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Il tema dell’energia è direttamente collegato ai problemi demografici, economici ed ambientali, a loro volta
strettamente interconnessi.
La popolazione mondiale, rimasta pressoché costante per molti secoli, a partire dal 1600 circa si è accresciuta con
una legge di tipo esponenziale.
Il progresso scientifico e la rivoluzione industriale hanno portato ad una riduzione della mortalità ed ad un crescente
sviluppo economico e demografico.
Alla crescita demografica si è accompagnato un drastico aumento dei consumi di energia, che negli ultimi 150 anni
sono cresciuti con legge di tipo quasi esponenziale.
La crescita dei consumi totali è avvenuta con una graduale sostituzione delle fonti energetiche (legno - carbone -
petrolio – gas naturale - nucleare), con scale di tempo dell’ordine del secolo.
Alla crescita dei consumi si è accompagnato un progressivo aumento dei rendimenti di conversione energetica, che
però tende ad arrestarsi in presenza di limiti fisici e tecnologici.
Caratteristiche delle forme di energia
• Meccanismi di conversione
• Disponibilità
• Tipologia di utilizzo (energia interna o esterna)
• Trasportabilità
• Capacità di stoccaggio (immagazzinamento)
• Costi
Energia Termica
L'energia termica è la parte della energia interna dei corpi trasferibile sotto forma di calore e rappresenta, a livello
microscopico, la somma delle energie cinetiche e della energia di legame degli atomi e delle molecole.
L'energia termica, le cui relazioni con le altre forme di energia sono studiate dalla termodinamica, è una forma di
energia meno pregiata, in quanto più disordinata o "degradata". Mentre è infatti possibile convertire interamente
energia dalle altre forme in energia termica, non è possibile operare completamente la trasformazione inversa, come
sancito dal Secondo Principio della Termodinamica.
Un aspetto positivo dell'energia termica è che essa può essere facilmente accumulata, sia sotto forma di calore
sensibile che di calore latente dei fluidi.
Si ricorda che, mentre il calore sensibile è associato ad una differenza di temperatura, calore latente è associato a
fluidi in passaggio di fase; esso è assorbito da processi di cambiamento.
Svantaggio dell’energia termica è che essa non può essere trasportata agevolmente a lunghe distanze. Si cerca di
trasportare calore utilizzando come vettore l’acqua, ricorrendo a tubature lunghe e da costi eccessivi, implementate
solo lì dove vi sia una grande richiesta di energia termica.
Energia meccanica
L'energia meccanica è ampiamente utilizzata nei sistemi di trasporto, dove serve lavoro meccanico per muovere il
mezzo. In questo caso, l'energia meccanica è in genere ottenuta dalla conversione della energia chimica di un
combustibile attraverso un motore a combustione interna. Il moto traslatorio del pistone si converte in moto
rotatorio dell’albero di manovella, che consente poi la rotazione delle ruote negli pneumatici.
La utilizzazione diretta dell'energia meccanica ottenuta da una macchina motrice per l'azionamento di macchinari
nell'industria, a cui si faceva quasi esclusivo ricorso nel secolo passato, è oggi marginale, essendo stata sostituita
dalla energia elettrica, che offre decisivi vantaggi in termini di facilità di trasporto.
L'energia meccanica si presenta nelle forme di energia potenziale, legata alla posizione del corpo all'interno di un
campo di forze conservativo (es. campo gravitazionale; un esempio di energia potenziale è quella dovuta alla quota),
ed energia cinetica, che può essere di tipo traslazionale e rotazionale.
L’energia meccanica può essere sfruttata in modo tale da risolvere richieste di stoccaggio.
Energia elettrica
L'energia elettrica è una forma di energia che si manifesta a seguito delle forze dovute al movimento di cariche
elettriche. È una forma di energia che si presta bene allo stoccaggio e all’immagazzinamento.
L'energia elettrica presenta una grande versatilità, potendo essere trasportata a lunghe distanze e distribuita
capillarmente. Una parte dell'energia viene in tal caso dissipata in energia termica, attraverso l'Effetto Joule. Buone
prospettive per l'aumento della efficienza energetica nel trasporto sono offerte dagli studi sui fenomeni di
superconduttività. Il problema dell’effetto Joule si risolve sottoponendo i collegamenti ad un elevata tensione, che
viene ovviamente ridotta nel punto in cui la corrente deve essere convogliata. La maggiore perdita si ha nel punto in
cui la corrente arriva, perché riducendo la tensione, la corrente aumenta e conseguentemente l’effetto Joule.
Motivo per cui si lavora oggi sulla superconduttività.
L'energia elettrica non può essere facilmente accumulata: le batterie, che rappresentano la soluzione più diffusa,
presentano ingombri, pesi e costi molto maggiori rispetto ad altre forme di accumulo energetico, quali quelle
offerte dai combustibili (sotto forma di energia chimica) o dai bacini idroelettrici (come energia idraulica).
Competitor dell’energia elettrica è l’idrogeno, che funge da vettore energetico a basso impatto ambientale.
Il surplus di energia elettrica può essere accumulato nelle batterie, convertendolo in idrogeno, il quale funge anche
da combustibile. Esso può essere utilizzato in sostituzione del metano, o in cogenerazione con questo. Il suo
vantaggio è la mancanza di produzione di CO2 dalla combustione. Il suo svantaggio è che non è presente in natura,
ma va prodotto e quindi necessita di energia. Ci si chiede quindi da quali fonti, rinnovabili, ricavare questa energia.
Questa è la macchina con cui James Joule dimostrò la equivalenza tra calore e lavoro meccanico, nel 1854
(Primo principio della Termodinamica).
Il Primo Principio sancisce l’equivalenza tra calore e lavoro in quanto forme di energia, ma non stabilisce i criteri
in base ai quali possono avvenire le trasformazioni spontanee.
Consideriamo un grave di 427 kg sollevato di 1 m, collegato con un sistema di funi e carrucole ad un mulinello, messo
in rotazione da un sistema di sollevamento. Nel mulinello vi è 1 l di acqua, a cui è trasferita energia per via della
traslazione del sistema di collegamento. Poiché non può esserci trasferimento di energia nel mulinello, l’acqua si
riscalda. Lasciando cadere il grave per 1 m, si osserva un aumento di un grado della temperatura di acqua. Questo
calore è prodotto a spese dell’energia meccanica di cui il grave risente, pari alla forza per il suo spostamento.
Il processo è irreversibile: se l’acqua cedesse calore, il grave non potrebbe risalire. Ecco che si introduce il secondo
principio della termodinamica.
Il secondo principio della termodinamica
Nel 1824 Sadi Carnot scrisse le “Reflexions sur la Puissance Motrice du feu”, in cui delineò le modalità di
conversione del calore in lavoro nelle macchine termiche.
In quanto forme di energia, l’energia termica, meccanica ed elettrica possono essere convertite da una forma
all’altra.
Le modalità di conversione sono regolate dal Principio di conservazione dell’Energia (generalizzazione del
primo principio della Termodinamica) e dal Secondo Principio della Termodinamica.
A seconda delle tecnologie che caratterizzano il sistema utilizzato per la conversione energetica, dallo stesso vettore
energetico in ingresso è possibile ottenere diverse forme di energia in uscita.
Con una turbina a vapore, si arriva ad una potenza dell’ordine del GigaWatt, impiegata nelle centrali termoelettriche.
Segue la turbina ad acqua, con una potenza dell’ordine di 100 MegaWatt (si arriva fino a 700-800 MegaWatt); ancora
al di sotto abbiamo la turbina a gas; motore a combustione interna, con un ordine massimo del MegaWatt e di
centinaia di KWatt per le vetture comuni. Segue poi il mulino a vento.
Come fa la turbina a vapore a produrre così tanta potenza? La turbina a vapore funziona grazie alla pompa, che
lavora con un fluido incomprimibile. Il lavoro in entrata prodotto dalla compressione di un fluido incomprimibile è
molto piccolo. Conseguentemente, il lavoro ottenuto nella turbina (derivante dall’energia termica in entrata), è quasi
tutto fornito all’esterno.
La turbina a gas ha invece una potenza minore in quanto per poter effettuare l’espansione necessita che il gas venga
portato a una certa pressione per poter espandere. Ciò viene garantito dal compressore, il quale lavora su di un
aeriforme, assorbendo quindi una potenza maggiore rispetto alla pompa del caso precedente. Conseguentemente,
diminuisce la potenza totale fornita all’esterno.
La turbina ad acqua converte direttamente l’energia cinetica del fluido in meccanica, quindi non risente delle
limitazioni di cui risente la turbina a gas. Noonstante ciò presenta una potenza minore dovuta a problematiche
impiantistiche.
Il motore a combustione interna è una macchina volumetrica alternativa, che presenta delle limitazioni.
L’evoluzione dall’uomo primitivo all’uomo tecnologico ha comportato una drastica crescita dei consumi pro-capite.
I consumi destinati al cibo sono cresciuti in misura molto inferiore rispetto agli altri usi dell’energia.
L’uomo primitivo aveva una domanda di cibo per sopravvivere, l’uomo agricolo necessitava di energia anche per
casa, commercio ed agricoltura; l’uomo industriale anche per industria e trasporti, fino all’uomo tecnologico che
necessita energia anche per i trasporti.
Mentre la richiesta di energia per il cibo non si è ampliata molto, nel corso del tempo è aumentata notevolmente la
richiesta di energia necessaria per industria, agricoltura e trasporti.
Oltre al discorso evidente che con la crescita si evolvono le forme di energia richieste, si osserva anche come alcune
abitudini tendono a modificarsi, come per il discorso del cibo, che passa dall’avere un impatto del 100% ad un
impatto attuale di circa il 20%.
Dalla comparsa dell'homo sapiens, si ritiene che circa 70 miliardi di abitanti abbiano vissuto sulla Terra.
Si può ritenere che un uomo attualmente viva il doppio dei suoi antenati e consumi ogni anno 10 volte più risorse
naturali.
Per valori normalizzati si intendono valori considerati in percentuali, rispetto all’umanità di tutti i tempi.
Secoli precedenti: 92 X 1 X 1 = 92
Gli abitanti della Terra dell’ultimo secolo avrebbero consumato nella loro vita più risorse energetiche di tutti i loro
predecessori nei 10.000 secoli precedenti.
Si fa fronte ad una domanda notevolmente superiore rispetto a quella dei secoli precedenti, andando a considerare
anche quello che è l’impatto sulla Terra.
Nello sviluppo industriale di una nazione si susseguono quattro fasi distinte, cioè transizione, decollo, sviluppo e
consumi di massa, caratterizzate da fabbisogni crescenti di energia. L’incremento annuo tende, ovviamente, a
ridursi.
Attualmente, nei paesi industrializzati il fabbisogno energetico raddoppia all’incirca ogni 10 anni.
Il ricorso alle fonti rinnovabili comporta un costo di generazione maggiore rispetto alle fonti tradizionali.
Le nuove fonti energetiche richiedono degli investimenti ed il loro elevato costo va tenuto in considerazione.
La ricerca, l’applicazione di economie di scala e gli incentivi possono portare a progressive riduzioni di tali costi,
ed a rendere tali fonti competitive, almeno per applicazioni particolari.
Modelli di sviluppo
Anni ‘60
Gli anni del boom economico sono accompagnati dalla utopia della Crescita Illimitata.
Herman Kahn (economista, consigliere del presidente USA) prevedeva l'avvento della società 20 x 20 (venti
miliardi di abitanti, ognuno con un reddito annuo di 20.000 dollari). Anziché di uno sviluppo sostenibile, si
stimava uno sviluppo illimitato: si credeva, cioè, che si sarebbe raggiunta una popolazione mondiale di 20
miliardi, con un reddito procapite annuo di 20.000 dollari. Chiaramente ciò non è accaduto.
With current and near current technology, we can support 15 billion people in the world at twenty thousand
dollars per capita for a millennium - and that seems to be a very conservative statement.
Ipse dixit
• 1972: la Conferenza mondiale sull’ambiente di Stoccolma (Una sola Terra) ed il Club di Roma (i limiti dello
sviluppo) lanciano un allarme sui rischi di esaurimento delle fonti non rinnovabili.
• 1973: Crisi energetica, guerra del Kippur. Il prezzo del petrolio, stabile per molti anni, cresce
improvvisamente da 2.5 a 12.5 US$ al barile, e raggiunge i 35 US$ al barile all’inizio degli anni 80.
Si diffonde la consapevolezza delle interdipendenze tra fattori economici, energetici, demografici ed
ambientali, e delle possibili catastrofi derivanti dalla estrapolazione delle tendenze in atto.
Impulso alla ricerca sul miglioramento dei rendimenti di conversione energetica.
• Si diffonde la consapevolezza di assicurare uno “Sviluppo Sostenibile”, che permetta di coniugare la crescita
economica con le esigenze ambientali.
• La politica dell’OPEC riduce il prezzo del petrolio, in valori reali, ai livelli precedenti il 1973, con un effetto
negativo sugli investimenti sul risparmio energetico e sulla ricerca sulle fonti rinnovabili.
• Conferenze di Rio (1992) e di Kyoto (1997).
La curva di Hubbert
Nel 1956 il geofisico Marion King Hubbert sviluppò un semplice modello matematico per prevedere la produzione
di combustibili fossili, secondo la quale ad una fase di crescita segue una fase simmetrica di decrescita, fino
all’esaurimento.
La radiazione solare incidente è in parte restituita al mittente e in parte assorbita, permettendo i processi naturali
che avvengono sulla terra. Il bilancio è chiuso grazie alla radiazione ad onde lunghe, nella zona dell’infrarosso.
A causa della presenza di uno strato di gas, la terra non è in grado di riemettere la radiazione che riceve: ci sarà un
accumulo e quindi uno sbilanciamento energetico, che determina l’effetto serra (surriscaldamento).
Effetto serra
L’effetto serra è dovuto alla presenza di alcuni gas nell’atmosfera (in particolare CO2 e CH4), che determinano una
parziale riflessione sulla Terra della radiazione infrarossa emessa dalla Terra stessa.
La presenza dell’effetto serra produce quindi un aumento della temperatura della superficie terrestre rispetto a
quella che si avrebbe per il solo effetto della radiazione solare incidente.
La crescita eccessiva della quantità dei gas serra (in particolare CO 2) può produrre un aumento incontrollato della
temperatura terrestre, con effetti potenzialmente catastrofici sul clima.
Se si considera la CO2 (zona di opacità grigia) si osserva come questa vada a limitare l’effetto finestra che si ha in
presenza del solo vapor d’acqua.
Mentre un eccesso di vapor d’acqua consentirebbe comunque un passaggio della radiazione, la CO2 la blocca quindi
non consente una chiusura del bilancio e determina un surriscaldamento globale.
Variazione della temperatura media globale e dell'anidride carbonica presente nell'atmosfera negli ultimi 1000 anni:
temperatura superficie terrestre
Dalla seconda rivoluzione industriale in poi, la domanda di CO2 è aumentata repentinamente e di conseguenza
anche la temperatura media globale è aumentata con un andamento quasi esponenziale.
La quantità di CO2 prodotta dipende dal rapporto tra Carbonio e Idrogeno n/m (si vuole quindi il rapporto n/m più
basso possibile). Il processo di combustione si studia con il bilancio chimico riportato.
I seguenti combustibili danno contributi decrescenti all’effetto serra:
• Carbone (m=0 per l’antracite e variabile con la composizione): è il peggiore perché non ha idrogeno, quindi
la sua combustione produce direttamente anidride carbonica.
• Nafta pesante
• Cherosene
• Benzina (n/m»0.5)
• Metano (n/m=0.25)
• Idrogeno (n/m=0): l’idrogeno è da ritenersi un vettore energetico, in quanto non è disponibile allo stato
naturale, ma richiede un consumo di energia per la sua produzione.
• Giugno 1992, Rio de Janeiro: la Conferenza Mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo approva la “Convenzione
Quadro delle Nazioni Unite sui Cambiamenti Climatici” (UN-FCCC).
• Dicembre 1997, Kyoto: Conferenza delle Parti, con l’obiettivo di dare attuazione ai principi ed agli impegni
della UN-FCCC.
• E’ sempre più evidente l’influenza antropogenica sul clima globale, determinata dalle emissioni di gas serra
prodotte dalle attività umane.
• Senza specifiche politiche e misure per mitigare i cambiamenti climatici, la temperatura media superficiale
globale relativa al 1990 è destinata a crescere di circa 2°C (tra 1.5°C e 3.5°C) entro il 2100.
• Il livello medio dei mari è destinato a crescere entro il 2100 di circa 50 cm (tra 15 e 95 cm) rispetto al livello
del 1990, con la compromissione di vaste arre costiere intensamente popolate.
• Il riscaldamento globale potrà determinare modifiche significative nei cicli climatici con l’intensificazione dei
fenomeni estremi (eventi alluvionali e siccità), alterazioni degli ecosistemi terrestri ed acquatici, effetti sulla
degradazione ed aridificazione dei suoli, modificazioni delle produzioni agricole.
• L’aumento delle temperature avrà effetti sulla salute, diretti (incremento delle morti e delle malattie a
causa delle onde di calore) e indiretti (aumento e diffusione, anche nelle zone temperate, di malattie
infettive tipiche delle zone tropicali).
• Per garantire che entro il 2100 le concentrazioni di gas ed effetto serra siano contenute entro livelli
compatibili, ovvero per raggiungere l’obiettivo della stabilizzazione della concentrazione atmosferica di CO2
a livelli doppi rispetto a quelli dell’era pre- industriale, le emissioni globali dovranno corrispondere alla
metà di quelle attuali.
• …Oggi…: EU 202020, che impone di ridurre i consumi di energia, aumentare il ricorso alle fonti rinnovabili e
ridurre le emissioni di CO2, sempre in misura del 20 %.
Scenario energetico