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Università degli Studi di Genova

DIME
Dipartimento di Ingegneria meccanica, energetica,
gestionale e dei trasporti

Sicurezza degli impianti industriali

Rischi meccanici nei cantieri


Agenda

 Rischio meccanico
 Rischi meccanici di movimento
 Categoria delle macchine
 Decreto legislativo
 Mezzi ed apparecchi di sollevamento, di trasporto e di
immagazzinamento
 Elementi caratterizzanti una macchina
 Apparecchi di sollevamento materiali
 Sollevatori
Rischio meccanico

 E’ un tipo di rischio che caratterizza gli impianti che


comprendono parti meccaniche in movimento o ferme
con energia potenziale.
 E’ quindi un tipo di rischio strettamente legato
all’energia cinetica o potenziale meccanica possedute da
parti dell’impianto o dall’impianto nel suo insieme.
 Esempi d’impianti con tale rischio sono quelli che
comprendono moli, seghe, tappeti mobili, linee di
montaggio.
Rischi meccanici di movimento

 Cesoiamento: una parte del corpo è asportata via


 Convogliamento : una parte del corpo è convogliata dentro due
elementi meccanici in movimento relativo l’impatto: una parte del
corpo è urtata da un elemento meccanico in movimento
 Schiacciamento : una parte del corpo è schiacciata tra due elementi
meccanici in movimento relativo
 Taglio: una parte del corpo è tagliata via da un elemento meccanico in
movimento con estremità tagliente
 Uncinamento: una parte del corpo è catturata e trascinata da un
elemento meccanico in movimento.
Categoria delle macchine

Il livello di protezione delle parti in movimento dei


macchinari (utensili da taglio, elementi mobili delle
presse etc) durante le fasi della lavorazione, dipende dal
grado di esposizione al rischio degli operatori. Si
possono quindi considerare tre grandi gruppi di
macchine.
Decreto legislativo 9 aprile 2008 n. 81

TITOLO III – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO E


DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE

N° 3 CAPI - N° 19 articoli (da art. 69 a art. 87)

CAPO I – USO DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO

N° 5 articoli (da art. 69 a art. 73)


Articolo 69:definizioni

Agli effetti delle disposizioni di cui al presente titolo si intende per:


a) attrezzatura di lavoro: qualsiasi macchina, apparecchio, utensile o
impianto destinato ad essere usato durante il lavoro;
b) uso di una attrezzatura di lavoro: qualsiasi operazione lavorativa
connessa ad una attrezzatura di lavoro, quale la messa in servizio
o fuori servizio, l'impiego, il trasporto, la riparazione, la
trasformazione, la manutenzione, la pulizia, il montaggio, lo
smontaggio;
c) zona pericolosa: qualsiasi zona all'interno ovvero in prossimità di
una attrezzatura di lavoro nella quale la presenza di un lavoratore
costituisce un rischio per la salute o la sicurezza dello stesso;
d) lavoratore esposto: qualsiasi lavoratore che si trovi interamente o
in parte in una zona pericolosa;
e) operatore: il lavoratore incaricato dell’uso di una attrezzatura di
lavoro.
Articolo 70:requisiti di sicurezza

1. Salvo quanto previsto al comma 2, le attrezzature di lavoro


messe a disposizione dei lavoratori devono essere conformi
alle specifiche disposizioni legislative e regolamentari di
recepimento delle direttive comunitarie di prodotto.

2. Le attrezzature di lavoro costruite in assenza di disposizioni


legislative e regolamentari di cui al comma 1, e quelle messe a
disposizione dei lavoratori antecedentemente all’emanazione
di norme legislative e regolamentari di recepimento delle
direttive comunitarie di prodotto, devono essere conformi ai
requisiti generali di sicurezza di cui all’ ALLEGATO V.
Allegato V

REQUISITI DI SICUREZZA DELLE ATTREZZATURE DI


LAVORO COSTRUITE IN ASSENZA DI DISPOSIZIONI
LEGISLATIVE E REGOLAMENTARI DI RECEPIMENTO DELLE
DIRETTIVE COMUNITARIE DI PRODOTTO, O MESSE A
DISPOSIZIONE DEI LAVORATORI ANTECEDENTEMENTE
ALLA DATA DELLA LORO EMANAZIONE.

 PARTE I - REQUISITI GENERALI APPLICABILI A TUTTE LE


ATTREZZATURE DI LAVORO
 PARTE II - PRESCRIZIONI SUPPLEMENTARI APPLICABILI AD
ATTREZZATURE DI LAVORO SPECIFICHE
PARTE II - PRESCRIZIONI SUPPLEMENTARI APPLICABILI AD
ATTREZZATURE DI LAVORO SPECIFICHE

1 Prescrizioni applicabili alle attrezzature in pressione


2 Prescrizioni applicabili ad attrezzature di lavoro mobili,
semoventi o no.
3 Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al
sollevamento, al trasporto o all’immagazzinamento di carichi.
4 Prescrizioni applicabili alle attrezzature di lavoro adibite al
sollevamento di persone e di persone e cose.
4.2 - Ponti su ruote a torre e sviluppabili a forbice
4.3 - Scale aeree su carro
4.4 - Ponti sospesi e loro caratteristiche
4.5 Ascensori e montacarichi.
5 Prescrizioni applicabili a determinate attrezzature di lavoro
5.1 Mole abrasive
5.2 Bottali, impastatrici, gramolatrici e macchine simili
Mezzi ed apparecchi di sollevamento, di trasporto e di
immagazzinamento
Indicazione della portata

3.1 3 Le macchine adibite al sollevamento di carichi, escluse quelle


azionate a mano, devono recare un’indicazione chiaramente
visibile del loro carico nominale e, all’occorrenza, una targa di
carico indicante il carico nominale di ogni singola configurazione
della macchina.
Gli accessori di sollevamento devono essere marcati in modo da
poterne identificare le caratteristiche essenziali ai fini di
un’utilizzazione sicura.
I ganci utilizzati nei mezzi di sollevamento e di trasporto devono
portare in rilievo o incisa la chiara indicazione della loro portata
massima ammissibile.
Se l’attrezzatura di lavoro non è destinata al sollevamento di
persone, una segnalazione in tal senso dovrà esservi apposta in
modo visibile onde non ingenerare alcuna possibilità di confusione.
Mezzi ed apparecchi di sollevamento, di trasporto e di
immagazzinamento
Ganci

I ganci per apparecchi di sollevamento devono essere


provvisti di dispositivi di chiusura dell'imbocco o essere
conformati, per particolare profilo della superficie interna o
limitazione dell'apertura di imbocco, in modo da impedire lo
sganciamento delle funi, delle catene e degli altri organi di
presa
GRU, ARGANI, PARANCHI E SIMILI

Le gru e gli altri apparecchi di sollevamento di portata


superiore a 200 chilogrammi, esclusi quelli azionati a mano e
quelli, già soggetti a speciali disposizioni di legge, devono
essere sottoposti a verifica, una volta all'anno, per accertarne
lo stato di funzionamento e di conservazione ai fini della
sicurezza dei lavoratori.
Elementi caratterizzanti una macchina

 MARCATURA CE (da apporre sulla macchina)


 DICHIARAZIONE DI CONFORMITA’ CE (da consegnare
all’acquirente)
 LIBRETTO DI USO E MANUTENZIONE (da consegnare
all’acquirente)
I tipi di norme

 Norma nazionale (UNI-UNICIG-UNICEI): norma approvata da un


organismo di normalizzazione nazionale riconosciuto (UNI)
 Norma europea (EN- ETSI - CEN) : Norma approvata dal comitato
europeo di normalizzazione (CEN) o dal comitato europeo di
normalizzazione elettrotecnica (CENELEC) in quanto norma europea (EN)
ovvero dall’Istituto europeo delle norme per le telecomunicazioni (ETSI) in
quanto norme europee per le comunicazioni (ETS).
 Norma armonizzata (EN) : norma europea pubblicata sulla GUCE e
recepita come norma nazionale sulla GURI. Le norme possono essere :
 di tipo A se trattano principi generali di sicurezza e di progettazione
applicabili a tutte le macchine;
 di tipo B se possono esser utilizzate per una vasta tipologia di macchine;
 di tipo C se indicano i requisiti di sicurezza di particolari tipi di macchine.
 Norma internazionale (ISO): norma approvata da organismi
d’unificazione Internazionale.
Norme di buona tecnica

 Norma UNI EN 294:1993: Sicurezza del macchinario -


Distanze di sicurezza per impedire il raggiungimento di zone
pericolose con gli arti superiori.

 Norma UNI EN 349:1994: Sicurezza del macchinario -


Spazi minimi per evitare lo schiacciamento di parti del corpo.
Dispositivi di sicurezza

Caratteristiche generali:

 L’avvio degli elementi non sia possibile fintanto che


l’operatore può raggiungerli (la macchina non può partire fino
a che l’operatore possa inavvertitamente toccare parti
pericolose)
 La persona esposta non possa accedere agli elementi in
movimento
 La loro regolazione richieda un intervento volontario (es. uso
di un attrezzo o di una chiave)
 La mancanza o il non funzionamento di uno dei loro elementi
impedisca l’avviamento della macchina o provochi l’arresto
degli elementi mobili.
Dispositivi di comando

I dispositivi di comando devono essere sicuri e affidabili


per evitare qualsiasi situazione pericolosa
 Dal posto di comando deve essere possibile la verifica
della presenza di altri eventuali operatori o persone nella
zona pericolosa e se ciò non fosse possibile, il comando
di inizio della funzione pericolosa, deve essere
preceduto da un segnale di avvertimento sonoro e/o
visivo
 Tutti i dispositivi di azionamento o messa in moto
devono essere protetti contro i possibili azionamenti
accidentali
Articolo 71: obblighi del datore di lavoro (1)

Fermo restando quanto disposto al comma 4, il datore di


lavoro provvede affinché:

1) le attrezzature di lavoro la cui sicurezza dipende dalle


condizioni di installazione siano sottoposte a un
controllo iniziale (dopo l'installazione e prima della
messa in esercizio) e ad un controllo dopo ogni
montaggio in un nuovo cantiere o in una nuova località
di impianto, al fine di assicurarne l'installazione corretta
e il buon funzionamento
Articolo 71: obblighi del datore di lavoro (2)

Il datore di lavoro provvede affinché:


2) le attrezzature soggette a influssi che possono provocare
deterioramenti suscettibili di dare origine a situazioni
pericolose siano sottoposte:
1. a controlli periodici, secondo frequenze stabilite in base
alle indicazioni fornite dai fabbricanti, ovvero dalle norme di
buona tecnica, o in assenza di queste ultime, desumibili dai
codici di buona prassi;
2. a controlli straordinari al fine di garantire il mantenimento
di buone condizioni di sicurezza, ogni volta che
intervengano eventi eccezionali che possano avere
conseguenze pregiudizievoli per la sicurezza delle
attrezzature di lavoro, quali riparazioni trasformazioni,
incidenti, fenomeni naturali o periodi prolungati di inattività.
Articolo 71: obblighi del datore di lavoro (3)

9.I risultati dei controlli di cui al comma 8 devono essere


riportati per iscritto e, almeno quelli relativi agli ultimi tre anni,
devono essere conservati e tenuti a disposizione degli organi di
vigilanza.
10. Qualora le attrezzature di lavoro di cui al comma 8 siano
usate al di fuori della sede dell’unità produttiva devono essere
accompagnate da un documento attestante l’esecuzione
dell’ultimo controllo con esito positivo.
11. Oltre a quanto previsto dal comma 8, il datore di lavoro
sottopone le attrezzature di lavoro riportate in ALLEGATO VII
a verifiche periodiche, con la frequenza indicata nel medesimo
allegato. La prima di tali verifiche è effettuata dall’ISPESL e le
successive dalle ASL. Le verifiche sono onerose e le spese per
la loro effettuazione sono a carico del datore di lavoro.
Rischi connessi con il ribaltamento

Quando per una macchina semovente con conducente ed


eventualmente operatori trasportati esiste il rischio di ribaltamento,
essa deve essere progettata e munita di punti di ancoraggio che
consentano di ricevere una struttura di protezione contro tale rischio
(ROPS).

Detta struttura deve essere tale che in caso di ribaltamento garantisca


al conducente trasportato, ed eventualmente agli operatori
trasportati, un adeguato volume limite di deformazione (DLV).

Al fine di verificare che la struttura soddisfi il requisito di cui al


secondo comma, il fabbricante o il suo mandatario stabilito nella
Comunità deve effettuare, o far effettuare, prove appropriate su ogni
tipo di struttura.
Le seguenti macchine per movimento terra di potenza
superiore a 15 KW devono essere munite di una struttura di
protezione in caso di ribaltamento:
pale caricatrici su cingoli o su ruote, caricatrici meccaniche,
trattori su cingoli o su ruote, ruspe auto-caricanti o meno,
livellatrici, cassoni ribaltabili con parte anteriore articolata.
Rischi connessi con la caduta di oggetti

Quando per una macchina con conducente e eventualmente con


operatori trasportati esistono rischi connessi con cadute di oggetti
e di materiali, essa deve essere progettata e munita, se le sue
dimensioni lo consentono, di punti di ancoraggio atti a ricevere
una struttura di protezione contro tale rischio (FOPS).

Dettastruttura deve esser tale che in caso di cadute di oggetti o di


materiali garantisca agli operatori trasportati una adeguato
volume limite di deformazione (DLV).

Al fine di verificare che la struttura soddisfa il requisito di cui al


secondo comma, il fabbricante o il suo mandatario stabilito nella
Comunità deve effettuare, o far effettuare, prove appropriate per
ciascun tipo di struttura.
ROPS

 Strutture
di protezione contro il rischio di
capovolgimento

FOPS

 Strutture di protezione contro il rischio di cadute di


oggetti
Apparecchi di sollevamento
materiali
Gru

La gru è una macchina destinata al sollevamento e


movimento di carichi. Le parti principali sono la struttura
portante, l’organo di presa (gancio, benna, elettromagnete
etc) e l’apparato di sollevamento (funi, verricello etc)

Tipi di gru:
 gru a torre
 gru a struttura limitata
 gru a ponte
 gru a portale
 gru a bandiera
 gru a cavalletto
 gru su autocarro o autogrù
Rischi possibili

 Errata manovra dell’operatore, contatto con linee


elettriche aeree
 Caduta materiale dall’alto
 Cedimento e anomalie delle parti meccaniche
 Vibrazioni, rumore

Scivolamenti, cadute
Sollevatori
Piattaforme aeree

Autocarrate Semoventi
Alcuni esempi (1)

Fattori

Utensili, macchine, impianti: allestimento errato della gru (1)


Materiali: carico non legato (2)
Ambiente: limitata visibilità in cantiere (3)
Si stava procedendo all’allestimento di un ponteggio per eseguire i lavori di
ristrutturazione di un edificio in centro storico, dotato di due piccoli cortili
interni divisi da un ramo dell’edificio che consentiva il passaggio da parte a
parte tramite un porticato. Uno dei cortili era stato adibito a zona di deposito
materiale; nell’altro, che era quello in cui si stava montando il ponteggio,
era stata installata una gru a torre, utilizzata anche per trasportare gli
elementi del ponteggio stesso. Il porticato, frapposto tra i due cortili interni,
impediva la corretta visibilità al gruista, che per caricare la gru doveva
spostarsi continuamente da un cortile all’altro. Una volta effettuato il carico,
il gruista ruotava il braccio della gru e traslava il carrello tramite un
radiocomando nel cortile di scarico dove si stava montando il ponteggio.
Alcuni esempi (2)

Utensili, macchine, impianti: allestimento errato della gru (1)


Materiali: carico non legato (2)
Ambiente: limitata visibilità in cantiere (3)

Due lavoratori, il capo cantiere (l’infortunato) e un suo aiutante,


si trovavano sul secondo piano (4 metri da terra) del ponteggio
aspettando il materiale che sarebbe servito per continuarne la
costruzione e che doveva essere calato dall’alto tramite la gru. Il
gruista aveva posizionato il carico in quota nella zona di scarico
aspettando che i colleghi gli dicessero di calare il materiale. Ad
un certo punto un elemento metallico (forse una tavola) si sfilava
dalle forche della gru e cadeva sul capo dell’infortunato
provocandogli una profonda rottura del cranio.
Alcuni esempi (3)

Utensili, macchine, impianti: allestimento errato della gru (1)


Materiali: carico non legato (2)
Ambiente: limitata visibilità in cantiere (3)

E’ stato rilevato che per il trasporto in quota del materiale non


potevano essere utilizzate le forche ma era necessario utilizzare
telai porta elementi o dei cassonetti legati a funi. L’infortunato
in quanto capocantiere avrebbe dovuto sapere che l’attrezzatura
non era idonea a svolgere questa attività. Il cantiere era
talmente angusto da non permettere un uso agevole della gru
per il montaggio del ponteggio. Questo elemento avrebbe
dovuto essere considerato in fase di progettazione e
coordinamento dei lavori.
AUTOCARRO CON GRU: RISCHI POSSIBILI

 Pericoli di investimento delle persone


 Errata manovra del gruista, ribaltamenti
 Pericolo di caduta del materiale dall’alto o cedimento del carico
 Cedimento e anomalie delle parti meccaniche dell’autogrù
 Mancato funzionamento dei dispositivi di sicurezza: limitatori di
carico, fine corsa
Argano:descrizione

L’argano è un apparecchio di sollevamento costituito


da un elevatore e dalla relativa struttura di supporto.
Sono principalmente di due tipi, quello a cavalletto e
quello a bandiera

TIPI DI ARGANO:
•a cavalletto
•a bandiera
Argano a cavalletto

 In questo tipo di argano l’elevatore è fissato alla rotaia,


provvista di fine corsa ammortizzati, sulla quale può
scorrere; la quale è sostenuta da due cavalletti: uno
anteriore provvisto di due staffoni per permettere
all’operatore di afferrarsi durante la ricezione del
carico, e uno posteriore che reca fissati i due cassoni di
zavorra provvisti di lucchetti.

 La trave rotaia sporge a sbalzo sul cavalletto anteriore


per poter permettere il sollevamento del materiale fuori
dal piano di sostegno della macchina
Argano a cavalletto
Rischi possibili

 Caduta materiale dall’alto;

 urti, colpi, impatti, compressioni;

 elettrici.
Argano a bandiera

 In questo tipo di argano il supporto è snodato in modo


da permettere la rotazione dell’elevatore.

 L’argano a bandiera si differenzia per il suo utilizzo in


ambienti più ridotti e per il sollevamento di carichi di
modesta entità.

 Gli argani a cavalletto hanno portata massima


sollevabile che solitamente è dai 300 ai 1000 kg, mentre
per quelli a bandiera la portata è poco superiore ai 200
kg.
Argano a bandiera
Rischi possibili

 Ribaltamento dell’elevatore;

 urti, colpi, impatti, compressioni;

 elettrocuzione.
Misure di sicurezza prima dell’uso

Verificare la presenza dei parapetti completi sul perimetro del


posto di manovra
verificare la presenza del parapetto e tavola fermapiedi sul piano
di lavoro
verificare l’integrità del montante (o puntone), degli ancoraggi e
dei controvento fissati al ponteggio o alla finestra
verificare l’efficienza della sicura del gancio e dei morsetti
fermafune con redancia
verificare l’integrità delle parti elettriche visibili
verificare l’efficienza dell’interruttore di linea presso l’elevatore
verificare il funzionamento della pulsantiera
verificare l’efficienza del fine corsa e del freno per la discesa del
carico
transennare a terra l’area di tiro
Tragedia a Sorrento. Per i preparativi della festa patronale, crolla una "gru"
nella piazza del municipio, in piazza sant’Antonino: morte due donne, e
quattro feriti.
martedì 1 maggio 2007.

[...] Una tragica fatalità, un incredibile


appuntamento con il destino, una
morte assurda e drammatica per le due
donne - Claudia Morelli, di 86 anni e
la nuora, Teresa Reale, di 50 – che
sono state colpite dal braccio rovinato
al suolo e che sono morte all’istante.
Erano appena uscite dalla chiesa dove
avevano assistito alla messa.
Solitamente preferivano andare in
cattedrale ma, avendo oggi ritardato,
avevano fatalmente ripiegato sulla
chiesa di Sant’Antonino.
Nell’incidente sono rimasti feriti anche
tre operai ed un altro passante. [...]
14 novembre 2007

 A Battipaglia, in provincia di Salerno, Massimo Scala, un


operaio originario di San Giorgio a Cremano, è rimasto
schiacciato dal braccio di una gru alla Prefabbricati srl.
L'operaio era arrivato in Campania per conto di una ditta
di Ravenna, che doveva ritirare la gru. Mentre smontava
il macchinario, un intero braccio si è staccato e lui è
rimasto schiacciato da una putrella di 50 quintali.
 In Polesine, invece, un camionista di Treviso è rimasto
schiacciato da un braccio meccanico. Andrea Pizzol, 37
anni, era in Polesine per caricare del legname. È morto
mentre aspettava che il legname venisse caricato sul
rimorchio
27 settembre 2007 - Operaio di un cantiere nel milanese
muore schiacciato da una gru

A Sesto San Giovanni, nell'hinterland Milanese, l'operaio di un


cantiere edile è stato schiacciato dall'autogrù che guidava, nel vano
tentativo di uscire dal mezzo prima che si ribaltasse. Per l'uomo, 42
anni, non c'è stato nulla da fare. Il lavoratore è morto all'istante. In
base a una prima ricostruzione dell'accaduto, nel cantiere di via
Campari l'autogru si sarebbe ribaltata per un cedimento del terreno
sotto il peso del mezzo e l'uomo, dopo aver tentato inutilmente di
controllare la gru, avrebbe tentato di gettarsi fuori dall'abitacolo,
rimanendo però schiacciato
Olbia: alta tensione fatale per 21enne

 Esce illeso da un incidente stradale, ma muore poco


dopo nel corso delle operazioni di recupero della sua
auto. La vittima è un 21enne di Tempio Pausania (Olbia)
morto fulminato per una scarica elettrica che lo ha
raggiunto attraverso il braccio della gru che caricava
l'auto incidentata sul mezzo di soccorso...
 Pare infatti che la gru, per una manovra errata, abbia
toccato i fili dell'alta tensione a bordo strada.
Gruista
Gruisti: segnalazioni manuali per il sollevamento

Comandi
Gruisti: segnalazioni manuali per il sollevamento
Gruisti: segnalazioni manuali per il sollevamento
Raggi d’azione delle gru si sovrappongono in modo tale che il braccio
della gru 1 interferisce con la fune di sollevamento della gru 2 .
Pericolo/rischio
■ In caso di collisione il carico della gru 2 rischia di oscillare pericolosamente
e di colpire le persone presenti nella zona sottostante.
■ Danni alla gru 2 (fune di sollevamento, carrello).
■ Caduta del carico.
Misure per gru in servizio e fuori servizio

Misure per gru in servizio


■ I gruisti devono avere la possibilità di comunicare tra di loro per evitare le
collisioni,per esempio mediante una trombetta speciale, un impianto interfono,
un impianto ricetrasmittente indipendente,ecc.
■ In questo caso non è consigliabile comandare da terra la gru tramite
radiocomando.
Il rischio è troppo grande che il gruista non si accorga della possibile
collisione tra la fune di sollevamento e il braccio.

Misure per gru fuori servizio


Bisogna accertarsi che il braccio della gru 1 non entri in contatto con il gancio
o le imbracature della gru 2. Di conseguenza, per quanto concerne la gru più
alta occorre adottare le seguenti misure durante le pause di lavoro e al termine
dei lavori:
1. sganciare il carico e l’imbracatura
2. sollevare il gancio
3. posizionare il carrello, come indicato dal costruttore,
■ all’estremità interna vale con quasi tutte le gru)
■ o esterna del braccio (ad es. sulle gru Wolff)
Situazione
I raggi di azione delle gru si sovrappongono in modo tale che il controbraccio
della gru 1interferisce con la fune di sollevamento della gru 2 .
Pericolo/rischio
I pericoli sono:
■ in caso di collisione il carico della gru 2 rischia di oscillare
pericolosamente e di colpire le persone presenti nella zona sottostante.
■ Danni alla gru 2 (fune di sollevamento, carrello).
■ Caduta del carico.
La probabilità che si verifichi una collisione è più elevata, in quanto il gruista
della gru 1non riesce a vedere se il controbraccio della sua gru interferisce
con la fune di sollevamento della gru 2.
Misure per gru in servizio
1. Per evitare una collisione, una o entrambe gru devono essere dotate di
dispositivi limitatori dell’area di lavoro.
Sono indicati:
■ i limitatori del movimento di traslazione con interruttori di finecorsa,
■ i limitatori elettrici od elettronici,
■ i sistemi elettronici anticollisione.
Non sono indicati invece:
■ gli arresti meccanici,
■ solo provvedimenti organizzativi, ad es. istruzioni al gruista.
Misure per gru in servizio
2. I gruisti devono avere la possibilità di comunicare tra di loro per
evitare le collisioni, per esempio mediante una trombetta speciale, un
impianto interfono, un impianto ricetrasmittente indipendente etc
3. In questo caso non è consigliabile comandare da terra la gru tramite
radiocomando.
Il rischio è troppo grande che il gruista non si accorga della possibile
collisione tra la fune di sollevamento e il controbraccio.
Misure per gru fuori servizio
Bisogna accertarsi che il braccio della gru 1 non entri in contatto con il
gancio o le imbracature della gru 2. Pertanto, per quanto concerne la gru
più alta durante le pause di lavoro e al termine dei lavori occorre adottare le
seguenti misure:
1. sganciare il carico e l’imbracatura
2. sollevare il gancio
3. spostare il carrello come indicato dal costruttore
■ posizionarlo all’estremità interna (vale con quasi tutte le gru)
■ o esterna del braccio (ad es. sulle gru Wolff)
Riferimenti bibliografici

• http://cd494.mannelli.info/files/rischio_meccanico.pdf
• Altro materiale non riconducibile al titolare di diritti di autore

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