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IL RISCHIO INCENDIO

Nello spirito del D. Lgs. 81/2oo8, con riferimento all'insieme della normativa
antincendio e al Decreto Ministeriale 1o marzo 1998 che stabilisce i "Criteri
generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei
luoghi di lavoro", affrontiamo il problema della prevenzione e della
valutazione dei rischi di incendio. Considerando:
il generico pericolo di incendio come propriet intrinseca di materiali,
attrezzature, metodologie e pratiche di lavoro e di utilizzo di un determinato
ambiente, che siano potenzialmente in grado di causare, innescare, propagare
un incendio;
lo specifico rischio di incendio come la probabilit che sia raggiunto il livello
potenziale di innesco
dell'incendio e che si verifichino conseguenze dell'incendio sulle persone
presenti;
si procede alla descrizione di come proteggersi in modo attivo e passivo dal
rischio incendio.
Sono descritti i vari aspetti della prevenzione, Ie tecniche per rilevare e
riconoscere gli incendi, Ie
attrezzature e le tecniche per estinguerli. In particolare si descrive il
procedimento da seguire per
effettuare una corretta valutazione del rischio incendio in un luogo di lavoro.
Prevenire gli incendi
La vita di ogni giorno caratterizzata dall'utilizzo del fuoco: fornelli, accendini,
caldaie e stufe per riscaldamento, motori a scoppio delle macchine.
In molti ambienti di lavoro industriali e artigianali vi la presenza di fiamme
libere e molte attivit lavorative ne prevedono I'impiego diretto da parte del
lavoratore.
Cos'e esattamente un incendio?
Si deve innanzitutto capire il fenomeno della combustione: una relazione
chimica fra due sostanze
che produce calore ad alta temperatura.
Le sostanze in gioco sono definite:
combustibile (sostanza solida, liquida o gassosa);
comburente (normalmente I'ossigeno presente nell'aria).

Quando una determinata quantit di combustibile e comburente vengono a


contatto a una temperatura sufficientemente elevata, pu verificarsi I'innesco,
cio una sorgente di energia sufficiente pu dare inizio alla reazione di
combustione e quindi all'incendio.
II concetto simbolicamente ben riassunto dalla nota schematizzazione del
triangolo del fuoco.
L'incendio si definisce, quindi, come una reazione chimica incontrollata, che
comporta ossidazione e degrado termico del materiale coinvolto (combustibile
e comburente) con forte sviluppo di energia termica ed energia luminosa.
Oltre all'energia vengono sprigionati scarti di combustione solidi (fuliggini) e
gassosi (fumi).
La fiamma dunque una combinazione di energia termica ed energia luminosa.
L'energia termica si diffonde sotto forma di calore per convezione (trasportata
dalla fiamma e dai fumi caldi), per conduzione (trasmissione di energia tra
superfici in contatto) e irraggiamento.
II rischio di incendio si manifesta quando si perde il controllo del fuoco, della
sua sorgente, della sua possibilit di propagazione.
Vi sono materiali e sostanze che sono intrinsecamente pericolose, capaci di
innescare o condurre un incendio; vi sono macchine che in caso di guasto o
semplice malfunzionamento (ad esempio in condizioni di sovraccarico) possono
surriscaldarsi fino a generare fenomeni di autocombustione; vi poi la
possibilit che a provocare I'incendio sia I'imperizia umana, con comportamenti
non corretti da parte di chi si trova a maneggiare Ie fonti di rischio; vi sono
cause per cos dire esterne come la fulminazione che da origine a incendi
spontanei, oppure provocati dall'azione di piromani.
La prevenzione degli incendi
II rischio incendio si controlla attraverso la prevenzione; la prevenzione degli
incendi si basa sulla progettazione e sulla messa in opera di elementi di
protezione passiva e di protezione attiva.
La protezione passiva serve per difendere gli ambienti e Ie strutture dagli
effetti diretti e indiretti del fuoco, per ridurre Ie probabilit di innesco e di
propagazione delle fiamme mediante scelte progettuali, impiego di materiali,
definizione di vie di fuga e piani di evacuazione o di gestione dell'emergenza
antincendio.
La protezione attiva si basa, invece, su veri e propri interventi per
ostacolare il propagarsi ed estinguere I'incendio, o almeno per limitarne gli
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effetti dannosi; si serve di impianti per la rilevazione di calore o fumo, impianti


di estrazione forzata dell'aria, impianti di spegnimento.
Un utile meccanismo di prevenzione degli incendi rappresentato dalla
conoscenza delle caratteristiche di pericolosit delle sostanze esplosive,
infiammabili, combustibili e comburenti, ovvero di quelle sostanze che possono
a diverso titolo partecipare al fenomeno della combustione, dell'innesco o della
propagazione di un incendio.
Le caratteristiche di pericolosit di queste sostanze sono definite mediante
pittogrammi su sfondo arancione. Per capire la disponibilit di un certo
ambiente nei confronti del rischio incendio si deve calcolare il carico
d'incendio.

II carico d'incendio
II carico d'incendio (potenziale termico) di un locale il numero massimo di
calorie che si potrebbero sviluppare se bruciassero tutti i materiali combustibili
presenti nel sopradetto locale, compresi i rivestimenti di pareti, pavimenti e
soffitti; esso viene determinato considerando Ie condizioni pi gravose a cui il
locale pu essere sottoposto, secondo quanto dichiarato dal proprietario o dal
titolare dell'attivit.
Secondo i criteri progettuali di protezione attiva si deve pertanto:
ridurre al minimo il carico d'incendio;
compartimentare (cio suddividere) I'ambiente in pi sottoambienti autonomi
e separati da strutture (pareti, porte) con adeguata resistenza al fuoco;
scegliere materiali di arredamento (mobili, scaffalature, tappezzeria,
moquette) non combustibili o poco combustibili;
definire e mantenere sgombri all'interno dell'ambiente di lavoro percorsi di
esodo verso luoghi
sicuri;
segnalare, mediante opportuni cartelli, i percorsi di esodo, Ie uscite principali
e secondarie e Ie
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posizioni dove sono collocati i mezzi di estinzione;


conservare in quantit opportune e luoghi separati i prodotti infiammabili e/o
combustibili
Secondo i criteri progettuali di protezione passiva si deve pertanto:
installare un numero sufficiente di impianti e apparecchi per I'estinzione
(idranti fissi, estintori
manuali);
installare un impianto di rilevazione e segnalazione automatica basato su un
sistema di sensori
per il calore e per la presenza di fumi;
installare un impianto di estrazione dei fumi (naturale o forzato).
La compartimentazione serve per impedire la propagazione dell'incendio
all'interno di un edificio,
isolando i locali eventualmente colpiti, e proteggendo Ie altre zone. In
particolare si cerca di compartimentare gli ambienti maggiormente a rischio,
perch contenenti materiali con particolari caratteristiche di pericolo (incendio,
esplosione) o perch possibili sedi di affollamento di persone.
Con la sigla REI si indica il valore di resistenza al fuoco di una struttura. Tale
sigla viene fatta seguire da un numero che rappresenta i minuti che devono
intercorrere dall'istante di accensione del fuoco prima che questa bruci.
La resistenza al fuoco di pareti, porte e altri elementi strutturali, rappresenta la
capacit di conservare per un certo periodo di tempo, Ie caratteristiche di
stabilit, tenuta e isolamento termico.
Stabilit = mantenimento della resistenza meccanica in caso di incendio.
Tenuta = impermeabilit nei confronti di fiamme, vapori o gas.
Isolamento termico = impermeabilit nei confronti del calore.
Rilevare gli incendi
Un incendio tanto pi controllabile quanto pi rapida la sua rilevazione e
quanto pi sollecito
I'intervento. I sistemi di rilevazione automatica rilevano la presenza di un
incendio fin dal suo primo insorgere e lo segnalano a distanza:
per avvertire il personale addetto alla sorveglianza o, direttamente, alla pi
vicina stazione dei Vigili del Fuoco (VV. F.);
per azionare gli eventuali sistemi di spegnimento automatici.
Un sistema di rilevazione automatica basato su:
un insieme di sensori (rilevatori di calore o di fumo) posizionati in modo
opportuno nei vari locali
una centralina di controllo dove i segnali di controllo vengono convogllati,
elaborati e ritrasmessi verso gli incaricati dell'intervento;
i dispositivi di segnalazione acustica e visiva (lampeggianti e sirene) per
comunicare lo stato di allarme nell'area interessata dall'incendio e in quelle
vicine;
gli opportuni collegamenti tra sensori, centralina e dispositivi.

Spegnere gli incendi


I sistemi per I'estinzione degli incendi possono essere:
fissi o portatili;
automatici o manuali.
Le azioni che portano all'estinzione di un incendio sono di tre tipi,
corrispondenti ai tre elementi che costituiscono il triangolo del fuoco:
raffreddamento, soffocamento, separazione.
Di seguito sono riportate in forma schematica Ie azioni da compiere per ciascun
tipo ed alcuni esempi.

Gli sprinkler (impianti fissi di estinzione a pioggia) sono costituiti da un


insieme di erogatori, opportunamente distribuiti sull'area a rischio, che entrano
in funzione automaticamente al primo svilupparsi dell'incendio.
Gli erogatori spargono I'acqua (o I'altro liquido estinguente) in modo omogeneo
o in modo controllato da un sistema di monitoraggio, che prevede la
localizzazione dell'incendio.
Gli idranti possono essere: a muro o a colonna (sopra e sottosuolo). Sono
collegati alla rete idrica, hanno attacco unificato e valvola di intercettazione
con apertura manuale. Nelle zone con pericolo di gelo si usano idranti a
colonna di ghisa. Un'alternativa delle stesso tipo sono le lance a getto pieno e i
naspi, che hanno diametro minore e possono sopportare maggiore pressione.

Gli estintori sono i mezzi di primo intervento pi diffusi, in particolare per


spegnere un incendio al suo primo stadio; ne esistono di diverso tipo in
funzione della tipologia di incendio prevista:

Gli estintori devono seguire particolari norme costruttive e sono soggetti a


manutenzione periodicit semestrale.
Valutare i rischi di incendio dei luoghi di lavoro
La valutazione del rischio di incendio riveste una particolare importanza per la
sicurezza degli ambienti di lavoro, al punto da aver richiesto la promulgazione
di uno specifico decreto ministeriale (1o marzo 1998) "Criteri generali di
sicurezza antincendio e per la gestione dell'emergenza nei luoghi di
lavoro".
A questa decreto fa riferimento il D. Lgs. 81/2oo8 per Ie parti riguardanti la
lotta antincendio.
La valutazione del rischio di incendio tiene conto:
del tipo di attivit;
dei materiali immagazzinati e manipolati;
delle attrezzature presenti nei luoghi di lavoro compresi gli arredi;
delle caratteristiche dei luoghi di lavoro compresi i materiali di rivestimento;
delle dimensioni e dell'articolazione dell'ambiente di lavoro;
del numero di persone presenti, siano esse lavoratori o altre persone diverse
e della loro prontezza ad allontanarsi in caso di emergenza.
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Si classifica iI Iivello di rischio incendio in tre livelli:


Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso
Contengono sostanze poco o per niente infiammabili e i locali hanno
caratteristiche di scarsa possibilit di innesco e propagazione
dell'incendio.
Luoghi di lavoro a rischio di incendio basso medio
Sono locali con sostanze infiammabili e possibilit di sviluppo di incendi,
ma scarsa possibilit di propagazione.
Luoghi di lavoro a rischio di incendio alto
Sono locali con sostanze infiammabili e facilit di sviluppo e
propagazione di incendi.
La prima operazione da compiere per valutare il rischio d'incendio di
un'azienda o di un edificio lindividuazione dei diversi sottoambienti, che
possono avere una caratteristica tale da comportare
una possibilit di innesco o di propagazione dell'incendio. La prima analisi che
si deve compiere e di tipo strutturale.
Si pu quindi procedere alla valutazione dei rischi di incendio che si articola
nelle seguenti fasi

Si determina cos iI Iivello di rischio di un ambiente. II procedimento di


valutazione pu essere riassunto nella scheda riportata nella seguente tabella.

Quella che segue una tabella riepilogativa degli adempimenti connessi alla
valutazione del rischio
incendio.

Piano di emergenza ed evacuazione per incendio


Il piano di emergenza ed evacuazione in caso di incendio prevede in
dettaglio Ie seguenti misure.
Il lavoratore che per primo rileva un principio di incendio deve immediatamente
darne notizia all'addetto, appositamente nominato e facente parte della
squadra antincendio, comunicando nel contempo I'entit dell'incendio
medesimo. Durante questa fase, il lavoratore dovr informare tutti i colleghi
che incontrer sul suo cammino relativamente al luogo dell'incendio,
impedendo in tal modo che possano avvicinarsi alla zona di pericolo. Laddetto
della squadra antincendio, appena informato e relativamente alle notizie avute,
pu a suo giudizio recarsi sul luogo dell'incendio e con un estintore portatile
estinguere il principio di incendio.
Nel caso in cui questo non sia possibile, data I'entit del pericolo, l'addetto
deve immediatamente far allontanare dal luogo di pericolo i lavoratori
interessati radunandoli, senza dar luogo a
motivi di panico, in luogo sicuro, seguendo Ie indicazioni della segnaletica
relativa alle vie di fuga ed alle uscite di sicurezza.
AI momento in cui tutti i lavoratori saranno in luogo sicuro, I'addetto
dovr telefonare ai Vigili del
fuoco, usando il numero telefonico riportato in prossimit dei telefoni di
servizio; in nessun caso dovr tentare I'estinzione del fuoco, qualora ci
possa mettere in pericolo la sua e I'altrui incolumit personale.
Piano attuativo di prevenzione incendi
Nel rispetto di quanto previsto dal D. Lgs. 81/2oo8 e della normativa di
prevenzione incendi, I'azienda deve cercare di mettere in atto tutti i
provvedimenti per ridurre al minimo il pericolo di incendio.
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Di seguito riportato un esempio di piano attuativo relativo alla prevenzione


incendi, la cui gestione e cura affidata al responsabile del servizio di
prevenzione e protezione dal datore di lavoro, dopo che tutti i dipendenti ne
abbiano presa visione

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