generatore che lo carica. Da quel momento in poi la corrente cessa il suo
movimento 179
Condensatori

Cosa succede quando si chiude il circuito in corrente alternata?

In questo caso il condensatore si carica e si scarica seguendo il ciclo della corrente


alternata, per cui nel circuito si ha un continuo flusso di corrente.

180
Magnetismo
Se immergiamo una barra di ferro magnetizzato (calamita), nella
limatura di ferro vediamo che questa viene attirata secondo le linee di
forza delle estremità del magnete

Il senso delle linee di forza vanno dal polo NORD al polo SUD
181
Campo magnetico di un conduttore
percorso da corrente

La limatura di ferro si distribuisce


secondo le linee di forza

Andamento delle linee di forza magnetiche intorno


ad in conduttore percorso da corrente

Una bobina percorsa da corrente elettrica genera


due polarità magnetiche agli estremi.

182
Flusso magnetico

Come la tensione V fa circolare la


corrente I nella bobina, così la corrente I
genera il campo e fa circolare il flusso
magnetico.

L’intensità del flusso magnetico


F è proporzionale alla corrente I
e al N delle spire

F=NxI
183
Flusso magnetico

Attitudine dei corpi a


lasciarsi attraversare dal
flusso magnetico

Ogni corpo in natura offre


una diversa resistenza al
flusso magnetico

184
Confronto tra circuito elettrico e
circuito magnetico

(ℜ riluttanza magnetica)

l’INTENSITA’ DEL FLUSSO MAGNETICO SEGUE L’ANDAMENTO


DELLA CORRENTE ELETTRICA 185
Effetti della variazione di flusso magnetico

Se si chiude il circuito su un utilizzatore (motore, resistenza, ecc.) circolerà


nella bobina una corrente che a sua volta genererà un flusso magnetico che si
oppone a quello che l’ha generato.

186
Descrizione del fenomeno dell’induzione elettromagnetica

 La corrente viene rilevata da un


amperometro e varia tutte le volte che le
linee del campo magnetico prodotto dal
magnete vanno a tagliare il solenoide;
 la corrente è più elevata quando la
velocità di taglio è più rapida;
 il verso della corrente si inverte quando si
inverte il senso del moto del magnete;
 la corrente cessa quando non vi è Generazione di f.e.m. (Em) e di corrente nel
movimento fra magnete e solenoide; circuito indotto, in seguito alle variazioni di
flusso prodotte dal magnete induttore

 la corrente si manifesta purché ci sia un moto relativo fra magnete e


solenoide ovvero quando si verifica, in qualsiasi modo, il taglio delle linee di
flusso da parte del conduttore.
187
Trasformatore

V1 N1
------ = ------ V1 x N2 = V2 x N1
V2 N2
188
Sfasamento tra tensione e corrente

189
Corrente attiva = IA = I x cos φ componente della I in fase con V
Potenza attiva = V x I x cos φ
Corrente reattiva = IR = I x sen φ componente della I sfasata rispetto a V
Potenza reattiva = V x I x sen φ 190
Contatti diretti e contatti indiretti - protezioni

Contatti diretti
Definiti come contatti con parti del circuito
normalmente in tensione, parti che in condizioni
normali sono protette e che casualmente divengono
accessibili.

Protezione
Misure da prevedere in fase di progettazione al fine
di impedire i contatti delle persone con le parti in
tensione del circuito elettrico mediante:

 isolamento
 segregazione con involucri
 distanziamento

191
Contatti diretti e contatti indiretti - protezioni

Contatti indiretti
Condizioni che si possono realizzare tra parti
normalmente non in tensione ma che possono venire a
trovarsi accidentalmente in tensione per un difetto di
isolamento, con conseguente creazione di una differenza
di potenziale su una parte metallica rispetto ad altre.

Le protezioni che si possono realizzare contro i contatti indiretti sono:


 Interruzione automatica del circuito (es. interr. magnetotermici, interr. differenziali)
 adozione di tensione di sicurezza di valore non superiore a 25 V c.a. e a 60 V c.c.
 isolamento speciale di sicurezza (doppio isolamento) molto usato nel caso di
apparecchiature ed utensili elettrici portatili;
 masse messe a terra per apparecchi di classe I (solo isolamento principale)
 collegamento di equipotenzialità: tutte le parti metalliche (masse e masse estranee)
sono collegate allo stesso impianto i terra.

Solo il sistema di protezione garantisce l’incolumità dell’operatore


192
La massa

E’ una parte conduttrice (metallica), facente parte dell’impianto


elettrico, normalmente non in tensione ma che può andare in tensione
nel caso di cedimento dell’isolamento principale (portalampade,
carcassa di un motore, involucro metallico di un apparecchio, ecc.).

Una massa deve essere protetta contro il contatto indiretto (es. messa
terra).
Non va considerata massa quando la parte attiva di un impianto è
isolata con doppio isolamento.

Esempio di massa

193
La massa
…. continua

Una parte conduttrice che può andare in tensione in caso di


guasto, ma situata internamente ad un apparecchio ed
accessibile solamente dopo aver rimosso una protezione o un
involucro fissati in modo da richiedere un attrezzo per la loro
apertura, non è considerata una massa.

Non va considerata massa quando la parte attiva di un


impianto è isolata con doppio isolamento.

Una parte conduttrice che può andare in tensione perché a


contatto con una massa (e quindi protetta) non è da
considerare una massa.

194
Massa estranea

Parte conduttrice, non facente parte dell’impianto elettrico, in grado di


introdurre un potenziale di terra “prelevato” da una posizione lontana.

195
Protezione contro i contatti indiretti con l’impiego di
apparecchi di classe II
Apparecchi di classe I: apparecchio che fa parte di un circuito protetto mediante
interruzione automatica, dotato di isolamento principale (semplice
isolamento) e la cui massa è munita di morsetto da collegare all’impianto di terra
attraverso il conduttore di protezione.
Apparecchi di classe II: a doppio isolamento o isolamento rinforzato.
Nel caso di cedimento dell’isolamento principale,la persona è protetta
dall’isolamento restante.

Simbolo che contraddistingue gli


apparecchi elettrici di classe II

Negli apparecchi di classe II non è


previsto alcun dispositivo per il collegamento di messa a terra
Apparecchi di classe III: componente elettrico ad isolamento ridotto perché
destinato ad essere alimentato esclusivamente da un sistema a
bassissima tensione di sicurezza, e nel quale non si generano tensioni di
valore superiore a quello di tale sistema. 196
Sistemi trifasi
Trasformatore MT/bt - avvolgimenti

8
12
4

8 12 4

triangolo

stella
N
7 11 3

3
11
7
N
197
Classificazione dei sistemi in funzione della loro
messa a terra

TT TN IT

T N-S T N-C TN-S-C

La 1° lettera indica lo stato del neutro


T neutro collegato direttamente a terra
I neutro isolato o collegato a terra a mezzo di impedenza

La 2° lettera indica la situazione delle masse


T masse collegate a terra
N masse collegate al neutro del sistema

198
Sistema T T

Neutro messo direttamente a terra e le masse collegate ad


un impianto di terra indipendente.

199
Sistema T N
Neutro messo direttamente a terra e le masse collegate ad esso
attraverso un conduttore di protezione.

Si distinguono i seguenti sistemi


TN, secondo che i conduttori di
neutro e di protezione siano
separati o meno:
TN-S: i conduttori di neutro e di
sistema TN-C sistema TN-S
protezione sono separati;

TN-C: le funzioni di neutro e di


protezione cono combinate in un unico
conduttore ( conduttore PEN);
TN-S-C: le funzioni di neutro e di
protezione sono in parte combinate in
un solo conduttore e in parte separate. sistema TN-S-C 200
Sistema I T

Neutro isolato o a terra tramite una impedenza (bobina Petersen),


mentre le masse sono collegate direttamente a terra.

201
Considerazioni sulla tensione di contatto

Nel caso di cedimento dell’isolamento su un’apparecchiatura la cui carcassa è


collegata a un dispersore di terra di resistenza RE, e disperde una corrente di
guasto I, assume la tensione V = RE x I; questa prende il nome di tensione
totale di terra

Ipotesi:
 carcassa apparecchiatura messa a terra
 dispersore di terra lontano
dall’apparecchiatura

Una persona che tocchi la


carcassa (M) è sottoposta alla
tensione (di contatto) V = RE x I

202
f = 15 ÷ 100 Hz fattore percorso: mano sinistra - piedi 203
Protezione delle persone: interruttore differenziale

E’ quel dispositivo (chiamato anche salvavita) che apre


automaticamente un circuito elettrico quando la corrente
differenziale supera il valore prestabilito.
Una differenza fra le correnti negli avvolgimenti 1 e 2 a
seguito di un guasto a terra (IF), provoca la differenza tra i
fluissi magnetici; il flusso risultante, induce sul terzo
avvolgimento (3) una corrente che determina l’intervento
dell’interruttore differenziale quando la corrente differenziale
supera un valore di soglia: corrente differenziale nominale
d’intervento Idn. Nell'ambito civile si usano differenziali con
corrente di intervento Idn 0,03 ampere (30 mA)

L’interruttore differenziale interviene comunque solamente nel caso di


guasto a terra sia nei sistemi trifasi che trifasi con neutro

È dotato di un pulsante troppo poco usato: il TEST (T). Sarebbe TEST (T)

opportuna una verifica mensile del corretto funzionamento che è


quella di usare il pulsante di test presente sul differenziale.
Questo pulsante, se premuto, da luogo alla condizione di guasto
204
e deve far intervenire l’interruttore differenziale (salvavita)
Tempi di intervento degli interruttori differenziali

Tempi massimi di interruzione degli


interruttori differenziali (tipo generale)

Id t
Idn O,3 s
2 Idn 0,15 s
5 Idn 0,04 s
Id = corrente differenziale
Idn = corrente differenziale d’intervento

L’intervento dell’interruttore differenziale è proporzionato alla corrente di guasto a terra e


non alla resistenza del circuito di guasto, ne alle caratteristiche dell’impianto di terra.

205
Tensione sul neutro in condizioni anomale del circuito

Nel caso il neutro vada in tensione anche le masse assumono tale tensione
essendo direttamente collegate.

Le tensioni possono avere origine da:


 impianto di terra del neutro sul conduttore di neutro
 tensioni che hanno origine sull’impianto di terra del neutro

L’impianto di terra del neutro può assumere tensioni pericolose quando:


 a causa di guasto a terra in A.T.
 guasto a terra in bassa tensione
 il guasto a terra in A.T. può essere esemplificato nel caso di intervento degli
scaricatori in cabina MT/BT.

206
Tensione sul neutro in condizioni anomale del circuito

Tensioni che hanno origine sul conduttore di neutro Il conduttore di neutro


può assumere una tensione verso terra a causa di:
 correnti di squilibrio importanti
 cortocircuito fase-neutro
 interruzione del circuito di neutro
 Le tensioni per squilibrio delle correnti sulle fasi non raggiungono mai
valori molto elevati e quindi pericolosi.
Diversa è la situazione nel caso di cortocircuito tra una fase ed il neutro. In
questo caso le protezioni di massima corrente essendo tarate per valori
molto elevati (corrente nominali e correnti di avviamento motori asincroni)
normalmente non intervengono in tempi compatibili con le esigenze di
sicurezza.

207
Corrente di guasto nei sistemi TT

Il sistema TT ha un punto collegato direttamente a terra e le masse


dell’impianto collegate ad un impianto di terra elettricamente indipendente da
quello del collegamento a terra del sistema di alimentazione.

L’anello di guasto comprende


generalmente la terra
su una parte del suo percorso.
Ig = corrente di guasto).

------- percorso corrente di guasto Ig


208
Correnti di guasto nei sistemi TN

Il collegamento delle masse al neutro riduce l’impedenza complessiva del


circuito di guasto, per cui le correnti di guasto possono essere molto elevate.
La sezione del conduttore di protezione e le correnti circolanti nel circuito, se
non interrotte tempestivamente, possono provocare danni all’impianto.
Il vantaggio del sistema TN è poter utilizzare i dispositivi di massima corrente
per la protezione contro in contatti indiretti.

Si ricorre agli interruttori differenziali


quando si vuole aumentare la soglia di
protezione.

209
Correnti di guasto nei sistemi TN

Il centro stella del trasformatore AT/MT è connesso a terra, lato MT, tramite pura
induttanza, realizzata tramite una bobina nota col nome di BOBINA PETERSEN.

In caso di corto fase terra la corrente di guasto si richiude sia attraverso le capacità di
esercizio delle fasi sane, sia attraverso la bobina Petersen. Se tale induttanza è
perfettamente accordata la corrente di guasto verso terra Ig si estingue, pertanto la
bobina Petersen è pure denominata bobina di auto estinzione 210
IMPIANTO DI TERRA
DA QUI

L’impianto di terra, o rete di terra, è l’insieme di:


 uno o più dispersori, conduttori di terra disposti a maglia e collegati tra
loro ed ai dispersori, posti in contatto col terreno con la funzione di
disperdere le correnti elettriche di funzionamento e di guasto.
Alla rete di terra sono collegate le masse di tutti gli apparati e circuiti elettrici
al fine di:
 usare il terreno come conduttore
 vincolare il potenziale del punto connesso a quello del terreno,
evitare che, in caso di guasto, le parti delle apparecchiature che non sono
normalmente in tensione assumano valori di tensione pericolosi
Nei sistemi TN l’impianto di terra è unico per tutto l’impianto.
Tutte le masse metalliche degli apparecchi elettrici, dell’impianto, degli
scaricatori e del centro stella dei trasformatori sono collegate ad un unico
impianto di terra.

211
Nei sistemi TN l’impianto di terra è unico per tutto l’impianto.

Tutte le masse metalliche degli


apparecchi elettrici, dell’impianto, degli
scaricatori e del centro stella dei
trasformatori sono collegate ad un
unico impianto di terra.

Elementi di un impianto di terra


M: massa elettrica; ME: Massa estranea; MT: Collettore di terra; PE:
conduttore di protezione; CT: conduttore di terra; DN: dispersore
naturale; DA: dispersore artificiale; EQP: collegamenti equipotenziali
principali; EQS: collegamenti equipotenziali secondari
212
213
Norma CEI EN 50522 (CEI 99-3) – messa a terra per
impianti elettrici a tensioni maggiori di 1000 V c.a.

Tensione di passo e
tensione di contatto

Tensione di contatto: tensione dovuta a


guasto a terra a cui può essere sottoposta una Tensione di passo: tensione
persona e che la corrente fluisca attraverso il dovuta a guasto a terra a cui può
corpo umano da una mano ai piedi (ad una essere sottoposta una persona con
distanza orizzontale dalla massa di 1 m passo uguale a 1 m 214
Norma CEI EN 50522 (CEI 99-3) – messa a terra per
impianti elettrici a tensioni maggiori di 1000 V c.a.

Valori della tensione di contatto UTp ammissibile in


funzione della durata tf del guasto

Tensione di contatto permissibile UTP


Durata guasto tf (V)
(s)
0,05 716

0,10 654

0,20 537

0,50 220

1,00 117

2,00 96

5,00 86

10,00 80

215
Norma CEI EN 50522 (CEI 99-3) – messa a terra per
impianti elettrici a tensioni maggiori di 1000 V c.a.

216
Norma CEI EN 50522 (CEI 99-3) – messa a terra per
impianti elettrici a tensioni maggiori di 1000 V c.a.

Norma impianti di terra in AT

217
Grado di protezione IP (International Protection)
Per grado di protezione IP di un involucro si intende il livello di protezione
dell’involucro contro l’accesso a parti pericolose, contro la penetrazione di corpi solidi
estranei e contro l’ingresso di acqua.
Il grado di protezione di un involucro è identificato, conformemente a quanto prescritto
nella norma CEI EN 60529, dalle lettere IP (International Protection) seguite da due
cifre ed eventualmente da due lettere.

La prima cifra caratteristica indica il


grado di protezione contro la
penetrazione all’interno dell’involucro
di corpi solidi e contro il contatto delle
persone con parti interne Pericolose
La seconda cifra caratteristica
indica il grado di protezione
dell’involucro contro l’ingresso
dannoso dell’acqua.

La lettera addizionale indica il grado di protezione per le persone contro l’accesso a parti
pericolose. La lettera addizionale è usata solo se la protezione effettiva contro l’accesso a
parti pericolose è superiore a quella indicata dalla prima cifra caratteristica, in tal caso la
prima cifra viene sostituita da una x
218
Grado di protezione IP (International Protection)

Esempio: IPXXB - protezione contro l’accesso al dito 219


Protezione dei componenti di impianto
CAVI
I cavi normalmente impiegati negli impianti industriali sono del tipo unimultipolare
con isolamento in:
- gomma etilenpropilenica – EPR (sigla G5)
- cloruro di polivinile – PVC (sigla R2)
Sono disponibili nel mercato cavi normali e cavi, con caratteristiche diverse,
antifuoco.
Per la definizione delle caratteristiche dell’apparecchio di protezione è necessario
determinare la corrente / tempo tali da far raggiungere all’isolamento del cavo, una
sovratemperatura ammissibile.
E’ nota infatti l’azione determinante della temperatura, nel processo di
invecchiamento del cavo e conseguente cedimento dell’isolante.
Le temperature massime di esercizio e di corto circuito sono:
- per i cavi isolati in P.V.C. 70°C 160°C
- per i cavi isolati in E.P.R. 90°C 250°C

220
Trasformatori

La protezione contro le sovracorrenti è regolata in funzione della temperatura


massima ammessa.
In condizioni normali di esercizio possono essere ammessi dei sovraccarichi che
devono essere controllati da apposite apparati.
Tra i sovraccarichi “normali” devono essere considerati gli inserimenti a vuoto
dei trasformatori con il picco delle correnti magnetizzanti, della durata di 50
millisecondi ed una densità di 10 volte la corrente nominale.
Correnti di questa grandezza non devono essere considerate correnti di guasto
e pertanto la protezione deve essere tarata in modo da non intervenire al loro
manifestarsi.
La tenuta termica della macchina alla corrente di corto circuito secondario deve
essere garantita, secondo le Norme C.E.I.; le protezioni devono essere
coordinate al fine di non superare i limiti stabiliti.

221
Motori asincroni

I guasti più frequenti ai motori asincroni sono da imputare al cedimento


dell’isolamento in conseguenza di sovrariscaldamenti eccessivi verificatisi nel
corso della vita della macchina.

La sovracorrenti sullo statore possono essere tenute sotto controllo mediante


dispositivi di protezione di massima corrente.

Il parametro per la scelta della protezione di massima corrente è la corrente di


avviamento della macchina la quale può assumere valori di 4 /7 volte la corrente
nominale

Un caso frequente di sovracorrente nel motore si ha quando, per ragioni di


carico o mal funzionamento, il rotore resta bloccato con conseguente costanti
nel tempo che il motore è in grado di sopportare solo per periodi di
tempo molto limitato (qualche secondo).
222
Dispositivi di protezione dell’impianto
contro le sovracorrenti

Interruttori automatici magnetotermici bt

L'interruttore magnetotermico protegge l’impianto dal


cortocircuito e dal sovraccarico

La corrente elettrica, percorrendo i circuiti, produce


fenomeni magnetici e fenomeni termici (riscaldamento per
effetto Joule. L'interruttore magnetotermico, come si
evince dal nome, racchiude due sganciatori:
 sganciatore magnetico
 sganciatore termico

Il primo, con intervento istantaneo, scatta a causa di un rapido e consistente


aumento della corrente, ben oltre il limite consentito. Questa situazione è
tipica del cortocircuito. L'interruttore termico interviene per sovraccarico
ovvero quando assorbiamo più corrente del consentito: il sensore all'interno
dell'interruttore si riscalda e provoca lo scatto.
223
Dispositivi di protezione dell’impianto
contro le sovracorrenti

Interruttori automatici magnetotermici bt


Caratteristiche

 Corrente nominale: massimo valore di corrente specificato dal


costruttore che l’interruttore è in grado di sopportare ininterrottamente.
 Corrente di intervento: valore di corrente che determina, in determinate
condizioni, lo sgancio entro un tempo determinato.
 Potere di interruzione:valore di corrente che l’interruttore è capace di
interrompere in determinate condizioni, compreso il corto circuito.

Caratteristica di intervento di un interruttore.


Per un corretto coordinamento con l’apparecchiatura da proteggere, risulta
fondamentale esaminare la caratteristica di intervento tempo / corrente degli
interruttori.

224
Dispositivi di protezione dell’impianto
contro le sovracorrenti

Fusibili MT e bt

I fusibili limitatori di corrente, impiegati in Medio Tensione,


sono del tipo ad alto potere di interruzione (API) e vengono
usati per la protezione contro le correnti di corto circuito nei
componenti d’impianto.
Nella scelta dei fusibili di bassa tensione si deve tenere in
considerazione:
- la corrente nominale della cartuccia
- la corrente convenzionale di fusione quale valore
specificato che provoca la fusione dell’elemento fusibile
entro un tempo specificato.

225
Coordinamento dei dispositivi di protezione

Condutture
Si definisce sovraccarico la corrente che si stabilisce in un circuito e che ha un
valore superiore alla portata delle condutture.
La corrente di corto circuito è quella prodotta da un guasto con impedenza
trascurabile tra due punti di un circuito.
Le Norme C.E.I prescrivono la protezione delle condutture:
- nel caso di alimentazione di derivazioni con coefficiente di contemporaneità
minore di 1,
- nell’alimentazione di motori che possono essere soggetti a sovraccarichi
- nel caso di alimentazioni con presa e spina
- nel caso di installazioni in locali con pericolo d’incendio.

226
Coordinamento dei dispositivi di protezione

…….. continua Condutture

Si possono omettere le protezioni contro i sovraccarichi per le condutture:


- quando la protezione a monte è tale da proteggere sia la dorsale che le
derivazioni
- che alimentano carichi senza possibilità di sovraccarico,
- che alimentano apparati di illuminazione,
- che alimentano apparecchi con un proprio dispositivo di protezione,
- che alimentano motori quando la corrente a rotore bloccato è
inferiore alla portata della conduttura.

227
Reti elettriche

228
Caratteristiche del servizio

Nella fase di distribuzione la tensione viene esposta a numerose influenze


che possono modificarne le caratteristiche iniziali.
Essa è sottoposta a disturbi generati dagli apparecchi e dagli impianti
utilizzatori, dai guasti ecc.

Le forme di degrado possono essere localizzate nei seguenti 3 livelli:


- c.c. e buchi di tensione (cause esterne)
- impianti dell’utente
- impianti limitrofi all’utenza
Le anomalie più frequenti sono:
- interruzioni programmate
- buchi di tensione
- interruzioni accidentali, brevi se inferiori a 3’, lunghe se superiori a 3’
- flicker

229
Buchi di tensione

Sono abbassamenti rapidi della


tensione della durata compresa tra
10 ms ed 1’ e di valore compreso
tra il 10% ed il 99% della tensione
nominale (il 50% dei casi il buco di
tensione è del 30%)

Buchi di tensione e sovratensioni a frequenza di rete

Le cause dei buchi di tensione sono:


 i guasti per c.c. ed interessano tutte le utenze collegate metallicamente con
la linea soggetta a guasto;
 correnti di inserzione di trasformatori di grossa taglia e di condensatori;
 carichi variabili e correnti di spunto di grossi motori asincroni.

230
Sovratensioni transitorie

Sono fenomeni di breve durata (da pochi µs ad alcuni ms) che


possono essere causati da fulminazioni su linee aeree durante
perturbazioni temporalesche, movimentazione di interruttori
inserzioni/disinserzioni di grossi carichi reattivi

Sovratensione impulsiva 231


Fluttuazione di tensione - Flicker
Se una serie di variazioni rapide di tensione (anche se di ampiezza inferiore
al 10% Vn) si ripresenta periodicamente con frequenza compresa tra 0,5 e
35 Hz, ha origine il fenomeno del flicker (sfarfallio), ovvero della sensazione
visiva provocata dalle fluttuazioni dell’intensità dell’illuminazione delle
lampade. Oltre una certa soglia visiva, il flicker diventa molesto ed il fastidio
cresce molto rapidamente con l’ampiezza della fluttuazione

Cause tipiche:
inserzione
intermittente di grossi
carchi, forni ad arco

Flicker
232
Variazione di forma - armoniche
Le armoniche sono tensioni o correnti con frequenza pari ad un multiplo intero
(ordine) della frequenza fondamentale di funzionamento del sistema elettrico (la
3° (150Hz) la 5° (250Hz) la 7° (350Hz) e così via), la cui presenza determina una
distorsione della forma d’onda della tensione di alimentazione.
Le armoniche, in un sistema di distribuzione, sono generate in minima parte dal
sistema stesso e, pere la maggior parte, da apparecchi utilizzatori con
caratteristiche tensione/corrente non lineare (computer, gli UPS, i regolatori
elettronici, i forni a microonde sistemi controllati da SCR e TRIAC, conversione
c.a./c.c., ecc.)

Esempio
dell’effetto delle
armoniche sulla
fondamentale

Armonica 233
Interruzioni transitorie

Sono caratterizzate dall’assenza di tensione.


Sono definite brevi se di durata inferiore ai 3’ mentre si definiscono
lunghe per durate superiori ai 3’.
Tra le interruzioni brevi, sono denominate transitorie, quelle di durata
inferiore ad 1’ che rappresentano l’80% degli eventi.
Le interruzioni transitorie sono dovute a guasti, sia monofasi sia polifasi,
sulla sola linea di alimentazione e le cui cause sono:
 atmosferiche ( fulminazioni, vento, neve, ghiaccio )
 inquinamento salino, nelle zone esposte a venti di mare,
 contatto delle piante con i conduttori di linee aeree,
 scariche provocate da volatili,
 irrigazione a pioggia e fertirrigazione,
 trattamenti dei frutteti con mezzi aerei ( elicottero )
 inquinamento industriale in particolari condizioni atmosferiche
234
235
Sistemi a bassissima tensione

Sistemi elettrici che hanno tensione nominale di sistemi fino a


50 V in corrente alternata e 120 V in corrente continua non
ondulata (c.c.) sia tra conduttori sia verso terra (sistemi di
Categoria 0); essa comprende circuiti SELV, PELV e FELV.

Prescrizioni specifiche per impianti a bassissima tensione


Per gli impianti SELV con tensione non superiore a 25 V c.a. e a 60 V
c.c., è consentita l’esecuzione dei lavori sotto tensione senza precauzioni
contro i contatti diretti; si devono invece prendere le eventuali precauzioni
contro gli effetti dei cortocircuiti in relazione alla potenza della sorgente di
alimentazione.

236
Bassissima tensione di sicurezza (SELV)

Un sistema elettrico di categoria zero è denominato a bassissima tensione di


sicurezza SELV (Safety Extra Low Voltage) quando esso:
a) è alimentato da una sorgente autonoma o di sicurezza;
b) ha una separazione di protezione verso gli altri sistemi elettrici;
c) non ha punti a terra.
L’obiettivo di questi tre requisiti è unico: evitare che il sistema, a bassissima
tensione di sicurezza, assuma accidentalmente tensioni superiori al quelle
nominali.
a) Sorgente autonoma o di sicurezza
La sorgente autonoma può essere costituita da:
 una batteria di pile o accumulatori;
 un piccolo gruppo elettrogeno;
 da un trasformatore di sicurezza;
 da un gruppo generatore – motore, con gli avvolgimenti elettricamente separati
in modo equivalente a quelli del trasformatore di sicurezza.
237
Bassissima tensione di sicurezza (SELV)
l trasformatore di sicurezza è un trasformatore che deve garantire la
separazione tra avvolgimento primario e avvolgimento secondario nelle
condizioni più gravose. Fondamentalmente tramite un doppio isolamento
(Fig 1), oppure, tramite uno schermo metallico connesso a terra (Fig. 2).

238
Bassissima tensione di sicurezza (SELV)

b) Separazione di
protezione verso gli
altri sistemi elettrici
Per separazione di
protezione si intende
un isolamento doppio
o rinforzato, oppure
uno schermo metallico
collegato a terra.

Una separazione equivalente a quella prevista tra primario e secondario del


trasformatore di sicurezza, deve essere realizzata anche tra ogni punto del
circuito a bassissima tensione di sicurezza dove questo coesiste con altri sistemi
elettrici dell’impianto
c) Isolamento a terra
Una volta isolato il circuito a bassissima tensione di sicurezza dagli altri sistemi
elettrici, nei riguardi della messa a terra delle masse si applica lo stesso principio
che ha portato a interdire il collegamento a terra degli apparecchi di classe II.
239
Bassissima tensione di protezione (PELV)

Un sistema a bassissima tensione alimentato da una sorgente di sicurezza e con


una separazione di protezione verso gli altri sistemi elettrici, ma con un punto
collegato a terra (Fig. 3 e 4), prende il nome di bassissima tensione di protezione
e si indica col termine PELV (Protective Extra Low Voltage) .

Le condizioni migliorano se la persona si trova


in area di equipotenzialià 240
…. continua Bassissima tensione di protezione (PELV)

La bassissima tensione di protezione si adatta ai circuiti che


devono avere un punto a terra, a volte per ragioni funzionali, altre
volte per ragioni di sicurezza come accade per i circuiti di
comando. Sicurezza non contro la folgorazione, ma contro il
funzionamento intempestivo provocato da uno o più guasti a
terra.
La PELV non è sicura come la SELV, perché il circuito può
assumere tramite la messa a terra una tensione più grande
della tensione secondaria

241
Bassissima tensione di protezione (FELV)

Se viene a mancare uno qualsiasi


dei tre requisiti per la classificare
un sistema di categoria zero a
bassissima tensione di sicurezza
(vedere SELV), esso assume la
denominazione di sistema a
bassissima tensione funzionale,
ovvero FELV (Functional Extra
Low Voltage) (Fig. 5, 6, 7).

242
D. Lgs 37/2008 Imprese e progettisti
Norme per la sicurezza degli impianti
Regolamento concernente l'attuazione delle disposizioni in materia di
attività di installazione degli impianti all'interno degli edifici.

Imprese esecutrici

Soggetti abilitati all’esecuzione dei lavori


1° Sono abilitate le Imprese regolarmente iscritte alla C.C.I.A.A. oppure le
Imprese Artigiane iscritte all’albo.
2° I requisiti tecnico professionali dell’imprenditore o del suo responsabile tecnico
che può svolgere questa mansione per un’unica impresa e la qualifica è
incompatibile con ogni altra attività continuativa, devono essere:
 laurea in materia tecnica
 diploma e due anni di collaborazione tecnica continuativa nell’ambito
dell’impresa
 diploma do Istituto Professionale e quattro anni di collaborazione
 prestazione lavorativa svolta per almeno tre anni nel settore con qualifica di
operaio installatore specializzato (non si deve considerare il periodo di
apprendistato e quello con qualifica da operaio qualificato) 243
… continua D. Lgs 37/2008 Imprese e progettisti

Realizzazione ed installazione degli impianti

Le imprese realizzano gli impianti secondo la regola dell'arte, in conformita'


alla normativa vigente e sono responsabili della corretta esecuzione degli
stessi.

Dichiarazione di conformità

Al termine dei lavori, previa effettuazione delle verifiche previste dalla


normativa vigente, comprese quelle di funzionalita‘ dell'impianto, l'impresa
installatrice rilascia al committente la dichiarazione di conformita' degli impianti
realizzati nel rispetto delle vigenti norme.

Di tale dichiarazione, resa sulla base dell’apposito modello, fanno parte


integrante la relazione contenente la tipologia dei materiali impiegati, nonche' il
progetto

244
… continua D. Lgs 37/2008 Imprese e progettisti

Progettisti
Per determinate categorie di impianto è obbligatoria la redazione di
un progetto da parte di professionisti iscritti all’albo professionale.

Casi dov’è obbligatoria la progettazione

Indicativamente la progettazione degli impianti è obbligatoria nei seguenti casi:


 Utenza domestica di superficie superiore i 400 mq oppure contenente uno
studio medico.
 Utenze condominiali di uso comune aventi potenza superiore ai 6 KW
 Abitazioni con potenza installata superiore ai 6 KW
 Attività produttive con superficie superiore a 200 mq.
 Impianti di climatizzazione con potenzialità frigorifera superiore alle 40.000
frigorie/ora e/o impianti termici a gas combustibile con portata termica
superiore ai 50 kw oppure con canne fumarie collettive ramificate
 Impianti inseriti in attività soggette al rilascio del certificato di prevenzione
incendi e comunque in funzione del numero degli idranti en degli apparecchi
di rilevamento 245
Elettrocuzione e la sua prevenzione

246
Aspetti elettrici e clinici dell’elettrocuzione

Folgorazione

E’ l’infortunio determinato dal passaggio della corrente


elettrica attraverso il corpo umano quando quest’ultimo viene
a contatto con parti in tensione.

Shock elettrico
La causa è il passaggio della corrente attraverso il corpo e la
conseguenza è lo stato di morte apparente, con arresto del respiro e dei
battiti del cuore, seguito dalla morte reale, qualora non intervenga un
adeguato pronto soccorso entro un tempo di alcuni minuti.

247
Aspetti elettrici e clinici dell’elettrocuzione

Gli effetti dannosi


sul corpo umano

Il passaggio di corrente all’interno del corpo umano


provoca degli effetti dannosi che aumentano in funzione:
 dell’intensità della corrente
 del tempo di esposizione
 del percorso all’interno dell’organismo
 dello stato psicofisico del soggetto colpito
248
Gli effetti principali in ordine di gravità sono:

 TETANIZZAZIONE
 FIBRILLAZIONE CARDIACA
 ARRESTO CARDIO ESPIRATORIO
 USTIONI

249
La tetanizzazione

E’ il fenomeno per cui i muscoli, se attraversati da corrente,


si contraggono.

Se l’ingresso della corrente avviene attraverso una mano la


contrattura dei muscoli puo’ far stringere la mano sull’ elemento
in tensione.
Se la corrente e’ elevata tutti i muscoli vengono interessati al
fenomeno, cio’ puo’ comportare violenti movimenti con possibilità
di infortunio per i traumi conseguenti

250
La fibrillazione cardiaca

Se l’impulso di corrente esterno avviene in concomitanza di una


particolare fase cardiaca il cuore si porta in uno stato di
vibrazione superficiale (fibrillazione) con conseguente arresto
della circolazione del sangue

251
L’arresto respiratorio

La contrazione normale dell’apparato respiratorio (polmoni) e’


provocata da impulsi di corrente elettrica

Il passaggio di una corrente elettrica esterna, andando a sovrapporsi all’


attività elettrica normale puo’ provocare l’arresto respiratorio.

252
Le ustioni
Anche il corpo umano quando viene attraversato da
corrente si riscalda

La quantità di calore sviluppata e’ direttamente


proporzionale alla intensità di corrente che attraversa il
corpo, alla sua resistenza e alla durata del fenomeno.
Si possono verificare ustioni sia superficiali che profonde .
Le ustioni possono essere causate anche da archi elettrici
provenienti da apparecchiature

Gli effetti lesivi della corrente elettrica dipendono dalle sue caratteristiche, in
primo luogo dalla sua intensità, legata alla resistenza che il corpo umano
presenta quando gli si applica una tensione (legge di Ohm), dal tipo (continua o
alternata), dalla durata di applicazione ed al percorso all’interno del corpo
umano.
253
La resistenza del corpo umano
Si riscontrano valori diversi da persona a persona
e per lo stesso individuo, dipende anche dalle
condizioni di salute; varia inoltre a seconda dei
punti dove viene misurata.
Nella tabella sono riportati i valori indicativi di
resistenza de corpo umano RB in funzione della
tensione, per un percorso mano-piedi, che non
sono superati dal 5% della popolazione.

In serie alla resistenza del


corpo umano si deve
aggiungere la resistenza
verso terra REB della persona
che è stata assunta pari
a1000 Ω all’interno degli
edifici e 200 Ω in condizione
pericolose (all’aperto).
254
La frequenza
I valori di frequenza più pericolosi si collocano tra i 30 ed i 150 periodi al
secondo.
L’effetto della corrente continua risulta di 4 volte inferiore rispetto all’alternata.
Per frequenze oltre i 1.000 Hz non si determinano azioni dannose ma solo effetti
termici per la tendenza della corrente ad alta frequenza a passare all’esterno
del corpo (effetto pelle).

Effetti della scarica elettrica


Sotto l’azione della scarica elettrica la vittima è
spesso scagliata a terra con violenza oppure
rimane attaccata al conduttore: l’infortunato
avverte un senso di costrizione profonda, ha la
sensazione di gridare ma non riesce ad emettere
suoni e molto spesso perde la coscienza.

Nel complesso, in funzione dell’intensità della scarica e della sua durata,


segue uno stato di morte apparente che può essere contrastata attraverso
una appropriata respirazione artificiale con massaggio cardiaco. 255
Alterazioni dell’organismo

Il passaggio della corrente elettrica viene percepito come:


 Solletico per valori di corrente modestissimi e pari a circa 0,5 mA.
 Scossa e relativa sensazione violenta e dolorosa per valori da 1 mA fino a
10 mA.
 Tetanizzazione con conseguente contrazione involontaria dei muscoli e
possibilità di “incollamento” del soggetto alla parte in tensione con la quale
è venuto in contatto si ha attorno a valori di corrente
oltre 10 mA.
 Arresto della respirazione e blocco parziale dell’apparato respiratorio con
contrazione tetanica dei muscoli respiratori che paralizza il torace ed i
polmoni e si manifesta per valori di 50 mA.

256
Fibrillazione ventricolare con conseguente blocco cardiaco è il fenomeno più
grave ed irreversibile qualora non intervengano entro breve tempo,
trattamenti appropriati;
Per prolungare il tempo a disposizione risulta efficace la respirazione artificiale
ed il massaggio cardiaco.
Questo stato gravissimo si manifesta per valori di corrente superiori ai 70 mA.
e per durate oltre al minuto.
Ustioni dovute allo sviluppo di calore per effetto Joule o come conseguenza
dell’arco prodotto nei corto circuiti, determinano molto spesso lesioni
gravissime con rilevanti effetti generali.

257
Curva di sicurezza e tensioni non pericolose

TENSIONE TEMPO MASSIMO DI


APPLICATA V. SOPPORTABILITA’
in Sec.
50 5
75 1
90 0,5
110 0,2
150 0,1
220 0.05
1- nessuna percezione 2- nessun effetto 280 0,03
3- effetti reversibili 4- effetti irreversibili

I valori limite dell’intensità della tensione applicata al corpo umano in funzione


del tempo, sono riportati in una tabella che determina una curva di sicurezza
utile al tecnico per lo studio dei sistemi di protezione e delle misure di
sicurezza.
258
PRIMO SOCCORSO

Soccorsi da prestare nel caso di infortunio elettrico

In caso d’infortunio elettrico è indispensabile comportarsi come segue:


 interrompere l’alimentazione dell’impianto se l’infortunato è ancora in
contatto con i circuiti elettrici;
 fare distendere subito l’infortunato;
 controllare la respirazione e il battito cardiaco;
 sistemare l’infortunato sulla disposizione di fianco se è svenuto e
respira;
 coprire le eventuali ustioni con materiale asettico;
 praticare immediatamente la rianimazione nel caso di assenza di
respirazione e/o battito cardiaco.

Il trasporto presso il luogo di cura dovrà essere effettuato con la


massima urgenza e cautela.
259
Verifica delle condizioni dell’infortunato

Per rendersi conto delle condizioni dell’infortunato e quindi


comportarsi di conseguenza, occorre ricercare 4 sintomi
fondamentali:
 Stato di incoscienza
 Immobilità del torace, che indica l’arresto respiratorio
 Mancanza delle pulsazioni arteriose ai lati del collo o sul polso
 Dilatazione delle pupille conseguente all’arresto cardiaco e alla
circolazione sanguigna

260
Importante

Il soccorritore deve sempre ricordare che in caso di arresto


cardiorespiratorio per oltre tre quattro minuti, va incontro a gravi
alterazioni irreversibili le quali possono determinare gravi menomazioni

La tecnica della rianimazione, nel caso in cui sono presenti solo lo stato di
incoscienza e l’immobilità del torace, consiste nel:
 Ripristino del passaggio dell’aria nelle vie respiratorie
 Respirazione artificiale bocca a bocca

261
Arresto respiratorio

Per ripristinare il passaggio dell’aria è necessario:


 Applicare una mano sotto la nuca dell’infortunato
 Premere con l’altra mano sulla nuca dell’infortunato fino a provocare una estensione
posteriore della testa
Con queste manovre si garantisce l’apertura delle vie aeree superiori, eliminando così
l’ostacolo, a questo livello, rappresentato dalla base delle lingua e dall’abbassamento
della mandibola.
Un arresto respiratorio porterà rapidamente a un arresto cardiaco.

vie aeree
chiuse

vie aeree
aperte

262
Respirazione bocca a bocca
Mantenendo la testa dell’infortunato nella posizione di estensione
posteriore:
 Inspirare profondamente
 Applicare la propria bocca a quella dell’infortunato
 Chiudere le narici dell’infortunato stringendole con le dita della mano
che sta premendo sulla fronte
 Insufflare con energia e brevemente con il ritmo del proprio respiro
(12-14 atti respiratori al minuto).

Durante l’insufflazione è indispensabile


tenere chiuse le narici dell’infortunato,
stringendole con le due dita della
mano che sta premendo sulla fronte.

263
Arresto cardiocircolatorio

Nel caso di assenza di pulsazioni, rilevabile mediante lieve pressione


esercitata sul collo o sul polso, e la dilatazione delle pupille, alla
respirazione artificiale va associato il massaggio cardiaco esterno.

Per un’efficace rianimazione, è necessario che il massaggio cardiaco


sia abbinato alla respirazione artificiale; un massaggio cardiaco
isolato, senza contemporanea respirazione, è inutile.
Dopo 3 o 4 minuti dall'arresto cardiaco i neuroni e il cervello, molto
sensibili alla carenza di ossigeno che non viene più pompato dal cuore
attraverso il sangue, cominciano una irreversibile distruzione.
264
Massaggio cardiaco esterno

La tecnica consiste nel distendere l’infortunato supino sul terreno, e


nell’eseguire compressioni ritmiche sulla metà inferiore dello sterno
Applicare in tale zona la parte più sporgente del palmo di una mano,
appoggiare l’altra mano sul dorso della prima, esercitare compressioni a
braccia estese con una forza sufficiente a determinare un abbassamento
dello sterno di circa quattro centimetri.
Se vi è un solo soccorritore egli farà due-tre insufflazioni consecutive
alternate a 15 compressioni toraciche (o altre tecniche)

265
Nel caso di due soccorritori, uno effettuerà le insufflazioni, l’altro le
compressioni in rapporto di una insufflazione ogni cinque
compressioni (altre tecniche: due insufflazioni ogni 15
compressioni; 2 insufflazioni 30 compressioni; altre)

266

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