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Corso di Strumentazione e Automazione Industriale

Modulo 5.1 Normativa ATEX

Prof. Ing. Cesare Saccani


Prof. Ing. Augusto Bianchini
Dott. Ing. Marco Pellegrini

Department of Industrial Engineering (DIN) - University of Bologna


Viale Risorgimento 2, 40136, Bologna – Italy
Agenda

Generalità sulla normativa ATEX

Normativa ATEX: esempio applicativo

Strumentazione per area classificata ATEX

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La normativa ATEX
Quando una miscela è esplosiva?

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La normativa ATEX
Normativa ATEX

ATEX è il nome convenzionale che raggruppa due direttive dell'Unione Europea:

- 94/9/CE per la regolamentazione di apparecchiature destinate all'impiego in


zone a rischio di esplosione - la direttiva si rivolge ai costruttori di attrezzature
destinate all'impiego in aree con atmosfere potenzialmente esplosive e si
manifesta con l'obbligo di certificazione di questi prodotti;
- 99/92/CE per la sicurezza e la salute dei lavoratori in atmosfere esplosive - si
applica negli ambienti a rischio di esplosione, dove impianti ed attrezzature
certificate sono messe in esercizio ed è quindi rivolta agli utilizzatori.

Il nome deriva dalle parole ATmosphères ed EXplosibles.

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La normativa ATEX
Direttiva 99/92/CE

La direttiva è relativa alle prescrizioni minime per il miglioramento della tutela


della sicurezza e della salute dei lavoratori che possono essere esposti al
rischio di atmosfere esplosive definite come: “miscele con l'aria, a condizioni
atmosferiche, di sostanze infiammabili allo stato di gas, vapori, nebbie o polveri
in cui, dopo accensione, la combustione si propaga all'insieme della miscela
incombusta”.

La direttiva è stata recepita in Italia tramite il D.Lgs. 233/03 e successivo D.Lgs.


9 aprile 2008 n.81 (titolo XI).

Il datore di lavoro deve ripartire in zone le aree in cui possono formarsi


atmosfere esplosive. Per la determinazione del tipo di zona, della sua
estensione e dei suoi dati caratteristici dove sono o possono essere presenti
gas infiammabili si applica la norma EN 60079-10. La norma tecnica è quindi
cogente.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10

La procedura di classificazione delle aree, in linea generale, si può ricondurre ai


seguenti passi:
- individuazione delle sorgenti di emissione (SE);
- assegnazione del grado di emissione alle sorgenti;
- determinazione della portata di emissione del fluido in considerazione (gas,
vapore, liquido bassobollente o altobollente);
- calcolo del volume ipotetico di atmosfera potenzialmente esplosiva (Vz)
intorno ad ogni SE;
- calcolo della concentrazione media volumica (Xm%);
- valutazione del tempo di permanenza;
- determinazione del tipo di zona individuata;
- determinazione della forma della zona pericolosa;
- determinazione dell’estensione della zona pericolosa.
- inviluppo delle diverse zone pericolose individuate.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: definizione delle zone pericolose

Zona 0 - Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e


sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presente
continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente.
Nota: In generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’interno
di serbatoi, tubi e recipienti, ecc…

Zona 1 - Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una


miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si
presenti occasionalmente durante il funzionamento normale.

Zona 2 - Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da


una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia,
si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persiste
solo per un breve periodo.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Raccolta dati di progetto (dati del committente, cliente,


ubicazione, scopo del lavoro, schemi, etc...).

1° passo  Applicabilità della Norma.
 Definizione caratteristiche delle sostanze infiammabili
Dati del luogo e del  (nome, formula, parametri chimico‐fisici come massa molare
progetto (M), densità (ρ), limite inferiore esplodibilità (Lower Explosive
Limit, LEL), calore specifico a volume costante (cv), temperatura di
infiammabilità (Ti), …)
Definizione parametri di funzionamento del processo (come
temperatura T, pressione P, ...).
 Definizione degli ambienti e delle condizioni ambientali
(ambienti aperti o chiusi, con sistema/i di pressurizzazione o
inertizzazione, ventilazione, ...).

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Individuazione delle sorgenti di emissione SE e del loro grado


di emissione: grado continuo (emissione continua o per
lunghi periodi), primo grado (emissione periodica o
occasionale durante il funzionamento normale), secondo
2° passo grado (emissione non prevista durante il normale
funzionamento o che avviene solo raramente o per brevi
Per ogni ambiente periodi).
 Verifica della possibilità di eliminare o limitare quanto
più possibile la presenza di SE.

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Determinare la possibile emissione infiammabile e, se


3° passo possibile, eliminare o limitare il grado di emissione e le portate.

Per ciascuna sorgente   Verificare l’eventuale presenza di sistemi di ventilazione


di emissione SE artificiali locali o prevederli.
 Si prepara un elenco delle sorgenti di emissione.

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Si determina la portata di emissione Qg. Ad esempio, nel


caso di emissione di gas in singola fase si applica la formula
[f.GB.4.1‐2] (ex. GB.4.1.2), espressa in [kg/s].

4° passo (ultimo)

Calcolo delle emissioni 
potenziali e 
classificazione dei 
φ: rapporto critico del flusso (uguale a 1 per flusso turbolento, altrimenti
luoghi si calcola con l’equazione in basso a sinistra);
c: coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore, oppure 0.97 per valvole
di sfioro e sicurezza, 0.80 negli altri casi);
A: area della sorgente di emissione [m2];
M: massa molare della sostanza [kg/kmol];
P: pressione assoluta di processo [Pa]; Pa: pressione ambiente [Pa];
T: temperatura assoluta [K];
R: costante universale dei gas = 8.314 J/kmolK;
β: esponente che tiene conto della frazione molare, = (γ+1)/(γ-1);
γ: rapporto tra i calori specifici, = cp/cv. 11
La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Per distanza pericolosa dz si intende la distanza dalla SE a partire dalla quale la
concentrazione dei gas o vapori infiammabili nell’aria è inferiore a kdz*LELv.

 Si determina la distanza ‘’dz ‘’ in metri (formula [f.GB.5.1‐5a]).

4° passo (ultimo)
Qg: portata di emissione [kg/s], per il calcolo si veda slide precedente;
φ: rapporto critico (si veda slide precedente);
Calcolo delle emissioni  c: coefficiente di efflusso (fornito dal costruttore, oppure 0.97 per valvole
potenziali e  di sfioro e sicurezza, 0.80 negli altri casi);
classificazione dei  M: massa molare della sostanza [kg/kmol];
luoghi T: temperatura assoluta [K];
β: esponente che tiene conto della frazione molare (si veda slide
precedente);
γ: rapporto tra i calori specifici, = cp/cv;
kdz: safety factor (0.25-0.5 per fonti di emissione di grado continuo e
primo, 0.5-0.75 per grado secondo).
LELv: limite inferiore di esplodibilità in aria, espresso in % su volume. 12
La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Si stima la estensione effettiva «a» in metri della zona


pericolosa nella direzione di emissione e di più probabile
dispersione nell’atmosfera esplosiva .

Tale valore è almeno uguale a dz, ma preferibilmente maggiore.


4° passo (ultimo)
Tipicamente, il valore di dz viene arrotondato alla prima cifra
intera o addirittura ad una maggiorazione più significativa in
Calcolo delle emissioni 
caso di evidenti incertezze di calcolo (per esempio 1,2*dz).
potenziali e 
classificazione dei 
luoghi

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

Il grado di ventilazione è indicativo della quantità di aria di ventilazione che investe la SE


in rapporto alla quantità di sostanze infiammabili emesse nell’ambiente; questo rapporto
può essere tale da limitare in varia misura la presenza di atmosfera esplosiva e ridurre o
meno il tempo di persistenza della stessa al cessare dell’emissione. Sono stabiliti tre
gradi di ventilazione, alto (VH), medio (VM), basso (VL):

Grado di ventilazione alto (VH): quando la ventilazione è in grado di ridurre la


concentrazione in prossimità della SE in modo praticamente istantaneo, limitando la
concentrazione al di sotto del limite inferiore di esplodibilità (LEL).

Grado di ventilazione medio (VM): quando la ventilazione è in grado controllare la


concentrazione, determinando una zona limitata stabile, sebbene l’emissione sia in
corso, e dove l’atmosfera esplosiva per la presenza di gas non persista eccessivamente
dopo l’arresto dell’emissione.

Grado di ventilazione basso (VL): Quando la ventilazione non è in grado di controllare la


concentrazione mentre avviene l’emissione e/o non può prevenire la persistenza
eccessiva di un’atmosfera esplosiva dopo l’arresto dell’emissione.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose
Confronto la portata volumetrica di progetto con quella minima teorica necessaria a diluire
l’emissione: sulla base del confronto determino il grado di ventilazione.

 Si calcola la portata volumetrica di aria Qamin minima


teorica in m3/s necessaria per diluire l’emissione di sostanza
infiammabile con la equazione [f.5.10.3‐1].

4° passo (ultimo) ∙

Calcolo delle emissioni  Qg: portata di emissione [kg/s], per il calcolo si veda slide precedente;
potenziali e  Ta: temperatura ambiente [K];
classificazione dei  k: fattore di sicurezza applicato la LEL per la definizione della portata
minima di ventilazione (0.25 per fonti di emissione di grado continuo e
luoghi
primo, 0.5 per grado secondo).
LELv: limite inferiore di esplodibilità in aria, espresso in % su volume.

Attenzione: i valori di k non sono vincolanti! A seconda del grado di certezza dei dati a disposizione, il
tecnico preposto alla classificazione può assumere valori compresi tra 0,25-0,5 per il grado continuo e
primo e tra 0,5-0,75 per il grado secondo.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

L’efficacia di un sistema di ventilazione dipende oltre che dal grado anche dalla
disponibilità. La presenza di una ventilazione VH potrebbe, infatti, essere vanificata dalla
su scarsa disponibilità (es. un ventilatore guasto). Anche in questo caso la norma CEI EN
60079-10-1 fornisce alcune definizioni:

Ventilazione buona: quando la ventilazione è presente con continuità.

Ventilazione adeguata: quando la ventilazione è presente durante il normale


funzionamento ma dove sono ammesse interruzioni poco frequenti e comunque di breve
durata.

Ventilazione scarsa: quando la ventilazione non è in grado di soddisfare i requisiti per


essere considerata buona o adeguata ma dove comunque non sono previsti interruzioni
di lunga durata.

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

Valutazione semplificata fornita dalla norma: le relazioni di calcolo sono molto


complesse e dipendono da molteplici fattori.

«+» significa circondato da;


«NE» indica una zona di
estensione trascurabile;

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

 Definizione dei tipi di zone (0,1,2) di pericolo originate dalle


singole SE (in funzione dell’analisi delle SE e della ventilazione).
 Determinazione delle estensione di tutte le zone pericolose
originate dalle singole emissione (forme e dimensione).
4° passo (ultimo)  Individuazione delle aperture verso zone esterne interessate da 
zone pericolose.
Calcolo delle emissioni   Valutare l’adozione di misure tecniche e/o organizzative per
potenziali e  ridurre il pericolo d’esplosione.
classificazione dei 
 Eseguire l’inviluppo delle zone di pericolo originate dalle
luoghi
singole SE.
 Preparazione della classificazione preliminare dei luoghi, ivi 
inclusi i requisiti per i prodotti installabili nei luoghi suddetti.

N.B: il certificatore utilizza software dedicati per i calcoli e per la redazione della
relazione di classificazione.
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10 – esempi estratti dalla norma
Stima delle dimensioni dei fori di emissione derivanti da guasti: la norma
definisce dei valori in base alla tipologia di elemento oggetto della rottura.
Tipologia di elemento Dimensione foro di emissione Nota

Flangia con guarnizione in Spessore di 1 mm Foro lungo quanto la sezione della guarnizione tra
fibra compressa due fori di serraggio. Guasto grave (mancata
manutenzione).
2,5 mm2 Se prevista attenta manutenzione.

Flangia con guarnizione Spessore di 0,5 mm Foro lungo quanto la sezione della guarnizione tra
spirometallica due fori di serraggio. Guasto grave (mancata
manutenzione).
0,25 mm2 Se prevista attenta manutenzione.

Flangia con giunto ad anello 0,5 mm2 Guasto grave (mancata manutenzione).
metallo su metallo (ring joint)
0,1 mm2 Se prevista attenta manutenzione.

Guarnizione spirometalica Ring Joint

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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10
esempi estratti dalla norma

Emissioni strutturali:
dati statistici.
Emissioni strutturali sono
quelle che possono
avvenire durante l’attività
dell’impianto dai punti di
discontinuità dei
componenti del sistema
di contenimento delle
sostanze infiammabili,
quali ad esempio le
flange sulle tubazioni, le
giunzioni tra parti di
apparecchi e macchine,
gli sfiati di valvole di
sicurezza, di sfioro e
simili chiuse, …
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La normativa ATEX
Normativa EN 60079-10
esempi estratti dalla
norma

Emissioni strutturali:
dati statistici.

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Agenda

Generalità sulla normativa ATEX

Normativa ATEX: esempio applicativo

Strumentazione per area classificata ATEX

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HENERGIA: Impianto idrogeno
HENERGIA – Laboratorio Fossil Fuel Free

Impianti fotovoltaici
Solar cooling
Idrogeno: elettrolisi, compressione e PEM fuel cell
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Impianto idrogeno: Process Flow Diagram

Acqua demineralizzata Acqua raffreddamento

Energia elettrica Energia elettrica

Riduttore
H2 pressione
Elettrolizzatore Compressore Fuel cell

Stoccaggio Stoccaggio
O2 Bassa Energia elettrica Alta Vapor d’acqua
pressione pressione

26
Impianto idrogeno: i locali

27
Impianto idrogeno: descrizione locali
Il locale di produzione e utilizzo dell’idrogeno (container 2) è costituito da un
container di 20 m3 circa, contenente:

- n.1 dissociatore elettrolitico (elettrolizzatore), utilizzato per la produzione di


idrogeno con portata regolata a 1 Nm3/h;
- n.3 fuel cell da 1 kW ciascuna;
- tubazioni, valvole di intercettazione, strumentazione di misura e connessioni
realizzate con tecnologia di marca Swagelok (in figura);
- impianto di aspirazione: all’esterno del container è presente una tubazione
centrale in alto per l’estrazione dell’aria e 4 ingressi di mandata in basso. La
tubazione di estrazione è collegata a n.2 ventilatori di estrazione in parallelo
(uno di riserva all’altro) di portata pari a 2.000 m3/h ciascuno.
All’interno del container si considera una ventilazione artificiale garantita con
continuità (disponibilità BUONA).

Swagelok
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Impianto idrogeno: descrizione locali
Il locale di compressione dell’idrogeno (container 1) è costituito da un container
di 20 m3 circa, contenente:

- compressore idrogeno;
- tubazioni, valvole di intercettazione, strumentazione di misura e connessioni
realizzate con tecnologia di marca Swagelok;
- impianto di aspirazione: all’esterno del container è presente una tubazione
centrale in alto per l’estrazione dell’aria e 2 ingressi di mandata in basso. La
tubazione di estrazione è collegata a n.2 ventilatori di estrazione in parallelo
(uno di riserva all’altro) di portata pari a 4.000 m3/h ciascuno.
All’interno del container si considera una ventilazione artificiale garantita con
continuità (disponibilità BUONA).
N.B. La quantificazione delle portate di ventilazione
viene determinata per tentativi, ovvero si verifica
qual è la classificazione risultante per un
determinato ambiente in presenza di una
determinata ventilazione, e si verifica che il tipo di
classificazione raggiunga quella desiderata. Se la
classificazione non è soddisfacente (ad esempio,
Zona 0), occorre incrementare la portata di
ventilazione.
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Impianto idrogeno: descrizione locali
RICORDIAMO LA SLIDE 17:
Normativa EN 60079-10: processo classificazione delle zone pericolose

Valutazione semplificata fornita dalla norma: le relazioni di calcolo sono molto


complesse e dipendono da molteplici fattori.
«+» significa circondato da;
«NE» indica una zona di
estensione trascurabile;

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Impianto idrogeno: descrizione locali
Nelle aree esterne prossime al laboratorio
sono posizionati i corpi tecnici e le tubazioni a
servizio del laboratorio stesso. Tra questi si
citano:

- n.2 serbatoi di accumulo dell’idrogeno di


cui:
‣ n. 1 serbatoio da 83 litri e pressione
di esercizio di 35 bar;
‣ n. 1 serbatoio da 270 litri e pressione
di esercizio di 5 bar;
- valvole e giunzioni filettate di connessione
sulle tubazioni di trasporto idrogeno ad alta
e bassa pressione;
- n.1 bombola di idrogeno da 14 litri a 200 bar
con riduttore a 3,5 bar;
- sfiati di idrogeno e ossigeno posizionati
come in lay-out item esterni.
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Classificazione ATEX HENERGIA
Classificazione ATEX HENERGIA – identificazione sorgenti e grado di emissione

I gradi delle emissioni delle singole SE


sono stabiliti sulla base delle definizioni
della CEI EN 60079-10 e qui elencati in
ordine decrescente di probabilità
(frequenza e durata) di emissione
nell’ambiente della sostanza infiammabile.

Emissione di grado continuo (emissione


continua o per lunghi periodi),

Emissione di grado primo (emissione


periodica o occasionale durante il
funzionamento normale),

Emissione di grado secondo (emissione non


prevista durante il normale funzionamento o
che avviene solo raramente o per brevi periodi).

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Classificazione ATEX HENERGIA
RICORIDAMO LA SLIDE 7:
Normativa EN 60079-10: definizione delle zone pericolose

Zona 0 - Luogo in cui un’atmosfera esplosiva costituita da una miscela di aria e


sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia è presente
continuamente, o per lunghi periodi, o frequentemente.
Nota: In generale, dette condizioni, quando si presentano, interessano l’interno
di serbatoi, tubi e recipienti, ecc…

Zona 1 - Luogo in cui è probabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da una


miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia, si
presenti occasionalmente durante il funzionamento normale.

Zona 2 - Luogo in cui è improbabile che un’atmosfera esplosiva, costituita da


una miscela di aria e sostanze infiammabili sotto forma di gas, vapore o nebbia,
si presenti durante il normale funzionamento, ma che, se si presenta, persiste
solo per un breve periodo.
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Classificazione ATEX HENERGIA
Classificazione ATEX HENERGIA – classificazione dei luoghi

Medio

34
Classificazione ATEX HENERGIA
Classificazione ATEX HENERGIA – classificazione dei luoghi

35
Impianto idrogeno: impatto della sicurezza
Energia
Elettrolizzatore O2
elettrica
Lavaggio con azoto –
Acqua H2 Azoto
inertizzazione linee
demineralizzata Filtro
DEOXO
Acqua raffreddamento

Filtro Bassa
Essicatore pressione
Ventilazione
forzata con
ambiente in Energia
depressione – Compressore
elettrica
doppio
ventilatore Sensore
idrogeno Alta
pressione
Vapor d’acqua
Fuel cell
Energia
elettrica
Sensore
Serbatoi
idrogeno
esterni
Container 1 Container 2

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Agenda

Generalità sulla normativa ATEX

Normativa ATEX: esempio applicativo

Apparecchiature per area classificata ATEX

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Apparecchiature per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

La direttiva ATEX prodotti 94/9CE si applica a tutti i prodotti, elettrici e


meccanici, destinati ai luoghi con pericolo di esplosione e si colloca tra le
direttive che consentono la libera circolazione delle merci e definiscono i
requisiti essenziali in materia di sicurezza dei prodotti che vi ricadono. In
particolare, la direttiva definisce le categorie dei prodotti e le caratteristiche che
devono soddisfare per essere installati nei luoghi ove esista un pericolo
d’esplosione; descrive inoltre le procedure da seguire per ottenere la
conformità.

Il campo d’applicazione della Direttiva si estende anche a dispositivi di


sicurezza, di controllo e di regolazione che sono installati al di fuori dell’area
potenzialmente esplosiva, ma da cui dipende la sicurezza dei prodotti installati
in atmosfera esplosiva.

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Apparecchiature per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

Ai sensi della Direttiva 94/9/CE, per apparecchi si intendono «le macchine, i


materiali, i dispositivi fissi o mobili, gli organi di comando e relativa
strumentazione, nonché i sistemi di rilevazione o di prevenzione che, da soli o
combinati, sono destinati alla produzione, al trasporto, al deposito, alla
misurazione, alla regolazione e alla conversione di energia e/o alla
trasformazione di materiale e che sono in grado di provocare un’esplosione
tramite le proprie potenziali sorgenti di innesco».

Se un apparecchio non elettrico possiede una sorgente potenziale di innesco,


questo è spesso dovuto alla presenza di parti in movimento che possono
provocare un rischio di innesco potenziale derivante da superfici calde o da
scintille da attrito. Ne sono esempi: ingranaggi, ventilatori, pompe, compressori,
miscelatori, freni, etc... Gli apparecchi meccanici di questo tipo necessitano
solitamente di collegamento a una fonte di energia, come ad esempio un motore
elettrico. Se vengono immessi insieme sul mercato in questa forma, essi
possono costituire un assieme.
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Apparecchiature per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

La Direttiva 94/9/CE effettua una prima distinzione in base al luogo di utilizzo


con la suddivisione in due gruppi:

- Gruppo I: prodotti da utilizzarsi in miniere grisutose.


- Gruppo II: prodotti da utilizzarsi in superficie.

La Direttiva 94/9/CE classifica poi i prodotti in categorie, in relazione al livello di


protezione e in funzione del grado di pericolosità dell’ambiente dove questi
saranno inseriti. Per i prodotti di gruppo I sono previste due categorie:

Categoria Nota
Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un
M1
livello di protezione molto elevato.
GRUPPO I
Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un
M2 livello di protezione elevato; devono poter essere messi fuori
tensione in presenza del gas.

40
Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

Per gli apparecchi di superficie (gruppo II) esistono tre categorie, in funzione del
livello di protezione richiesto, ovvero alla classificazione della zona di utilizzo.
Nel caso di impiego in ambienti con gas la categoria è individuata con la lettera
G, nel caso di polveri con la lettera D, nel caso di gas e polveri GD.
Categoria Nota
Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un
1 (G,D,GD)
livello di protezione molto elevato.
GRUPPO II Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un
2 (G,D,GD)
livello di protezione elevato.
Apparecchi o sistemi di protezione che garantiscono un
3 (G,D,GD)
livello di protezione normale.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

42
Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti

Tutte le apparecchiature elettriche di categoria 1 e categoria 2 devono essere


obbligatoriamente certificate presso Organismi Notificati ATEX, anche Notified
Body, ovvero gli Organismi ai quali l’autorità nazionale ha affidato il compito di
effettuare la verifica della conformità alla direttiva (in Italia ricordiamo, ad
esempio: IMQ, CESI, ICEPI, TUV, ...). Per le aziende che producono apparecchi
elettrici di categoria 1 e di categoria 2 è obbligatoria anche la notifica e la
sorveglianza del sistema di qualità aziendale.

Per tutte le apparecchiature di categoria 3 è prevista l’autocertificazione,


coerentemente con il controllo di fabbricazione interno (ad esempio, ISO 9001).
Il ricorso a organismi notificati ATEX è quindi, in questo caso, facoltativa.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

I modi di protezione sono delle tecniche che ci vengono messe a disposizione


dalla norma. Queste tecniche “giocano” sul fatto che, togliendo anche solo uno
degli elementi che concorrono al verificarsi di un evento esplosivo, lo stesso
non si può verificare.

Limitando, quindi, il potenziale di innesco (sicurezza intrinseca) e la produzione


di energia sotto forma di calore (sicurezza aumentata, sicurezza costruttiva),
togliendo il combustibile (pressurizzazione, immersione in liquido,
incapsulamento), oppure contenendo l’esplosione (custodie a tenuta di fiamma),
si raggiunge lo scopo di minimizzare il rischio esplosione.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

Custodia a prova di esplosione (per aree classificate 1 o 2) – sigla Ex d

I componenti elettrici che possono accendere un’atmosfera esplosiva sono


racchiusi in custodie in grado di resistere alla pressione dell’esplosione
dell’atmosfera esplosiva (5-12 bar), formatisi all’interno per la penetrazione di un
gas o vapore infiammabile (tenuta alla pressione); la custodia deve inoltre
impedire la trasmissione dell’esplosione all’atmosfera esterna (tenuta alla
fiamma).

Da applicarsi su apparecchiature elettriche varie che, in servizio normale, danno


luogo a scintille o sovratemperature: interruttori, sezionatori, lampade, unità di
comando, controllo e segnalazione, motori, trasformatori MT/BT,
strumentazione, ecc…

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

Sovrappressione interna (per aree classificate 1 o 2) – Sigla Ex p

Consiste nell’introdurre un gas di protezione nella custodia per mantenerla in


sovrappressione rispetto all’atmosfera esterna, impedendo la formazione di
atmosfera esplosiva all’interno della custodia stessa. Il gas di protezione può
essere costituito da aria oppure da gas inerte, per esempio azoto; in caso di
mancanza della sovrappressione l’unità di controllo procede con l’arresto o
allarme dell’apparecchiatura pressurizzata. La tecnica della sovrappressione
interna può essere applicata, sostanzialmente con le stesse caratteristiche,
anche alle apparecchiature per polveri applicando la norma specifica.

Si applica a trasformatori MT/BT, grandi macchine elettriche, quadri di


automazione e strumentazione, sistemi di controllo processi industriali (gas
cromatografi, analizzatori), cabine di analisi e locali pressurizzati.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

Protezione a sicurezza aumentata (per aree classificate 1 o 2) – Sigla Ex e

Questa protezione si applica alle apparecchiature elettriche che non producono


archi, scintille, o temperature pericolose nel funzionamento ordinario
(costruzioni non scintillanti). Sono applicate misure complementari di
protezione, al fine di fornire una sicurezza aumentata con elevato coefficiente di
sicurezza, che devono impedire la formazione di archi o scintille, o la possibilità
di temperature tali da innescare la miscela esplosiva; questo obiettivo è basato
su un generale sovradimensionamento, sia dei materiali isolanti, sia delle parti
elettriche attive rispetto alle costruzioni elettriche di normale produzione
industriale, già di per sé non innescanti.

Si applica su materiale impiantistico come custodie con morsetti, elettromagneti


e bobine, motori e generatori, lampade, batterie, riscaldatori elettrici a
resistenza.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: modi di protezione

Sicurezza intrinseca (per aree classificate 0,1, 2) – Sigla Ex i

La sicurezza intrinseca sfrutta il principio della limitazione energetica. In un


circuito a sicurezza intrinseca nessuna scintilla o effetto termico, in condizioni
normali e condizioni di guasto specificate dalla norma, è in grado di provocare
l’accensione di una data miscela esplosiva, in funzione del gruppo di gas. Ciò è
possibile se le caratteristiche del circuito e dei suoi componenti sono tali da
limitare l’energia accumulata e rilasciata dal circuito stesso.

La sicurezza intrinseca si applica alla strumentazione di misura, di controllo e di


regolazione utilizzabile nei processi industriali, sistemi di telecomunicazione e
apparecchiature portatili.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: classe di temperatura

La classe di temperatura identificata per i prodotti del gruppo II è la massima


temperatura che può raggiungere la costruzione elettrica.

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: grado di protezione degli involucri

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Strumentazione per area classificata ATEX
La direttiva ATEX prodotti: grado di protezione degli involucri

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