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Lezione n.

LE UNIONI CHIODATE,
BULLONATE E SALDATE

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LE UNIONI
I mezzi di unione in carpenteria metallica si classificano in:
- unioni chiodate;
- unioni bullonate;
- unioni ad attrito con bulloni ad alta resistenza;
- unioni con perni;
- unioni saldate.

UNIONI CORRENTI: Hanno il compito di assemblare i singoli


laminati cos da formare le membrature. Ad esempio quelle che
servono a realizzare una trave composta a partire da ferri piatti
ed angolari.

UNIONI DI FORZA: Hanno il compito di collegare le


membrature per dar luogo alla struttura completa.

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CARATTERISTICHE DEI VARI TIPI DI UNIONE

Le unioni con bulloni, sia normali che ad alta resistenza, costituiscono


collegamenti rimovibili, mentre collegamenti definitivi sono quelli
ottenuti con chiodatura o con saldatura.

I collegamenti in officina sono eseguiti con tutti sistemi; in cantiere,


preferibile eseguire la bullonatura.

La saldatura e la chiodatura in cantiere vengono evitate sia perch


riesce difficile il controllo delle unioni, sia per il costo dell'operazione.
Tuttavia, in alcune particolari condizioni si ricorre alle saldature in
opera.

La chiodatura va oggi facendosi pi rara, rimpiazzata dalla bullonatura


che ha il vantaggio della rapidit della messa in opera.

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UNIONI CHIODATE
La messa in opera del chiodo prevede le seguenti operazioni:

- foratura dei pezzi da collegare;


- montaggio dei bulloni provvisori per assemblare i vari pezzi;
- riscaldamento del chiodo, suo alloggiamento e ribaditura.

La classificazione dei chiodi da carpenteria distingue:

-chiodi a testa tonda stretta;

-chiodi a testa svasata piana;

-chiodi a testa svasata con calotta.

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Diametro nominale chiodo (d) Diametro foro (D)
10 mm 10.5 mm
13 mm 14 mm
16 mm 17 mm
19 mm 20 mm
22 mm 23 mm
25 mm 26 mm
Con la ribaditura del chiodo, questultimo acquista il diametro del foro

Per la verifica di resistenza della chiodatura si assume il diametro del foro

durante il raffreddamento si genera nel chiodo uno sforzo di trazione


che si traduce in una pressione fra le superfici a contatto dei pezzi
chiodati. L'attrito che si sviluppa pu di conseguenza opporsi allo
scorrimento degli elementi; tuttavia, dato che nel tempo tale attrito
diminuisce, nel calcolo si fa affidamento alla sola resistenza a taglio
del chiodo.
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UNIONI BULLONATE
Le verifiche delle unioni bullonate si effettuano come quelle
chiodate salvo a mettere in conto, nelle formule, il diametro
effettivo del bullone.
Di regola si impiegano bulloni composti da viti a testa esagonale
con filettatura metrica IS0 a passo grosso, estesa ad un tratto
parziale del gambo.

Diametro vite Diametro foro Diametro foro calibrato


12 13 12.25
14 15 14.25
16 17 16.25
18 19 18.25
20 21 20.25
22 23.5 22.5
24 25.5 24.5
27 28.5 27.5
30 31.5 30.5
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RESISTENZA DELLE VITI
La resistenza delle viti viene contraddistinta attraverso due
numeri separati da un punto:

Il primo moltiplicato per 100 indica la tensione ft in N/mm2


il secondo moltiplicato per 10 esprime il rapporto minimo fy /ft.

Le viti sono contraddistinte dagli indici 4.6; 5.6; 6.8; 8.8; 10.9.

Tensioni caratteristiche nei bulloni


Stato limite

Classe ftb fyb fk,N fd,N fd,V b,adm b,adm


vite [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2] [N/mm2]

4.6 400 240 240 240 170 160 113


5.6 500 300 300 300 212 200 141
6.8 600 480 360 360 255 240 170
8.8 800 640 560 560 396 373 264
10.9 1000 900 700 700 495 467 330

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VERIFICHE DELLE UNIONI A TAGLIO
L'analisi elastica dello stato di tensione presente negli elementi che
compongono un giunto si presenta complessa.

A causa delladattamento plastico del collegamento si assume una


sollecitazione media uniforme per tutti i chiodi o bulloni.

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Per verificare il corretto dimensionamento a taglio di un giunto occorre
constatare che:

a)gli elementi connessi non siano eccessivamente indeboliti dalla


presenza dei fori;

b) la pressione media esercitata dal gambo sul contorno del foro


(pressione di rifollamento) non risulti troppo elevata;

c) la tensione tangenziale media nel gambo del chiodo o del bullone


non sia superiore a limiti prefissati.
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a) Indebolimento dovuto alla presenza dei fori:

La prima delle tre verifiche si effettua determinando la resistenza media


agente lungo la pi sfavorevole linea di possibile rottura, scelta in modo
tale che l'area della sezione resistente risulti la minima possibile.
Indicando con Av,net l'area della sezione resistente minima, il taglio
ultimo Vu,Rd corrispondente vale:
0.577A v,net
Vu,Rd = f y = 0.55f y Av,net
1.05
Essendo:

A V,net = twLVeff

con

LVeff = LV + L1 + L2.

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In rapporto al diametro d dei fori ed al pi piccolo tra gli spessori collegati
devono essere soddisfatte le limitazioni seguenti (D.M. 2008):

-interasse fori in direzione della forza elementi compressi 14 t p1 2.2 d


-distanza fori dal bordo libero in direzione della forza 4t+40 mm e1 1.2 d
in direzione perpendicolare alla forza 4t+40 mm e2 1,2 d
p1 la distanza tra i centri dei fori contigui; e1 la distanza dal centro di un
foro al margine degli elementi da collegare, ad esso pi vicino, nella
direzione dello sforzo; e2 la distanza come la precedente e1, ma
ortogonale alla direzione dello sforzo.

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b)Tensioni di rifollamento:
La resistenza di calcolo a rifollamento Fb,Rd del piatto dellunione,
bullonata o chiodata, pu essere assunta pari a
Fb , Rd = k f tk d t / M 2
d il diametro nominale del gambo del bullone, t lo spessore della
piastra collegata, ftk la resistenza a rottura del materiale della piastra,

= min{e1 /(3d 0 ) ; f tb f t ;1} Bulloni di bordo nella direzione


del carico applicato

= min{p1 /(3d 0 ) 0.25 ; f tb f t ;1} Bulloni interni nella direzione


del carico applicato

k = min{2.8 e2 d 0 1.7 ; 2.5}


Bulloni di bordo nella direzione
perpendicolare al carico applicato

k = min{1.4 p2 d 0 1.7 ; 2.5}


Bulloni interni nella direzione
perpendicolare al carico applicato
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c)Resistenza di calcolo a taglio dei bulloni e dei chiodi:
La resistenza di calcolo a taglio dei bulloni e dei chiodi Fv,Rd, per
ogni piano di taglio, pu essere assunta pari a:
Fv , Rd = 0.6 f tb Ares M 2 bulloni classe 4.6 , 5.6 e 8.8 ;
Fv , Rd = 0.5 f tb Ares M 2 bulloni classe 6.8 e 10.9 ;
Fv , Rd = 0.6 f tr A0 M 2 per i chiodi
Ares larea resistente della vite, si adotta quando il piano di taglio
interessa la parte filettata. Se il piano di taglio interessa il gambo non
filettato si ha:
Fv , Rd = 0.6 f tb A M 2 bulloni, tutte le classi di resistenza
A indica larea nominale del gambo della vite, ftb, indica la resistenza
a rottura del bullone, ftr indica la resistenza del chiodo, Ao indica la
sezione del foro, M2 = 1.25 per la resistenza dei bulloni e dei chiodi.

La verifica dellunione a taglio positiva se il taglio inferiore al


valore minimo tra le resistenze calcolate nei punti a), b), c).
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VERIFICHE DELLE UNIONI A TRAZIONE
La resistenza di calcolo a trazione degli elementi di connessione
Ft,Rd pu essere assunta pari a:
Ft , Rd = 0.9 f tb Ares M 2 per i bulloni
Ft , Rd = 0.6 f tr Ares M 2 per i chiodi
Inoltre, nelle unioni bullonate soggette a trazione necessario
verificare la piastra a punzonamento; ci non richiesto per le
unioni chiodate.

La resistenza a punzonamento del piatto collegato pari a:

B p , Rd = 0.6 d m t p f tk M 2

dm il minimo tra il diametro del dado e il diametro medio della


testa del bullone; tp lo spessore del piatto e ftk la tensione di
rottura dellacciaio del piatto.
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La resistenza complessiva della singola unione a trazione data dal
minimo tra i valori della resistenza a trazione degli elementi di
connessione e della resistenza a punzonamento.

I bulloni soggetti alla combinazione di azione tagliante e trazione


dovranno inoltre soddisfare la seguente relazione:

Fv,Ed Ft,Ed
+ 1
Fv,Rd 1.4Ft,Rd

Ft , Ed
Con la limitazione 1
Ft , Rd

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La precedente espressione, nel piano Ft - Fv definisce il dominio di
resistenza dei bulloni compreso tra gli assi di riferimento ed una retta
passante per i punti FvRd ed 1.4 Ft,Rd, ma delimitato dalla verticale
condotta per Ft,Rd.

Nella figura sono riportati i domini di resistenza espressi dal D.M.


14/01/2008 (e dallEC3) e dalle norme CNR.

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UNIONI AD ATTRITO CON BULLONI AD ALTA RESISTENZA

Il meccanismo di funzionamento dell'unione ad attrito trae origine


dalle azioni tangenziali che si sviluppano tra le superfici premute
per mezzo di pre-sollecitazioni applicate ai bulloni.

L'unione richiede un'apposita preparazione delle superfici di


contatto, cos da dar luogo ad un coefficiente di attrito pi elevato
possibile e l'inserimento di una seconda rondella sotto la testa
della vite.

Il serraggio del bullone si opera con chiavi dinamometriche tali da


consentire l'applicazione del momento torcente voluto in relazione
al diametro del bullone e tale da generare a sua volta il prescritto
sforzo assiale.

Si impiegano bulloni di diametro: d = 12; 14; 16; 18; 20; 22; 24; 27;
30 mm e fori di diametro pari a quello del bullone maggiorato di
1.5 mm fino al diametro 24 mm e di 2 mm per diametri superiori.
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Lo sforzo Tb trasmissibile da ciascun bullone dato dalla relazione:

Tb = n N s / M3
dove:

n il numero dei piani di contatto attraverso i quali si esplica


lattrito;

3 il coefficiente di sicurezza contro lo slittamento pari a 1.25


per lo stato limite ultimo e ad 1.10 per lo stato limite di esercizio;

il coefficiente di attrito pari a 0.45 per superfici trattate ed a 0.30


per superfici non particolarmente trattate e comunque nelle
giunzioni effettuate in opera;

Ns la forza normale nel gambo del bullone, generata dalla coppia


di serraggio Ts.
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Di seguito sono riportati i valori delle suddette grandezze (Ts, Ns e
Tb), in relazione al valore del coefficiente d'attrito, per lo SLU.

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Prove da eseguire sui bulloni

Sulle viti si eseguono le seguenti prove:


- 1 Verifiche dimensionali
- 2 Esame di difetti superficiali
- 3 Analisi chimica
- 4 Trazione su provetta
- 5 Trazione su vite
- 6 Trazione eccentrica su vite
- 7 Durezza Vickers HV o Rockwell HRC
- 8 Resilienza
- 9 Tenacit della testa
- 10 Rescissione

Sui dadi si eseguono le seguenti prove:


- 1 Verifiche dimensionali
- 2 Esame dei difetti superficiali
- 3 Analisi chimica
- 4 Durezza HV o HR
- 5 Allargamento con mandrino tronco conico
- 6 Strappamento
UNIONI SALDATE
La saldatura impiegata in carpenteria, normalmente quella ad arco
elettrico.

Possono essere adottati i seguenti procedimenti:

-saldatura manuale ad arco con elettrodi rivestiti;

-saldatura automatica ad arco sommerso;

-Saldatura semiautomatica sotto gas protettore

- altri procedimenti di saldatura le cui attitudini di efficienza devono


essere verificate preventivamente mediante apposite prove.

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SALDATURA se Materiale base = Materiale dapporto
SALDOBRASATURA o BRASATURA se
Materiale base Materiale dapporto
La saldabilit influenzata da:

FATTORI METALLURGICI:
Un giunto saldato comporta una zona fusa le cui caratteristiche metallurgiche
influenzano la resistenza del giunto saldato + una zona termicamente alterata
FATTORI COSTRUTTIVI:
Il giunto saldato deve avere caratteristiche tali da non compromettere la sicurezza
della struttura nel suo complesso.

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Generazione dellarco:

Corrente continua
- arco stabile
-cordone uniforme
Se larco e in c.c., la polarit pu essere:
- diretta: metallo base collegato allanodo
- inversa: metallo base collegato al catodo
Polarita diretta: - alta deposizione
Polarita inversa: - alta penetrazione

Corrente alternata
- sistema costoso
- assenza soffio magnetico
- alta deposizione

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Saldatura ad arco con elettrodi rivestiti
Classificazione UNI degli elettrodi rivestiti
Sigla 1E = elettrodo rivestito
Sigla 2 00 => ft del materiale di apporto non garantita
44 => ft compreso tra 44 e 56 daN/mm2
52 => ft compreso tra 52 e 62 daN/mm2

Sigla 3 L => idoneo per lamiere 4mm


S => idoneo per lamiere sottili
TT => idoneo per tubi
Sigla 4 qualit crescente
Sigla 5 B = basico C = cellulosico R = al rutilio
Sigla 6 posizione di impiego consentita:1 2 3 4
1 = tutte le posizioni, 4 = solo in piano
Sigla 7 1 2 3 4 condizioni di alimentazione elettrica: corrente
continua e polarit o corrente alternata
Sigla 8 Rendimento ponderale: R 10 indicache il 100% del peso
dellanima si ritrova nel cordone
Sigla 9 corrisponde alla temperaturaTx sotto zero, in gradi C, alla
quale lelettrodo pu essere utilizzato
NORME EUROPEE SUGLI ELETTRODI
La normativa europea di riferimento per gli elettrodi la EN 499. La norma classifica,
mediante una designazione alfanumerica, il tipo di elettrodo in funzione delle sue
propriet. Ad esempio:
EN 499 E 46 3 1Ni B 5 4 H5
EN 499: Normativa di riferimento
E: Elettrodo
46: Indica il carico di snervamento minimo
3: Garantito il valore di resilienza di 47J ad una temperatura di -30C
1Ni: Composizione chimica che indica una percentuale di Nichel di circa 1.00%
B: Tipo di rivestimento, in questo caso Basico
5: Rendimento e corrente
4: Posizione di saldatura
H5: Il tenore di idrogeno su un deposito di 100gr di saldatura.
Altre normative europee classificano gli elettrodi in base alla tipologia del riporto in
saldatura, si vedano a tal proposito le norme
EN 757 - Materiali di apporto per saldatura - Elettrodi rivestiti per saldatura manuale
ad arco di acciai ad alta resistenza - Classificazione
EN 1599 - Materiali di apporto per saldatura - Elettrodi rivestiti per saldatura
manuale ad arco di acciai resistenti allo scorrimento viscoso - Classificazione
EN 1600 - Materiali di apporto per saldatura - Elettrodi rivestiti per saldatura
manuale ad arco di acciai inossidabili e di acciai resistenti ad alta temperatura
Elettrodi - Norme AWS
E - XX - XXE - elettrodo
Primo numero individua la resistenza minimo a snervamento del metallo depositato (vedi tabella
1)
Secondo numero - indica il tipo di elettrodo (vedi tabella 2)

Resistenza e snervamento minimo del metallo depositato (N/mm)


60 340
70 390
80 460
90 530
100 600
110 670
120 740

Tabella 2 - Tipo di elettrodo


10 Elettrodi cellulosici per c.c. polarit inversa (polo positivo all'elettrodo)
11 Elettrodi cellulosici per c.a. o c.c. polarit inversa (polo positivo all'elettrodo)
12 Elettrodi al rutilo per c.a. o c.c. (polarit diretta)
13 Elettrodi al rutilo per c.a. o c.c.
14 Elettrodi al rutilo a elevato rendimento per c.a. o c.c.
15 Elettrodi basici per c.c. polarit inversa
..
Elettrodi rivestiti

Arco sommerso travi saldate

Tecnologie e sistemi di lavorazione MIG - MAG


La saldatura avviene in atmosfera protetta. Lelettrodo fusibile ed
alimentato in continuo (filo).
Gas di protezione:
Larco, il metallo fuso ed il bagno sono mantenuti in una atmosfera di gas
protettivo che protegge dalla contaminazione dellaria.
Si possono avere:
- MIG: il gas inerte ( Argon, Elio ) pi costoso
- MAG: il gas CO2 o miscele di CO2

Vantaggi tecnologici del processo MIG/MAG: (rispetto al processo con


elettrodi rivestiti).
- continuit del processo di saldatura
- assenza di scoria (produttivita)
- migliore visibilit del bagno di fusione rispetto allarco sommerso
- elevate velocit di saldatura
- assenza di H2O nellatmosfera (infragilimento da idrogeno)
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CLASSIFICAZIONE DELLE SALDATURE

Le saldature vengono classificate a seconda della disposizione dei


pezzi nei seguenti tipi fondamentali:

a) unioni saldate testa a testa a completa


penetrazione(groove weld);

b) unioni saldate a croce o a T a completa


penetrazione;

c) unioni saldate con cordoni d'angolo


(fillet weld);

d) unioni saldate a parziale penetrazione.


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I processi di laminazione e di saldatura sono accompagnato da
tensioni residue

Le tensioni interne residue sono pericolose nel caso di:


STRUTTURE SOLLECITATE CHE LAVORANO A BASSA
TEMPERATURA: rottura fragile.

STRUTTURE SOGGETTE A CORROSIONE: le tensioni interne


accelerano il processo.

STRUTTURE SOGGETTE A CARICHI DI PUNTA: le tensioni


interne aumentano linstabilit.

Per eliminare le tensioni residue si pu utilizzare un trattamento


di distensione.
CLASSI DI SALDATURA
Si distinguono, in base alla qualit di esecuzione, le seguenti due
classi di saldatura:

I classe - Comprende giunti effettuati con elettrodi di qualit 3 o 4


secondo UNI 5132-74 o con altri procedimenti verificati e realizzati
con accurata eliminazione di ogni difetto al vertice prima di effettuare
la ripresa o la seconda saldatura.
Essi devono soddisfare ovunque l'esame radiografico con i risultati
richiesti per il raggruppamento B della UNI 7278.
L'aspetto della saldatura dovr essere ragionevolmente regolare e
non presentare bruschi disavviamenti col metallo base specie nei casi
di sollecitazione a fatica.

II Classe - Comprende i giunti effettuati con elettrodi di qualit 2, 3 o


4, e realizzati con eliminazione dei difetti prima di effettuare la ripresa
o la seconda saldatura. Essi devono inoltre soddisfare l'esame
radiografico con i risultati richiesti per il raggruppamento F della UNI
7278.
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CIANFRINATURA

Prima di deporre il cordone di saldatura deve essere effettuata


un'accurata preparazione dei lembi delle lamiere (cianfrinatura).

La scelta del profilo dei cianfrini dipende dai seguenti fattori:


procedimento di saldatura;
tipo di giunto;
posizione della saldatura;
natura e spessore del metallo base.

Per giunti di testa di lamiere di modesto spessore ove il cordone


deposto da un solo lato si esegue la preparazione a V;
per spessori maggiori si profilano i cianfrini a Y o a U per limitare i
quantitativi di metallo d'apporto;
Quando possibile intervenire anche sul rovescio si ottengono le
soluzioni migliori.
Esiste una precisa simbologia per specificare gli elementi sopra
indicati, della quale si riporta una sintesi nella figura seguente.
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Indicazioni convenzionali sulla cianfrinatura e sulla forma della saldatura

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UNIONI A COMPLETA PENETRAZIONE

La verifica delle unioni a completa penetrazione richiede la


determinazione delle seguenti tensioni:

|| tensione di trazione o compressione parallela all'asse della


saldatura;

tensione di trazione o compressione normale all'asse longitudinale


della saldatura;

t|| tensione tangenziale nella sezione longitudinale della saldatura.

Quindi si calcola il valore della tensione ideale:

id = ll2 + 2 ll + 3 ll2
e deve risultare:

id f yd ( giunti di I classe) id 0.85 f yd ( giunti di II classe)


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SALDATURE CON CORDONI DANGOLO
La verifica delle saldature con cordoni d'angolo consiste nel
determinare le tensioni nel cordone e nel controllare che queste
soddisfino alle condizioni di resistenza.
La sezione resistente quella di gola (throat section), disposta
lungo il piano bisettore del cordone avente spessore a misurato
secondo le indicazioni delle figure seguenti:

si definiscono le seguenti tensioni effettive:


n normale alla sezione di gola considerata nella sua reale posizione;
tn tangenziale, giacente nella sezione di gola ed ortogonale all'asse
del cordone di saldatura;
tt tangenziale, giacente nella sezione di gola e parallela all'asse del
cordone di saldatura.
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il calcolo delle tensioni effettive n, tt e tn non immediatamente
deducibile.
Allo scopo di semplificare le applicazioni, le normative fanno riferimento
a delle tensioni fittizie, riferite alla sezione di gola ribaltata su uno dei
due piani ortogonali che delimitano il cordone.

Si definiscono le seguenti tensioni fittizie:


- tensione normale agente in direzione perpendicolare ad un lato del
cordone, riferita all'area della sezione di gola ribaltata su quel piano;
- tensione tangenziale agente in direzione perpendicolare all'asse del
cordone riferita come sopra;
|| - tensione tangenziale agente in direzione parallela all'asse del
cordone.
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La saldatura verificata se:

fd fd
+ +
2

2

2
ll +
1 2

Essendo:

1/1 pari rispettivamente a 0.85 per l'acciaio S 235 ed a 0.70 per gli
acciai S 275 ed S 355;

1/2 pari rispettivamente ad 1 per l'acciaio S 235 ed a 0.85 per gli


acciai S 275 ed S 355.

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ALTERAZIONI INDOTTE DALLE SALDATURE

Durante la saldatura si raggiungono temperature elevate in zone


concentrate delle membrature, le quali possono produrre gravi
alterazioni nella struttura della materia.

A) tempra. L'asportazione del calore da parte del metallo base, a


temperatura inferiore, causa un brusco raffreddamento della zona
saldata, il quale pu determinare l'insorgere di fenomeni di tempra,
da evitare perch inducono fragilit.

I principali metodi per prevenire e per correggere la tempra nei giunti


saldati consistono in:
- un preriscaldo del pezzo da saldare;
- un postriscaldo sul pezzo saldato;
- un trattamento termico finale (ricottura).

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B) ritiri e tensioni residue. Un cordone di saldatura, sottoposto a
forti variazioni di temperatura, passando da quella di fusione a quella
ambiente, si comporta come una barra sottoposta a riscaldamento e
soggetta a vincoli che ne impediscono l'allungamento dovuto alla
dilatazione termica:

Quando si riscalda non pu allungarsi e, se si supera la tensione di


snervamento, subisce una deformazione permanente.

Quando si raffredda non pu accorciarsi e, pertanto, la barra, ritornata


a temperatura ambiente, risulta tesa.

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C) difetti. I difetti riscontrabili in una saldatura sono molteplici e
possono essere dovuti sia all'imperizia dell'operatore, sia a fenomeni di
natura metallurgica.
Incisioni marginali. Si tratta di solchi laterali e continui, dovuti alla
fusione eccessiva del metallo di base, la quale causa una depressione
lungo i lati del cordone.
Se superano il 1/2 mm di profondit, le incisioni risultano pericolose
perch sono un invito alla rottura ed alla corrosione. Talvolta le
incisioni possono essere eliminate con sottili passate di copertura.

Eccesso di penetrazione al vertice (sgocciolamento). Si ha


quando si raccoglie un eccesso di metallo al vertice della saldatura.

Insufficiente penetrazione al rovescio. Consiste nella mancanza di


fusione al vertice dalla saldatura e riduce la sezione resistente del
giunto. Nei giunti di testa eseguiti con una o pi passate il difetto pu
essere eliminato scalpellando al rovescio ed eseguendo una passata
di ripresa.
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Incollature. Si verificano quando, durante la saldatura, al metallo di
base non ancora fuso si sovrappone il metallo d'apporto senza che vi
sia fusione tra i due.

Cricche. Le cricche sono fessurazioni e costituiscono il difetto pi


grave delle saldature, perch hanno origine da fenomeni di natura
metallurgica.
Inclusioni. Sono piccole cavit o soluzioni di continuit del giunto
saldato le quali diminuiscono l'omogeneit del metallo fuso.
Le inclusioni gassose sono provocate dalla formazione di ossidi per
reazione chimica tra l'ossigeno e il carbonio e tra l'ossigeno e il ferro
che sono rimasti inclusi nella massa fusa durante la solidificazione.
Esse sono favorite dalla presenza di olii e grassi sul metallo base.

Inclusioni di scorie. Sono dovute alla scoria, prodotta dal


rivestimento dell'elettrodo, la quale rimane imprigionata, solidificando
all'interno della massa fusa. Esse dipendono, generalmente, da una
cattiva tecnica esecutiva da parte dell'operatore.
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D) strappi lamellari. Fratture del materiale base causate dalle tensioni
indotte dal ritiro provocato dalle saldature. Riducono la resistenza
dellacciaio in direzione trasversale a quella di laminazione. Occorre
progettare accuratamente le unioni saldate, limitando gli apporti di
calore e facendo in modo che le tensioni longitudinali indotte dal ritiro
siano dirette prevalentemente in direzione parallela a quella di
laminazione.

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