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INDICE

Pag.
2

INTRODUZIONE
Cap. 01: L'ARIA E L'ATMOSFERA
1.1 Composizione dell'aria
1.2 La pressione atmosferica
1.3 Unit di misura della pressione
1.4 Unit di misura della portata
1.5 Umidit dell'aria

3
3
4
5
6
7

Cap. 02: PRODUZIONE DELLARIA COMPRESSA


2.1 Centrale di compressione
2.2 I Compressori
2.3 Impianto di produzione aria compressa
2.4 Rete di distribuzione
2.5 Raccordi, Tubi e Giunti rapidi

10
10
10
14
16
21

Cap. 03: TRATTAMENTO ED UTILIZZAZIONE DELL'ARIA COMPRESSA


3.1 Generalit
3.2 I Filtri
3.3 I Regolatori di pressione
3.4 I Lubrificatori
3.5 Gruppi di condizionamento F.R.L.

24
24
24
27
31
32

Cap. 04: ATTUATORI PNEUMATICI


4.1 Generalit
4.2 I Cilindri lineari
4.3 Elementi di Tenuta
4.4 Dimensionamento dei cilindri
4.5 Cilindri per applicazioni speciali

36
36
36
42
44
49

Cap. 05: VALVOLE PNEUMATICHE


5.1 Valvole direzionali
5.2 Tipologie costruttive
5.3 I Comandi delle valvole
5.4 Valvole ausiliarie

52
52
54
58
59

Cap. 06: CIRCUITI PNEUMATICI


6.1 Circuiti elementari
6.2 Schemi funzionali e schemi topografici
6.3 Circuiti ausiliari
6.4 Circuiti complessi

62
62
67
75
78

Cap. 07: CIRCUITI ELETTROPNEUMATICI


7.1 Valvole direzionali
7.2 Circuiti complessi

85
85
87

Cap. 08: COMPONENTI PER IL VUOTO


8.1 Pompe per il vuoto
8.2 Ventose

90
90
91

APPENDICE A: UNITA' DI MISURA DEL SISTEMA INTERNAZIONALE "SI"

93

INTRODUZIONE
La "pneumatica" si interessa dell'utilizzo dell'aria compressa per applicazioni pratiche.
L'aria atmosferica un ottimo agente d'immagazzinamento e di trasmissione d'energia.
Con la compressione e l'espansione della stessa si possono azionare automatismi e
telecomandi.
La diffusione massiccia dell'automazione, l'applicazione dell'informatica, la rivoluzione
della robotica non hanno minimamente intaccato il ruolo applicativo della pneumatica. La
rapidit degli azionamenti, la leggerezza dei componenti, l'affidabilit e la lunga durata
sono fattori difficilmente ottenibili nella stessa misura con altre tecnologie. Il connubio con
l'elettronica, oggi in atto, consente all'automazione pneumatica, di ottenere risultati che
solo pochi anni fa erano impensabili.
La tecnologia pneumatica, oggigiorno, non pi rappresentata solo dal cilindro e dalla
relativa valvola di comando, ma qualcosa di pi complesso che dispone degli attuatori
pi versatili, di sensori precisi ed affidabili, di unit di governo periferiche e centrali, di
sofisticati sistemi di interfacciamento. Di fatto, l'automazione pneumatica, in grado di
soddisfare una gran parte delle necessit che si presentano, in alcuni casi addirittura
insostituibile, basti pensare alle lavorazioni in ambienti antideflagranti. E bench ogni
applicazione sia differente, tutte si basano sugli stessi principi ed oggi disponibile una
vasta gamma di elementi pneumatici in grado di soddisfare qualsiasi esigenza.
Tra i pi importanti e frequenti impieghi si possono citare:
LINEE E CATENE DI MONTAGGIO: avvitatori, ribaditori e altri attrezzi pneumatici;
assemblaggi di parti meccaniche.
MACCHINE UTENSILI: alimentazione pezzi e lavorazione automatiche.
IMBALLAGGI: cicli di dosatura e confezionamento.
MACCHINE ALIMENTARI E PER IMBOTTIGLIAMENTO: macchine automatiche e
controllo livelli.
FONDERIE: impianti di formatura e sformatura, rovesciamento di siviere.
Ovunque sia necessario eseguire automaticamente un movimento facile trovare la
pneumatica. Altre ragioni del crescente impiego delle automazioni pneumatiche sono
dovute al limitato costo dell'investimento, all'elevata affidabilit, al fatto che con esse si
possono ottenere notevoli risparmi di tempo e quindi maggiore produzione, minore costo e
migliore qualit del prodotto. Non si deve pensare che il minore costo di produzione sia
dovuto al basso costo dell'aria compressa. In realt comprimere l'aria un'operazione
costosa, ma con essa si possono effettuare lavori che se fossero espletati in altri modi (ad
esempio con manodopera) risulterebbero molto pi costosi.
Se si considera la struttura di una moderna apparecchiatura automatica facile constatare
come coesistano elementi e componenti di natura diversa: elettrica, meccanica,
pneumatica, oleodinamica. E' in questo contesto che la pneumatica trova una sua
collocazione ed il suo motivo di sviluppo, perch ognuna delle varie tecnologie offre
determinati vantaggi che la rendono idonea per certe applicazioni e certi servizi pi di
altre. Questo spiega perch, pur potendo in linea di principio ognuna delle tecnologie
citate realizzare da sola un intero impianto, in pratica i sistemi sono per lo pi ibridi, per
poter utilizzare al meglio i vantaggi offerti da ogni tipo di elemento.

CAPITOLO I
L'ARIA E L'ATMOSFERA
1.1 Composizione dell'aria
La terra avvolta da un involucro gassoso che, per l'azione di gravit, viene da essa
trascinato nel suo movimento di rotazione e rivoluzione. Quest'involucro che si estende
per uno spessore che va oltre i cinquanta chilometri, chiamato "ATMOSFERA" ed il gas
che lo compone "ARIA". In particolare all'interno dell'atmosfera si soliti individuare:
1) ESOSFERA fino a 900 km. La forza di gravit della terra cos ridotta, che molecole e
atomi, con sufficiente velocit, si possono disperdere nello spazio.
2) IONOSFERA fino a 400 km. Elettricamente conduttiva, riflette le onde radio.
3) MESOSFERA fino a 80 km. Priva di nubi e temporali.
4) STRATOSFERA fino a 35 km. Priva di nubi e temporali.
5) TROPOSFERA fino a 11 km. Sede di perturbazioni. Si formano nubi e correnti che
determinano il clima. La temperatura diminuisce all'aumentare dell'altitudine.
L'aria un miscuglio di vari gas, invisibile, inodore, incolore e insapore. Le percentuali in
volume dei gas che costituiscono l'aria sono:
AZOTO 78,03%
OSSIGENO 20,95%
ARGON 0,93%
ANIDRIDE CARBONICA 0,05%
Altri gas, quali: il neon, l'elio, il xenon, il krypton, sono contenuti in piccole tracce. Altro
componente dell'aria che si trova in misura diversa, a seconda delle condizioni ambientali,
il vapore acqueo ed il pulviscolo.
Nella composizione dell'aria si verificano piccole variazioni in prossimit di zone industriali
dove si possono riscontrare tracce di altri gas come ad esempio: ossido di carbonio,
ossido di azoto, ammoniaca, idrocarburi.
Tra i componenti dell'aria, solo l'ossigeno e l'azoto sono necessari alla vita. L'ossigeno
indispensabile per attivare i processi metabolici mediante i quali il nostro corpo trasforma i
carboidrati, le proteine e i grassi contenuti negli alimenti in calore ed energia. L'azoto che
respiriamo serve come gas inerte diluente e mantiene la pressione dei gas in alcune cavit
del nostro corpo (alveoli polmonari, cavit dell'orecchio medio).
L'aria, come tutti i gas, ha la propriet che il volume complessivo delle molecole gassose
piccolo in rapporto al volume totale occupato dal gas. Si possono quindi comprimere le
molecole contenute in un certo volume in un volume molto pi piccolo comprimendo l'aria.
L'aria rispetta in modo quasi rigoroso le leggi dei gas perfetti che vengono riportate qui di
seguito:
Legge di Boyle e Mariotte
A temperatura costante, il volume di un gas perfetto inversamente proporzionale alla
pressione assoluta, vale a dire che, per un determinato quantitativo di gas, il prodotto del
volume per la pressione assoluta costante:
Legge di Gay-Lussac
Il volume di una quantit di gas, a pressione costante, direttamente proporzionale alla
temperatura, misurata in valori assoluti Kelvin; di conseguenza, a volume costante, la
pressione varia in proporzione diretta al variare della temperatura:
Le su riportate leggi possono essere compendiate nella equazione di stato
pv=RT
dove p la pressione assoluta, v il volume specifico (volume all'unit di massa), T la
temperatura in gradi Kelvin, ed R la costante del gas che per l'aria assume il valore di
287 [J/(Kg K)], valore pari al rapporto fra la costante universale dei gas perfetti ed il peso
3

molecolare del gas considerato.


Altri parametri caratteristici dell'aria sono riportati qui di seguito:
Temperatura critica tK:
-140.7
(C)
Pressione critica P K
37.7
(bar)
Densit (O C, 1.013 bar)
1.29 (kg/m3)
Densit (15 C, 1.013 bar)
1.21 (kg/m3)
Punto di ebollizione (1 bar)
-193
(C)
Punto di congelamento (1 bar)
-216
(C)
Peso molecolare
28,96 (kg/kmol)
1.2 La pressione atmosferica
Nel 1630 il fisico Evangelista Torricelli da Faenza dimostr che l'atmosfera (ossia lo
spessore d'aria che circonda la terra) pesa 10.13 N su ogni cm di superficie, misurata sul
livello del mare. La pressione che ne deriva detta PRESSIONE ATMOSFERICA
L'esperienza del Torricelli: Si prenda un tubo trasparente chiuso ad un'estremit ed
aperto nell'altra luogo circa un metro. Se lo si riempie interamente di mercurio (Hg) e si
chiude con un dito l'estremit aperta, capovolgendo ed immergendolo in un recipiente
contenente altro mercurio si nota che, dopo aver tolto il dito dall'estremit, una parte del
mercurio contenuto nel tubo passa nella vaschetta. Il mercurio finisce di passare nella
vaschetta quando la differenza di livello tra il mercurio della vaschetta e quello del tubo
vale circa 76 cm. In queste condizioni, in base ai concetti di idrostatica, si pu affermare
che la pressione regnante in corrispondenza del pelo libero della vaschetta la stessa che
agisce internamente al tubo in corrispondenza della sezione allineata con il pelo libero.
Sulla prima (pelo libero della vaschetta) agisce la pressione atmosferica, sulla seconda
agisce il peso della colonna di mercurio, pertanto possibile risalire alla pressione
atmosferica dal pressione esercitata dalla colonna di mercurio, ottenendo:

p atm =

P V Ah
=
=
= h
A
A
A

dove P e V sono, rispettivamente, il peso ed il volume della colonna di mercurio, il peso


specifico del mercurio, A la sezione del tubo ed h laltezza della colonna di mercurio.
QUOTA m
PRESSIONE MPa
TEMPERATURA C
0
0,1013
15
100
0,1001
14,4
200
0,0989
13,7
500
0,0955
11,8
1000
0,0899
8,5
1400
0,0856
5,9
1800
0,0815
3,3
2000
0,0795
2,0
2400
0,0756
-0,6
3000
0,0701
-4,5
5000
0,0540
8000
0,0356
Tab. 1.1 - Variazione delle condizioni fisiche dell'aria alle varie quote.
Tenendo presente che il peso specifico del mercurio :
Hg = 13.6 * H2O = 13.6*9810 N/m2 = 133410 N/m2

si ha:

patm = 133410 * 0.76 = 1.013 105 N/m2

Procedendo nelle stesse operazioni, impiegando acqua al posto del mercurio si vedr
che il livello dell'acqua nell'interno del tubo si porta a 10,33 metri dal pelo della vaschetta,
evidente che la pressione atmosferica sempre la stessa ci che cambia il peso
specifico del liquido.
Una delle caratteristiche della pressione atmosferica quella di variare a seconda
dell'altitudine del posto in cui viene misurata (vedasi tabella 1.1). Se andiamo a quote pi
alte (rispetto al livello del mare) la pressione diminuisce: ad esempio a 3000 metri la
pressione sar inferiore a quella del livello del mare, in quanto, il peso dello strato d'aria
sotto i 3000 metri non graver pi sullo strato d'aria esistente sopra tale quota.
1.3 Unit di misura della pressione
La pressione viene indicata con (p) ed il rapporto fra la forza (F), esercitata dal fluido in
direzione perpendicolare alla superficie, e la superficie (A) stessa, cio:
p=F/A
Nel Sistema Internazionale (SI) la pressione misurata in Newton su m, a tale unit si
assegna il nome di Pascal (Pa): 1Pa = 1N / m
In pratica essendo il Pascal un'unit di misura estremamente piccola, vengono
generalmente utilizzati i multipli quali il kPa o preferibilmente il bar (1 bar = 105 Pa) unit
ammessa dal sistema SI, molto utilizzata nelle applicazioni pneumatiche. Nei paesi
anglosassoni ancora molto utilizzato il "psi" (libbra/pollice).
La tabella seguente riporta i fattori di conversione:
Pressioni
kPa
bar
psi
kg/cm
kPa
1
0.01
0.145
0.0102
bar
100
1
14.5
1.02
psi
6.9
0,069
1
0,07
kg/cm
98
0,981
14,2
1
Tab. 1.2 Fattori di conversione fra unit di misura della pressione.
Quando si parla di pressione si deve distinguere:
PRESSIONE ATMOSFERICA la pressione causata dal peso dell'aria;
PRESSIONE RELATIVA la pressione al di sopra della pressione atmosferica ed quella
che di solito viene misurata da strumenti chiamati "manometri".
PRESSIONE ASSOLUTA la somma delle due pressioni precedenti e cio: pressione
atmosferica + pressione relativa.
DEPRESSIONE una pressione assoluta minore di quella atmosferica, quindi una
pressione relativa negativa. Essa, di solito, viene misurata da strumenti chiamati
"vacuometri", ed il suo valore massimo quello che si riferisce al vuoto barometrico (vuoto
assoluto).
Manometri
Industrialmente la pressione relativa si misura con strumenti detti manometri, di cui il tipo
pi usato il BOURDON (vedasi fig. 1.1). Esso si basa sulla deformazione elastica di una
molla metallica tubolare a sezione lenticolare, ripiegata a forma semicircolare e soggetta
internamente alla pressione esercitata dal fluido. Un'estremit della molla aperta e,
fissata ad un manicotto filettato esternamente per permettere il fissaggio dello strumento,
rimane in comunicazione con il fluido di cui si vuole conoscere la pressione. L'altra
estremit chiusa ed libera di muoversi sotto l'azione del fluido che, premendo
5

internamente, tende a raddrizzarla provocando un movimento dell'estremit chiusa


proporzionale alla pressione applicata. Per mezzo dell'ingranamento di un settore con una
rotella il movimento di quest'estremit, non vincolata, viene amplificato in modo che con
una lancetta (indice) fissata sull'asse della rotella, i movimenti risultino ben evidenti.

Fig. 1.1 - Manometro Bourdon


Gli attacchi per il fissaggio dei manometri oltre ad essere del tipo radiale come in fig. 1.1,
possono essere anche assiali; con flangia per il montaggio su pannello con viti; con staffa
per montaggio su pannello senza viti.
Vacuometri o Vuotometri
I vacuometri sono manometri per la misura di pressioni inferiori alla pressione atmosferica
(depressioni). Negli impianti industriali la depressione si misura con manometri metallici di
tipo Bourdon che possono essere graduati in decimi di bar, in centimetri di mercurio, in
metri o millimetri di acqua, a seconda dello scopo a cui sono destinati. Per misure precise
occorre impiegare i vacuometri a liquido.
1.4 Unit di misura della portata
Si definisce portata volumetrica Q il volume di fluido che nell'unit di tempo passa
attraverso una data sezione. La portata pu essere calcolata moltiplicando la velocit u
del fluido per l'area A della sezione di passaggio. Nel SI la portata volumetrica va
espressa in m/s. ammesso, anche, esprimerla in m/h o in L/s (litri al secondo).
La portata massica G rappresenta la massa di fluido che nell'unit di tempo passa
attraverso una data sezione; nel SI, va espressa in kg/s , ma in molti casi viene espressa
anche in kg/min o Kg/h.
La portata volumetrica pi utilizzata per i liquidi, per i quali, essendo la densit
costante, vi una proporzionalit fra questa e la portata massica. Viceversa per gli
aeriformi pi utilizzata la portata massica che un dato assoluto, mentre la portata
volumetrica, a parit di portata massica, varia al variare delle condizioni di riferimento, in
termini di pressione e temperatura.
In pneumatica, invece, si utilizza una portata che apparentemente pu apparire essere
una portata volumetrica, ma che in realt una portata massica, cio si fa riferimento al
volume dellaria ma in condizioni standard per cui, essendo definite le condizioni di
pressione e temperatura, ad un certo volume corrisponde una ben definita massa. Perci
6

viene impiegato il normal litro, indicato simbolicamente nL ( preferibile impiegare l'enne


minuscola per non confonderla con la N di Newton) o il normal metro cubo (nm3). Le
condizioni standard di riferimento sono riportate in tabella 1.3:
Pressione
Temperatura
di Riferimento
di Riferimento
Stato fisico normalizzato
1.013 bar
273 K (0 C)
Stato tecnico normalizzato
1 bar
293 K (20 C)
Tab. 1.3 Condizioni Standard di riferimento

Massa/nm3
1.293 Kg/nm3
1.189 Kg/nm3

Il calcolo della portata in nm 3 o dei nm3 consumati pu essere effettuato, senza grosse
difficolt, calcolando la portata massica G o la massa M consumata e dividendoli per la
massa corrispondente al nm3 (valore che compare nella quarta colonna della tabella 1.3).
Ma, solitamente, si usa lequazione di stato per ottenere il passaggio diretto dalla portata
volumetrica o dal volume di aria compressa consumato ai corrispondenti valori
normalizzati senza effettuare il calcolo della massa; tenendo presente lequazione di stato
ed indicando eff e rif, rispettivamente, le condizioni effettive del fluido e quelle relative allo
stato normalizzato, si pu scrivere che:
peff Veff = M R Teff
prif Vrif = M R Trif
da cui, dividendo membro a membro per eliminare la massa, si ha:

Vrif = Veff

p eff Trif
p rif Teff

(1)

ovvio che la stessa relazione vale per le portate, inoltre da sottolineare che, nella
relazione (1), vanno inserite le pressioni e le temperature assolute.
1.5 Umidit dell'aria
Una certa percentuale di vapore acqueo sempre presente nell'aria atmosferica. Quando
l'aria atmosferica si raffredda essa raggiunge un punto in cui satura di vapore acqueo,
qualsiasi ulteriore abbassamento di temperatura fa in modo che non tutta l'acqua presente
pu essere trattenuta sotto forma di vapore ed, in parte, condensa. La quantit di vapore
acqueo che pu essere trattenuta in un metro cubo di aria dipende dalla temperatura, ma
indipendente dalla pressione;. La tabella 1.4 indica il massimo contenuto di vapore
acqueo, espresso in grammi, per m3 di aria nell'intervallo di temperatura da -40C a
+40C.
Temperatura C 0
+5
+10
+15
+20
+25
+30
+35
+40
g/m
4.98 6.86 9.51 13.04 17.69 23.76 31.64 41.83 54.11
Temperatura C 0
-5
-10
-15
-20
-25
-30
-35
-40
g/m
4.98 3.42 2.37 1.61 1.08 0.7
0.45 0.29 0.18
Tab. 1.4 Contenuto di vapore acqueo in aria in condizioni di saturazione
L'umidit relativa il rapporto, espresso in percentuale, tra il contenuto di vapore acqueo
dell'aria atmosferica ad una determinata temperatura ed il contenuto, alla stessa
temperatura, in condizioni di saturazione.
Esercizi Numerici
1) Sapendo che aria a 20C presenta unumidit relativa del 60%, determinare quanta
acqua contenuta in un m di aria?
RISOLUZIONE: a 20 C il contenuto di vapore acqueo in condizioni di saturazione di
7

17.69 g/m3 , da cui q = 0,6 x 17.69 gr/m = 10,6 gr/m


2) 5 m di aria atmosferica a 20C con umidit relativa del 60% vengono compressi a 6
bar. Quanta acqua condenser?
RISOLUZIONE: Il contenuto iniziale di vapore acqueo contenuto nei 5 metri cubi di aria :
0.6 x 17,69 g/m x 5 m = 53,1 g. Dopo la compressione il volume dellaria si sar ridotto,
supponendo che la temperatura sia sempre di 20C e che la pressione atmosferica sia
1.013 bar, si ha:

V2 = V1

p1
1.013
=5
= 0.722 m3
p2
1.013 + 6

0,722 m di aria a 20C contengono al massimo 17,69 g/m x 0,722 m = 12,78 g, pertanto
la quantit di acqua condensata sar pari a 53.1 g - 12.78 g = 40,32 g, che dovranno
essere rimossi prima della distribuzione dell'aria compressa.
3) Un compressore comprime aria prelevata dallambiente (pa = 1 bar ; Ta = 293 K ;
=0.65) e la comprime fino ad una pressione relativa di 8 bar. Sapendo che a valle
del compressore vi uno scambiatore di calore che porta la temperatura a 303 K
senza perdite di pressione apprezzabili, determinare il quantitativo di vapore acqueo
che condensa per nm 3.
RISOLUZIONE: La soluzione molto simile a quella dellesercizio N. 2, con lunica
differenza che in questo caso il tutto va riferito al nm 3 ; supponendo di utilizzare lo stato
tecnico normalizzato, le condizioni atmosferiche coincidono esattamente con quelle
standard per cui un nm 3 coincide con un m3 di aria aspirata, il cui contenuto di vapore
acqueo 0.65 x 17,69 = 11.5 g. Dopo la compressione il volume dellaria si sar ridotto:

V2 = V1

p1 T2
1 303
=1
= 0 .1149 m 3
p 2 T1
9 293

in cui saranno contenuti 31,64 g/m x 0,1149 m = 3,64 g, pertanto la quantit di acqua
condensata sar pari a 11.5 - 3.64 = 7.86 g/nm 3 .
4) Un impianto per la produzione di aria compressa presenta una portata di 10 nm 3/s. Il
compressore preleva laria dallambiente esterno (pa = 1 bar; Ta = 293 K ed umidit
relativa 80%) e la comprime fino ad una pressione relativa di 8 bar, sapendo che la
temperatura alla bocca di mandata del compressore di 450 K e che a valle del
compressore vi un refrigeratore che porta la temperatura del fluido a 303 K,
determinare la portata di acqua di condensa alla bocca di mandata del compressore e
allinterno del refrigeratore.
RISOLUZIONE: Anche questo esercizio simile al precedente, l'unica modifica consiste
nel fatto che viene fatto riferimento non ad un volume di aria ma ad una portata; dopo aver
determinato il quantitativo che condensa per nm3 si determina la portata di acqua di
condensa moltiplicando il valore suddetto per la portata di aria compressa espressa in
nm3 /s. evidente che non vi condensa alla bocca di mandata del compressore perch
in quelle condizioni di temperatura laria pu contenere un quantitativo elevatissimo di
vapore acqueo. Viceversa si ha condensa a valle del refrigeratore, in aspirazione per ogni
nm3 , coincidente con un m3 di aria aspirata, vi sono 0.8 x 17,69 = 14.15 g di vapore
acqueo. Dopo la compressione ed il processo di refrigerazione, il volume dellaria si sar
ridotto a V2 = 0.1149 m3 in cui saranno contenuti 31,64 g/m x 0,1149 m = 3,64 g,
pertanto la quantit di acqua condensata per nm 3 sar pari a 14.15 - 3.64 = 10.51 g/nm 3 .
In corrispondenza di una portata di 10 nm 3/s la portata di condensa sar 10.51 g/nm 3 * 10
nm3 /s = 105.1 g/s = 0.1051 Kg/s. (N.B. Il calcolo del volume finale pu essere calcolato
anche considerando prima la trasformazione termodinamica nel compressore e,
8

successivamente, la trasformazione nel refrigeratore, ma evidente che il risultato lo


stesso)
5) Un compressore preleva aria dallambiente (pa = 1 bar ; Ta = 293 K ; = 0.65) e la
comprime fino ad una pressione relativa di 8 bar. Sapendo che a valle del
compressore vi uno scambiatore di calore che in grado di refrigerare laria
compressa fino ad una temperatura di 303 K, determinare la portata di aria compressa
se la portata di vapore acqueo condensato di 10 Kg/h.
RISOLUZIONE: l'esercizio inverso del precedente, nota la portata di condensa si chiede
la portata di aria compressa. Per ogni nm3, coincidente con un m3 di aria aspirata, vi sono
0.65 x 17,69 = 11.5 g di vapore acqueo. Dopo la compressione il volume dellaria si sar
ridotto a V2 = 0.1149 m3 in cui saranno contenuti 31,64 g/m x 0,1149 m = 3,64 g,
pertanto la quantit di acqua condensata per nm3 sar pari a 11.5 - 3.64 = 7.86 g/nm 3 .
Sapendo che la portata di vapore acqueo condensato 10 Kg/h = 2.78 g/s si avr una
portata di aria compressa di:

Garia =

2.78 g / s
= 0.31 nm3 / s
3
8.86 g / nm

6) Un compressore preleva aria dallambiente (pa = 1 bar ; Ta = 293 K) e la comprime fino


ad una pressione relativa di 8 bar. Sapendo che a valle del compressore vi uno
scambiatore di calore che porta la temperatura a Tu = 303 K, e che il vapore acqueo
condensato pari a 5 g/nm 3, determinare lumidit relativa dellaria in aspirazione.
RISOLUZIONE: Questo il problema inverso di quello presentato al n. 3, nota la
condensa determinare l'umidit relativa iniziale. Come gi visto, dopo la compressione il
volume dellaria corrispondente ad 1 nm 3 si sar ridotto a V2 = 0.1149 m3 in cui saranno
contenuti 31,64 g/m x 0,1149 m = 3,64 g di vapore acqueo. Se a questo quantitativo si
aggiunge il vapore acqueo condensato si ottiene il quantitativo inizialmente contenuto in
un nm3 3.64+5=8.64 g. Tenendo presente che in aspirazione un nm3 coincide con 1 m3, si
pu facilmente risalire all'umidit relativa:

8.64
= 48 .8 %
17.69

7) Un compressore preleva aria dallambiente (pa = 1 bar ; Ta = 293 K) e la comprime fino


ad una pressione relativa di 9 bar. Sapendo che a valle del compressore vi uno
scambiatore di calore che in grado di refrigerare laria compressa fino ad una
temperatura di 303 K determinare lumidit relativa dellaria aspirata sapendo che per
ogni m3 di aria compressa condensano 30 g di vapore acqueo.
RISOLUZIONE: In questo caso viene assegnato il quantitativo di vapore acqueo
condensato per m3 di aria compressa e non per nm 3, ma la soluzione molto simile. In un
m3 di aria compressa in condizioni di saturazione vi sono 31.64 g di vapore acqueo a cui
va aggiunto il quantitativo condensato ottenendo che inizialmente vi erano 61.64 g di
vapore acqueo. Ad un m3 di aria compressa corrispondono

V1 = V 2

p2 T1
10 293
=1
= 9 .67 m 3
p1 T2
1 303

di aria aspirata, per cui il contenuto di vapore acqueo inizialmente presente era:

q=

61 .64 g
6.37
3
=
6
.
37
g
/
m
a
cui
corrisponde
una
umidit
relativa

=
= 36.1%
17.69
9 .67 m3
9

CAPITOLO II
PRODUZIONE DELL'ARIA COMPRESSA
2.1 Centrale di compressione
Bench la produzione dell'aria compressa e relativo trasporto non sia strettamente
legato alla Automazione Pneumatica, si ritiene utile dare dei cenni sullargomento.
Per la generazione dell'aria compressa sono necessarie delle macchine che
comprimano l'aria, prelevata dall'atmosfera, alla pressione di lavoro, che, come ben noto,
prendono il nome di "compressori". l compressori e le diverse apparecchiature occorrenti
per la produzione dell'aria compressa (vedasi fig. 2.1) sono, di norma, raggruppati in un
locale apposito, possibilmente isolato acusticamente ed in diretto collegamento con
l'ambiente esterno da cui deve essere prelevata l'aria da comprimere. E' sempre utile
prevedere un impianto sovradimensionato per un eventuale ampliamento dell'utenza e un
compressore di riserva per far fronte ad eventuali guasti o ai periodi di manutenzione del
compressore principale.

fig. 2.1 Schema di una stazione di compressione


L'aria viene aspirata dall'ambiente esterno tramite il filtro di aspirazione 1 e viene
compressa dal compressore 2. Segue una unit di refrigerazione 3 con relativo separatore
e scaricatore automatico di condensa. Questa unit di refrigerazione pu essere ad acqua
o ad aria secondo gli impianti. Un serbatoio polmone 4 serve all'accumulo di aria
compressa e un filtro disoleatore 8, dotato di scaricatore automatico, serve per la costante
eliminazione dell'olio separato (tale accessorio non presente negli impianti che usano
compressori non lubrificati). Con 6 indicato un essiccatore che serve all'eliminazione del
residuo vapore d'acqua. l'essiccatore fornito di valvole di esclusione 9 e 10 e di linea di
by-pass 5. Vi infine un filtro finale 7 che ha lo scopo di trattenere polveri e particelle
aspirate o prodotte nel sistema stesso.
La costruzione di una centrale di compressione richiede delle spese d'installazione non
indifferenti per tubazioni, linee elettriche, fissaggio dei basamenti dei compressori e degli
accessori, spese che sono completamente perse in caso di spostamento dell'impianto.
Tutto questo viene evitato se il compressore e i gruppi accessori (fino al serbatoio e al
filtro disoleatore) sono montati in un'unica unit su basamento (package) che non richiede
fissaggio al terreno e che pu essere trasferito con facilit. Questa soluzione porta ad
avere unit di compressione completamente autonome, che possono anche essere
silenziate da pannelli isolanti e piazzate senza problemi negli stessi luoghi di utilizzazione.
2.2 I Compressori
I compressori si possono definire come macchine atte a produrre aria compressa. Fra le
caratteristiche dei compressori sono da evidenziare:
1) il rapporto di compressione che dato dal rapporto tra la pressione assoluta di
mandata P1 e la pressione assoluta di aspirazione P0 ed indicato con .

10

2) la portata teorica che data dal prodotto della cilindrata (intesa come cilindrata al giro)
per il numero dei giri nell'unit di tempo dell'albero motore.
3) la portata effettiva la portata che realmente il compressore fornisce e viene espressa
come indicato per la portata teorica, la differenza fra le due data dal coefficiente di
riempimento o rendimento volumetrico.
La pressione che va distinta in:
1) Pressione d'esercizio: la pressione dell'aria nel serbatoio che dovr alimentare le
tubazioni della rete di distribuzione e che, normalmente, fissata in un campo che va
da 0,7 MPa a 1 ,4 MPa (7-14 bar).
2) Pressione di lavoro: la pressione necessaria alla utilizzazione; normalmente di 0,6
MPa (6 bar) essendo questa la pressione richiesta per il funzionamento dei
componenti pneumatici.
I compressori utilizzati possono essere classificati in:
-TURBOCOMPRESSORI
-COMPRESSORI VOLUMETRICI
I turbocompressori tramite delle pale trasferiscono energia meccanica al fluido, energia
che si ritrova sotto forma di energia cinetica e di pressione, oltre che sotto forma di energia
termica. I turbocompressori che non saranno trattati in questa sede, per lo studio dei quali
si rimanda ai corsi di macchine, si dividono in compressori centrifughi ed assiali.
I compressori VOLUMETRICI sono essenzialmente dei trasferitori di massa, che
prelevano una certa massa dallambiente di aspirazione e, dopo averla inglobata in una
opportuna camera definita dalla macchina, la trasferiscono nellambiente di mandata,
pertanto la pressione di mandata non definita dal compressore, ma dalla pressione
regnante nellambiente di mandata. I compressori volumetrici si suddividono in alternativi e
rotativi ed i pi diffusi sono:
ALTERNATIVI
a pistone, a membrana
ROTATIVI
a palette, a vite elicoidale, a lobi tipo Root
I suddetti compressori sono quelli pi usati nelle applicazioni industriali in cui la
pressione di mandata dell'aria compresa fra 0,6 e 1,4 MPa (6-14 bar), quale quella
utilizzata negli impianti di automazione pneumatica.

Fig. 2.2 - Schema compressore alternativa a pistone


Il Compressore alternativo a pistone il tipo di compressore pi usato. Si adatta a
tutti i range di pressione; per la generazione di alte pressioni si utilizzano, normalmente,
compressori a pi stadi:
fino a 10 bar ad uno stadio
11

fino a 15 bar a due stadi


oltre i 15 bar a tre o pi stadi.
l compressori alternativi a pistoni possono essere costruiti con raffreddamento sia ad
aria che ad acqua.
Il Compressore alternativo a membrana (vedasi fig. 2.3) usa un cilindro con una
membrana elastica al posto del pistone; impiegato per piccole portate e, per la sua
costruzione, fornisce aria compressa priva di olio, pertanto, utilizzato nell'industria
alimentare, farmaceutica e chimica.

Fig. 2.3 - Schema compressore alternativo a membrana.


Il Compressore rotativo a palette (vedasi fig. 2.4) costituito da un involucro cilindrico
nell'interno del quale ruota eccentricamente un tamburo sul cui corpo sono praticate delle
scanalature radiali. In dette scanalature scorrono sottili lamine di acciaio tenute a contatto
con la parte statorica dalla forza centrifuga che si sviluppa durante la rotazione. Hanno
minimo ingombro nonch un funzionamento silenzioso. l compressori rotativi hanno il
vantaggio di non avere valvole n sull'aspirazione n sulla mandata.
Questo principio di funzionamento ha trovato ampia applicazione anche nei motori
pneumatici.

Fig. 2.4 - Schema compressore rotativo a palette


Il Compressore rotativo a vite elicoidale costituito (vedasi fig. 2.5) da due rotori che
si intersecano uno nell'altro (stesso passo ma inclinazione del profilo della vite opposta).
Solitamente sono a bagno di olio per raffreddare l'unit durante il suo esercizio, oltre che
per la lubrificazione degli stessi.

12

Fig 2.5 - Schema compressore rotativo a vite elicoidale


Il Compressore rotativo a lobi tipo Root trasportano l'aria da un lato all'altro senza
che sia modificato il volume (vedasi fig. 2.6). La tenuta assicurata dal mantenimento dei
giochi minimi, tra parte fissa e parte mobile. Non abbisognano di lubrificazione, pertanto
l'aria non contaminata dall'olio.

Fig. 2.6 - Schema compressore rotativo a lobi tipo Root


La scelta del compressore da impiegare per le automazioni pneumatiche , solitamente,
limitata al tipo alternativo a pistoni ed a quello rotativo a vite elicoidale. Il tipo a vite
elicoidale preferito quando le portate assorbite sono notevoli ed abbastanza costanti. In
generale per la preferenza data ai compressori a pistoni perch hanno un rendimento
elevato, larga possibilit di regolazione; servizio prolungato per parecchi anni e sempre in
eccellenti condizioni di sicurezza.
La stima della portata totale dei compressori si effettua addizionando i consumi previsti
per le macchine che impiegano l'aria compressa. Per il consumo dei cilindri facile
effettuare il calcolo, mentre vi sono opportune tabelle per individuare i consumi di diversi
utensili. Il consumo indicato rappresenta il consumo medio per un funzionamento continuo
ma ci non avviene mai avendosi, nella maggiore parte dei casi, un funzionamento
intermittente che per diverso da apparecchiatura a apparecchiatura. Per tener conto del
suddetto funzionamento discontinuo si moltiplica il valore dato per un coefficiente empirico
detto "fattore di uso". La stima del consumo totale risultante deve essere aumentata di un
margine di sicurezza dell'ordine del 20- 30% per piccole e medie installazioni (cio fino a
100 kW), per insediamenti pi grandi il margine di sicurezza pu essere ridotto, ma senza
scendere al disotto del 10%. Il margine di sicurezza indispensabile affinch
l'installazione possa rispondere alle punte di consumo senza che il buon funzionamento o
il rendimento degli utensili venga ad essere compromesso da un abbassamento di
pressione.

13

Determinata la portata totale necessaria rimane da scegliere il numero di unit da


installare ossia la loro portata unitaria. Abitualmente ci si orienta a suddividere la portata in
due compressori per garantire la portata al 50% in caso di avaria di uno di essi, ed
eventualmente si aggiunge un terzo compressore di riserva cos da garantire sempre la
portata al 100%.
Un'installazione di compressione costituita da uno o pi compressori che mandano
aria compressa in uno o pi serbatoi, i quali alimentano una rete di distribuzione dell'aria ai
diversi utilizzatori. Se il consumo della rete inferiore alla portata del/dei compressore/i la
pressione in rete tende a salire; nel caso contrario essa scende. pertanto necessario
che i compressori siano equipaggiati con un sistema di regolazione che agisca sulla loro
portata, in modo da mantenere la pressione del serbatoio fra due limiti, uno superiore e
l'altro inferiore. Tali sistemi utilizzano la pressione esistente nel serbatoio come segnale di
comando, essi provocano una diminuzione della portata quando la pressione cresce ed un
aumento quando cala.
2.3 Impianto di produzione aria compressa
Un impianto di produzione di aria compressa , di norma, costituito dai dispositivi
illustrati, con le relative simbologie, nella fig. 2.7.

Fig. 2.7 - Simbologia impianto produzione aria compressa.


Filtro di aspirazione
Il ruolo del filtro di aspirazione di primaria importanza tenuto conto che durante la fase
di compressione laria diminuisce notevolmente di volume per cui tutte le sostanze
estranee contenute in un volume molto pi grande vengono concentrate in un volume
molto minore. da notare che l'aria aspirata dai compressori contiene polvere, sporcizia e
umidit che, in fase di compressione, si mescolano all'olio del compressore.
Refrigeratori
Durante la compressione, per effetto della diminuzione di volume, aumenta il
quantitativo in g/m3 di vapore acqueo contenuto nellaria, ma il contemporaneo aumento
della temperatura dell'aria, aumentando notevolmente la capacit di assorbimento del
vapore acqueo da parte dellaria, rende impossibile la formazione di condensa. Se l'aria
calda s'immette direttamente nella rete di distribuzione, poich lungo il percorso si
raffredda, il punto di saturazione si abbassa ed il vapore d'acqua, condensandosi in
quantit considerevoli, scorre entro le tubazioni raggiungendo gli apparecchi di
utilizzazione . Quindi si deve cercare di eliminare la maggiore quantit di acqua possibile
prima che l'aria venga immessa nella rete di distribuzione. L'eliminazione pu ottenersi
raffreddando l'aria in appositi apparecchi chiamati refrigeratori finali che vengono installati
tra il compressore e il serbatoio di aria. l refrigeratori possono essere:
14

-a circolazione d'acqua (vedasi fig. 2.8)


-a circolazione d'aria (vedasi fig. 2.9 )

Fig. 2.8 - Refrigeratore ad acqua

Fig. 2.9 - Refrigeratore ad aria


I compressori a pi stadi sono muniti di refrigeratori interstadio con i separatori di
condensa collocati tra i vari stadi di compressione ma la deumidificazione non completa
essendo l'aria compressa dello stadio finale ancora ad una temperatura alta.
Serbatoi
Dopo il raffreddamento effettuato col refrigeratore, l'aria si raccoglie in serbatoi che
provocano un ulteriore raffreddamento. La condensa che si forma nei serbatoi viene
anch'essa raccolta ed espulsa all'esterno dai separatori che devono essere installati nei
punti pi bassi. l serbatoi oltre a provocare la condensazione del vapore d'acqua fungono
anche da accumulatori di aria necessari quando si verifica una richiesta maggiore della
potenzialit del compressore. l serbatoi per l'aria compressa devono avere la valvola di
sicurezza ed essere in accordo con le vigenti leggi sui recipienti in pressione.

15

Essiccatori
Per ottenere deumidificazioni pi spinte si utilizzano gli essiccatori, i quali impiegano
sostanze ad alto potere assorbente (gel di silice). Detti essiccatori, detti ad adsorbimento
(vedasi fig. 2.10), si collocano dopo il serbatoio.

Fig 2.10 - Essicatore ad adsorbimento

Fig 2.11 - Essicatore a ciclo frigorifero

2.4 Rete di distribuzione


Nelle applicazioni industriali la rete dell'aria compressa rappresenta un servizio
generale e, come l'impianto elettrico ed idrico, dev'essere opportunamente dimensionato
ed installato. Il tipo di impianto pu variare con l'uso e le applicazioni, ma in ogni caso
bisogna soddisfare le seguenti esigenze: minimizzare le perdite di pressione tra il
compressore e gli utilizzatori, minimizzare le perdite di aria, garantire una buona
separazione della condensa se l'impianto non ha essiccatori, garantire la buona resistenza
strutturale di tutti i componenti utilizzati (valvole, serbatoi, tubi, ecc.). l primi tre punti sono
di tipo funzionale e sono di pertinenza del progettista dell'impianto, mentre l'ultimo punto,
che coinvolge la protezione dell'impianto contro il pericolo di scoppi, coinvolge anche gli
Enti di sicurezza preposti.

16

In fig. 2.12 rappresentato schematicamente un impianto per aria compressa ed una


rete di utilizzazione.
1)
2)
3)
4)
5)

Filtro di aspirazione
Compressore
Refrigeratore intermedio
Refrigeratore finale
Serbatoio

Fig. 2.12 - Impianto per aria compressa.


L'aria compressa viene distribuita ai punti di utilizzo attraverso una serie di tubazioni
principali che rappresentano le arterie del sistema. Il dimensionamento di tali tubazioni
dev'essere tale che, anche nel punto pi lontano, il flusso d'aria mantenga le
caratteristiche di portata e pressione (la caduta di pressione dev'essere contenuta in 0,3
bar).
La realizzazione di un sistema di rete d'aria compressa varia da caso a caso, perch
dipende da numerosi fattori quali: dimensione, struttura dell'ambiente, numero dei punti di
erogazione dell'aria compressa, la loro disposizione ecc. Il tracciato di fig. 2.13 a), salvo
casi di installazione nuova, il pi delle volte il risultato di successivi ingrandimenti, la rete
perci di tipo misto con derivazioni ramificate. Il metodo migliore quello consistente nel
realizzare la tubazione principale a forma di anello chiuso, vedasi fig. 2.13 b), con previsti
attacchi per connettere tubazioni parallele a formare una eventuale maglia sulla parte della
superficie da servire. Con altre piccole derivazioni l'aria pu essere disponibile in ogni
punto. Il sistema a maglie, vedasi fig. 2.13 c), ha il vantaggio di offrire al passaggio
dell'aria diverse vie parallele da un punto all'altro con riduzione delle perdite di carico.
Impiegando il sistema a maglie, se le tubazioni dell'aria compressa sono montate alle
pareti, la tubazione principale dev'essere collocata abbastanza in alto da non incrociare
porte e finestre. Deve formare un anello chiuso, come descritto in precedenza, e
dev'essere dotata delle necessarie tubazioni di derivazione per alimentare le diverse
utenze. Le tubazioni devono essere installate in modo da non ostacolare il movimento di
paranchi o altri mezzi sospesi di movimento e trasporto e devono essere verniciate contro
la corrosione. Le norme di sicurezza identificano le tubazioni per aria compressa con il
colore azzurro. Se le utenze sono disposte vicino alle pareti, le tubazioni derivate potranno
essere convogliate verticalmente ad esse. Nei grandi reparti le tubazioni orizzontali
vengono sostenute con collegamenti ai soffitti, e dotate di tubazioni di derivazione verticali
17

alle singole utenze. Le tubazioni devono essere adeguatamente supportate e libere di


dilatarsi in modo che la dilatazione termica per non dia luogo a sollecitazioni meccaniche.

a) condotto semplice b) condotto ad anello


c) condotto a maglie
Fig. 2.13 - Tracciati per reti.
Il tracciato delle tubazioni deve prevedere.una loro inclinazione nel senso del passaggio
dell'aria dell'uno o due per cento, pozzetti di raccolta della condensa (chiamati anche
trappole) al termine di ogni percorso inclinato della condotta, con possibilit dello spurgo in
basso in modo da poter essere scaricati facilmente. Le suddette raccomandazioni, a
seconda che la rete sia ramificata oppure a maglie, si traducono in uno o l'altro dei casi
rappresentati in fig. 2.14. Per evitare che la condensa arrivi alle attrezzature connesse, i
tubi che portano l'aria alle utilizzazioni devono essere raccordati, con gomito semicircolare,
sulla parte superiore della tubazione principale (collegamento detto a pastorale, vedasi fig.
2.16).

Rete ramificata(aperta)
Rete a maglie (chiusa)
Fig. 2.14 - Punti di sistemazione degli spurghi.
Si visto che l'acqua, separata dall'aria compressa, che si deposita nelle tubazioni
dell'impianto, viene raccolta da apparecchi chiamati: separatori di condensa (vedasi fig.
2.15)
18

a) con scarico automatico


b) con scarico manuale
Fig. 2.15 - Separatori di condensa
In questi apparecchi, l'acqua si raccoglie nel bicchiere di materiale trasparente 3 dopo
essere passata attraverso il setaccio 2 che trattiene le eventuali impurit solide. Quando
nel bicchiere si raccolta una certa quantit d'acqua, la stessa si scarica automaticamente
sotto la spinta della pressione dell'aria attraverso il raccordo 6 mediante il dispositivo di
scarico automatico 5. Il sistema di scarico della condensa pu essere anche del tipo
manuale ed in questo caso, nella parte inferiore della tazza sistemato un rubinetto 7
manovrabile dall'esterno. Lo scarico automatico un sistema efficace ed consigliabile
che sia presente nei separatori di condensa posti in zone poco visibili o difficilmente
accessibili. Nel coperchio 1 di questi apparecchi, sistemata una valvola di sicurezza 4. In
fig. 2.16 sono riportati tre esempi di installazione di un separatore di condensa con relativa
valvola di esclusione.

Fig. 2.16 - Installazione dei separatori di condensa.


Le valvole di esclusione installate nelle reti di aria compressa sono del tipo a sfera
(vedasi fig. 2.17) e vengono montate nei punti pi opportuni della rete di aria compressa
per poter isolare alcuni tratti, senza togliere l'aria all'intera rete, in previsione di interventi di
manutenzione. In posizione aperta, la luce delle suddette valvole uguale a quella del
tubo su cui sono montate e perci non provocano perdite di carico.

19

Fig. 2.17 - Valvole di esclusione


Per mantenere un flusso di aria in una tubazione necessaria una certa differenza di
pressione, o caduta di pressione, per vincere la resistenza di attrito delle pareti della
tubazione e dei raccordi. L'entit della caduta di pressione dipende dal diametro, dalla
lunghezza e dalla forma della tubazione, dalla rugosit delle superfici e dalla velocit del
fluido. Una caduta di pressione una perdita di energia e comporta quindi un costo
operativo. Per una progettazione adeguata delle tubazione si deve cercare di equilibrare il
costo operativo (costi variabili) con quello delle tubazioni (costi fissi). Perci la scelta del
diametro delle tubazioni risulta da un compromesso tra il costo dell'installazione e
l'economia che risulta dalla diminuzione delle perdite di carico. Questi due valori
aumentano tutti e due con il diametro delle tubazioni In pratica non sono necessari calcoli
sapienti e si pu, come risultato dell'esperienza, considerare che una installazione di aria
compressa corretta quando la perdita di carico che ha luogo nelle tubazioni, dal
serbatoio della centrale fino alle prese di utili zzazione, dell'ordine di 10000-30000 Pa
(0,1 -0,3 bar) ed in generale consigliabile che non superi il 5% della pressione di
esercizio. La velocit dell'aria, nelle tubazioni, non deve superare i 10 m/s.
Nell'introdurre la lunghezza della tubazione occorre tener conto delle connessioni e dei
raccordi. Per comodit di calcolo, le perdite di carico che si determinano nei suddetti
elementi sono equiparate alla lunghezza di un tubo che presenti le medesime perdite di
carico. Perci alla lunghezza della tubazione si aggiunge la lunghezza che rappresenta le
perdite di carico che si hanno nelle varie valvole e raccordi dell'impianto. Nella tabella 2.1
indicata la lunghezza equivalente di tubo da aggiungere per le valvole ed i raccordi di pi
comune impiego. E' comunque opportuno prevedere diametri un poco sovrabbondanti per
tenere conto del probabile aumento dei consumi di aria.
Valvole ecc.

Lunghezza equivalente in metri di tubo


diametro interno del tubo in mm
25
40
50
80
100
125
150
valvole di sollevamento
3-6
5-10 7-15 10-25 15-30 20-50 25-60
valvola a membrana
1.2
2.0
3.0
4.5
6
8
10
valvola a saracinesca
0.3
0.5
0.7
1.0
1.5
2.0
2.5
Gomito
1.5
2.5
3.5
5
7
10
15
Gomito R = d
0.3
0.5
0.6
1.0
1.5
2.0
2.5
Gomito R = 2d
0.15 0.25 0.3
0.5
0.8
1.0
1.5
Derivazione a T
2
3
4
7
10
15
20
Riduzione
0.5
0.7
1.0
2.0
2.5
3.5
4.0
Tab. 2.1 - Perdite di carico in lunghezze equivalenti di tubo per valvole e raccordi.

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