Con la Direttiva Macchine 2006/42/CE e le norme ad essa correlate, l'Unione Europea ha istituito
un quadro giuridico vincolante per la realizzazione di macchinari e impianti. Tale quadro normativo
è riconosciuto e accettato anche nei mercati esterni all'UE come riferimento per la sicurezza delle
macchine. La direttiva contiene, fra l'altro, indicazioni sulla progettazione dei cosiddetti ripari
mobili, che è il termine giuridico utilizzato per indicare le porte di protezione.
Il controllo della posizione dei ripari mobili è descritto dettagliatamente nella norma ISO 14119:
"Sicurezza del macchinario – Dispositivi di interblocco associati ai ripari – Principi di progettazione
e di scelta" (versione tedesca: DIN EN ISO 14119:2013). Questa nuova norma sostituisce la
precedente EN 1088 ed è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Commissione Europea
l'11 aprile come norma armonizzata ai sensi della Direttiva Macchine. Trattandosi di una norma
ISO, è valida a livello mondiale, quindi anche al di fuori dell'Unione Europea.
Poiché il periodo di transizione per l'entrata in vigore della nuova norma termina il 30.4.2015, già
oggi è necessario tenere conto della norma nella progettazione di nuovi macchinari e impianti.
Questa brochure si propone di fornire aiuto ai costruttori di macchinari e impianti nella progettazione
conforme dei ripari mobili secondo la norma ISO 14119 e le ulteriori norme applicabili.
La brochure contiene al centro un poster, che fornisce, sotto forma di diagramma di flusso, una
panoramica dei principi per una corretta progettazione tecnica dei dispositivi di protezione e
dell'intero processo di scelta e progettazione conforme dei dispositivi di protezione.
La presente brochure fornisce spiegazioni sul poster allegato e informazioni dettagliate sui singoli
passi illustrati nel diagramma di flusso. Nel poster sono riportati i numeri di pagina che descrivono
il rispettivo passo del processo.
Il contenuto della presente brochure rispecchia l'interpretazione del Gruppo Schmersal e si basa,
fra l'altro, sulla collaborazione con il Deutsches Institut für Normung e. V. (DIN), Comitato di
normazione NA 095 Principi di sicurezza tecnica nonché "ripari, misure di sicurezza e dispositivi
di interblocco". La lettura della brochure non esime, tuttavia, dallo studio e dall'interpretazione
autonoma della norma.
2
Sommario
3
1. L
a valutazione dei rischi
■ La Direttiva Macchine e, quindi, la legge (in Germania, la nona ordinanza relativa alla
ISO 12100:
Legge sulla sicurezza dei prodotti) impone ad ogni costruttore di macchinari l'esecuzione
Valutazione
dei rischi di una valutazione dei rischi.
■ La valutazione dei rischi è costituita dall'identificazione dei pericoli e dalla stima e
analisi dei rischi
■ La valutazione dei rischi prende in considerazione l'intero ciclo di vita e tutte le modalità
operative della macchina
■ Per indicazioni sull'esecuzione di una valutazione dei rischi, si rimanda alla norma
ISO 12100.
■ Solo dopo l'esecuzione della valutazione dei rischi il costruttore della macchina è
consapevole dei punti nei quali sussistano rischi di lesioni e se per tali rischi debbano
essere adottate delle contromisure.
4
2. Sicurezza intrinseca
I movimenti pericolosi si Le forze che si sviluppano Lo sviluppo delle forze che Le parti della macchina
arrestano ad una distanza nel punto di pericolo ven- potrebbero causare lesioni appositamente concepite
che non causa la deforma- gono contenute affidabil- viene interrotto in modo per essere elastiche assor-
zione degli arti mente entro valori tali da affidabile prima del raggiun- bono la maggior parte dell'
non arrecare danni fisici gimento dei valori limite energia di deformazione
■ Come rappresentato nella figura tratta dalla norma ISO 12100, i rischi vanno dapprima
eliminati con misure costruttive (= sicurezza intrinseca); vedere ISO 12100, paragrafo 3.20.
■ Per sicurezza intrinseca si intende l'eliminazione dei rischi mediante misure di tipo costruttivo.
■ Se i rischi rilevati non sono eliminabili con misure costruttive o non possono essere ridotti in
misura accettabile, vanno adottate delle misure di protezione tecnica, ad esempio dispositivi
di protezione optoelettronici, dispositivi di protezione tattili, comando a due mani (posizione
obbligatoria), ecc.. Vedere a tale riguardo anche la norma ISO 12100, paragrafo 3.21.
■ Una misura di sicurezza di questo tipo può essere, ad esempio, anche un riparo mobile
(porta di sicurezza). La presente brochure descrive tale eventualità.
5
4. Definizione della funzione di sicurezza
■ La tabella 8 della norma ISO 13849-1 definisce le funzioni di sicurezza che assicurano che
il rischio riconosciuto venga ridotto al minimo. Vedere a tale riguardo anche la ISO 12100,
paragrafo 3.30.
■ Nella realizzazione della funzione di sicurezza va considerata l'intera catena di sicurezza,
dai sensori (Input, nel nostro caso il dispositivo di interblocco), all'elaborazione (Logica)
fino agli attuatori (Output).
ISO 13849-1:
Funzione
I nput Logic Output
di sicurezza
ad esempio:
...oppure...
...o altri
6
Con l'ausilio dei grafici dei rischi tratti dalla ISO 13849-1, Allegato A, è possibile calcolare il
Performance Level richiesto (=PLr) per una determinata funzione di sicurezza.
Performance
Level S Gravità della lesione
Rischio richiesto S1 lieve (lesione generalmente reversibile)
basso PLr S2 seria (lesione generalmente irreversibile,
compresa la morte)
P1 a
F Frequenza e/o durata
F1
P2 dell'esposizione al pericolo
S1 b
P1 F1 da rara a poco frequente e/o con tempo
F2 P2 c breve di esposizione al pericolo
P1
F1 F2 da frequente a continua e/o con tempo
P2 d
S2 P1 lungo di esposizione al pericolo
F2 P Possibilità di evitare il pericolo o
P2 e
Punto di partenza limitazione del danno
per la valutazione della Rischio P1 possibile in determinate condizioni
riduzione del rischio elevato P2 quasi impossibile
7
5. Progettazione del circuito di sicurezza
La progettazione va effettuata in conformità ai requisiti del PLr (vedere ISO 13849-1, capitolo 6).
Vanno pertanto soddisfatti i requisiti in materia di:
Riconoscimento
Segnale di Segnale Segnale
I L O
cortocircuiti
ingresso di uscita di uscita
Monitoraggio
Monitoraggio
I L O Secondo
circuito di
ISO 13849-1: disinserzione
Monitoraggio
Architettura TE OTE I2 L2 O2
di sicurezza o circuito di Segnale di Segnale
segnalazione ingresso di uscita
■ durata prevista dei componenti utilizzati fino alla comparsa del primo guasto pericoloso:
MTTFd (o B10d)
■ copertura diagnostica, ossia la capacità di riconoscimento dei guasti pericolosi: DCavg
■ misure per la prevenzione del guasto per causa comune: CCF
8
6. Ripari mobili
La progettazione meccanica del riparo è descritta anche nei requisiti delle seguenti norme:
Avvio
Fine
Al capitolo 9, la norma ISO 13855 fornisce indicazioni per calcolare se l'inerzia dell'intero
sistema ≥ tempo di accesso con gli arti superiori/inferiori.
ISO 13855:
■Q
ui viene calcolata la distanza di sicurezza dal punto di pericolo dietro la porta di protezione Velocità di accesso
in base ad una velocità di accesso con gli arti inferiori di 1600 mm/s o di accesso con gli arti con arti superiori/
superiori di 2000 mm/s. inferiori
■L
a distanza di sicurezza dipende anche dalle dimensioni delle parti del corpo che hanno
accesso al punto di pericolo aprendo la porta di protezione. Per tale motivo, nel calcolo del
tempo di inerzia va considerata anche la norma ISO 13857.
9
8. Analisi degli incentivi alla manipolazione
Un'indagine ha dimostrato che gli infortuni sono spesso dovuti alla manipolazione dei ripari.
Per tale motivo, la norma ISO 14119 si concentra sulla prevenzione della manipolazione dei
dispositivi di interblocco.
Per evitare tale evenienza, la norma propone una determinata procedura sotto forma di
diagramma di flusso:
Avvio
Possibilità di eliminazione o
riduzione al minimo degli incentivi
all'elusione dei dispositivi di
interblocco (vedere 7.1c)
no sì
no
Eliminazione o riduzione al
Necessaria l'applicazione di
minimo dell'incentivo all'elu-
misure contro l'"elusione in
sione mediante l'applicazione
un modo ragionevolmente
di misure di progettazione
prevedibile" secondo la
o l'esecuzione di modalità
tabella 3 (vedere 7.1c)
operative alternative
(vedere 7.1c)
Fine
Scopo della procedura è riconoscere gli incentivi alla manipolazione ed eliminarli o ridurli. In
assenza di incentivi alla manipolazione, non è necessario intraprendere alcuna misura.
La norma ISO 14119 assiste il costruttore anche nel rilevamento degli incentivi alla
manipolazione. A tale scopo, propone una matrice in cui inserire sia le attività da eseguire alla
macchina, sia le riflessioni/domande sulla semplificazione dello svolgimento delle attività a
seguito di manipolazione.
10
In questo modo, si vedrà immediatamente in quale punto e durante quale attività o in che modo
operativo è presente il rischio di manipolazione:
Attività
Attività ammesse per questi modi operativi?
Maggiore precisioneb
Migliore visibilitàb
Modo operativo 1a
MIgliore udibilitàb
Messa in servizio
Test di programma/Ciclo di prova
Installazione/regolazione/modifica/
preparazione
Lavorazione
Accesso con le mani per la
rimozione di trucioli
Sostituzione manuale del pezzo
in lavorazione
Accesso con le mani per la
risoluzione dei guasti
Controllo/prelievo di campioni
casuali
Accesso con le mani per misura
zioni/regolazioni di precisione
Sostituzione manuale dell'utensile
Manutenzione ordinaria/periodica
Risoluzione dei problemi della
macchina
Pulizia, ad es. rimozione di trucioli
11
B
Zona
di pericolo
principale
C D
Qualora si accerti che sono presenti incentivi alla manipolazione, è necessario dapprima
eliminarli mediante misure costruttive, vedere la norma ISO 14119, paragrafo 7.1 c.
Esempi di misure di tipo costruttivo:
A) Ergonomia:
- Regolazione in altezza del pannello di comando
- Disposizione e configurazione del display e degli elementi di comando
- Posizione dell'interruttore di arresto di emergenza
- Possibilità di osservazione della zona di funzionamento
- Dimensioni e posizione delle maniglie
- Forze manuali per lo spostamento
B) F
inestra di ispezione:
Struttura del vetro: le lastre in policarbonato devono essere protette internamente da agenti
chimici ed abrasivi con una lastra di vetro di sicurezza ed esternamente da una lastra in
plastica antischeggia o da una pellicola raccogli-schegge.
Fissaggio del vetro: il fissaggio deve assorbire elevate forze di reazione da impatto,
essere altamente elastico e al contempo sigillare a tenuta le superfici frontali delle lastre in
policarbonato per proteggerle da aggressioni chimiche.
C) C
alotta di protezione:
Struttura della calotta: in caso di struttura a sandwich, il rivestimento interno deve essere
estremamente elastico, mentre il rivestimento esterno deve essere estremamente resistente
e dotato di struttura rigida.
Bordo di chiusura principale: nelle porte di protezione motorizzate, l'energia cinetica e la
velocità durante la chiusura devono essere limitate in misura tale che nel bordo di chiusura
principale non sussistano punti di schiacciamento pericolosi. La forza di chiusura attiva non
deve superare i 150 N.
Fissaggio della calotta: guida mediante rulli su guide di scorrimento ad accoppiamento
geometrico. I profili a C evitano lo sbalzo della calotta in caso di incidente. La parte inferiore
della calotta va realizzata in modo che non possano fuoriuscire all'esterno trucioli o
lubrorefrigerante.
D) S
istemi di comando:
Sicurezza durante il funzionamento: esecuzione affidabile delle funzioni di sicurezza entro
un determinato intervallo mediante parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza
Sicurezza antimanipolazione: elementi di interblocco montati con viti antisvitamento in modo
da renderli inaccessibili. Concetto di sicurezza adeguato alle attività in tutte le fasi di vita della
macchina.
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Principi e misure
Dispositivi di interblocco di tipo 2 e 4 con livello
ISO 14119:
Tabella 3
vedere Nota 2)
13
Al capitolo 5 della norma ISO 14119 sono descritti i requisiti generali per il montaggio e il fissaggio
dei dispositivi di interblocco che devono essere rispettati indipendentemente dalle misure descritte
sopra alla tabella 3:
ISO 14119:
Capitolo 5.2, Disposizione e fissaggio degli interruttori di posizione
Fissaggio
Gli interruttori di posizione vanno disposti in modo da essere sufficientemente assicurati contro
la modifica della loro posizione. A tale scopo, vanno osservati i seguenti requisiti:
■ Gli elementi di fissaggio degli interruttori di posizione devono essere affidabili e deve
essere necessario utilizzare un utensile per allentarli.
■ Gli interruttori di posizione di tipo 1 devono essere dotati di misure che garantiscano
il fissaggio duraturo in posizione dopo la regolazione (ad es. mediante perni o spine
di riferimento).
■ Deve essere garantita la possibilità di accesso agli interruttori di posizione per la
manutenzione e il controllo del corretto funzionamento. Nella progettazione delle
possibilità di accesso va considerato anche come evitare l'elusione in un modo
ragionevolmente prevedibile.
■ Va evitato l'autoallentamento.
■ Va evitata l'elusione dell'interruttore di posizione in un modo ragionevolmente prevedibile
(vedere paragrafo 7).
■ L'interruttore di posizione va disposto e, se possibile, protetto, in modo da evitare danni
dovuti ad influssi esterni prevedibili.
■ Il movimento richiamato dall'azionamento meccanico o la distanza dal sistema di
azionamento di un interruttore di posizione senza contatto deve rimanere entro l'ambito
di azionamento indicato dal produttore dell'interruttore o del sistema di azionamento al
fine di garantire il funzionamento regolare e/o evitarne il superamento.
■ Un interruttore di posizione non può fungere da arresto meccanico, a meno che ciò non
corrisponda all'uso conforme dell'interruttore di posizione specificato dal produttore.
■ Gli errori di allineamento del riparo mobile che creino un'apertura prima della variazione
di stato dell'interruttore di posizione non devono pregiudicare l'efficacia del riparo mobile
(in termini di accesso alle zone di pericolo, vedere norma ISO 13855 e ISO 13857).
■ L'appoggio e il fissaggio degli interruttori di posizione devono essere sufficientemente
stabili per preservare il funzionamento regolare degli interruttori di posizione.
Gli azionatori vanno fissati in modo da ridurre al minimo la possibilità di allentarsi o la possibilità
di una modifica della posizione conforme rispetto al sistema di azionamento per tutta la durata
prevista.
■G li elementi di fissaggio degli azionatori devono essere affidabili e deve essere necessario
utilizzare un utensile per allentarli.
■ Va evitato l'autoallentamento.
■L 'azionatore va disposto e, se possibile, protetto, in modo da evitare danni dovuti ad influssi
esterni prevedibili.
■U n azionatore non può fungere da arresto meccanico, a meno che ciò non corrisponda
all'uso conforme dell'azionatore specificato dal produttore.
■L 'appoggio e il fissaggio degli azionatori devono essere sufficientemente stabili per
preservare il funzionamento regolare degli azionatori.
14
In base alla procedura precedentemente descritta e all'obiettivo di protezione della norma si
desume, a nostro avviso, che un interruttore di posizione può essere fissato con viti di tipo
normale solo nel caso in cui non siano presenti incentivi alla manipolazione della macchina
e il cacciavite non sia fra i comuni utensili di lavoro.
In questo caso, il livello di codifica non è rilevante. Nei tipi di costruzione bisogna innanzi tutto
capire se il dispositivo di interblocco è codificato o meno.
Questa definizione non dipende dalla funzione di ritenuta del dispositivo di interblocco.
15
10. Scelta del prodotto
La scelta del prodotto più adatto dipende naturalmente dalle reali condizioni di applicazione
e impiego, come ad es.:
■ Temperatura
■ Umidità
■ Sporco
■ Shock/vibrazioni
■ Atmosfera esplosiva
■ Forze di ritenuta necessarie
Negli Allegati A-F della norma sono riportati ulteriori dettagli e indicazioni d'uso sui singoli tipi
di costruzione.
La scelta del prodotto dipende anche dal PLr da raggiungere (vedere sopra, pagina 7).
ISO 14119 / Le norme ISO 14119 e ISO 13849-2 prescrivono la ridondanza degli interruttori di tipo 1 o 2
ISO 13849-2: se il PLr da raggiungere = PL e (vedere ISO 14119 paragrafo 8.2 e ISO 13849-2, tabella D.8).
Ridondanza
1121 1222
1121 1222
IEC 60947-5-3:
Norma di
prodotto sensori
di sicurezza
Se la scelta ricade su un sensore di sicurezza (di tipo 3 o 4), con cui è già possibile ottenere un PL
e con un unico sensore anziché due, come descritto sopra, è necessario controllare che questo
soddisfi i requisiti della norma sui prodotti IEC 60947-5-3 (vedere ISO 14119 paragrafo 5.4).
16
(3) GY S11 S12 PK (4)
(1) GN S21 S22 YE (2)
(5) WH S31 S32 BN (6)
Se, in base al tempo di inerzia descritto sopra, si rende necessario un dispositivo di interblocco
dotato di ritenuta, osservare in particolare l'Allegato I della norma, che fornisce indicazioni sulle
forze statiche massime ammissibili attive sui dispositivi di interblocco con ritenuta. Trattandosi di
un allegato di tipo informativo con un elenco esemplificativo, va inteso come semplice riferimento
di massima sull'entità (ossia l'ordine di grandezza) delle forze. La norma non può e non intende
prescrivere le forze di ritenuta effettivamente necessarie in un'applicazione reale. In questo caso
ci si deve rivolgere al costruttore del macchinario o consultare una norma di tipo C (vedere a tale
riguardo anche il capitolo 6.2.2 Osservazione 2).
Tali tipi di sblocco sono definiti nella norma ISO 14119 paragrafo da 3.25 a 3.27:
17
11. Corrente di lavoro / Corrente di riposo
A seconda che si debba applicare energia per la chiusura o lo sblocco della porta di protezione,
si distingue fra
Per ragioni di sicurezza tecnica, è preferibile il principio della corrente di riposo. Sulla base di
un'apposita valutazione dei rischi è possibile tuttavia applicare anche il principio della corrente
di lavoro. Conseguentemente, si utilizzano spesso ritenute con principio della corrente di riposo
per la protezione delle persone e ritenute con principio della corrente di lavoro per la cosiddetta
protezione del processo (vedere a tale scopo anche il paragrafo capitolo 3.28 e il paragrafo 3.29)
A)
Energia ON
Sbloccato
sbloccato
Energia ON Mantenuto
azionato chiuso
B)
Sbloccato con
Sbloccato
forza elastica
Energia ON Mantenuto
azionato chiuso
C)
Energia ON
Sbloccato
sbloccato
D) Energia ON Mantenuto
azionato chiuso
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12. Esclusione dei guasti
Nella tecnica di sicurezza bisogna garantire il corretto funzionamento della catena di sicurezza.
Per tale motivo, è indispensabile escludere i possibili guasti che si presentano e che possono
causare la perdita della sicurezza.
La norma principale che si occupa dei possibili guasti nei componenti di una catena di sicurezza
è la ISO 13849-2.
Negli allegati sono descritti in forma tabellare i possibili guasti e i possibili modi per escluderli
applicando una determinata tecnica. Ad esempio, è possibile escludere la mancata apertura di
un contatto elettromeccanico utilizzando un interruttore con contatti ad apertura forzata.
ISO 13849-2:
È pertanto necessario studiare le tabelle pertinenti della norma (in particolare l'Allegato D: Esclusione
Strumenti di validazione per sistemi elettrici) e documentare i possibili modi per escludere i guasti. dei guasti
19
13. Verifica
ISO 13849-1:
Struttura = Categoria 3 DC = 99% Struttura = Categoria 4
Verifica B10d = 2.000.000 (ISO 13849-1) CCF = 80 punti B10d = 2.000.000 (ISO 13849-1)
F = 1/h PFHd = 5,0x109/h F = 1/h
MTTFd = 2.283 a MTTFd = 2.283 a
MTTFd > 100 a = alto MTTFd > 100 a = alto
DC = 90% = basso DC = 60% = basso
CCF = 80 punti > 65 CCF = 80 punti > 65
PL d + PL e + PL e
Questi calcoli possono essere eseguiti anche gratuitamente al PC con il software SISTEMA
fornito gratuitamente dalla BIA (Berufsgenossenschaft für industriellen Anwendungen,
Associazione di categoria per le applicazioni industriali).
Il software può essere già scaricato alla pagina: http://sistema-en.schmersal.net
Molti produttori di componenti di sicurezza mettono a disposizione i dati dei propri prodotti
nelle cosiddette biblioteche SISTEMA.
La biblioteca Schmersal è disponibile alla pagina: www.schmersal.net
20
14. Validazione
Nonostante la cura profusa, si consiglia un controllo finale di tutte le condizioni generali e dei
parametri, vedere ISO 13849-1, figura 3. La norma ISO 13849-2 descrive come si esegue la
validazione. La procedura è rappresentata come segue:
Specifiche delle no
L'analisi è Verifica
funzioni di sicurezza sufficiente?
Funzioni di sicurezza
PL e categorie: sì
• Definizione della sì
no Verifica superata?
categoria
Categoria 2, 3, 4
• MTTF, DC, CCF
• Guasti sistematici
• Software sì
no
• Verifica del PL per
SRP/CS
• Combinazione di Controllo delle funzioni di Modifiche nella
SRP/CS sicurezza in condizioni di guasto progettazione
Requisiti ambientali
Specifiche tecniche/
informazioni utente
no
Sono state validate tutte le
funzioni di sicurezza?
sì
Fine
21
Non si tratta solo di eseguire un'analisi teorica ma, a seconda della complessità della macchina,
anche un controllo pratico della funzione di sicurezza.
Per il controllo pratico di un circuito di sicurezza a due canali è utile, ad esempio, scollegare
appositamente un canale per testare la reazione del sistema.
Ciò avviene in due diversi modi: sulla porta di protezione stessa e nel manuale d'uso della
macchina.
Va tuttavia ricordato nuovamente che si tratta di un'ultima possibilità di riduzione del rischio,
a cui ricorrere una volta esaurite le opzioni offerte dalla costruzione a sicurezza intrinseca
(vedere pagina 5 della presente brochure) e dalle misure tecniche di protezione (ossia
l'interblocco della porta di protezione).
ISO 12100:
Manuale IEC 82079-1 La norma ISO 12100, paragrafo 6.4, e la norma IEC 82079-1 forniscono indicazioni sulla
d'istruzioni redazione di un manuale d'istruzioni conforme.
22
16. Elenco delle norme
Direttiva 2006/42/CE irettiva Macchine del Parlamento Europeo e del Consiglio del
D
17 maggio 2006 relativa alle macchine che modifica la Direttiva 95/16/CE
Infine, auspichiamo di aver contribuito, con questa brochure, a fornire indicazioni utili per la
progettazione conforme dei dispositivi di protezione. Il contenuto della brochure e del poster
è stato redatto secondo scienza e coscienza, tuttavia non si assume alcuna responsabilità a
riguardo. Segnaliamo inoltre che il processo di normazione a livello europeo e internazionale è
in costante evoluzione al fine di tenere il passo con lo sviluppo tecnico e adeguare, ad esempio,
norme e direttive alle nuove tecnologie.
Siamo lieti di ricevere domande o suggerimenti. Per ulteriori informazioni, si rimanda al nostro
programma di formazione e iniziative aggiornato, visibile alla pagina www.tecnicum.schmersal.com.
I nostri collaboratori sono a disposizione per ulteriori informazioni.
23
Il Gruppo Schmersal
Il Gruppo Schmersal, sotto la guida della proprietà, è da anni impegnato con i propri prodotti sul
fronte della sicurezza sul posto di lavoro. Il nostro programma di sistemi di commutazione di sicu-
rezza e di soluzioni per la protezione dell‘uomo e della macchina è il più vasto al mondo ed include
svariati dispositivi di commutazione meccanici e ad azionamento senza contatto. Con oltre 1.500
dipendenti in 50 paesi, il Gruppo Schmersal sviluppa soluzioni di sicurezza a prova di futuro, lavo-
rando in stretta collaborazione con i propri clienti, per rendere il mondo un poco più sicuro.
Motivati dalla visione di un mondo del lavoro sicuro, gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo del
Gruppo Schmersal progettano continuamente nuovi dispositivi e sistemi per le diverse situazioni
applicative ed esigenze dei vari settori. Nuovi concetti di sicurezza richiedono nuove soluzioni di
sistema ed occorre integrare principi di rilevamento innovativi e nuove modalità di trasmissione ed
elaborazione delle informazioni. Infine, anche il corpo di norme e direttive in continua evoluzione
sulla sicurezza delle macchine determina un cambiamento di pensiero e di approccio presso i
costruttori e gli utilizzatori di macchine e impianti.
Queste sono le sfide che il Gruppo Schmersal è pronto ad affrontare, oggi e in futuro, in qualità di
partner dei costruttori di macchine e impianti.
Automazione
■ Rilevamento di posizione
■ Dispositivi di comando e segnalazione
www.schmersal.com
*103008193#
2.000 / L+W / 09.2014 / Teile-Nr. 103008193 / IT / Ausgabe 01
Progettazione di ripari secondo la norma ISO 14119
Nella nostra brochure "Progettazione di ripari" sono riportate ulteriori informazioni alle pagine indicate.
Disclaimer: non costituisce alcuna garanzia di completezza. Interpretazione di K.A. Schmersal GmbH & Co. KG. Non sostituisce la lettura delle norme applicabili.