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Progettazione di ripari

Secondo la norma ISO 14119


Introduzione

Con la Direttiva Macchine 2006/42/CE e le norme ad essa correlate, l'Unione Europea ha istituito
un quadro giuridico vincolante per la realizzazione di macchinari e impianti. Tale quadro normativo
è riconosciuto e accettato anche nei mercati esterni all'UE come riferimento per la sicurezza delle
macchine. La direttiva contiene, fra l'altro, indicazioni sulla progettazione dei cosiddetti ripari
mobili, che è il termine giuridico utilizzato per indicare le porte di protezione.

Il controllo della posizione dei ripari mobili è descritto dettagliatamente nella norma ISO 14119:
"Sicurezza del macchinario – Dispositivi di interblocco associati ai ripari – Principi di progettazione
e di scelta" (versione tedesca: DIN EN ISO 14119:2013). Questa nuova norma sostituisce la
precedente EN 1088 ed è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale della Commissione Europea
l'11 aprile come norma armonizzata ai sensi della Direttiva Macchine. Trattandosi di una norma
ISO, è valida a livello mondiale, quindi anche al di fuori dell'Unione Europea.

Poiché il periodo di transizione per l'entrata in vigore della nuova norma termina il 30.4.2015, già
oggi è necessario tenere conto della norma nella progettazione di nuovi macchinari e impianti.

Questa brochure si propone di fornire aiuto ai costruttori di macchinari e impianti nella progettazione
conforme dei ripari mobili secondo la norma ISO 14119 e le ulteriori norme applicabili.

La brochure contiene al centro un poster, che fornisce, sotto forma di diagramma di flusso, una
panoramica dei principi per una corretta progettazione tecnica dei dispositivi di protezione e
dell'intero processo di scelta e progettazione conforme dei dispositivi di protezione.

La presente brochure fornisce spiegazioni sul poster allegato e informazioni dettagliate sui singoli
passi illustrati nel diagramma di flusso. Nel poster sono riportati i numeri di pagina che descrivono
il rispettivo passo del processo.

Il contenuto della presente brochure rispecchia l'interpretazione del Gruppo Schmersal e si basa,
fra l'altro, sulla collaborazione con il Deutsches Institut für Normung e. V. (DIN), Comitato di
normazione NA 095 Principi di sicurezza tecnica nonché "ripari, misure di sicurezza e dispositivi
di interblocco". La lettura della brochure non esime, tuttavia, dallo studio e dall'interpretazione
autonoma della norma.

Osservazione preliminare sulla terminologia: l'espressione "dispositivo di interblocco", utilizzata


nella norma come sinonimo di "dispositivo di commutazione di sicurezza" risulta spesso
fuorviante, poiché in genere con il termine di "dispositivo di interblocco" si intende un elemento
che tiene chiusa la porta, la chiude a chiave e/o la blocca. Dal punto di vista normativo, tuttavia,
questo componente è definito "dispositivo di interblocco con blocco". I dispositivi di interblocco,
invece, svolgono, ai sensi della norma, solo la funzione di controllo della posizione (aperta/
chiusa) della porta di protezione. Tale compito può essere svolto da interruttori di sicurezza
elettromeccanici o da sensori di sicurezza senza contatto.

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Sommario

Introduzione ________________________________________________________ pagina 02

1. Valutazione dei rischi _______________________________________________ pagina 04


2. Sicurezza intrinseca ________________________________________________ pagina 05
3. Misure tecniche di protezione _________________________________________ pagina 05
4. Definizione della funzione di sicurezza__________________________________ pagina 06
5. Progettazione del circuito di sicurezza__________________________________ pagina 08
6. Ripari mobili ______________________________________________________ pagina 09
7. Selezione del principio di interblocco ___________________________________ pagina 09
8. Analisi degli incentivi alla manipolazione ________________________________ pagina 10
9. Dispositivi di interblocco con e senza ritenuta ____________________________ pagina 15
10. Selezione del prodotto______________________________________________ pagina 16
11. Dispositivi di interblocco con ritenuta
con principio di corrente di lavoro o di riposo ____________________________ pagina 18
12. Esclusione dei guasti secondo ISO 13849-2 ____________________________ pagina 19
13. Verifica _________________________________________________________ pagina 20
14. Validazione ______________________________________________________ pagina 21
15. Informazioni per l'utente ____________________________________________ pagina 22
16. Elenco delle norme ________________________________________________ pagina 23

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1. L
 a valutazione dei rischi

Valutazione dei rischi


(basata sulle limitazioni definite e sull'
uso conforme della macchina)
Dati dell'utente Rischio

Misure di protezione a cura del


costruttore:

Passo 1: Costruzione con sicurezza intrinseca

Passo 2: Misure tecniche di protezione e


misure di protezione integrative
Dati del
costruttore
Passo 3: Informazioni per l'utente Rischio residuo
• Sulla macchina dopo le misure
- avvisi: segnali adottate dal
- apparecchi di avvertimento costruttore
• Nel manuale utente

■ La Direttiva Macchine e, quindi, la legge (in Germania, la nona ordinanza relativa alla
ISO 12100:
Legge sulla sicurezza dei prodotti) impone ad ogni costruttore di macchinari l'esecuzione
Valutazione
dei rischi di una valutazione dei rischi.
■ La valutazione dei rischi è costituita dall'identificazione dei pericoli e dalla stima e
analisi dei rischi
■ La valutazione dei rischi prende in considerazione l'intero ciclo di vita e tutte le modalità
operative della macchina
■ Per indicazioni sull'esecuzione di una valutazione dei rischi, si rimanda alla norma
ISO 12100.
■ Solo dopo l'esecuzione della valutazione dei rischi il costruttore della macchina è
consapevole dei punti nei quali sussistano rischi di lesioni e se per tali rischi debbano
essere adottate delle contromisure.

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2. Sicurezza intrinseca

Distanze minime Limitazione dell'energia Interruzione del flusso Deformazione elastica


attiva di forza

I movimenti pericolosi si Le forze che si sviluppano Lo sviluppo delle forze che Le parti della macchina
arrestano ad una distanza nel punto di pericolo ven- potrebbero causare lesioni appositamente concepite
che non causa la deforma- gono contenute affidabil- viene interrotto in modo per essere elastiche assor-
zione degli arti mente entro valori tali da affidabile prima del raggiun- bono la maggior parte dell'
non arrecare danni fisici gimento dei valori limite energia di deformazione

■ Come rappresentato nella figura tratta dalla norma ISO 12100, i rischi vanno dapprima
eliminati con misure costruttive (= sicurezza intrinseca); vedere ISO 12100, paragrafo 3.20.
■ Per sicurezza intrinseca si intende l'eliminazione dei rischi mediante misure di tipo costruttivo.

3. Misure tecniche di protezione

■ Se i rischi rilevati non sono eliminabili con misure costruttive o non possono essere ridotti in
misura accettabile, vanno adottate delle misure di protezione tecnica, ad esempio dispositivi
di protezione optoelettronici, dispositivi di protezione tattili, comando a due mani (posizione
obbligatoria), ecc.. Vedere a tale riguardo anche la norma ISO 12100, paragrafo 3.21.
■ Una misura di sicurezza di questo tipo può essere, ad esempio, anche un riparo mobile
(porta di sicurezza). La presente brochure descrive tale eventualità.

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4. Definizione della funzione di sicurezza

■ La tabella 8 della norma ISO 13849-1 definisce le funzioni di sicurezza che assicurano che
il rischio riconosciuto venga ridotto al minimo. Vedere a tale riguardo anche la ISO 12100,
paragrafo 3.30.
■ Nella realizzazione della funzione di sicurezza va considerata l'intera catena di sicurezza,
dai sensori (Input, nel nostro caso il dispositivo di interblocco), all'elaborazione (Logica)
fino agli attuatori (Output).

Ogni funzione/circuito di sicurezza è composta/o dai seguenti componenti


("sottosistemi"):

ISO 13849-1:
Funzione
I nput Logic Output
di sicurezza

ad esempio:

...oppure...

...o altri

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Con l'ausilio dei grafici dei rischi tratti dalla ISO 13849-1, Allegato A, è possibile calcolare il
Performance Level richiesto (=PLr) per una determinata funzione di sicurezza.

Performance
Level S Gravità della lesione
Rischio richiesto S1 lieve (lesione generalmente reversibile)
basso PLr S2 seria (lesione generalmente irreversibile,
compresa la morte)
P1 a
F Frequenza e/o durata
F1
P2 dell'esposizione al pericolo
S1 b
P1 F1 da rara a poco frequente e/o con tempo
F2 P2 c breve di esposizione al pericolo
P1
F1 F2 da frequente a continua e/o con tempo
P2 d
S2 P1 lungo di esposizione al pericolo
F2 P Possibilità di evitare il pericolo o
P2 e
Punto di partenza limitazione del danno
per la valutazione della Rischio P1 possibile in determinate condizioni
riduzione del rischio elevato P2 quasi impossibile

Le funzioni di sicurezza rilevanti di un riparo mobile ISO 14119


Funzione
(vedere ISO 14119, capitolo 3.2) sono:
di sicurezza
■D isattivazione della funzione pericolosa della macchina all'apertura del riparo mobile
■ Protezione dall'avvio imprevisto
■E ventuale ritenuta della porta di protezione fino alla fine della funzione pericolosa
della macchina
■ Eventuale sblocco del meccanismo di ritenuta.

La funzione di sicurezza "Sblocco di un meccanismo di ritenuta" è nuova. La norma presuppone


tuttavia (cfr. Osservazioni 1 e 2 al paragrafo 8.4.) che il PL della funzione di ritenuta sia inferiore
rispetto al PL della funzione di interblocco. Motivo: "La probabilità di un guasto della funzione di
ritenuta e del contemporaneo accesso di una persona è molto basso". (ISO 14119; paragrafo
8.4, Oss. 2). Nella valutazione della sicurezza, tuttavia, si deve fare riferimento allo sblocco
accidentale del meccanismo di ritenuta.

La ISO 14119 prende in considerazione, in particolare, le caratteristiche e i requisiti dei sensori


(Input) della catena di sicurezza, che fanno parte del dispositivo di interblocco di una porta di
protezione descritto dalla norma.

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5. Progettazione del circuito di sicurezza

Una volta definita la funzione di sicurezza, è necessario progettare il circuito di sicurezza.

La progettazione va effettuata in conformità ai requisiti del PLr (vedere ISO 13849-1, capitolo 6).
Vanno pertanto soddisfatti i requisiti in materia di:

■ struttura del circuito di sicurezza


Segnale di
Monitoraggio Monitoraggio
ingresso Monitoraggio
Segnale di Segnale di
ingresso uscita
I1 L1 O1

Riconoscimento
Segnale di Segnale Segnale
I L O

cortocircuiti
ingresso di uscita di uscita
Monitoraggio

Monitoraggio

I L O Secondo
circuito di
ISO 13849-1: disinserzione
Monitoraggio
Architettura TE OTE I2 L2 O2
di sicurezza o circuito di Segnale di Segnale
segnalazione ingresso di uscita

Categorie B e 1 Categoria 2 Categorie 3 e 4

■ durata prevista dei componenti utilizzati fino alla comparsa del primo guasto pericoloso:
MTTFd (o B10d)
■ copertura diagnostica, ossia la capacità di riconoscimento dei guasti pericolosi: DCavg
■ misure per la prevenzione del guasto per causa comune: CCF

Nota sulla DCavg

■ In molte applicazioni, i dispositivi di interblocco sono dotati di un collegamento elettrico in


serie. Data la possibilità che gli eventuali guasti pericolosi possano non essere rilevati, è
necessario ridurre conseguentemente la DCavg.
■ Il rapporto tecnico ISO/TR 24119, attualmente in fase di elaborazione, fornisce indicazioni
per il collegamento in serie dei dispositivi di interblocco e le relative conseguenze a livello
della DCavg.

Al momento si consiglia di applicare la seguente DCavg:

■ Collegamento in serie di dispositivi di interblocco con contatti ad apertura forzata:


DCavg = 60% (che consente un Performance Level PL d massimo)
■ Collegamento in serie di dispositivi di interblocco magnetici: DCavg a seconda della
distanza delle porte di protezione e della loro frequenza di attivazione
■ Collegamento in serie di dispositivi di interblocco elettronici con automonitoraggio:
DCavg=99% (che consente un PL e)
■ Per ulteriori dettagli su questi valori, consultare la nostra scheda informativa
"Stima della copertura diagnostica nei collegamenti in serie degli interruttori
di sicurezza elettromeccanici e dei sensori di sicurezza" alla pagina
http://series-connection.schmersal.net

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6. Ripari mobili

La progettazione meccanica del riparo è descritta anche nei requisiti delle seguenti norme:

■ ISO 14120: Ripari


Qui, al paragrafo 6.4.4.1, si fa riferimento alla frequenza di accesso con arti superiori o
inferiori per la quale va impiegato un riparo mobile. In caso di frequenza superiore ad una
volta per settimana, va utilizzato un riparo mobile dotato di dispositivo di interblocco ai sensi
della norma ISO 14119.
■ ISO 13857: Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone pericolose con gli
arti superiori e inferiori. Questa norma descrive le dimensioni degli arti e le relative distanze ISO 13857:
ISO 14120: Distanze di
di sicurezza necessarie dalle zone di pericolo. Al paragrafo 4.3, la norma specifica che i Ripari sicurezza
ripari non devono superare una distanza dal suolo di 180 mm poiché in questo caso tutto il
corpo avrebbe potenjziale accesso alla zona di pericolo.

7. Selezione del principio di interblocco


Il tipo di dispositivo di interblocco, con o senza ritenuta, può essere definito con l'ausilio del
diagramma di flusso tratto dalla norma ISO 14119.

Avvio

Inerzia dell'intero sistema ≥ tempo di accesso con arti superiori/inferiori


ISO 14119:
sì no
Principio di
Ripari chiusi con ritenuta Ripari chiusi senza ritenuta interblocco
(vedere paragrafo 5) (vedere da 5.1 a 5.6)

Fine

Al capitolo 9, la norma ISO 13855 fornisce indicazioni per calcolare se l'inerzia dell'intero
sistema ≥ tempo di accesso con gli arti superiori/inferiori.
ISO 13855:
■Q
 ui viene calcolata la distanza di sicurezza dal punto di pericolo dietro la porta di protezione Velocità di accesso
in base ad una velocità di accesso con gli arti inferiori di 1600 mm/s o di accesso con gli arti con arti superiori/
superiori di 2000 mm/s. inferiori
■L
 a distanza di sicurezza dipende anche dalle dimensioni delle parti del corpo che hanno
accesso al punto di pericolo aprendo la porta di protezione. Per tale motivo, nel calcolo del
tempo di inerzia va considerata anche la norma ISO 13857.

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8. Analisi degli incentivi alla manipolazione

Un'indagine ha dimostrato che gli infortuni sono spesso dovuti alla manipolazione dei ripari.
Per tale motivo, la norma ISO 14119 si concentra sulla prevenzione della manipolazione dei
dispositivi di interblocco.
Per evitare tale evenienza, la norma propone una determinata procedura sotto forma di
diagramma di flusso:

Avvio

Esecuzione delle misure di base (vedere 7.1a)

ISO 14119: È presente un incentivo all'elusione? (vedere 7.1b e Allegato H)


Incentivi alla
manipolazione sì

Possibilità di eliminazione o
riduzione al minimo degli incentivi
all'elusione dei dispositivi di
interblocco (vedere 7.1c)

no sì
no
Eliminazione o riduzione al
Necessaria l'applicazione di
minimo dell'incentivo all'elu-
misure contro l'"elusione in
sione mediante l'applicazione
un modo ragionevolmente
di misure di progettazione
prevedibile" secondo la
o l'esecuzione di modalità
tabella 3 (vedere 7.1c)
operative alternative
(vedere 7.1c)

Fine

Scopo della procedura è riconoscere gli incentivi alla manipolazione ed eliminarli o ridurli. In
assenza di incentivi alla manipolazione, non è necessario intraprendere alcuna misura.

La norma ISO 14119 assiste il costruttore anche nel rilevamento degli incentivi alla
manipolazione. A tale scopo, propone una matrice in cui inserire sia le attività da eseguire alla
macchina, sia le riflessioni/domande sulla semplificazione dello svolgimento delle attività a
seguito di manipolazione.

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In questo modo, si vedrà immediatamente in quale punto e durante quale attività o in che modo
operativo è presente il rischio di manipolazione:

Attività
­Attività ammesse per questi modi operativi?

Flessibilità, ad es. in caso di pezzi in


Produttività più rapida/maggioreb
Attività possibili senza elusione?

Maggiore libertà di movimentob

Eliminazione delle interruzionib


Migliore fluidità di movimentob
lavorazione più grandib
Più facile/più comodob

Maggiore precisioneb

Minore sforzo fisicob


Percorso più breveb
Modo operativo 4 a
Modo operativo 5a
Modo operativo 2a
Modo operativo 3a

Migliore visibilitàb
Modo operativo 1a

MIgliore udibilitàb

Messa in servizio
Test di programma/Ciclo di prova
Installazione/regolazione/modifica/
preparazione
Lavorazione
Accesso con le mani per la
rimozione di trucioli
Sostituzione manuale del pezzo
in lavorazione
Accesso con le mani per la
risoluzione dei guasti
Controllo/prelievo di campioni
casuali
Accesso con le mani per misura­
zioni/regolazioni di precisione
Sostituzione manuale dell'utensile
Manutenzione ordinaria/periodica
Risoluzione dei problemi della
macchina
Pulizia, ad es. rimozione di trucioli

Tab. 2 Esempio di stima degli incentivi all'elusione dei dispositivi di interblocco


(Fonte: ISO/DIS 14 119, Tabella H.1).

La tabella va naturalmente adattata alla rispettiva applicazione/macchina.

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B

Zona
di pericolo
principale

C D

Qualora si accerti che sono presenti incentivi alla manipolazione, è necessario dapprima
eliminarli mediante misure costruttive, vedere la norma ISO 14119, paragrafo 7.1 c.
Esempi di misure di tipo costruttivo:

A) Ergonomia:
- Regolazione in altezza del pannello di comando
- Disposizione e configurazione del display e degli elementi di comando
- Posizione dell'interruttore di arresto di emergenza
- Possibilità di osservazione della zona di funzionamento
- Dimensioni e posizione delle maniglie
- Forze manuali per lo spostamento

B) F
 inestra di ispezione:
Struttura del vetro: le lastre in policarbonato devono essere protette internamente da agenti
chimici ed abrasivi con una lastra di vetro di sicurezza ed esternamente da una lastra in
plastica antischeggia o da una pellicola raccogli-schegge.
Fissaggio del vetro: il fissaggio deve assorbire elevate forze di reazione da impatto,
essere altamente elastico e al contempo sigillare a tenuta le superfici frontali delle lastre in
policarbonato per proteggerle da aggressioni chimiche.

C) C
 alotta di protezione:
Struttura della calotta: in caso di struttura a sandwich, il rivestimento interno deve essere
estremamente elastico, mentre il rivestimento esterno deve essere estremamente resistente
e dotato di struttura rigida.
Bordo di chiusura principale: nelle porte di protezione motorizzate, l'energia cinetica e la
velocità durante la chiusura devono essere limitate in misura tale che nel bordo di chiusura
principale non sussistano punti di schiacciamento pericolosi. La forza di chiusura attiva non
deve superare i 150 N.
Fissaggio della calotta: guida mediante rulli su guide di scorrimento ad accoppiamento
geometrico. I profili a C evitano lo sbalzo della calotta in caso di incidente. La parte inferiore
della calotta va realizzata in modo che non possano fuoriuscire all'esterno trucioli o
lubrorefrigerante.

D) S
 istemi di comando:
Sicurezza durante il funzionamento: esecuzione affidabile delle funzioni di sicurezza entro
un determinato intervallo mediante parti dei sistemi di comando legate alla sicurezza
Sicurezza antimanipolazione: elementi di interblocco montati con viti antisvitamento in modo
da renderli inaccessibili. Concetto di sicurezza adeguato alle attività in tutte le fasi di vita della
macchina.

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Principi e misure
Dispositivi di interblocco di tipo 2 e 4 con livello

7.2 b) 2) con o senza ritenuta elettromagnetica


di codifica basso o medio secondo 7.2 b) 1) o

livello di codifica alto secondo 7.2 b) 3) con


Dispositivi di interblocco di tipo 2 e 4 con
(azionato esternamente con cerniera)

(con livello di codifica medio o alto,


e dispositivi di interblocco di tipo 3
Dispositivo di interblocco di tipo 1

Dispositivo di interblocco di tipo 1

o senza ritenuta elettromagnetica

Sistemi a trasferimento di chiave


(azionato solo con cerniera)

ISO 14119:
Tabella 3
vedere Nota 2)

Collocazione al di fuori della portata, vedere 7.2 a) 1)


Delimitazione/Schermatura, vedere 7.2 a) 2)
Collocazione in posizione nascosta, vedere 7.2 a) 3)
Monitoraggio dello stato o controllo periodico, X X
vedere 7.2 d) 1) i) e ii)
Fissaggio non allentabile degli interruttori di posizione
e degli elementi di azionamento, vedere 7.2 c)
Fissaggio non allentabile dell'interruttore di posizione, M M
vedere 7.2 c)
Fissaggio non allentabile dell'elemento di azionamento, M M M M
vedere 7.2 c)
Dispositivo di interblocco supplementare e controllo R R
di plausibilità, vedere 7.2 d) 2)
X L'applicazione di almeno una di queste misure è obbligatoria.
M Misura obbligatoria
R Misure consigliate (supplementari)

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Al capitolo 5 della norma ISO 14119 sono descritti i requisiti generali per il montaggio e il fissaggio
dei dispositivi di interblocco che devono essere rispettati indipendentemente dalle misure descritte
sopra alla tabella 3:
ISO 14119:
Capitolo 5.2, Disposizione e fissaggio degli interruttori di posizione
Fissaggio

Gli interruttori di posizione vanno disposti in modo da essere sufficientemente assicurati contro
la modifica della loro posizione. A tale scopo, vanno osservati i seguenti requisiti:

■ Gli elementi di fissaggio degli interruttori di posizione devono essere affidabili e deve
essere necessario utilizzare un utensile per allentarli.
■ Gli interruttori di posizione di tipo 1 devono essere dotati di misure che garantiscano
il fissaggio duraturo in posizione dopo la regolazione (ad es. mediante perni o spine
di riferimento).
■ Deve essere garantita la possibilità di accesso agli interruttori di posizione per la
manutenzione e il controllo del corretto funzionamento. Nella progettazione delle
possibilità di accesso va considerato anche come evitare l'elusione in un modo
ragionevolmente prevedibile.
■ Va evitato l'autoallentamento.
■ Va evitata l'elusione dell'interruttore di posizione in un modo ragionevolmente prevedibile
(vedere paragrafo 7).
■ L'interruttore di posizione va disposto e, se possibile, protetto, in modo da evitare danni
dovuti ad influssi esterni prevedibili.
■ Il movimento richiamato dall'azionamento meccanico o la distanza dal sistema di
azionamento di un interruttore di posizione senza contatto deve rimanere entro l'ambito
di azionamento indicato dal produttore dell'interruttore o del sistema di azionamento al
fine di garantire il funzionamento regolare e/o evitarne il superamento.
■ Un interruttore di posizione non può fungere da arresto meccanico, a meno che ciò non
corrisponda all'uso conforme dell'interruttore di posizione specificato dal produttore.
■ Gli errori di allineamento del riparo mobile che creino un'apertura prima della variazione
di stato dell'interruttore di posizione non devono pregiudicare l'efficacia del riparo mobile
(in termini di accesso alle zone di pericolo, vedere norma ISO 13855 e ISO 13857).
■ L'appoggio e il fissaggio degli interruttori di posizione devono essere sufficientemente
stabili per preservare il funzionamento regolare degli interruttori di posizione.

Capitolo 5.3, Disposizione e fissaggio degli azionatori

Gli azionatori vanno fissati in modo da ridurre al minimo la possibilità di allentarsi o la possibilità
di una modifica della posizione conforme rispetto al sistema di azionamento per tutta la durata
prevista.

■G li elementi di fissaggio degli azionatori devono essere affidabili e deve essere necessario
utilizzare un utensile per allentarli.
■ Va evitato l'autoallentamento.
■L 'azionatore va disposto e, se possibile, protetto, in modo da evitare danni dovuti ad influssi
esterni prevedibili.
■U n azionatore non può fungere da arresto meccanico, a meno che ciò non corrisponda
all'uso conforme dell'azionatore specificato dal produttore.
■L 'appoggio e il fissaggio degli azionatori devono essere sufficientemente stabili per
preservare il funzionamento regolare degli azionatori.

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In base alla procedura precedentemente descritta e all'obiettivo di protezione della norma si
desume, a nostro avviso, che un interruttore di posizione può essere fissato con viti di tipo
normale solo nel caso in cui non siano presenti incentivi alla manipolazione della macchina
e il cacciavite non sia fra i comuni utensili di lavoro.

9. Dispositivi di interblocco con


e senza ritenuta
La norma distingue quattro tipi di costruzione per i dispositivi di interblocco:

Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 Tipo 4


non codificato con codifica non codificato con codifica

In questo caso, il livello di codifica non è rilevante. Nei tipi di costruzione bisogna innanzi tutto
capire se il dispositivo di interblocco è codificato o meno.

La norma definisce i seguenti livelli di codifica (vedere paragrafi da 3.13.1 a 3.13.3):

basso: Opzioni di codifica: 1 … 9


medio: Opzioni di codifica: 10 … 1.000
alto: Opzioni di codifica: > 1.000

Questa definizione non dipende dalla funzione di ritenuta del dispositivo di interblocco.

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10. Scelta del prodotto

La scelta del prodotto più adatto dipende naturalmente dalle reali condizioni di applicazione
e impiego, come ad es.:

■ Temperatura
■ Umidità
■ Sporco
■ Shock/vibrazioni
■ Atmosfera esplosiva
■ Forze di ritenuta necessarie

Negli Allegati A-F della norma sono riportati ulteriori dettagli e indicazioni d'uso sui singoli tipi
di costruzione.

La scelta del prodotto dipende anche dal PLr da raggiungere (vedere sopra, pagina 7).
ISO 14119 / Le norme ISO 14119 e ISO 13849-2 prescrivono la ridondanza degli interruttori di tipo 1 o 2
ISO 13849-2: se il PLr da raggiungere = PL e (vedere ISO 14119 paragrafo 8.2 e ISO 13849-2, tabella D.8).
Ridondanza

1121 1222

1121 1222

IEC 60947-5-3:
Norma di
prodotto sensori
di sicurezza
Se la scelta ricade su un sensore di sicurezza (di tipo 3 o 4), con cui è già possibile ottenere un PL
e con un unico sensore anziché due, come descritto sopra, è necessario controllare che questo
soddisfi i requisiti della norma sui prodotti IEC 60947-5-3 (vedere ISO 14119 paragrafo 5.4).

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(3) GY S11 S12 PK (4)
(1) GN S21 S22 YE (2)
(5) WH S31 S32 BN (6)

Se, in base al tempo di inerzia descritto sopra, si rende necessario un dispositivo di interblocco
dotato di ritenuta, osservare in particolare l'Allegato I della norma, che fornisce indicazioni sulle
forze statiche massime ammissibili attive sui dispositivi di interblocco con ritenuta. Trattandosi di
un allegato di tipo informativo con un elenco esemplificativo, va inteso come semplice riferimento
di massima sull'entità (ossia l'ordine di grandezza) delle forze. La norma non può e non intende
prescrivere le forze di ritenuta effettivamente necessarie in un'applicazione reale. In questo caso
ci si deve rivolgere al costruttore del macchinario o consultare una norma di tipo C (vedere a tale
riguardo anche il capitolo 6.2.2 Osservazione 2).

Qualora si ricorra ad un dispositivo di interblocco con ritenuta, va considerato anche un possibile


sblocco manuale volontario dell'interblocco, ad es. per i lavori di installazione, manutenzione e
riparazione della macchina.

Tali tipi di sblocco sono definiti nella norma ISO 14119 paragrafo da 3.25 a 3.27:

■ Sblocco di emergenza: ■ Sblocco manuale: per lo ■ Sblocco di fuga: posto


posto all'esterno della zona sblocco in caso di lavori di all'interno della zona di
di pericolo, per i casi di preparazione, non in caso di pericolo per potervisi
emergenza emergenza allontanare autonoma-
mente in caso di pericolo

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11. Corrente di lavoro / Corrente di riposo

A seconda che si debba applicare energia per la chiusura o lo sblocco della porta di protezione,
si distingue fra

■ Principio della corrente di riposo: chiusura meccanica, sblocco mediante alimentazione


di energia (vedere A)
■ Principio della corrente di lavoro: l'energia serve per chiudere, mentre lo sblocco avviene
disinserendo l'energia (vedere B e D)

Per ragioni di sicurezza tecnica, è preferibile il principio della corrente di riposo. Sulla base di
un'apposita valutazione dei rischi è possibile tuttavia applicare anche il principio della corrente
di lavoro. Conseguentemente, si utilizzano spesso ritenute con principio della corrente di riposo
per la protezione delle persone e ritenute con principio della corrente di lavoro per la cosiddetta
protezione del processo (vedere a tale scopo anche il paragrafo capitolo 3.28 e il paragrafo 3.29)

Azionato con Mantenuto


forza elastica chiuso

A)
Energia ON
Sbloccato
sbloccato

Energia ON Mantenuto
azionato chiuso
B)

Sbloccato con
Sbloccato
forza elastica

Energia ON Mantenuto
azionato chiuso
C)

Energia ON
Sbloccato
sbloccato

D) Energia ON Mantenuto
azionato chiuso

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12. Esclusione dei guasti

Nella tecnica di sicurezza bisogna garantire il corretto funzionamento della catena di sicurezza.
Per tale motivo, è indispensabile escludere i possibili guasti che si presentano e che possono
causare la perdita della sicurezza.

La norma principale che si occupa dei possibili guasti nei componenti di una catena di sicurezza
è la ISO 13849-2.

Negli allegati sono descritti in forma tabellare i possibili guasti e i possibili modi per escluderli
applicando una determinata tecnica. Ad esempio, è possibile escludere la mancata apertura di
un contatto elettromeccanico utilizzando un interruttore con contatti ad apertura forzata.
ISO 13849-2:
È pertanto necessario studiare le tabelle pertinenti della norma (in particolare l'Allegato D: Esclusione
Strumenti di validazione per sistemi elettrici) e documentare i possibili modi per escludere i guasti. dei guasti

19
13. Verifica

La verifica serve ad attestare che i componenti selezionati e il loro collegamento sono


sufficientemente resistenti rispetto ai guasti sistematici e casuali che possono causare la perdita
della funzione di sicurezza. Tale verifica ha luogo sulla base di un calcolo PL che riguarda
obbligatoriamente anche i rispettivi componenti logici e gli attuatori. La procedura di calcolo è
descritta nella norma ISO 13849-1.

Calcolo della funzione di sicurezza

Input Logic Output

ISO 13849-1:
Struttura = Categoria 3 DC = 99% Struttura = Categoria 4
Verifica B10d = 2.000.000 (ISO 13849-1) CCF = 80 punti B10d = 2.000.000 (ISO 13849-1)
F = 1/h PFHd = 5,0x109/h F = 1/h
MTTFd = 2.283 a MTTFd = 2.283 a
MTTFd > 100 a = alto MTTFd > 100 a = alto
DC = 90% = basso DC = 60% = basso
CCF = 80 punti > 65 CCF = 80 punti > 65

PL d + PL e + PL e

Stima secondo la tabella 11 della norma ISO 13849-1


PLraggiunto = PL d = PLr

Questi calcoli possono essere eseguiti anche gratuitamente al PC con il software SISTEMA
fornito gratuitamente dalla BIA (Berufsgenossenschaft für industriellen Anwendungen,
Associazione di categoria per le applicazioni industriali).
Il software può essere già scaricato alla pagina: http://sistema-en.schmersal.net

Molti produttori di componenti di sicurezza mettono a disposizione i dati dei propri prodotti
nelle cosiddette biblioteche SISTEMA.
La biblioteca Schmersal è disponibile alla pagina: www.schmersal.net

Per ulteriori informazioni ed esempi di calcolo, vedere:

1) Brochure: "Informazioni generali sulla norma EN ISO 13849-1:2006"


http://iso13849-en.schmersal.net
2) R
 eport BIA sulla norma 13849-1
http://bia-en.schmersal.net
3) N
 ei libri SISTEMA:
1) 2) 3) http://sistema-book.schmersal.net

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14. Validazione

Nonostante la cura profusa, si consiglia un controllo finale di tutte le condizioni generali e dei
parametri, vedere ISO 13849-1, figura 3. La norma ISO 13849-2 descrive come si esegue la
validazione. La procedura è rappresentata come segue:

Osservazioni sulla progettazione Avvio Elenco dei guasti

Documenti Criteri per l'esclusione dei guasti

Piano di validazione Principi di validazione

Analisi ISO 13849-2:


Validazione

Specifiche delle no
L'analisi è Verifica
funzioni di sicurezza sufficiente?

Funzioni di sicurezza

PL e categorie: sì
• Definizione della sì
no Verifica superata?
categoria
Categoria 2, 3, 4
• MTTF, DC, CCF
• Guasti sistematici
• Software sì
no
• Verifica del PL per
SRP/CS
• Combinazione di Controllo delle funzioni di Modifiche nella
SRP/CS sicurezza in condizioni di guasto progettazione

Requisiti ambientali

Requisiti relativi alla


Rapporto di validazione
manutenzione

Specifiche tecniche/
informazioni utente
no
Sono state validate tutte le
funzioni di sicurezza?

Fine

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Non si tratta solo di eseguire un'analisi teorica ma, a seconda della complessità della macchina,
anche un controllo pratico della funzione di sicurezza.

Per il controllo pratico di un circuito di sicurezza a due canali è utile, ad esempio, scollegare
appositamente un canale per testare la reazione del sistema.

Anche in questo caso è importante documentare i risultati (rapporto di validazione).

15. Informazioni per l'utente


Qualora, nonostante le misure applicate, persistano rischi residui minimi nella porta di protezione
(ad esempio in determinate modalità, quali la manutenzione, preparazione), è necessario
informarne l'utente.

Ciò avviene in due diversi modi: sulla porta di protezione stessa e nel manuale d'uso della
macchina.

Va tuttavia ricordato nuovamente che si tratta di un'ultima possibilità di riduzione del rischio,
a cui ricorrere una volta esaurite le opzioni offerte dalla costruzione a sicurezza intrinseca
(vedere pagina 5 della presente brochure) e dalle misure tecniche di protezione (ossia
l'interblocco della porta di protezione).
ISO 12100:
Manuale IEC 82079-1 La norma ISO 12100, paragrafo 6.4, e la norma IEC 82079-1 forniscono indicazioni sulla
d'istruzioni redazione di un manuale d'istruzioni conforme.

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16. Elenco delle norme

Direttiva 2006/42/CE  irettiva Macchine del Parlamento Europeo e del Consiglio del
D
17 maggio 2006 relativa alle macchine che modifica la Direttiva 95/16/CE

ISO 12100:2010 Principi generali di progettazione - Valutazione del rischio e riduzione


del rischio
ISO 13849-1:2006 Sicurezza del macchinario – Parti dei sistemi di comando legate alla
sicurezza - Parte 1: Principi generali per la progettazione
ISO 13849-2:2012 Sicurezza del macchinario - Parti dei sistemi di comando legate alla
sicurezza - Parte 2: Validazione
ISO 13855:2010 Sicurezza del macchinario - Posizionamento dei dispositivi di protezione
in funzione delle velocità di avvicinamento di parti del corpo
ISO 13857:2008 Sicurezza del macchinario - Distanze di sicurezza per impedire il
raggiungimento di zone pericolose con gli arti superiori e inferiori
ISO 14119:2013 Sicurezza del macchinario - Dispositivi di interblocco associati ai ripari -
Principi di progettazione e di scelta
ISO/DIS 14120:2013 Sicurezza del macchinario - Ripari - Requisiti generali per la progettazione
e la costruzione di ripari fissi e mobili
ISO/DTR 24119 Safety of machinery — Evaluation of fault masking serial connection of
guard interlocking devices with potential free contacts (in elaborazione)
IEC 60947-5-1:2003 Apparecchiature a bassa tensione - Parte 5-1: Apparecchiature di controllo
ed interruttori - apparecchiature di controllo elettromeccanico
IEC 60947-5-3:2013 Apparecchiature a bassa tensione - Parte 5-3: Dispositivi per circuiti di
comando ed elementi di manovra - Prescrizioni per dispositivi di prossimità
con comportamento definito in condizioni di guasto (PDDB)
IEC 82079-1:2012 Preparazione di istruzioni - Struttura, contenuto e presentazione -
Parte 1: Principi generali e requisiti dettagliati

Infine, auspichiamo di aver contribuito, con questa brochure, a fornire indicazioni utili per la
progettazione conforme dei dispositivi di protezione. Il contenuto della brochure e del poster
è stato redatto secondo scienza e coscienza, tuttavia non si assume alcuna responsabilità a
riguardo. Segnaliamo inoltre che il processo di normazione a livello europeo e internazionale è
in costante evoluzione al fine di tenere il passo con lo sviluppo tecnico e adeguare, ad esempio,
norme e direttive alle nuove tecnologie.

Siamo lieti di ricevere domande o suggerimenti. Per ulteriori informazioni, si rimanda al nostro
programma di formazione e iniziative aggiornato, visibile alla pagina www.tecnicum.schmersal.com.
I nostri collaboratori sono a disposizione per ulteriori informazioni.

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Il Gruppo Schmersal
Il Gruppo Schmersal, sotto la guida della proprietà, è da anni impegnato con i propri prodotti sul
fronte della sicurezza sul posto di lavoro. Il nostro programma di sistemi di commutazione di sicu-
rezza e di soluzioni per la protezione dell‘uomo e della macchina è il più vasto al mondo ed include
svariati dispositivi di commutazione meccanici e ad azionamento senza contatto. Con oltre 1.500
dipendenti in 50 paesi, il Gruppo Schmersal sviluppa soluzioni di sicurezza a prova di futuro, lavo-
rando in stretta collaborazione con i propri clienti, per rendere il mondo un poco più sicuro.

Motivati dalla visione di un mondo del lavoro sicuro, gli ingegneri della Ricerca e Sviluppo del
Gruppo Schmersal progettano continuamente nuovi dispositivi e sistemi per le diverse situazioni
applicative ed esigenze dei vari settori. Nuovi concetti di sicurezza richiedono nuove soluzioni di
sistema ed occorre integrare principi di rilevamento innovativi e nuove modalità di trasmissione ed
elaborazione delle informazioni. Infine, anche il corpo di norme e direttive in continua evoluzione
sulla sicurezza delle macchine determina un cambiamento di pensiero e di approccio presso i
costruttori e gli utilizzatori di macchine e impianti.

Queste sono le sfide che il Gruppo Schmersal è pronto ad affrontare, oggi e in futuro, in qualità di
partner dei costruttori di macchine e impianti.

Aree di prodotto Settori Servizi Competenze

Commutazione e acquisizione sicura ■ Ascensori e scale mobili ■ Consulenza applicativa ■ Automazione


■ Dispositivi controllo porta – ■ Confezionamento ■ Valutazione della ■ Protezione antiesplosione
Interruttori di sicurezza e imballaggio conformità CE ■ Progettazione igienica
■ Dispositivi di comando con ■ Alimentare ■ Analisi dei rischi ■ Sicurezza delle macchine
funzione di sicurezza ■ Macchine utensili secondo MRL
■ Dispositivi di protezione tattili ■ Industria pesante ■ Misurazione dei
■ Dispositivi di sicurezza optoelettronici tempi di coda
■ Corsi di formazione
Valorizzazione di segnale sicura presso tec.nicum
■ Moduli di sicurezza a relè
■ Controlli di sicurezza
■ Sistemi bus di sicurezza

Automazione
■ Rilevamento di posizione
■ Dispositivi di comando e segnalazione

I dati e le informazioni forniti sono stati accuratamente controllati. Si riserva il


diritto di modifiche tecniche e si declina ogni responsabilità per eventuali errori.

www.schmersal.com

*103008193#
2.000 / L+W / 09.2014 / Teile-Nr. 103008193 / IT / Ausgabe 01
Progettazione di ripari secondo la norma ISO 14119

Obiettivo: ausilio per il monitoraggio


conforme delle porte di protezione Valutazione dei rischi
ISO 12100
secondo la Direttiva Macchine e le Pagina 4

norme correlate. Sicurezza intrinseca


Pagina 5

I ripari mobili devono essere collegati Misure tecniche


di protezione
ad un dispositivo di interblocco Pagina 5

Definizione della funzione


che impedisca l'avviamento delle di sicurezza
Pagina 6
funzioni pericolose della macchina
Progettazione del circuito Definizione del PLr secondo
fino alla chiusura del dispositivo di di sicurezza ISO 13849-1
Pagina 8 Pagina 8
protezione
Design ISO 14120
e attivi un comando di arresto nel Ripari mobili
Pagina 9

caso in cui i dispositivi di protezione Arti ISO 13857


Pagina 9
non siano più chiusi. Pagina 9

Scelta del principio di


interblocco in funzione Velocità di avvicinamento
dell'inerzia del ISO 13855
Pagina 9
sistema generale
Pagina 9

Analisi degli incentivi Dispositivi di interblocco


alla manipolazione ISO 14119
Pagina 10 Pagina 10

Senza ritenuta Con ritenuta


Pagina 15 Pagina 15

Forze e principi di funziona-


Selezionare il prodotto Vedere ISO 14119 Allegati A-F Selezionare il prodotto mento ISO 14119
Pagina 16 Pagina 16 Pagina 16

Tipo 1 Tipo 2 Tipo 3 Tipo 4 Tipo 2 Tipo 4

Esclusione dei guasti secondo ISO 13849-2


Pagina 19

Verifica Calcolo PL secondo ISO 13849-1


Pagina 20

Convalida Verifica secondo ISO 13849-2


Pagina 21

Informazioni per l'utente


Pagina 22

Nella nostra brochure "Progettazione di ripari" sono riportate ulteriori informazioni alle pagine indicate.

Disclaimer: non costituisce alcuna garanzia di completezza. Interpretazione di K.A. Schmersal GmbH & Co. KG. Non sostituisce la lettura delle norme applicabili.

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